Termini giapponesi

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Termini giapponesi

Glossario termini giapponesi

abuna-e: 
stampe galanti, raffiguranti soggetti col corpo parzialmente nudo, in genere la pagina iniziale di una serie di dodici shunga 
aiaigasa: 
due figure ritratte mentre passeggiano una accanto all’altra sotto lo stesso ombrello
aiban: 
uno dei formati classici di stampa, che corrisponde approssimativamente a 32 x 22 cm
aisuki: 
scalpello, strumento di lavoro degli incisori (kashira-bori)
aragoto: 
“maniere forti”, stile di recitazione del teatro kabuki caratterizzato da drammaticità e vigoria 
ashigaru: 
samurai del livello più basso
bakufu: 
“governo di tenda”, sistema di governo feudale identificabile con il predominio degli shogun, dittatori militari che esercitavano il potere per delega e in nome dell’imperatore
baku-han: 
sistema di governo feudale adottato dagli shogun
Bakumatsu: 
periodo storico che indica l’ultima fase del dominio della dinastia Tokugawa, terminato nel 1868 
baren: 
sorta di tampone piatto e rotondo, costruito con foglie di bambù alternate a fogli di carta incollati intorno a un corpo centrale costituito da una corda avvolta a spirale su se stessa, rivestito di tessuto di cotone e di una grande foglia di bambù; questo utensile svolge la stessa funzione del torchio o della pressa utilizzati in occidente, quella cioè di tenere pressata la carta contro la matrice in legno
beni: 
tipico colore rosa delicato ricavato da un fiore che ha lo stesso nome; le stampe in cui è stato incluso, a mano, il colore beni, secondo una tecnica stilistica in uso tra il 1715 e il 1745, prendono il nome di beni-e; sono invece chiamate beni girai-e le stampe di questo periodo senza beni
benizuri-e: 
particolari stampe in cui il colore beni si accompagna a un verde oliva e ad altri colori, prima dell’adozione della stampa policroma
bijin: 
“bella donna”, “bellezza”; la parola finisce per identificare un genere di stampe di soggetto femminile, che prende il nome di bijin-e o anche di bijin-ga 
binsashi: 
stecche d’osso di balena, di bambù o di legno usate dalle donne come una sorta di fermaglio per raccogliere e sostenere i capelli 
bokashi: 
gradazione di colore, frutto di una tecnica particolare che caratterizza stampe di alta qualità
bu: 
addestramento alla conoscenza e alla pratica delle tecniche militari
bun: 
cultura letteraria
bunraku: 
tipico teatro dei burattini, derivato, come il kabuki, dal genere joruri
bushido: 
il codice di condotta tradizionale, non scritto, dei samurai
byobu: 
paravento a più ante pieghevoli decorate, elemento tipico dell’arredamento tradizionale
chigyochi: 
concessione di feudi a titolo di ricompensa o retribuzione
cho: 
quartiere 
choko: 
intagliatore, incisore 
chonin: 
“abitante del borgo”, e, per estensione, qualsiasi appartenente alla classe media di artigiani e commercianti sviluppatasi nella città di Edo, che contribuì ad affermare e a diffondere nuovi valori estetici, tipici della cultura del ceto medio, detta chonin bunka, di cui l’ukiyo-e costituisce un aspetto fondamentale 
chuban: 
uno dei formati classici di stampa, che corrisponde approssimativamente a 25 x 17 cm
chubon: 
il formato più comune di libro, corrispondente approssimativamente a 18 x 12 cm
chu-tanzaku: 
uno dei formati classici di stampa, equivalente alla metà di un o-ban, cioè a 37 x 13 cm
dai-ban:
nome della matrice in legno completa di registri (kento) chiamata anche hotsuban
dai-o-ban: 
formato di stampa, che corrisponde approssimativamente a 45 x 33,5 cm 
daimyo: 
“grande nome”, denominazione generica dei signori feudali, al vertice della gerarchia aristocratica militare 
degatari-zu: 
genere di stampe ukiyo-e nelle quali, accanto agli attori del kabuki, sono raffigurati i musicisti, che sulla scena non erano visibili agli spettatori
dobori: 
