Fonti e principi del diritto del lavoro

Fonti e principi del diritto del lavoro

 

 

 

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Fonti e principi del diritto del lavoro

IL DIRITTO DEL LAVORO TRAMITE QUESITI A RISPOSTA SINGOLA

  • Quali sono le fonti del diritto del lavoro? Le fonti del diritto del lavoro sono la Costituzione, il codice civile, numerose leggi ordinarie e i contratti collettivi di lavoro.

La Costituzione contiene norme sul lavoro nei “Principi fondamentali” (art. 1; art. 4) e nella Parte I “Diritti e doveri dei cittadini” , Titolo III “Rapporti economici” (art. 35; art. 36; art. 37; art. 38; art. 39; art. 40).
Il codice civile disciplina il lavoro nel libro quinto “Del lavoro” ed in particolare nel Titolo II “Del lavoro nell’impresa”.
Fra le numerose leggi ordinarie sul lavoro, ricordiamo la legge n. 300/1970 (Statuto dei lavoratori), la legge delega n.30/2003 e il decreto legislativo n.276/2003 (Riforma Biagi) e la legge n.83/2000 (esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali).

Occorre a questo proposito, conoscere i seguenti concetti:

  • Fonti del diritto: atti (approvazione di leggi, emanazione di regolamenti) o fatti (formarsi delle consuetudini) dai quali scaturiscono le norme giuridiche.
  • Decreto legislativo: atto normativo avente valore di legge, emanato dal Governo sulla base di una delega ricevuta dal Parlamento. La delega è una legge nella quale il Parlamento stabilisce quale dovrà essere l’oggetto del decreto e quali principi, criteri e tempi il Governo dovrà rispettare.
  • Costituzione: legge fondamentale dello Stato; la Costituzione italiana è rigida in quanto può essere modificata attraverso una procedura più complicata rispetto al normale procedimento di approvazione di una legge da parte del Parlamento (art. 138).

 

  • Cosa sono i contratti collettivi di lavoro? Essi vengono stipulati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro; stabiliscono le condizioni retributive minime alle quali il lavoratore ha diritto (salario, indennità, mensilità aggiuntive)e gli aspetti organizzativi più importanti riguardanti il rapporto di lavoro come l’articolazione delle qualifiche, l’orario, l’impiego del lavoro straordinario,  ecc. Ciacuna categoria di lavoro ha un suo contratto collettivo che viene periodicamente rinnovato. Se il datore di lavoro vuole offrire ai propri dipendenti condizioni più favorevoli è libero di farlo (salvo che queste non abbiano carattere discriminatorio), mentre  non può assolutaemnte imporre condizioni meno favorevoli, come un minor salario o un orario di lavoro più lungo. La contrattazione collettiva si articola su tre livelli: interconfederale, di categoria ed aziendale.
  • Cosa sono i sindacati e qual è la loro posizione giuridica in Italia?

I sindacati sono libere organizzazioni di lavoratori o di datori di lavoro,  costituite per difenderne i diritti e tutelarne gli interessi; l’art. 39 Cost. sancisce che ai sindacati non può essere imposto altro obbligo che la registrazione dei loro statuti. Attualmente i sindacati sono associazioni di fatto,senza personalità giuridica, in quanto non hanno provveduto alla registrazione dei loro statuti; tale registrazione, infatti, comporterebbe un certo controllo di legittimità da parte degli uffici competenti. La mancata registrazione comporta, da un punto di vista giuridico, l’applicazione dei contratti collettivi solo agli iscritti al sindacato e non a tutti gli appartenenti alla categoria. Oggi, comunque, i contratti collettivi sono generalmente applicabili a tutti gli appartenenti alla categoria cui il contratto si riferisce per le ragioni di seguito riportate:

  • Il datore di lavoro non può mai applicare ad un lavoratore un salario inferiore a quello previsto dal contratto collettivo per il fatto che il lavoratore non è iscritto al sindacato; infatti il contratto individuale può derogare a quello collettivo solo se prevede condizioni più favorevoli al lavoratore
  • Quando si verifica una controversia in materia di retribuzione, il giudice nel quantificare la “retribuzione sufficiente” come da art. 36 Cost., fa riferimento a quella stabilita dal contratto collettivo, anche se le parti in causa non sono iscritte al sindacato.
  • Come si presenta il mercato del lavoro?

In passato la funzione di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro poteva essere svolta esclusivamente da strutture pubbliche denominate Centri per l’impiego; oggi tale funzione può essere esercitata dietro specifica autorizzazione e senza oneri per il lavoratore:

  • Da Agenzie private
  • Da altri soggetti, come Comuni, Camere di Commercio, Università e persino scuole secondarie superiori

Inoltre è stata prevista l’istituzione di una Borsa continua nazionale del lavoro; si tratta di una banca dati alla quale possono accedere , per prendere informazioni o per inserire le loro richieste, i lavoratori in cerca di occupazione, le imprese in cerca di personale e le strutture di intermediazione pubbliche e private.
Le Agenzie per il lavoro per poter essere iscritte all’albo professionale, suddiviso in sezioni  in relazione al tipo di attività svolta, devono essere autorizzate dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ed essere accreditate da parte delle regioni.        

  • Quali sono i principi costituzionali in tema di lavoro?

