Discipline architettoniche e arredamento domande e risposte

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Discipline architettoniche e arredamento domande e risposte

 

Quali sono le due operazioni di base di cui si avvale la geometria descrittiva?

    1. Proiezioni e sezioni
    2. Proiezioni e assonometrie
    3. Sezioni e assonometrie
    4. Proiezioni e ombre

Nelle proiezioni ortogonali il centro di proiezione è posto a distanza:

    1. infinita
    2. arbitraria
    3. in rapporto all’ingombro del solido
    4. doppia all’ingombro del solido

 

Nelle proiezioni ortogonali i raggi proiettanti sono:

    1. perpendicolari al quadro
    2. paralleli al quadro
    3. obliqui al quadro
    4. verticali al quadro

La traccia di un piano è:

    1. la sua intersezione con il quadro
    2. un segmento
    3. il suo profilo
    4. una linea tratto punto

 

L’operazione che consiste nel taglio dell’oggetto mediante un piano ideale è chiamata:

    1. sezione
    2. misurazione
    3. estensione
    4. riduzione

La pianta (proiezione sul piano orizzontale):

    1. è la vista dall’alto di un edificio sezionato con un piano orizzontale
    2. è la sezione di un edificio di forma irregolare
    3. è la vista assonometrica di un edificio
    4. è la prospettiva di un edificio visto dall’alto

Un cono con un asse verticale viene sezionato con un piano obliquo. Che forma ha la parte sezionata vista dall’alto?

    1. Deformata
    2. Nella sua vera forma
    3. Una circonferenza
    4. Ridotta a una linea

 

Nella cartografia IGM la carta che rappresenta una zona nella scala più dettagliata è:

    1. la sezione
    2. il foglio
    3. il quadrante
    4. la tavoletta

In un disegno in proiezione ortogonale il ribaltamento ci permette di ricavare:

    1. la vera forma di una figura piana
    2. la vera forma di un solido
    3. la riduzione di una figura piana
    4. la posizione di un solido sul diedro di riferimento

 

Che forma ha la traiettoria di un punto durante il ribaltamento?

    1. Arco di circonferenza
    2. Circonferenza
    3. Segmento di rette
    4. Arco di ellisse

Nella proiezione assonometrica il centro di proiezione è posto a distanza:

    1. infinita
    2. finita
    3. tripla dell’oggetto da rappresentare
    4. qualsiasi

 

Quando il quadro assonometrico è posto parallelo ad uno dei piani del triedro si genera una assonometria:

    1. obliqua
    2. ortogonale
    3. goniometrica
    4. prospettica

La bionica è stata definita come:

    1. lo studio di sistemi viventi o assimilabili ai viventi
    2. lo studio del regno animale
    3. lo studio di nuove tecnologie
    4. lo studio di elementi funzionali alla trasformazione delle superfici

 

In qualunque schema assonometrico, nell’ordine degli assi x, y, z descrivono:

    1. larghezza, profondità, altezza
    2. altezza,spessore, larghezza
    3. profondità,spessore, altezza
    4. larghezza, altezza, profondità

La proiezione assonometrica di un oggetto è simile:

    1. all’ombra creata dal sole
    2. all’immagine fotografica
    3. all’ombra creata da un punto luminoso in posizione finita
    4. alla proiezione di un fotogramma

 

 

Per ottenere uno spaccato assonometrico si utilizza:

    1. il concetto di sezione
    2. il ribaltamento
    3. l’intersezione
    4. la traslazione

Nell’assonometria monometrica convenzionale una parte dell’oggetto è disegnata riproducendo geometricamente la realtà. Quale?

    1. La pianta
    2. Uno spigolo
    3. Un prospetto
    4. Due spigoli

 

L’esploso assonometrico è:

    1. la separazione delle varie parti dell’oggetto
    2. l’insieme dell’oggetto
    3. una parte dell’oggetto
    4. le componenti accostate

La prospettiva è:

    1. una proiezione centrale dove tutti i raggi proiettanti partono da un solo centro a distanza finita
    2. una proiezione cubica
    3. una proiezione cilindrica
    4. una proiezione parallela

 

Quando il quadro è parallelo a una faccia dell’oggetto si ha una prospettiva:

    1. frontale
    2. accidentale
    3. a quadro inclinato al geometrale
    4. assonometrica

La prospettiva accidentale è caratterizzata da:

    1. quadro verticale ma inclinato rispetto alle facce dell’oggetto
    2. oggetto parallelo
    3. posizione del disegnatore
    4. quadro inclinato al geometrale

 

Che cos’è la scenotecnica?

