Materie letterarie domande e risposte

Materie letterarie domande e risposte

 

 

 

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Materie letterarie domande e risposte

Anno Accademico 2011/2012

 

È l'autore di questi versi: “La speranza è nell'opera. / Io sono un cinico a cui rimane / per la sua fede questo al di là. / Io sono un cinico che ha fede in quel che fa.”
Vincenzo Cardarelli
    1. Arturo Onofri
    2. Clemente Rebora
    3. Dino Campana
  1. A chi Machiavelli dedica “Il Principe”?
A Lorenzo de’ Medici, nipote di  papa Leone X
    1. A Giuliano de’ Medici
    2. A Lorenzo Il Magnifico
    3. A Cesare Borgia, duca del Valentinois

 

  1. Nel canto X del Paradiso un'anima si presenta così: “Io fui de li agni de la santa greggia / che Domenico mena per cammino / u' ben s'impingua se non si vaneggia”. Chi è?
San Tommaso d'Aquino
    1. San Bonaventura di Bagnoregio
    2. Pietro Lombardo
    3. Alberto Magno
  1. “E qui dove un’antica vita / si screzia in una dolce/ ansietà d’Oriente,/ le tue parole iridavano come le scaglie/ della triglia moribonda.”. Chi è l’autore?
    1. Eugenio Montale
    2. Mario Luzi
    3. Guido Gozzano
    4. Camillo Sbarbaro

 

  1. È l’autore del “Discorso sopra la Batracomiomachia”:
Giacomo Leopardi
    1. Giosuè Carducci
    2. Giovanni Boccaccio
    3. Angelo Poliziano
  1. Scrisse i seguenti versi: “Due donne in un dì vidi illustri e rare, / l'una qual mesto sol che si nasconda / in nube a mezzo ’l ciel, l'altra gioconda / qual bella aurora che si specchi in mare.”
    1. Torquato Tasso
    2. Giovanni Della Casa
    3. Matteo Maria Boiardo
    4. Galeazzo Di Tarsia

 

  1. A chi si riferisce il Foscolo scrivendo “e l'ossa / fremono amor di patria”?
Vittorio Alfieri
    1. Niccolò Machiavelli
    2. Michelangelo Buonarroti
    3. Dante Alighieri

  1. Quale di questi personaggi non compare in un'opera di D'Annunzio?
    1. Guido Speier
    2. Stelio Effrena
    3. Ippolita Sanzio
    4. Andrea Sperelli
  1. Chi è il protagonista del romanzo “Uno, nessuno, centomila”?
Vitangelo Moscarda
    1. Giorgio Aurispa
    2. Emilio Brentani
    3. Adriano Meis

 

  1. I versi: “L’avara Babilonia à colmo il sacco / d’ira di Dio, e di vitii empii et rei, / tanto che scoppia, ed à fatti suoi dèi / non Giove et Palla, ma Venere et Bacco” sono di:
    1. Francesco Petrarca
    2. Dante Alighieri
    3. Cecco Angiolieri
    4. Giovanni Boccaccio
  1. Ungaretti è l'autore di:
    1. Il Dolore
    2. Pianissimo
    3. Onore del vero
    4. Poesie scritte col lapis

 

  1. “Gemmea l'aria, il sole così chiaro” è il verso d'apertura della poesia “Novembre” di Pascoli. In quale raccolta è contenuta questa poesia?
    1. Myricae
    2. Canti di Castelvecchio
    3. Primi poemetti
    4. Nuovi poemetti
  1. Nello schema metrico ABBA, CDDC la rima è:
    1. incrociata
    2. baciata
    3. incatenata
    4. alternata

 

  1. In quale raccolta di Montale sono contenuti i seguenti versi: “Il Creatore fu increato e questo / non  mi tormenta. Se così non fosse / saremmo tutti ai suoi piedi / (si fa per dire) / infelici e adoranti”?
    1. Quaderno di quattro anni
    2. Satura
    3. Diario del '71 e del ’72
    4. La bufera e altro
  1. Quando fu pubblicato il primo vocabolario dell'Accademia della Crusca?
    1. Nel 1612
    2. Nel 1635
    3. Nel 1658
    4. Nel 1645