Art. 1 Cost: l’articolo pone il lavoro a fondamento delle comunità statale e afferma il principio della sua tutela; la Repubblica ha compiuto un salto di qualità rispetto al vecchio Stato monarchico-liberale che  poneva i titoli di sangue e la ricchezza a fondamento del sistema politico e sociale.
Art. 4 Cost.: l’espressione “diritto al lavoro” è stata impiegata per sottolineare quanto la Costituzione ritenga importante il problema dell’occupazione; certamente, però, un disoccupato non può rivolgersi al giudice e pretendere che gli sia trovato un lavoro. Nel nostro sistema economico sono principalmente le imprese a creare occupazione e nessun giudice può imporre loro di assumere dipendenti di cui non hanno bisogno. Lo Stato, tuttavia, deve intervenire per promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro, ovvero deve assumere tutte le iniziative che, agevolando la produzione e il commercio, inducano gli imprenditori ad assumere nuovi lavoratori. L’unico limite è rappresentato dall’esigenza di non dilatare troppo la spesa pubblica; infatti le risorse dello Stato non sono illimitate e provengono in gran parte dalle imposte pagate da imprese e cittadini, il cui ammontare non può salire oltre un certo limite. Il lavoro, oltre che un diritto, è un dovere morale per tutti, in quanto ognuno dovrebbe svolgere un’attività che contribuisca al progresso della società.
Art. 36 Cost.: l’articolo fissa diversi criteri per determinare la giusta retribuzione spettante al lavoratore dipendente;

  • In primo luogo bisogna tener conto della quantità ,cioè della durata del lavoro; è evidente che il lavoratore part-time non viene pagato come se lavorasse a tempo pieno; chi effettua delle ore di lavoro straordinario, invece, ha diritto a una retribuzione maggiore.
  • In secondo luogo occorre considerare il tipo di lavoro; il termine “qualità” può significare professionalità, responsabilità, preparazione necessaria per una determinata mansione. Le diverse mansioni richiedono studi diversi e comportano difficoltà e responsabilità differenti.
  • Infine il terzo criterio è quello secondo cui il salario deve essere tale da permettere al lavoratore di soddisfare tutti i bisogni necessari per vivere in maniera dignitosa.

Art. 37 Cost.:  in base a tale articolo è incostituzionale qualsiasi discriminazione tra uomini e donne non solo in tema di retribuzione, ma anche per quanto riguarda l’accesso al  lavoro, l’attribuzione delle qualifiche e la progressione di carriera. Inoltre alla donna devono essere garantite condizioni di lavoro tali da permetterle di adempiere alla funzione materna.
Art. 38 Cost.: l’articolo introduce i concetti di assistenza sociale e previdenza sociale; l’assistenza sociale è l’insieme degli interventi dello Stato a favore dei cittadini bisognosi, indipendentemente dal versamento di contributi. La legge 328/2000 attribuisce allo Stato compiti di programmazione in tema di servizi sociali, affidando ai comuni, province e regioni il compito di gestire il sistema integrato di interventi e servizi sociali. La previdenza sociale, invece, riguarda la tutela del lavoratore contro eventi, naturali o legati al lavoro svolto,  che possono compromettere la sua capacità lavorativa; le prestazioni previdenziali sono finanziate principalmente con i contributi versati dai datori di lavoro e dai lavoratori autonomi.
Art. 39 Cost.: sancisce la libertà sindacale, intesa come libertà di costituire associazioni sindacali, di aderire o meno ad un sindacato e di svolgere ogni tipo di attività sindacale. L’attività sindacale si esplica attraverso la discussione di problematiche aziendali sul luogo di lavoro, l’adesione a scioperi, la stipulazione di contratti collettivi  e la possibilità di controllare mediante le rappresentanze sindacali l’applicazione delle norme contro gli infortuni professionali.
Art. 40 Cost.: tale articolo disciplina il diritto di sciopero che consiste nell’astensione facoltativa e collettiva dei lavoratori dall’attività lavorativa per  scopi non ritenuti illeciti dalla legge; il lavoratore che vi aderisce non fornisce la prestazione lavorativa e non avrà la retribuzione per le ore di lavoro non effettuate. Le leggi 146/90 e 83/2000 disciplinano lo sciopero nei servizi pubblici essenziali  che devono comunque essere sempre garantiti. Gli scioperi, infatti, danneggiano non solo il datore di lavoro (in questo caso lo Stato) ma anche e soprattutto gli utenti del servizio.

  • Chi è il lavoratore subordinato e che differenza c’è rispetto al lavoratore autonomo?

Il codice civile, all’art. 2094, definisce il lavoratore subordinato come colui che presta la propria attività, manuale o intellettuale, alle dipendenze e sotto la direzione di un datore di lavoro, in cambio di una retribuzione. Il lavoratore subordinato è sottoposto al potere organizzativo, gerarchico e disciplinare del datore di lavoro, che deve estrinsecarsi in specifici ordini oltre che nell’esercizio di un’assidua attività di vigilanza e controllo sull’esecuzione dell’attività lavorativa e nello stabile inserimento del lavoratore nell’organizzazione aziendale del datore di lavoro. Questi elementi distinguono il lavoratore subordinato da quello autonomo che stipula un contratto d’opera con il committente (art.2222 c. c) e sul quale ricade il rischio economico dell’attività svolta.

  • Quali sono le caratteristiche del contratto a termine?

L’assunzione del  lavoratore a tempo indeterminato dovrebbe rappresentare la normalità;  quindi le nuove forme di lavoro temporaneo, tra cui il contratto a termine, sono giustificate solo per iniziative non durature e per altre circostanze eccezionali.
Al fine di evitare abusi da parte del datore di lavoro, la normativa ha fissato condizioni per la stipulazione del contratto di lavoro a tempo determinato, modificate dalle legge 92/2012 , la quale consente la stipulazione del primo rapporto a tempo determinato per l’esecuzione di qualunque tipo di mansione e per una durata massima di 12 mesi (non prorogabile), senza la necessità di specificazione della causale ovvero delle ragioni di carattere:

  • Tecnico: ad esempio la necessità di disporre di personale con qualifiche e specializzazioni diverse da quelle normalmente possedute dall’organico dell’azienda
  • Produttivo ed organizzativo: quali l’esigenza di far fronte a situazioni o a richieste del mercato al di sopra della media
  • Sostitutivo: a questo proposito è vietato assumere con contratto di lavoro a termine per sostituire lavoratori in sciopero

richieste in via ordinaria.
La proroga del contratto è ammessa una sola volta e solo nel caso di contratto iniziale di durata inferiore a 3 anni; in caso di proroga la durata complessiva del rapporto non può essere superiore a 36 mesi.
E’ possibile la riassunzione a termine dello stesso lavoratore purché sia rispettato l’intervallo di tempo tra un’assunzione e l’altra  di 60 giorni (contratto precedente di durata fino a 6 mesi) oppure di 90 giorni (contratto precedente  di durata superiore a 6 mesi).
il contratto deve essere stipulato in forma scritta sotto pena di nullità e deve contenere l’indicazione delle ragioni giustificatrici (non è sufficiente l’indicazione generica della categoria di motivi, ma è necessario specificare dettagliatamente le ragioni concrete ed effettive, come ad esempio l’acquisizione di specifiche commesse, la necessità di procedere ad operazioni di manutenzione straordinaria oppure la necessità di accelerare i ritmi di produzione in vista della scadenza di un termine di consegna di una determinata commessa.
A fronte della difficoltà , a seguito dell’entrata in vigore della riforma “Fornero”, a rinnovare i contratti a termine esistenti, il rischio è che essi siano trasformati in partite Iva. A questo proposito la nuova disciplina stabilisce che sono da considerare vere, e non un trucco, le partite Iva che hanno un reddito annuo lordo superiore a 18 mila euro. Le partite Iva non possono avere ad oggetto collaborazioni che superano gli otto mesi all’anno e un corrispettivo che costituisca più dell’80% dei corrispettivi complessivamente percepiti dal collaboratore. Il lavoratore con partita Iva non deve avere una postazione fissa in azienda: può avere il telefono ma non la sua scrivania. La riforma fa scattare l’obbligo dell’assunzione se l’80% del reddito arriva dalla stessa azienda committente, perché se supera questa percentuale si tratta in realtà di un dipendente mascherato.

  • Quali sono i diritti patrimoniali spettanti al lavoratori dipendente?

I diritti di natura patrimoniale riguardano:

  • Il diritto alla retribuzione, la quale può essere a tempo o a cottimo; essa viene stabilita nel contratto individuale di lavoro stipulato tra il datore di lavoro e il lavoratore dipendente, nel rispetto comunque di quanto fissato dai contratti collettivi di lavoro. All’atto della corresponsione della retribuzione al dipendente, il datore di lavoro effettua le ritenute previdenziali (contributi INPS a carico del lavoratore) e le ritenute fiscali d’acconto, fungendo da sostituto d’imposta.
  • Il diritto al trattamento di fine rapporto che il lavoratore subordinato percepisce al termine del rapporto di lavoro; il TFR è nato come una sorta di stipendio all’anno messo obbligatoriamente da parte per consentire al lavoratore di disporre di una somma di denaro nel momento in cui lascia l’azienda. Con il decreto legislativo 5 dicembre 2005 n. 252 il lavoratore dipendente deve scegliere se lasciare in azienda le quote di TFR che maturano di anno in anno oppure destinarle a forme di previdenza complementare (fondi pensione, polizze assicurative previdenziali) al fine di integrare la pensione erogata dall’INPS. Il cambiamento del metodo di calcolo della pensione da retributivo a contributivo, cioè non più basato sulle retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro, ma sull’ammontare dei contributi pensionistici versati nell’intero arco della vita lavorativa, rende, infatti,  necessaria un’integrazione della pensione INPS con una pensione supplementare, ovvero con forme di previdenza complementare.
  • Quali sono gli elementi delle assicurazioni sociali?

Gli elementi delle assicurazioni sociali, ovvero di quelle forme assicurative che garantiscono determinate prestazioni ai lavoratori, al verificarsi di particolari eventi connessi o meno con l’attività svolta sono:

  • I soggetti assicuratori, assicuranti ed assicurati
  • L’oggetto, cioè i rischi che possono ridurre o far venir meno la capacità lavorativa del dipendente; essi si suddividono in rischi professionali e non professionali
  • I contributi a carico del datore di lavoro e dei lavoratori (talvolta anche parzialmente a carico dello Stato a seguito del fenomeno della fiscalizzazione degli oneri sociali)
  • Le prestazioni  di tipo economico e sanitario erogate dai soggetti assicuratori ai soggetti assicurati al verificarsi dell’evento oggetto dell’assicurazione.

 

 

  • Quali sono i diritti personali spettanti al lavoratore dipendente?

Tali diritti riguardano l’integrità fisica e la salute del lavoratore, la libertà, la dignità e la riservatezza. Il diritto all’integrità fisica e alla salute del lavoratore dipendente viene garantito attraverso la previsione del diritto alle ferie, di un riposo giornaliero e settimanale.
Il diritto alle ferie, costituzionalmente sancito dall’art 36 Cost., viene disciplinato dall’art. 2109 del codice civile, il quale prevede che il diritto alle ferie retribuite è un diritto insopprimibile e irrinunciabile del lavoratore e che  la durata delle ferie è fissata dalla legge, dai contratti collettivi, dagli usi e secondo equità.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge e non dai contratti collettivi di lavoro e non deve comportare danni alla salute del lavoratore; il tempo normale di lavoro è costituito da 40 ore settimanali.
I diritti di libertà, dignità e riservatezza si concretizzano essenzialmente nel diritto alla libertà di espressione sul luogo di lavoro e nel divieto di discriminazioni all’atto dell’assunzione e durante il normale svolgimento del rapporto di lavoro.

  • Quali regole costituzionali relative ai sindacati hanno trovato applicazione? Quali regole invece non sono state applicate?

Il principio della libertà dell’organizzazione sindacale previsto dal 1^ comma dell’articolo 39 Cost. è effettivamente applicato, ciò significa che chiunque può costituire un’organizzazione sindacale, che chiunque è libero di aderire o meno a un’organizzazione sindacale,  che chiunque può svolgere attività sindacale (discussione di problemi aziendali nei luoghi di lavoro, possibilità di nominare rappresentanze sindacali aziendali a livello di singole imprese, adesione agli scioperi ecc.). la fonte più importante della libertà sindacale, dopo la Costituzione, è lo Statuto dei lavoratori.  Le altre regole contenute nell’art. 39 Cost. , invece, non hanno trovato applicazione. I sindacati si sono sempre dichiarati contrari alla registrazione e di conseguenza essi sono associazioni di fatto; i linea teorica, quindi, i contratti nazionali sono validi solo per i lavoratori iscritti a quei sindacati che firmano gli accordi. Nella prassi, tuttavia, i contratti collettivi hanno efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alla categoria per la quale sono stati stipulati.