    1. Lo studio artistico, scientifico e tecnico per la realizzazione di uno spettacolo
    2. La logistica del palcoscenico
    3. La realizzazione dei costumi
    4. La movimentazione delle macchine

Qual è la funzione del sipario di boccascena?

    1. Chiude l’arco scenico fra atto e atto isolando il palcoscenico
    2. Contiene i musicisti
    3. Mostra il cambio di scena
    4. Crea una particolare atmosfera

Che cos’è il fondale?

    1. Vasta superficie di tessuto dipinto usata sulla scena
    2. Raccordo da pavimento
    3. Telaio
    4. Piano sagomato

 

Che cos’è la teoria delle ombre?

    1. Studio della forma delle zone d’ombra in rapporto all’oggetto e alla sorgente luminosa
    2. Studio della luce riflessa
    3. Studio della rifrazione dell’atmosfera
    4. Studio del chiaroscuro

La sorgente luminosa può essere:

    1. finita e infinita
    2. luce solare
    3. raggio virtuale
    4. raggio orientato

 

Rispetto all’elemento in esame com’è posta la linea di misura di una quota?

    1. Parallela
    2. Perpendicolare
    3. Obliqua
    4. Irrilevante

La freccia, nel disegno in pianta di una scala, indica:

    1. il verso di salita
    2. il verso di discesa
    3. una linea di misura
    4. l’asse della struttura

 

Il metodo delle proiezioni ortogonali è utilizzato nelle proiezioni:

    1. ortografiche
    2. scenografiche
    3. stereografiche
    4. centrografiche

Il rilievo tramite immagini riprese con speciali fotocamere è detto:

    1. fotogrammetria
    2. trilaterazione
    3. geografia
    4. fotoincisione

 

Che cosa intendiamo per scala di rappresentazione?

    1. Rapporto metrico che si ha tra un manufatto ed il relativo disegno
    2. Rapporto tra il volume e il peso
    3. Classificazione dei materiali
    4. Individuazione mediante designazione normalizzata

Qual è la pendenza massima consentita per una rampa di accesso per disabili avente una lunghezza superiore a mt 2?

    1. 8%
    2. 3%

C)    15%
D)   6%


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Classe A018 - Discipline Geometriche, Architettoniche Arredamento e Scenotecnica

 

 

Che cos’è il rilievo?

    1. L’indagine e la comprensione di un manufatto o un territorio da diversi punti di vista leggendone forma e dimensioni
    2. La valorizzazione politica e amministrativa dei beni culturali materiali
    3. L’opera di consolidamento di terreni minacciati da dissesto idrogeologico
    4. L’importanza attribuita per legge agli interventi di manutenzione territoriale

Che cos’è un eidotipo?

    1. Lo schizzo a mano libera
    2. Uno strumento per la misurazione
    3. Una restituzione grafica
    4. Un modulo

 

Che cos’è il design?

    1. La progettazione di oggetti prodotti industrialmente
    2. La produzione di oggetti con metodi manuali
    3. La visualizzazione di progetti non realizzabili
    4. Una tecnica di presentazione di un problema

Qual è il tipo di software che realizza restituzioni fotorealistiche di oggetti disegnati in 3D?

    1. Rendering
    2. Ray tracing
    3. Styling
    4. Spot light

 

Il termine “luce” in architettura cosa significa?

    1. La distanza tra due piedritti
    2. L’altezza dell’architrave
    3. L’altezza di un piedritto
    4. La lunghezza dell’architrave

L’edificio costituito da ampie torri murarie a gradoni i cui piani sono collegati da una serie di  rampe sulla fronte fino a raggiungere la terrazza più alta occupata dal tempio si chiama:

    1. ziqqurat
    2. piramide
    3. thòlos
    4. dolmen

 

Come si chiama il blocco di pietra di forma cilindrica che viene utilizzato per formare una colonna?

    1. Rocco
    2. Voluta
    3. Plinto
    4. Base

Chi scavò la città di Micene?

    1. H. Schliemann
    2. H. Carter
    3. A. Evans
    4. J. Hering

Nell’architettura greca che cos’è il modulo?

    1. Una unità di misura minima
    2. Un effetto ottico
    3. Un elemento del fusto della colonna
    4. L’altezza del timpano

 

Che cos’è la centina?

    1. Una struttura lignea per costruire l’arco
    2. Uno strumento per incidere il legno
    3. Una unità di misura
    4. Una copertura rurale

Come si definisce l’insieme delle misure tecniche e amministrative preposte al controllo e all’organizzazione delle città?