apprendisti incisori, che collaboravano alla preparazione delle matrici
e: 
“immagine”, termine usato in alternativa a ga
ebankiri: 
formato di stampa corrispondente approssimativamente a 51,5 x 19 cm
e-goyomi: 
stampa-calendario, così chiamata perché l’immagine richiama in qualche modo un mese del calendario 
ehon: 
“libro illustrato”, contenente immagini a stampa, o pagina di libro con testo in alto e illustrazione in basso
eisha: 
pittore di stampe ukiyo-e
e-maki, e-makimono: 
rotolo orizzontale dipinto, realizzato a partire dalla fine del XVI secolo 
eta: 
appartenenti alla classe sociale più umile
e-zoshi mise: 
negozio di stampe e libri illustrati
fudai: 
daimyo che avevano ricevuto personalmente l’investitura dallo shogun Ieyasu, fedelissimi quindi allo shogunato
fumi-e: 
immagine sacra
furisode: 
veste femminile con maniche particolarmente lunghe
furoshiki: 
quadrato di stoffa che, oggi come in passato, è usato per avvolgere e trasportare ogni genere di cose
fusuma: 
tramezzo o porta scorrevole tipici delle case giapponesi tradizionali
futon: 
materasso posato direttamente sul pavimento
ga: 
“immagine”, termine usato in alternativa a e 
gako: 
pittore di stampe ukiyo-e
gashu: 
raccolta di stampe
geisha: 
donna esperta nelle arti del canto, della danza, della conversazione, dell’intrattenimento degli ospiti e della preparazione del tè secondo le regole tradizionali codificate nel XVI secolo
Genji mon: 
simbolo grafico che fa riferimento alla Storia di Genji (Genji Monogatari) e alle illustrazioni che vi si ispirano
gesakusha: 
narratore
gifu: 
suonatrice professionista di shamisen
giga: 
stampe di contenuto chiaramente satirico
giri: 
il dovere
go: 
pseudonimo, una pratica a cui ricorrono numerosi artisti, che firmano con uno o più pseudonimi, spesso cambiandoli nel corso degli anni, le loro opere 
gofun: 
pigmento bianco opaco, a volte utilizzato per rendere l’effetto, anche tridimensionale, della neve
gokenin: 
samurai che non ha il privilegio di essere ammesso alla presenza dello shogun 
gonin-gumi: 
struttura sociale costituita da un gruppo di cinque famiglie tenute a prestarsi vicendevolmente aiuto e a controllarsi perché globalmente responsabili della buona condotta di ciascun componente
gwako: 
pittore di stampe ukiyo-e
han: 
feudo, territorio appartenente a un daimyo, signore feudale
han: 
editore, chi commissiona e commercializza le stampe 
hana: 
fiore o fiori 
hanga: 
termine generico usato per “stampa” realizzata con matrici in legno 
hanko: 
scuole per samurai
hanmoto: 
editore, in particolare di stampe
hanshi-bon: 
formato di stampa relativamente comune per libri, corrispondente approssimativamente a 23 x 16 cm
hanshita-e: 
pittore di stampe ukiyo-e
hashira-e: 
formato di stampa detto “pilastro”, che corrisponde approssimativamente a 13 cm di base e 75 cm di altezza, utilizzato perlopiù per la decorazione dei sostegni che reggono la casa tradizionale giapponese, spesso prodotto in coppie di esemplari
hatamoto: 
“portatori di bandiera”, dignitari feudali col privilegio di essere ammessi alla presenza dello shogun 
Heisei: 
nome del periodo contemporaneo, a partire dal 1989, in cui regna l’imperatore Akihito
henji: 
fumetti erotici di produzione contemporanea 
higa: 
“immagine segreta”, sinonimo di shunga
hikifune: 
“trascina barca”, cortigiana di basso rango, che in genere accompagna e sorveglia una oiran nei suoi spostamenti
hikitsuki: 
uno dei rilievi (kento) di registro, di forma lineare, a sinistra della matrice in legno
hinin: 
“non uomini”, gli appartenenti alla classe sociale più bassa, dedita a mansioni ritenute impure, come la macellazione
hokkyo: 
titolo onorifico assegnato come riconoscimento per meriti artistici
honbyakusho: 
contadino possidente
horoku: 
retribuzione elargita ai samurai
hoso-ban: 
formato stretto che corrisponde approssimativamente a 33 x 15 cm, spesso parte di un trittico
