Preposizioni grammatica italiana

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Preposizioni grammatica italiana

La preposizione
            In italiano, le preposizioni si suddividono in tre categorie: preposizioni proprie, preposizioniimproprie e locuzioni prepositive.
L’italiano ha le seguenti preposizioni proprie: di, a, da, in, con, su, per, tra o fra. Quando sono premesse direttamente al nome, al pronome, all’avverbio o al verbo che reggono, queste preposizioni si chiamano preposizioni semplici. Quando invece sono premesse a un articolo determinativo, come abbiamo visto parlando dell’articolo, si uniscono con esso dando luogo alle cosiddette preposizioni articolate: del, dello, della, dell’ ecc.
Con le preposizioni tra, fra non si formano preposizioni articolate.
Nell’italiano attuale non si formano preposizioni articolate neppure con per.
Le preposizioni articolate formate da con sono poco usate, tranne col, ancora comune.
Le preposizioni improprie sono parole che, pur appartenendo ad altre parti del discorso, a seconda del contesto, possono assumere il ruolo di preposizioni. Fanno parte delle preposizioni improprie:
- aggettivi: salvo, secondo, lungo ecc.: Ho passeggiato lungo la via Veneto.
- avverbi: prima, dopo, davanti, avanti, dietro, dentro, oltre, fuori, sopra, sotto, presso, contro, insieme ecc.: Verrò da te dopo le otto; Dietro la casa c’è un parco immenso.
- verbi al participio presente o passato: durante, mediante, rasente, nonostante, escluso, eccetto, dato ecc.: Nonostante le tue riserve l’affare si concluderà.
Le locuzioni preposizionali sono gruppi di due o più parole usate come preposizioni: in mezzo a, allo scopo di, in faccia a, in luogo di, per causa di, vicino a, invece di ecc.: Invece di piangere trova una soluzione; Lo avvisai per mezzo del telefono.

7.1. La preposizione di
La preposizione di (può elidersi davanti ad altra vocale, in particolare davanti a i: d’inverno, d’un tratto, d’accordo) “specifica” la parola che segue nel senso più ampio: È indispensabile nutrirsi di pane; Alcuni di noi partiranno subito.
Seguita da un verbo all’infinito, introduce le seguenti subordinate implicite:
- soggettiva: Si prega di chiudere la porta.
- oggettiva: Spero di arrivare in tempo.
- dichiarativa: Per fortuna ho avuto la possibilità di avvertirti in tempo.
- causale: Mi dispiace di essermi comportato male con te.
- finale: Ti prego di evitare commenti.
- consecutiva: È degno di essere premiato.

La preposizione di serve anche per formare:
- locuzioni prepositive: prima di, dopo di, fuori di, invece di, in luogo di ecc.;
- locuzioni avverbiali: di là, di sopra, di sotto, di recente, di nascosto, di rado ecc.;
- locuzioni congiuntive: di modo che, dopo di che ecc.       

7.2. La preposizione a
La preposizione a (davanti ad altra vocale, in particolare davanti ad a si può avere la forma ad, con d eufonica) indica la direzione di un movimento, sia reale sia figurato, o il punto di arrivo del movimento. È pure la preposizione specifica del complemento di termine (che in romeno ha come corrispondente il complemento indiretto in dativo): Porterò i tuoi saluti a mio padre; La mia famiglia vive a Craiova.
Seguita da un infinito, può introdurre le seguenti subordinate implicite:
- causale: Hai sbagliato a non venire sabato.
- finale: Verrò di persona a salutarti.
- condizionale: A pensarci bene, non ci sto.
- temporale: A sentirlo dire così, non ci ho visto più.
- limitativa: A guardarlo, sembrerebbe perfetto.
- condizionale: A pensarci bene, non ha tutti i torti.
- relativa: È stato l’unico a riuscire nell’impresa.

La preposizione a serve anche a formare:
- locuzioni prepositive: fino a, vicino a, davanti a, dietro a, a seguito di ecc.;
- locuzioni avverbiali: a caso, a poco a poco, a mano a mano, a uno a uno ecc.