    1. Urbanistica
    2. Conurbazione
    3. Dimensionamento
    4. Funzionalismo

 

Chi è l’architetto che svolse un ruolo primario nella nascita del razionalismo italiano autore della Casa del fascio a Como (1932-36)?

    1. Giuseppe Terragni
    2. Giuseppe De Finetti
    3. Marcello Piacentini
    4. Pietro Lingeri

Con quale termine si identifica lo stile diffuso tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo caratterizzato da motivi ornamentali di matrice geometrica e fitomorfica?

    1. Liberty
    2. Vedutista
    3. Espressionista
    4. Lineare

 

Quale movimento d’avanguardia si sviluppò in Russia negli anni successivi alla Rivoluzione del 1917 ed ebbe tra gli esponenti più rappresentativi Lissitskij, Rodčenko e Tatlin?

    1. Costruttivismo
    2. Plasticismo
    3. Art Nouveau
    4. Decostruttivismo

Nel 1908 esce lo scritto “Ornamento e delitto”: chi è l’autore?

    1. Adolf Loos
    2. Hendrik Petrus Berlage
    3. Josef Hoffmann
    4. Gustav Klimt

 

Chi è l’autore del padiglione tedesco per l’Esposizione Universale di Barcellona del 1929?

    1. Ludwig Mies van Der Rohe
    2. Bruno Taut
    3. Adolf Meyer
    4. Marcel Breuer

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Classe A018 - Discipline Geometriche, Architettoniche Arredamento e Scenotecnica

 

 

Chi è il fondatore del Bauhaus e progettista della sede di Dessau?

    1. Walter Gropius
    2. Hannes Meyer
    3. Bruno Taut
    4. Frank Lloyd Wright

Che cos’è l’antropometria?

    1. L’investigazione statistica dei caratteri fisici dei gruppi umani
    2. Una tecnica proiettiva di misurazione degli arti
    3. Una tecnica di ricerca di dati sociologici ed etnografici
    4. Una classificazione dell’altezza delle statue a figura intera

 

 

UN VIAGGIO TRA LE FIABE
La  prima  spinta  a  comporre  questo  libro  è  venuta  da  un'esigenza  editoriale:  si  voleva   pubblicare,   accanto   ai   grandi   libri   di   fiabe   popolari   straniere,   una   raccolta   italiana.   Ma   che  testo  scegliere?  Esisteva  un  "Grimm  italiano"?  I   grandi   libri   di   fiabe   italiani,   si   sa,   sono   nati   in   anticipo   sugli   altri.   Già   a   metà   del   secolo   XVI,   a   Venezia,   nelle   Piacevoli
5          Notti   di   Straparola,  la  novella  cede  il  campo  alla  sua  più  anziana  e  rustica        sorella,  la  fiaba di meraviglie  e  d'incantesimi,  con  un  ritorno  d'immaginazione  tra  gotica  e  orientale  alla  Carpaccio,  e  un'incrinatura  dialettale  allo  stampo  della  prosa  boccaccesca.  Nel  Seicento,  a   Napoli,  Giambattista  Basile  sceglie  per   le   sue   acrobazie   di   stilista   barocco-dialettale   i   "cunti",   le   fiabe   "de'   peccerille"   e   ci   dà   un   libro,   il   Pentamerone   (restituito   alle      nostre
10  letture  dalla  versione  di  Benedetto  Croce)  che  è  come  il  sogno  d'un  deforme  Shakespeare  partenopeo,  ossessionato  da   un   fascino   dell'orrido   per   cui   non   ci   sono   orchi   né   streghe   che  bastino,  da  un  gusto  dell'immagine   lambiccata  e   grottesca  in   cui  il   sublime   si  mischia   col volgare e il sozzo. E nel Settecento, di nuovo a Venezia, ma  stavolta  con  sufficienza  e  ostentazione  di  concedersi  a  un  gioco,  l'astioso  Carlo  Gozzi  fa  calcare  alle  fiabe  le  tavole
15  del   palcoscenico,   tra   le   maschere   dell'Arte.  Ma   era   un  divertimento   grave   e   sforzato:   l'ora  della  fiaba  batteva  intanto  già  dai  tempi  del  Re  Sole  alla   Corte   di   Versailles,   dove   allo spirare   del   "Grand   Siècle"   Charles   Perrault   aveva   inventato   un   genere,   e   finalmente  ricreato  sulla  carta  un  prezioso  equivalente  di  quella  semplicità  di  tono  popolare  in  cui  la      fiaba     s'era     tramandata     di     bocca     in     bocca     fin'allora.     Il     genere     diventò     di moda,
20   snaturandosi:   nobildonne   e   précieuses   si    diedero    a    trascrivere    e    ad    inventar    fiabe;    infiorata  e  candita  nei  quarantun  volumi  del  Cabinet   des   Fées   la   fiaba   prosperò   e   morì   nella  letteratura  francese   col   gusto   del   gioco   di   fantasia   elegante   e   temperato   di   simmetrica razionalità  cartesiana.  Risorse  cupa  e  truculenta  all'alba  del  secolo  XIX  nella  letteratura    romantica    tedesca,    come    anonima    creazione    del    sentimento    del    popolo,      da
25  un'antichità  ancestrale  che  aveva   colore   d'un   atemporale   medioevo,   per   opera   dei   fratelli   Grimm.  Il  culto  patriottico  della  poesia  dei  volghi  si  diffuse  tra  i  letterati  dell'Europa;  Tommaseo   cercò   i   canti   toscani,   corsi,   greci,   illirici;   ma   le   "novelline"    (come nell'Ottocento  da  noi  le  fiabe  si  chiamavano)  attesero  invano  che  di  tra  i  nostri  romantici  venisse     il     loro     scopritore.     Ci     vollero     i     diligenti     studiosi di folklore della  generazione
30  positivista,  perché   ci   si   mettesse   a   scrivere   sotto   dettatura   delle   nonne.   Si   posero   a   raccogliere fiabe   popolari, Angelo    De    Gubernatis nel    senese,    Vittorio    Imbriani    a Firenze,    in   Campania   e   in   Lombardia,    Domenico   Comparetti   a   Pisa, Giuseppe   Pitrè in Sicilia, chi      in  modo approssimativo  e  sommario, chi con  uno   scrupolo   che   riesce   a   salvarne   e   tramandarne     fino     a     noi     la     freschezza.     S’accumulò     così,     specialmente        nell’ultimo
35     trentennio   del   secolo,   per   opera   di   questi   mai   abbastanza   lodati   «demopsicologi»   (come      per  un certo  tempo  si  vollero  chiamare),  una  montagna  di  narrazioni  tratta  dalla  bocca  del  popolo   nei   vari   dialetti.   Ma   era   un   patrimonio   destinato   a   fermarsi   nelle   biblioteche  degli


