Appunti figure retoriche

Appunti figure retoriche

 

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Appunti figure retoriche

Le figure retoriche.

Le figure retoriche di suono (Le figure foniche)

Queste figure si realizzano tramite la ripetizione o la variazione di suoni, che creano effetti di musicalità e consentono di potenziare il significato della poesia attraverso il significante.

  1. Assonanza:  Somiglianza di suono. Può costituire una rima imperfetta. Si ha quando due parole, a partire dall’accento tonico, hanno uguali le vocali, ma non le consonanti.

 

Piove sui pìni
Scagliosi e ìrti.

Anche all’interno dello stesso verso:  solo e pensoso i più diserti campi.
Possono rimare: decoro/stuolo; bèllo/sénno; timido/lirico; vétta/sécca.

  1. Consonanza: Si ha se due parole dall’accento tonico in poi, hanno uguali le consonanti ma non le vocali. Si tratta sempre di una rima imperfetta, detta anche assonanza atona, quando rimano tra loro due parole che hanno vocali accentate diverse ma lettere successive identiche:

 

Poi fu la volta dei ristoranti di lùsso
Due o tre stelle, lo stésso
Possono rimare, in rima imperfetta, anche parole come: temùto/lasciàto, stìlla/stélla; scordàre/amore.

  1. Allitterazione:  Ripetizione di suoni o di gruppi di suoni uguali in parole diverse. Di solito in posizione iniziale.

 E caddi come corpo morto cadde (C)

Fresche le mie parole nella sera
Ti sien come il fruscio che fan le foglie
Del gelso nella man di chi le coglie
Silenzioso. (F)

Esta selva selvaggia e aspra e forte (S-R)
NB: Nella lingua parlata produce un suono sgradevole, cacofonico: occorre evitarla. Es: Fra fratelli. Bisogna cambiare una parola, meglio Tra fratelli.

  1. Onomatopea: Espressione capace di riprodurre per imitazione un’impressione sonora naturale. Si tratta spesso di parole prive di significato che riproducono o suggeriscono suoni o rumori.

Veniva una voce dai campi:
chiù

Può essere anche costituita da parole dotate di un significato proprio che imitano nel suono un rumore:  sussurro, tintinnio, calpestìo, gracchiare, ragliare, gorgoglio, mormorìo, dondolìo, ululato, rombo etc..

 

  1. Paronomasia o annominazione: accostamento di parole dal suono simile e dal significato diverso.

Ma sedendo e mirando

Non aver né arte né parte!

Ch’i fui per ritornar più volte vòlto (Dante)

  1. Paronimìa: somiglianza di due parole nella forma e non nel significato. Avallare/Avvallare. La prima significa garantire, la seconda abbassare.

 

  1. Poliptoto: caso particolare di Paronomasia, cioè ripetizione della stessa parola con funzioni morfosintattiche differenti, per esempio lo stesso verbo coniugato in tempi diversi.

Cred’io ch’ei credette ch’io credesse (Dante- Inferno)

Le figure retoriche di significato

Queste figure costruiscono un trasferimento di significato da un’espressione ad un’altra accrescendo la carica poetica e suggestiva delle parole.

  1. Similitudine. Figura retorica fondata sull’associazione d’ idee, consistente nel paragonare tra loro due oggetti o sentimenti mettendone in rilievo un elemento comune. Serve a chiarire un concetto poco noto con uno più familiare.  Le due immagini sono collegate grammaticalmente tra loro per mezzo di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali: così….come/ tale….quale; a somiglianza di…

A differenza del paragone, la similitudine non prevede che i due elementi possano essere intercambiabili, cioè che il confronto valga anche in senso inverso.
Similitudine: Carlo è furbo come una volpe.
Paragone: Carlo è bello come Giorgio.

Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Anche nel discorso comune usiamo spesso similitudini di taglio breve e conciso: Duro come una pietra.

  1. Metafora: Figura retorica che consiste nel trasferire ad un vocabolo il significato di un altro. E’ fondata su una relazione di somiglianza, sarebbe quindi una similitudine inespressa, ossia tale che i termini di paragone risultino addirittura identificati. Ha in genere lo scopo di rendere più evidente un concetto astratto attraverso un’immagine concreta.

