Come scrivere un saggio breve

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Come scrivere un saggio breve

 

L’ARGOMENTAZIONE E IL SAGGIO BREVE CONSIDERAZIONI PRELIMINARI.
Argomentare vuol dire presentare una propria opinione – una propria tesi – intorno ad un determinato tema o problema, spiegarla e difenderla attraverso opportuni argomenti, allo scopo di persuadere chi legge della validità di quanto si dice. I testi argomentativi più diffusi sono gli articoli di fondo (o editoriali), in cui i giornalisti espongono le opinioni su un determinato evento, le arringhe degli avvocati, i discorsi degli uomini politici, le prediche e i sermoni dei sacerdoti e i saggi che trattano problemi filosofici, sociali, storici, scientifici, morali etc.
La struttura di base di un testo argomentativo potrebbe essere schematizzata in questo modo: 7 passi.
Tema/Introduzione----Tesi----Argomenti a favore della tesi----Antitesi---Argomenti a favore dell’antitesi----- Confutazione degli argomenti a favore dell’antitesi-----Conclusione.
Questa struttura può omettere delle variazioni, con la soppressione di uno degli elementi che la compongono:

  • Spostamento della tesi alla fine del testo: la tesi viene enunciata solo alla fine del testo;
  • L’omissione: la tesi viene lasciata sottintesa, ma è facilmente intuibile dall’insieme dell’argomentazione;
  • L’omissione degli argomenti a favore della tesi: l’argomentazione presenta solamente gli argomenti a favore dell’antitesi e li confuta (argomentazione confutativa);
  • Omissione dell’antitesi: il testo presenta solamente l’opinione dell’autore, senza prendere in considerazione l’antitesi cioè le obiezioni degli avversari (argomentazione affermativa).

In particolare i tipi di argomento che possono essere utilizzati con successo per convincere son fondamentalmente quattro:

  • Argomenti che riportano fatti concreti: per sostenere la validità della sua tesi, chi scrive adduce fatti concreti, esempi tratti dalla realtà o eventi noti a tutti. Così per dimostrare la tesi che il fumo della sigaretta danneggia i polmoni si possono citare le statistiche sull’argomento.
  • Argomenti logici: chi scrive adduce come prova fatti che sono la causa o l’effetto logico di ciò di cui si discute. Così se vuole dimostrare che il fumo fa male, può presentare l’elenco delle sostanze cancerogene contenute nelle sigarette e lasciare dedurre al suo interlocutore le conseguenze del fumo sull’organismo umano.
  • Argomenti di autorità: chi scrive adduce come prova l’autorevole opinione di un esperto della materia o di un personaggio noto per il successo che ha ottenuto. Così per dimostrare che il fumo è nocivo, chi scrive può riportare l’opinione di un famoso oncologo.
  • Argomenti pragmatici: l’emittente fa notare i risultati positivi e concreti derivanti dall’accettazione della tesi.Chi smette prima di fumare, ha meno possibilità d’ammalarsi.