 

  1. L'autore della commedia “La nemica”:
Dario Niccodemi
    1. Giacinto Gallina
    2. Giuseppe Giacosa
    3. Augusto Novelli

 

  1. È un romanzo di Fogazzaro:
    1. Daniele Cortis
    2. Sorelle Materassi
    3. L’esclusa
    4. Il diavolo a Pontelungo
  1. L'Iliade si conclude con:
    1. i funerali di Ettore
    2. la caduta della città di Troia
    3. il duello fra Ettore ed Achille
    4. la partenza di Enea da Troia

 

  1. Ha scritto “Il cardillo addolorato”:
Anna Maria Ortese
    1. Lalla Romano
    2. Melania Gaia Mazzucco
    3. Sebastiano Vassalli
  1. Visse nel XVI secolo:
    1. Torquato Tasso
    2. Luigi Pulci
    3. Matteo Maria Boiardo
    4. Lorenzo il Magnifico

 

  1. Ludovico Ariosto non scrisse:
    1. il “Filostrato”
    2. la “Cassaria”
    3. i “Suppositi”
    4. il “Negromante”
  1. Si cita l’espressione “bere un bicchiere d’acqua” per esemplificare:
    1. la metonimia
    2. la metatesi
    3. l’epanodo
    4. la sinafia

 

  1. In quale anno uscì per la prima volta, presso Vallecchi (Firenze), la raccolta di poesie

“Sentimento del Tempo” (di Ungaretti)?

A)   1933

B)    1947
C)    1931
D)   1950

  1. Chi ha scritto, insieme a Guido Guglielmi, il “Manuale di poesia sperimentale”?
Elio Pagliarani
    1. Nanni Balestrini
    2. Andrea Zanzotto
    3. Alfredo Giuliani

  1. Scrisse la “Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi”:
Dino Compagni
    1. Franco Sacchetti
    2. Giovanni Villani
    3. Paolo da Certaldo

 

  1. Ha scritto “Oceano mare”:
Alessandro Baricco
    1. Margaret Mazzantini
    2. Dacia Maraini
    3. Stefano Benni
  1. Quando fu pubblicato in prima edizione il romanzo dannunziano “Forse che sì forse che no”?
A)   1910

B)    1989
C)    1891
D)   1900

  1. Figura logica che evidenzia una realtà paradossale, subordinando il suo avverarsi ad un altro fatto ritenuto impossibile:
    1. adinato
    2. anafora
    3. contrasto
    4. parodia

 

  1. In quale anno fu pubblicata per la prima volta la “Gerusalemme conquistata” di T. Tasso?
A)   1593

B)    1581
C)    1583
D)   1584

  1. Mario Luzi non è l'autore della raccolta poetica:
    1. Idioma
    2. Al fuoco della controversia
    3. Nel magma
    4. Su fondamenti invisibili

 

  1. L'anno della “Charte octroyée”:
A)   1814

B)    1813
C)    1815
D)   1816

  1. Il “Sillabo” degli errori moderni è allegato a una enciclica (del 1864). Quale?
    1. Quanta cura
    2. Graves ac diuturnae
    3. Incredibili afflictamur
    4. Respicientes ea

 

  1. Nel quadro delle guerre napoleoniche la battaglia di Ulm fu combattuta nel:

A)   1805
B)    1803
C)    1809
D)   1810


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Quando furono firmati i trattati collegati alla Pace di Westfalia?

A)   1648

B)    1548
C)    1448
D)   1748

  1. La Crociata cui partecipò Riccardo Cuor di Leone fu la:
    1. Terza
    2. Seconda
    3. Quarta
    4. Quinta

 

  1. Diocleziano diede vita alla:
    1. Tetrarchia
    2. Diarchia
    3. Triarchia
    4. Pentarchia
  1. Quando si svolse, in Cina, la “Lunga Marcia”?

A)   1934-1935
B)    1936-1937
C)    1943-1944
D)   1938-1939

  1. L'anno di morte di Gaio Gracco, dichiarato nemico pubblico dal Senato:

A)   121 a.C.
B)    112 a.C.
C)    78 a. C. D)    223 a.C.

