Materie letterarie e latino domande e risposte

Materie letterarie e latino domande e risposte

 

 

 

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Materie letterarie e latino domande e risposte

Anno Accademico 2011/2012

 

  1. “Libera nos a Malo” è un’opera di:
    1. Luigi Meneghello
    2. Giuseppe Berto
    3. Paolo Volponi
    4. Elio Vittorini

 

  1. È l’autore di “Diceria dell’untore”:
    1. Gesualdo Bufalino
    2. Alessandro Manzoni
    3. Vincenzo Consolo
    4. Giovanni Testori
  1. È autore di “La beltà” (1968):
    1. Andrea Zanzotto
    2. Libero De Libero
    3. Leonardo Sinisgalli
    4. Edoardo Sanguineti

 

La tragedia “Adelchi” di Manzoni fu pubblicata la prima volta nel:

A)   1822
B)   1820
C)   1825
D)   1830

Che cosa si intende, in un testo letterario, per “variante”?

    1. Ogni soluzione espressiva, attestata dai codici, discordante dal testo definitivo licenziato dall’autore
    2. Ogni diversa redazione di un testo letterario, licenziata o non licenziata dall’autore
    3. Ogni sinonimo usato dall’autore per evitare ripetizioni
    4. Ogni scelta lessicale dell’autore discordante dall’uso comune

 

Qual è il rapporto tra personificazione e prosopopea?

    1. Sono sinonimi
    2. Sono antonimi
    3. Non vi è nessun rapporto
    4. Sono entrambe figure di ripetizione

È l’autore dei seguenti versi: «Bieca, o Morte, minacci? e in atto orrenda, / l’adunca falce a me brandisci innante? / Vibrala, su: me non vedrai tremante / pregarti mai, che il gran colpo sospenda.»

    1. Vittorio Alfieri
    2. Ugo Foscolo
    3. Giacomo Leopardi
    4. Giuseppe Parini

È l’autore dei seguenti versi: «Ma la vita mortal, poi che la bella / Giovinezza sparì, non si colora / D’altra luce giammai, né d’altra aurora. / Vedova è insino al fine; ed alla notte / Che l’altre etadi oscura, / Segno poser gli Dei la sepoltura.»

    1. Giacomo Leopardi
    2. Vincenzo Monti
    3. Aleardo Aleardi
    4. Alessandro Manzoni

 

È l’autore dei seguenti versi: «Meritamente, però ch’io potei / abbandonarti, or grido alle frementi / onde che batton l’alpi, e i pianti miei / sperdono sordi del Tirreno i venti.»

    1. Ugo Foscolo
    2. Torquato Tasso
    3. Ippolito Pindemonte
    4. Giosuè Carducci
  1. La “Vita nuova” di Dante termina:
    1. con l’affermazione di un proposito che sembra legare l’opera alla Commedia
    2. con una preghiera alla Vergine
    3. con la lode della Filosofia
    4. con una confessione autobiografica

 

È l’autore dei seguenti versi: «L’ordine donde il cosmo traeva nome è sciolto; / Le legioni celesti sono un groviglio di mostri, / L’universo ci assedia cieco, violento e strano. / Il sereno è cosparso d’orribili soli morti, / Sedimenti densissimi d’atomi stritolati.»

    1. Primo Levi
    2. Franco Fortini
    3. Giorgio Orelli
    4. Luciano Erba

È l’autore dei seguenti versi: «Cinto di fosche e tenebrose bende, / di nero manto e di funesto velo / veggio rotar per l’amoroso cielo / quel sol che solo i miei desiri accende.»

    1. Giovan Battista Marino
    2. Francesco Petrarca
    3. Buonaccorso da Montemagno il Giovane
    4. Giovanni Della Casa

 

Il metro tipico della poesia narrativa cavalleresca è l’ottava, che è una strofa composta da:

    1. otto endecasillabi, i primi sei a rima alternata, gli ultimi due a rima baciata
    2. otto endecasillabi, raggruppati a coppie a rima baciata
    3. otto ottonari, i primi sei a rima alternata, gli ultimi due a rima baciata
    4. otto endecasillabi a rima alternata
  1. Scrisse “Le cene”:
    1. Anton Francesco Grazzini detto il Lasca
    2. Agnolo Firenzuola
    3. Giovan Francesco Straparola
    4. Matteo Bandello

 

  1. Scrisse “Qualcosa era accaduto”:
    1. Dino Buzzati
    2. Luigi Pirandello
    3. Vitaliano Brancati
    4. Luigi Malerba

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Classe di Materie letterarie e latino nei licei e nell'istituto magistrale

 

 

Che cosa si intende per “monologo interiore”?

    1. Il succedersi dei pensieri, delle riflessioni, dei ricordi e degli stati d’animo di un personaggio così come si presentano alla coscienza individuale senza rispettare alcun ordine cronologico e attraverso sequenze di periodi dalla sintassi irregolare e frammentata
    2. La trascrizione in forma dialogica del “flusso di coscienza”
    3. L’autoanalisi delle più intime emozioni compiuta da un personaggio
    4. Un discorso indiretto qualsiasi, privato del verbo reggente e della congiunzione dichiarativa (“pensò che…”; “disse che...”)