hotsuban: 
nome della matrice in legno, completa dei due segni di registro (kento), nota anche come dai-ban 
icho: 
nome comune dell’albero Gingko biloba
jinsei: 
governo benevolo, che si preoccupava del benessere dei sudditi, uno degli obiettivi dichiarati degli shogun Tokugawa
jisei: 
poesia di commiato
Jisha Bugyo: 
sovrintendente ai templi buddhisti e shintoisti e ai loro ordini religiosi 
jizuri: 
stampato personalmente dall’artista o sotto la sua diretta supervisione, in alcuni casi certificata da un apposito timbro
joge/sonpi: 
rapporto gerarchico che regolava ogni aspetto della vita nel periodo Tokugawa
joruri: 
ballata, generalmente riferita a un episodio tragico, da cui ebbero origine i generi bunraku e kabuki
kabuki: 
genere teatrale sviluppatosi nell’ambito della cultura urbana (chonin bunka) del ceto medio di Edo, spesso ispiratore di immagini a stampa che ritraggono i più importanti attori che si esibiscono nei teatri della città 
kacho: 
genere di pittura che privilegia fiori e uccelli; le stampe con questi soggetti sono chiamate kacho-e o anche kacho-ga 
kae: 
mon, stemma personale in uso per gli attori del kabuki
kaido: 
n. comune dell’albero Pirus spectacilis
kaji: 
uno dei rilievi (kento) di registro, a forma di squadra, all’angolo di destra della matrice in legno
kakemono: 
dipinto su rotolo verticale
kakemono-e: 
denominazione di stampe realizzate unendo due fogli o-ban, così da ottenere un formato naga o-ban
kamban: 
programma a stampa degli spettacoli del kabuki
kampaku: 
altissimo dignitario al servizio dell’imperatore
kamuro: 
adolescente in età prepuberale destinata all’apprendistato che la preparerà a diventare, dopo i tredici anni, prima shinzo e poi oiran, una cortigiana di rango
Kano: 
scuola artistica fiorita tra gli artisti professionisti a partire dal XV secolo e nel periodo Tokugawa, che riprende alcuni caratteri della pittura cinese
Kansai: 
nome del territorio occidentale dell’isola di Honshu, dove sorgono, tra le altre, le città di Kobe, Osaka, Nara e Kyoto
Kanto: 
nome del territorio orientale dell’isola di Honshu dove sorgono, tra le altre, le città di Tokyo e Yokohama
kara-e: 
nome generico di un dipinto che si richiama alla pittura cinese
kashihonya: 
librerie ambulanti a prestito
kashira-bori: 
incisore esperto, con un lungo tirocinio di esperienza 
kata: 
modelli plastici 
katana: 
spada giapponese dei samurai
keisei-mono: 
“libri sulle prostitute”, con racconti ispirati alla vita delle donne delle case di piacere
kento: 
nome dei due rilievi (kaji e hikitsuki), sul margine inferiore esterno della matrice in legno, che servivano come riferimento per “mettere a registro”, cioè per sovrapporre esattamente le varie matrici utilizzate in sequenza
kesei: 
cortigiana
kimekomi: 
tecnica di stampa a secco, per ottenere effetti a rilievo
kimono: 
veste in seta di foggia tradizionale, tuttora in uso come parte integrante del costume giapponese
kirazuri: 
goffratura, impressione a secco 
kirisute gomen: 
diritto dei samurai di portare due spade e di provarne il filo su coloro che gli mancavano di rispetto 
kiwame: 
censore
ko: 
artigiani
koban: 
formato ridotto di stampa che corrisponde a mezzo aiban (22 x 16 cm) o a mezzo chuban (17 x 12,5 cm) o a un quarto di o-ban (19 x 13 cm) oppure approssimativamente alle misure 16,5 x 11,5
kohon-zuri: 
stampa realizzata su seta
koku: 
unità di misura del riso (un koku equivale a 185.000 litri), presa come base per calcolare redditi e ricchezze nel periodo dei Tokugawa
koku-yaku: 
“servizi al paese”, esazione di tributi da parte del governo dello shogun
komuso: 
setta di monaci zen itineranti
koshoku-mono: 
romanzi amorosi 
kosode: 
veste femminile con le maniche relativamente corte, a differenza della veste furisode, dalla quale è derivato l’attuale kimono 
kozo: 
