Storia dell' arte domande e risposte

Storia dell' arte domande e risposte

 

 

 

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Storia dell' arte domande e risposte

Anno Accademico 2011/2012

 

L’opistodomos negli edifici di culto dorici era collocato:

    1. nella facciata posteriore, in simmetria con il pronaos
    2. all'interno del naos
    3. sul lato sinistro del colonnato
    4. sul lato destro del colonnato

Il Kylix è:

    1. una coppa ampia e non profonda, con piede sottile e due anse orizzontali
    2. piccolo vaso per l’olio
    3. piccolo vaso per unguenti e profumi
    4. grande recipiente per mescolare acqua e vino

 

La Tomba Regolini-Galassi si trova a:

    1. Cerveteri
    2. Veio
    3. Tarquinia
    4. Vulci

La statua bronzea dell’Arringatore - 100 circa a.C. - si trova:

    1. nel Museo Archeologico di Firenze
    2. nel Museo dei Conservatori a Roma
    3. nel Museo di Villa Giulia a Roma
    4. nel Museo Nazionale di Napoli

 

Il tempio della Concordia ad Agrigento - V sec. a.C. - è:

    1. periptero con pronaos e opistodomos
    2. diptero con pronaos e opistodomos
    3. prostilo
    4. anfiprostilo

La Cista Ficoroni - Museo Naz. Di Villa Giulia, Roma - è:

    1. un recipiente cilindrico in bronzo cesellato del IV sec. a.C.
    2. un braccialetto decorato a sbalzo del VII/VI sec. a.C.
    3. un grande cratere a figure rosse del V sec. a.C.
    4. un grande contenitore per liquidi - III sec. a.C.

 

Nell’Anfiteatro Flavio di Roma:

    1. l’ordine delle semicolonne varia nei piani in successione
    2. tutte le semicolonne sono di ordine tuscanico/dorico
    3. tutte le semicolonne sono di ordine ionico
    4. tutte le semicolonne sono di ordine corinzio

Nella fascia figurata della colonna di Traiano sono rappresentati episodi:

    1. della I e II guerra contro i Daci
    2. della I guerra contro i Daci
    3. della II guerra contro i Daci
    4. della III guerra contro i Daci

L’Augusto di Prima Porta:

    1. è una statua di marmo conservata ai Musei Vaticani
    2. è una statua di bronzo conservata ai Musei Capitolini
    3. è una statua di marmo conservata al Museo nazionale romano
    4. è una statua di bronzo conservata nell’area archeologica della Villa di Livia

 

Arcosolio è:

    1. un tipico sepolcro catacombale
    2. un caratteristico ingresso alle Catacombe
    3. una costruzione votiva in onore dei primi martiri cristiani
    4. un comune arco di passaggio

Il deambulatorio nelle chiese romaniche e gotiche era:

    1. un corridoio che prolungava le navate laterali alle spalle del coro
    2. il chiostro ove i monaci camminavano meditando e pregando
    3. il luogo ove sostavano i catecumeni
    4. il sagrato davanti alla chiesa

 

L’altare di Vuolvinio (835 d.C., Milano, Sant’Ambrogio) è costituito da:

    1. lamine d’oro, d’argento, gemme e smalti
    2. formelle in marmi pregiati policromi
    3. riquadri di cipresso con episodi biblici
    4. formelle in bronzo dorato con episodi della vita di Sant’Ambrogio

Nella porta di San Zeno a Verona (metà XI sec.) sono rappresentate:

    1. storie del Vecchio, del Nuovo Testamento e della vita di San Zeno
    2. vicende della vita di San Zeno
    3. storie di vita locale
    4. le opere di misericordia

 

Nel mosaico del catino absidale del Duomo di Cefalù (XII sec.) è rappresentato:

    1. il Cristo pantocrator
    2. la Vergine col bambino
    3. l’incoronazione di Maria
    4. la Croce gemmata

Il Battistero di Parma è opera di:

    1. Benedetto Antelami
    2. Lanfranco
    3. Arnolfo di Cambio
    4. Lorenzo Maitani

 

Il pulpito del Duomo di Pisa è stato realizzato da:

    1. Giovanni Pisano
    2. Nicola e Giovanni Pisano
    3. Tino di Camaino
    4. Andrea da Pontedera

 

Nel retro della pala con La Maestà della Madonna (Museo dell’Opera del Duomo, Siena) è rappresentata:

    1. la Passione
    2. la vita di Maria
    3. la vita di Gesù
    4. la vita di San Bernardino

Il progetto per la piazza di Pienza è di:

    1. Bernardo Rossellino
    2. Filippo Brunelleschi
    3. Leon Battista Alberti
    4. Michelozzo

 

La Sagrestia vecchia di San Lorenzo, Firenze, è opera di:

    1. Filippo Brunelleschi
    2. Michelangelo Buonarroti
    3. Donatello
    4. Jacopo della Quercia

A metà del XV sec. il beato Angelico affresca la Cappella Niccolina:

    1. nei Palazzi vaticani a Roma
    2. nel Convento di San Marco a Firenze
    3. nel Convento di Santa Maria sopra Minerva a Roma
    4. nella Chiesa di Santa Trinità a Firenze

 

Il monumento equestre a Giovanni Acuto in Santa Maria del Fiore a Firenze è:

    1. un affresco a chiaroscuro
    2. una scultura in bronzo
    3. un bassorilievo in marmo
    4. un dipinto su tavola

Il polittico della Misericordia di Piero della Francesca (Sansepolcro - Pinacoteca comunale) è formato da:

    1. 23 riquadri
    2. 10 riquadri
    3. 8 riquadri
    4. 4 riquadri

 

Il ritratto di Federico da Montefeltro, eseguito da Piero della Francesca, si trova:

    1. negli Uffizi a Firenze
    2. nella Galleria Nazionale delle Marche - Urbino
    3. a Brera, Milano
    4. nella Pinacoteca comunale di Sansepolcro

Il David in bronzo di Andrea del Verrocchio è conservato:

    1. al Museo del Bargello a Firenze
    2. alla Galleria dell’Accademia a Firenze
    3. a Palazzo Vecchio, Firenze
    4. ad Orsanmichele, Firenze

Il ritratto di Ginevra di Leonardo da Vinci è conservato:

    1. alla National Gallery, Washington
    2. agli Uffizi, Firenze
    3. al Museo dell’Ermitage, Leningrado
    4. alla Pinacoteca Vaticana, Roma

 

Il Palazzo ducale di Urbino è opera di:

    1. Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini
    2. Pisanello
    3. Antonio da Montefeltro
    4. Francesco Laurana

La decorazione ad affresco della Cappella di San Brizio - Duomo di Orvieto - è opera di:

    1. Luca Signorelli
    2. Andrea Mantegna
    3. Pinturicchio
    4. Pietro Perugino

 

Nella “Morte della Madonna” (Museo del Prado, Madrid) Mantegna ha inserito un paesaggio. Si tratta:

    1. della laguna mantovana
    2. della laguna veneziana
    3. del lago di Garda
    4. della città di Ferrara

Nel “San Girolamo nello studio”, (Londra, National Gallery) Antonello da Messina rappresenta il santo:

    1. al suo scrittoio in un grandioso ambiente
    2. in una cella monastica circondato dai libri
    3. intento alla meditazione in una grotta
    4. in uno spazio aperto immerso nella comprensione dei testi sacri

 

Il Cristo benedicente di Giovanni Bellini (Louvre, Parigi):

    1. ha in una mano un libro chiuso e con l’altra benedice
    2. ha in una mano un libro aperto e con l’altra benedice
    3. non ha nulla nelle mani e benedice con la mano destra
    4. fa un ampio gesto di benedizione con le due mani

“La sepoltura di Cristo” di Raffaello Sanzio - proveniente dalla chiesa di San Francesco al Prato, Perugia - si trova:

    1. nella Galleria Borghese, Roma
    2. nella Galleria nazionale dell’Umbria, Perugia
    3. agli Uffizi, Firenze
    4. nella Pinacoteca Vaticana

 

Gli affreschi di Raffaello “La disputa del Sacramento” e la “Scuola di Atene” nei palazzi vaticani, si trovano:

    1. ambedue nella stanza della Segnatura
    2. il primo nella stanza della Segnatura e il secondo nella stanza di Eliodoro
    3. ambedue nella stanza di Eliodoro
    4. ambedue nella stanza di Costantino

“La conversione di San Paolo” e “La crocifissione di San Pietro” sono due affreschi di Michelangelo in Vaticano e si trovano:

    1. nella Cappella Paolina
    2. nelle Stanze dell’appartamento Borgia
    3. nella Cappella Sistina
    4. nella Basilica di San Pietro

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Classe di Storia dell’arte

 

 

