Arte il Postimpressionismo

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Arte il Postimpressionismo

Il Postimpressionismo
Il Postimpressionismo è un termine convenzionale usato per individuare le molteplici esperienze figurative sorte dopo l’Impressionismo. Il denominatore comune  è proprio l’eredità dalla generazione precedente. Il Postimpressionismo non può essere giudicato uno stile, in quanto non è assolutamente accomunato da caratteri stilistici unici. Esso è un’etichetta per individuare un periodo cronologico, che va circa dal 1880 agli inizi del 1900.
La grande novità dell’Impressionismo è stata la rivendicazione di una specificità del linguaggio pittorico che ponesse la pittura su un piano totalmente diverso dalla produzione di altre immagini. Da ricordare che in questi anni la nascita della fotografia aveva messo a disposizione uno strumento di riproduzione della realtà totalmente naturalistico. La fotografia registra la visione ottica con una fedeltà e velocità a cui nessun pittore potrà mai giungere. La fotografia pertanto ha occupato di prepotenza uno dei campi specifici per cui era nata la pittura: quello di riprodurre la realtà.
Che l’arte avesse per mezzo espressivo la riproduzione della realtà visibile era un dato implicito e costante di tutta l’esperienza artistica occidentale. Solo nell’alto Medioevo, dal VII al IX secolo, si era assistito ad una fase artistica aniconica. Ma occorre ricordare che l’alto Medioevo fu il periodo di maggior decadenza della cultura occidentale in genere, vide l’affermazione della iconoclastia dei bizantini e dell’aniconismo delle culture arabe e di quelle cosiddette barbariche.
In sostanza tutta la cultura occidentale ha sempre inteso l’arte quale riproduzione del reale, avendo come obiettivo qualitativo finale il perfetto naturalismo. Questo atteggiamento culturale di fondo si rompe proprio nel corso del XIX secolo, quando le nuove scoperte scientifiche e tecnologiche portano alla nascita della fotografia e del cinema, perfezionando allo stesso tempo le tecniche della riproduzione a stampa. La civiltà occidentale diviene sempre più una civiltà delle immagini, ma paradossalmente la pittura in questo processo si trova a svolgere un ruolo sempre più marginale.
Competere con la fotografia sul piano del naturalismo sarebbe stato perdente e perfettamente inutile. Alla pittura bisognava trovare un’altra specificità che non fosse quella della riproduzione naturalistica. È quanto sul piano tecnico fanno i pittori dell’Impressionismo e sul piano dei contenuti faranno i pittori della fase successiva. Agli inizi del '900 l’arte, e in particolare la pittura, hanno completamente cambianto funzione: non riproducono, ma comunicano.
Ovviamente anche l’arte precedente comunicava. Tutto ciò che rientra nell’ambito della creatività umana è anche comunicazione. Solo che nell’arte precedente questa comunicazione avveniva sempre per il tramite della riproduzione del visibile. Ora, dal Postimpressionismo in poi, l’arte ha solo ed unicamente l’obiettivo della comunicazione, senza più porsi il problema della riproduzione. Ovvero l’arte serve a mettere in comunicazione due soggetti – l’artista e lo spettatore – utilizzando la forma che è essa stessa realtà senza riprodurre la realtà visibile.
Nel breve volgere di pochi decenni le premesse di questo nuovo atteggiamento porteranno a rivoluzioni totali nel campo dell’arte, dove la nascita dell’Astrattismo intorno al 1910 sancisce definitivamente la rottura tra arte e rappresentazione del reale.
Nella fase del Postimpressionismo l’attività di alcuni pittori crea le premesse di uno degli stili fondamentali del '900: l’Espressionismo. Il termine “espressionismo” nacque proprio in opposizione a quello di Impressionismo. I pittori impressionisti rappresentano le proprie sensazioni visive, le emozioni del proprio occhio. I pittori espressionisti vogliono esprimere molto di più. Tutte le proprie emozioni, interiori e psicologiche, non solo quelle ottiche e sensoriali.