Nella Metafora non viene esplicitato il tratto significativo che accomuna i due termini.
Achille era veloce come un fulmine. Achille era un fulmine. (manca il concetto di velocità)

Tenni ambo le chiavi
Del cor di Federigo (Dante, Inferno)

Si devono aprire le stelle
Nel cielo sì tenero e vivo.

E’ la figura principale usata per la funzione poetica della lingua e storicamente ha impegnato l’attenzione di poeti e scrittori, ai quali la retorica insegnava i pregi dell’audacior ornatus. Quanto più lontana era la distanza tra i campi semantici a cui si attinge per lanciare una metafora, tanto più questa è efficace e riuscita in poesia. Nel linguaggio comune si sono ormai cristallizzate metafore di cui si è persa la consapevolezza (Es: quell’orso di mio zio/ Quella vipera della segretaria). Al contrario, la riuscita della metafora, oggi molto usata nella pubblicità e nella propaganda, dipende sempre più dalla novità dell’invenzione, dalla scoperta imprevedibile di un rapporto tra due termini di significato completamente diverso. Tipiche sono le metafore verbali che attribuiscono tratti non pertinenti a un nome attraverso l’antropormorfizzazione di oggetti inanimati: Es, il piatto piange/ l’ora incalza/ la luna sorride.

  1. Sinestesia: particolare tipo di metafora che consiste nel trasferimento di significato tra due termini appartenenti a domini sensoriali diversi (tatto, udito, vista, olfatto, gusto)

 

Le tacite stelle (Vista e udito)
Lampi d’afa (Montale)
Caldi silenzi.
Ruvidi sguardi
Prezzi salati.

  1. Metonimia: figura retorica per la quale si usa un nome invece che un altro, con cui è in rapporto qualitativo particolare. Si tratta di uno scambio di nome che segue queste corrispondenze:

 

a) l’effetto per la causa:
Ho guadagnato sempre col mio sudore (la causa, cioè il lavoro,  fa sudare: il sudore è l’effetto);

b) La Causa per effetto:
L’estate ardeva nella campagna (la causa, cioè l’estate e non il caldo che sarebbe l’effetto, ardeva nella campagna);

c) l’astratto per il concreto o viceversa:
 la gioventù è cambiata (non i giovani); nella vita bisogna avere cuore ( invece che dire amore)

d) Il contenente per il contenuto:
Abbiamo bevuto tre bottiglie ( il contenuto delle bottiglie)/ E il suo nido è nell’ombra che attende (Pascoli)(Nido per dire passerotto)

e) L’autore per l’opera:
Hai mai ascoltato Chopin?/ Dovresti leggere Gogol (i suoi libri) etc

f) Lo strumento per chi l’adopera:
con questo articolo sei diventato proprio un’ottima penna. (cioè scrittore)

g) la materia per l’oggetto:
Chi di ferro ferisce, di ferro perisce (ferro di cui è fatta una spada)/ I legni inglesi solcavano gli oceani (legni per dire navi)

h) Una qualità fisica per indicare una dote o una virtù:
E’ un gran cervello/ Comanda con mano ferma

  1. Un luogo per i suoi abitanti:

Milano è generosa/ La tragedia di Seveso.

 

l) Un luogo per i suoi prodotti tipici:
Un Murano antico (un oggetto in vetro di Murano)

m) La marca per il prodotto:
guidava una Ferrari.

n) Il simbolo per la persona o la cosa:
Applaudire i bianconeri/ votare lo scudo crociato.

 

  1. Sineddoche: Figura retorica di significato con la quale si usa un nome invece che un altro, con cui è in rapporto quantitativo particolare:
  1. la parte per il tutto:

campione del pedale (per dire di un ciclista)/ il mare è solcato da mille vele.

  1. il tutto per la parte:

scarpe di camoscio ( e non in pelle di camoscio)

  1. il genere per la specie:

il felino raggiunse la preda/ il mammifero che ha il dono della parola.

d)la specie per il genere:
i mortali spesso non sanno quel che dicono (per dire gli uomini)

e) Il singolare per il plurale: il prepotente mal sopporta l’educazione.

f) Un numero determinato per l’indeterminato: durerà per mille anni. Non si intendono certo mille anni esatti, ma un lasso di tempo molto lungo.

