Aggettivi pronominali

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Aggettivi pronominali

AGGETTIVI PRONOMINALI

  • DIMOSTRATIVI

 

Aggettivi dimostrativi

  • determinano una persona o una cosa secondo il rapporto di vicinanza o di lontananza nello spazio, nel tempo e nel discorso.  La loro funzione è quella di «mostrare» (infatti nella lingua parlata è spesso accompagnato dall'indice teso).

Gli aggettivi dimostrativi si usano sempre davanti al nome e non sono mai preceduti dall'articolo.

SINGOLARE

PLURALE

maschile

femminile

maschile

femminile

questo
codesto
quello, quel

questa
codesta
quella

questi
codesti
quegli, quei

queste
codeste
quelle

  • Questo indica una persona o una cosa vicina a chi parla:

Questa bambina cresce a vista d'occhio (vicinanza nello spazio)
Questo pomeriggio vado al cinema (vicinanza nel tempo)
Queste minacce non m'intimoriscono (vicinanza nel discorso)
Al singolare si può elidere davanti a vocale: quest'anno, quest'isola.
La forma femminile diventa sta in alcuni composti (stamattina, stasera, stavolta, stanotte)

  • Codesto indica una persona o una cosa vicina a chi ascolta (Toscana, linguaggio letterario). In lingua comune viene sostituito da questo (quello).

 

  • Quello indica una persona o una cosa lontana da chi parla e da chi ascolta. Ha forme diverse e si comporta in modo del tutto analogo all'articolo determinativo: quello scolaro, quel cavallo, quegli scolari, quei cavalli.

Al singolare si elide davanti a vocale: quell'orologio, quell'enciclopedia. Al plurale solo se il nome maschile comincia per i (quegl'individui)

Questo, codesto, e quello possono essere rafforzati dagli avverbi di luogo qui o qua, costì o costà (esclusivamente in Toscana), lì o là che seguono il nome cui l'aggettivo si riferisce Prendi questa sedia qua.

Stesso e medesimo – indicano identità più o meno completa fra due elementi: Marco e Paolo hanno la stessa età.
Medesimo – meno comune, tono più letterario.
Possono avere valore rafforzativo. In tal caso seguono il termine a cui si riferiscono: Il suo valore è riconosciuto dagli avversari stessi.

Tale

  • aggettivo dimostrativo quando viene usato nel senso di «questo», «quello»: Dette tali parole se ne andò (tale, questo, suddetto, soprascritto rinviano a qualcosa di cui si è già parlato).
  • Tale è anche aggettivo indefinito

 

Pronomi dimostrativi

Tra i pronomi dimostrativi alcuni hanno forme uguali a quelle degli aggettivi dimostrativi:


SINGOLARE

PLURALE

maschile

femminile

maschile

femminile

questo
codesto
quello (quel)
stesso
medesimo

questa
codesta
quella
stessa
medesima

questi
codesti
quelli
stessi
medesimi

queste
codeste
quelle
stesse
medesime

Vedi quella! Quel lavoro è riuscito meglio di questo

Questo, quello, codesto (valore neutro=questa, quella cosa): Questo mi dispiace
Quello davanti al pronome relativo che può subire troncamento in quel: Ricorda quello (quel) che ti ho detto.
Gli insegnanti sono gli stessi dell'hanno scorso
Stesso (con valore neutro cioè con il significato «la stessa cosa»): fai come vuoi per me è lo stesso

Altri pronomi dimostrativi non possono avere mai funzione di aggettivi e sono


SINGOLARE

PLURALE

maschile

femminile

maschile

femminile

questi
quegli
costui
colui
ciò

-
-
costei
colei
-

-
-
costoro
coloro
-

-
-
costoro
coloro
-

questi, quegli si usano solo al maschile singolare in funzione di soggetto: questi si riferisce a persona vicina, quegli a persona lontana: Sono giunti alla villa Maria e Franco: questi(Franco) era atteso, quegli (Mario) no. – letterari – si preferisce sostituirli con questo e quello.

costui, costei, costoro, colui, colei, coloro (questo, quello)

  • servono ad indicare persone, per lo più con una sfumatura negativa. Possono essere usati sia come oggetto  sia come complemento.