carta fabbricata con fibra di gelso utilizzata tradizionalmente per le stampe del periodo Tokugawa
kuchi-e: 
stampe utilizzate come illustrazioni per romanzi o opere letterarie, caratterizzate in genere dal segno della piega, che hanno prevalentemente come soggetto una figura femminile o bijin
kusazuri-e: 
stampe in cui è presente il colore verde erba
kyogo-zuri: 
nome delle prime prove a stampa in nero, complete dei segni di registro
kyoka: 
“versi folli”, poesie umoristiche di 31 sillabe, parodia del poesia classica waka
machi: 
città
maiko: 
denominazione di un’apprendista geisha e, più in generale, di giovani donne dotate per la danza 
maki-e: 
pittura realizzata con polvere d’oro spruzzata
makura: 
“guanciale”, allusivo all’ambiente intimo dell’alcova
makura-bon:
“libri da guanciale”, di contenuto erotico
makura-e: 
“immagini sotto il cuscino”, altro nome per indicare le shunga
makurazoshi: 
“libelli da guanciale”, di contenuto scopertamente osceno
manga: 
“immagini comiche”, caricature, termine usato poi in epoca contemporanea per indicare fumetti o cartoni animati televisivi
maru-nomi: 
sgorbia, strumento di lavoro degli incisori (kashira-bori)
Meiji: 
periodo storico che va dal 1868 al 1912, caratterizzato dall’apertura all’influenza occidentale e alla modernizzazione 
mekake: 
concubina 
metsuke: 
spia 
mibun: 
divisione di classe e di rango
mitate: 
travestimento o allusione, genere che imita, facendone una parodia, i temi della letteratura classica
mizu-e: 
stampe ad acqua, in cui i colori risultano stampati senza contorni
mizunomi hyakusho: 
contadino “che può bere solo acqua”, bracciante senza terra propria
mon: 
stemma, emblema di una famiglia o di un casato, visibile sul kimono tradizionale e sugli abiti di attori e altri personaggi illustri
musha-e: 
pittura raffigurante un samurai o comunque un uomo in armi
naga o-ban: 
formato ottenuto accostando due fogli o-ban (che misurano approssimativamente 37 x 26 cm) allo scopo di ottenere una stampa più grande e lunga 
Nanga: 
scuola artistica fiorita a partire dal XVIII secolo nell’ambiente letterario giapponese, in alternativa alla scuola Kano, che riprende alcuni caratteri della pittura della Cina meridionale 
nihonga: 
stile artistico della pittura giapponese nel XX secolo
nihon machi: 
insediamento giapponese all’estero con funzione di enclave commerciale, alla fine del XVI secolo
ninjo: 
le passioni
ningyo joruri: 
teatro dei burattini
nishiki-e: 
“stampa broccato”, stampe policrome, realizzate con una tecnica diffusasi a partire dal 1764
no: 
genere teatrale classico, prediletto dall’aristocrazia, caratterizzato dall’uso di maschere, i cui attori, a differenza di quelli del kabuki, non sono soggetti abituali delle stampe
no: 
contadino 
o-ban: 
formato di stampa che misura approssimativamente 37 x 26 cm, in orizzontale (o-ban yoko-e) o in verticale (o-ban tate-e) 
obi: 
la classica cintura del kimono, che assume in letteratura significati simbolici, così obi-hiki, strappare via l’obi, diventa una metafora di violenza sessuale
o-bon: 
formato di stampa di libro piuttosto grande che misura circa 27 x 19 cm
ogosho: 
shogun “in ritiro”, cioè ritiratosi per lasciar posto a uno dei figli
oiran: 
cortigiana di alto rango, la più ricercata
oiran dochu: 
parata delle cortigiane in abito tradizionale
okubi-e: 
“immagini dell’onorevole collo”, ritratti che raffigurano in primo piano le fattezze del viso
omote: 
il dritto, la superficie di un oggetto 
onnagata: 
“aspetto femminile”, termine usato per gli attori del kabuki che interpretano ruoli femminili
osokuzu no e: 
rotoli di soggetto erotico, a carattere narrativo, prodotti in epoca medievale
otanzaku:
formato di stampa che misura approssimativamente 37 x 17 cm
otsu-e: 
dipinti, e in seguito stampe in nero con colori a mano, di soggetto popolaresco, in origine realizzati unicamente nel villaggio Otsu, sul lago Biwa, presso Kyoto.