 

  1. Analogia: è un particolare tipo di metafora, frequente nella poesia moderna (soprattutto quella ermetica), che per esprimere un certo concetto (per lo più astratto), ricorre a termini comunemente usati con un significato totalmente diverso. Rispetto alla metafora, l’accostamento tra il concetto che si vuole rappresentare e le parole impiegate risulta assolutamente inconsueto e originale e non sempre si fonda su una relazione di affinità. Nell’analogia due termini lontani tra loro sono messi in relazione eliminando ogni passaggio logico, con un accostamento immediato.

Guardiamo questi passaggi:
Similitudine: Accarezzo i tuoi capelli neri come la notte.
Metafora: Accarezzo la notte dei tuoi capelli.
Analogia: Accarezzo la tua notte.
Nell’analogia i rapporti tra le cose sono lasciati anche all’immaginazione del lettore.
Vediamo questo verso di D’Annunzio:
Equinozio
d’autunno, già sento il tuo miele.
Si tratta di una somiglianza condensata, probabilmente in autunno i giorni sono caldi come il miele.

Oppure i versi di Ungaretti:

Col mare
Mi son fatto
Una bara
Di freschezza
Sono messe in contatto le idee di mare e bara, ambedue possono avvolgere il corpo e in qualche modo proteggerlo. Teniamo conto poi del fatto che il poeta quando scrive questi versi è in guerra e quindi la presenza della morte è sempre vicina.

  1. Iperbole: E’ quella figura per la quale, volendo ottenere particolari effetti, si altera, esagerandola, la verità delle cose: Ha una forza che sposterebbe le montagne/ E’ un secolo che non ti vedo.

 

  1. Antitesi: Figura retorica consistente nel porre in contrasto due concetti opposti, per dare maggiore risalto all’espressione. Vediamo tutta una serie di antitesi tratte da Petrarca:

 

Pace non trovo, e non ho da far guerra;
E temo e spero, ed ardo e sono un ghiaccio;
E volo sopra il cielo, e giaccio in terra;
E nulla stringo, e tutto il mondo abbraccio.

Un aforisma tratto dal  Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.

 Dante:  Non fronda verde, ma di color fosco/ non rami schietti, ma nodosi e ‘nvolti (Inferno)

Manzoni: Due volte nella polvere, due volte sull’altar.

  1. Ossimoro: figura che consiste nel ricercare effetti speciali accostando parole dal significato contraddittorio e contrastante. Spesso si tratta di un sostantivo e di un aggettivo, oppure soggetto e verbo, verbo e avverbio, aggettivo e avverbio.

 

Dante nel Paradiso:  Vergine madre.
Altri esempi: Una lucida follia./ Un silenzio eloquente./La dotta ignoranza./ Una scontrosa grazia. (U. Saba)

  1. Adynaton: Si tratta di un’affermazione impossibile, si dichiara qualcosa che non si può verificare.

Cecco Angiolieri: S’i fosse foco, arderei ‘l mondo.

Petrarca:
Quando avrò queto il core, asciutti gli occhi,
vedrem ghiacciare il sole, arder la neve.

  1. Perifrasi ( o circonlocuzione): Si tratta di un giro di parole, una frase che designa un oggetto o una persona in sostituzione della parola specifica.

 

Dante: La gloria di colui che tutto move (cioè Dio)
U. Saba: Rosseggia parco ai bicchieri l’amico dell’uomo (cioè il vino)
Dante: Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole (Cioè in Paradiso)

  1. Antonomasia: Si designa con un nome proprio, invece che con il nome comune o viceversa, una persona o una cosa, per evidenziarne alcune qualità.

 

E’ un adone/ E’ un ercole/E’ un illustre mecenate (protettore delle arti dal nome proprio di Mecenate sotto Augusto). In questo caso non si usa la lettera maiuscola.

Oppure: Il Poeta (per indicare Dante); L’Eroe dei due mondi (per Garibaldi)

  1. Personificazione o prosopopea: consiste nel raffigurare come un essere animato un oggetto o un concetto astratto

S. Corazzini: verrà la pace con le mani giunte,
ma non la udrai , tu piccola, venire.

U. Saba: Firenze/ taceva assorta nelle sue rovine

Dante: Per me si va nella città dolente/… (dove me indica la porta dell’Inferno, attraverso me)

  1. Ipallage/Enallage: consiste nell’attribuire a una parola di una frase caratteristiche proprie di un’altra parola della stessa frase.