IL SAGGIO BREVE.
Il saggio breve è un testo scritto che consiste nella trattazione di una tematica riguardo alla quale si sia in possesso di una certa documentazione e di cui si sia elaborata una personale interpretazione.
Già da questa sintetica definizione dovrebbe risultare chiaro il capovolgimento di prospettiva che la riforma dell’esame di stato impone ai nuovi candidati. Non si incomincia a scrivere subito, appena letta la traccia, come si faceva e si fa per il tema tradizionale, ma si inizia a scrivere soltanto dopo che si è raccolta la necessaria documentazione.
Per definizione il s.b. non può che essere breve. Nella "consegna" fornita allo studente all’inizio della prova viene di norma precisata una lunghezza standard: max 4-5 colonne di mezza pagina protocollo (si potrebbe anche dire 8.000-10.000 battute di un normale programma di videoscrittura).
La brevità e la sinteticità sono doti supreme per la stesura di un buon elaborato. Non vince chi scrive tanto, ma chi riesce a dire molto in uno spazio breve. Valori e criteri di giudizio sono per molti aspetti capovolti; chi riesce a inserire il maggior numero di informazioni nel più breve spazio possibile è giudicato con maggiore attenzione rispetto a chi si perde in digressioni, in esercizi virtuosi fini a se stessi, seppur ben confezionati. Dunque è auspicabile che il collegamento fra le proprie argomentazioni, fra il proprio personale modo di esporre le cose sia sorretto innanzitutto da cifre, dati statistici, definizioni esili ma chiare di un’idea-guida che costituirà la parte centrale della prova (il riassunto del saggio va a confluire nel tessuto della propria trattazione).
La stesura dovrà essere prevalentemente di tipo argomentativo: si tratterà cioè di descrivere, indicare, esporre e spiegare le ragioni degli altri confrontandole con le proprie.
A differenza di un tema, il s.b. non richiede per forza un’ introduzione. Si potrà entrare subito in medias res, perché si dà per scontato che il lettore medio, cui s’indirizza il nostro testo, conosca l’argomento (non così viene richiesto per l’articolo di giornale):
Si consiglia l’uso del presente storico, cioè della forma verbale assertiva per eccellenza.= (Si tratta di un presente grammaticale, ma riferito a eventi del passato. Si suppone che conferisca immediatezza ed efficacia alla narrazione. Es: In quel tempo Mazzini è a Londra per per diffondere l’idea della Giovane Europa) Meglio se il presente storico è confortato da una terza persona impersonale,(Es. si parla spesso…) sostituita, se proprio si deve,  dal pronome Io soltanto nella parte conclusiva del lavoro, laddove sarà bene mettersi in campo direttamente, con una valutazione personale piuttosto energica.
Il saggio breve non è un esercizio retorico, né un comizio, né una prova di virtuosismo stilistico-letterario: i puntini di sospensione, le esclamazioni, le troppe domande retoriche non avranno molti diritti di cittadinanza nel s.b.; alla fine si conteranno, verrebbe da dire "si peseranno" altri coefficienti nella valutazione: la stringatezza, l’efficacia riassuntiva, la capacità di citare senza dilungarsi e senza offrire il destro all’accusa di plagio (la cosiddetta ars citandi non gode di molta fortuna nelle aule scolastiche, sebbene richiederebbe un laboratorio a sé). Citare due-tre righe dal documento offerto va bene, riportare l’intero brano è pura follia. E così ancora: vi sono autori che per puro senso di buon gusto non si citano (per es. un presentatore di varietà televisivo non è autorevole quanto un uomo politico, nell’economia del s.b); una citazione vaga e indistinta è come non esistesse, anzi diventa controproducente …
Il tipo di scrittura non sarà semplicemente quello giornalistico, divulgativo, anche se la chiarezza espositiva è elemento di primaria importanza. Per una scrittura più brillante e colorita – chi la possiede non abbia timori – meglio però scegliere la forma dell’articolo di giornale. Il s.b. esige un minimo di serietà professionale, ma non esclude, ove necessario, il ricorso agli strumenti della polemica, ai toni accesi del dibattito culturale, se l’argomento lo richiede e soprattutto se si hanno argomenti adeguatamente documentati da mettere sul piatto della bilancia.
Il tono e il registro dovranno essere quelli di un buon manuale o, appunto, di un saggio d’autore. Per questo è fondamentale l’esercizio propedeutico della lettura di s.b. scritti da saggisti di professione e serve poco l’appiattimento al livello del settimanale divulgativo come accade nella maggior parte delle esercitazioni che spesso si leggono nei manuali scolastici sotto forma di esercizi. Uno dei problemi più seri della scuola odierna consiste nella perdita del senso critico, nell’appiattimento dei livelli interpretativi, sicché possono considerarsi alla stessa stregua un pur bravo inviato speciale e uno storico serio.
Non si improvvisa mai, tanto meno un s.b. Se prima di arrivare alla prova non si sono letti un po’ di s.b. "d’autore" non si farà dunque molta strada. Tra l’altro, non sarà male ricordare che i s.b. sono una prerogativa della tradizione culturale novecentesca del nostro paese, una delle non tante cose di cui le nostre "patrie lettere" possono a buon diritto vantarsi: si pensi alle Prose polemiche di Luigi Russo, giù giù fino agli Scritti corsari di Pier P. Pasolini, esiste una nobile tradizione lì pronta a offrire materiali di lavoro.
Come in ogni forma espressiva, nulla s’inventa, ma tutto s’impara osservando. Si individui un saggista che corrisponda ai nostri gusti personali e lo si segua in tutta la sua produzione "breve"; naturalmente non ci si dovrà ispirare osservandolo quando è alle prese con un "saggio specialistico" – che è altra cosa rispetto al "saggio breve" . Il s.b. è un genere a sé: non tutti gli studiosi lo praticano con la stessa maestria.