Non è una raccolta poetica di Umberto Saba:

    1. Il seme del piangere
    2. L’amorosa spina
    3. Preludio e fughe
    4. Uccelli

 

  1. “Stella variabile” (1979 - 1981) è una raccolta poetica di:
    1. Vittorio Sereni
    2. Antonio Porta
    3. Carlo Betocchi
    4. Sandro Penna

Dopo la battaglia di Cheronea nel 338 a.C., Filippo II di Macedonia impose agli sconfitti l’adesione alla Lega:

    1. corinzia
    2. etolica
    3. achea
    4. beotica

 

La Colonna traiana fu innalzata per celebrare la conquista della:

    1. Dacia
    2. Persia
    3. Bitinia
    4. Cilicia

Con l’espressione “operazione Barbarossa” si intende:

    1. l’operazione militare con cui i tedeschi invasero l’URSS durante la seconda guerra mondiale
    2. l’operazione militare con cui i sovietici invasero la Polonia durante la seconda guerra mondiale
    3. l’operazione diplomatica che sancì il patto tra sovietici e tedeschi per l’invasione della Polonia
    4. l’operazione militare con cui i sovietici invasero la Germania del Terzo Reich

 

Federico Barbarossa ed i rappresentanti della Lega Lombarda sottoscrissero nel 1183 la pace di:

    1. Costanza
    2. Basilea
    3. Ratisbona
    4. Torino

La battaglia di Lepanto fu combattuta nel:

A)   1571
B)    1561
C)    1551
D)   1581


La Costituzione degli USA entrò in vigore nel:

A)   1789
B)    1787
C)    1790
D)   1791

Luigi XVI fu ghigliottinato nel gennaio del:

A)   1793
B)    1792
C)    1794
D)   1791

Giuseppe Mazzini fondò la “Giovine Europa” nel:

A)   1834
B)    1835
C)    1836
D)   1833

Alla morte di Cavour, divenne Presidente del Consiglio dei ministri, il 12 giugno 1861:

    1. Bettino Ricasoli
    2. Urbano Rattazzi
    3. Marco Minghetti
    4. Alfonso La Marmora

 

L’isola di Favignana fa parte dell’arcipelago:

    1. delle Egadi
    2. delle Pelagie
    3. Toscano
    4. Campano

L’antico regno del Siam oggi si chiama:

    1. Thailandia
    2. Cina
    3. Vietnam
    4. Cambogia

 

Non confina con il Mali:

    1. Nigeria
    2. Niger
    3. Algeria
    4. Senegal

Non confina con il Colorado (USA):

    1. Tennessee
    2. Utah
    3. Arizona
    4. Nuovo Messico

 

I paesi che compongono il c.d. “BRIC” sono:

    1. Brasile, Russia, India, Cina
    2. Belgio, Romania, Italia, Canada
    3. Brasile, Romania, Italia, Cina
    4. Belgio, Russia, India, Canada

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Quale tra le seguenti è l’espressione latina corretta per l’italiano “dico che sarete lodati”?

    1. Dico vos laudatum iri
    2. Dico vos laudatos iri
    3. Dico vos laudaturos iri
    4. Dico vos laudaturum iri

Nella frase “pectora pectoribus rumpunt” è presente:

    1. un poliptoto
    2. un polisindeto
    3. una prosopopea
    4. una polisemia

 

Nella frase “Caesar pontem faciendum curat” è presente:

    1. un gerundivo predicativo dell’oggetto
    2. un gerundivo predicativo del soggetto
    3. un gerundivo attributivo
    4. un gerundio con valore finale

Quale delle seguenti commedie non è di Terenzio?

    1. Casina
    2. Andria
    3. Eunuchus
    4. Phormio

 

Quali sono i titoli delle praetextae attribuite a Nevio?

    1. Romulus sive lupus e Clastidium
    2. Bellum Poenicum e Equos Troianus
    3. Bellum Poenicum e Hector proficisciens
    4. Romulus sive lupus e Iphigenia

In quale opera troviamo l’imperatore Domiziano che convoca i suoi consiglieri per decidere su come cucinare un grosso pesce?

    1. In una satira di Giovenale
    2. In un epigramma di Marziale
    3. Negli Annales di Tacito
    4. In una lettera di Plinio il Giovane

 

La storia della matrona di Efeso, raccontata da Eumolpo nel Satyricon, si trova anche in:

    1. Fedro
    2. Orazio
    3. Persio
    4. Giovenale

«… neque viri, nisi ita morata civitas fuisset, neque mores, nisi hi viri praefuissent, aut fundare aut tam diu tenere potuissent tantam et tam fuse lateque imperantem rem publicam …»

Che tipo di periodo ipotetico è presente in questo breve passo ciceroniano?

    1. Indipendente dell’irrealtà (III tipo)
    2. Indipendente della possibilità (II tipo)
    3. Dipendente della possibilità (II tipo)
    4. Dipendente dell’irrealtà (III tipo)

Gli Annali di Tacito trattano di avvenimenti che vanno:

    1. dalla morte di Augusto a quella di Nerone
    2. dal regno di Caligola a quello di Claudio
    3. dalla fondazione di Roma alla fine della res publica
    4. dal regno di Claudio a quello di Nerone
  1. In quale metro è composto il seguente verso “Vivamus, mea Lesbia, atque amemus”?
    1. Endecasillabo falecio
    2. Trimetro giambico scazonte
    3. Esametro
    4. Endecasillabo saffico

 

  1. Di quale autore latino Quintiliano condanna lo stile con la seguente espressione: “Si rerum pondera minutissimis sententiis non fregisset…”? (Institutio oratoria, XI, 130)
    1. Seneca
    2. Sallustio
    3. Livio
    4. Cicerone

Quale autore epico opera un rovesciamento polemico e antifrastico dell’Aeneis di Virgilio, sia nei temi che nella forma?

    1. Lucano nella Pharsalia o Bellum civile
    2. Stazio nella Thebais
    3. Valerio Flacco negli Argonautica
    4. Nevio nel Bellum Poenicum

 

Quale exemplum mitico di empietà è inserito da Lucrezio nel I libro del De rerum natura?

