Informatica prove di ammissione domande e risposte

Informatica prove di ammissione domande e risposte

 

 

 

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Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Informatica prove di ammissione domande e risposte

Anno Accademico 2011/2012

 

Quanti bit servono per rappresentare 3 cifre esadecimali?

    1. 12
    2. 6
    3. 48
    4. 24

Quale è la rappresentazione in complemento a due del seguente numero binario a 8 bit cambiato di segno: 01001100

A)   10110100
B)    11001100
C)    00110011
D)   10110011

Con 1 byte quanti numeri interi è possibile rappresentare, supponendo che 1 bit sia riservato al segno?

A)   256
B)    128
C)    255
D)   127

Il codice BCD non è un tipo di codice:

    1. autocomplementante
    2. efficiente
    3. ponderato
    4. a lunghezza fissa

 

Indicando con h la distanza minima di Hamming, la lunghezza di un codice in grado di rilevare e correggere errori di molteplicità 1 deve essere almeno:

    1. 2h + 1
    2. h + 1
    3. 2h
    4. 2h – 1

Quando si utilizzano i codici a lunghezza variabile?

    1. Quando i simboli emessi dalla sorgente non sono tutti equiprobabili
    2. Quando i simboli emessi dalla sorgente sono equiprobabili
    3. Quando non si conoscono le probabilità di emissione dei simboli della sorgente
    4. Quando i simboli vengono emessi dalla sorgente con una probabilità superiore a quella minima

 

Una delle leggi di De Morgan dell’algebra booleana afferma che:

A)   (p + q)' ≡ (p' · q')
B)    (p' + q') ≡ (p + q)'
C)    (p' · q') ≡ (p · q)'
D)   (p' + q) ≡ ( p · q')


Una funzione booleana composta da tre variabili booleane è associata ad una tabella di verità formata da:

    1. 8 righe
    2. 9 righe e 3 colonne
    3. 3 righe e 3 colonne
    4. 9 righe

In un programma è consigliabile utilizzare la struttura dati “array”:

    1. ogni volta che si debbano eseguire operazioni o confronti su un insieme di grandezze dello stesso tipo
    2. ogni volta che si debbano eseguire calcoli su molti numeri
    3. ogni volta che si rendano necessari confronti tra due grandezza dello stesso tipo
    4. ogni volta che si debbano eseguire operazioni aritmetiche

 

Un record è:

    1. un tipo di dato singolo composto formato da elementi non necessariamente dello stesso tipo
    2. una struttura di dati formata da elementi omogenei
    3. una struttura di dati formata da più elementi non necessariamente dello stesso tipo
    4. un tipo di dato strutturato composto da elementi dello stesso tipo

Un algoritmo può non essere:

    1. tradotto in linguaggio macchina
    2. finito
    3. deterministico
    4. interpretabile in modo univoco

 

Un processo è:

    1. l’esecuzione attiva di un programma
    2. un’entità passiva registrata in memoria
    3. la serie di dati contenuta in memoria
    4. l’insieme di azioni sulla memoria di un programma

Convertire il numero 17.55 in binario (precisione 8 cifre decimali, arrotondamento per troncamento):

A)   10001.100011002
B)    100011.00011002
C)    10001.110011002
D)   10001.100011102

Convertire i seguenti numeri in binario, con una precisione di 8 cifre decimali: 1) 23.466 - 2) 41.700

A)   1) 10111.01110111

2) 101001.10110011

B)    1) 1011101.110111

2) 101001.10110011

C)    1) 10111.01110111

2) 10100.110110011

D)   1) 10111.11110101

2) 101001.10111011

  1. Quale delle seguenti istruzioni crea un'istanza dell'oggetto ADODB Connection?
    1. Set Conn = Server.CreateObject('ADODB.Connection')
    2. Set Server.conn = CreateObject('ADODB.Connection')
    3. Set Conn = CreateObject.Server('ADODB.Connection')
    4. Set Server.conn = Object('ADODB.Connection')

 

Quale delle seguenti definizioni spiega il significato di transazione?

    1. Un insieme di operazioni su un database con particolari proprietà, in particolare devono essere eseguite con caratteristiche di unitarietà
    2. Un insieme di operazioni su database
    3. Un insieme di operazioni di interrogazione del database logicamente correlate
    4. Un insieme di operazioni di modifica del database logicamente correlate

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Quale delle seguenti strutture dati è la più efficiente per trattare una lista di numeri interi di lunghezza predefinita?

