Mercato del lavoro in Italia

Mercato del lavoro in Italia

 

 

 

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Mercato del lavoro in Italia

 

La situazione occupazionale della provincia
I dati sull’andamento dell’occupazione reggina durante il primo semestre del 2014 non lasciano intravedere segnali di ottimismo: dall’indagine sulle forze di lavoro di fonte Istat , infatti, emerge una nuova contrazione dei posti di lavoro che si affianca a un incremento della disoccupazione, con dinamiche più accentuate rispetto alla media nazionale.
Si rileva, innanzitutto, un calo delle forze di lavoro, che si attestano a poco meno di 178mila unità (-2,5% rispetto alla media del 2013). La flessione è interamente ascrivibile alla componente rosa del mercato del lavoro, che torna sui livelli del 2009, perdendo  circa cinquemila e cinquecento posti in soli sei mesi, a causa, come vedremo, di un decremento sia delle donne occupate che di quelle in cerca di occupazione. Viceversa, la componente maschile, lo scorso giugno pari a quasi 113mila unità, registra un lieve aumento (+0,8%), pur da imputare a maggiori disoccupati e non ad una ripresa dell’occupazione.
Andamento delle forze di lavoro per genere in provincia di Reggio Calabria
(valori assoluti; anni 2005-2013 e media dei primi due trimestri 2014)

Fonte: elaborazioni CCIAA di Reggio Calabria su dati Istat
La contrazione delle forze di lavoro si ripercuote sul tasso di attività provinciale, che diminuisce di ben 1,2 punti in soli due trimestri, attestandosi al 47,2%: nell’ultimo decennio, un valore più basso si è registrato soltanto nel 2011 (46,5%). Peraltro, nello stesso periodo, in Calabria, il tasso di attività si mantiene pressoché costante (dal 50,3% del 2013 al 50,4% del primo semestre 2014), mentre la media nazionale vede un lieve miglioramento dell’indicatore (dal 63,5% al 63,8%). Ne consegue un ulteriore peggioramento del ritardo strutturale della provincia rispetto al resto della Penisola, con il gap tra i rispettivi tassi di attività che raggiunge un nuovo record, attestandosi a quasi 17 punti.

Andamento del tasso di attività in provincia di Reggio Calabria, in Calabria e in Italia
(rapporto tra forze di lavoro e popolazione di 15-64 anni; anni 2005-2013 e media dei primi due trimestri 2014)

Fonte: elaborazioni CCIAA di Reggio Calabria su dati Istat
Il numero di posti di lavoro rilevati in provincia mostra, nei primi sei mesi del 2014, una nuova flessione, con l’ammontare che torna al di sotto delle 140mila unità, stante una contrazione, dall’inizio della serie storica, che sfiora le 34mila unità, cioè quasi il 20%. Occorre però, anche in questo caso, distinguere tra le due componenti dell’occupazione provinciale. Infatti, è quella femminile a registrare una dinamica particolarmente preoccupante: dopo la crescita rilevata tra il 2010 e il 2012, il numero di posti di lavoro occupati da donne è diminuito, nell’arco di un anno e mezzo, di ben 12mila unità, raggiungendo, nella media del primo semestre di quest’anno, un nuovo minimo (50mila occupate). Ben più contenuta, sebbene comunque di segno negativo, è invece la variazione degli occupati di sesso maschile, che con un calo di quasi un punto percentuale in sei mesi si attesta poco sotto le 90mila unità.
Andamento degli occupati per genere in provincia di Reggio Calabria
(valori assoluti; anni 2005-2013 e media dei primi due trimestri 2014)