Ci fermammo nella fiorita pace del prato (fiorita è un aggettivo riferibile a prato e non a pace)

Cala con pigre ruote (giravolte)  il falco (l’aggettivo pigro è da riferire al falco e non alle giravolte) Carducci

Odi lontano, da giardini ed orti/ di foglie un cader fragile. (la parola fragile si riferisce alle foglie e non al cadere) Pascoli

Enallage: figura grammaticale che consiste nell’usare una parte del discorso diversa da quella che si dovrebbe normalmente usare: Ogni corpo è morte (invece che mortale)/ I contemplatori del bello (invece che della bellezza)/ Parla chiaro (invece che chiaramente)

 

  1. Ironia: Si afferma qualcosa per intendere l’opposto, può riguardare una sola parola o un’intera frase: Sei stato proprio un genio a presentarti in questo modo.

 

O natura cortese,
son questi i tuoi doni,
questi i diletti sono
che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
è diletto fra noi.
 Leopardi definisce cortese la natura per i suoi doni, mentre dal contesto della poesia si percepisce che la natura non è generosa per l’uomo, anzi lo fa vivere tra mille sofferenze.

  1. Antifrasi: Figura retorica consistente nell’usare una parola o una locuzione nel senso contrario a quello proprio: Quel benedetto uomo! (Per dire di un disgraziato).

 

  1. Figura etimologica: E’ l’accostamento di due o più parole con la stessa radice: vivere la vita/ morire di morte naturale. / Selva selvaggia (Dante)

 

Che ogni sera l’anima le possa amare
D’amor più forte. (D’Annunzio)

  1. Apostrofe: Si ha quando il poeta si rivolge direttamente a qualcuno:

 

O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor?

  1. Preterizione: Consiste nel dichiarare di non voler dire qualcosa che subito dopo si dice:  Non ti dico la fatica che ho fatto.

 

Cesare taccio che per ogni piaggia
Fece l’erbe sanguigne
Di lor vene. (Petrarca).

  1. Reticenza: Consiste nell’interruzione del discorso, per sottintendere qualcosa. E’ segnalata da tre puntini di sospensione.

 

C’era anche un pappagallo sul suo trespolo
E parlava e parlava… ma dal mio omnibus
Il tempo di ascoltarlo mi mancava (Montale)

  1. Litote: Consiste nell’affermare un concetto negando il suo opposto:

Non era l’andar suo cosa mortale (Petrarca)

Don Abbondio (il lettore se n’è già avveduto) non era nato con un cuor di leone. (Manzoni).

  1. Eufemismo: attenuazione di un’espressione ritenuta troppo cruda attraverso la sostituzione con un sinonimo o con una perifrasi.

L’ultima sera  (per non pronunciare la parola morte)

 

 

 

 

Figure retoriche di posizione: Le figure retoriche di posizione riguardano la disposizione delle parole o la loro ripetizione nel testo poetico.

  1. Anastrofe: si ha quando due o più parole sono disposte in modo invertito rispetto all’ordine sintattico consueto; il soggetto può trovarsi dopo il predicato, oppure il complemento oggetto prima del predicato, e così via. Anche nel linguaggio comune: vita natural durante (invece che durante vita natural)

 

Muovesi il vecchierel canuto e bianco (Petrarca)
Va l’aspro odor dei vini l’anime a rallegrar (Carducci)

  1. Iperbato: E’ l’inserimento di una o più parole nella frase in modo da dividere due elementi che dovrebbero rimanere uniti.

 

Il gemito s’ode del folle (A. Palazzeschi)

S’udiva il grido delle strigi alterno( G. Gozzano)

Il lume
Vaga degli occhi in me (S. Penna)

  1. Anafora: Si ha quando una o più parole sono ripetute all’inizio di versi successivi (o di frasi successive). Se le parole sono a fine verso si parla di Epifora.