renga: 
componimenti poetici in versi legati
ronin: 
“guerriero onda”, samurai privo di padroni e senza legami gerarchici
saishoku-zuri: 
stampatore
sake: 
bevanda tradizionale giapponese che si ottiene dal riso fermentato
sakoku: 
chiusura del Giappone ai contatti con ogni popolazione straniera, nel periodo Tokugawa 
sakura-yama: 
ciliegio di montagna, di cui si utilizzava il legno stagionato per le matrici di stampa 
samurai: 
guerrieri, membri dell’aristocrazia militare
san bu kutsui: 
trittico unito prima di essere tagliato
sanju: 
triplice sottomissione cui era tenuta la donna, ai genitori, al marito, al figlio maggiore
sanke:
termine che indica le tre casate di daimyo, signori feudali, discendenti in linea diretta dallo shogun Ieyasu Tokugawa
sankin kotai: 
doppia residenza, residenza alternata imposta ai daimyo tra la capitale shogunale Edo e i loro feudi
sanzoshi: 
“tre volumi”, classica produzione di volumi illustrati di piccole dimensioni di contenuto erotico
sashi-e: 
illustrazione
senko: 
stampatore
senryu: 
raccolte di versi popolari di satira e di costume 
sha: 
suffisso usato per indicare “dipinto da”, “opera di”
shakkyo: 
danza del leone, un momento caratteristico di alcune rappresentazioni del teatro kabuki
shamisen: 
strumento a corda tradizionale, simile a un piccolo mandolino
share-bon: 
“libri mondani sollazzevoli”, altra denominazione dei libri erotici illustrati
shi: 
sinonimo di samurai 
shibai-e: 
pitture raffiguranti attori in palcoscenico
shijo: 
stile pittorico nato come reazione all’ukiyo-e e alla sua involuzione manierista verso la fine del XVIII secolo
shijuhatte: 
“quarantotto mosse”, concettualmente ispirate alle mosse classiche del sumo, che rappresentano le posizioni della seduzione e del godimento
shikishi: 
formato quadrato, che misura approssimativamente 23 x 23 cm, usato in origine come spazio ideale per scrivervi poesie 
shin hanga: 
“nuova stampa”, termine coniato dall’editore Watanabe Shozaburo agli inizi del XX secolo per indicare la rinascita delle tecniche di stampa con i metodi tradizionali, tipica di questo periodo
shinju: 
“suicidio di due amanti”, termine che indica vari comportamenti considerati segno e prova di amore, fino al più estremo, che è il suicidio di coppia, celebrato nei drammi shinju-mono
shinpan: denominazione dei daimyo delle venti famiglie imparentate con i Tokugawa e quindi fedeli allo shogun
shinzo: 
giovane assistente cortigiana, prima che diventi oiran
sho: 
mercanti
shogun: 
generalissimo, massima carica militare che esercita tutti i poteri di governo (shogunato) malgrado la continuità della presenza dell’imperatore 
sho-tanzaku: 
formato equivalente a mezzo chuban, circa 25 x 8,5 cm
Showa: 
periodo storico tra il 1926 e il 1989, durante il regno dell’imperatore Showa (Hirohito)
shuko: 
invenzione artistica, innovazione creativa
shunga: 
“disegni della primavera”, dipinti e stampe a soggetto erotico
shunpon: 
libri illustrati di argomento erotico o licenzioso
sosaku hanga: 
“stampe creative”, termine coniato agli inizi del XX secolo in alternativa a shin hanga per indicare una tipologia di stampe realizzate con tecniche moderne, mutuate dall’Occidente
sui-sama: 
“esperto della quintessenza”, termine per definire chi segue il principio di gustare appieno le emozioni del rapporto sessuale
sumi: 
inchiostro nero di provenienza cinese, usato sia in stampe policrome sia in stampe monocrome dette appunto sumi-e oppure sumizuri-e
sumo: 
classica forma di lotta, che rappresenta ancora uno degli sport più popolari in Giappone 
surimono: 
biglietto augurale a stampa, in cui spesso l’immagine si fonde con poesie o testi letterari, spesso nel classico formato quadrato detto shikishi
Taisho: 
