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Concetto di diritto e di norma giuridica

Quando più persone vivono insieme, cioè in una comunità è necessario che si diano delle regole do comportamento se vogliamo avere una vita pacifica e ordinata per raggiungere degli obbiettivi positivi. Tali regole di comportamento sono dette “norme giuridiche” ed hanno quattro caratteristiche principali che sono:
1. obbligatorietà
2. generalità
3. astrattezza
4. coercibilità
Per obbligatorietà si intende che i soggetti della comunità devono rispettare le norme giuridiche anche contro la loro volontà perché, in caso contrario, possono essere sottoposti a un punizione che è detta sanzione.
Per generalità si intende che la norma giuridica è sempre rivolta ad una categoria generale di persone e mai ad una sola persona individualmente considerata.
Per astrattezza si intende si intende che il legislatore quando crea una norma giuridica prende sempre in considerazione un ipotesi astratta che potrà verificarsi in un momento successivo e alla quale la norma giuridica stessa si applica.
Per coercibilità intendiamo che lo stato per fare rispettare la norma giuridica può legittimamente usare anche la forza fisica (carabinieri, polizia ecc.).
Se una norma manca anche di una sola delle predette caratteristiche non può considerarsi giuridica e quindi non fa parte del diritto. Per quanto abbiamo finora detto possiamo comprendere il preciso significato della parola di ritto che possiamo quindi affermare che il diritto non è altro che quell’insieme di norme giuridiche che regolano e disciplinano la vita di una comunità di persone.
Non fanno parte del diritto come abbiamo finanzi accennato le norme non giuridiche come le norme di buona educazione, le norme sociali, le norme religiose ecc.
Per esempio non può essere presa in considerazione la norma di buona educazione che prevede di rispondere al saluto di chi mi saluta.

La sanzione

Qualora i soggetti non rispettano le norme giuridiche sono sottoposti a una punizione che, in diritto, è detta “sanzione”. La sanzione ha lo scopo di scoraggiare le persone dal violare e non rispettare le norme giuridiche e da quindi un carattere afflittivo (che provoca sofferenza). Le sanzioni colpiscono, perciò, due dei beni più importanti della persona che sono la libertà personale e il patrimonio: avremo così sanzioni personali , come, ad esempio, la reclusione, l’arresto ecc. e sanzioni patrimoniali, come ad esempio la multa, il risarcimento del denaro ecc.

Le fonti del diritto

Sono fonti del diritto tutti quei fatti e quegli atti che sono in grado di produrre delle norme giuridiche. (Fatto: evento naturale che accade, un terremoto che avviene. Atto: quando accade qualcosa per l’attività dell’uomo, vendita della casa).
Esse sono poste su un piano giuridico che ne determina il grado di importanza nel nostro ordinamento giuridico, i livelli di gerarchia delle fonti sono fondamentalmente 4:
1. Primo livello: costituzione e leggi costituzionali;
2. Secondo livello: leggi ordinarie, decreti legge e decreti legislativi;
3. Terzo livello: regolamenti;
4. Quarto livello: le consuetudini (la consuetudine è il ripetersi costanti di un determinato comportamento nella condizione che esso corrisponda a una norma giuridica).
La gerarchia delle fonti consente di risolvere eventuali contrasti tra norme giuridiche che in diritto vengono definiti “antinomie normative”. Infatti, in caso di contrasto tra norme giuridiche appartenenti a diversi livelli di gerarchia dovrà essere seguita quella prodotta dalla fonte di livello superiore.
Qualora il contrasto si verifica tra due norme dello stesso livello dovrà essere rispettata quella più recente (che è entrata in vigore più di recente).

Le norme giuridiche e il tempo
Retroattività e irretroattività delle norme giuridiche

La norma di solito è irretroattiva in quanto si applica solo per il futuro cioè a quelle situazioni che si verificheranno solo dopo la sua entrata in vigore e che da essa sono disciplinate.
In casi eccezionali però la norma può essere applicata anche per il passato quando prevede dei benefici per i suoi destinatari. Ciò può verificarsi, ad esempio nel caso in cui vanga decisa una riduzione di pena per un reato o dei benefici economici per delle categorie di soggetti.
Il rapporto giuridico
Le relazioni umane possono essere fondate sull’amicizia, sull’affetto, sul sentimento ecc. Quello che distingue tali rapporti dal rapporto giuridico è che solo il rapporto giuridico è disciplinato da norme giuridiche e quindi da regole di comportamento che devono essere obbligatoriamente rispettate.
Nei rapporti giuridici esiste sempre un soggetto attivo che si trova in una posizione di supremazia e un soggetto passivo che si trova invece in una posizione di soggezione e di sottomissione nei confronti del soggetto attivo.