    1. Il sacrificio di Ifigenia
    2. L’uccisione dei propri figli da parte di Medea
    3. La peste di Atene
    4. L’incesto fra Mirra e il padre
  1. Che cosa sostiene Tacito nel seguente passo (Historiae, I,1): «Postquam bellatum apud Actium atque omnem potentiam ad unum conferri pacis interfuit, magna illa ingenia cessere»
    1. Tacito sostiene che, benché il principato sia necessario per garantire la pace, è venuta meno per gli storici la libertà di parola rispetto al periodo precedente
    2. Tacito sostiene che l’avvento dell’unico principe ha favorito la ricerca della verità e la libertà di parola
    3. Tacito sostiene che, dopo la battaglia di Azio, è venuta meno la pace fra i Romani poiché il potere è passato nelle mani di uno solo, e la ricerca storiografica ne è rimasta gravemente danneggiata
    4. Tacito sostiene che, dopo la battaglia di Azio, si è instaurata la pace e gli ingegni migliori hanno potuto svolgere in sicurezza la propria ricerca storiografica

 

Qual è l’indicativo perfetto di sperno, is, ere?

    1. sprevi
    2. sperni
    3. spersi
    4. sprexi

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  1. Da quale opera latina è tratta l’espressione “Homo sum: humani nihil a me alienum puto”?
    1. È una citazione tratta dall’Heautontimorumenos di Terenzio e sintetizza il concetto di humanitas elaborato dal “circolo degli Scipioni”
    2. È una citazione dal De amicitia di Cicerone e sintetizza il pensiero dell’autore sulle relazioni umane, soprattutto fra i boni cives
    3. È una citazione tratta dalle Confessiones di Agostino ed esprime la visione dell’autore sulla centralità dell’uomo nel creato
    4. È una citazione tratta dalle Epistulae ad Lucilium di Seneca ed esprime il pensiero dell’autore sull’uguaglianza tra gli uomini e il suo rifiuto della schiavitù

“Marem” è l’accusativo singolare di un nome il cui nominativo è:

    1. Mas
    2. Mare
    3. Mars
    4. Mar

 

L’accusativo singolare del nome “scelus” è:

    1. Scelus
    2. Scelerem
    3. Scelum
    4. Scelerum

 

Testo 1
La struttura della commedia Così è se vi è pare diventa in tal modo bipartita. Da una parte la zona del Così è, che raccoglie tutte le caratteristiche della vecchia commedia borghese, con manifestazioni semicaricaturali che Pirandello utilizza da par suo, per antica e provata esperienza. È la zona della burocrazia provinciale, al cui culmine, dietro un coro di donne curiose assetate di notizie, sta l’autorità prefettizia che ha il dovere di saper tutto. «Il prefetto con la sua autorità potrebbe farci  sapere come stanno le cose...», esclama risentita una delle protagoniste che si sente defraudata del proprio diritto di appartenere alla zona dei «così è», della verità burocratica, difesa da un bello stuolo di pubblici ufficiali e di commissari. Essa rappresenta la vita sicura, tranquilla in cui tutto deve essere capito; e su tale istanza poggia le sue salde basi l’ordine costituito.
Dall’altra parte c’è il disordine, c’è come il senso di un «grave disastro»: la sciagura, la disgrazia, gli abiti a lutto, la pazzia, che quell’ordine respinge: un dolore impenetrabile di cui ignoriamo le cause. Come zampillano le domande pettegole delle donne curiose, le supposizioni, le ipotesi, le congetture! E come inciampa nel parlare il signor Ponza, mentre ripete «non riesco ad esprimermi!». Dietro quel suo «mondo d’amore chiuso» c’è l’afasia. E mentre quegli occhi chiedono pietà, assistiamo a una delle più intense espressioni del teatro pirandelliano: il «personaggio martirizzato». Sottoposto alla violenta e vile requisitoria borghese, ad un processo, ad una inquisizione, come se da una parte fossero i giudici e dall’altra uomini disarmati, investiti da una falsa luce che respingono, egli è «la vittima». E il palcoscenico diventa un poliziesco luogo di tortura, ove gli uni si fanno carnefici degli altri.
Di solito, in un palcoscenico diviso tra martiri e persecutori, tra detectives e indiziati, la vicenda si chiude con la vittoria degli uni sugli altri: con il ritrovamento della chiave dell’enigma, con la soluzione del caso clamoroso, con la vittoria della fedeltà burocratica e dell’umiltà impiegatizia. Preparando con la maggiore e raffinata astuzia la tecnica dell’attesa, Pirandello non ha alcuna intenzione di concludere, di soggiacere alla sorpresa dei fatti. La sorpresa è trasportata al di fuori dei fatti. Rientra nella grande ambizione pirandelliana: quella di far, per un attimo, per pochi secondi, diventare personaggio un assioma. Idolo o fantasma, chiusa nel suo manto nero, come officiante in un rito di antichi misteri, la verità non ha volto. Atto di fede, sfugge ai dati anagrafici.
Giovanni Macchia, Pirandello o la stanza della tortura, Mondadori, Milano 1988


Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Il sostantivo “afasia” significa:

    1. non poter parlare
    2. non poter costruire frasi
    3. non poter separare in fasi
    4. essere logorroico

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni è deducibile dal testo?

    1. Secondo Macchia la commedia di Pirandello è caratterizzata da manifestazioni caricaturali e dal disordine
    2. Secondo Macchia il signor Ponza è bugiardo
    3. Secondo Macchia Pirandello è favorevole alla tortura
    4. Secondo Macchia Pirandello è un autore surreale

 

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal testo?

