Arte il Barocco

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Arte il Barocco

Il  Barocco
Il '600 è stato il secolo di Caravaggio e di Rembrandt ma soprattutto del Barocco. Con questo termine più che uno stile va inteso un modo di essere che va oltre la produzione artistica. Ed infatti il termine “barocco” ha preso un significato universale che denota qualcosa di fantasioso, di artificioso, di irregolare, di eccessivo. Il '600 è stato un secolo in cui le apparenze avevano un ruolo notevole. La stessa vita sociale era legata agli sfarzi e ai protocolli formali: gli abbigliamenti erano sempre complicati ed artificiosi, fatti di merletti, parrucche, acconciature elaborate; gli oggetti d’uso avevano sempre forme arzigogolate e strambe, con dorature, velluti, decorazioni eccessive; tutto era ostentazione e vanità, lusso e sfarzosità.
Questo atteggiamento basato sull’eccesso ebbe riscontro anche nella produzione artistica, soprattutto nell’architettura. Qui infatti la razionalità basata sulla geometria e sugli ordini architettonici, che aveva informato l’architettura del Rinascimento, fu totalmente negata da un’architettura tutta e solo di linee curve. Ed infatti i protagonisti principali del Barocco, che nacque a Roma intorno al 1630, furono tre architetti: Francesco Borromini, Gian Lorenzo Bernini e Pietro da Cortona. Il primo in verità fu solo architetto, mentre il Bernini fu anche e soprattutto scultore, Pietro da Cortona pittore.
Se l’architettura rinascimentale si era occupata soprattutto degli edifici in quanto oggetti in sé e solo raramente delle città (giusto qualche piazza quale il Campidoglio), il Barocco si occupò invece prevalentemente degli spazi urbani. Nelle città il Barocco dilagò come una pelle nuova che rivestiva gli spazi secondo le necessità del rinnovamento del gusto. Una pelle che creava decorazioni mosse e curve, mai geometriche, con effetti scenografici bellissimi.
Queste decorazioni, che potevano indifferentemente rivestire un edificio antico o uno nuovo creando una omogeneità di immagine che nulla rivelava dell’essenza delle strutture, in seguito furono avvertite come qualcosa di falso, di posticcio, che nasconde la verità delle cose. E in effetti proprio sul dualismo vero-falso si fonda molto della concezione artistica del Barocco.
Il Rinascimento era nato dalla polemica razionalista nei confronti della trascendentalità medievale, che riduceva tutto alla fede. Il Rinascimento quindi era alla ricerca di quel vero che era una caratteristica imprescindibile dal bello. E il suo naturalismo pittorico, fondato sulla razionalizzazione delle immagini sulla base della prospettiva ottica umana, cercava il suo primato proprio nella verità della visione rappresentata. Il Barocco invece aveva scisso l’apparenza dalla sostanza delle cose. E riusciva a rendere vere, o veritiere, anche immagini false: da qui uno dei grandi filoni dell’arte barocca, che possiamo definire dell’illusionismo.
È chiaro che, se si cerca il gioco delle apparenze, si crea l’ambiguità tra il vero e il falso, che tendono a confondersi tra loro con facilità. Ma perché il Barocco gioca con il falso? Perché il vero in quegli anni era divenuto di esclusivo dominio della scienza. Di quella scienza che, basandosi sul metodo sperimentale di Galileo Galilei e sui nuovi metodi matematici di Isaac Newton, aveva ridotto la ricerca del vero a fredda razionalità. L’aveva condotta in un territorio dove la fantasia e l’immaginazione non avevano cittadinanza.
Il Barocco in sostanza crea il concetto di immagine in senso già moderno, come apparenza delle cose. E l’apparenza in un secolo come il '600 non può che tendere all’enfatico, al retorico, all’artificioso, al bizzarro, al capriccioso. E per questo tende ad aprire un varco tra immagine e sostanza. Se dare a ciò un giudizio di falsità è del tutto legittimo, meno legittimo è giudicare il Barocco come irrazionale. Infatti la cultura figurativa barocca, così come l’architettura e l’artigianato del periodo, si è basata su una grandissima perizia tecnica. Una perizia spinta fino ai limiti del virtuosismo, che non poteva assolutamente essere irrazionale.
Il Barocco comunque è stato un movimento di gusto più che uno stile artistico, che si affermò in tutte le capitali europee. Ebbe molta fortuna in Spagna ed in Portogallo, diffondendosi nelle loro colonie e divenendo lo stile anche dell’America Latina. Ma il Barocco ebbe successo anche in Francia, in Germania, in Austria e nell’Est europeo.
In seguito, nel corso del XVIII secolo, il Barocco prese toni meno foschi e drammatici rispetto all’arte del secolo precedente. Divenne quello stile che con termine francese venne definito Rococò. Il gusto dell’irregolare e del fantasioso servì a dare immagine al gusto aristocratico e neoborghese della galanteria, della seduzione. Ma il '700 si apriva a nuove istanze sociali e culturali. Presto lo spirito di razionalità dell’Illuminismo avrebbe reagito contro il principio dell’irregolarità fantasiosa ed arbitraria tipico del Barocco e del Rococò. Nel contempo la nascita dell’archeologia moderna, insieme agli scavi che dall’inizio del secolo cominciarono ad essere effettuati a Ercolano e Pompei, permise di conoscere meglio quell’arte classica a cui, quasi come un mito, si era ispirata l’arte rinascimentale, e per estensione tutta l’arte italiana a partire dal '200 in poi. Fu una conoscenza che come un vento nuovo fece di colpo avvertire il Barocco come una peste del gusto. Una degenerazione della rinascita che, partendo da principi classici, era andata verso l’anarchia e l’arbitrio. Quasi come un ritorno all’ordine il nuovo gusto neoclassico chiuse definitivamente l’epoca barocca in nome di un pratica artistica che unisse razionalità illuministica e riscoperta filologica dell’antico.

 

Fonte: https://www.lsgalilei.org/attachments/article/176/I.%20Storia%20dell'Arte.doc

Sito web da visitare: https://www.lsgalilei.org/ e www.francescomorante.it

Autore del testo: F.Morante

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