    1. Un vettore
    2. Una pila
    3. Una lista
    4. Un file

I tre processi P1, P2, e P3 i cui rispettivi tempi di arrivo sono 0 ms, 10 ms e 20 ms e le cui durate sono rispettivamente 30 ms, 15 ms e 30 ms, sono schedulati con l’algoritmo Shortest-Remaining- Time-First (Preemptive scheduling). Qual’è l’ordine con cui i processi sono terminati, dal primo all’ultimo?

    1. P2 P1 P3
    2. P1 P2 P3
    3. P1 P3 P2
    4. P2 P3 P1

 

Nell’architettura di un Personal Computer:

    1. la memoria cache di primo livello è volatile
    2. l’accesso ai registri della CPU è più lento rispetto all’accesso alla cache di primo livello
    3. l’IR contiene il programma correntemente
    4. il bus non consente il trasferimento di istruzioni dalla memoria alla CPU

Quali delle seguenti affermazioni riguardanti la Macchina di Turing sono vere?

  1. Una funzione è calcolabile se esiste una macchina di Turing in grado di computarla
  2. La tesi di Church-Turing è sicuramente vera
  3. Per qualsiasi funzione esiste una macchina di Turing in grado di calcolarla
  4. La macchina di Turing universale calcola solo le funzioni computabili
    1. Solo I e IV
    2. Tutte
    3. Solo II e III
    4. Nessuna

 

Un tipo di dato:

    1. è definito da un dominio e da un insieme di operazioni
    2. è strutturato, se viene gestito mediante istruzioni strutturate
    3. è enumerabile, se gli elementi del dominio sono valori aritmetici
    4. è primitivo, se gli elementi del dominio sono valori atomici

Quale dei seguenti moduli software non appartiene a un sistema operativo?

    1. Master boot record
    2. Job Scheduler
    3. Shell
    4. File system

 

Quale dei seguenti processi non è sempre gestito dal kernel?

    1. L’aggiornamento del basic input/output system
    2. L’interfacciamento con i diversi dispositivi hardware
    3. La comunicazione con le memorie di massa
    4. L’utilizzo della cpu

La tecnica di paginazione:

    1. è la suddivisione di un programma in “pagine” caricate in memoria quando servono
    2. è un sistema di gestione dei documenti da parte del file system
    3. è la ripartizione della ram in blocchi di celle (le pagine)
    4. non è un servizio del sistema operativo

La memoria virtuale di un sistema di elaborazione di informazioni è:

    1. uno spazio di memoria utilizzato quando le dimensioni della RAM non sono sufficienti per l’esecuzione dei programmi
    2. una memoria non presente nel sistema ma utilizzata in modo virtuale
    3. una memoria abbastanza grande da contenere tutti i processi in esecuzione
    4. un parametro che definisce la quantità di memoria principale e di massa nel sistema

 

L’interprete scritto in un linguaggio L2 per un programma scritto in un altro linguaggio L1 è:

    1. un programma in grado di eseguire tutti i programmi scritti in L1
    2. un programma che traduce qualunque programma scritto in L1 producendo in output un programma corrispondente scritto in L2 che poi esegue
    3. un programma in grado di eseguire tutti i programmi scritti in L2
    4. un programma che traduce istruzioni e strutture dati in linguaggio L2 che rappresentano un programma scritto in L1

Quale delle seguenti funzioni non è prerogativa del file system?

    1. Interagire con l’utente nell’utilizzo dei file
    2. Garantire protezione ai file
    3. Permettere la condivisione di file
    4. Implementare vari tipi di file

 

Il metodo della rilocazione dinamica dei frames di memoria centrale:

    1. riduce notevolmente la frammentazione esterna rispetto a quello della rilocazione statica
    2. è consentita solo con la paginazione e la segmentazione
    3. consente l’utilizzo di partizioni statiche
    4. consente di compattare due o più zone libere di memoria centrale purché contigue

Quale fra le seguenti affermazioni è corretta?