Fonte: elaborazioni CCIAA di Reggio Calabria su dati Istat
A fronte dell’andamento discendente del numero degli occupati, più accentuato del calo delle forze di lavoro, è inevitabile riscontrare una flessione del tasso di occupazione provinciale, che si attesta, nella media dei primi due trimestri del 2014, al 36,9%.
La contrazione, pari a un punto e mezzo, è in linea con quella riscontrata a livello regionale, dove l’indicatore si mantiene quindi al di sopra di quello reggino (37,6%). Al contrario, la media italiana, nello stesso arco di tempo, mostra una performance migliore, attestandosi al 55,4%, appena due decimi di punto al di sotto della media del 2013. Il distacco tra la situazione provinciale e quella nazionale si fa sempre più pronunciato, raggiungendo ormai i 18,6 punti percentuali.
Andamento del tasso di occupazione in provincia di Reggio Calabria, in Calabria e in Italia
(rapporto tra occupati e popolazione di 15-64 anni; anni 2005-2013 e media dei primi due trimestri 2014)

Fonte: elaborazioni CCIAA di Reggio Calabria su dati Istat
Anche con riferimento alle dinamiche della disoccupazione provinciale è imprescindibile analizzare separatamente il segmento maschile da quello femminile. Tuttavia, in questo caso, le considerazioni vanno ribaltate rispetto a quanto messo in evidenza relativamente al numero degli occupati. Infatti, sono gli uomini in cerca di occupazione che generano un aumento dello stock complessivo, a fronte di un simultaneo calo delle disoccupate. Queste ultime, pari 2014 a 14mila e ottocento nel primo semestre, registrano un calo del 5,5% in sei mesi. La flessione, di circa 900 unità, fa seguito al picco rilevato nel 2013, quando la perdita di posti di lavoro femminili era stata particolarmente pronunciata (oltre 6mila persone). Per quanto riguarda gli uomini, si assiste ad un ulteriore incremento (il quarto consecutivo dopo la lieve ripresa del 2010) che porta il numero dei disoccupati di sesso maschile a 23mila e quattrocento.
Andamento dei disoccupati per genere in provincia di Reggio Calabria
(valori assoluti; anni 2005-2013 e media dei primi due trimestri 2014)

Fonte: elaborazioni CCIAA di Reggio Calabria su dati Istat
Andamento del tasso di disoccupazione in provincia di Reggio Calabria, in Calabria e in Italia
(rapporto tra disoccupati e forze di lavoro; anni 2005-2013 e media dei primi due trimestri 2014)

Fonte: elaborazioni CCIAA di Reggio Calabria su dati Istat
Le dinamiche messe in evidenza danno inevitabilmente luogo a un incremento del rapporto tra disoccupati e forze di lavoro. In termini percentuali, infatti, si assiste ad una crescita di oltre un punto che conduce il tasso generalizzato al 21,5%. D’altra parte, la media calabrese mostra performance ancora peggiori, sia in termini assoluti (il tasso di disoccupazione regionale è pari al 25%), sia in termini dinamici (la crescita è di 2,8 punti percentuali in soli due trimestri). Anche a livello nazionale il primo semestre dell’anno segna un peggioramento del tasso di disoccupazione, sebbene più contenuto (+0,7 punti), con l’indicatore che si attesta al 12,9%, ben 8,6 punti al di sotto della media reggina.
Andamento del tasso di disoccupazione per classi di età in provincia di Reggio Calabria
(rapporto tra disoccupati e forze di lavoro; anni 2005-2013 e media dei primi due trimestri 2014)

Fonte: elaborazioni CCIAA di Reggio Calabria su dati Istat
Analizzando più nel dettaglio il tasso di disoccupazione provinciale, disaggregando per classi d’età l’indicatore, emergono dicotomie molto marcate all’interno del mercato del lavoro reggino. Il tasso di disoccupazione del 21,5% rilevato, infatti, scaturisce dalla media tra il 12,2% relativo alle forze di lavoro con almeno 35 anni, il 36,1% della fascia di età tra i 25 e i 34 anni e il 60% dei più giovani.