I rapporti giuridici possono essere assoluti e relativi.
Sono assoluti quando vi è un soggetto attivo determinato e un soggetto attivo indeterminato: tali rapporti assoluti danno luogo ai diritti reali (su cose), che sono quei diritti nei quali il potere del soggetto attivo si esercita nei confronti di una cosa e mai nei confronti di una persona.
Il più importante di tali diritti è il diritto di proprietà il quale come è noto si esercita solo nei confronti di cose e giammai nei confronti di una persona. (Proprietà di animali selvaggi o pesci pescati. Usucapione dopo molti anni che posseggo una proprietà, se nessuno la reclama diventa mia. C’è un proprietario di un blocco di marmo e uno scultore, lo scultore fa un’opera d’arte con il marmo senza chiedere. Se l’opera d’arte viene venduta ed è di grande valore, il prezzo del marmo viene dato al proprietario del blocco e il resto allo scultore).
I rapporti giuridici relativi danno luogo ai cosiddetti diritti personali o obbligazioni. Tali rapporti si instaurano sempre fra due soggetti determinati che sono il debitore e il creditore.
Possiamo ora capire la definizione di obbligazione.
L’obbligazione è un vincolo (legame) giuridico in virtù del quale un soggetto detto debitore è tenuto a un certo comportamento nei confronti di un altro soggetto detto creditore per soddisfare l’interessa di quest’ultimo (cioè del creditore). Tale comportamento che deve tenere il debitore viene detto “prestazione”.
La prestazione può consistere in un “dare”, in un “fare” o in un “non fare”. (Mi devono dare 5000€ prestazione, mi devono costruire (fare) la casa, devo non aprire un bar nel raggio di 100m (non fare).
La prestazione deve poi essere:
1. possibile
2. lecita
3. determinata o determinabile
-Possibile significa che la prestazione deve rientrare nelle possibilità umane (ad esempio non si può obbligare di toccare il cielo con un dito, perché ciò non rientra nelle possibilità umane).
-Lecita si intende che la prestazione non è mai contraria alle leggi, in particolar modo a quelle di ordine pubblico o di buon costume.
-Determinata significa che la prestazione deve essere esattamente quantificata nel suo ammontare perché non può essere indefinita.
Per determinabile si intende che la prestazione può anche essere non determinata nel momento in cui nasce ma contiene i parametri (elementi) per essere quantificata e determinata in un momento successivo (esempio: obbligo a comprare tutto il grano che verrà a maturazione nella prossima stagione nel campo di Lodi al prezzo di 1€ al Kg).
Le fonti dell’obbligazione
Sono fonti delle obbligazioni tutti quei fatti e quegli atti che sono in grado di far nascere delle obbligazioni. Tali fonti sono il contratto, il fatto illecito, la legge.
1. Il contratto: è un accordo tra due o più parti per far nascere, modificare o estinguere rapporti giuridici di natura patrimoniale che sono generalmente obbligazioni;
2. Il fatto illecito: è previsto come fonte dell’obbligazione dall’articolo 2043 del codice civile il quale stabilisce che chiunque provoca ad altri un danno ingiusto è tenuto al risarcimento del danno medesimo. Il comportamento che provoca il danno deve però essere posto in essere con dolo (con intenzione) o con colpa ( senza intenzione ma violando i principi generali di prudenza e di perizia (competenza)): come ad esempio l’obbligazione dei genitori al mantenimento dei figli.
Modi di estinzione delle obbligazioni
Sono modi di estinzione delle obbligazioni tutti quei fatti e quegli atti che determinano lo scioglimento del vincolo obbligatorio con o senza il soddisfacimento dell’interesse del creditore.
Nel primo caso parliamo di modi di estinzione a carattere satisfattorio, nel secondo caso a carattere non satisfactorio. Modo di estinzione per eccellenza dell’obbligazione a carattere satisfactorio è l’adempimento della prestazione e cioè l’esatto adempimento del comportamento previsto a carico del debitore.
Sono modi di estinzione delle obbligazioni a carattere satisfatorio:
1. la novazione si verifica quando il debitore e il creditore si accordano di sostituire una vecchia obbligazione con una nuova, ad esempio ci si può accordare di sostituire l’obbligazione di pagare una certa somma di denaro con quella di consegnare una casa determinata. Naturalmente deve essere stabilita in maniera equivoca che la vecchia obbligazione deve considerarsi estinta perché altrimenti si verifica l’effetto cumulativo e il debitore è obbligato a estinguere entrambe le obbligazioni.
2. la remissione del debito si verifica quando il creditore dichiara di voler rinunciare alla prestazione del debitore. In ogni caso il debitore può dichiarare di non volerne approfittare e di voler eseguire ugualmente la prestazione dovuta.
3. la confusione si verifica quando debitore e creditore sono la stessa persona come può verificarsi ad esempio quando il debitore è anche erede e viene ad aprirsi la successione a seguito della morte del creditore.
4. la prescrizione il legislatore guarda con sfavore quei soggetti che pur avendo dei diritti non li mettono mai in pratica e quindi non li esercitano. In tal caso decorso un certo periodo di tempo previsto dalla legge il diritto si estingue per prescrizione. Cioè premesso si estinguo per prescrizione anche il diritto di credito. Il termine ordinario di prescrizione è 10 anni. Accanto al termine ordinario vi sono anche dei termini brevi di prescrizione ad esempio si prescrive in 2 anni il diritto del danneggiato nel corso in un incidente stradale per chiedere il risarcimento danni.