specialisti,   non   a   circolare   in   mezzo   al    pubblico:   perciò     un   Grimm   italiano   non   venne alla luce.
40   Ora,  il  viaggio  tra  le  fiabe  è  finito,  il  libro  è  fatto,  scrivo  questa  prefazione  e  ne  son  fuori:   riuscirò a mettere i piedi sulla terra? Per  due  anni  ho  vissuto  in  mezzo  ai  boschi  e  palazzi  incantati,  col  problema  di  come  meglio  vedere   in   viso   la   bella   sconosciuta   che   si   corica ogni  notte  al  fianco  del  cavaliere,  o  con   l'incertezza   se   usare   il   mantello   che   rende   invisibile   o   la   zampina   di   formica,   la   penna   d'aquila   e   l'unghia   di   leone   che   servono    a
45 trasformarsi in animali. E per questi due  anni  a  poco  a  poco  il  mondo  intorno  a  me  veniva  atteggiandosi  a  quel  clima,  a  quella  logica,  ogni  fatto  si   prestava   a   essere   interpretato   e  risolto  in  termini  di  metamorfosi  e  incantesimo:  e  le  vite  individuali,   sottratte   al   solito   discreto chiaroscuro degli stati d'animo,  si  vedevano  rapite  in  amori  fatati,  o  sconvolte  da  misteriose    magie,    sparizioni    istantanee,   trasformazioni    mostruose,    poste   di    fronte   a  scelte
50  elementari  di  giusto  o  ingiusto,  messe  alla  prova  da  percorsi   irti   d'ostacoli,   verso   felicità  prigioniere  d'un  assedio  di  draghi.  Ogni   poco   mi   pareva   che   dalla   scatola   magica   che   avevo  aperto,  la  perduta  logica  che  governa  il  mondo  delle   fiabe   si   fosse   scatenata,   ritornando  a  dominare  sulla  terra.  Ora  che  il   libro  è   finito,   posso   dire   che   questa   non  è  stata   un'allucinazione,   una   sorta   di   malattia   professionale.   È   stata   piuttosto   una      conferma
55  di  qualcosa  che  già  sapevo  in  partenza,  quel  qualcosa  cui   prima   accennavo,   quell'unica   convinzione mia  che  mi  spingeva  al  viaggio  tra  le  fiabe;  ed  è  che  io  credo  questo:  le  fiabe  sono vere. Sono,  prese  tutte  insieme,  nella  loro  sempre  ripetuta  e  sempre  varia  casistica  di  vicende  umane,  una  spiegazione  generale  della   vita,   nata   in   tempi   remoti   e   serbata   nel   lento    ruminio    delle    coscienze    contadine    fino    a    noi;    sono    il    catalogo    dei    destini che
60       possono  darsi  a  un  uomo  e  a  una  donna,  soprattutto  per  la  parte  di  vita  che  appunto  è  il        farsi d’un destino: la  giovinezza,  dalla  nascita  che  sovente  porta  in  sé  un  auspicio  o  una  condanna,  al  distacco  dalla  casa,  alle  prove   per   diventare   adulto   e   poi   maturo,   per confermarsi come essere umano.
[Tratto e adattato da Italo Calvino, Introduzione alle Fiabe italiane, Torino, Einaudi, I ed. 1956].