    1. Un processo in stato di waiting passa in stato di running in seguito ad interrupt
    2. Un processo in stato di running passa in stato di ready in seguito ad interrupt
    3. Uun processo viene sempre interrotto quando scade il suo time slice
    4. Un esempio di interrupt  interna può essere  la richiesta di esecuzione di un’istruzione di I/O

 

Quando arriva un segnale di interrupt:

    1. si attende la conclusione dell’istruzione in corso, si salva lo stato del processo e in seguito si gestisce l’interrupt
    2. lo stato del processo in running viene portato a ready
    3. si gestisce immediatamente l’interrupt
    4. il ciclo della CPU viene immediatamente interrotto

La seconda forma di normalizzazione di una base di dati prevede che in ciascuna tabella di un modello relazionale:

    1. tutti gli attributi che non appartengono alla chiave primaria dipendano dall’intera chiave
    2. esistano attributi che non appartengono alla chiave primaria dipendenti in modo diretto dalla chiave stessa
    3. tutti gli attributi che non appartengono alla chiave primaria dipendano in modo diretto dalla chiave stessa
    4. nessuno degli attributi che non dipendono in modo diretto dalla chiave primaria appartenga alla chiave stessa

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In un database relazionale, date le seguenti tabelle:

Fatture(N°Fattura, Anno, DataEmissione, Importo, CodiceCliente [,…]) Clienti(Codice, RagioneSociale, Indirizzo, Telefono [, …]),
quale fra i seguenti comandi SQL visualizza il numero totale di fatture emesse a ciascuna ragione sociale?

    1. SELECT Clienti.RagioneSociale, COUNT(Fatture.*) AS NumeroFatture FROM Fatture,Clienti WHERE Fatture.CodiceCliente = Clienti.Codice GROUP BY Clienti.RagioneSociale;
    2. SELECT Clienti.RagioneSociale, SUM(Fatture.*) AS NumeroFatture FROM Fatture,Clienti GROUP BY Clienti.RagioneSociale HAVING Fatture.CodiceCliente = Clienti.Codice;
    3. SELECT Clienti.Codice, Clienti.RagioneSociale COUNT(Fatture.*) AS NumeroFatture FROM Fatture,Clienti WHERE Fatture.CodiceCliente = Clienti.Codice

GROUP BY Clienti.RagioneSociale;

    1. SELECT Clienti.RagioneSociale, SUM(Fatture.*)AS NumeroFatture FROM Fatture,Clienti WHERE Fatture.CodiceCliente = Clienti.Codice GROUP BY Clienti.RagioneSociale;

Per trasformare una relazione N:M tra le entità A e B di un modello concettuale nel corrispondente modello relazionale, occorre:

    1. aggiungere una relazione avente come chiave primaria le chiavi primarie delle entità in relazione più gli attributi caratterizzanti la relazione
    2. aggiungere nella relazione che descrive l’entità A la chiave dell’entità B
    3. aggiungere nella relazione che descrive l’entità B la chiave dell’entità A
    4. aggiungere una relazione avente come chiave esterna la composizione delle chiavi primarie delle entità in relazione

 

Quale fra i seguenti requisiti non è necessario per una chiave primaria in una relazione di un modello relazionale?

    1. Deve essere formata da un unico attributo
    2. Deve essere univoca
    3. Non deve essere multivalore
    4. Deve essere atomica

La terza forma di normalizzazione prevede che in ciascuna tabella di un modello relazionale:

    1. tutti gli attributi che non appartengono alla chiave primaria dipendano in modo diretto dalla chiave stessa
    2. tutti gli attributi che non appartengono alla chiave primaria dipendano dall’intera chiave
    3. esistano attributi che non appartengono alla chiave primaria dipendenti in modo diretto dalla chiave stessa
    4. nessuno degli attributi che non dipendono in modo diretto dalla chiave primaria appartenga alla chiave stessa

 

Considerato l’albero binario organizzato come mostrato nella figura che usa un array a[ ] = [9, 7,    4, 2, 6, 1, 3] per memorizzare i suoi elementi.

Quali devono essere i valori memorizzati dopo un’operazione di delete-max (cancella massimo)?
A)   [7, 6, 4, 2, 3, 1]
B)    [7, 4, 2, 6, 1, 3]
C)    [7, 4, 6, 2, 1, 3]
D)   [7, 6, 4, 2, 1, 3]


In un database relazionale la seguente tabella:

(N°Fattura, Anno, Importo, CodiceCliente, RagioneSocialeCliente [, ….])