periodo storico che collega le epoche Meiji e Showa, dal 1912 al 1926
tan-e: 
incisioni in nero con inchiostro arancio aggiunto a mano
tanka: 
classica forma poetica giapponese di trentuno sillabe, detta anche waka
tan-roku: 
stampa in cui il colore arancio è unito ad altri colori
tanzaku: 
formato equivalente al hosoban, approssimativamente 33 x 15 cm
tate-e: 
“stampa verticale”, con la base più corta dell’altezza
tayu: 
la cortigiana di rango più elevato 
tengai: 
tipico copricapo di bambù usato dai monaci komuso 
tenno: 
imperatore, nome con cui si designava la figura semidivina del sovrano
terakoya: 
scuole funzionanti accanto ai templi per l’istruzione della popolazione
terauke seido:
sistema di registrazione esistente presso i templi buddhisti, in cui venivano iscritti i nomi degli abitanti del luogo, con funzioni simili a quella dell’anagrafe
to: 
il coltello, strumento di lavoro degli incisori (kashira-bori) 
toba-e: 
pitture caricaturali, genere creato dal monaco Toba Sj
tobira-e: 
il frontespizio illustrato di un libro
tokodai: 
il palcoscenico rialzato su cui erano collocati i musici del teatro kabuki
torii: 
grande portale d’accesso dei templi shintoisti 
tozama: 
daimyo signori feudali, che si erano sottomessi ai Tokugawa dopo la loro vittoria a Sekigahara 
tsuba: 
l’elsa della tipica spada giapponese, detta katana
tsukebun: 
album costituiti da introduzione, figure e testo o il testo inserito in questi album
tsunokakushi: 
copricapo femminile a fasce rigide indossato di norma dalle donne sposate
uchikake: 
ampio kimono
uchiwa-e: 
stampe su ventaglio, o anche stampe in cui le immagini sono inserite in una linea di contorno a forma di ventaglio
uki-e: 
dipinto prospettico
ukiyo-e: 
“immagini del mondo fluttuante”, stampe che vogliono esprimere il concetto di transitorietà della vita, il “mondo fluttuante” delle classi medie di artigiani e mercanti abitanti a Edo nel periodo tra 1600 e 1868 
ura: 
il rovescio, in rapporto a omote, il dritto, la superficie di un oggetto
urushi-e: 
tecnica di pittura con laccatura, per ottenere le cosiddette “stampe a lacca”
wajirushi: 
denominazione gergale dei libri storici illustrati
waka: 
“poesia” secondo i canoni della letteratura classica
wakashu: 
fanciullo
wake-shiri: 
“che conosce il senso”, termine per definire chi segue il principio di gustare appieno le emozioni del rapporto sessuale
waraibon: 
“libri per ridere”, altra denominazione dei libri erotici illustrati
warai-e: 
“immagini per ridere”, altra denominazione dei libri erotici illustrati
washi:
termine generico utilizzato per la carta giapponese fatta a mano 
yakusha-e: 
pittura raffigurante un attore 
yaro: 
giovane travestito dedito alla prostituzione
yashiki: 
residenza di un daimyo, signore feudale
yatsugiri-ban: 
formato che misura approssimativamente 12,7 x 9,5 cm
yoga: 
“pittura occidentale” stile fortemente influenzato dai canoni artistici importati dall’Occidente, ad esempio dall’uso della prospettiva
yoko-bon: 
formato tipico di un piccolo libro “ad album”, orizzontale, approssimativamente di 16 cm di base x 11 cm di altezza
yoko-e: 
“stampa orizzontale”, con la base più lunga dell’altezza
yomi-bon: 
libri con trame d’azione
Yoshiwara: 
quartiere a luci rosse di Tokyo
yujo: 
cortigiana 
yukaku: 
quartieri del piacere 
yukata: 
leggero kimono estivo di cotone sfoderato, spesso nei tradizionali colori bianco e blu
zen:
filosofia di origine buddhista che esalta la prassi etica e la contemplazione priva di pensieri per conseguire l’illuminazione, esperienza dell’identità dell’essere in tutte le cose

Fonte: http://www.icsaa.it/doc/glossariotermini.rtf

Sito web da visitare: http://www.icsaa.it

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