Chi è costui?  Chi ha detto a costei di entrare? Cacciate via costoro. Non voglio saperne di colei. Non parlarmi di coloro.
Colui, colei, coloro + che – uso più frequente
colui che arriverà in ritardo non sarà ammesso alla riunione
Colui che, colei che = chi: fidati di chi ha più esperienza di te.

Ciò – invariabile e ha soltanto valore neutro
= questa cosa, quella cosa
Ciò è giusto; di ciò parleremo domani
Ciò che dici è grave o Quello che dici è grave.

L'uso di ciò è meno comune ma talvolta serve per dare maggior rilievo all'espressione, soprattutto nella lingua scritta.

Quanto = «(tutto) quello che», «(tutto) ciò che» - con valore neutro, ha contemporaneamente la funzione dimostrativa e relativa.
Farò quanto è possibile. C'è molto di vero in quanto dici.

Al plurale si usa nelle forme quanti e quante=«(tutti) quelli che», «(tutte) quelle che»
Quanti desiderano iscriversi devono presentare la domanda.
Dammene quante ti pare.

  • POSSESSIVI

Aggettivi possessivi

Gli aggettivi possessivi indicano la persona cui appartiene una determinata cosa; hanno quindi una duplice funzione: da un lato specificano l'oggetto posseduto, dall'altro precisano la persona del possessore.

PERSONA

SINGOLARE

PLURALE

maschile     femminile

maschile     femminile

1a singolare
2a singolare
3a singolare

mio                 mia
tuo                  tua
suo                 sua

miei                 mie
tuoi                  tue
suoi                  sue

1a plurale
2a plurale
3a plurale

nostro             nostra
vostro             vostra
loro                 loro

nostri             nostre
vostri             vostre
loro                 loro

  • l'aggettivo possessivo concorda in genere e in numero con il nome cui si riferisce (non con la persona del possessore): la nostra automobile, il vostro appartamento
  • bisogna usare suoi/sue quando il possessore è uno solo e loro quando i possessori sono due o più: Carlo mi ha mostrato la sua casa/Carlo e Luigi mi hanno mostrato le loro case
  • per evitare ambiguità possono adoperarsi (non è un uso molto comune) le forme del pronome personale precedute dalla preposizione di (Paolo si è intrattenuto con Mario nel suo ufficio, nell'ufficio di lui  - per precisare che si tratta dell'ufficio di Mario)

 

Proprio e altrui – altri due aggettivi possessivi
proprio-può sostituire il possessivo di terza persona singolare e plurale con riferimento al soggetto: ha sperperato il proprio denaro: Si usa proprio in luogo di suo e loro quando questi potrebbero creare equivoci: Paolo si è intrattenuto con Mario nel proprio ufficio (di Paolo)
-l'uso del proprio è obbligatorio nelle costruzioni impersonali: bisogna difendere le proprie idee; è preferibile quando il soggetto è indefinito: ciascuno è artefice del proprio destino
Altrui – possessore indefinito e corrisponde alle espressioni «di altri, degli altri», è invariabile, viene posto dopo il nome: Non desiderare la roba altrui.
Valori dell'aggettivo possessivo
= complemento di specificazione: il suo vestito= il vestito di lui

  • per questo nella terza persona può essere sostituito dalla particella pronominale ne, che significa appunto di lui, di lei, di loro

Uso dell'aggettivo possessivo
L'articolo si omette davanti ai nomi indicanti una relazione di parentela: mia madre, tuo padre, suo fratello, nostro zio, vostro nipote. In alcuni casi, tuttavia, l'articolo si conserva:

  • quando il nome di parentela è al plurale: i suoi fratelli, i nostri zii;
  • quando il nome è qualificato da un aggettivo, o determinato da un complemento: il mio nipote diletto, il tuo zio di Roma;
  • con i nomi composti o alterati: il mio bisnonno, la tuia zietta;
  • con loro e proprio: la loro sorella, la propria madre
  • con i nomi affettivi: papà, babbo, mamma, figliolo, figliola, la mia mamma
  • per nonno e nonna l'uso è oscillante.

Pronomi possessivi

  • formalmente identici agli aggettivi possessivi. Nell'uso pronominale l'aggettivo è sempre preceduto dall'articolo determinativo: mia madre è più severa della tua.