Istruzioni generali:
Il saggio breve è un testo argomentativo che è definito in questo modo quando la sua funzione prevalente è quella di argomentare, cioè di presentare una questione sostenendo un’opinione, cioè una tesi, e accompagnandola con argomentazioni (ragionamenti, ipotesi, prove) collegate tra loro, che consentano di dimostrarne la validità.
Lo scopo principale del testo argomentativo è dunque quello di persuadere il destinatario ad accettare la propria tesi e influire sul suo comportamento.
Elemento determinante in questo caso nella comunicazione è dunque il destinatario (l’nterlocutore o il pubblico cui si rivolge l’autore), delle cui caratteristiche (psicologiche, sociali culturali..) l’autore deve tener conto.

Parte significativa di un testo argomentativo è rappresentata, dalle argomentazioni, cioè dalle prove che l’autore utilizza per dimostrare la propria tesi. Quali possono essere tali argomentazioni? Esse sono fondamentalmente riconducibili  ad alcune fondamentali metodologie alle quali corrispondono varie tecniche: vediamo quali.

Metodologie e tecniche dell’argomentazione (quattro tipi).

1-Ragionamento deduttivo: parte da principi generali, da premesse presumibilmente condivise o da assiomi definiti, e attraverso una serie di deduzioni, giunge a conclusioni indiscutibili.

2- Ragionamento induttivo: parte da osservazioni di casi particolari e cerca di ricavarne leggi valide in generale. La validità di questo tipo di ragionamento è condizionata dalla quantità e qualità di casi osservati.

3- Ragionamento abdutivo: si basa sull’osservazione di casi, come il metodo induttivo, ma in mancanza di un gran numero di esempi, si affida a pochi indizi.

4-Ragionamento analogico: si basa sul confronto tra una situazione nota e una situazione ignota, che si suppone simile alla prima.

Come scrivere un testo argomentativo?

  • Articola il testo in paragrafi ben distinti corrispondenti ciascuno a un passaggio logico dell’argomentazione. Ogni paragrafo dovrebbe contenere un’informazione nuova, o prendere in esame un argomento nuovo)
  • Ciascun paragrafo dovrebbe contenere, sarebbe meglio ma non è obbligatorio,  una parte di informazione e una di argomentazione.
  • Collega tra di loro i paragrafi per mezzo di connettivi, che hanno la funzione di realizzare la coerenza  del testo e rendono evidenti i passaggi dell’argomentazione.
  • Costruisci periodi complessi e preferisci la subordinazione alla coordinazione, in quanto essa esprime meglio la complessità del ragionamento che vai svolgendo. Utilizza spesso il periodo ipotetico.
  • Usa preferibilmente il tempo presente affinché la tesi e i relativi argomenti risultino validi in generale, indipendentemente dal contesto temporale.
  • Se intendi presentare la tesi in modo oggettivo e marcare una separazione  tra te che scrivi e l’argomento trattato, utilizza i verbi in modo impersonale (si deve, è necessario che, è opportuno affermare che..)
  • NB: sarebbe da evitare.Se invece vuoi evidenziare il tuo ruolo e assumerti la piena responsabilità di ciò che dici, usa verbi in prima persona singolare (credo che, penso di poter sostenere, ritengo giusto, affermo che…) oppure espressioni come a mio parere, secondo il mio punto di vista..
  • Le due possibilità possono convivere anche nello stesso saggio breve, magari la seconda nella parte conclusiva, secondo logicamente l’argomento che si è trattato.
  • Puoi ricercare un coinvolgimento del tuo destinatario, con espressioni come: vi sarete trovati nella situazione di, forse vi domanderete perché, potreste obiettare…
  • Scegliere un registro linguistico adeguato. Usa sempre un registro linguistico piuttosto formale.

