Pronomi o sostituenti

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I Pronomi

Generalmente il pronome si usa per sostituire un nome.

Osservare la seguente frase: Angela trovò sulla spiaggia un bimbo smarrito che piangeva; lo accarezzò, gli asciugò le lacrime e lo riaccompagnò dai suoi.  Le parole che, lo, gli, lo e suoi stanno tutte al posto di bimbo. Se non ci fossero queste parole dovremmo dire: Angela trovò un bimbo smarrito; il bimbo piangeva; Angela accarezzò il bimbo, asciugò al bimbo le lacrime e riaccompagnò il bimbo dai genitori del bimbo.

Che, lo, gli e  suoi sono pronomi, cioè parole che stanno al posto del nome.

I linguisti moderni preferiscono chiamare il pronomi, sostituenti, perché sostituiscono non solo i pronomi ma anche aggettivi, verbi ecc. e perfino intere frasi.

Esempi:

Chiama Fabio – chiamalo                                 -lo sostituisce il nome Fabio
È buona la crema? – sì, lo è                              lo sostituisce l’aggettivo buona
Desiderano mangiare – sì lo desideriamo          lo sostituisce l’infinito mangiare
Sanno che sei arrivato – sì lo sanno                  lo sostituisce la frase che sei arrivato

Secondo il loro significato e la loro funzione i pronomi si dividono in:

personali                     io, tu noi, voi …
possessivi                    mio, tuo, suo …
dimostrativi                questo, quello …
indefiniti                     qualcuno, alcuni, nessuno …
relativi                         che, il quale, la quale …
interrogativi               chi? quale? quanto? …
esclamativi                 quanto! che! …

Pronomi personali

Analizzare la frase: Io ti parlo m tu non mi ascolti. – Io, tu, ti, mi tu, ti, mi  sono pronomi personali, si riferiscono cioè alle persone del discorso io e  mi indicano la persona che parla; tu e ti la persona che ascolta.
Io e tu hanno funzione di soggetto,  mi e ti di complemento.

I pronomi personali variano secondo la persona, il genere, il numero e la funzione.

I pronomi personali si distinguono in pronomi soggetto e pronomi complemento. I pronomi complemento a loro volta hanno forme toniche o forme forti, cioè con accento proprio e forme atone o deboli, cioè senza accento. Mentre le forme toniche seguono generalmente il verbo e possono avere le preposizioni (Fabio chiama te, parlo di te), le forme atone non hanno preposizioni, precedono il verbo (Fabio mi disse; quando lo vidi) o, se lo seguono, si fondono con esso, diventando enclitiche (ascoltami, digli di tacere).

Soggetto:
io, tu, egli-esso-ella-essa (singolare)
noi, voi, essi-esse (plurale)

Complemento – forme toniche (cioè sono pronomi con accento, quindi forti)
me, te, lui-sé-lei-sé (singolare)
noi, voi, loro-sé

Complemento – forme atone (cioè sono pronomi senza accento, quindi deboli)

Mi, ti, lo, gli, si (ne) (singolare)
Ci, vi, li, si, le, (ne) (plurale)

La prima persona indica la persona che parla, la seconda quella che ascolta, la terza la persona di cui si parla
Egli si usa generalmente per le persone, esso per gli animali o cose; ella per persone, essa indifferentemente per persone, animali e cose. Ella è meno comune di essa.
I pronomi di prima e seconda persona hanno una sola forma, quelli di terza ne hanno una per il maschile e una per il femminile.
Spesso i pronomi personali soggetto si sottintendono, specialmente quelli di prima e seconda persona sono (=io sono) stanco; so (=io so) che mi hai (=tu hai) cercato.
Le forme e si di terza persona sono dette pronomi riflessivi perché si riferiscono alla stessa persona che fa l’azione. Anche mi, ti, ci, vi possono avere funzione riflessiva: io mi lavo.
Fate attenzione alle frasi: Massimo parla di sé (=di se stesso) e Massimo parla di lui (=di un altro); essi parlano di loro (=di altri).

Forme di cortesia
Nella lingua moderna usiamo tu/voi con le persone con cui siamo in confidenza (tu sei troppo generoso); con gli altri usiamo Lei/Loro e raramente Voi/Ella, chiamati pronomi di cortesia. Lei, signor Neri, è troppo gentile.
L’aggettivo o il participio passato che si riferiscono a Lei o a Loro concordano al maschile o al femminile secondo che ci rivolgiamo a un uomo o una donna: Lei, signor Rossi, è troppo generoso; Lei signora Rossi, è troppo generosa.
Il pronome noi può anche essere usato dagli scrittori come plurale di modestia: noi riteniamo (invece di io ritengo) che la crisi si risolverà presto.

Fonte: http://www.italianstudies.org/ITL312/Pronomi.doc

Sito web da visitare: http://www.italianstudies.org

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