I fabbisogni professionali delle imprese
Analizzate le dinamiche recenti dell’offerta di lavoro, è interessante osservare anche la richiesta di profili effettuata dalle imprese. In tal senso, l’indagine del Sistema Informativo Excelsior evidenzia come, per l’anno 2014, le imprese reggine abbiano previsto 2.300 assunzioni complessive, a fronte di ben 3.780 uscite. Il 32,9% delle assunzione previste è a tempo indeterminato, con un’incidenza più elevata di quella riscontrata nel Mezzogiorno (24,8%) e in Italia (23,8%). I contratti a tempo determinato, invece, rappresentano il 58,9% di tutte le opportunità di lavoro previste sul territorio reggino dalle imprese industriali e terziarie (70,1% nel Mezzogiorno e 68,2% in Italia), mentre il 6,9% delle assunzioni previste assume la forma di apprendistato (a cui si ricorre più che nella macro ripartizione di appartenenza – 3,2% – o a livello nazionale – 5,7%). Oltre tre quarti delle assunzioni previste (1.770) interessano il settore terziario, mentre appena più di una su 10 riguarda l’industria (260) e pressoché altrettante l’edilizia (270). Le assunzioni nelle piccole imprese (1.710) rappresentano il 74,1%, mentre nel restante 25,9% dei casi (600 posti di lavoro) si tratta di imprese medie o grandi.
A livello settoriale, si rileva un’elevata quota di contratti a tempo determinato negli studi professionali (71,4%), nei servizi avanzati di supporto alle imprese (45,5%), nelle costruzioni (43,4%) e nel commercio (41,4%). Sotto il profilo dimensionale, invece, tali contratti sono più frequenti nelle imprese con almeno 50 addetti (39,9%) piuttosto che nelle piccole aziende (30,5%).
Assunzioni previste a Reggio Calabria secondo il tipo di contratto
(valori assoluti* e incidenze percentuali; anno 2014)

 

Assunzioni previste (valori assoluti)

di cui (in percentuale)

a tempo indeterminato

a tempo determinato*

apprendistato

altri contratti**

REGGIO CALABRIA

2.300

32,9

58,9

6,9

1,3

INDUSTRIA E COSTRUZIONI

540

33,5

55,1

10,8

--

Industria

260

23,0

57,5

18,4

--

Costruzioni

270

43,4

52,9

3,6

-

SERVIZI

1.770

32,8

60,1

5,7

1,5

Commercio

540

41,4

47,4

11,0

--

Turismo

410

5,8

89,3

--

4,1

Servizi avanzati di supporto alle imprese

550

45,5

46,1

6,9

--

Servizi alle persone

240

26,3

73,7

-

-

Studi professionali

30

71,4

--

-

-

CLASSI DIMENSIONALI

 

 

 

 

 

1-49 dipendenti

1.710

30,5

63,1

5,2

1,2

50 dipendenti e oltre

600

39,9

47,0

11,7

--

MEZZOGIORNO

166.060

24,8

70,1

3,2

1,9

ITALIA

613.390

23,8

68,2

5,7

2,4

* I valori assoluti sono arrotondati alle decine; a causa di questi arrotondamenti, i totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori. Il segno (--) indica un valore statisticamente non significativo; i totali comprendono comunque i dati non esposti.
** Inclusi i contratti per motivi stagionali.
Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere Excelsior
Con riferimento all’apprendistato, quest’ultimo a Reggio Calabria assorbe una quota significativa delle assunzioni previste nell’industria (18,4%) ed è più apprezzato dalle imprese di dimensioni maggiori (11,7%) rispetto a quelle piccole (5,2%).
Assunzioni previste a Reggio Calabria per difficoltà di reperimento, esperienza e nazionalità
(valori assoluti* e incidenze percentuali; anno 2014)

 

Assunzioni previste (valori assoluti)

di cui (in percentuale)

Di difficile reperimento

Con specifica esperienza**

Personale immigrato***

REGGIO CALABRIA

2.300

7,8

52,8

6,6

INDUSTRIA E COSTRUZIONI

540

9,3

60,6

14,4

Industria

260

15,3

42,5

12,3

Costruzioni

270

3,6

77,7

16,4

SERVIZI

1.770

7,4

50,4

4,2

Commercio

540

4,1

19,2

--

Turismo

410

8,7

49,9

9,9

Servizi avanzati di supporto alle imprese

550

3,8

69,7

4,6

Servizi alle persone

240

19,8

77,4

--

Studi professionali

30

--

46,4

-

CLASSI DIMENSIONALI

 

