Acqua fonte di vita

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Acqua fonte di vita

In generale la quantità di acqua sul nostro pianeta rimane la stessa e muta di stato attraverso il ciclo che la trasforma in liquido, vapore, ghiaccio.
L’acqua evapora per effetto del calore dei raggi del sole; forma le nuvole e ricade nuovamente sulla terra sotto forma di pioggia o neve; per vie sotterranee o seguendo il corso dei fiumi scorre verso i mari e riprende il suo ciclo.
Il 97,5% dell’acqua presente sul nostro pianeta è salata. Solo il 2,5% dell’acqua è dolce e si trova, per la maggior parte, sottoterra.
È poi da notare che l’irrisoria quantità localizzata in fiumi e laghi, e quindi potenzialmente disponibile, è distribuita in modo ineguale sulla superficie terrestre, infatti la maggior parte di essa è concentrato in alcuni bacini: in Siberia, nella regione dei Grandi Laghi in Nord America, nei laghi Tanganika, Vittoria e Malawi in Africa, mentre il 27% è costituita dai cinque più grandi sistemi fluviali: il Rio delle Amazzoni, il Gange con il Bramaputra, il Congo, lo Yangtze e l’Orinoco.

Perché si parla di crisi dell’acqua?

Macro numeri per descrivere la gravità della situazione

Alla fine del XX secolo erano circa 10.000 gli esseri umani a morire ogni giorno per mancanza di acqua potabile . Questo numero si triplica se si considera la mancanza di acqua potabile come concausa di morte. Le malattie legate alla mancanza di acqua potabile sono la dissenteria, il colera, il tifo ed molte altre malattie causate dalla presenza di microrganismi nell’acqua.
Oggi sono circa 1.400.000.000 le persone che nel mondo che non hanno accesso all’acqua potabile. Più di 2 miliardi di persone non godono di alcun sistema sanitario domestico, e una persona su 3 al mondo non beneficia di sistemi di depurazione delle acque usate .

Le città della grande povertà

Particolarmente grave è la situazione delle grandi città d’Asia, d’Africa e dell’America Latina (“le città della grande povertà”).
Tra il 1950 e il 1990 il numero delle città con più di 1 milione di abitanti è passato da 78 a 290, di cui 250 in Asia, Africa e America Latina. Esse saranno circa 650 nel 2025 di cui più o meno 600 nei paesi “sottosviluppati”.
L’acqua ha permesso di costruire le città. La penuria d’acqua e il suo cattivo uso le stanno privando di un futuro.
Il maggior problema di queste città è la sanità. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie diarroiche causate dall’acqua inquinata colpiscono circa 500 milioni di persone ogni anno e sono la causa principale dei decessi dei bambini al di sotto dei due anni.
Il rapido e massiccio aumento della popolazione e la mancanza di risorse sono la causa di tale flagello.
In particolare più aumentano i bisogni urbani in infrastrutture e servizi per l’acqua, per la sanità, per l’alloggio, per l’educazione e per le strade, meno fondi sono disponibili per investimenti di base in agricoltura. Ciò obbliga i cittadini a spendere di più per l’importazione di beni alimentari, impoverendosi ulteriormente. Questo spiega l’indebitamento crescente di tanti paesi poveri nei confronti dei paesi “sviluppati” e il circolo vizioso della povertà.

Quali sono le cause della crisi dell’acqua?

Le spiegazioni classiche

Grande disuguaglianza nella ripartizione naturale dell’acqua

Naturalmente l’acqua non è distribuita in maniera uniforme, anzi, basti pensare che in soli 9 paesi (tra cui Brasile, Russia, Cina, Canada, Indonesia, Stati Uniti, Sudafrica, ...) sono localizzate il 60% delle risorse naturali di acqua. Per ben 80 paesi al contrario si può parlare di stato di penuria. Particolarmente grave è la situazione in Africa del Nord e Medio Oriente.
Nonostante ciò anche dove l’acqua c’è si riscontrano sempre di più problemi di accesso alla risorsa acqua: California, Europa del Sud, Nord della Cina e Repubblica Sudafricana.