  • Quali sono i doveri del lavoratore dipendente?

I doveri del lavoratore dipendente sono il dovere di fedeltà e il dovere di diligenza; in altri termini il lavoratore dipendente non deve divulgare notizie riservate sull’attività svolta e sui metodi di produzione e non deve svolgere attività in concorrenza con il datore di lavoro. Inoltre deve osservare tutte le regole tecniche previste in relazione al tipo di attività svolta , ovvero fornire una prestazione di qualità; al lavoratore dipendente si richiede una diligenza superiore a quella del buon padre di famiglia.

  • Quali sono le cause di sospensione del rapporto di lavoro e le relative conseguenze?

La sospensione del rapporto di lavoro può avvenire per malattia, infortunio sul lavoro, gravidanza e matrimonio del  lavoratore dipendente; a seguito della sospensione del rapporto di lavoro, il lavoratore dipendente ha diritto alla conservazione del posto di lavoro, a ricevere la retribuzione per il periodo di sospensione e tale arco di tempo viene conteggiato ai fini dell’anzianità di servizio.
Vi possono essere anche cause di sospensione del rapporto di lavoro inerenti l’andamento dell’impresa (crisi aziendale ristrutturazione aziendale ecc.); in questi casi i lavoratori sono posti in cassa integrazione e ricevono un’integrazione salariale pari a una data percentuale della retribuzione.

  • In cosa consistono le integrazioni salariali e come possono essere classificate?

Il sistema delle integrazioni salariali, gestito dall’INPS, tutela l’insieme dei lavoratori di un’impresa, con lo scopo di integrare il salario ai lavoratori dipendenti che si trovano in condizione di disoccupazione parziale (riduzione dell’orario di lavoro o sospensione temporanea del lavoro stesso). In questo modo il datore di lavoro non paga ore di lavoro in esubero rispetto alle esigenze d’impresa e il lavoratore ha l’opportunità di rimanere legato all’azienda in attesa di un miglioramento delle condizioni di mercato. L’integrazione salariale può essere ordinaria (quando la sospensione o la riduzione dell’attività è dovuta a cause transitorie) oppure straordinaria (quando la sospensione o la riduzione dell’attività è dovuta a crisi aziendali di particolare rilevanza).

  • Quali sono le cause ordinarie di cessazione del rapporto di lavoro?

Riguardano la scadenza del termine nei contratti di lavoro a tempo determinato, il raggiungimento dell’età pensionabile del lavoratore nei contratti di lavoro a tempo indeterminato e il conseguimento dello scopo per il quale è sorto il contratto.

  • Quali sono le innovazioni apportate con la Riforma Biagi?

La riforma Biagi del 2003 ha contribuito a creare una maggior flessibilità sul mercato del lavoro, introducendo nuove tipologie contrattuali adeguate alle esigenze del mercato; a questo proposito occorre distinguere tra:

  • Tipologie contrattuali a orario ridotto o  flessibile (contratto part-time, contratto di lavoro ripartito, contratto di lavoro intermittente)
  • Tipologie contrattuali di inserimento e formative (contratto di inserimento, contratto di apprendistato)
  • Tipologie contrattuali a progetto e occasionali (contratto di lavoro a progetto, ecc.).

La Riforma del lavoro intervenuta con legge n^ 92/2002 (Riforma Fornero) dovrebbe aiutare i giovani a trovare lavoro, impresa non facile visto che sotto i 24 anni è senza lavoro un italiano su tre(Il Corriere della Sera 26 agosto 2012). E allo stesso tempo costruire un argine contro la cosiddetta “flessibilità cattiva”, quella selva di 40 tipi diversi di contratto che in molti casi ha trasformato una sacrosanta esigenza del sistema produttivo nel problema numero uno di una generazione intera (precarietà).
Lavoratori precari per settore (dati 2011)


Settore

Incidenza % sul totale degli occupati del settore

Numero di precari

Alberghi e industria

28.3

337.379

Altri servizi pubblici e sociali

27.1

477.299

Agricoltura, caccia e pesca

26.1

232.245

Servizi alle imprese

16.9

414.672

Istruzione, sanità

16.2

514.814

Commercio

12.9

436.842

Trasporti e comunicazioni

10.8

133.522

Costruzioni

10

192.710

Manifattura

8.7

380.779

Pubblica Amministrazione

8.4

118.978

Intermediazione monetaria

7.7

64.030

Energia

6.8

12.539

 

  • Quali sono le caratteristiche del contratto di lavoro a progetto?

Si tratta di un’attività finalizzata al raggiungimento di un risultato, ovvero ci troviamo di fronte ad un’obbligazione di risultato slegata da qualsiasi criterio temporale. Il lavoratore a progetto, sostanzialmente è un lavoratore autonomo, che deve però coordinarsi con l’azienda committente . Il corrispettivo pattuito è legato al risultato e non al tempo; di conseguenza se il lavoro viene consegnato prima della scadenza, il compenso non subisce variazioni.
Il contratto deve essere stipulato per iscritto e deve contenere, ai fini della prova:

  • L’indicazione della durata determinata o determinabile della prestazione
  • L’indicazione del progetto
  • L’ammontare del corrispettivo pattuito
  • Le forme di coordinamento del lavoratore con l’azienda committente

La Riforma “Fornero” introduce presunzioni di legge, con la presunzione di subordinazione anche con riferimento al lavoro a progetto, che preveda lo svolgimento delle attività con modalità analoghe a quelle dei dipendenti dell’azienda committente. Per i lavoratori a progetto è previsto un salario minimo che deve fare riferimento ai contratti nazionali di lavoro e deve essere adeguato alla quantità e qualità del lavoro eseguito.

  •  Perché la legge pur mantenendo la libertà di dimissioni da parte del lavoratore, disciplina il licenziamento individuale?

Per tutelare il lavoratore dipendente, contraente debole del rapporto di lavoro subordinato.

  • In quali circostanze è legittimo il licenziamento individuale?

