Manzoni riassunto

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Manzoni riassunto

  • MANZONI (1785-1873)
  • Fu nipote di Cesare Beccaria, quasi sicuramente figlio di G.Verri (relazione extraconiugale); tutti e due tra i più famosi illuministi italiani; ebbe quindi   formazione illuminista
  • Dopo la separazione dei genitori (1792), la madre si stabilisce a Parigi con Imbonati (educato da Parini). Alessandro viene mandato a studiare presso un collegio religioso; perciò, in una fase della sua giovinezza, ebbe un conflitto con la chiesa e l’educazione religiosa.
  • 1798: ritorna a Milano.
  • 1805: raggiunge la madre a Parigi, per la morte di Imbonati (gli dedica una poesia). Entra in contatto con intellettuali legati all’illuminismo, ma già coinvolti nel dibattito sulla poetica romantica. Conosce Fauriel (studioso della letteratura medievale francese e italiana).
  • 1807: incontra Enrichetta Blondel e la sposa con rito calvinista. Successivamente si converte al cattolicesimo nel 1810, e si risposa con rito cattolico.
  • 1812: scrive gli Inni sacri (celebrazione della fede). Torna a Milano, dove rimarrà quasi sempre da qui in poi. La sua casa è il ritrovo dei letterati romantici che fanno capo al Conciliatore (rivista che diffondeva le idee romantiche e patriottiche); si discutono le nuove idee.
  • Negli anni intorno al 1820 scrive varie opere : la tragedia “Conte di Carmagnola”(1820); l’ode “Il Cinque Maggio”, l’” Adelchi” (2° tragedia); la  Lettera sul Romanticismo; il primo abbozzo del romanzo “I promessi Sposi”(1821-23). Nel 1827 soggiorna a Firenze, e modifica la lingua del romanzo, cercando di riprodurre il fiorentino parlato dalle classi colte.
  • 1833-39: è colpito da  lutti familiari; si dedica a un’ intensa revisione del romanzo, che esce nell’edizione definitiva nel 1840, a dispense.
  • Ha rapporti con il Risorgimento e i patrioti: firma l’appello con cui i milanesi invitano C.Alberto di Savoia a intervenire in Lombardia; nel 1861 viene nominato senatore del regno.
  • Muore nel 1873, circondato dell’affetto della città.

 

Conduce una vita appartata, dedicata al lavoro di scrittore.  Ma allo stesso tempo è in contatto con il suo tempo.

  • Dà il suo contributo alla battaglia politica, con la poesia (Dagli atri muscosi, Marzo 1821) e con la revisione linguistica del romanzo, con cui dà una lingua unitaria alla nazione che nasce: il fiorentino parlato dalle persone colte.
  • L’unico evento clamoroso della sua vita è la conversione, nel 1810. Il suo cattolicesimo influenza fortemente la sua opera. Rispetta la tradizione, ma vuole una fede profonda che illumini la vita quotidiana. Se c’è l’ingiustizia, essa è responsabilità dell’uomo, che deve scegliere tra bene e male.
  • Si pone QUATTRO DOMANDE e prova a rispondere:
  • Perché male e bene convivono?
  • Perché il malvagio spesso trionfa e il giusto soffre?
  • Come può un individuo cambiare in meglio la società?
  • Che senso hanno la vita e la storia?

RISPOSTE:

  • Perché l’uomo è vittima del peccato. Senza la grazia di Dio non c’è speranza.
  • I giusti collaborano con Dio nel riscattare il mondo dal peccato: è la funzione SALVIFICA di Lucia nel romanzo.
  • Ognuno di noi ha una RESPONSABILITA’ PERSONALE di fronte a Dio: non basta convertirsi, bisogna operare giustizia
  • L’uomo va verso la sua meta, stabilita da Dio; la Provvidenza farà trionfare il bene. Ma intanto il male c’è e spesso è intricato col bene.

POETICA
Lo scrittore intende la sua opera come missione al servizio di Dio. Essa assume perciò una funzione morale e pedagogica(= di insegnamento).  Insieme a questa dimensione religiosa c’è anche quella civile. Dunque: la letteratura  non è gioco o finzione, ma ricerca costante del VERO.
C’è un forte influsso dell’eredità illuministica: sono fondamentali nell’opera dello scrittore la  RAGIONE E la  RIFLESSIONE. MA: ci sono anche elementi del romanticismo: guardare alla storia, all’interiorità del cuore. Quindi la letteratura deve essere:
capace di sentimento e passionalità; immersa nella storia; razionale, obiettiva in quanto fedele alla realtà. Quindi: CIVILE.
Di qui il ROMANZO STORICO: calato nella storia, ma per migliorare la società contemporanea; sono presenti i drammi individuali e l’opera della grazia divina.
Nella Prefazione alla tragedia “Il conte di carmagnola”, nel 1820, in nome della ricerca del vero storico, M. rifiuta le vecchie leggi aristoteliche (unità di luogo, tempo e azione), perché lo scrittore moderno dev’essere libero nell’ispirazione. Riprende dal teatro greco l’idea del CORO: un “cantuccio”, dirà il M., da cui l’autore può esprimere le sue idee, fare i suoi commenti sui fatti accaduti, spingere il lettore alla riflessione. Nella  “Lettre a M.Chauvet”, scritta poco dopo, M. rifiuta  il classicismo, perché è la letteratura che deve adattarsi alla vita e rinnovarsi, e non il contrario: il poeta può essere “educatore di bene” solo rimanendo fedele al vero. MA: non come lo storico, che osserva solo i fatti; il poeta invece è interessato ai sentimenti che animano gli individui che fanno la storia. Da qui la differenza tra VERO STORICO e VERO POETICO.  Infine, nella “Lettera sul Romanticismo al marchese D’Azeglio: “ il M. afferma che la letteratura deve proporsi “l’utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo”= la letteratura deve avere come scopo l’utilità sociale; deve sempre ricercare la verità; per coinvolgere il lettore, lo scrittore può dare spazio all’invenzione, ma solo per “divertire”.
Le opere scritte dopo il 1810 si fondano su questi principi.

  • Tragedie:”Il conte di carmagnola” e “Adelchi”. Sono drammi storici ROMANTICI. Entrambi si occupano dell’ingiustizia presente nell’umanità, dove i più forti opprimono i deboli e gli innocenti.
  • La ricerca del “vero poetico” è presente nell’ode “Il cinque maggio”, ispirata alla morte di napoleone, in cui il poeta cerca di capire quali sentimenti e moti profondi dell’anima ispirarono le gesta del grande condottiero; alla fine, il M. dice che la “vera gloria” di Napoleone fu l’aver saputo affidarsi, al termine della vita, alla misericordia divina.
  • Ode “Marzo 1821”: è un canto patriottico, ispirato ai moti di quell’anno, che propone un’ideale Italia unita fondata su comuni tradizioni, lingua, religione
  • 1840: esce l’edizione definitiva del romanzo.

Importanza di M. nella nostra letteratura: ha favorito il rinnovamento della letteratura introducendo novità del romanticismo europeo; ha dato vita al genere del ROMANZO STORICO, mettendo al centro dell’interesse gli umili e creando così una letteratura NAZIONALE e POPOLARE; si è impegnato per l’unità linguistica del paese. Rinnova il ruolo dell’INTELLETTUALE, che ha il compito di dare un insegnamento morale e civile e di risvegliare le coscienze.

 

 

Fonte: http://www.isimarconi.gov.it/Download/generic/e1d60a6b-0d37-4acd-bd58-71041d3ea8b5.doc

Sito web da visitare: http://www.isimarconi.gov.it

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