Argentina

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Argentina

L’Argentina, pur essendo un paese con un’importante produzione di energia (gas, petrolio, idroelettricitá, biocombustibili e nucleare), potenzialmente in grado di soddisfare la propria domanda ed anche – parzialmente - le necessitá dei paesi confinanti (Cile, Brasile, Uruguay), dal 2004 si trova in una situazione di difficoltá per assicurarsi la copertura minima del fabbisogno interno e degli impegni contrattuali con l’estero.
La situazione del paese oggi è complessa e per capirla bisogna risalire alle riforme attuate a partire dagli inizi degli anni ’90.  
Un profondo processo di riforma del ruolo pubblico nell’economia fu attuato dal governo Menem tra il 1990 e il 1998, con lo scopo di correggere squilibri fiscali, deficit della bilancia dei pagamenti ed iperinflazione. In ambito energetico, in particolare, furono promulgate due leggi-quadro (“Marcos Regulatorios”) per permettere la partecipazione dei privati nella generazione, trasporto, distribuzione e commercializzazione dell’energia. Lo Stato assunse una funzione di sorveglianza e gestione delle tariffe al consumo.
Durante i primi anni della trasformazione aumentarono i flussi di investimento provenienti dall’estero, soprattutto dagli Stati Uniti, Spagna, Francia e Italia e contestualmente si osservó anche un aumento dell’offerta e della produttivitá in quasi tutti i settori privatizzati, con benefici per i consumatori.
La libera disponibilità di petrolio e gas e l’accesso a riserve con esplorazioni a basso costo costituirono per le imprese l’inizio di un’attività redditizia; tuttavia, né le riserve di gas né quelle di petrolio aumentarono al ritmo della produzione, così come diminuirono le missioni di esplorazione e scoperta di nuovi pozzi.
La crescita continuò fino al biennio 1998-1999, quando l’afflusso di valuta straniera non fu piú sufficiente a compensare la bilancia dei pagamenti del paese. Ne scaturí una crisi politica e dopo dieci anni di convertibilità perfetta tra il peso e il dollaro, vi fu una drastica svalutazione. La nuova situazione economica e sociale comportó un cambio delle condizioni politico-economiche. Il 06.02.2002 fu emanata la Legge di Emergenza Economica 25.561 che, per il settore energetico, riformuló il quadro normativo del mercato dando prioritá alla fornitura del mercato interno e al contenimento dell’inflazione. Si procedette, quindi, al congelamento delle tariffe in valuta locale e all’avvio di un meccanismo di rinegoziazione dei contratti dei pubblici servizi.
Questi cambiamenti comportarono, negli anni successivi, degli effetti negativi: disincentivi per nuovi investimenti privati, un calo significativo della produzione e riserve di petrolio e gas, il deterioramento graduale dei saldi attivi della bilancia energetica dell’Argentina e distorsioni nei prezzi relativi del gas ed altri combustibili. Il settore energetico, gestito dai privati, dovettero adattarsi alla nuova situazione; dopo la svalutazione, quasi tutte le imprese, indebitate in dollari ai tempi della convertibilitá, continuarono a percepire le loro entrate in pesos a prezzi bloccati, subendo consistenti perdite (in alcuni casi sino al fallimento).
Il primo governo Kirchner (2003) ristabilí l’importanza del ruolo dello Stato anche nel settore energetico: furono riformulati i contratti con le imprese private e varato un piano energetico che prevedeva la fondazione di una nuova societá statale, l’ENARSA (Energía Argentina Sociedad Anónima) detenuta oggi per il 53% dallo Stato, per il 12% dalle Province argentine, mentre il restante 35% è privato. Sono state emanate leggi per limitare l’esportazione di gas, mentre le importazioni sono state aumentate attraverso accordi con la Bolivia e il Venezuela.

Attualmente la composizione della matrice energetica del paese è nettamente sbilanciata sul versante degli idrocarburi, con il gas che incide per il 52%, mentre il petrolio conta per il 33%. Seguono a grande distanza  il nucleare e l’idroelettrico, entrambi con il 4%, i biocombustibili al 3% ed il carbone per  all’1%.