    1. è in prima e seconda forma normale ma non in terza
    2. è in prima e terza forma normale ma non in seconda
    3. è in prima forma normale ma non in seconda né in terza
    4. non è in prima forma normale e quindi nemmeno in seconda e in terza

Una organizzazione di archivi di dati mediante database offre il seguente vantaggio:

    1. ricercare rapidamente i dati grazie all’utilizzo di indici
    2. aggiornare i dati senza i vincoli d’integrità referenziale
    3. cancellare i dati senza i vincoli d’integrità referenziale
    4. manipolare direttamente gli archivi fisici senza mai dover utilizzare indici

 

Le regole d’integrità referenziale in una base di dati relazionale, impongono che:

    1. non sia possibile inserire nuovi record aventi lo stesso valore di chiave primaria
    2. sia possibile cancellare un record relazionato senza cancellare i corrispondenti record in relazione con esso
    3. sia possibile aggiornare gli attributi di un record relazionato senza aggiornare i corrispondenti attributi nei record in relazione con esso
    4. sia possibile inserire nuovi record con lo stesso valore di chiave primaria purchè con valore diverso di chiave esterna

Le entità del modello concettuale non rappresentano nel corrispondente modello fisico:

    1. campi
    2. archivi
    3. recordset
    4. file

 

Un DBMS è un sistema:

    1. per la gestione di dati in associazione tra loro
    2. operativo per la gestione di dati in relazione tra loro
    3. di elaborazione di informazioni
    4. specializzato per la memorizzazione dei dati su disco

Il protocollo di accesso CSMA/CD è adottato nella rete locale standardizzata nel documento:

    1. IEEE 802.2
    2. IEEE 802.4
    3. IEEE 802.5
    4. IEEE 802.3

 

La stazione che si impossessa della trama di token per potere effettuare la trasmissione:

    1. converte la trama di token in una sequenza di inizio trama dati
    2. memorizza localmente la trama di token
    3. libera la trama di token una volta iniziata la trasmissione
    4. riceve la trama di token una volta iniziata la trasmissione

Secondo il modello OSI il SAP:

    1. è l'interfaccia logica fra due entità di due strati adiacenti nel medesimo calcolatore
    2. è l'interfaccia logica fra due strati di due calcolatori remoti
    3. serve per identificare univocamente le PDU di ciascuno strato
    4. è l'interfaccia fisica fra due strati di due calcolatori remoti

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Da dove si può determinare a quali gruppi appartiene un utente?

    1. Leggendo /etc/group
    2. Leggendo /etc/scado
    3. Leggendo /etc/passwd
    4. Usando il comando /bin/chgrp

 

L'affidabilità del protocollo TCP è garantita:

    1. dal meccanismo di acknowledgement con ritrasmissione
    2. dall'affidabilità del protocollo IP
    3. dall'affidabilità della tecnologia delle reti su cui si usa IP
    4. dall'affidabilità della tecnologia del cablaggio

Perché lo slot AGP è più veloce di quello PCI?

    1. Perché è connesso direttamente al BSB tramite un suo bus di dati
    2. Perché è connesso al Southbridge attraverso un suo bus di dati
    3. Perché è connesso al processore attraverso un suo bus di dati
    4. Perché è connesso ai registri del processore

 

Nella suite di Protocolli TCP/IP, qual è il compito del protocollo ARP (Address Resolution Protocol)?

    1. Determinare l’indirizzo fisico MAC associato a un dato indirizzo IP
    2. Determinare un appropriato percorso per un pacchetto
    3. Determinare l’indirizzo IP associato a un dato indirizzo fisico MAC
    4. Determinare la corrispondenza tra indirizzo IP numerico e indirizzo simbolico

Per creare un link ipertestuale associato alla parola “News” e all’URL “http://www.miosito.it/news/news.html”,  quale delle seguenti è la sintassi corretta?

    1. <A HREF=”http://www.miosito.it/news/news.html”>  News </A>
    2. <A HREF=”http://www.miosito.it/news/news.html”> </A> News
    3. <A URL= ”http://www.miosito.it/news/news.html” > News </A>
    4. <A HREF=”http://www.miosito.it/news/news.html”>  News <A>

 

Quale tra questi protocolli può essere usato per inviare una e-mail tra i computer di una rete?