Il potere giurisdizionale
Accanto al potere legislativo e al potere esecutivo rappresenta uno dei poteri fondamentali dello stato. Esso consiste nel potere di verificare nel caso concreto se è stata fatta una violazione di legge e applicare di conseguenza la relativa sanzione. Tale potere appartiene alla magistratura che lo esercita nell’ambito delle norme costituzionali.
I magistrati devono esercitare il potere giurisdizionale in modo imparziale senza favorire nessuna delle parti in causa.
Sotto tale profilo è da segnalare che il giudice può astenersi dal giudicare, ad esempio se il soggette che deve essere giudicato è un familiare.
I più importanti principi costituzionali che disciplinano l’attività giurisdizionale sono:
1. Il principio del doppio grado di giudizio costituisce una forma di garanzia per i cittadini perché da la possibilità di rimediare agli errori che un giudice può commettere nel momento in cui pronuncia la sentenza. Ciò vuol dire che se un soggetto ritiene che la sentenza emessa dal giudice sia ingiusta o sbagliata può sempre chiedere di rifare il processo davanti a un altro giudice. Il secondo giudice può sempre modificare la sentenza del giudice di primo grado se ritiene che i motivi di appello siano appropriati.
2. l’obbligo della motivazione è un principio che la costituzione ha stabilito a garanzia del cittadino e consiste nell’obbligo del giudice di indicare le ragioni di fatto d ei diritto alle basi delle quali è stata fondata la decisione. La mancanza di motivazione determina la nullità della sentenza.
3. il principio del giudice naturale un cittadino quando viene giudicato non può scegliere un giudice ma viene stabilito dalla legge

Vari tipi di processo
Nel nostro ordinamento giuridico vi sono vari tipi di processo, i più importanti sono: civile, penale e amministrativo.
1. il processo civile si svolge quando viene violata una norma contenuta nel codice civile. In particolare nel codice civile sono contenute tutte quelle norme che riguardano il nostro patrimonio e il diritto di famiglia. In altri termini il processo civile risolve controversie di natura varia e quindi in caso di accertamento di violazione possono essere applicate solo sanzioni di tipo patrimoniale, come ad esempio il risarcimento del danno.
2. Il processo penale si svolge quando vengono violate norme contenute nel codice penale.
In particolare nel codice penale sono contente tutte quelle norme che hanno lo scopo di salvaguardare l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini. Tali norme quindi vietano una serie di comportamenti che vengono definiti reati. Le sanzioni che vengono applicate per la violazione di norme penali sono generalmente di tipo personale (reclusione).
3. Il processo amministrativo si svolge quando sorgono controversie tra un provato e una pubblica amministrazione (ad es. la scuola) per annullare un provvedimento della stessa pubblica amministrazione perché si ritiene lesivo di un interesse. Il processo amministrativo si svolge davanti al T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale). Il T.A.R. ha sede in ogni capoluogo di regione.