Produzione e riserve di idrocarburi

 

Unitá

Anno 2003

Anno 2012

Variazione %

Petrolio

 

 

 

 

Riserve effettive di petrolio(1)

MMm³

448

393,9

-12,1%

Produzione di petrolio

MMm³/anno

42,9

33,0

-23,1%

Relazione R/P di petrolio

Anni

10,4

11,9

14,4%

 

 

 

 

 

Gas naturale

 

 

 

 

Riserve effettive di gas(1)

MMMm³

664

332,4

-50%

Produzione di gas

MMMm³/anno

51

44,1

-13,6%

Relazione R/P di gas

Anni

13

7,5

-42,4%

Fonte:Secretaría de Energía
(1)Riserve effettive all’1 Gennaio 2003 e all’1 Gennaio 2012

La caduta della produzione di idrocarburi – come si evince dal quadro riassuntivo - negli ultimi anni è avvenuta contestualmente ad un aumento della domanda interna, trainata dalla forte crescita economica a partire dal 2003. Ciò ha reso necessario incrementare le importazioni di gas naturale e petrolio e nel 2011 l’Argentina è diventata importatore netto di idrocarburi.
Le cause della diminuzione produttiva sono da ricercare nel decremento delle riserve, in quanto le politiche attuate dagli ultimi governi hanno limitato le attivitá di esplorazione primaria, concentrando gli investimenti nelle aree a basso rischio per estrarre idrocarburi tradizionali da pozzi maturi e poco si è investito nelle nuove fonti non convenzionali, come lo shale gas e lo shale oil, sui quali oggi invece si intende puntare per recuperare gradualmente l'autosufficienza energetica.
A questo proposito il 18 febbraio u.s., la compagnia petrolifera nazionale YPF ha firmato un MOU con l'azienda statale malese Petronas, finalizzato a promuovere studi tecnici di fattibilita' nel bacino di Vaca Muerta per lo sviluppo di un progetto d'esplorazione congiunto e la successiva conclusione di un accordo d'investimento.
L'interesse della compagnia malese rappresenta una pagina importante nella strategia di YPF, sommandosi agli accordi gia' raggiunti nel 2013 con le americane Chevron, per 1.240 milioni di USD, e Dow Chemical per 188 milioni di USD, di cui 120 a carico di Dow, e con la holding locale Pampa per 151 milioni di USD. Da menzionare inoltre il contestuale (febbraio 2014) acquisto da parte di YPF degli asset in Patagonia della compagnia petrolifera americana Apache (per 800 milioni di USD) e la parallela cessione alla compagnia locale Petroplus di una vasta superficie nel bacino di Vaca Muerta, (per 217 milioni di USD) che la aggiunge al novero delle compagnie interessate all'esplorazione del bacino, il quale ha una superficie pari a quella del Belgio e ospita le seconde riserve mondiali di shale gas e le quarte di shale oil.

Gas
Una caratteristica importante del settore energetico argentino è che la produzione e il consumo di gas coprono la metá del fabbisogno energetico totale. Nel decennio 2003-2013, mentre la domanda interna di gas è cresciuta costantemente (circa 25%) la produzione interna è diminuita di circa il 18% nel medesimo periodo.
Meno di un terzo del gas naturale consumato in Argentina è utilizzato per generare elettricità, mentre il settore industriale e quello residenziale rappresentano circa il 40% della domanda totale. (dati Istituto Argentino di Energia). Il gas naturale è inoltre utilizzato nel settore dei trasporti, con parte dei veicoli in circolazione alimentati a gas naturale compresso.  
Il settore del gas naturale in Argentina è diviso in tre segmenti: produzione, trasporto e distribuzione. In seguito alle privatizzazioni degli anni ’90, il settore della produzione primaria è passata a poche societá di origine straniera: la francese Total, presente in Argentina con la Total Austral S.A., è attualmente il maggiore produttore del paese, seguita dalla argentina YPF e dalla argentina-cinese Pan American Energy.