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DEI PARAGRAFI IN CUI SI SVILUPPA L’ARGOMENTAZIONE?

  1. Ogni paragrafo dovrebbe contenere una sola idea.
  2. Un paragrafo può essere costituito da una sola frase oppure da più frasi, tutte comunque che trattino un solo punto dell’argomentazione.
  3. Ogni paragrafo deve avere una relativa autonomia rispetto al resto dello svolgimento, in quanto deve trattare in modo compatto e relativamente esauriente il corrispondente punto di una nostra personale scaletta argomentativa, ma, al tempo stesso, deve essere coerentemente collegato agli altri paragrafi, in particolare a quello che lo precede e a quello che lo segue.
  4. Se vengono nuove idee, aggiungi nuovi punti alla tua personale scaletta di lavoro, ma verifica che non siano ripetitivi, superflui e contraddittori.

 

Consigli per la stesura dei paragrafi:

    • Ogni paragrafo dovrebbe sviluppare un punto della tua scaletta di idee, evidenzia bene l’argomento principale. Se ci sono argomenti secondari non dare loro troppo spazio.
    • Ogni paragrafo deve concludersi con un punto fermo, non bisogna andare a capo all’interno del paragrafo. In linea di massima non bisogna superare mai le cinque righe per frase e le dieci o quindici righe per paragrafo.
    • Se decidi per un organizzazione del periodo in forma ipotattica fai in odo che nel complesso risulti comprensibile. Se decidi invece che ti va meglio un periodare per frasi coordinate, fai in modo che dia l’idea di una serie di pensierini giustapposti. Perciò trasforma qualche proposizione coordinata in subordinata. Nel saggio breve sarebbe preferibile la subordinazione.
    • Vai sempre a capo dopo aver esaurito un punto della scaletta. L’inizio del paragrafo successivo deve essere segnalato con un rientro evidente. Tra un paragrafo e l’altro si può anche saltare una riga per evidenziarne lo stacco.
    • Ogni paragrafo deve essere coeso con gli atri.
    • Adotta uno stile costante in tutti i paragrafi.

Come ottenere la coesione tra i paragrafi:
Presta particolare attenzione ai connettivi, cioè a quegli elementi (congiunzioni, avverbi, preposizioni) che collegano parole o parti del discorso all’interno di una frase o tra una frase e l’altra.

Rapporto

Connettivi

Cronologico

Prima, prima di, precedentemente, dopo, successivamente, nel frattempo, intanto, quando, mentre.

Spaziale

Davanti, dietro, sopra, sotto, dove.

Causa-effetto

Poiché, perché, perciò, conseguentemente, dato che, dal momento che.

Somiglianza-opposizione

Come, analogamente, ma, però, tuttavia, invece, mentre.

Spiegazione

Cioè, infatti, ossia.

Conclusione

Quindi, pertanto, perciò, allora.

 

 

CONSIGLI PER LA STESURA DELL’INTRODUZIONE:
L’introduzione di un testo ha in genere la funzione di presentare in modo globale l’argomento, anticipandone il contenuto e delimitandone al contempo i fini. Ha la funzione di predisporre il lettore alla lettura, è perciò opportuno che sia coinvolgente e chiaramente formulata.
Non è per forza obbligatorio dedicarsi alla presentazione come prima operazione della stesura del saggio; spesso è meglio dedicarsi a questa fase dopo che si è steso il corpo centrale del testo, soprattutto se si ha difficoltà a incominciare.
Niente vieta tuttavia che si cominci proprio dall’introduzione, se si ha qualche idea brillante al riguardo. In ogni caso si consiglia di non scrivere introduzioni troppo ampie, anzi di essere il più possibile stringati.
Ecco alcuni tipi di introduzione e i corrispondenti consigli di stesura.

Tipologia d’introduzione

Consigli per la stesura.

Inquadramento sintetico dell’argomento.

Evidenzia le idee portanti del testo, riformulando la traccia (se ti era stata fornita) oppure anticipando le parti in cui si articolerà la trattazione (per esempio la tesi e le principali argomentazioni, se si tratta di un testo argomentativo, come un saggio), oppure fa una breve presentazione informativa dell’argomento principale.

Domande.

Poni in maniera problematica le principali questioni a cui il testo tenterà di dare risposta.