Sperperi

L’agricoltura mondiale assorbe in media il 70% dell’insieme dei prelievi d’acqua (raggiunge il 90% nei paesi sottosviluppati), l’industria preleva il 20%, mentre gli usi domestici il 10%. Nei paesi ricchi queste percentuali sono rispettivamente 40/40/20.
Gli sperperi nel prelievo sono notevoli:
I sistemi di irrigazione agricola – soprattutto quelli richiesti dall’agricoltura intensiva – perdono in media il 40% dell’acqua che consumano
Il 50 % dell’acqua trattata nel mondo è sprecato a causa delle perdite d’acqua nei sistemi di distribuzione.

Intensificazione dei processi di inquinamento e di contaminazione delle acque

Dovute:
All’utilizzazione massiccia di prodotti chimici e di materiali pesanti (nitrati, piombo, mercurio, arsenico, ecc…);
All’assenza di trattamento degli scarichi domestici e industriali che vanno, in gran parte, direttamente nelle acque dei fiumi e dei mari;
Allo sfruttamento sempre più in profondità delle falde freatiche (man mano che le acque di superficie e le falde più superficiali si inquinano, diventa necessario pompare le acque da falde sempre più profonde)
All’assenza di sistemi di depurazione delle acque usate per metà della popolazione mondiale;
Alla degradazione del suolo per disboscamento, per desertificazione;
Agli sconvolgimenti geologici che sono sempre meno “naturali”, come le piene e le inondazioni.

Crescita demografica

Tra 25 anni ci saranno 2 miliardi di persone in più sulla Terra. La maggior parte andranno a popolare le città della grande povertà.

Altre spiegazioni

Certo, non bisogna sottovalutare l’importanza delle ragione sopradette, ma in questi ultimi anni però si è cominciato a prendere coscienza dell’importanza di altre ragioni. Quali interessi di natura economica e politica alla base di mire egemoniche regionali sull’acqua e di strategie geopolitiche e geoeconomiche di tipo nazionalista.
Spesso infatti sono i conflitti di interesse e le strategie di potere che determinano la scarsità dell’acqua.
Un esempio anche se non tra i più gravi, ma sicuramente a noi più vicino, è quello della Sicilia: un’isola ricca di acqua, dove la scarsità è semplicemente un affare per i mafiosi.

I “signori della guerra”

Spesso situazioni conflitto, all’interno di uno stesso stato o tra stati diversi, producono come effetto la difficoltà di accesso all’acqua. Altre volte è proprio il controllo dell’acqua la causa del contendere .

I “signori del denaro”

Oggi va sempre più di moda il parlare dell’acqua come di una risorsa scarsa. Si dice che il problema è che l’acqua fino ad oggi è stata considerata un bene sociale e non un bene economico, una merce. Questa sarebbe l’origine di tutti gli sprechi.
Ovviamente considerare l’acqua come bene economico vuol dire trasformarla in un oggetto con il quale si possono fare soldi, tanti soldi. Tutti hanno bisogno di acqua, tutti devono comprarla. Da qui la grande corsa alle privatizzazioni dei servizi di potabilizzazione e distribuzione dell’acqua.
Questa meccanica va sotto il nome di “petrolizzazione” dell’acqua .
Leader nella distribuzione di acqua potabile sono due multinazionali francesi:
Vivendi (ex Générale des Eaux)
Ondeo (ex Lyonnaise des Eaux), filiale di Suez
Il grosso problema è che fare ricorso all’acqua non è una questione di scelta, come per moltissimi altri beni materiali.
L’acqua è un bene fondamentale per la vita è un bene irrinunciabile.
Assicurare a ogni persona e comunità umana l’accesso all’acqua, per il soddisfacimento dei bisogni vitali, rappresenta un dovere fondamentale per la società, qualunque sia il suo costo .

I “signori della tecnologia”

I costruttori di grandi dighe

Gli imbottigliatori di acqua
Leader nella distribuzione di acqua imbottigliata:
Danone
Nestlé

In Italia

Anche in Italia il problema dell’acqua esiste.
Basti pensare che mediamente ogni anno si perde ben il 30% di tutta l’acqua distribuita, a causa del cattivo stato di manutenzione delle condutture.

In Meridione – problema di quantità

In alcune regioni del Meridione l’accesso all’acqua potabile è razionato in alcuni periodi.
E questo non ha in alcun modo a che vedere con la “mancanza” di acqua, ma piuttosto con gli interessi di chi, grazie a questa scarsità indotta, riesce a fare molti buoni affari.