 

Quote di mercato dei principali produttori di gas in Argentina
2012

  

 


1) Total Austral (francese)                 29,9%         4) Tecpetrol (italo-arg.)                    3,1%
2) YPF (arg.)                                        23,3%          5) Plus Petrol (argentina)                2,7%  
3) Pan American Energy (sinoarg.)   11,7%         6) Altri                                               29,3%
Fonte: dati IAPG

La gestione della rete di trasporto del gas dai pozzi ai centri di consumo è suddivisa in due societá: la TGN (zona Nord del paese) - consorzio tra la Tecpetrol (gruppo italiano Techint), il gruppo locale CGC e la francese Total - e la TGS (zona Sud del paese, possiede la linea di gasdotti piu’ lunga dell’America Latina), consorzio tra la brasiliana Petrobras e l’americana Enron Corp.
L’Argentina possiede quasi 20.000 miglia di gasdotti; nel giugno 2011 è stato inaugurato il gasdotto Juana Azurduy, che trasporta tra i 7 e i 13 milioni di metri cubi di gas al giorno dalla Bolivia all’Argentina e raggiungerà i 27,7 milioni di metri cubi entro il 2017.
La distribuzione domiciliaria del gas è suddivisa in 9 aree geografiche. Le principali societá operanti, con esclusivitá per area, sono la anglo-ispano-argentina Metrogas e la spagnola Gas Ban per l’area metropolitana del Gran Buenos Aires, l’italiana Camuzzi nelle province patagoniche (Camuzzi Gas del Sur S.A.) e in quella di Buenos Aires (Camuzzi Pampeana S.A.). L’Eni, tramite l’Italgas, detiene il 44,1% della Distribuidora de Gas del Centro, che opera nelle aree di Córdoba, Catamarca e la Rioja, e il 45,60% della Distribuidora de Gas Cuyana, che opera nelle aree di Mendoza, San Juan e San Luis (in entrambi i casi in società con E.On España).
Il settore è gestito dal Ministerio de Planificación Federal, Inversión Pública y Servicios (Minplan), la cui Secretaría  de Energía approva le tariffe degli operatori privati ed emette le autorizzazioni per la realizzazione di opere pubbliche relative al settore; il Minplan controlla inoltre l’ENARGAS, che vigila sulla produzione e distribuzione del gas.
Per permettere lo sfruttamento di idrocarburi non tradizionali e per stimolare la produzione e gli investimenti privati, il governo ha lanciato il programma Gas Plus nel 2008, che prevede la commercializzazione di gas non convenzionale solo nel mercato nazionale ad un prezzo di vendita superiore a quello tradizionale.
Più della metà della produzione di gas naturale deriva dal bacino di Neuquén, nella cui provincia sono stati recentemente scoperti anche importanti giacimenti di shale gas, tight sand gas e shale oil. La scoperta colloca l’Argentina al terzo posto nel mondo per dotazione di idrocarburi non convenzionali, dopo Cina e Stati Uniti. In particolare, il giacimento gasifero di Loma La Lata, sempre nella provincia di Neuquén, ha piú della metá della disponibilitá totale del paese.

La mappa mostra i maggiori giacimenti di gas
naturale e di petrolio del paese.

  


Petrolio                                                                                                                     
L’Argentina è relativamente autosufficiente per quanto riguarda il greggio – con una produzione annua superiore ai 33 milioni di metri cubi (2012), ma importa alcuni derivati del petrolio.