Il licenziamento individuale può avvenire solo per giusta causa e giustificato motivo; la giusta causa consiste in un fatto estraneo alla sfera del contratto e di particolare gravità, tale da giustificare il licenziamento in tronco, ovvero senza preavviso del lavoratore (furto aziendale, atto di violenza di un lavoratore nei confronti di un altro lavoratore, ecc.). Il giustificato motivo può essere soggettivo oppure oggettivo; il primo consiste in un grave inadempimento degli obblighi derivanti dal contratto (comportamento negligente del lavoratore legato ad esempio, ad un insufficiente rendimento prolungato nel tempo, ecc.). Il giustificato motivo oggettivo, invece, è legato  ad esigenze dell’attività aziendale, che non presentano carattere di eccezionalità (sostituzione di macchinari, mutamento del tipo di produzione con conseguente impossibilità per il datore di lavoro di adibire il lavoratore ad altri settori dell’azienda).

  • Perché il datore di lavoro ha l’obbligo di comunicare il licenziamento al lavoratore per iscritto?

In modo tale che egli possa impugnare l’atto entro 60 giorni dalla comunicazione.

  • Che differenza c’è tra tutela reale e tutela obbligatoria in caso di illegittimità del licenziamento?

La tutela reale si applica in caso di inefficacia (licenziamento non comunicato per iscritto o senza indicazione dei motivi)  o nullità del licenziamento (licenziamento avvenuto per ragioni di fede religiosa, opinioni politiche)  e comporta la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro con conseguente obbligo per il datore di lavoro di risarcire il danno sofferto dal  lavoratore; la tutela obbligatoria si ha nel caso di annullamento del licenziamento (avvenuto senza giusta causa o giustificato  motivo) e comporta la scelta per il datore di lavoro tra le seguenti due alternative: riassunzione del lavoratore o risarcimento del danno sofferto dal  lavoratore.

  • In cosa consiste il licenziamento discriminatorio e quali sono le conseguenze per il datore di lavoro?

Il licenziamento discriminatorio avviene per ragioni di fede religiosa o politica o in periodi vietati (periodo di gravidanza per la lavoratrice) e comporta come sanzione massima l’obbligo per il datore di lavoro di procedere alla reintegrazione del lavoratore nel  posto di lavoro con conseguente risarcimento del danno subito dal lavoratore durante il  periodo intercorrente tra la data del licenziamento e quella della reintegrazione nel posto di lavoro.

  • Quali sono le caratteristiche del contratto di somministrazione di lavoro?

In esso intervengono 3 soggetti:

  • Somministratore, ovvero agenzia per il lavoro
  • Lavoratore somministrato
  • Impresa utilizzatrice

Il contratto di somministrazione di lavoro viene stipulato tra l’agenzia di lavoro e l’impresa utilizzatrice, mentre tra l’agenzia di lavoro e il lavoratore somministrato viene stipulato un contratto di lavoro subordinato, anche se il lavoratore svolge la propria attività sotto la direzione, non del proprio datore di lavoro (agenzia di lavoro), bensì dell’impresa utilizzatrice. La  legge 247/2007 ha abolito l’istituto della somministrazione a tempo indeterminato.

  • In quali atti normativi  viene sancita la parità uomo-donna sul luogo di lavoro?

L’art. 37 Cost. sancisce la parità uomo-donna sul luogo di lavoro; tale disposto ha trovato attuazione con la legge 9 gennaio 1963 n.7 che introduce alcuni principi fondamentali volti a tutelare la lavoratrice donna. Il datore di lavoro non può rifiutarsi di assumere la lavoratrice adducendo come motivi la sua situazione di coniugata o il suo stato di gravidanza; inoltre egli non può licenziare una donna per gravidanza o matrimonio e a parità di lavoro deve corrisponderle una retribuzione analoga a quella dell’uomo. La legge n. 903 del 1977 ribadisce il concetto della parità uomo-donna sul luogo di lavoro vietando qualsiasi comportamento discriminante che possa arrecare pregiudizio in ragione del sesso del  lavoratore.

  • Come viene tutelata la lavoratrice madre?

La tutela della lavoratrice madre  si ha nell’art. 37 della Costituzione che assicura la funzione familiare della donna, nell’art. 2110 del Codice civile che configura la gravidanza come causa di sospensione del rapporto di lavoro, ma soprattutto nel Testo Unico delle disposizioni in tema di tutela e sostegno della maternità e paternità. La legge prevede, per la madre, un periodo di astensione obbligatoria della durata di 5 mesi (da due mesi prima della data presunta del parto fino a tre mesi dopo il parto) e un periodo di astensione facoltativa della durata massima  di 6 mesi fino al compimento di 8 anni  di età del bambino. L’astensione  facoltativa (congedo parentale) spetta a ciascun genitore; per la madre tale periodo decorre dopo il periodo di astensione obbligatoria, mentre per il padre dal momento della nascita del figlio.

  • Quali assicurazioni gestisce l’INAIL?

L’INAIL  gestisce l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le  malattie professionali; i soggetti assicurati sono i lavoratori dipendenti sottoposti al rischio proprio di determinate attività considerate pericolose dalla legge. L’oggetto dell’assicurazione è costituito dall’infortunio sul lavoro, malattia professionale, danno biologico e infortunio in itinere. Al verificarsi di una delle cause oggetto dell’assicurazione il lavoratore assicurato ha diritto a ricevere prestazioni economiche e/o sanitarie.

  • In cosa consiste il diritto di sciopero?

Consiste in un’astensione collettiva dei lavoratori dall’attività per scopi non ritenuti illeciti dalla legge; tale diritto è sancito dall’art. 40 della Cost. e di conseguenza scioperare non costituisce né illecito penale né illecito civile. L’unica conseguenza per il lavoratore che aderisce allo sciopero è la perdita della retribuzione per le ore non lavorate.

  • In cosa consiste l’assegno per il nucleo familiare?