La tutela dei soggetti deboli
Nell’ambito dei rapporti giuridici i soggetti possono avere ed essere titolari di diritti (es. diritto di proprietà, diritto di passaggio, diritto di credito ecc.).
Ogni soggetto, ogni persona, può essere titolare di un diritto fino dalla nascita e in alcuni casi solo per i diritti ereditieri ne può essere titolare anche il nascituro cioè quel soggetto concepito ma non ancora nato. Ad esempio un nonno può fare testamento e lasciare in eredità ad un nipote non ancora nato me già concepito una casa di sua proprietà. A tal fine si considera concepito il soggetto che nasce entro 300 giorni dal decesso del soggetto che ha fatto testamento.
Stabilito quindi che ogni persona fin dal momento della sua nascita può avere dei diritti si pone il problema di vedere se questi diritti possono essere messi in pratica, esercitati e a quali condizioni.
Condizioni necessarie a finché i diritti di cui si è titolari possano essere esercitati è costituito dal fatto che il soggetto debba avere una maturità psicofisica tale che eviti di mettere a rischio il suo patrimonio. La legge prevede che tale maturità psicofisica si acquisisce al compimento del 18° anno do età.
A tale età (18 anni) si acquisisce quella particolare capacità che in diritto viene definita “capacità di agire”.
• La capacità di agire, e cioè la capacità di esercitare i propri diritti si può perdere nel caso in cui una patologia mentale (malattia mentale) faccia perdere al soggetto la capacità di intendere e di volere.
o Per capacità di intendere ci riferiamo all’ipotesi in cui il soggetto comprende bene la situazione che sta vivendo in un determinato momento (ad esempio non ha la capacità di intendere un soggetto che mentre in realtà è a scuola a seguire le lezioni è convinto di essere in discoteca a ballare).
o Per capacità di volere si intende la capacità di comprendere le conseguenze delle azioni che si compiono (ad es. non ha la capacità di volere quel soggetto che trovandosi sul ciglio di un burrone pensa che lanciandosi nel vuoto potrà volare come un uccello).
Può accadere che un soggetto a causa di una malattia mentale possa perdere in tutto o in parte la capacità di intendere o di volere.
Qualora perda del tutto tale capacità il soggetto non può più compiere un atto giuridico ne di ordinaria ne di straordinaria amministrazione; ciò perché in caso contrario rischierebbe di arrecare grave pregiudizio al patrimonio suo e a quello della sua famiglia.
Il soggetto che per una malattia mentale viene a trovarsi in queste condizioni viene dichiarato interdetto con una sentenza emessa dal tribunale del suo luogo di residenza con la quale viene nominato un altro soggetto detto “tutore” che lo rappresenta e lo sostituisce per qualsiasi atto giuridico sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione. In ogni caso per ogni caso di straordinaria amministrazione il tutore deve chiedere autorizzazione al giudice tutelare perché quest’ultimo possa verificare che l’atto da compiere sia effettivamente nell’interesse dell’interdetto. La richiesta per l’interdizione può essere fatta da un familiare dell’incapace o dal pubblico ministero.
Qualora l’interdetto dovesse guarire dalla malattia mentale lo stesso tribunale revocherà (annullerà) l’interdizione sempre attraverso un’altra sentenza. Sia la sentenza di interdizione che quella di revoca vanno pubblicate nei registri dello stato civile del comune di residenza in modo che i terzi possano essere messi a conoscenza della situazione di incapacità del soggetto.

Fonte: http://www.billmurray.it/scuola/word/Concetto%20di%20diritto%20e%20di%20norma%20giuridica.doc

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