 

 

 

1-49 dipendenti

1.710

8,0

49,1

8,3

50 dipendenti e oltre

600

7,2

63,3

1,8

MEZZOGIORNO

166.060

7,0

60,9

10,3

ITALIA

613.390

10,0

57,2

13,5

* I valori assoluti sono arrotondati alle decine; a causa di questi arrotondamenti, i totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori. Il segno (--) indica un valore statisticamente non significativo; i totali comprendono comunque i dati non esposti.
** Esperienza professionale e nello stesso settore.
***Quota massima possibile
Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere Excelsior
Non risultano particolarmente numerose le figure giudicate dalle imprese reggine di difficile reperimento, pari al 7,8% del totale, a fronte del 10% nazionale. Soltanto nel comparto dei servizi alle persone (19,8% dei casi) e nell’industria (15,3%) le assunzioni di difficile reperimento rappresentano una quota non trascurabile del totale.
Viceversa, discretamente diffusa in provincia di Reggio Calabria è l’esigenza di assumere personale con esperienza lavorativa nella professione o nel settore in cui è prevista l’assunzione, pari al 52,8% dei casi, a fronte del 57,2% di media italiana. Tale esigenza è avvertita soprattutto nell’edilizia (dove interessa il 77,7% delle assunzioni) e nei servizi alle imprese (69,7%) e alle persone (77,4%).
Poco frequenti rispetto alla media italiana sono anche le assunzioni di personale immigrato, che rappresentano il 6,6% del totale, a fronte del 13,5% nazionale. Soltanto nell’edilizia gli immigrati rappresentano una percentuale significativa delle assunzioni complessive (16,4% del totale).
Nel 2014 la quota di assunzioni rivolte ai giovani con meno di 30 anni si attesta al 21,9% del totale reggino, una quota di oltre 5 punti percentuali inferiore rispetto a quella registrata nella media della Penisola (27,2%). Ad ogni modo, nella provincia di Reggio Calabria, il fattore età sembra giocare un ruolo poco determinante. Vi è, infatti, un 60,7% dei casi per i quali l’età non costituisce un requisito importante: ripartendo questa quota proporzionalmente tra le due classi di età (meno di 30 anni e almeno 30 anni), si stima che le opportunità per i giovani possano raggiungere il 52,2% delle assunzioni totali, percentuale pressoché analoga a quella italiana (52,8%).
La massima concentrazione di assunzioni di giovani si registra nel comparto dei servizi alle persone (31,3%), seguito a breve distanza dal turismo (28,8%) e dall’industria (28,4%). Invece, la percentuale di assunti con meno di trent’anni è assai ridotta nel comparto dei servizi alle imprese (13,7%), nelle costruzioni (9,5%) e, soprattutto, negli studi professionali (il dato non è statisticamente significativo).
Le assunzioni rivolte ai giovani rappresentano circa un quinto del totale delle assunzioni previste dalle piccole imprese (20,2%) e poco più di un quarto per le imprese medie e grandi (26,5%). Tuttavia, se si considerano anche le assunzioni per cui l’età non costituisce titolo preferenziale, risultano le imprese di dimensioni minori quelle che prevedono di assumere una quota più elevata di giovani (il 52,8% contro il 50,7% riferito alle imprese con almeno 50 dipendenti).
Assunzioni previste a Reggio Calabria per classe di età
(valori assoluti* e incidenze percentuali; anno 2014)

 

Assunzioni previste
(valori assoluti)

di cui (in percentuale)

Fino a 29 anni

Oltre 29 anni

Indifferente

REGGIO CALABRIA

2.300

21,9

17,4

60,7

INDUSTRIA E COSTRUZIONI

540

18,7

21,7

59,6

Industria

260

28,4

14,9

56,7

Costruzioni

270

9,5

28,1

62,4

SERVIZI

1.770

22,8

16,1

61,1

Commercio

540

23,1

5,6

71,3

Turismo

410

28,8

7,3

63,9

Servizi avanzati di supporto alle imprese

550

13,7

25,4

60,9

Servizi alle persone

240

31,3

35,0

33,7

Studi professionali

30

--

--

64,3

CLASSI DIMENSIONALI

 