Il possessivo può essere usato con valore sostantivale:

      • il  mio, il tuo, il suo = ciò che mi appartiene o mi spetta:  a ciascuno il suo
      • i miei, i tuoi = i familiari, i genitori, parenti più stretti: vivo con i miei
      • la mia, la tua, la vostra = lettera: con riferimento alla vostra del 15 dicembre
      • dalla mia, dalla tua = parte: anche lui è ora dalla  mia
      • una delle mie (fare, combinare, dire) = malefatte, sciocchezze: ne hai combinata ancora una delle tue
      • alla mia, alla tua = salute (nei brindisi): su, beviamo alla vostra!
      • la mia, la tua, la sua ecc. (con il verbo dire) = opinione: anch'io ho  diritto di dire la mia

 

  • INDEFINITI

Aggettivi indefiniti

  • si uniscono al nome per esprimere un'idea più o meno vaga di quantità o qualità.

SINGOLARE

PLURALE

maschile

femminile

maschile

femminile

ogni
ciascuno
qualunque
qualsiasi
qualsivoglia
nessuno
qualche
alcuno
taluno
certuno
certo
tale
poco
alquanto
parecchio
molto
tanto
troppo
altrettanto
tutto
altro
diverso
vario

ogni
ciascuna
qualunque
qualsiasi
qualsivoglia
nessuna
qualche
alcuna
taluna
certuna
certa
tale
poca
alquanta
parecchia
molta
tanta
troppa
altrettanta
tutta
altra
diversa
varia

 

 

 

 

alcuni
taluni
certuni
certi
tali
pochi
alquanti
parecchi
molti
tanti
troppi
altrettanti
tutti
altri
diversi
vari

 

 

 

 

alcune
talune
certune
certe
tali
poche
alquante
parecchie
molte
tante
troppe
altrettante
tutte
altre
diverse
varie

 

Pronomi indefiniti

Degli indefiniti, alcuni hanno la duplice funzione di aggettivi e pronomi (alcuno, taluno, certuno, certo, ciascuno, nessuno, altro, tale, troppo, parecchio, molto, poco, tutto, tanto, alquanto, altrettanto, diverso, vario)
Altri invece, sono solo pronomi:

MASCHILE

FEMMINILE

 

MASCHILE

FEMMINILE

uno
qualcuno
ognuno
chiunque
chicchessia
altri (un altro)

una
qualcuna
ognuna
chiunque
chicchessia
-

 

qualcosa
alcunché
checché
checchessia
niente
nulla

-
-
-
-
-
-

UNO – indica una singola persona in modo generico e indeterminato: è venuto uno a cercarti, ho incontrato una che ti conosce.

  • per la sua indeterminatezza acquista spesso valore impersonale: In certe situazioni uno non sa (non si sa) come comportarsi. Uno si accorge troppo tardi dei propri errori (ci si accorge troppo tardi ...i).
  • In correlazione con pronome altro, può indicare sia persona sia cosa e ammette anche il plurale, sempre preceduto dall'articolo determinativo: gli uni dicono di si, gli altri di no, scegli o l'uno o l'altro
  • l'un l'altro e l'uno con l'altro = a vicenda, reciprocamente: si amavano l'un l'altro; si insultarono l'un l'altro
  • uno è aggettivo soltanto nell'espressione l'uno e l'altro + sostantivo: mi interessano l'uno e l'altro lavoro (entrambi i lavori)

QUALCUNO (raro QUALCHEDUNO)
Variabile nel genere, si usa esclusivamente al singolare. Indica una quantità indeterminata, seppur esigua, di persone o cose: Solo qualcuno riuscì a salvarsi, puoi prestarmi qualcuno dei tuoi libri?