Il progetto di sistemazione prospettica e monumentale della piazza del Campidoglio a Roma è opera di:

    1. Michelangelo Buonarroti
    2. Donato Bramante
    3. Raffaello Sanzio
    4. Pietro da Cortona

 

Nella pala d’altare della “Madonna di Castelfranco” Giorgione porta alcuni elementi di assoluta novità:

    1. sostituzione di uno sfondo absidale con un paesaggio
    2. eliminazione delle figure di santi intorno alla Madonna
    3. inserimento di santi non aureolati
    4. superamento dell’immagine liturgica della Madonna

Il progetto degli Uffizi (XVI sec.) è opera di:

    1. Giorgio Vasari
    2. Bartolomeo Ammannati
    3. Bernardo Buontalenti
    4. Federico Zuccari

 

Fra il 1676 e il 1679 fu affrescata la volta della chiesa del Gesù a Roma con la rappresentazione del “Trionfo del nome di Gesù” da:

    1. Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccio
    2. Andrea Pozzo
    3. Pietro da Cortona
    4. Taddeo Zuccari

Gli affreschi della Galleria di Palazzo Farnese a Roma sono opera di:

    1. Annibale Carracci
    2. Taddeo Zuccari
    3. Andrea Pozzo
    4. Pietro da Cortona

 

Nella “Cena in Emmaus” di Caravaggio, conservata a Londra, è rappresentato anche un:

    1. oste
    2. biscazziere
    3. gabelliere
    4. guardiano

Nella chiesa dei Santi Apostoli a Roma si trova il monumento funebre realizzato da Antonio Canova per:

    1. Clemente XIV
    2. Maria Cristina d’Austria
    3. Clemente XIII
    4. Vittorio Alfieri

 

“La casa dell’impiccato”, olio su tela (Parigi, Museo d’Orsay), è opera di:

    1. Paul Cézanne
    2. Claude Monet
    3. Edgar Degas
    4. Camille Pissarro

Il cloisonnisme è una delle forme espressive di:

    1. Paul Gauguin
    2. Vincent Van Gogh
    3. Georges-Pierre Seurat
    4. Paul Signac

Casa Milà di Antoni Gaudì a Barcellona è:

    1. un condominio
    2. un convento
    3. un istituto militare
    4. un parco giochi

 

Gli Espressionisti francesi erano detti “fauves”:

    1. per l’uso particolare del colore
    2. per le scelte iconografiche
    3. per l’atmosfera selvaggia della loro vita
    4. per i titoli di alcune opere

Dada voleva:

    1. creare un’anti-arte
    2. rinnovare i valori borghesi
    3. riunire elementi culturali eterogenei
    4. realizzare la forma ideale dell’espressione artistica

 

“Guernica”, la grande opera di Picasso, dedicata al paese raso al suolo dai tedeschi durante la  guerra civile spagnola:

    1. è un olio su tela
    2. è un olio su tavola
    3. è un affresco
    4. è una tecnica mista

Il primo Manifesto del Surrealismo (1924) riconosce:

    1. l’importanza della dimensione onirica, dell’automatismo psichico e della casualità
    2. il controllo razionale della creatività
    3. la necessità dell’impiego delle metodologie e tecniche tradizionali
    4. la contrapposizione con la produzione letteraria

 

Le porte bronzee del Duomo di Orvieto sono opera di:

    1. Emilio Greco
    2. Lorenzo Maitani
    3. Giacomo Manzù
    4. Marino Marini

La Piramide nella Cour Napoléon del Louvre è stata realizzata da:

    1. Ieoh Ming Pei
    2. Renzo Piano
    3. Aldo Rossi
    4. Jean Nouvel

 

In quale città italiana l’architetto statunitense Richard Meier alcuni anni fa ha realizzato la chiesa  di un quartiere di periferia, dedicata a “Dio padre misericordioso”?