    1. SMTP
    2. POP
    3. UDP
    4. ICMP

 

Testo 1

Se intendiamo seguire la costruzione, in Michael Faraday, di ciò che comunemente è indicato come una prototeoria del campo ma che, a un’indagine storica più accurata, si rivela già una teoria formalizzata di questo concetto, ancorché fondata su criteri formali assolutamente innovativi (e, in parte, radicalmente anticipatori), allora possiamo individuare, nella ricerca di questo scienziato, tre distinti periodi di ricerca, peraltro successivi, e due indirizzi tematici che, invece, si mantengono pressoché costanti e inalterati nel tempo.
Partiamo dai periodi.
Il primo, che grossomodo si estende dal 1820 al 1839, include le scoperte più significative in ambito elettrologico: la rotazione e l’induzione elettromagnetiche, le leggi dell’elettrolisi […].
Il secondo periodo, che va dal 1840 al 1846, è quello più intensamente problematico, anche se, senz’altro, il meno produttivo. Faraday si trova a confronto con paradossi teorici in qualche modo suscitati dalla stessa radicalità delle sue concezioni. Come si concilia il criterio delle linee di forza con l’azione a distanza? Quali proprietà elettrologiche (di conduzione e di isolamento) del mezzo? Più in generale, che relazioni fissare tra materia, etere e spazio, una volta abbracciati i nuovi criteri rappresentativi? È questo il momento più intensamente speculativo della ricerca dello scienziato; la riflessione comporta l’esplicitazione di una radicalità ‘visionaria’ ma non per questo meno produttiva: ne risulteranno, infatti, ulteriormente rafforzate, proprio perché condotte alla loro estrema potenzialità espressiva, quelle teorie della materia e del mezzo che erano state solo abbozzate nella fase precedente.


Infine, il terzo momento. Le linee di forza non sono più in discussione: il punto è quello di ridisegnare in forma unificata, attraverso di esse, proprietà e relazioni tra quegli enti o, addirittura, tra quelle partizioni del sapere fisico (e perciò tra meccanica, elettrologia, ottica…), che la tradizione trattava come distinti.
Mauro La Forgia, Fisica e filosofia del campo in Michael Faraday, in Michael Faraday, La teoria del campo, a cura di Mauro La Forgia, Teknos, Roma 1995.

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Per “prototeoria” si intende:

    1. una teoria prima, originale
    2. una teoria sui protoni
    3. una teoria sulle proteine
    4. una teoria che spiega una successiva

 

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni è deducibile dal testo?

    1. Nel secondo periodo Faraday si dedica a ricerche più teoriche che pratiche
    2. Nel secondo periodo Faraday si dedica a ricerche più pratiche che teoriche
    3. Nel secondo periodo Faraday si dedica tanto a ricerche teoriche che pratiche
    4. Nel secondo periodo Faraday si concentra sulle teorie della conduzione e dell'isolamento

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal testo?

    1. Faraday propone teorie visionarie
    2. Faraday nelle sue teorie esprime una visione radicale
    3. Faraday nell'ultimo periodo dà per accertate le linee di forza
    4. Faraday nel primo periodo si occupa di elettromagnetismo

 

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni è deducibile dal testo?

    1. Nella fase finale Faraday dà per scontate le teorie sulle linee di forza
    2. Scopo di Faraday è trovare una legge elletrologica unitaria
    3. Faraday non è interessato alla meccanica
    4. Faraday ritiene che l'azione a distanza sia incompatibile con le linee di forza

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda.     Il saggio di La Forgia è:

    1. una introduzione all'edizione dell'opera di Faraday
    2. è una critica all'opera di Faraday
    3. è la postfazione all'opera di Faraday
    4. è la recensione al libro di Faraday

 