    1. Così è se vi pare è una commedia poliziesca
    2. Pirandello non vuole far nascere la sorpresa dai fatti
    3. Il signor Ponza diviene vittima
    4. La verità burocratica sostiene l’ordine costituito

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Per Pirandello, secondo Macchia, la verità:

    1. non ha una identità precisa
    2. è legata alla religione
    3. è esprimibile solo dall’autorità
    4. è pietosa

 

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni è deducibile dal testo?

    1. Di solito a teatro gli indiziati sono sconfitti dagli investigatori
    2. Per Pirandello le donne sono pettegole
    3. Di norma Pirandello fa uso di personaggi semicaricaturali
    4. La commedia si chiude con il martirio del signor Ponza

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Testo 2

L’idea che esistano le razze è uno stereotipo tipico della civiltà occidentale. Esso nacque tanto tempo fa, in una stalla. Circa nove secoli fa, infatti, i normanni avevano impiantato in Italia meridionale dei famosi allevamenti di cavalli, che  chiamavano arazie. Proprio da questa parola è derivato il termine “razza”, che vuol dire, perciò, allevamento. Un animale è di razza quando ci dà la garanzia che tutti i suoi discendenti avranno sempre le stesse caratteristiche, quali il colore del pelo, l’altezza, la velocità, ecc. Queste caratteristiche si chiamano fenotipi (caratteri visibili); essi si possono effettivamente consolidare per gli animali e le piante.
Perciò, gli allevatori, con incroci ben azzeccati, riescono a produrre sempre nuove razze di cani e di canarini, o di rose e fagioli. Per gli esseri umani, invece, è inutile tentare di stabilizzare un numero di fenotipi sufficienti a costituire una razza, poiché il patrimonio genetico della specie umana è infinitamente più ricco di quello degli animali. I capelli o il colore della pelle, per esempio, sono solo due caratteri secondari rispetto a miliardi di altri caratteri decisivi, come il gruppo sanguigno, la resistenza a certe malattie, la capacità di digerire certi cibi ecc.
Selezionare una razza umana, dunque, è un’impresa così assurda che non passò mai per la testa degli allevatori medievali (e perché mai avrebbero dovuto considerare gli uomini alla stregua di bestie, e creare un popolo fatto di individui tutti uguali?). Il razzismo è un’idea moderna, che nacque proprio dalla paura e dalla diffidenza che i popoli dell’Europa occidentale provarono quando scoprirono, nei nuovi continenti, la grande varietà della specie umana.
Fino al Cinquecento, infatti, gli europei erano abituati a pensare che i popoli della Terra fossero unicamente cristiani, ebrei, arabi e neri africani, come leggevano nella Bibbia. Ma quando entrarono in contatto con i mille e mille popoli americani, africani, asiatici e oceanici, ciascuno straordinariamente differente dall’altro, furono costretti ad ammettere che il loro vecchio schema, così semplice e comodo, non funzionava più.
Perciò elaborarono una nuova teoria, il razzismo, appunto: l’umanità venne “divisa” in razze – bianchi, neri, rossi, olivastri, gialli – disposte in ordine gerarchico, con i bianchi europei in cima, in posizione dominante.
Il mondo risultò in questo modo più ordinato e questo ordine rassicurò gli europei, a scapito degli altri popoli. Nel Novecento, la biologia ha dimostrato che non esistono razze umane. E – come pure la storia – ha mostrato che gli esseri umani evolvono in continuazione, cioè cambiano a seconda dei tempi e dei luoghi, e non possono stabilizzarsi come gli animali. Se lo fanno, la loro cultura si fossilizza e, dopo un po’, decade e sparisce. Ma, come accadde per lo stereotipo dei nomadi presso i sumeri, le prove contrarie non hanno distrutto lo stereotipo della razza. Anzi, proprio nel nostro secolo esso è stato rivitalizzato con una violenza inaudita, producendo il più grande genocidio della storia. Ancora oggi esso continua a rassicurare quelli che ci credono.
Antonio Brusa, Le storie del mondo, le società preindustriali, vol.1, Bruno Mondadori, Milano 1999

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Secondo l’autore del testo il razzismo è un’idea nata:

    1. dopo il Cinquecento, quando gli europei entrarono in contatto con popoli molto diversi tra loro e da quelli fino ad allora conosciuti
    2. intorno all’anno Mille, quando i Normanni impiantarono nell’Italia meridionale alcuni allevamenti di cavalli
    3. nel Novecento, quando gli europei compresero che la razza bianca occupava una posizione dominante rispetto a tutte le altre razze umane
    4. nel Medioevo, quando gli allevatori riuscirono a produrre nuove razze di animali e piante mediante incroci ben azzeccati

 

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. L’autore riferisce che nel XX secolo lo stereotipo della razza:

    1. è presente e permea comportamenti ed azioni
    2. è meno vitale da quando la biologia ha dimostrato l’infondatezza del concetto di razza umana
    3. è stato avvalorato dalla biologia che ha dimostrato che le razze umane esistono
    4. è stato distrutto come accadde per lo stereotipo dei nomadi presso i sumeri

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Il sostantivo “stereotipo” significa:

    1. opinione rigidamente preconcetta e generalizzata
    2. dogma filosofico
    3. tesi storiografica
    4. convinzione personale

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda.