    1. Roma
    2. Milano
    3. Napoli
    4. Palermo

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Classe di Storia dell’arte

 

Testo 1

Ogni poesia, anche la più legata a temi quotidiani e specifici, contiene una sua visione del mondo. La poesia leopardiana la contiene per gran parte non solo in questo modo implicito, ma in un modo più diretto ed esplicito: in quanto il suo stesso oggetto è dato dall’enunciazione  di  una  visione  del  mondo.  Ho  detto:  per  gran  parte;  mi  riferisco  propriamente  alle  canzoni  dette appunto
«filosofiche» (dall’Angelo Mai alla Primavera, all’Inno ai Patriarchi ecc.), ai canti napoletani (dalle due «sepolcrali» alla Ginestra),  e tra gli stessi canti pisano-recanatesi a una lirica come il Canto notturno, che nei suoi modi programmaticamente ‘elementari’ ed affabili è una meditazione distesa sulla condizione umana, anzi sulla condizione di tutti i viventi. Ma a ben guardare, le stesse poesie che sembrano ispirarsi a soggetti più circoscritti (sin dai loro titoli: La sera del dì di festa, La vita solitaria, Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, II sabato del villaggio ecc.) non possono considerarsi delle descrizioni di occasionali stati d’animo:  ciascuna dotata di una sua fragrante carica evocativa, esse rinviano nel loro insieme a una leopardiana «scienza dell’animo umano» (Zib., p.
53) che costituisce la base stessa (o, se si preferisce, il corollario antropologico) di quella generale visione del mondo che è l’oggetto delle altre liriche. Se ogni poesia è a suo modo un atto conoscitivo, quella leopardiana è un atto conoscitivo di primo grado. È perciò che per nessun altro poeta più che per Leopardi è pertinente il richiamo ai suoi scritti riflessivi e speculativi. E non è da dire che queste riflessioni siano sempre a monte delle varie rappresentazioni poetiche: il rapporto tra le une e le altre si configura spesso in Leopardi secondo un ordine cronologicamente inverso. Così l’idea di un infinito che l’uomo si finge nel pensiero partendo da condizioni reali di pura indefinitezza fu prima svolta nel supremo «idillio» del ’19, poi analizzata per pagine e pagine dello Zibaldone. Anche un concetto capitale, come quello di una Natura creatrice-distruttrice degli individui per la pura perpetuazione dell’esistenza, ebbe la sua prima formulazione in sede poetica, pur se fuori dai Canti: ossia nell’operetta Dialogo della Natura e di  un Islandese. Tra poesia e meditazione c’è dunque per Leopardi un continuo scambio, una vera e propria simbiosi. Su questa via  anzi Leopardi, partito da posizioni di radicale dissociazione tra filosofare e poetare, arrivò a sostenere l’idea di una analogia di fondo tra il grande filosofo e il grande poeta, in quanto entrambi capaci di «scoprire i rapporti delle cose, anche i menomi, e più lontani, anche delle cose cha paiono le meno analoghe» (Zib., 7 settembre 1821: p. 1650).
Luigi Blasucci, I titoli dei “Canti” ed altri studi leopardiani, Marsilio, Venezia 2011.

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Ogni poesia contiene una visione del mondo:

    1. anche se tratta di temi quotidiani e specifici
    2. perché tratta temi quotidiani e specifici
    3. purché tratti di temi quotidiani e specifici
    4. a meno che non tratti di temi quotidiani e specifici

 

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Con “corollario antropologico” l’autore intende:

    1. proposizioni riguardanti la natura umana dedotte come conseguenza logica della visione del mondo leopardiana
    2. proposizioni riguardanti la natura delle cose dedotte come conseguenza logica della visione del mondo leopardiana
    3. affermazioni relative alla natura umana dimostrate come vere contro le diverse obiezioni mosse alla teoria leopardiana
    4. affermazioni relative ai problemi della società dimostrate come vere contro eventuali obiezioni mosse alla teoria leopardiana

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda.

La poesia leopardiana è un atto conoscitivo di primo grado perché:

    1. esplicita o evoca una visione del mondo
    2. propone concetti tipici della filosofia illuministica
    3. esplicita una visione pessimistica dell’uomo
    4. rinuncia ad una visione del mondo

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda.

Quale delle seguenti affermazioni può considerarsi corretta sulla base della tesi dell’autore?

    1. Gli scritti teorici leopardiani possono anticipare o seguire le idee espresse in poesia
    2. Gli scritti teorici leopardiani anticipano le idee espresse in poesia
    3. Gli scritti teorici leopardiani non hanno alcun legame con le idee espresse in poesia
    4. Gli scritti teorici leopardiani seguono sempre l’enunciazione poetica delle idee

Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda.