  1. La battaglia di Azio fu combattuta nel:
    1. 31 a.C.
    2. 17 a.C.
    3. 9 a.C.
    4. 41 a.C.

 

  1. Fu sconfitto nella battaglia della foresta di Teutoburgo (9 d.C.):
    1. Publio Quintilio Varo
    2. Lucio Munazio Planco
    3. Marco Emilio Lepido
    4. Gneo Domizio Corbulone
  1. Il concordato di Worms fu stipulato tra:
    1. Enrico V e papa Callisto II
    2. Enrico IV e papa Gregorio VII
    3. Ludovico il Pio e papa Stefano IV
    4. Massimiliano I e papa Giulio II

In quale anno terminò, con la sconfitta di Atene, la “Guerra del Peloponneso”?

Nel 404 a.C.
    1. Nel 399 a.C.
    2. Nel 400 a.C.
    3. Nel 338 a.C.

 

  1. È il lago europeo più esteso:
    1. Ladoga
    2. Saimaa
    3. Balaton
    4. Onega
  1. Quando è entrato in vigore il “protocollo di Kyōto”?
    1. 16 febbraio 2005
    2. 11 dicembre 1997
    3. 21 marzo 1994
    4. 9 maggio 1992

 

  1. La città di Porto Fuad si trova in:
    1. Egitto
    2. Giordania
    3. Marocco
    4. Turchia
  1. Lo Zimbabwe è:
    1. un’ex colonia britannica
    2. un’ex colonia belga
    3. un’ex colonia olandese
    4. un’ex colonia francese

 

  1. Di quale Stato è capitale Kampala?
    1. Uganda
    2. Nigeria
    3. Mali
    4. Ciad
  1. Dove si trova il lago Eyre?
    1. in Australia
    2. in Canada
    3. in Inghilterra
    4. in Russia

 

  1. Il lago Titicaca si trova:
    1. tra Perù e Bolivia
    2. tra Perù e Brasile
    3. in Brasile
    4. in Argentina
  1. Non confina con la Repubblica dello Zambia:
    1. Kenya
    2. Angola
    3. Tanzania
    4. Malawi

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Testo 1

Ciò che colpì subito gli interpreti della poesia pascoliana fu l’ottica totalmente rovesciata della rappresentazione oggettiva: sono cancellate radicalmente le norme tradizionali di ordine, regolarità, prospettiva, rispetto dei rapporti e delle proporzioni, ed è loro sostituito uno sguardo inquieto e irregolare, che privilegia nella situazione i particolari senza una motivazione ragionevole e una logica che intenda esattamente rendere il quadro e anche senza che si riesca immediatamente a comprendere il movente di tale scelta. Di colpo, appaiono in primo piano oggetti e dati, senza preparazione e senza effettiva presentazione, in una sorta di continua dichiarazione di esistenza, dove l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, il filo di paglia e il sole, gli astri o il sasso, si presentano l’uno dopo l’altro, senza gerarchie di valore o di significato o d’importanza. In questo modo, si assiste a una dissoluzione totale del quadro, scomposto nei particolari e nei singoli  elementi che lo costituiscono: e il Pascoli appare decisamente al di fuori sia della regola tradizionale, sia delle istanze positiviste di una composizione chiara e distinta e oggettivamente scrupolosa e giustificata nell’elencazione degli oggetti.
L’ottica pascoliana non ha un centro oggettivo e razionalmente chiaro e coerente su cui fare presa, bensì opera come se non esistesse nulla di definito, di incorniciato, di determinato nel quadro, anzi come se il quadro, come complesso ordinato di oggetti, non esistesse neppure, ed esistesse soltanto la decisione, perfettamente arbitraria e immotivata, di dichiarare l’esistenza di una serie di oggetti, l’uno autonomo rispetto all’altro, e, per questo, enormemente ingrandito fino a occupare l’intero orizzonte della descrizione. Scadono, così, del tutto le indicazioni dei rapporti fra gli oggetti pur raccolti (sembrerebbe) in un unico ambito di visione: e nasce, per contrasto, l’impressione di un  procedimento visionario,  per il quale ogni presenza appare determinata unicamente dalla fissità e dall’assolutezza dello sguardo, che si assorbe integralmente ogni volta nell’oggetto che ha messo a fuoco.
Giorgio Barberi Squarotti, Pascoli, in Dizionario critico della letteratura italiana, Utet, Torino 1973.

