Cagliari

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Cagliari

uno sguardo alla storia
la capitale del Mediterraneo, la città del sole
 
CAGLIARI: città da scoprire! 

Cagliari, città di mare e di gente, di sole e di gabbiani: questo è ciò che si scopre camminando tra le salite e le discese, in una mattina soleggiata e respirando l'aria profumata di salsedine. Nei suoi abitanti s'intravede la storia, specchio della sua cultura e di tutta l'isola. 

Arroccata su sette colli calcarei, si distende lungo il Golfo degli Angeli per poi svilupparsi, soprattutto negli ultimi decenni, verso il Campidano, confinando con paesi e città limitrofe come Quartu S. Elena, Selargius, Monserrato e Quartucciu. La fisionomia della città, legata indissolubilmente al mare da cui ha tratto la sua ricchezza principale, non è mai cambiata radicalmente lungo il corso dei secoli, anche se oggi conosciamo una realtà urbanistica fatta di nuovi quartieri e di zone di periferia. Cagliari, metropoli della Sardegna, si conosce percorrendo il nuovo asse mediano o il lungomare del Poetto, attraversando lo stagno di Molentargius per poi arrivare a Quartu. 

Nata in epoca neolitica, assurge al ruolo di città durante il periodo di dominazione fenicio-punica, elevandosi al rango d'importante crocevia di traffici mercantili per la sua felice posizione al centro del Mediterraneo. Le zone abitate si estendevano dal promontorio di Sant'Elia, in cui sorgeva un piccolo villaggio di salinieri e pescatori, fino agli insediamenti più ricchi presso lo Stagno di Santa Gilla e la zona limitrofa di Sant'Avendrace. Nei pressi sorgeva la necropoli di Tuvixeddu, interamente scavata nella roccia calcarea, ed in cui sono stati ritrovati numerosi reperti, per lo più ceramici, ora conservati all'interno del Museo Archeologico presso la Cittadella dei Musei. Al centro dei due poli, nell'odierna Via Roma, era situato il porto e un fiorente mercato dal quale si sviluppava un villaggio di mercanti e pescatori, che delineava la zona in cui sarebbe sorto il Quartiere della Marina, anticamente chiamato La Pola.

Dalla dominazione romana
Dal 238 a.C., anno della I Guerra Punica, la Città passò sotto la dominazione romana, divenendo fulcro d'irradiazione della cultura latina in Sardegna. La Marina, secondo quanto è testimoniato dai reperti rinvenuti nello scavo di Sant'Eulalia, continuò a rappresentare la zona più vitale, in cui avvenivano scambi commerciali di grande importanza per lo sviluppo socio-economico della Sardegna. Cagliari, vera e propria città romana, conteneva un complesso d'abitazioni di prestigio come la Villa di Tigellio, e aveva vita autonoma e attiva, come dimostra il grande anfiteatro, datato tra il I e II sec., che ancora oggi è sede della Stagione Estiva, promossa dalla Fondazione del Teatro Lirico, e d'altri eventi culturali e di spettacolo dell'estate cagliaritana. 

Con l'avvento del Cristianesimo, la città si conferma come porta d'accesso del nuovo Vangelo, divulgato dai vescovi africani. È testimoniata a Cagliari la presenza di grandi personalità come Sant'Agostino, di cui erano conservate le spoglie nell'omonima chiesa in Largo Carlo Felice, restaurata recentemente.
Dopo un periodo di dominazione Vandala e varie vicissitudini, la città tornò a far parte dell'Impero Bizantino, che lasciò ampia autonomia all'isola, permettendo l'instaurarsi dei Giudicati locali, a partire dal IX-X secolo d.C. La sede del potere Giudicale si spostò a Sant'Igia, nella zona dello stagno di Santa Gilla, perché le coste erano meno sicure per la decadenza delle fortificazioni del quartiere della Marina e per le frequenti incursioni musulmane.

Con la decadenza del Giudicato Cagliaritano, a partire dal 1250 circa, Pisa riuscì ad instaurare il suo predominio sulla città, acquistando il promontorio di Castello e modellando l'assetto amministrativo e giudiziario sulla base del Comune Toscano. Castello fu interamente cinto di mura, isolandolo dal resto della città e divenendo sede degli uffici pubblici e dimora dei cittadini pisani. Successivamente furono circondati da mura anche gli altri quartieri storici: Marina, Stampace e Villanova. 