L’autore del brano basa le proprie argomentazioni su una lettura di tipo:

    1. critico-analitico
    2. psicoanalitico
    3. retorico-stilistico
    4. sociologico

 

Testo 2

Fu solo nel corso del Settecento che le cose iniziarono a cambiare. Le molte, orribili miserie causate in Europa dai conflitti di religione portarono alcuni uomini a riflettere: è davvero così determinante a quale articolo del catechismo si creda? Non è più importante che uno sia buono e onesto? Non sarebbe meglio se gli uomini riuscissero ad andare d'accordo, anche quelli che hanno opinioni e fedi diverse? Se si rispettassero a vicenda e tollerassero le convinzioni del prossimo? Fu proprio questo il primo e più importante principio che venne allora formulato: il principio di tolleranza. La differenza di opinioni, così dicevano i sostenitori di questa tesi, può esserci solo nelle questioni di fede. Ma sul fatto che 2 + 2 = 4 sono d'accordo tutti gli esseri umani ragionevoli. E perciò è la ragione (o il buon senso, come anche si diceva) ciò che potrebbe  e dovrebbe unire tutti gli uomini. Nel regno della ragione si può litigare a suon di motivazioni cercando di convincere l'avversario, ma la fede dell'altro, che è al di là della razionalità, va solo rispettata e tollerata.
Per queste persone dunque la seconda cosa più importante era la ragione: il pensare in modo chiaro e razionale sugli uomini e la natura. Conferme di ciò poterono tornare a trovarne nelle opere degli antichi greci e romani e in quelle dei fiorentini del tempo del Rinascimento. Soprattutto nelle opere di uomini d'intelletto come Galileo Galilei, che erano andati alla ricerca di formule matematiche con cui spiegare la natura. In cose come quelle non c'erano differenze di fede. C'erano solo tentativi e prove. La ragione stabiliva così come era fatta la natura e che cosa succedeva nell'universo. La ragione, che è data allo stesso modo a tutti gli uomini: ricchi e poveri, bianchi, gialli o rossi. Ma visto che la ragione è data in ugual misura a tutti gli uomini, allora tutti gli uomini valgono allo stesso modo, continuava il ragionamento. Tu sai che questo  era anche l'insegnamento del cristianesimo: davanti a Dio tutti gli uomini sono uguali. Ma i predicatori della tolleranza e della ragione andarono oltre: non si limitarono a sostenere che fondamentalmente tutti gli uomini sono uguali, ma chiesero anche che tutti venissero trattati allo stesso modo. Che tutti gli uomini, in quanto esseri creati da Dio e dotati di ragione, avessero dei diritti che niente e nessuno poteva negare: il diritto di scegliere la propria professione e di decidere della propria vita e il diritto di fare o non fare ciò che la ragione e la coscienza dicevano loro.[...]
Tutti questi pensieri, che dopo il Settecento si diffusero prima in Inghilterra e poi in Francia, vengono chiamati “Illuminismo”, perché combattevano con i lumi della ragione l'oscurità delle superstizioni.
E.H. Gombrich, Breve storia del mondo, Salani, Firenze 1989.

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal testo?

    1. Il principio di tolleranza è incompatibile con il Cristianesimo
    2. L’Illuminismo si formò in Inghilterra
    3. Gli Illuministi combattevano le superstizioni
    4. Galileo Galilei fu uno scienziato

 

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal testo?

    1. La ragione è nemica della fede
    2. Si può essere insieme predicatori della tolleranza e della ragione
    3. Ci sono diritti inalienabili
    4. La fede è al di là della razionalità

Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Classe di Storia dell’arte

 

 

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Secondo l’autore, da che cosa scaturì la riflessione nel Settecento?

    1. Dalla miseria causata dalle guerre di religione
    2. Dai conflitti tra i regnanti
    3. Da discordie civili
    4. Dall’intolleranza

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Secondo l’Illuminismo:

    1. tutti gli uomini possiedono la ragione
    2. pochi uomini possiedono la ragione
    3. tutti gli uomini, tranne le donne, possiedono la ragione
    4. soltanto gli uomini di fede possiedono la ragione

 

Con riferimento al Testo 2, rispondi alla seguente domanda. Nel testo si afferma che:

    1. l’illuminismo va oltre l’insegnamento del cristianesimo
    2. illuminismo e cristianesimo affermano gli stessi principi
    3. illuminismo e cristianesimo si contraddicono
    4. i principi del cristianesimo sono parzialmente in contrasto con quelli dell’illuminismo

In tutti i quesiti proposti la soluzione è la risposta alla lettera A) o con il numero 1)

 

 

Fonte: https://tfa.cineca.it/compiti/ A....pdf

Sito web da visitare: https://tfa.cineca.it/

Autore del testo: Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

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