Gli europei si sentirono più al sicuro con la suddivisione in razze perché:

    1. occupavano una posizione di prestigio rispetto agli altri popoli
    2. si stabiliva che non era possibile creare nuove razze
    3. la suddivisione in razze era confermata anche dalla biologia
    4. la grande varietà della specie umana trovava così una spiegazione

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. L’espressione “si fossilizza” presente nel testo (in corsivo) significa:

    1. smette di evolversi e si irrigidisce
    2. smette di esplorare nuove terre e nuovi ambienti
    3. produce i fossili all’interno degli strati terrestri
    4. lascia un’impronta nella civiltà del tempo

 

In tutti i quesiti proposti la soluzione è la risposta alla lettera A) o con il numero 1)

 

Anno Accademico 2011/2012

 

  1. Carducci è l’autore di “La chiesa di Polenta”. In quale sua opera è contenuta questa poesia?
    1. Rime e ritmi
    2. Rime nuove
    3. Giambi ed epodi
    4. Levia gravia
  1. Scrisse il “Dialogo della salute”:
    1. Carlo Michelstaedter
    2. Giuseppe Prezzolini
    3. Giovanni Papini
    4. Scipio Slataper

 

  1. È l’autore di “Il resto di niente”:
    1. Enzo Striano
    2. Giuseppe Pontiggia
    3. Mario Tobino
    4. Antonio Pennacchi
  1. È l’autore di “Pesci rossi” (1920):
    1. Emilio Cecchi
    2. Carlo Dossi
    3. Vincenzo Cardarelli
    4. Antonio Baldini

 

  1. Scrisse la commedia “Clizia”:
    1. Machiavelli
    2. Ariosto
    3. Goldoni
    4. Aretino

Novella di Boccaccio non ambientata a Firenze:

    1. Frate Cipolla
    2. Guido Cavalcanti
    3. Cisti fornaio
    4. Calandrino

 

  1. Scrisse la poesia “Per la morte di un distruttore”:
    1. Gabriele d’Annunzio
    2. Giosue Carducci
    3. Giovanni Pascoli
    4. Ardengo Soffici

Non è una tragedia di Vittorio Alfieri:

    1. Tieste
    2. Agamennone
    3. Antigone
    4. Oreste
  1. Scrisse i “Versi a Dina”:
    1. Camillo Sbarbaro
    2. Eugenio Montale
    3. Giuseppe Ungaretti
    4. Umberto Saba

 

Il verso endecasillabo è obbligatoriamente accentato:

    1. sulla decima sillaba
    2. sulla ottava sillaba
    3. sulla terz’ultima sillaba
    4. sulla sesta sillaba

Relativamente all’organizzazione testuale la “Vita Nuova” di Dante Alighieri è:

    1. un prosimetro
    2. una antologia
    3. un diario
    4. un trattato

 

  1. Chi, nel carme “Dei sepolcri” del Foscolo (1807), “all’ombre cantò carme amoroso”?
    1. Cassandra
    2. Omero
    3. Talia
    4. Elettra
  1. Il romanzo “Il Gattopardo” fu pubblicato per la prima volta nel:

A)   1958
B)    1960
C)    1955
D)   1956

Con quale legge fu legalizzato il c.d. Secondo triumvirato (43 a.C.)?

    1. Lex Titia
    2. Lex Pedia
    3. Lex Roscia
    4. Lex Visellia

 

La legge elettorale detta “legge Acerbo” è del:

A)   1923
B)    1925
C)    1924
D)   1926

L’Editto di Nantes del 1598 fu revocato da Luigi XIV con l’Editto di Fontainebleau nel:

A)   1685
B)    1689
C)    1676
D)   1712


 

La c.d. “Notte dei lunghi coltelli” ebbe luogo in:

    1. Germania
    2. Austria
    3. Spagna
    4. Italia

Il Trattato di Portsmouth, a conclusione della guerra russo-giapponese, fu firmato nel:

A)   1905
B)    1904
C)    1906
D)   1907

Tra le 13 colonie americane che nel 1776 firmarono la dichiarazione di indipendenza non vi era lo Stato di:

    1. Louisiana
    2. Pennsylvania
    3. New Hampshire
    4. Rhode Island

 

Di quale Stato americano è capitale la città di Jackson?

    1. Mississippi
    2. Alabama
    3. Delaware
    4. Missouri

La capitale della Turingia (Land della Germania) è:

    1. Erfurt
    2. Hannover
    3. Wiesbaden
    4. Dresda

 

Non confina con la Thailandia:

    1. Vietnam
    2. Laos
    3. Cambogia
    4. Malesia

È posizionato a nord del Tropico del Cancro:

    1. Marocco
    2. Niger
    3. Ciad
    4. Burkina Faso

 

  1. Scegli il pronome corretto da inserire al posto dei puntini: “solet ......., cum aliquid furiose fecit, paenitere”
    1. se
    2. eum
    3. sibi
    4. me

Indica il testo latino corrispondente al seguente periodo italiano:

“Esortati i soldati, il console diede il segnale di battaglia”
    1. Hortatus milites, consul signum pugnae dedit
    2. Hortatos milites, consul signum pugnae dedit
    3. Militibus hortatis, consul signum pugnae dedit
    4. Hortans milites, consul signum pugnae dedit

Quale delle seguenti frasi latine corrisponde alla frase italiana

“Nel frattempo, Cleomene era già giunto alla riva”?
    1. Haec dum aguntur, iam Cleomenes ad litus pervenerat
    2. Haec dum agerentur, iam Cleomenes ad litus pervenerat
    3. Haec dum agebantur, iam Cleomenes ad litus pervenerat
    4. Haec dum acta erant, iam Cleomenes ad litus pervenerat

 

In quale delle seguenti coppie di parole è operante l’apofonia cosiddetta “indoeuropea” (operante anche nella lingua greca)?