Testo 2

Dopo essere stata all’avanguardia grazie alle leggi 27 dicembre 1985, n. 816 e 8 luglio 1986, n. 349 e, soprattutto, alla legge 7 agosto 1990, n. 241, sul fronte della trasparenza amministrativa l’Italia ha dapprima rallentato, con l’entrata in vigore della legge 31 dicembre 1996 n. 675, per poi subire una brusca battuta d’arresto con le riforme del 2005-2006.
La parabola sommariamente descritta inizia con la l. 816/1985, il cui art. 25 riconobbe a «tutti i cittadini» il «diritto di prendere visione di tutti i provvedimenti adottati dai comuni, dalle province, dai consigli circoscrizionali, dalle aziende speciali di enti territoriali, dalle unità sanitarie locali, dalle comunità montane», prevedendo altresì il dovere per le amministrazioni di disciplinare in via regolamentare «l’esercizio di tale diritto».
Seguì la l. 349/1986, istitutiva del Ministero dell’ambiente, che stabiliva all’art. 14 il dovere per il ministro di assicurare «la più ampia divulgazione delle informazioni sullo stato dell’ambiente», nonché il riconoscimento in capo a «qualsiasi cittadino» del «diritto di accesso alle informazioni sullo stato dell’ambiente disponibili, in conformità delle leggi vigenti, presso gli uffici della pubblica amministrazione» e di ottenerne copia.
Queste norme portarono il nostro ordinamento in posizioni di assoluta avanguardia in Europa. Proprio in quegli anni, infatti, la Comunità iniziava a dare particolare rilievo alle tematiche della trasparenza amministrativa. Si pensi alla direttiva 85/337/Cee, in materia di valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati (di cui la dl. 349/1986 ne costituisce in parte il recepimento), che richiedeva agli Stati membri di mettere a disposizione del pubblico le domande di autorizzazione e le informazioni raccolte in sede istruttoria di valutazione dell’impatto ambientale, nonché di definire e precisare modi e luoghi di consultazione e di informazione, stabilire le modalità di pubblicazione della procedura ai fini dell’esercizio dell’accesso alle informazioni.