 

 

 

1-49 dipendenti

1.710

20,2

14,7

65,1

50 dipendenti e oltre

600

26,5

25,2

48,3

MEZZOGIORNO

166.060

24,3

21,7

54,0

ITALIA

613.391

27,2

21,6

51,2

* I valori assoluti sono arrotondati alle decine; a causa di questi arrotondamenti, i totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori. Il segno (--) indica un valore statisticamente non significativo; i totali comprendono comunque i dati non esposti.
Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere Excelsior
Le 2.300 assunzioni programmate in provincia di Reggio Calabria nel 2014 richiedono soltanto nel 7,2% dei casi la laurea, a fronte del 10,9% riferito alla media italiana. Viceversa, più frequenti che nel resto della Penisola sono le assunzioni rivolte a diplomati (46,4% contro il 41,6% nazionale). Le aziende che più frequentemente richiedono un’istruzione universitaria sono quelle che forniscono servizi alle persone (35,4%) e gli studi professionali (46,4%), mentre il diploma è richiesto con frequenza nel commercio (61,2%) e nel comparto dei servizi alle imprese (62,7%).
Le figure in possesso della qualifica professionale si attestano al 15,6% delle assunzioni (14,5% in Italia), mentre a quasi un terzo degli assunti complessivi della provincia di Reggio Calabria (30,9%) non verrà richiesta una preparazione scolastica specifica, percentuale molto più marcata di quella riscontrata a livello nazionale (22,8%).
Assunzioni previste a Reggio Calabria per livello di istruzione
(valori assoluti* e incidenze percentuali; anno 2014)

 

Assunzioni previste (valori assoluti)

di cui (in percentuale)

 

Laurea

Diploma

Qualifica professionale

Nessuna formazione

REGGIO CALABRIA

2.300

7,2

46,4

15,6

30,9

INDUSTRIA E COSTRUZIONI

540

1,9

25,2

21,9

51,0

Industria

260

--

39,8

13,0

44,1

Costruzioni

270

--

11,3

30,3

57,7

SERVIZI

1.770

8,8

52,8

13,6

24,8

Commercio

540

--

61,2

11,0

26,1

Turismo

410

--

41,9

16,5

41,4

Servizi avanzati di supporto alle imprese

550

8,4

62,7

10,6

18,3

Servizi alle persone

240

35,4

30,5

23,0

11,1

Studi professionali

30

46,4

53,6

-

-

CLASSI DIMENSIONALI

 

 

 

 

 

1-49 dipendenti

1.710

6,3

42,4

18,1

33,2

50 dipendenti e oltre

600

9,6

57,9

8,4

24,2

MEZZOGIORNO

166.060

7,5

38,2

16,2

38,1

ITALIA

613.390

10,9

41,6

14,5

22,8

* I valori assoluti sono arrotondati alle decine; a causa di questi arrotondamenti, i totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori. Il segno (--) indica un valore statisticamente non significativo; i totali comprendono comunque i dati non esposti.
Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere Excelsior
Sotto il profilo dimensionale, le medie e grandi imprese richiedono un titolo di studio più elevato (la laurea nel 9,6% dei casi e il diploma nel 57,9%), mentre le piccole imprese prevedono che oltre metà delle assunzioni complessive non richiederà alcuna formazione (33,2%) o al più la qualifica professionale (18,1%).
Assunzioni previste a Reggio Calabria per gruppi professionali
(valori assoluti* e incidenze percentuali; anno 2014)

 

Assunzioni previste
(valori assoluti)

di cui (in percentuale)