Dopo aver letto il testo, risponda alle seguenti domande.

  1. Secondo l’autore la tradizione favolistica italiana:
    1. è antica e varia, ma frammentata
    2. è recente e stilisticamente povera
    3. è solo orale e popolare
    4. è terminata nel Settecento

 

Parlando della fiaba tradizionale italiana l’autore sostiene che:

    1. la fiaba è più antica della novella
    2. la novella è più antica della fiaba
    3. la fiaba e la novella non sono affatto imparentate
    4. “fiaba” e “novella” sono termini sinonimi per indicare lo stesso genere

Secondo quanto affermato nel testo, quale dei seguenti autori italiani ha scritto fiabe per il teatro?

    1. Carlo Gozzi
    2. Giambattista Basile
    3. Francesco Straparola
    4. Benedetto Croce

 

Secondo l’autore i fratelli Grimm:

    1. vivono nell’Ottocento e appartengono al clima romantico
    2. vivono nel Rinascimento e imitano i modelli italiani
    3. vivono nel Settecento, alla corte del Re Sole
    4. vivono nel Medioevo e scrivono in antico tedesco

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Classe A018 - Discipline Geometriche, Architettoniche Arredamento e Scenotecnica

 

 

Secondo l’autore la raccolta sistematica di fiabe popolari:

    1. ebbe inizio in epoca positivistica
    2. ebbe inizio in epoca romantica
    3. ebbe inizio nell’ultimo decennio del secolo XIX
    4. riguardò solo la Toscana, trascurando le testimonianze di altre regioni
  1. Secondo l’autore, «Un Grimm italiano non venne alla luce» (righe 38−39). Per quale ragione?
    1. le raccolte degli studiosi di folclore italiani circolarono presso un pubblico ristretto
    2. è mancato un lavoro di raccolta della tradizione orale
    3. le favole italiane non avevano il fascino di quelle nordiche
    4. la cultura italiana ha trascurato il genere della favola

 

  1. L’autore afferma di aver vissuto «per due anni in mezzo ai boschi e ai palazzi incantati» (righe  41−42). La determinazione temporale indica:
    1. il tempo dedicato a compiere il suo lavoro sulle fiabe
    2. il periodo di isolamento preparatorio al suo lavoro sulle fiabe
    3. la durata di una vacanza fatta dopo il suo lavoro sulle fiabe
    4. la fase più bella della sua infanzia
  1. «A poco a poco il mondo intorno a me veniva atteggiandosi a quel clima, a quella logica» (righe 45−46). A quale logica ci si sta riferendo?
    1. Alla trama irrazionale e fantastica dei racconti fiabeschi
    2. Allo sviluppo cognitivo dei bambini
    3. Alla struttura semplificata dei racconti per bambini
    4. Al rigore del metodo positivista

 

La «metamorfosi» (riga 47) è citata tra gli accadimenti fiabeschi. Con quale espressione l’autore riprende più avanti il concetto?

    1. trasformazioni mostruose
    2. percorsi irti d’ostacoli
    3. amori fatati
    4. sparizioni istantanee

Quale delle seguenti affermazioni non è ricavabile dal testo (righe 53−63)?

    1. Le fiabe offrono una visione del mondo superata, perché adatta alla società contadina
    2. Le fiabe, pur nella varietà delle trame, offrono una spiegazione generale della vita
    3. Le fiabe offrono un catalogo delle possibili sorti dell’uomo
    4. Le fiabe si soffermano soprattutto sulla fanciullezza e la prima giovinezza dei protagonisti

 

 

In tutti i quesiti proposti la soluzione è la risposta alla lettera A) o con il numero 1)

 

 

Fonte: https://tfa.cineca.it/compiti/ A....pdf

Sito web da visitare: https://tfa.cineca.it/

Autore del testo: Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

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