Fuente: Secretaria de Energía & Instituto Argentino O&G

Due bacini, quelli di Neuquén e del Golfo San Jorge, producono circa l’80% del petrolio estratto nel paese. Il settore dell’estrazione è dominato dalla YPF che, grazie ai giacimenti di Neuquén, soddisfa oltre la metá della domanda interna. Le altre società con quote rilevanti nel settore della produzione petrolifera sono la Pan American Energy, Petrobras e l’americana Chevron Argentina. Come per il gas, il controllo del settore è affidato al Minplan, ed in particolare alla Secretaría de Energía. Sebbene i prezzi del petrolio non siano fissati da questi organi governativi, la necessitá del governo di mantenere l’inflazione sotto controllo comporta che gli aumenti dei prezzi dei derivati siano sottoposti ad una “autorizzazione” previa. Il governo, inoltre, gestisce i diritti alle esportazioni dei prodotti derivati dal petrolio ed eroga sussidi alla produzione, per sostenere l’offerta interna.
Una relativamente recente riforma normativa del settore prevede che le province abbiano la proprietá, il diritto di sfruttamento e la possibilitá di concedere a terzi i nuovi bacini on-shore. L’ENARSA, invece, possiede il diritto alla concessione per le operazioni off-shore. La stessa ha sottoscritto, finora, accordi con la YPF, la Petrobas Energia S.A e la Petrouruguay-EnapSipetrol Argentina S.A., costituendo tre consorzi per l’esplorazione e lo sfruttamento di tre aree della Piattaforma Continentale Argentina. L’ENARSA ha anche stipulato degli accordi con il Venezuela per lo sfruttamento di bacini petroliferi del paese caraibico e per la realizzazione di attività congiunte di quantificazione delle riserve petrolifere.
Dal 2012 il panorama è divenuto piú complesso con la nazionalizzazione della societá YPF, la cui maggioranza del capitale era  della spagnola REPSOL (e sul cui indennizzo si è finalmente trovato l’accordo: 5 milioni di USD che l’Argentina reperirá attraverso l’emissione di titoli pubblici).
Infine, un breve accenno agli ultimi sviluppi sulla disputa tra l’Argentina e il Regno Unito riguardo alle Isole Malvinas. Attivitá di esplorazione condotte negli ultimi anni da parte di imprese britanniche, sebbene ancora con scarsi risultati commerciali, hanno contribuito ad inasprire la pendente disputa sulla sovranitá delle Isole.

Settore elettrico
L’Argentina è il secondo paese produttore e consumatore di energia elettrica dell’America Latina dopo il Brasile, con una produzione (2012) di 125 miliardi di KWh generati ed una capacitá installata di 28 mila MW. Circa due terzi dell’elettricità è generata da impianti termici convenzionali che utilizzano gas naturale e, seppur in misura minore, vengono sfruttati anche gli impianti idroelettrici, quelli nucleari e le fonti rinnovabili.

 

Il settore elettrico si articola in tre segmenti: generazione, trasmissione e distribuzione. La Secretaría de Energía del MinPlan stabilisce le politiche del settore elettrico e, insieme all’ENRE (Ente Nacional Regulador de la Electricidad), è responsabile per l’applicazione del quadro normativo del settore stabilito dalla Legge 26.046 del 1991. L’ENRE regola l’attività elettrica e sorveglia le imprese che operano nella generazione, trasmissione e distribuzione, mentre l’ENARSA, oltre a svolgere studi tecnici ed economico-finanziari del settore, ha redatto nel 2011 il Programma di Generazione Distribuita che prevede l’installazione di impianti collegati alla rete di distribuzione a bassa tensione per apportare energia elettrica nelle aree più remote del paese.
La generazione, il trasporto e la distribuzione di elettricità sono aperti al settore privato, anche se in alcuni casi vige un regime di concessione esclusiva. Esistono attualmente nel paese oltre 40 imprese di generazione, di cui la maggioranza gestisce piú impianti e 30 di queste imprese sfruttano centrali termo-elettriche. Inoltre, operano nel mercato della generazione 10 imprese statali e provinciali.
Enel-Endesa, con le centrali Costanera (termica), El Chocón (idroelettrica) e Dock Sud (termica) detiene il 17% del mercato. 
Sono in costruzione con la partecipazione dell’italiana Ghella, tramite la controllata locale Iecsa, le centrali di Brigadier Lopez a Santa Fe e quella di Ensenada de Barragan nella provincia di Buenos Aires.
Il trasporto dell’energia elettrica dalle centrali di generazione ai centri di consumo avviene tramite il Sistema Interconectado Nacional regolamentato dalla Secretería de Energía, ad esclusione della regione Patagonica, in cui opera il SIP (Sistema Interconectado Patagonico). La societá Transener possiede la rete di trasmissione più estesa. L’italiana Impregilo è concessionaria della trasmissione dell’energia generata dalla diga Yacyretá alla provincia di Misiones. Per quanto riguarda la distribuzione domiciliaria, ogni impresa distributrice somministra elettricitá ai consumatori e gestisce la rete di distribuzione in una specifica area geografica in regime di esclusivitá.
La distribuzione nella cittá di Buenos Aires è stata suddivisa in due aree geografiche: la parte nord è in concessione alla societá EDENOR, controllata dal gruppo locale Dolphin, mentre la parte sud è in concessione alla EDESUR, controllata dal Gruppo Enel-Endesa.
Nel 2012 il Governo ha costituito il “Fondo para Obras de Consolidación y Expansión de Distribución Eléctrica (FOCEDE), alimentato da risorse in parte pubbliche e in parte dalle fatture pagate dagli utenti, al fine di alimentare gli investimenti rivolti alla manutenzione e miglioramento delle installazioni elettriche, fondo attualmente gestito dalla Sottosegreteria di Coordinamento e Controllo di Gestione del Ministero della Pianificazione.

