Effetti speciali

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Effetti speciali

1 INTRODUZIONE
Effetti speciali Nelle pellicole cinematografiche, qualsiasi parte di un film che non sia stata ottenuta dalla semplice ripresa cinematografica dal vivo.

2 EFFETTI MECCANICI
Gli effetti speciali possono essere divisi con una certa precisione in varie categorie. I più semplici sono gli effetti meccanici; questi includono qualsiasi cosa che venga fisicamente creata sul set di una scena filmata con la procedura normale, ad esempio esplosioni, mura che crollano, gli effetti dei proiettili, l'uso di modellini in miniatura e così via. Essendo tutti effetti che venivano già usati a teatro, il cinema poté appropriarsene sin dagli inizi.

3 EFFETTI OTTICI
La categoria successiva è quella degli effetti ottici, che includono qualsiasi tipo di distorsione del normale metodo cinematografico, sia attraverso manipolazioni all'interno della macchina da presa, sia attraverso speciali trattamenti della pellicola successivamente alla sua esposizione. Il più semplice di questi è la sovrimpressione, che significa avere nell'inquadratura due immagini distinte una sull'altra; se questo effetto viene ottenuto esponendo la pellicola due volte prima che essa venga sviluppata, si parla di "doppia esposizione", se invece è ottenuto stampando due negativi in successione su un singolo positivo di pellicola, allora è chiamata "doppia stampa". Altri basilari effetti ottici sono le dissolvenze (o fondù), le dissolvenze incrociate e le mascherine a ventaglio (diaframmi a iride). In un fondù di chiusura, l'immagine a poco a poco si dissolve nell'oscurità fino a che lo schermo non rimane completamente nero; in un fondù di apertura avviene il contrario. Le dissolvenze possono essere fatte in macchina durante le riprese, attraverso l'apertura o la chiusura del diaframma dell'obiettivo, oppure attraverso l'apertura o la chiusura della fessura dell'otturatore rotante posto davanti alla pellicola. Nelle dissolvenze incrociate, a un fondù di chiusura viene sovrapposto uno di apertura, ottenuto riavvolgendo la pellicola per la durata del primo fondù, e impressionandola nuovamente con la nuova inquadratura per la stessa lunghezza di tempo della prima esposizione; in questo modo, la seconda immagine sembra emergere dalla prima. Nei "passaggi a tendina", una linea attraversa l'inquadratura rimuovendo l'immagine esistente e rivelando dietro di essa, nell'area che ha appena attraversato, una nuova immagine. Vedi anche Fotografia.

4 EFFETTI DEL MONTAGGIO
La tecnica del far apparire o scomparire oggetti, oppure di sostituire un oggetto con un altro, risale agli albori del cinema e consiste nel fermare la macchina da presa e sostituire gli oggetti prima di ricominciare a girare, oppure nell'unire in maniera invisibile due diversi frammenti di pellicola; fu impiegata per la prima volta nel film The Execution of Mary, Queen of Scots (1895) della Edison Company, ma viene associata soprattutto all'uso che ne fece in seguito Georges Méliès.

5 MASCHERINI
Un'altra categoria di effetti sono i mascherini di vari tipi. Nei più semplici, un mascherino nero viene sistemato davanti alla lente oppure all'interno della macchina da presa per coprire parte della scena inquadrata. Un'altra scena viene poi filmata sull'area dell'inquadratura non esposta usando un "contromascherino" che copre esattamente l'area che era stata esposta con la prima ripresa. Anche questi effetti risalgono agli albori del cinema e sono stati sviluppati prima di tutti da G.A. Smith e Méliès, e poi da Edwin Porter.

1 Mascherini mobili
Combinazioni di mascherini fissi non sono d'alcuna utilità quando si vuole riprendere un attore in movimento davanti a uno sfondo anch'esso in movimento ripreso separatamente, e perciò a questo fine fu inventato il mascherino mobile. In questo tipo di effetto vengono prima ripresi gli attori mentre si muovono di fronte a un fondale neutro di un colore appropriato (nell'attuale cinema a colori è di solito blu), e poi le loro immagini vengono usate per generare delle silhouette nere in movimento che vanno a coprire quelle parti della scena, girata separatamente, che si vuol far credere si stia svolgendo alle loro spalle. Le due scene vengono poi sovrapposte in fase di stampa. Un modo più semplice per ottenere lo stesso effetto, usato di solito negli anni Trenta e Quaranta, era la proiezione di sfondi; in questo caso, la scena sullo sfondo doveva essere girata per prima, per poi venire proiettata da dietro su un grande schermo semitrasparente, con un proiettore speciale che operava in perfetta sincronia con quello che riprendeva gli attori che recitavano di fronte allo schermo. Un metodo alternativo, usato dal 1969 in poi, consiste nel proiettare la scena dello sfondo frontalmente sugli attori stessi e su uno schermo speciale (di Scotchlite) alle loro spalle, che riflette in una sola direzione. La parte della scena proiettata sugli attori non viene impressionata sulla pellicola, in quanto è molto meno luminosa delle parti della scena che li circondano e che vengono riflesse dallo schermo alle loro spalle.

6 GRAFICA AL COMPUTER
Gli sviluppi più importanti dell'ultimo decennio sono stati dovuti al controllo computerizzato di tutti i movimenti della cinepresa e all'uso sempre più frequente dell'animazione ottenuta attraverso la grafica computerizzata. L'uso nei lungometraggi di immagini generate dal computer è notevolmente aumentato durante gli ultimi dieci anni, di pari passo con l'aumento della potenza dei computer e l'abbassarsi dei loro prezzi. L'animazione computerizzata viene nella maggior parte dei casi prodotta costruendo in primo luogo dei modelli degli oggetti da animare; in seguito le posizioni dei loro contorni vengono indicate numericamente in tre dimensioni e dopo queste sono stabilite esattamente le linee lungo le quali gli oggetti devono muoversi. Un programma calcola poi tutte le posizioni del modello sulla superficie di ogni inquadratura del film; la superficie viene a questo punto riempita e colorata ("resa") come dovrebbe apparire sotto le appropriate condizioni di luce della scena, e il risultato viene visionato sullo schermo del computer. Infine un apposito laser viene usato per impressionare ogni fotogramma della pellicola negativa in base a istruzioni numeriche corrispondenti al colore dei singoli punti dell'immagine filmica finale che si vuole ottenere. La grafica computerizzata viene anche usata nelle riprese di effetti speciali per modificare immagini filmate in vari modi: ad esempio, per rimuovere tracce dei cavi usati per sospendere in aria i modelli. In questi casi, la pellicola già impressionata viene elaborata inquadratura per inquadratura in immagini sezionate numericamente da un computer, e un programma standard di pittura computerizzata viene poi usato per modificare l'immagine nei modi richiesti. Infine, l'immagine modificata viene trasferita di nuovo sulla pellicola con la stessa procedura usata per l'animazione computerizzata.

Fonte: http://www.bdp.it/intercultura/multicultura/documenti/effetti-speciali.doc

Sito web da visitare: http://www.bdp.it

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