Le Corbusier

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Le Corbusier

LE CORBUSIER
1887 – 1965
“…ma la mia attenzione è fissa sul Partenone e su Michelangelo… Un’ arte priva di debolezze”

Charles-Eduard Jeanneret nasce come cesellatore e incisore di casse di orologi e finisce per scoprire l’architettura. Saranno gli innumerevoli viaggi in Europa e nel mondo ad assicurargli una formazione di base.
Pochi architetti hanno incarnato le speranze e le disillusioni dell’era industriale come lui… architetto globale ante litteram e uomo completo.

-VILLA FALLET 1906
Blocco compatto con una doppia apertura a due falde e il tetto a padiglione. Pianta simmetrica incentrata su un ingresso a doppia altezza che contiene le scale.
Le superfici murali sono ornate con decorazioni a graffito. Una calda policromia nelle sfumature del rosso, giallo e blu conferisce un’aria quasi orientale a tutto l’ambinte.

-VILLA SCHWOB 1916
Costituisce sia una sorta di riassunto degli anni di formazione, sia l’annuncio di un passaggio all’astrattismo degli anni ’20.
Utilizza lo “scheletro di cemento montato in poche settimane e lo riempie di deliziosi mattoncini a vista”.
Il volume tagliente del cubo, prolungato da absidi e semi-cilindri, consacra il definitivo abbandono dell’universo vernacolare e classico dei suoi primi progetti.

-VERSO UN’ARCHITETTURA 1923
Scritto sull’alternativa retorica “architettura o rivoluzione”, che egli risolve con un definitivo e tagliente “la rivoluzione può essere evitata. In questo modo dichiara la fiducia nelle virtù sociali degli edifici economici.

-MODULOR
Sistema universale di proporzioni fondato sulla sezione aurea e sulle proporzioni umane, che fornirà le misure per tutti i progetti fino al 1965.

-QUARTIERE di ABITAZIONE FRUGES 1924
Centro operaio associato.
Le case isolate o gemellate hanno una struttura in cemento armato e i solai sono a voltine di ceramica, rivestite in cemento spruzzato meccanicamente.
Il centro presenta tre complessi distinti di 53 alloggi. E’ dominato da una serie di edifici più alti (“grattacieli”); i complessi abitativi che fiancheggiano la strada sono basati sul sistema “Dom-ino” ( molteplici combinazioni di pieni e vuoti sulla stessa struttura). Infine vi è un terzo complesso di abitazioni più basse.

-VIAGGI
La mappa assolutamente personale dell’Europa che Jeannarret disegna di suo pugno identifica tre tipi di luoghi: i centri della cultura, quelli dell’industria e quelli del folclore.
Il primo viaggio lo porta in Toscana. In seguito si reca a Vienna e a Parigi dove conosce gli esperimenti dei fratelli Perret che “mettono del cemento e del ferro in casse di legno”.
Lavora presso il berlinese Behrens dove scopre il rigoroso classicismo di Tessenow.
Il suo viaggio continua a Praga, poi in Serbia e in Bulgaria: due sono gli apogei toccati, Atene e Costantinopoli.
Dopo la Grecia, scopre Pompei, poi Roma.
La conoscenza del paesaggio urbano, acquisita sul posto, l’insieme dei monumenti, cosi come le costruzioni popolari, nutriranno i suoi pregetti e lo porteranno all’elaborazione di un thesaurus di elementi urbani, architettonici e plastici che l’architetto saprà utilizzare senza alcun feticismo.

 

-5 PUNTI PER UNA NUOVA ARCHITETTURA 1927
1. I Pilotis in c.a. che permette di costruire un casa nell’aria, lontano dal terreno
2. Tetto a giardino in c.a. non più spiovente ma incavato in modo da raccogliere acqua dall’interno
3. Pianta Libera, piani liberi in c.a., non più uno sull’altro
4. Fenetre en Lounger da un bordo all’altro della facciata grazie al c.a.
5. Facciata libera, pilastri arretrari verso l’interno della facciata

 

-IL CENTROSOYUZ 1928-36
Sede delle cooperative sovietiche.
Il progetto è all’ insegna della circolazione, originata da rampe elicoidali che portano i 2500 impiegati fino al sesto piano.
Distingue “due tempi”: “il primo, un afflusso disordinato al P.T. è un lago, il secondo, immobile, al riparo da ogni rumore, gli uffici, sono i fiumi a condurvici, l’architettura è circolazione”.
Tre corpi, quello centrale, più basso è munito di un pannello di vetro su ambo i lati; gli alti due corpi hanno un pannello di vetro da un lato e un muro di vetro e pietra per svincolare i corridoi. Il tutto sostenuto da PILOTIS.