 

      Bonifacio VIII creò i presupposti per la fine del predominio pisano con l'Atto d'infeudazione del 1287, che donava il Regno di Sardegna e Corsica a Giacomo II, re Aragonese. La conquista Aragonese iniziò dal 1323, anno in cui gli Spagnoli posero la loro roccaforte sul colle di Bonaria. Sebbene i Pisani avessero provveduto a un' ulteriore fortificazione delle mura di Castello con la costruzione delle torri di San Pancrazio e dell'Elefante, ancora oggi visitabili, e delle due torri, oggi perse, del Leone e dell'Aquila, gli Aragonesi ebbero la meglio nel 1326.

Durante la dominazione Catalano-Aragonese, Cagliari continuò ad avere una certa autonomia che le permise la formazione di gremi. Si instaurò a Cagliari anche una comunità israelitica, nei pressi del Bastione di Santa Croce, dalla quale deriva il nome del Ghetto degli Ebrei, in cui oggi si allestiscono interessanti eventi culturali. Con l'unificazione delle due corone, Castigliana e Aragonese, si entrò in una fase più autoritaria del Governo Spagnolo lasciando meno spazio alle autonomie e locali e creando malcontento nella popolazione.
La situazione della Sardegna, e di conseguenza di Cagliari si mantenne pressoché inalterata fino alle guerre di successione spagnole che si conclusero con il trattato di Utrecht del 1717. 

Dai Savoia a oggi
Dopo un breve periodo di dominazione austriaca, la Sardegna venne ceduta ai Savoia, tramite il trattato di Londra del 1718. Vittorio Amedeo II di Savoia divenne re di Sardegna, prendendo una terra cristallizzata da secoli di dominazione spagnola. Durante la dominazione piemontese vennero attuate opere urbanistiche che interessarono l'intervento di architetti militari, dato che Cagliari era considerata città fortificata. Si diede comunque ampio spazio anche alle opere architettoniche civili: fu ampliato il Collegio di Santa Croce e ristrutturato Palazzo Viceregio, si intervenne in un nuovo progetto per il colle di Bonaria e furono ristrutturate e rese attive le Saline.
Dopo l'unità d'Italia, Cagliari venne definitivamente tolta dal novero delle Città Fortificate, e questo permise, tramite due piani regolatori redatti da Gaetano Cima, di adattare l'ordito urbano alle esigenze di uno sviluppo che andasse al di là delle antiche cinte murarie dei quartieri storici. A partire dalla legge del 1881, vennero smantellate le cinta murarie di Marina, Villanova e Stampace, e si posero le basi per il nuovo Palazzo Comunale costruito, a partire dal 1899 a ridosso del Porto, in pietra calcarea, seguendo lo stile new-gotic e liberty. 
Nel 1886 venne costruito il Mercato Civico di Largo Carlo Felice, demolito nel 1957, al centro del quale troneggia la Statua di Carlo Felice. Via Roma venne trasformata in un salotto con vista a mare per la costruzione dei portici e dei bei palazzi, frequentati dai Cagliaritani per trovare ristoro nelle serate. Nacque anche il Bastione di Sant Remy, che con la sua passeggiata coperta e il terrapieno fu a lungo luogo di ritrovo per la società cittadina. Prima della seconda guerra la città era sede anche di una vita culturale molto attiva grazie anche a due teatri all'avanguardia: il Civico, distrutto dai bombardamenti, e il Politeama Margherita, che sorgeva dove odiernamente si trova l'omonimo Hotel.
La risurrezione di Cagliari dopo la seconda guerra, e soprattutto dopo i bombardamenti del 1943, ha il sapore di riscatto e d'orgoglio. Non solo rinacque la vecchia Cagliari ma si espanse, ospitando tanta gente che dai paesi, non solo vicini, si trasferiva nella città per trovare lavoro e instaurare nuove attività economiche: è questo il caso di tante trattorie e ristoranti sorti nelle strade dietro via Roma. 

La città in cui tutti si conoscevano è divenuta metropoli, basti pensare che il 50% delle case sono state edificate tra 1951 e il 1971. Sono sorti nuovi quartieri lungo le direttrici di Via Dante, viale Diaz e via Is Mirrionis. La forte espansione residenziale e commerciale hanno dato una fisionomia nuova ma ancora non comprensibile totalmente perché non si è giunti a una attuazione chiara del progetto urbanistico.

 Osservando Cagliari dal mare, rimane tuttavia la suggestione di entrare all'interno di una città scenografica, facile da vedere per l'immediatezza dei panorami, e molteplice nel continuo variare dei punti di vista.

 

Il sapore africano delle palme e del giallo calcareo viene stemperato da un architettura marcatamente occidentale, proprio il connubio di caratteri così distanti, rende la città unica nella sua molteplicità. 

 

Fonte: http://www.cagliari-donbosco.it/objects/Pagina_salva.asp?ID=62

Sito web da visitare: http://www.cagliari-donbosco.it

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