Di difficile reperimento

Con specifica esperienza**

TOTALE

2.300

7,8

52,8

Dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici

180

8,0

62,9

1

Dirigenti

-

-

-

2

Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione

70

--

57,4

3

Professioni tecniche

110

--

66,4

Impiegati, professioni commerciali e nei servizi

1.270

8,7

48,3

4

Impiegati

320

9,1

68,9

5

Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi

950

8,5

41,5

Operai specializzati e conduttori di impianti e macchine

610

5,6

66,1

6

Operai specializzati

390

5,4

60,9

7

Conduttori di impianti e addetti a macchinari fissi e mobili

220

5,9

75,2

Professioni non qualificate

250

8,9

35,5

* I valori assoluti sono arrotondati alle decine; a causa di questi arrotondamenti, i totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori. Il segno (--) indica un valore statisticamente non significativo; i totali comprendono comunque i dati non esposti.
** Esperienza professionale e nello stesso settore.
Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere Excelsior
Dal punto di vista dei profili professionali, le figure high-skill (profili dirigenziali, intellettuali, scientifici, di elevata specializzazione e tecnici) incidono per appena il 7,6% sul totale delle assunzioni previste in provincia di Reggio Calabria (180 casi su 2.300). Per queste professioni le imprese della provincia segnalano problemi di reperimento nell’8% dei casi e ricorrono, nella maggioranza dei casi (62,9%), a candidati con un’esperienza lavorativa specifica.
La maggior quota delle assunzioni previste in provincia di Reggio Calabria nel 2014 è quella che interessa le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, con circa 950 unità, pari al 41,3% del totale, mentre 610 posti di lavoro (il 26,5%) sono destinati alle figure operaie e 320 assunzioni (il 13,8%) riguardano figure impiegatizie. Infine, le assunzioni di profili generici e non qualificati ammontano a 250 unità (10,8%).
Le maggiori difficoltà di reperimento, comunque non particolarmente elevate, si riscontrano per le assunzioni di figure impiegatizie (9,1% dei casi), mentre il requisito dell’esperienza è stringente soprattutto per i conduttori di mezzi di trasporto (75,2%).

La Cassa Integrazione Guadagni
Le dinamiche di domanda ed offerta di lavoro messe fino ad ora in evidenza suggeriscono il ruolo cruciale svolto dagli ammortizzatori sociali, primo fra tutti lo strumento della Cassa Integrazione Guadagni , da sempre necessario, in provincia come in Italia, a mitigare le ripercussioni della recessione sulle famiglie.
Con riferimento al secondo trimestre di quest’anno, il ricorso allo strumento di integrazione salariale si mantiene su livelli piuttosto elevati in provincia, pur mostrando una flessione sia in termini tendenziali che trimestrali, per lo più ascrivibile al calo degli interventi in deroga.
Il numero di ore di Cassa Integrazione Guadagni complessivamente autorizzate nel secondo trimestre del 2014 è stato pari a 1.034.992, ovvero il 10,5% in meno di quanto registrato nel trimestre precedente (1.157mila), quando si era già verificata una contrazione (-20,2%) rispetto alla fine del 2013.
Numero di ore autorizzate di cassa integrazione guadagni per gestione in provincia di Reggio Calabria
(valori assoluti in migliaia; anni 2009-2014)