E’ una forma di protezione sociale gestita dall’INPS al fine di dare attuazione al principio sancito dall’art. 36 Cost. della retribuzione familiare;  esso viene di fatto pagato ai lavoratori dipendenti, da parte del datore di lavoro,  in base al numero dei componenti il nucleo familiare e al reddito del nucleo familiare. La funzione dell’assegno per il nucleo familiare è di integrare il reddito del nucleo familiare.

  • Quali sono le caratteristiche del contratto di lavoro ripartito?

Il contratto di lavoro ripartito introdotto con la Riforma Biagi del 2003 prevede che due lavoratori assumano in solido l’adempimento di  un’unica obbligazione lavorativa, accordandosi tra di loro su come alternarsi sul luogo di lavoro. Le caratteristiche di questo contratto consistono nella pluralità dei lavoratori, nell’unicità dell’attività lavorativa e nel vincolo di solidarietà tra i due lavoratori; ciò significa che se uno dei due lavoratori non può svolgere l’attività per malattia, infortunio, ecc., l’altro deve addossarsi per intero l’adempimento dell’obbligazione lavorativa.

  • In cosa consiste il vincolo di solidarietà delle parti nel contratto di somministrazione di lavoro?

Tra il somministratore (agenzia per il lavoro) e impresa utilizzatrice esiste un vincolo di solidarietà, nel senso che se l’agenzia non versa la retribuzione al lavoratore somministrato e i contributi sociali agli enti previdenziali, deve provvedere l’impresa utilizzatrice presso la quale il lavoratore presta la sua attività, salvo poi rivalersi sul’agenzia di lavoro.

  • Quali atti normativi garantiscono il diritto all’integrità fisica e alla salute dei lavoratori?

Il codice civile, all’art.2087, stabilisce che l’imprenditore nell’esercizio dell’impresa deve adottare tutte le misure idonee a garantire la salute e l’integrità fisica e morale dei lavoratori; inoltre l’art. 9 dello Statuto dei lavoratori prevede il diritto per i lavoratori di controllare, tramite un loro rappresentante per la sicurezza, l’applicazione in azienda di tutte le norme per prevenire infortuni sul lavoro e malattie professionali, e tutelare la salute dei lavoratori. Il rappresentante per la sicurezza dei lavoratori deve essere presente in ogni impresa con il compito di ispezionare e controllare i luoghi di lavoro al fine di prevedere i rischi e adottare tute le misure per prevenirli.

  • Definisci il Servizio Sanitario Nazionale

E’l’insieme delle strutture, funzioni  ed attività destinate a promuovere, conservare e recuperare la salute fisica e psichica di tutta la popolazione. Si tratta di un’organizzazione complessa che coinvolge Stato, Regioni, Province e Comuni  e che viene gestita attraverso le Aziende Sanitarie Locali (ASL).

  • Quali sono le principali tipologie di prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale?

Riguardano l’attività di prevenzione delle malattie (vaccinazioni, individuazione dei fattori di rischio soprattutto negli ambienti di lavoro e adozione di misure per eliminarli), l’attività curativa (attraverso l’assistenza medico-generica, l’assistenza specialistica , l’assistenza ospedaliera e l’assistenza farmaceutica) e l’attività di riabilitazione (finalizzata al recupero funzionale e sociale di chi è colpito da minorazioni fisiche o psichiche).

  • Come viene finanziato il Servizio Sanitario Nazionale?

Il finanziamento del Servizio sanitario nazionale avviene da un lato attraverso l’autofinanziamento regionale (quota fissa sulle singole prestazioni farmaceutiche, tributi regionali) e dall’altro tramite la compartecipazione regionale all’IVA, l’aliquota dell’addizionale regionale dell’IRPEF e l’aliquota di compartecipazione regionale all’imposta di fabbricazione della benzina.

  • Quali sono le caratteristiche del contratto di inserimento?

Il contratto di inserimento ha la funzione di inserire o di reinserire alcune categorie di persone tra cui i giovani tra i 18 e i 29 anni, i disoccupati da lungo tempo tra i 29 e i 32 anni, i lavoratori con più di 50 anni e privi di un posto di lavoro, e le donne di qualsiasi età in un’area geografica dove il tasso di occupazione femminile è inferiore almeno del 20% rispetto a quello maschile. Tale contratto deve essere stipulato in forma scritta sotto pena di nullità e deve indicare il progetto individuale di inserimento, il quale deve mirare all’adeguamento delle competenze professionali del lavoratore al contesto lavorativo. Tale tipologia contrattuale può essere stipulata da imprese, enti pubblici economici, enti di ricerca, fondazioni  ma non da liberi professionisti.

  • Quali sono i vantaggi,  per il datore di lavoro, derivanti dalla stipulazione di contratti formativi?

Il datore di lavoro può liberamente recedere dal contratto alla sua scadenza, paga contributi in misura ridotta e il numero dei lavoratori assunti con queste tipologie contrattuali non rientra nel numero dei dipendenti dell’azienda.

  • Quali sono le tipologie di contratto di apprendistato?

Esistono tre tipologie di contratto di apprendistato:

  • Contratto di apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione, riguarda i giovani e gli adolescenti ed è finalizzato al conseguimento di una qualifica professionale
  • Contratto di apprendistato professionalizzante per il conseguimento di una qualificazione attraverso la formazione sul lavoro e l’acquisizione di competenze di base.
  • Contratto di apprendistato per l’acquisizione di un diploma all’interno di percorsi di alta formazione
  • Quali sono le categorie di lavoratori ai sensi dell’art. 2095 cod. civ.?

Abbiamo quattro categorie di lavoratori ai sensi del codice civile:

  • Dirigenti , i quali godono di un ampio potere decisionale e di una larga autonomia unitamente ad un elevato grado di responsabilità
  • Quadri, i quali svolgono funzioni di rilevante importanza
  • Impiegati, i quali svolgono attività intellettuale ma sono privi di ogni autonomia decisionale
  • Operai

La contrattazione collettiva ha poi introdotto le categorie dei funzionari e degli intermedi; i funzionari operano nel settore del credito e delle assicurazioni, mentre gli intermedi operano ad un livello superiore a quello dell’operaio.

  • In cosa consiste il principio di sussidiarietà in tema di assistenza sociale?