Idroelettricità
L’idroelettricità concorre per il 4% alla formazione della matrice energetica dell’Argentina. L’impianto più grande è quello di Yacyretá, la cui capacità produttiva è condivisa dall’Argentina e dal Paraguay. Il secondo maggiore impianto è quello di Salto Grande, la cui produzione è divisa tra il governo dell’Argentina e quello dell’Uruguay, mentre recentemente è stata portata a termine la centrale di Los Caracoles, nella provincia di San Juan.

Nucleare

La tabella mostra i gigawattori al giorno prodotti dalle centrali nucleari di Atucha I e Embalse a Settembre 2010, Agosto e Settembre 2011 e la variazione percentuale tra Settembre 2011 e Agosto 2011 e tra Settembre 2011 e Settembre 2010.
Fonte: dati CAMMESA ed elaborazione IAE

Come per quello idroelettrico, il settore nucleare rappresenta il 4% dell’energia prodotta in Argentina, la quale ha due impianti nucleari in funzione, gestiti dalla Nucleoelectrica Argentina S.A., mentre la Comisiòn Nacional de Energìa Atomica (CNEA) si occupa di ricerca, sviluppo, promozione e controllo dell’energia nucleare.
Il primo impianto, Atucha I, fu commissionato nel 1974 ed utilizza uranio arricchito allo 0,85%. Il secondo, Embalse, si trova a Cordoba ed è operativo dal 1984; il terzo  - Atucha II –  con un investimento di 3,5 miliardi di dollari, è attualmente in fase di perfezionamento. Per soddisfare la domanda interna di energia, ulteriori finanziamenti sono stati stanziati per la creazione di un un nuovo impianto, Atucha III.
Va sottolineato che il Dipartimento di Tecnologia Nucleare dell’Universita’ di Pisa, oltre a provvedere alla messa in sicurezza delle centrali atomiche argentine, ha collaborato con la CNEA alla progettazione del reattore di ultima generazione Carem 25, il primo reattore nucleare totalmente sviluppato in Argentina. Il prototipo del reattore (i cui lavori sono iniziati a febbraio 2014)  sorgerá nella cittá di Lima (Provincia di Buenos Aires) ed è stimata la sua messa in uso nel 2017. In seguito è prevista la costruzione di un reattore analogo dalla potenza compresa fra 100 e 200 MW, nella provincia di Formosa (nord del Paese). I reattori Carem potranno essere adibiti al rifornimento elettrico di località isolate, alla produzione di vapore a scopi industriali e alla desalinizzazione dell'acqua di mare.
L’Argentina è ricca di uranio ed è probabile che lo sviluppo del settore nucleare porterà anche opportunità di pieno sfruttamento di questa risorsa. A questo riguardo, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma (INGV) ha firmato nel 2011 un accordo con la CNEA per il monitoraggio e la bonifica delle miniere di uranio con sistema aeromagnetico. 

Carbone
L’Argentina possiede poche riserve di carbone e, di conseguenza, i livelli di produzione e di consumo sono piuttosto bassi.