Fonte: elaborazioni CCIAA Reggio Calabria su dati INPS
Ad ogni modo, bisogna segnalare la stagionalità della serie storica delle ore di CIG autorizzate per trimestre, tale per cui nei primi mesi dell’anno è abbastanza frequente una flessione del ricorso allo strumento di integrazione salariale, con un successivo incremento nel periodo seguente. Peraltro, l’ultimo trimestre del 2013 aveva fatto registrare un picco nel ricorso alla CIG, segnando il più alto numero di ore autorizzate dall’inizio della serie storica. Alla luce di tali considerazioni, è evidente il ruolo giocato dalla CIG che, a dispetto della dinamica negativa, continua a essere fondamentale anche nella prima metà di quest’anno.
Tale affermazione trova conferma disaggregando la variazione trimestrale per tipologia di intervento, poiché si desume che la flessione è interamente imputabile agli interventi in deroga, praticamente assenti in provincia di Reggio Calabria tra aprile e giugno 2014 (appena 4mila ore autorizzate, a fronte delle 115mila del primo trimestre e dell’oltre un milione della fine del 2013).
Viceversa, gli interventi straordinari si mantengono pressoché costanti (960mila ore; -3,1% rispetto al trimestre precedente) mentre la cassa ordinaria mostra un consistente incremento (70mila ore; +39,6% rispetto al primo trimestre).
Complessivamente, dunque, sembra di poter concludere che il ricorso alla cassa integrazione guadagni continui a mantenersi molto pronunciato in provincia di Reggio Calabria. Probabilmente, la mancanza di risorse ha reso impossibile concedere i trattamenti di integrazione salariale anche a tipologie di aziende e lavoratori che possono accedervi solo tramite interventi in deroga , generando ovviamente non pochi problemi di sostenibilità.
Valutando la dinamica tendenziale del ricorso alla CIG, la provincia di Reggio Calabria registra, nel secondo trimestre del 2014, un decremento tendenziale di oltre 167mila ore. In particolare, le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate tra aprile e giugno 2014 sono state il 19,1% in meno, con una flessione inferiore di quella registrata a livello regionale (-41%) e nazionale (-32,9%).
Numero di ore autorizzate di CIG per gestione in provincia di Reggio Calabria, in Calabria e in Italia
(valori assoluti in migliaia e variazioni percentuali annue; II trimestre 2013 - II trimestre 2014)

Fonte: elaborazioni su dati INPS
Per quanto riguarda, invece, la cassa integrazione straordinaria, il numero di ore autorizzate nel secondo trimestre 2014 ha fatto registrare un decremento tendenziale del 10,5% in provincia di Reggio Calabria, in controtendenza con quanto rilevato in Calabria (+6,1%) e in Italia (+21,2%). Infine, gli interventi in deroga, mostrano una diminuzione di ben l’89,7% tendenziale, nettamente più acuta di quelle che hanno riguardato la Calabria e il resto della Penisola, sostanzialmente allineate (rispettivamente del -40% e del -40,7%).
Disaggregando le dinamiche osservate con riferimento ai settori di attività economica, si desume che il calo tendenziale evidenziato con riferimento alle ore di cassa integrazione ordinaria della provincia di Reggio Calabria è da imputare in parte all’assenza di interventi nel commercio (a fronte delle oltre 10mila ore del secondo trimestre 2013) e in parte alla flessione rilevata nel settore edile, che con quasi 51mila ore autorizzate (16mila in meno rispetto al 2013) si conferma comunque il comparto che assorbe la quota più ampia di interventi. Viceversa, sono più che raddoppiati gli interventi ordinari nell’industria manifatturiera (da 9mila a 19mila ore). 
Numero di ore autorizzate di CIG per settore di attività economica in provincia di Reggio Calabria
(valori assoluti; II trimestre 2013 - II trimestre 2014)

 

CIGO

CIGS

CIGD

 

2013

2014

2013

2014

2013

2014

Industria manifatturiera

9.166

18.980

275.161

338.377

7.448

 

Edilizia

66.528

50.639

65.448

483.064

 

 

Commercio

10.400

 

241.761

11.223

2.696

 

Alberghi e ristoranti

 

 

 

 

1.097

736

Trasporti e comunicazioni

 

32

490.681

127.802

12.920

 

Servizi alle imprese

 

 

 

446

13.762

 

Altri servizi

 

 

 

 