In base al principio di sussidiarietà le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni, salvo che per garantirne l’esercizio unitario, siano attribuite a province, città metropolitane, regioni o Stato. In altri termini le attività amministrative dovrebbero essere svolte dall’ente territoriale più vicino ai cittadini (comune) e delegate ai livelli amministrativi territoriali superiori (province, città metropolitane, regioni, stato) solo se questi possono garantire il servizio in maniera più efficace ed efficiente. Il principio di sussidiarietà pone l’accento sulla responsabilità fondamentale degli individui di provvedere a se stessi, raggiungere il proprio benessere e sviluppare le proprie capacità naturali.

  • Cosa sono le rappresentanze sindacali aziendali?

Sono un organo di base attraverso il quale il sindacato è presente in azienda, costituito per iniziativa dei lavoratori. A partire dal 1993 le Rsa sono state gradualmente sostituite con le Rsu. I dirigenti delle Rsa hanno il diritto a permessi retribuiti e non retribuiti per l’espletamento del loro incarico e non possono essere trasferiti da un’unità produttiva ad un’altra senza il nullaosta del sindacato di appartenenza.

  • Che differenza c’è tra metodo retributivo e metodo contributivo nel calcolo della pensione?

Con il metodo retributivo la pensione era calcolata in base ad una media delle ultime retribuzioni percepite dal lavoratore, mentre con il metodo contributivo la pensione viene calcolata in base ai contributi versati annualmente, indicizzati in  base all’incremento del  costo della vita.

  • Quali sono le principali forme di retribuzione?

Abbiamo la retribuzione ordinaria e quella speciale; la retribuzione ordinaria può essere a tempo (calcolata in base alla durata della prestazione lavorativa) o a cottimo (calcolata in base al risultato dell’attività lavorativa, cioè in base al rendimento fornito dal lavoratore dipendente).
La retribuzione speciale può assumere diverse forme:

  • Retribuzione in natura
  • Retribuzione a provvigione (consistente in una percentuale sull’ammontare degli affari conclusi)
  • Retribuzione mediante partecipazione agli utili (il lavoratore riveve una parte degli utili dell’impresa).
  • In cosa consiste l’assistenza sociale?

Si tratta di quell’insieme di interventi volti a tutelare il cittadino che si trova in uno stato di bisogno e che non ha mezzi a sufficienza per sopravvivere; l’obiettivo è quello di dare attuazione al primo comma dell’art 38 Cost. . Le forme di intervento di assistenza sono programmate a livello statale ed erogate a livello locale.

  • Quali sono le condizioni per l’esercizio dello sciopero nei servizi pubblici essenziali?

Occorre adottate tutte le misure necessarie per garantire un livello minimo di servizi, dare un preavviso non inferiore a 10 giorni, indicare preventivamente la durata dello sciopero e fornire agli utenti dei servizi informazioni circa l’esistenza dello sciopero, attraverso idonei mezzi di comunicazione (giornali quotidiani, trasmissioni radiofoniche e televisive ecc.). La legge 83/2000 disciplina lo sciopero nei servizi pubblici essenziali; si tratta di servizi relativi alla tutela della salute(sanità, raccolta e smaltimento dei rifiuti) , della libertà di circolazione (trasporti pubblici urbani ed extraurbani, ferroviari, aerei), del diritto all’istruzione pubblica e della libertà di comunicazione.

 

  • Come viene disciplinato il lavoro minorile?

L’art. 37 Cost. prevede una particolare tutela per il lavoro dei  minori e al contempo sancisce il principio di uguaglianza nella retribuzione, a parità di lavoro svolto. L’art. 37 recita, inoltre, che l’età minima per accedere al mondo del lavoro viene stabilita con legge ordinaria. La disciplina del lavoro minorile avviene con la legge 977/1967, successivamente ridefinita dal D.Lgs. 345/1999 che fissa un principio generale in virtù del quale l’età minima di ammissione all’impiego deve coincidere con quella in cui cessano gli obblighi scolastici. Attualmente l’età minima per l’accesso al mondo del lavoro è di 16 anni.
E’ vietato adibire  al lavoro i bambini, salvo che in attività di carattere culturale, artistico, sportivo , pubblicitario e nel settore dello  spettacolo, purché siano attività che non pregiudicano la sicurezza, l’integrità psico-fisica e la frequenza scolastica del minore;  ciò può avvenire solo dietro autorizzazione dei genitori. E’ vietato adibire gli adolescenti, cioè i minori tra gli anni 16 e 18, ai lavori potenzialmente pregiudizievoli per il pieno sviluppo psico-fisico del minore (esposizione ad agenti chimici o biologici, ecc.).

  • Qual’ è il concetto di “servizi sociali” secondo la legge 328/2000?

Tale concetto comprende tutte le attività riguardanti la predisposizione di servizi gratuiti e a pagamento e le prestazioni economiche finalizzate a rimuovere e a superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che le persone possono incontrare durante la loro vita.

  • Quali sono gli organi preposti all’organizzazione dell’assistenza sociale?

Lo Stato  ha il compito di programmare gli interventi di assistenza sociale, mentre la gestione dei servizi sociali viene affidata alle Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni e ai soggetti del privato sociale, nel rispetto del principio di sussidiarietà.

 

  • Qual’ è l’oggetto del rapporto previdenziale?

E’ costituito dai rischi, ovvero da eventi futuri e incerti, al verificarsi dei quali si produce un danno a carico del lavoratore; tali rischi possono essere professionali e non professionali.
I rischi professionali sono legati all’attività lavorativa svolta (malattia professionale, infortunio sul lavoro, ecc..), mentre i rischi non professionali  riguardano la persona del lavoratore indipendentemente dall’attività svolta (malattia  non professionale, gravidanza, vecchiaia, ecc.).

  • Come viene finanziato il sistema previdenziale?