 

Non è questo ‘l terren ch’i toccai pria?
Non è questo il mio nido
Ove nutrito fui sì dolcemente?
Non è questa la patria in ch’io mi fido? (Petrarca)

Come il sasso aspro del vulcano,
come il logoro sasso del torrente,
come la notte sola e nuda (G. Ungaretti)

Di piazza Grande
Nel ciel più grande (U. Saba)

  1. Anadiplosi: consiste nella ripresa all’inizio di un verso della stessa parola (o gruppo di parole) che si trova alla fine del verso precedente. Nel linguaggio del giornalismo televisivo l’anadiplosi è ricorrente in misura eccessiva. “Sottolineandone i principi ispiratori, principi ispiratori che derivano…”

 

Tra un lungo dei fanciulli urlo s’innalza
S’innalza e ruba il filo della mano (Pascoli)

Mi prese il sonno; sonno che sovente (Dante, Purgatorio)

Sogna, sogna, mia cara anima! Tutto
Tutto sarà come al tempo lontano (g. D’Annunzio)

 

  1. Iterazione: E’ la ripetizione di una o più parole all’interno del testo senza una disposizione precisa.

Mi cantano, Dormi! Sussurrano,
Dormi!, bisbigliano, Dormi! (G. Pascoli)

Aveva cent’anni la vecchia
Viveva nell’orto, viveva di frutti. (A. Palazzeschi)

  1. Parallelismo: Consiste nel disporre le parole nella frase in modo che si stabiliscano dei rapporti di simmetria. Questi corrono, quelli s’attardano, quegli altri parlano animatamente con tutti. Spesso rispetta tale schema (XY/XY)

 

Noi eravamo ancora al tronco attesi
Quando noi fummo d’un romor sorpresi (Dante)

Colle brune o con le bianche chiome
Seguirò l’ombra di quel dolce lauro (Pascoli)

  1. Chiasmo: E’ una disposizione incrociata di parole o di espressioni (dal greco khiasmòs, cioè disposto a croce). Rispetta lo schema A,B – B,A

 

Il tuo sguardo mi sorride,
mi parlano i tuoi occhi

Ch’io vedo il meglio ed al peggio m’appiglio (M.M. Boiardo)

Il vento soffia e nevica la frasca
E tu non torni ancora al tuo paese (G. Pascoli)

Nel giorno la porta non s’apre,
non s’ode segnale di vita nel giorno (A. Palazzeschi)

Siena mi fè, disfecemi Maremma (Dante, Purgatorio)

Le donne, i cavalier
L’arme, gli amori (Ariosto)

Tutti per uno, uno per tutti

Ovidio è il terzo, e l’ultimo Lucano (Dante)

Odi greggi belar, muggir armenti (Leopardi)

  1. Accumulazione (Enumerazione): E’ l’accostamento intenso e sovrabbondante di termini, disposti in modo spesso caotico e disordinato, di solito senza segni di punteggiatura.

 

Ed è bello et iocundo et robustoso et forte (F. d’Assisi)

 

E trapani e paletti e lime sorde
E succhi d’ogni fatta e grimaldelli
E scale o vuoi di legno o vuoi di corde (L. Pulci)

La mente indaga accorda disunisce (E. Montale).

  1. Climax e anticlimax: è una particolare forma di accumulazione i cui termini sono posti in ordine di intensità crescente (climax) o decrescente (anticlimax). E’ formato da almeno tre parole in successione. Provai all’improvviso un brivido, un timore, un terrore.

 

tu duca, tu signore, tu maestro (Dante)

urta, apre, caccia, taglia, fende (Ariosto)

Anticlimax:
la vecchia
casa scossa a una raffica e a te cara
per il male sofferto, le speranze
deluse, qualche bene in lei goduto (U. Saba)

  1. Hysteron proteron (ciò che viene dopo, prima), E’ un’inversione delle parole rispetto al loro ordine temporale; si trova prima ciò che logicamente e cronologicamente  verrebbe dopo. Si stancò, corse a perdifiato.

Moriamo e cadiamo tra le armi (Virgilio)

Tu non avresti in tanto tratto e messo
Nel foco il dito (Dante)

 

Fonte: http://www.istitutosuperioresorgono.gov.it/attachments/article/80/Le%20figure%20retoriche.doc

Sito web da visitare: http://www.istitutosuperioresorgono.gov.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

Appunti figure retoriche

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

Appunti figure retoriche

 

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco

www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve

 

Argomenti

Termini d' uso, cookies e privacy

Contatti

Cerca nel sito

 

 

Appunti figure retoriche