5.111

3.693

Totale

86.094

69.651

1.073.051

960.912

43.034

4.429

Fonte: elaborazioni su dati INPS
Anche dal punto di vista degli interventi straordinari, la diminuzione tendenziale intervenuta a Reggio Calabria nel secondo trimestre di quest’anno è in buona parte riconducibile al calo rilevato nel commercio (da 242mila a 11mila ore), anche se ancor più pronunciata, in termini assoluti, è la flessione che ha interessato il comparto trasporti e comunicazioni (dove si è passati dalle 491mila ore del 2013 alle 128mila del 2014). Da segnalare, sono le dinamiche riguardanti i comparti manifatturiero ed edilizio, interessati da incrementi molto marcati del ricorso all’integrazione salariale straordinaria (si passa da 275mila a 338mila per quanto riguarda l’industria e soprattutto da 65mila a 483mila nelle costruzioni).
Infine, la cassa in deroga ha riguardato, nel secondo trimestre 2014, soltanto il settore alberghi e ristoranti (736 ore, a fronte delle oltre mille del 2013) e il comparto degli altri servizi (meno di 4mila ore, a fronte delle 5mila dell’anno precedente) non essendo stati concessi interventi in nessuno degli altri comparti dell’economia reggina che ne avevano beneficiato tra aprile e giugno del 2013.  

 

 

 

 

La Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro è un’indagine campionaria condotta dall’Istat sulla popolazione residente (circa 600mila individui l’anno) al fine di comprendere le dinamiche occupazionali, su base trimestrale e annuale. Accanto alla pubblicazione dei dati annuali dell’Istat, la Camera di Commercio di Reggio Calabria, in quanto soggetto SISTAN, produce elaborazioni ad hoc trimestrali a partire dall’utilizzo dei microdati disponibili.

L’indagine Excelsior è un progetto realizzato da Unioncamere di concerto con il Ministero del Lavoro sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente. La rilevazione campionaria si basa su oltre centomila interviste annue su base annua e prevede, con cadenza trimestrale, la possibilità di elaborare risultati su scala provinciale.

La Cassa Integrazione Guadagni è una prestazione finalizzata a sostituire o integrare la retribuzione ed è destinata ai lavoratori sospesi dal lavoro o che operano con orario ridotto a causa di difficoltà produttive dell'azienda.
La CIGO (Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria) è rivolta alle aziende industriali non edili e alle aziende industriali ed artigiane dell'edilizia e del settore lapideo che sospendono o riducono l'attività aziendale a causa di eventi temporanei e transitori quali ad esempio la mancanza di commesse o le avversità atmosferiche.
L'intervento di CIGS (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) può essere richiesto per ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione aziendale, per crisi aziendale di particolare rilevanza sociale e in caso di procedure concorsuali. La CIGS è destinata ad aziende con, in media, più di 15 dipendenti nel semestre precedente la richiesta di intervento; le aziende sono quelle dei settori industriali ed edili, dell'artigianato dell'indotto (cioè con un solo committente destinatario di CIGS), dei servizi di mensa e ristorazione dell'indotto, delle cooperative agricole; ed inoltre ad imprese commerciali con più di 200 dipendenti, ad imprese editrici di giornali per i quali si prescinde dal limite dei 15 dipendenti, imprese di spedizioni e trasporto del terziario e ad agenzie di viaggi e turismo, ciascuna con più di 50 dipendenti.
Infine, sono definiti "in deroga" i trattamenti di integrazione salariale (CIGD), destinati ai lavoratori di imprese escluse dalla Cassa Integrazione Guadagni ordinaria e straordinaria. La CIG in deroga alla vigente normativa è concessa nei casi in cui alcuni settori (tessile, abbigliamento, calzaturiero, orafo, ecc.) versino in grave crisi occupazionale e permette, senza modificare la normativa che regola la CIG, di concedere i trattamenti di integrazione salariale anche a tipologie di aziende e lavoratori che ne sono esclusi.

A differenza di Cigo e Cigs, che sono finanziate con un’assicurazione obbligatoria presso l’Inps, la cassa integrazione in deroga è a carico di risorse della fiscalità generale, stanziate di anno in anno.

 

I dati sull’indagine excelsior e sulle statistiche Inps sono disponibile al seguente link:
http://excelsior.unioncamere.net/index.php?option=com_previsioniarp&view=docsmap&Itemid=88
http://www.inps.it/webidentity/banchedatistatistiche/menu/cig/main1.html

 

Fonte: http://www.starnet.unioncamere.it/download.php?id=29215

Sito web da visitare: http://www.starnet.unioncamere.it/

Autore del testo: Camera di commercio Reggio calabria

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