Jacopo da Varàgine

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Jacopo da Varàgine

Jacopo da Varàgine (ca 1228­1298). Domenicano, compose la Legenda sanctòrum (Leggenda dei santi) o Legenda aurea (Leggenda d’oro) in una data che viene fatta oscillare tra il 1255 e il 1266. L’opera è un insieme di storie narranti, in maniera favolosa e ingenua, le vite dei santi. Ebbe molta risonanza fino a tutto il Seicento. Nelle Storie della croce, che viene ripresa da Piero della Francesca, si narra che in punto di morte Adamo ricorda che l’Arcangelo Michele gli aveva promesso un olio miracoloso e invia il figlio Seth a richiederlo. A questi viene dato, però, un ramoscello che avrebbe guarito il padre non appena avesse fruttificato. Al suo ritorno Seth trova il padre morto e pianta il ramoscello nella bocca di lui. Cresciuto e divenuto albero possente, viene fatto tagliare da re Salomone che lo fa gettare sopra il fiume Sìloe perché funga da ponticello. La regina di Saba giunta dinanzi a esso ha una premonizione: su quel legno sarebbe stato crocifisso il Redentore. Invece di calpestarlo si inginocchia per venerarlo e profetizza a Salomone che la morte del Cristo avrebbe causato la distruzione del regno di Israele. Il re comanda perciò che il legno venga sotterrato perché la profezia non si avveri. Il legno ricompare quando diviene necessario per costruire la croce. Anni dopo, prima della battaglia di Ponte Milvio, l’imperatore Costantino ha una visione: un angelo gli comunica che con il vessillo crociato avrebbe vinto l’usurpatore Massenzio. Dopo la vittoria Costantino invia sua madre Elena in Palestina alla ricerca della croce. Un ebreo di nome Giuda sa dove essa è stata nascosta, ma non vuole rivelarlo, viene fatto calare perciò in un pozzo dove è tenuto per diversi giorni senza acqua né cibo. Alla fine egli decide di parlare, ma dalla terra vengono riportate alla luce tre croci. Per conoscere quale sia quella del Cristo, la vera croce, tutte e tre sono accostate a un giovane morto che, venendo a contatto con quella del Redentore, risuscita miracolosamente. L’imperatrice madre, allora, riconduce solennemente il sacro legno a Gerusalemme. Tre secoli dopo, il re persiano Còsroe lo ruba, ma, sconfitto da Eràclio imperatore d’Oriente, viene decapitato. Eraclio riconduce la reliquia al Santo Sepolcro di Gerusalemme, tuttavia le porte della città si aprono per prodigio solo quando l’imperatore, dismessi gli abiti regali, si accosta loro in umiltà, come già aveva fatto un tempo Gesù. La scena dell’Annunciazione è un’aggiunta di Piero che intende in tal modo giustificare la storia della croce in funzione della venuta del Salvatore.

 

Fonte: http://online.scuola.zanichelli.it/itinerarionellarte/files/2009/09/glossario.pdf

Sito web da visitare: http://www.zanichelli.it/

Autore del testo: Cricco, Di Teodoro ITINERARIO NELL'ARTE © Copyright Zanichelli Editore SpA

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