  1. Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal testo?
Pascoli ritiene che la realtà sia definita e determinata in un quadro ben preciso
    1. Secondo i primi critici Pascoli rovescia la rappresentazione oggettiva delle cose
    2. Il modo di procedere di Pascoli è tale per cui tutto è dato dallo sguardo fisso e assoluto
    3. Pascoli si muove al di fuori del positivismo

 

  1. Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni è deducibile dal testo?
    1. L'inquietudine e l'irregolarità dello sguardo di Pascoli mette in primo piano i dettagli
    2. Pascoli è perfettamente inserito nella tradizione
    3. Gli oggetti sono colti nella loro essenza metafisica
    4. Gli oggetti sono sempre visti in una ben precisa gerarchia
  1. Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Secondo Barberi Squarotti:
    1. in Pascoli non c'è una logica che spieghi la scelta di privilegiare certi particolari di una situazione
    2. sasso, astri, filo di paglia sono gli oggetti fondamentali della poetica pascoliana
    3. Pascoli è un visionario
    4. la realtà è frutto della fantasia del poeta

 

  1. Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni è deducibile dal testo?
    1. Barberi Squarotti considera Pascoli un poeta innovativo
    2. Barberi Squarotti giudica Pascoli un poeta impressionista
    3. Barberi Squarotti giudica la poesia di Pascoli poco rispettosa delle norme poetiche
    4. Per Barberi Squarotti Pascoli non è un poeta rilevante nella storia letteraria italiana

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal testo?

Le poesie del Pascoli sono incomprensibili
    1. La poesia pascoliana non rispetta alcune norme tradizionali
    2. La poesia pascoliana è, almeno in parte, innovativa
    3. Nelle sue poesie il Pascoli privilegia i particolari

 