    1. genus/gigno
    2. tango/attingo
    3. teneo/contineo
    4. salto/exsulto
  1. Nella frase “riserit aliquis fortasse” il verbo è un congiuntivo:
    1. potenziale
    2. dubitativo
    3. desiderativo
    4. irreale

 

In quale epoca si colloca Apuleio?

    1. II secolo d.C.
    2. I secolo a.C.
    3. II secolo a.C.
    4. III secolo d.C.
  1. “Et iam summa procul villarum culmina fumant / maioresque cadunt altis de montibus umbrae”. Questi due esametri chiudono:
    1. la prima Bucolica di Virgilio
    2. il libro degli Epodi di Orazio
    3. l’Eneide di Virgilio
    4. l’Ars amatoria di Ovidio

 

La seconda parte della parola italiana “lapicìda” è da ricollegare alla radice di:

    1. caedo
    2. cado
    3. cedo
    4. cieo
  1. “Patres conscripti legatos in Bithyniam miserunt, qui ab rege peterent, ne inimicissimum suum (sc. Hannibalem) secum haberet sibique dederet”. Quale dei tre riflessivi (suum, secum, sibi) presenti in questo breve passo si riferisce al soggetto della proposizione introdotta da “ne” (“ne … haberet ... dederet”)?
    1. secum
    2. suum
    3. sibi
    4. nessuno dei tre

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Classe di Materie letterarie, Latino e Greco nel Liceo classico

 

 

  1. Quale fenomeno è presente nell’espressione “urbem quam statuo vestra est” (Virgilio)?
    1. attrazione dell’antecedente nel caso del relativo
    2. attrazione del relativo nel caso dell’antecedente
    3. nesso relativo
    4. ellissi del soggetto della proposizione principale

 

  1. Nel “De lapsis” di Cipriano è affrontata la questione:
    1. dell’apostasia
    2. della vita monacale
    3. dei peccati
    4. dell’immortalità dell’anima
  1. Nelle sue “Satire” Persio:
    1. adopera l’esametro
    2. utilizza il senario giambico
    3. adotta il trimetro giambico scazonte
    4. torna alla varietà metrica dei primi libri delle satire di Lucilio

 

  1. Qual è la tesi di fondo del “de brevitate vitae” di Seneca?
    1. La vita non è breve di per sé, ma siamo noi che la rendiamo tale sprecandola
    2. Che la vita sia breve è un bene per l’uomo, in quanto essa è soprattutto dolore
    3. La vita è breve a causa della malignitas della natura nei confronti dell’uomo
    4. Il saggio deve abbreviare il corso della sua vita, ricorrendo al suicidio

Quale tra le seguenti tragedie di Ennio è considerata una “(fabula) praetexta”?

    1. Ambracia
    2. Alcmeo
    3. Andromacha
    4. Phoenix

 

La lingua greca ha conservato solo cinque degli otto casi del sistema “indoeuropeo”.

Quale caso della declinazione greca ha assorbito ed esprime le funzioni sintattiche dell’ablativo indoeuropeo (allontanamento, separazione etc.)?

    1. il genitivo, semplice e con preposizione
    2. il dativo, semplice e con preposizione
    3. il genitivo semplice
    4. il dativo semplice

Quali delle seguenti preposizioni può essere usata in greco solo con il caso genitivo?

    1. ἀπό
    2. µετά
    3. παρά
    4. πρός

 

  1. Πείσοµαι è forma di futuro dei verbi:
    1. πάσχω  e πείθω
    2. πάσχω  e πίπτω
    3. πείθω  e πετάννυµι
    4. πίπτω  e πετάννυµι

  1. Πέπληγα è il perfetto di:
    1. πλήσσω
    2. πλέκω
    3. πίµπληµι
    4. πλάσσω

Quale delle seguenti forme verbali non è riconducibile a λαµβάνω?

    1. λάµψαι
    2. λάβω
    3. λάβοιεν
    4. λαβέτω

 

Quale evento storico è rielaborato da Bacchilide in forma di leggenda nell’Epinicio III

(composto per la vittoria olimpica di Ierone del 468 a.C.)?

    1. La sconfitta di Creso re di Lidia ad opera di Ciro re di Persia
    2. La vittoria dei Greci contro i Persiani a Maratona
    3. L’eroica resistenza alle Termopili degli Spartani comandati da Leonida
    4. La vittoria ateniese contro i Persiani nella battaglia navale di Salamina

Definisci morfologicamente la forma verbale ἀπήγαγε:

    1. indicativo aoristo raddoppiato
    2. piuccheperfetto
    3. imperfetto
    4. indicativo perfetto atematico

 

  1. Che forma verbale è ἐρασθεῖσα?
    1. Participio aoristo passivo
    2. Participio aoristo medio
    3. Participio presente attivo
    4. Participio presente medio-passivo

A che cosa fa riferimento la qualifica di poeta φιλοκερδής attribuita a Simonide?

    1. Al compenso che richiedeva ai committenti per i suoi componimenti
    2. Alla sua amicizia con aristocratici e tiranni
    3. Alla sua particolare abilità come compositore di lamenti funebri
    4. Alle sue celebrazioni delle vittorie greche contro i Persiani

 

Negli “Erga” Esiodo racconta di aver vinto una gara poetica:

    1. a Calcide in Eubea
    2. ad Eretria in Eubea
    3. a Cuma eolica
    4. ad Ascra in Beozia
  1. Νείλου µὲν αἵδε καλλιπάρθενοι ῥοαί, / ὃς ἀντὶ δίας ψακάδος Αἰγύπτου πέδον / λευκῆς τακείσης χιόνος ὑγραίνει γύας. Con questi versi si apre una tragedia di Euripide. Quale?
    1. Elena
    2. Ifigenia in Tauride
    3. Oreste
    4. Fenicie

 

A quale personaggio fa riferimento Zeus all’inizio del concilio degli dèi che apre l’Odissea?