Quello che storicamente viene definito Espressionismo, nasce intorno al 1905, contemporaneamente in Francia ed in Germania con due gruppi: i Fauves e Die Brucke. Le loro novità artistiche e stilistiche vengono preparate dal 1880 in poi da tre pittori postimpressionisti: Van Gogh, Gauguin e Munch. Con loro la pittura comincia a riprodurre realtà non visibili dall’occhio ma riproduce il riflesso interiore della realtà esterna.
Le motivazioni all’origine delle loro opere sono molto diverse, così come sono diversi i risultati ai quali giungono. Tuttavia sia Van Gogh, sia Gauguin, sia Munch esprimono una forte carica di drammaticità, che li pone su un piano opposto rispetto all’Impressionismo. L’Impressionismo è stato connotato da una gioiosità di fondo. Al contrario l’Espressionismo e tutto ciò che è venuto prima e dopo, a cominciare da Van Gogh, esprimono sentimenti e sensazioni più intense e dolorose, che toccano alcuni dei centri nervosi più profondi della natura umana.
Su un versante opposto si svolge negli stessi anni l’attività pittorica di altri pittori definiti postimpressionisti. Tra essi troviamo Cezanne, Seurat, Toulouse-Lautrec, che superano l’Impressionismo soprattutto sul piano della tecnica di rappresentazione.
Tra queste personalità la più complessa risulta quella di Cezanne, la cui pittura rimane una delle più difficili da decodificare. Egli aveva partecipato a tutta la vicenda artistica della seconda metà dell’'800. Aveva esposto nella prima mostra di pittori impressionisti nello studio di Nadar, proponendo quadri che già mostravano una certa originalità rispetto a quelli degli altri artisti del gruppo. La sua differenza appare più evidente dopo il 1880, divenendo egli uno dei protagonisti del superamento della pittura impressionista.
L’Impressionismo si era caratterizzato per due punti fondamentali: le inquadrature di tipo fotografico e la forma evanescente della rappresentazione. Tutto era risolto con il colore per cercare la sensazione di un solo istante. Anche Cezanne risolveva la sua pittura solo con il colore. Ma egli cercava di ottenere una immagine più ferma ed equilibrata. Egli tendeva a cogliere l’equilibrio delle forme per esprimere una sensazione di serenità senza tempo. La sua pittura fu importante soprattutto per le influenze che produsse su un pittore come Picasso, dando vita ad un altro grande movimento avanguardistico del '900: il Cubismo.
La ricerca dell’Impressionismo si era basata su un principio tecnico che era già alla base della pittura di Manet: quello di usare solo colori puri, evitandone la sovrapposizione. In tal modo i quadri acquistavano una maggiore luminosità. Questo procedimento fu portato alle estreme conseguenze da George Seurat, che fu il fondatore di uno stile definito Pointillisme. La sua pittura infatti si componeva di tanti minuscoli punti di colori primari, accostati sulla tela a formare una specie di mosaico. Questo stile, che più correttamente va definito Divisionismo, si basava su un principio ottico fondamentale: il melange optique, ossia la mescolanza ottica. L’occhio umano ad una certa distanza non riesce più a distinguere due punti accostati tra loro, ma vede una sola macchia. Se i due puntini sono blu e giallo, l’occhio vede invece una macchia verde. Se i puntini blu e giallo sono puri, l’occhio vede un verde molto brillante, più brillante di quanto possa fare un pittore mescolando dei pigmenti per ottenere sulla sua tavolozza un verde da utilizzare sulla tela. La pittura divisionista produsse una influenza notevolissima su tutti i pittori della generazione successiva, molti dei quali saranno protagonisti delle Avanguardie storiche del '900.
Toulouse-Lautrec rappresenta un caso particolare nella vicenda della pittura di fine secolo. Potrebbe essere considerato l’ultimo degli Impressionisti ma anche un precursore dell’Espressionismo per il suo tratto molto inciso e nervoso, che lo accomuna alla pittura espressionista. Tuttavia anche per la sua produzione di manifesti egli fornì molti stimoli al sorgere di quello stile decorativo, definito Liberty, che contraddistinse la produzione di arte applicata tra fine '800 e inizi '900.

 

Fonte: https://www.lsgalilei.org/attachments/article/176/I.%20Storia%20dell'Arte.doc

Sito web da visitare: https://www.lsgalilei.org/ e www.francescomorante.it

Autore del testo: F.Morante

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