Viene finanziato principalmente con i contributi obbligatori versati dai datori di lavoro e dai lavoratori autonomi; il datore di lavoro, a questo proposito, funge da sostituto d’imposta, in quanto si sostituisce al lavoratore dipendente nel versare all’INPS i contributi sociali a carico di quest’ultimo. I contributi vengono calcolati in base all’ammontare della retribuzione e non tengono conto della natura del rischio, a differenza di quanto accade per le assicurazioni private, che diversamente dalle assicurazioni sociali, nascono dall’incontro della volontà di due soggetti (assicuratore e assicurato).

 

  • In cosa consiste la previdenza complementare?

Offre al lavoratore la possibilità di costituire una pensione integrativa da aggiungere a quella di base obbligatoria, soprattutto in vista di una progressiva riduzione dell’ammontare degli assegni pensionistici erogati dagli enti previdenziali.

  • Qual è la disciplina giuridica prevista per le dimissioni del lavoratore?

Le dimissioni sono un atto unilaterale del lavoratore tramite il quale egli manifesta la sua volontà di estinguere il rapporto di lavoro; nel contratto di lavoro a tempo indeterminato sono sempre ammesse e devono essere comunicate per iscritto.

  • Quali sono le caratteristiche dei contratti collettivi nazionali di categoria?

Sono stipulati tra i sindacati di categoria dei lavoratori e i sindacati di categoria dei datori di lavoro; ognuno di essi fa riferimento a una categoria di lavoratori e si compone di una parte normativa che disciplina i diritti dei lavoratori (ferie, orario di lavoro, diritti sindacali e previdenziali, ecc) e di una parte economica che disciplina il livello della retribuzione e le eventuali maggiorazioni.

 

  • Quali sono le tipologie di prestazioni erogate dall’INAIL?

Sono di due tipi:

  • Prestazioni sanitarie consistenti  in cure mediche e chirurgiche per tutta la durata dell’inabilità
  • Prestazioni economiche rappresentate da un’indennità giornaliera per l’inabilità temporanea, da una rendita per inabilità permanente oppure da una rendita ai superstiti in caso di morte dell’assicurato
  • Perché il sistema pensionistico rappresenta un meccanismo redistributivo?

Il sistema pensionistico è un meccanismo redistributivo che trasferisce risorse correttamente prodotte dalla popolazione attiva a favore di chi:

  • Ha cessato l’attività lavorativa per questioni di età anagrafica (pensioni di vecchiaia) o di età contributiva (pensioni di anzianità)
  • Non è più in grado di partecipare al processo produttivo per una sopravvenuta incapacità lavorativa (pensioni di invalidità)
  • Pur non avendo mai fatto parte della forza lavorativa, è legato da rapporti familiari con persone decedute che hanno fatto parte della forza lavoro (pensioni ai superstiti)
  • È sprovvisto di qualunque forma di reddito e non è in grado di lavorare (pensioni assistenziali)

 

  • A proposito di sciopero, cosa intende la legge per servizi pubblici essenziali?

I servizi pubblici essenziali riguardano la tutela della vita, della salute (servizi che garantiscono la sanità, l’igiene, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani,), della libertà di circolazione (trasporti  pubblici) ,della libertà di comunicazione (informazione radiotelevisiva pubblica) e l’istruzione pubblica (con particolare riferimento allo svolgimento degli scrutini, degli esami conclusivi dei cicli di istruzione).

  • Quali sono le principali forme di assistenza sociale?

Abbiamo forme di assistenza per particolari categorie di persone quali i grandi invalidi del lavoro (coloro che a seguito di un infortunio sul lavoro/malattia professionale hanno riportato un’invalidità permanente di particolare rilevanza e che usufruiscono di prestazioni ulteriori oltre a quelle erogate dall’INAIL); inoltre ricordiamo interventi di integrazione e sostegno sociale a favore dei soggetti più bisognosi (assistenza ai disabili, assistenza domiciliare alle persone anziane non autosufficienti) e l’assistenza ai lavoratori emigrati e stranieri (gli stranieri immigrati sono equiparati ai cittadini italiani ai fini delle prestazioni e  dei servizi sociali purché siano in possesso di un permesso di soggiorno della durata di almeno un anno).

  • Per quali circostanze si ritiene che i contratti collettivi di lavoro siano efficaci anche nei confronti dei lavoratori non iscritti al sindacato?

Innanzitutto perché l’iscrizione di una sola delle parti del contratto individuale di lavoro (ad esempio il datore di lavoro) al sindacato che ha stipulato il contratto collettivo è sufficiente a garantire l’applicazione del contratto collettivo nel momento della stipulazione del contratto individuale di lavoro; inoltre siccome il contratto collettivo di lavoro è subordinato alla legge, la quale stabilisce che il contratto individuale di lavoro può derogare a quello collettivo solo se stabilisce condizioni più favorevoli al lavoratore, di conseguenza il datore di lavoro  non può mai applicare al lavoratore una retribuzione inferiore a quella stabilita dal contratto collettivo per il fatto che il lavoratore non risulti iscritto al sindacato.
Infine la giurisprudenza ritiene che i minimi retributivi previsti dal contratto collettivo di lavoro rappresentino la retribuzione sufficiente a garantire al lavoratore un’esistenza libera e dignitosa, come indicato dall’art. 36 Cost.; di conseguenza in ogni controversia di lavoro i giudici applicano per la parte economica il contratto collettivo, anche se il lavoratore non è iscritto al sindacato.

  • Cos’è l’INDAP?

E’ l’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica che a partire dal 1993 ha assunto funzioni precedentemente assegnate a enti diversi; attualmente gestisce le pensioni di tutti i dipendenti pubblici, compresi i dipendenti degli Enti Locali. Rappresenta il secondo ente previdenziale per numero di iscritti e prestazioni erogate.

  • Quale forma deve assumere il contratto di lavoro subordinato?

Il contratto di lavoro a tempo indeterminato può assumere qualsiasi forma, mentre il contratto di lavoro a tempo determinato (contratto a termine) deve essere stipulato per iscritto a pena di nullità. Il contratto di lavoro part-time, invece, deve essere stipulato per iscritto solo ai fini della prova, cioè di provarne l’esistenza.

 

 

Fonte: http://www.istitutobpascal.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=295&Itemid=232&lang=it

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