Al Nord – problema di qualità

Al Nord di acqua ce n’è in abbondanza, ma ormai quasi tutte le falde più superficiali sono inquinate a causa soprattutto di fertilizzanti e diserbanti usati in agricoltura intensiva.
Per questo motivo sono necessari degli impianti di depurazione per potabilizzare l’acqua prima che venga distribuita nella nostre case.
Milano inoltre è sede di un grande scandalo.
Dal 1976 – Legge Merli – vige l’obbligo per ogni comune di trattare le acque reflue (le acque di fognatura) prima di reimmeterle nell’ambiente. Ebbene, il comune di Milano, nonostante faccia regolarmente pagare questo servizio ai suoi cittadini, non prevede alcun trattamento delle acque reflue, immettendole direttamente nel fiume Lambro.


Tabella 1 - Da pag. 103 del Manifesto per l'acqua

Contratto Mondiale per l’Acqua

Storia

Per dare delle risposte a tutto quanto fin qui esposto, nel 1998 a Lisbona, a partire dal Gruppo di Lisbona e dalla Fondazione Mario Soares,  nasceva un Comitato Internazionale che ha elaborato una serie di proposte denominate “Contratto Mondiale per l’acqua”.
In seguito sono nati comitati nazionali in diversi paesi, tra cui figura anche l’Italia.
In Italia l’organizzazione che per prima vi ha aderito e il CIPSI (Coordinamento di Iniziative popolari di sviluppo), che in realtà è un coordinamento di ONG. Altri aderenti sono Legambiente, Movimento Consumatori, Forum Ambientalista, per fare alcuni nomi più conosciuti.

Principio fondatore

L’acqua è un bene vitale patrimoniale comune a livello mondiale.

Finalità principali

Accesso di base per tutti, per ogni essere umano e per ogni comunità umana.
In particolare si definisce accesso base, la quota minima per la sopravvivenza sia a livello individuale che di comunità.
L’uso che eccede tale quota sarà possibile solo se si tratta di uso sostenibile della risorsa acqua, in caso contrario sarà semplicemente illegale.
Gestione solidale e sostenibile dell’acqua, cioè la gestione della risorsa acqua deve tenere conto delle altre comunità umane della popolazione mondiale, delle generazioni future e dell’ecosistema terra.

Obiettivi prioritari del Manifesto italiano

Mettere la politica dell’acqua ai primi posti dell’agenda politica italiana
Sensibilizzare la coscienza pubblica su questi temi
Applicare il principio della presa in carico da parte della collettività del finanziamento dei costi relativi al diritto di accesso per tutti i cittadini a 40 litri d’acqua di qualità sufficiente, al giorno per persona, per usi domestici.

Gli obiettivi di UnAltroMondo Onlus

In Italia

Raccogliere le firme, che saranno consegnate al Comitato Italiano per il Contratto Mondiale per l’acqua
Sensibilizzare l’opinione pubblica, informando e coinvolgendo tutte le persone con cui entriamo in contatto, sia nella promozione della campagna che nella raccolta firme.

In Mali

Mettere in moto campagne di informazione sui pericoli dell’uso di acqua non potabile e su come rendere potabile l’acqua disponibile sul posto
Mettere in moto progetti per la bonifica dei pozzi
Sostenere piccole comunità locali affinché si possano allacciare agli acquedotti, dove questi esistano.

 

Pag. 19 del Manifesto dell’Acqua

Pag. 20 del Manifesto dell’Acqua

Pag. 32 e 33 del Manifesto dell’Acqua

Pag. 41 e 42 del Manifesto dell’Acqua

Pag. 42 del Manifesto dell’Acqua

Pag. 43 del Manifesto dell’Acqua

Pag. 44 del Manifesto dell’Acqua

Pag. 44 e 45 del Manifesto dell’Acqua

Da Pag. 50 a pag. 60

Tabella pag. 52/53

Da pag. 61 a pag. 90

pag. 67

pag. 68

Da pag. 90 a pag. 97

pag. 125

pag. 125

 

Fonte: http://www.unaltromondo.it/images/download/dossier_sulla_crisi_dellacqua/00113_dossier_acqua.doc

Sito web da visitare: http://www.unaltromondo.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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