  • può indicare una sola persona: qualcuno ha bussato alla porta? C'è qualcuno?
  • In particolari espressioni è usato come sostantivo: spero di diventare qualcuno
  • L'aggettivo corrispondente è qualche

ALCUNO – ha entrambi i generi e i numeri, ma al singolare viene usato solo nelle frasi negative: non si vede alcuno (nessuno -più spesso); alcuni sono d'accordo, altri no

OGNUNO, CIASCUNO – variabili nel genere, si usano soltanto singolare. Indicano una quantità indeterminata di persone o cose, considerata in ogni singolo elemento: ognuno è responsabile delle proprie azioni; ciascuno può esprimere il proprio parere

CHIUNQUE – forma invariabile al singolare = qualunque persona: lo capirebbe chiunque
Talvolta può avere valore di pronome indefinito e di pronome relativo «qualunque persona che»: chiunque chieda di me dite che non ci sono

CHICCHESSIA – si usa raramente (in riferimento a persona), equivale a chiunque o in frasi negative a nessuno: sono pronto a ripeterlo a chicchessia; non m'importa di chicchessia.

QUALCOSA = qualche cosa, valore neutro, indica una o alcune cose, si accorda come maschile: C'è qualcosa di nuovo? Rafforza l'aggettivo che segue (LF): questo romanzo è qualcosa di straordinario
Usato con valore sostantivale equivale alla locuzione «un certo non so che»: c'è un qualcosa che non mi convince

ALCUNCHÉ (piuttosto raro) = qualcosa  Noto alcunché di strano nella sua condotta. Nelle frasi negative = niente, nulla: Non temere alcunché

CHECCHÉ – = qualunque cosa (che), di impiego raro e letterario, ha valore indefinito e relativo, usato come soggetto e complemento oggetto, si riferisce soltanto a cose checche tu ne dica, è un bravo ragazzo (congiuntivo)

CHECCHESSIA = qualsiasi cosa, ancora più raro: si accontenta di checchessia

NIENTE, NULLA

  • pronomi negativi con valore neutro, invariabili, si accordano al maschile. Quando precedono il verbo non richiedono altra negazione: Niente è stato ancora deciso. quando lo seguono si: Non gli fa paura niente.
  • Niente, nulla talvolta significano una cosa trascurabile, di poco conto. Il mio danno è niente rispetto al suo.
  • Nelle interrogative dirette o indirette introdotte da se assumono il significato positivo di «qualcosa»: vuoi niente? domandagli se gli serve niente?
  • funzione di sostantivo: Dio ha creato il mondo dal nulla. L'ho comprato per un niente.
  • funzione di avverbio: Non me ne importa niente.

ALTRO = altra persona: se non lo farai tu lo farà un altro; non badare a quello che dicono gli altri.
Usato al maschile singolare e senza articolo, acquista valore neutro = altra cosa, altre cose: desidera altro?

ALTRI (uso ridotto, letterario)= si adopera soltanto al maschile singolare (perciò non va confuso con il plurale di altro). Significa «un'altra persona, qualcun altro»: non io, altri afferma questo
Nell'espressione non altri che ... al posto del più comune «nessun altro che...»: non altri che tu può averlo detto.

TALE preceduto dall'articolo indeterminativo = una certa persona, un tizio, uno: c'è un tale che chiede di te.
Preceduto da quello, indica una persona già nominata o comunque nota: è tornato quel tale di ieri a cercarti.

 

INTERROGATIVI/ESCLAMATIVI

Aggettivi interrogativi

 

  • servono a domandare la qualità, l'identità, la quantità del nome a cui si riferiscono

SINGOLARE

PLURALE

maschile

femminile

maschile

femminile

che
quale
quanto

che
quale
quanta

che
quali
quante

che
quali
quante

CHE – invariabile, più comune nella lingua parlata: Che lavoro fai? Che strada prendi?

QUALE – variabile nel numero, ma non nel genere; si usa per formulare una domanda sulla qualità (quali intenzioni hai?) o sull'identità (in quale città ti hanno trasferito?) Al singolare può subire il troncamento in qual davanti a vocale e talvolta davanti a consonante: Qual è la tua opinione? Qual buon vento ti porta?

QUANTO - variabile nel genere e nel numero; serve per chiedere la quantità: Quanta pasta vuoi?

Questi tre aggettivi possono anche avere funzione esclamativa: in che stato ti sei ridotto!; quale audacia!; quanta gente!

Pronomi interrogativi

che? cosa? che cosa?
chi?
quanto, -a, -i, -e?
quale, quali?