- CASA DOM-INO 1914
Come reazione alla distruzione delle regioni francesi occupate.
DOMus e INNOvazione.
Processo costruttivo che associa pilastri e lastre di cemento, con possibilità di assemblare parti standard montabili a L o a U come le tessere di un domino, dando così spazio a molteplici possibilità di concepire le facciate e la configurazione delle piante.

-VILLA STEIN 1926 (v. villa Malcontenta di Palladio)
La più sorprendente e costosa villa parigina da lui costruita.
La facciata anteriore inscritta in un parallelepipedo è assolutamente piatta e ordinata da un tracciato fondato sulla sezione aurea, che definisce la proporzione e la posizione delle aperture.
La facciata su giardino rivela, grazie alle sue trasparenze, la complessità del gioco dei volumi interni con la passeggiata che collega le terrazze tra di loro e con il giardino.
La casa può essere paragonata a un quadro decompresso nello spazio.
P.T. con il garage. L’ ingresso principale si caratterizza per una tettoia a sbalzo, bilanciata simmetricamente dall’entrata di servizio, sovrastata da un balcone.
P.P. zona giorno e cucina, P.S. dedicata alle camere da letto.
L’ultimo piano è completamente occupato da grandi terrazze che danno sulla parte anteriore della casa e si collegano alle camere tramite una scala elicoidale.

-VILLA SOVOY 1928
Immagine del libero utilizzo dei “5punti” formulati nel 1927.
Il volume poggia sui pilotis: le automobili parcheggiano tra di essi. Sempre al P.T. si aprono due accessi, una scala che separa e una rampa che unisce l’erba al cielo.
All’interno del prisma a pianta quadrata l’abitazione si organizza secondo una disposizione a L che separa in modo netto la zona giorno da quella notte.
La sala per due terzi è rappresentata da un patio, diviso dall’interno vero e proprio da una grande vetrata completamente a scomparsa.

-UNITA’ D’ ABITAZIONE 1946-52
Per alloggiare gli sfollati dei quartieri distrutti.
Viene concepita come una “città-gardino verticale”.
Supportata da pilotis, è una struttura in cemento armato contenente 337 alloggi. Gli edifici sono serviti da “strade in aria” posizionate ogni tre piani. Una di queste è destinata agli spazi commerciali e ad u hotel.
Il tetto-giardino dell’unità ospita un asilo nido e una palestra.

 

-IL CABANON 1951
3,66*3.66*2.26 m, riprende il Modulor.
Le aperture sono ridotte al minimo, tre finestre e due fenditure verticali per l’aerazione.
L’interno si distribuisce, su un lato in un corridoio d’entrata e un servizio, sull’altro un volume unico su cui si trovano due letti singoli, un tavolino e un lavandino.

-CAPPELLA NOTRE DAME DU HAUT 1951
Il luogo diviene generatore del progetto, l’immagine di un guscio di granchio svuotato è rivelatore.
Il guscio di copertura è realizzato come un’ala d’aereo; i muri sono indipendenti e separati dalla copertura grazie a una sottile fessura.
Pavimenti e altari sono in pietra. La pianta della cappella, fortemente asimmetrica, è regolata dalla posizione degli altari.
Il frangiluce del muro a sud evoca le pareti della moschea di Sidi Brahim in algeria e le facce dei periscopi dei campanili richiamano le steli funerarie di Ischia.

-CONVENTO DELLA TOURETTE 1953-60
Convento domenicano situato alle porte di Lione.
Oppone gli elementi ripetitivi (celle dei monaci) agli spazi comuni.
I deambulatori occupano la parte centrale dello spazio, andando così a definire 4 differenti patii.
Un edificio a U raccoglie le celle dei monaci. Il lato a sud della U comprende il refettorio e la biblioteca aperti all’interno tramite muro “mondrian”.
Elemento autonomo è il parallelepipedo della chiesa. I sette altari sono illuminati da coni di luce che proiettano colori vivaci.
La sacrestia è illuminata da 7 mitragliatrici di luce trasversali dal ritmo più irregolare.
All’entrata una piramide più piccola è sovrastata da una piramide di cemento

Fonte: http://www.votamastro.altervista.org/wp-content/uploads/2008/05/le-corbusier2.doc

Sito web da visitare: http://www.votamastro.altervista.org

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