Testo 2
Può capitare al filologo quel che capita spesso al detective: che si imbatta in indizi che lo portano su piste inattese rispetto a quelle previste.
Prendiamo il caso di Beatrice Barbiellini Amidei, ricercatrice di Filologia romanza alla Statale di Milano. Aveva  cominciato, qualche anno fa, a studiare la novella di Griselda per verificare in che misura il capolavoro di Boccaccio fosse debitore di un famoso trattatello in latino del XII secolo, il De Amore di Andrea Cappellano, una sorta di vademecum laico sul comportamento amoroso. Su questa pista, la Barbiellini si è casualmente imbattuta in un manoscritto cartaceo vergato prima del 1372 e conservato alla Biblioteca Riccardiana di Firenze.
Questo manoscritto contiene un volgarizzamento dei primi due libri del De Amore e altri materiali molto interessanti: due letterine amorose; quattro sonetti anonimi; una ballata (la cui prima stanza è attribuita a Dante) accompagnata da una prosa  in forma di lettera amorosa alla donna; una lode alla donna, sempre in forma di lettera, scritta sul modello del linguaggio mistico; la conclusione in cui l’autore dell’intero codice parla al lettore, facendo riferimento al libro come a un organismo unitario. Bisogna tener presente che i codici coevi di questo genere sono di solito meno eleganti nella forma e soprattutto raccolgono materiali eterogenei senza avere nessuna pretesa di unità tematica e stilistica. In questo caso, trovandosi di fronte a un vero e proprio libro (così come dichiarato dall'anonimo autore nella chiusa) in cui la parte finale richiama  esplicitamente il testo d'apertura, la Barbiellini è andata oltre ponendosi la domanda cruciale: chi l'ha compilato? Il tutto (risposta compresa) è consegnato a un saggio apparso nell'ultimo numero della rivista Medioevo romanzo. La tematica erotica che percorre il codice, la notevole qualità stilistica, l'elegante uniformità grafica, le rubriche in rosso e i capilettera pure in rosso fanno pensare a questo libro come al progetto di un autore non sprovveduto: «Un letterato ardito e abile - scrive la Barbiellini -, in grado di padroneggiare diverse tipologie testuali». Un letterato che scrive poco prima del 1372, unica data presente nella nota di possesso in fondo al codice, e che dimostra di conoscere a menadito la poesia del Duecento e le opere di Dante, avventurandosi persino a completare una ballata frammentaria dell’Alighieri senza sfigurare. Al che si aggiunge l'ampia gamma di citazioni (da «l'ardente fiamma di Dido» a Tristano e Isotta, da Lancillotto e Ginevra allo scrittore di exempla Valerio Massimo). A questo punto, la Barbiellini si ricorda dell’importanza che ha il De Amore per l’ultima novella del Boccaccio e del riferimento (presente nella chiusa) al tema del mezzano, tanto caro all’autore del Decameron (definito Galeotto). Ma, come l’investigazione poliziesca, anche la filologia richiede molta cautela e piedi di piombo. Si trattava dunque di andare alla ricerca di spie e microspie, facendo ulteriori verifiche: stilistiche, tematiche, lessicali, linguistiche, grafiche e chi più ne ha più ne metta. Ecco, in breve, questa verifica. I motivi ricorrenti nelle opere di Boccaccio ben presenti nel codice Riccardiano sono diversi: la lettera, l’umana fragilità, le donne pietose e misericordiose,  le donne come angelo, la fiamma d’amore, l’«assoluta fedeltà» dell’amante (che compare in Griselda), e poi il motivo principe del mezzano d’amore. […] L'ipotesi, insomma (ma a questo punto, con tutte le possibili cautele filologiche, è più che un'ipotesi, anche se la Barbiellini cela le sue certezze dietro un «attribuibile a Boccaccio» che ricorda il Contini alle prese con il Fiore di Dante), è che ci troviamo di fronte a un manoscritto autografo con testi inediti di ser Giovanni. Anzi, a un vero e proprio libro amoroso, probabilmente destinato a un giovane amico che ne aveva fatto richiesta allo scrittore  ormai anziano, perfettamente padrone dei vari codici della letteratura erotica. E forse anche conscio che per lui il passaggio dalla teoria alla pratica era ormai superato per motivi banalmente anagrafici. Ma queste sono faccende che non riguardano la filologia.
Paolo Di Stefano, Svelato il mistero del codice: è Boccaccio, in “Corriere della Sera”, 23 giugno 2006.

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. L’argomento centrale dell’articolo è:

l’attribuzione a Giovanni Boccaccio di un antico manoscritto
    1. l’attribuzione a Boccaccio del “De Amore”, testo ritenuto di Andrea Cappellano
    2. il ruolo importante rivestito dall’indagine filologica
    3. il rinvenimento di un antico codice che ha per argomento temi amorosi

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Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Nel testo il filologo viene paragonato ad un detective perché:

anche la sua indagine può avere esiti imprevisti
    1. la sua ricerca deve essere metodica e puntuale
    2. il suo lavoro si basa su pochi indizi
    3. le sue scoperte sono quasi sempre casuali

 

  1. Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal testo?
    1. Valerio Massimo è un autore della letteratura latina
    2. Alcuni motivi ricorrenti nell’opera del Boccaccio compaiono anche nel codice Riccardiano
    3. Il mezzano d’amore è un tema caro al Boccaccio
    4. Il Contini si occupò del Fiore, attribuito da alcuni critici a Dante
  1. Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda.

L’espressione “la filologia richiede molta cautela e piedi di piombo” significa che:

in ambito filologico è importante procedere con cautela
    1. l’attività del filologo è faticosa come quella di chi trasporta carichi pesanti
    2. la filologia non consente di pervenire a scoperte indiscutibili
    3. la filologia può essere esercitata solo da chi è abile nell’analisi testuale
  1. Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal testo?
    1. Andrea Cappellano è uno scrittore francese
    2. Contini è un filologo
    3. Giovanni Boccaccio e ser Giovanni sono la stessa persona
    4. Boccaccio è morto dopo il 1370

 

In tutti i quesiti proposti la soluzione è la risposta alla lettera A) o con il numero 1)

 

 

Fonte: https://tfa.cineca.it/compiti/ A....pdf

Sito web da visitare: https://tfa.cineca.it/

Autore del testo: Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

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