Energie rinnovabili
La diversità delle condizioni meteorologiche e del terreno permettono all’Argentina lo sfruttamento di quasi tutte le fonti di energia rinnovabile.
Il governo sta sostenendo lo sviluppo di fonti di energia come il solare e l’eolico ed ha promosso un quadro legislativo che dovrebbe aiutare il paese a passare, nel medio periodo, ad una matrice energetica meno inquinante. La legge 26.190 del 2006 sancisce che la produzione di energia rinnovabile rientra negli interessi nazionali del paese, con l’obiettivo di ottenere un mix di fonti pulite capace di soddisfare fino all’8% del consumo di energia elettrica nazionale entro il 2016. La normativa prevede la concessione di incentivi fiscali per gli investimenti destinati alla costruzione di impianti relativi alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Al medesimo scopo sono stati creati nel 2000 e nel 2009 i programmi PERMER e GENREN. Il PERMER è finanziato dal governo nazionale con il principale obiettivo di portare l’elettricità ad un numero significativo di persone che vivono in zone rurali attraverso la costruzione di mini centrali idroelettriche, turbine eoliche, sistemi fotovoltaici e centrali diesel e ibride. Attualmente il progetto è in esecuzione nelle province di Jujuy, Salta, Tucumán, Santiago del Estero, Chaco, Chubut, Catamarca, Misiones, Río Negro, Neuquén e San Juan. Il GENREN, promuove l’installazione di impianti di energie rinnovabili in tutto il paese. Nell’ambito del GENREN è stato inaugurato nel 2011 Arauco, il primo parco eolico del paese, che genera il 20% dell’energia totale consumata nella provincia de La Rioja.
Negli ultimi dieci anni sono stati promossi dal governo anche diversi piani di efficienza energetica: nel 2003 il PAEE (Programma de Ahorro y Eficiencia Energetica), che comprendeva una serie di meccanismi normativi e istituzionali per l’educazione e la divulgazione di informazioni, incentivi economici, meccanismi finanziari e sviluppo di sistemi di efficienza energetica; nel 2004, il PURE (Programma de Uso Racional de Energìa), basato su incentivi e disincentivi tariffari e nel 2007 è stato implementato il PRONUREE (Programa  Nacional de Uso Racional y Eficiente de Energìa) che mira a migliorare l’efficienza energetica di lungo periodo da parte dei consumatori.

Biocombustibili
Per quel che concerne i biocombustibili, con la legge 26.093 del 2006, il governo ha reso obbligatorio l’utilizzo di una percentuale di biodiesel o bioetanolo nel carburante distribuito nel paese.  Nel 2012 l’Argentina era il maggiore produttore mondiale ed esportatore di biodiesel (ottenuto dall'olio di soja) con una produzione di 2,5 milioni di tonnellate di cui 1,6 destinate all'esportazione (seguita da Indonesia e Malesia che lo producono dall’olio di palma).

Acumulados a marzo/ no hay datos U$D

 

Fonte: Camara argentina de Biocombustibles

  

 