Affermazioni.

Invece che esprimerti in forma interrogativa , fa delle affermazioni  che anticipino le principali questioni del testo.

Citazione.

Cita un brano letterario o la frase di un personaggio famoso, oppure un proverbio o una massima, che sintetizzi l’argomento principale o dia autorevolezza a quanto segue.

Fatto.

Fa riferimento a un fatto storico, a una vicenda personale o cita un aneddoto a cui il successivo svolgimento si colleghi.

In medias res

Entra direttamente in argomento evitando l’introduzione.

 

CONSIGLI PER LA STESURA DELLA CONCLUSIONE:
La conclusione ha il compito di riassumere il contenuto e gli scopi essenziali del testo congedandosi dal lettore. Come per l’introduzione, anche per la conclusione si consiglia di attendere di aver completato il corpo centrale del testo, prestando attenzione ad essere coerente  con quanto esposto precedentemente. Anche la conclusione presenta varie tipologie.

Tipologia di conclusione

Consigli per la stesura

Riassunto sintetico dell’argomento.

Riprendi molto sinteticamente i passaggi principali dello svolgimento.

Domande.

Riproponi al lettore la problematicità delle principali questioni affrontate, lasciando, in un certo senso, ancora aperta la discussione.

Affermazioni.

Definisci in modo sintetico le conclusioni a cui sei giunto.

Citazione.

Cita un brano letterario o la frase di un personaggio famoso per dare autorevolezza  a quanto esposto.

Fatto.

Fai riferimento a un fatto storico o a un aneddoto o a una vicenda personale che confermano quanto hai detto.

Nessuna conclusione.

Non inserire alcuna conclusione, se ritieni che il discorso sia già sufficientemente chiaro.

 

Il titolo: Il titolo è un nome o un sintagma o una breve frase (verbale o nominale) che indica in forma estremamente sintetica  il contenuto (argomento, soggetto, notizia) di un testo. Il suo scopo è quello di anticipare sinteticamente il contenuto del testo e di attirare l’attenzione del lettore invogliandolo alla lettura integrale del testo.
Il titolo può essere seguito dal sottotitolo , cioè da un titolo secondario che ne spiega e amplia il contenuto.

Come scrivere un titolo:

  • Se scegli per un titolo denotativo, comincia con lo scrivere una frase che riassuma in forma estremamente ridotta il contenuto del testo. Quindi opra successive riduzioni della frase fino ad arrivare a uno o due nomi o un sintagma o una frase brevissima.
  • Se scegli un titolo connotativo , lasciati andare alla fantasia: fai ampio uso di tutte le figure retoriche, i giochi di parole ecc che ti possono venire in mente. Non disdegnare le tecniche pubblicitarie. (frasi a effetto, ellittiche, nominali, citazioni tra virgolette, neologismi, sigle).
  • Valuta l’efficacia del titolo rispetto alla corrispondenza con il contenuto del testo e al rapporto con il lettore.
  • Colloca il titolo sopra il testo, in posizione centrale e scrivilo in caratteri più grandi.
  • Se ti viene richiesto aggiungi anche il sottotitolo (sotto il titolo) e l’occhiello ( sopra il titolo) , in caratteri più piccoli e possibilmente diversi , per approfondire e ampliare il contenuto del titolo.

NB: Nella pratica delle consuetudini scolastiche quando ti viene chiesto di scrivere un saggio breve su un particolare argomento, di solito ti vengono forniti dei documenti. Occorre pertanto leggere con attenzione tutti i documenti, cercare di capire quale tesi o punto di vista si cela dietro le parole dell’autore. Solo dopo aver letto, posso prendere in esame l’idea di abbracciare la tesi fornita da uno degli autori dei documenti forniti. Ma posso anche decidere che nessuna tesi avanzata dai documenti mi convince appieno. Tenendo conto che non sono assolutamente obbligato a utilizzare tutti i documenti che vengono proposti, sceglierò quei passi o quei punti che sono necessari alla mia argomentazione.

 

Fonte: http://www.istitutosuperioresorgono.gov.it/attachments/article/80/Argomentare%20e%20saggio%20breve.docx

Sito web da visitare: http://www.istitutosuperioresorgono.gov.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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