7.3. La preposizione da
La preposizione da indica un concetto di provenienza, di distacco e allontanamento, sia reale sia figurato. È pure la preposizione specifica del complemento d’agente: È stato mandato da Paolo; È stato abbagliato da una luce.
La preposizione dasi elide solo in pochi casi: d’ora in poi, d’altronde, d’altro canto. In altri casi si unisce alla parola che segue raddoppiandone la consonante iniziale: da bene ® dabbene, da vero ® davvero, da capo ® daccapo, da che ® dacché ecc.
Seguita da un infinito, può introdurre le seguenti subordinate implicite:
- consecutiva: È stato tanto abile da rimontare e vincere la partita.
- finale: Dammi qualcosa da mangiare.
- limitativa: I problemi di geometria sono divertenti da risolvere.
- relativa: Ho un vestito da smacchiare.

La preposizione da serve anche a formare:
- locuzioni prepositive: da parte di, fuori da, fino da, di qua da, di là da ecc.;
- locuzioni avverbiali: da vicino, da lontano, da capo, da meno ecc.
           
7.4. La preposizione in
La preposizione in indica la posizione, reale o figurata, nello spazio e nel tempo: Studio in biblioteca; Vado spesso in campagna.
Seguita da un infinito (l’infinito rifiuta la preposizione semplice in, ma richiede la preposizione articolata), la preposizione in può introdurre la subordinata implicita temporale: I genitori soffrono nel vedere i figli allontanarsi.
La preposizione in serve anche a formare:
- locuzioni prepositive: in compagnia di, in seguito a, in relazione a, in base a ecc.;
- locuzioni avverbiali: in qua, in là, in giù, in su, in basso, in alto, di volta in volta ecc.

7.5. La preposizione con
La preposizione con indica l’idea di unione o partecipazione. Indica pure un rapporto di carattere strumentale: È uscito con una valigia in mano; Vado in vacanza con il mio amico.
            Seguita da un infinito (l’infinito rifiuta la preposizione semplice con, ma richiede la preposizione articolata), la preposizione con può introdurre la subordinata implicita modale: Col passar del tempo, la questione si chiarirà.

7.6. La preposizione su
La preposizione su indica fondamentalmente “contiguità, approssimazione” e “posizione superiore”:     Ho dimenticato i guanti sul tavolo.  
La preposizione su si usa pure in varie locuzioni avverbiali: sul momento, sul tardi, sul far del giorno, sul serio, su due piedi ecc.

7.7. La preposizione per
La principale funzione della preposizione perè quella di introdurre il “tramite” attraverso cui si svolge l’azione, in accezione locativa, strumentale, modale ecc.: Esci per la porta dietro; Luigi è partito per Roma.
Seguita da un infinito, può introdurre le seguenti subordinate implicite:
- finale: Cambiai atteggiamento per non aggravare la situazione.
- consecutiva: È troppo piccolo per lavorare.
- causale: Si è sentito male per aver bevuto troppo.
Seguita da un infinito seguito dall’espressione che faccia o che facesse o da un aggettivo seguito da che sia, che sembri, che appaia,introduce la subordinata concessiva esplicita: Per mangiare che faccia, Giorgio rimane magro come un chiodo.

La preposizione per serve anche a formare:
- locuzioni avverbiali: per l’appunto, per sempre, per lungo, per poco, per caso ecc.;
- locuzioni congiuntive: per la qual cosa, per quanto, per il fatto che ecc.

7.8. Le preposizioni tra e fra
Le preposizioni tra e fra indicano una posizione intermedia, nello spazio e nel tempo, tra due elementi. Per questo sono spesso correlate alla congiunzione e: Tra l’ufficio e casa mia ci sono pochi minuti di macchina.
Le preposizioni tra e fra si usano pure in varie locuzioni avverbiali: tra/fra poco, tra/fra l’altro, tra/fra non molto, tra/fra breve ecc.

BIBLIOGRAFIA DI BASE

 

Elena Pîrvu; Ramona Vasile; Aurelian Velea, La lingua italiana. Fonetica. Fonologia. Morfologia, Craiova, Editura AIUS, 2001, pp. 163-170.
Maurizio Dardano; Pietro Trifone, Grammatica italiana. Con nozioni di linguistica, Terza Edizione, Bologna, Zanichelli Editore, 1995, pp. 402-424.
Luca Serianni (con la collaborazione di Alberto Castelvecchi), Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, Bologna, UTET Libreria, 1989, pp. 327-357.

 

Fonte: http://cis01.central.ucv.ro/litere/idd/cursuri/an_1/limba_straina/italiana/lb_it_an1.doc

Sito web da visitare: http://cis01.central.ucv.ro

Autore del testo: E. PÎRVU

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