 

AGGETTIVI NUMERALI

  • per esprimere il concetto di numero, l'italiano si serve principalmente degli aggettivi numerali che si distinguono in:
  • cardinali: uno, due, tre
  • ordinali: primo, secondo, terzo
  • moltiplicativi: doppio, triplo, quadruplo, quintuplo...

 

Aggettivi numerali cardinali  (cifre arabe)

  • determinano una quantità numerica precisa, al contrario di aggettivi come poco, molto, tanto ecc. che indicano una quantità indefinita
  • sono invariabili, tranne uno e mille: un banco, un'anatra, una ragazza, uno specchio, duemila, tremila
  • i composti con uno possono subire il troncamento: ventun anni, trentun giorni, ottantun righe
  • i composti con tre vanno accentati: ventitré, centotré
  • le decine da venti in poi (anche cento), unite a uno o a otto, troncano la vocale finale: ventuno, trentotto, centuno (si preferisce centouno), centotto
  • i numeri costituiti da più elementi si scrivono uniti: trentadue, settantaquattro, duecento (tuttavia i composti con cento e mille possono scriversi staccati cento e uno, mille e una notte, cento e una pagina (o centuno pagine)
  • i multipli del milione e del miliardo si scrivono per lo più staccati: due milioni, tre miliardi.

 

I numeri cardinali possono essere scritti in cifre – i numeri arabi
I numerali cardinali vengono sostantivati nell'indicazione delle ore e delle date (il sostantivo viene sottinteso): sono le (ore) nove, l'appuntamento è fissato per il (giorno) venti di giugno, nacque nel (l'anno) cinquanta dopo Cristo.
Data - numeri cardinali, il venticinque novembre solo il primo maggio (ordinale) .

Aggettivi numerali ordinali – cifre romane

I numerali ordinali – indicano l'ordine di successione di una serie numerica, sono variabili nel genere e nel numero, si accordano al sostantivo come gli aggettivi qualificativi.
I primi dieci ordinali hanno ciascuno una forma particolare derivata dal latino:
primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo, nono, decimo
Tutti gli altri dall'undici in poi, si formano aggiungendo il suffisso – èsimo al numero cardinale che perde la vocale finale: undicesimo, ventesimo, centesimo, trentatreesimo.
Mille non si trasforma in mila come nei cardinali MM = duemillesimo
Gli ordinali possono anche essere rappresentati con le cifre arabe accompagnati dalla lettera esponente o per il maschile, a per il femminile posta in alto a destra 1o (primo), 3a (terza) ecc.

il secolo XIII = il Duecento (anni 1201-1300)
il secolo XIV = il Trecento (anni 1301-1400)
ecc.

Aggettivi numerali moltiplicativi

  • indicano una quantità due, tre o più volte maggiore di un'altra: whisky doppio, compenso triplo, spesa quadrupla

duplice, triplice, quadruplice – indicano una cosa costituita da due, tre o più parti, che ha due, tre o più scopi, che serve a due, tre o più usi: la Triplice Alleanza, fattura in duplice copia

Numerali frazionari, distributivi, collettivi

non hanno quasi mai funzione di aggettivi

Frazionari – indicano una o più parti di un tutto ½,  ⅔, ⅛, ⅝
Per indicare la divisione dell'unità in due parti si adoperano i termini metà e mezzo: 4 è la metà (o un mezzo) di otto. Mezzo anche come aggettivo: mezzo litro, mezza porzione.
Distributivi – indicano il modo in cui sono distribuite persone o cose; ad uno ad uno, a due a due, (uno) per uno, tre alla volta, quattro per ciascuno.
Collettiviindicano un insieme numerico di persone o cose. Sono in gran maggioranza sostantivi: paio, coppia, decina, dozzina, ventina, trentina, centinaio, migliaio. Alcuni di essi hanno valore approssimativo: ha una cinquantina d'anni, ho in tasca un migliaio di lire.
Altri numerali collettivi sono: biennio, quadriennio, bimestre, semestre, duetto (o duo), trio, quartetto, quintetto, sestetto – composizione musicale scritta per un certo numero di esecutori

ambo, terno, quaterna, cinquina (tombola)

terzina, quartina, sestina, ottava (versi)

 

Fonte: https://www.ffst.unist.hr/_download/repository/Aggettivi_pronominali.docx

Sito web da visitare: https://www.ffst.unist.hr/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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