Il crollo delle esportazioni nel 2013, che si evince dal grafico, è dovuto alla decisione della UE di tassare (da una media dell’9% al 24%) i produttori argentini e indonesiani di biocarburanti, accusati di dumping, decisione contro la quale l’Argentina ha presentato ricorso all’OMC.
L’industria argentina di biodiesel è segmentata in tre grandi classi. I ‘grandi oleifici’ posseggono stabilimenti propri di biodiesel e producono in media quasi un milione di tonnellate annue. Vi sono poi i ‘grandi indipendenti’ con una produzione media annua di 500.000 tonnellate, che non sono collegati con gli oleifici e producono anche biocarburanti di seconda generazione derivati per lo più dalla jatropha. Infine vi sono i ‘piccoli indipendenti’ che utilizzano generalmente le tecnologie nazionali, ma sono ubicate lontano dalle aree di accesso alle materie prime.
La maggiore concentrazione di impianti di biodiesel si trova nel Sud di Santa Fe; nella medesima zona, infatti, vi è anche un’alta concentrazione di molitura di cereali. Nel mercato della tecnologia per i biocombustibili è presente l’italiana C.M. Bernardini attraverso la Gea Biodiesel S.A.
Inoltre, nel corso del 2011 è stato stipulato un accordo tra l’Istituto italiano nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (INOGS) e Università Tecnologica Nazionale (UTN) argentina di Mar del Plata, con lo scopo di produrre biodiesel dalle alghe marine. L’INOGS ha il compito di selezionare ceppi di microalghe particolarmente adatti alla produzione del biodiesel e testare diversi protocolli sperimentali per individuare le condizioni di temperatura e luminosità più adatte alla proliferazione delle alghe, mentre i ricercatori argentini si occuperanno di sviluppare una tecnologia per la produzione massiva dei ceppi di alghe individuati in Italia e sperimentare terreni di coltura alternativi.
Negli ultimi anni, il paese ha concentrato la produzione nel biodiesel da soia e nel bioetanolo derivato dalla canna da zucchero, ma si prevede di produrre quest’ultimo anche dal mais e dal sorgo. Nella provincia di Jujuy il carbone vegetale viene comunemente utilizzato nell’industria siderurgica, così come la bagassa della canna da zucchero è utilizzata in varie zone del paese per alimentare le caldaie degli zuccherifici. A Plaza, provincia del Chaco, è stato costruito nel 2011 il primo impianto di trasformazione degli scarti dell'industria del legname in energia rinnovabile; l’impianto processa 500 kg di segatura compattata all'ora, per un totale di 2.000 tonnellate all'anno. Inoltre nel 2008 la Secretaría de Energía ha condotto uno studio di pre-fattibilità per l’utilizzo di residui derivati dall’industria del riso e del legname per la generazione di energia elettrica nella provincia di Entre Rios. Il medesimo studio ha valutato, inoltre, la possibilità di installare due centrali che sfruttano la gassificazione dei residui forestali nelle province di Corrientes e Misiones, con lo scopo di fornire energia elettrica alle popolazioni rurali non raggiunte dalla rete elettrica nazionale.

Eolico
Il potenziale eolico dell’Argentina è tra i più alti del mondo e si stima che circa il 70% del territorio sia adatto alle installazioni eoliche. Soltanto in Patagonia si potrebbero installare 200.000K MW di energia eolica, grazie ai venti che soffiano a una velocità compresa tra i 9 e i 12 metri al secondo

La mappa indica dove sono localizzati i principali progetti eolici. In verde
sono indicati i progetti in esecuzione, in rosso le installazioni eoliche già esistenti.
Fonte: Càmara argentina de Energìas renovables

  

 


(dati Università di Comahue). Le previsioni della Secretaría de Energía  prospettano investimenti nel settore eolico tra i 2.200 e i 2.700 milioni di dollari fino al 2016.
Il programma ufficiale di sviluppo dell’energia eolica è incentrato nel PENEE (Plan Estrategico Nacional de Energía Eolica). Dopo la mappatura delle zone ventose del paese sono stati elaborati vari progetti, tra i cui principali si ricordano i Vientos de la Patagonia I e II, finanziati dal governo centrale (ENARSA) e dai diversi governi provinciali. Vientos de la Patagonia I è detenuto per l’80% dall’ENARSA e per il 20% dalla provincia di Chubut.  Alcune imprese italiane sono già attive nel settore. La Leitwind, società del gruppo Leitner di Vipiteno, ha un accordo con l’ENARSA per lo sviluppo di parchi eolici in Argentina con la collaborazione della Iecsa.

Solare
Il primo parco solare è stato terminato nel corso del 2012 nella provincia di San Juan ed è uno dei più grandi al mondo del suo tipo, con una produzione di 1500/2400 MW all’anno, finanziato totalmente dal governo nazionale (10 milioni di dollari).
Per quel che concerne gli usi termici (riscaldamento) dell’energia solare, il paese non ha ancora implementato programmi nazionali (a parte la cittá di Buenos Aires), poiché il prezzo sussidiato del gas naturale rispetto ad altre fonti di energia ha fatto sì che questo rimanga comunque il mezzo preferito di riscaldamento.
Più sviluppata, invece, è la generazione di energia elettrica per via fotovoltaica. Il mercato del paese è segmentato principalmente in tre tipi di domanda: uso rurale, uso professionale e domanda istituzionale. La domanda professionale, in particolare, è costituita da poche imprese, per lo più compagnie telefoniche che utilizzano gli impianti fotovoltaici per raggiungere le aree rurali e di difficile accesso.
Il maggiore produttore di pannelli fotovoltaici è la Solartec S.A., mentre i distributori sono per lo più imprese straniere, come la BP Solar, la Shell/Siemens Solar e la Total Energie.