    1. A Egisto, ucciso da Oreste per vendicare il padre
    2. A Ulisse, trattenuto da Calipso contro la sua volontà
    3. A Telemaco, che è stato mandato da Atena alla ricerca del padre
    4. A Penelope, insidiata dai Proci nella reggia di Itaca

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  1. Secondo la legge del “πάθει µάθος”, espressa nella parodo dell’Agamennone:
    1. la sofferenza è fonte di conoscenza
    2. per l’uomo è possibile solo la sofferenza, non la conoscenza
    3. la conoscenza e la sofferenza si escludono a vicenda
    4. la conoscenza è fonte di sofferenza

 

Testo 1
Henry Blodget guardò l’orologio da polso: erano le due del mattino. Angosciato, chiuse di colpo il libro di testo sul quale aveva studiato e lasciò che la testa gli cadesse sulla scrivania. Non avrebbe mai superato l’esame del giorno seguente: più studiava la geometria, meno ci capiva qualcosa. La matematica in genere gli era sempre riuscita difficile, ma stava scoprendo che gli era addirittura impossibile capire la geometria.
Se fosse stato bocciato, aveva chiuso con l’università: nei primi due anni era già stato bocciato in altri tre esami, e secondo il regolamento dell’università un’altra bocciatura avrebbe significato la sua automatica espulsione.
Desiderava ardentemente la laurea, poiché gli sarebbe stata indispensabile nella carriera che si era scelto. Ormai, solo un miracolo poteva salvarlo.
Si rizzò all’improvviso, colpito da un’idea: perché non tentare con la magia? Si era sempre interessato di occultismo. Sui libri aveva spesso letto le semplici istruzioni necessarie per evocare un demone e costringerlo ad obbedire alla propria volontà. Fino ad allora l’aveva sempre considerata una cosa un po’ rischiosa, e quindi non ci aveva mai provato, ma quella era un’emergenza, e valeva la  pena correre un piccolo rischio. Solo grazie alla magia nera avrebbe potuto diventare da un minuto all’altro un esperto di geometria.
Prese dallo scaffale il miglior testo sulla magia nera, trovò la pagina che gli serviva e si rinfrescò la memoria leggendo le poche cose che avrebbe dovuto fare.
Sgombrò con entusiasmo il pavimento spingendo i mobili contro i muri, tracciò col gesso un pentagono sul tappeto e vi entrò. Pronunciò poi gli incantesimi.
Il demone era decisamente più orribile di quanto si aspettasse, ma raccolse il coraggio e cominciò ad esporre il proprio problema.

  1. Non sono mai stato bravo in geometria…- cominciò.
  2. L’avevo intuito,- disse con gioia sadica il demone.

E con un sorriso di fiamma lo ghermì attraverso le linee di gesso dell’inutile esagono che Henry aveva disegnato per errore, invece del pentagono che l’avrebbe protetto.
Fredric Brown, Tutti i racconti, Mondadori, Milano 1992.

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda.  Perché Henry Blodget era angosciato?

    1. Superare l’esame di geometria era la sua ultima possibilità di restare all’università, ma sentiva che non ce l’avrebbe fatta
    2. Era tardi e molto stanco per studiare
    3. Non riusciva a capire la geometria
    4. La matematica era per lui molto difficile

 

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda.  Che cosa fa Henry Blodget?

    1. Decide di evocare un demone
    2. Si mette a studiare forsennatamente
    3. Tenta di superare la difficoltà affidandosi alla magia bianca
    4. Disegna un pentagono

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Cosa desiderava ardentemente il protagonista?

    1. Laurearsi per intraprendere la carriera scelta
    2. Comprendere la geometria
    3. Superare l’esame
    4. Utilizzare la magia

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Perché il demone rispose con gioia sadica?

    1. Il ragazzo era per lui una facile preda
    2. Sapeva bene che il ragazzo non conosceva la geometria
    3. Era felice di essere stato evocato
    4. Era pronto ad aiutare il ragazzo

 

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Quale può essere il significato complessivo del racconto?

    1. La rovina si abbatte sugli uomini che agiscono da stolti, divenendo essi stessi artefici della propria cattiva sorte
    2. La magia nera provoca soltanto rischi letali
    3. Lo studio va affrontato seriamente
    4. Se non si capisce la geometria, è meglio smettere di studiare

 