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Dopo l’approvazione di altre disposizioni che disciplinavano in settori speciali l’accesso agli atti amministrativi, la definitiva affermazione del principio della trasparenza amministrativa avvenne, come noto, con la l. 241/1990, il cui capo V «opera una generalizzazione del diritto di accesso e una estensione della sua portata che va al di là dell’accesso ai soli provvedimenti», in quanto il nuovo istituto permette «di esercitare e svolgere un controllo diffuso sull’operato delle Amministrazioni al fine di verificare la conformità agli interessi pubblici, alla legge, ai precetti costituzionali». A quel punto, la piena realizzazione del diritto costituzionale di informazione (art. 21 Cost.) sembrò pressoché compiuta: nel testo originario della l. 241/1990 emergeva chiaramente l’assolutezza del diritto di accesso, che prevaleva anche nei confronti della riservatezza dei terzi se esercitato per la visione di atti la cui conoscenza fosse necessaria per curare o per difendere gli interessi giuridici dell’istante.
Con l’entrata in vigore della l. 675/1996 l’ascesa del diritto di accesso iniziò a decelerare. Muovendo dal presupposto di garantire il diritto alla riservatezza da ogni possibile interferenza, la legge sulla privacy sovvertì il rapporto di prevalenza-recessione posto dalla l. 241/1990. Il principio della trasparenza amministrativa non rappresentava più una deroga alla riservatezza. Mentre ante legem 675/1996 l’accesso incontrava limiti del tutto eccezionali (e comunque riconducibili a superiori interessi pubblici: necessità di salvaguardare la sicurezza,  la  difesa nazionale e le relazioni internazionali; la politica monetaria e valutaria; l’ordine pubblico e la prevenzione e repressione della criminalità), con la legge sulla privacy quei limiti divennero assai più frequenti, perché correlati alla tutela dei  maggiormente  ricorrenti interessi privati alla riservatezza. Soltanto dopo alcune incertezze, la giurisprudenza si orientò nel senso che se la richiesta di esibizione riguardava atti contenenti dati personali relativi a terzi, la prevalenza spettava all’accesso, motivato dall’esigenza  di  curare  e difendere interessi giuridicamente rilevanti dell’istante; se, invece, i documenti riportavano dati sensibili, l’accesso prevaleva sulla riservatezza solo ove una disposizione di legge espressamente consentisse al soggetto pubblico di comunicare i dati oggetto della richiesta.
A fronte di questo quadro interpretativo, inevitabilmente entrò in crisi l’orientamento giurisprudenziale – maggioritario fino all’entrata in vigore della l. 675/1996 – che qualificava l’accesso alla stregua di diritto soggettivo. Spesso scontrandosi con il diritto alla privacy di terzi che ne limitava o impediva l’esercizio, il diritto di accesso perse infatti quella connotazione di assolutezza derivante dal testo originario dell’art. 24, l. 241/1990. In giurisprudenza si fece così largo l’orientamento di riconoscere in capo all’ente pubblico il «potere» di stabilire, in ipotesi di contrasto tra l’accesso e la riservatezza, quale delle due posizioni dovesse prevalere. Il che, ovviamente, comportò che l’accesso non potesse più qualificarsi alla stregua di diritto soggettivo, ma di interesse legittimo. Con la conseguenza che l’actio ad exhibendum venne ricostruita non alla stregua di azione volta all’accertamento del diritto e alla condanna dell’ente pubblico a mostrare i documenti richiesti, con applicazione dell’art. 102 c.p.c. ai fini dell’integrazione del contraddittorio, bensì di azione di annullamento del diniego (tacito o espresso) all’accesso, inammissibile qualora il ricorso non fosse stato notificato al controinteressato/titolare dei dati riservati.
Oltre che per le questioni prettamente giuridiche che si sono illustrate, la«crisi» dell’accesso conseguente all’entrata in vigore della disciplina sulla tutela della privacy dipese, nella prassi, dall’atteggiamento seguito dagli enti pubblici. I quali, occorre dirlo, in molti casi celarono (e celano a tutt’oggi) la patologia dell’opacità amministrativa sotto le mentite spoglie della necessità di tutelare la riservatezza di terzi.
Infine, decisiva involuzione del diritto di accesso è stata provocata dalla radicale riforma introdotta in materia dalla legge 11 febbraio 2005, n. 15 e dal d.p.r. 12 aprile 2006, n. 184. La nuova disciplina legislativa e regolamentare non solo non ha raccordato l’accesso allo sviluppo dell’open government intervenuto negli ultimi anni prima ad opera  del d.p.r. 28 dicembre 2000, n. 445 e poi consolidatosi con il d.lgs. 7  marzo 2005, n. 82 (codice dell’amministrazione digitale), così da farlo diventare — secondo le chiare indicazioni provenienti dal diritto comunitario relativamente all’accesso in materia ambientale — strumento eccezionale per la realizzazione della trasparenza amministrativa  (in quanto meramente integrativo/supplettivo della libera conoscenza delle informazioni amministrative mediante diffusione), ma ne ha  persino reso più difficoltoso l’esercizio, mediante l’introduzione di tutta una serie di nuove disposizioni che ne aggravano le modalità di concreta attuazione.
Massimo Occhiena, La necessaria riforma del diritto di accesso: diffusione e accesso telematico alle informazioni amministrative, in Luca R. Perfetti, Le riforme della L. 7 agosto 1990, n. 241 tra garanzia della legalità ed amministrazione di risultato, Cedam, Padova 2008.

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda.

La trasparenza amministrativa ha inizio in Italia con norme emanate:

    1. negli anni 80
    2. negli anni 90
    3. nel 1996
    4. negli anni 70

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda.

Alcune delle prime norme relative alla trasparenza amministrativa erano orientate a favorire:

    1. la protezione ambientale
    2. la Cee
    3. la tutela della privacy
    4. gli enti pubblici

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Con l’approvazione della l. 241/90, il diritto di accesso venne:

    1. generalizzato
    2. limitato a settori speciali
    3. ridotto
    4. imposto agli Enti locali

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal testo?

    1. Con la l. 675/1996, il diritto di accesso venne considerato deroga assoluta al diritto alla riservatezza
    2. Con la l. 675/1996, il diritto di accesso venne diversamente valutato dalla giurisprudenza
    3. Con la l. 675/1996, il diritto di accesso venne considerato interesse legittimo
    4. Con la l. 675/1996, il diritto di accesso venne limitato dal diritto alla privacy

 

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda.

Il diritto di accesso ha subito una decisiva involuzione per effetto di una legge del:
A)   2005
B)   2006
C)   1996
D)   2000

In tutti i quesiti proposti la soluzione è la risposta alla lettera A) o con il numero 1)

 

 

Fonte: https://tfa.cineca.it/compiti/ A....pdf

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Autore del testo: Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

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