 

Geotermia
Il territorio argentino possiede nel settore occidentale, lungo la cordigliera delle Ande, le condizioni idrogeologiche ideali per l’installazione di impianti geotermici. L’interesse per l’uso della geotermia è cominciata negli anni ’50, quando il governo nazionale commissionò all’impresa italiana Larderello uno studio sulle aree termali del paese. Il potenziale dell’Argentina in campo geotermico è enorme, ed aumenta con il miglioramento delle tecnologie sviluppate a livello mondiale.

La mappa indica dove sono localizzate le aree geotermali individuate finora in Argentina.
Fonte: Càmara argentina de Energìas renovables

  

 


Il Departamento de Geotermía, dipendente dalla Subsecretaría de Minería de la Nación, si occupa della valutazione e del trasferimento delle risorse geotermiche all’attività privata. Oltre agli incentivi governativi previsti per le fonti rinnovabili, i progetti relativi allo sfruttamento dell’energia geotermica possono anche rientrare nel sistema di Clean Development Mechanism (scambio di quote di emissione) previsto dal Protocollo di Kyoto.
Nonostante in Argentina esistano più di trecento punti di interesse geotermico, solo in quattro di essi si può generare energia elettrica: a Copahue  (Neuquén), Domuyo (Neuquén), Tuzgle (Jujuy) e a Valle del Cura (San Juan). Nel campo geotermico Copahue si trovano cinque manifestazioni geotermiche importanti, di cui quattro sono situate in territorio argentino. La societá Geotermia Andina SA, sussidiaria della canadese Andean Geothermal Power, insieme al gruppo italiano Trevi, stanno esplorando l’area.

Mareomotrice
La Patagonia argentina rappresenta il luogo con il maggiore potenziale per lo sfruttamento delle maree, in quanto l’ampiezza delle maree al largo della costa è tra le 4 più grandi del mondo e raggiunge i 12 metri di altezza a Bahía Grande, nella provincia di Santa Cruz.
Gli esperti si stanno concentrando sulla penisola di Valdéz, in cui vi è un costante riciclo di acqua tra il Golfo di San Jose e il Golfo Nuevo.
Gli studi sulla possibilità di sfruttare le maree nella penisola hanno una lunga storia (il primo progetto mareomotrice risale al 1915) che culmina negli anni ‘70 con la costruzione della prima piccola centrale idroelettrica tra i due golfi. Tuttavia, gli studi di fattibilità tecnico-economica condotti finora hanno evidenziato costi elevati per la realizzazione della centrale mareomotrice e possibili alterazioni del ciclo vitale delle balene che procreano nelle acque della penisola.
L’ultimo accordo per condurre studi sulla realizzazione della centrale è stato firmato nel 2010 tra la provincia di Santa Fe, l’ENARSA e la cilena Genersa.

LINK UTILI:
ISTITUZIONALI
Asociación de Entes Reguladores Eletricos (ADERE): www.adere.org
Autoridad Regulatoria Nuclear (ARN): www.arn.gov.ar
Cámara argetina de Energías Renovables: www.argetinarenovables.org
Energía Argentina S.A. (ENARSA): www.enarsa.com.ar
Energy Information Administration (EIA): www.eia.doe.gov
Ente Nacional Regulador de la Electricidad (ENRE): www.enre.gov.ar
Ente Nacional Regulador del Gas (ENERGAS): www.energas.gov.ar
Ente Tripartito de Obras y Servicios Públicos (ETOSS): www.etoss.org.ar
Instituto Argentino de la Energía (IAE): www.iae.org.ar
Instituto Argentino del Petróleo y del Gas (IAPG): www.iapg.org.ar
Ministerio de Planificación Federal, Inversión Pública y Servicios (Minplan): www.minplan.gov.ar
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Buenos Aires, febbraio 2014
Red.: Ufficio Commerciale Ambasciata d’Italia Buenos Aires

 

 

Fonte: http://www.infomercatiesteri.it/public/images/paesi/36/files/Settore%20energetico.doc

Sito web da visitare: http://www.infomercatiesteri.it

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