Testo 2
L’attività scientifica, in quanto attività umana, è soggetta alla legge etica: la scienza non è un assoluto a cui tutto deve essere subordinato ed eventualmente sacrificato, compresa la dignità dell’uomo. Oggi chiunque abbia a cuore il destino dell’umanità - credente o non credente - è preoccupato per questa «riduzione» e per questa subordinazione dei valori umani alla logica scientifica. Basti pensare al problema ecologico o al problema dell’energia nucleare.
La vera questione, oggi più che mai, è di integrare la scienza all’interno di una cultura autenticamente umanistica. In questo senso si è parlato di
«retroguardia», in riferimento alle persone che ne rivendicano l’autonomia. Si può comprendere quindi che  i  «no» a certe  sperimentazioni  e a certe tecniche riproduttive sono in realtà un «sì» detto all’uomo, una testimonianza per la dignità e la salvezza dell’uomo  stesso.
Vari sono stati i tentativi di ricercare una soluzione ai problemi etici posti dalla ricerca biologica; tra questi il moltiplicarsi  di comitati  etici  nominati dai governi con il compito di proporre normative che garantiscano la sicurezza dei laboratori e di costruire la nuova etica della nuova tecnica. Ma come costruire un’ etica se manca una misura oggettiva riconosciuta da  tutti?
Il mondo scientifico sembra in effetti percorso da un’ondata di interrogativi e di dibattiti sul ruolo della  conoscenza.
Il relativismo della scienza porta alcuni studiosi e filosofi ad auspicare che si impongano alla ricerca dei limiti ispirati  a criteri  etici: essi  sostengono che la conoscenza scientifica avrebbe varcato una soglia qualitativa con il progresso delle biotecnologie che consentono all’uomo di intervenire sulla propria definizione, e dubitano che i controlli sulle applicazioni delle scoperte scientifiche siano efficaci e sufficienti a prevenire quello che ritengono un grave pericolo per l’uomo e per la natura.
La conoscenza è per definizione un bene - forse il bene primario dell’uomo – perché senza di essa non vi possono essere le  altre  libertà fondamentali alle quali ci si appella di continuo. Omettere una premessa del genere costituisce una negligenza grave e potenzialmente pericolosa.      Il rischio che grava sull’integrità del proprio patrimonio genetico va ben oltre il diritto all’integrità fisica. I primi a preoccuparsi di questi problemi sono stati gli stessi biologi che, in tempi in cui altri non erano in grado di intravedere pericoli per incompetenza o insipienza, hanno costituito appositi gruppi di lavoro e stilato una prima serie di canoni di comportamento. È bene sottolineare che, anche in questo caso, se da  un  lato  esistono possibilità di impiego non accettabili e riprovevoli, è anche vero che la disponibilità di queste tecniche di manipolazione genetica offre all’umanità un numero ancora imprevedibile di opportunità di indagine in medicina e in biologia, nella produzione agro- alimentare e nella terapia  di affezioni altrimenti incurabili.
Per limitarci soltanto alle malattie di tipo ereditario, si deve ricordare che sono circa 2000 quelle che affliggono gli esseri umani. [...   ]
Il problema reale - lo ribadisco - non riguarda i poteri ed i rischi connessi alla conoscenza, ma al suo cattivo impiego. Si tratta di un dilemma che è sempre stato presente nella storia dell’umanità. Oggi è più sentito perché è in diretto rapporto al progresso della scienza. È sulla classe politica e su tutti coloro che hanno potere decisionale che si debbono puntare gli occhi di chi ha a cuore i nuovi diritti dell’uomo.
Non ci risulta che nel passato, né tanto meno nel presente, la «gestione» di questo prodotto sia stata sotto il controllo diretto degli scienziati.    Anche nel caso più clamoroso di impiego della conoscenza per scopi di distruzione - come nella messa a punto della bomba atomica - il reale  potere decisionale è sempre stato saldamente nelle mani dei politici ai vertici di democrazie o di regimi  totalitari.
Difendere la scienza e le sue conquiste non significa porsi come difensori di ufficio degli scienziati, tra i quali, necessariamente, esistono individui ambigui o senza scrupoli esattamente come nelle altre professioni. Dovere della società moderna è quello di continuare a perseguire la conoscenza del mondo che ci circonda e di noi stessi e di porre sotto controllo, a doppia mandata, tutti coloro, compresi gli stessi scienziati, che siano nella posizione di utilizzare quelle  conoscenze.
Oggi si impone l’enunciazione di regolamenti o leggi che non ledano, né interferiscano con i differenti credo religiosi, ma determinino una  gerarchia di valori e principi accettati universalmente per la salvaguardia del genere umano. Lo scienziato, con la sua specifica competenza, può fornire un apporto essenziale all’elaborazione di un nuovo codice di comportamento   etico-sociale.
Rita Levi Montalcini, Abbi il coraggio di conoscere, Rizzoli, Milano 2004

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Che cosa intende l’autrice con l’espressione “legge etica”?

    1. Una legge della morale
    2. Una legge dello Stato
    3. Una legge religiosa
    4. Una legge della scienza

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Classe di Materie letterarie, Latino e Greco nel Liceo classico

 

 

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Rita Levi Montalcini ritiene che:

    1. è necessario vigilare sull’applicazione delle scoperte scientifiche
    2. la scienza non deve sottostare al controllo di nessuna istituzione
    3. il progresso delle biotecnologie può essere posto sotto controllo, purché gli scienziati acconsentano
    4. la conoscenza scientifica, e in particolare le biotecnologie, devono subire una drastica limitazione

 

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda.

In quale rapporto devono stare invece, secondo l’autrice, la cultura umanistica e la scienza?

    1. Devono integrarsi
    2. Devono essere autonome
    3. Devono essere in rapporto di dipendenza
    4. Devono essere in conflitto tra loro

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda.

In mancanza di una normativa precisa, chi si è adoperato per la definizione di canoni di comportamento?

    1. I biologi
    2. I governi
    3. La Chiesa
    4. L’Onu

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda.

Perché alcuni scienziati e filosofi auspicano che si impongano alla ricerca scientifica limiti ispirati a criteri etici?

    1. Perché dubitano dell’efficacia dei controlli sulle applicazioni delle scoperte scientifiche realizzate nel settore delle biotecnologie
    2. Perché temono l’ignoto
    3. Perché temono che siano messi in discussione i fondamenti della religione
    4. Perché dubitano della capacità dei governi di provvedere alla salvaguardia dell’umanità

In tutti i quesiti proposti la soluzione è la risposta alla lettera A) o con il numero 1)

 

Fonte: https://tfa.cineca.it/compiti/ A....pdf

Sito web da visitare: https://tfa.cineca.it/

Autore del testo: Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

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