Pascoli biografia

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Pascoli biografia

GIOVANNI PASCOLI
(San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912)

VITA
Assume una nuova funzione del poeta ed è una delle figure cardine del decadentismo. La biografia di Pascoli è completamente diversa da quella di Grabiele d'Annunzio, la sua vita fu anonima. Nato a San Mauro di Romagna (che insieme a Castel Vecchio di Garfagnana saranno 2 luoghi chiavi della sua vita) il 31 dicembre 1855, 4° di dieci figli. Il 10 agosto 1867 viene assassinato il padre, proprietario di un'azienda agricola. Gli autori e le cause dell'assassinio rimasero sempre sconosciute. Questo avvenimento e altri lasciano un segno terribile nella sua vita. Secondo Pascoli siamo in balia di una cosa che ci coglie repentinamente, la morte. Vivrà con profondo dolore il fidanzamento della sorella, sarà sempre solo. Tutta quanta la sua vita sarà intessuta nel creare il nido, come luogo per ripararsi dagli avvenimenti. Nel 1863 si iscrive a Bologna alla facoltà di lettere, gli anni a Bologna porteranno a Pascoli molti impegni politici e si farà anche 4 mesi in carcere. Nel 1882 uscirà dal carcere e si laureerà. Decide di fare l'insegnante di latino e greco e nel 1895 prende una casa in affitto nella Garfagna (Toscana) a Castel Vecchio, la compra con i premi vinti per le poesie latine. Scrisse "Il Fanciullino" e un discorso/ovazione chiamato "La grande proletaria si è mossa". Conduce una vita priva di eventi esterni. Sia d'Annunzio che Pascoli rimandano a un nuovo ruolo del poeta, il poeta apposto alle masse. Costante solitudine nella sua vita, lui guarda dentro se stesso e cerca nel suo intimo delle risposte all'angoscia del mondo esterno, da qui la continua ricerca del nido. Senza donne, senza matrimonio, l'unica sua sorella Maria, che diventerà sua biografa. Il 6 aprile 1912, già malato di cirrosi epatica, a causa dell'abuso di alcool, si spegne nella sua casa di Bologna, a causa di un cancro allo stomaco, all'età di cinquantasei anni. Viene sepolto nella cappella annessa alla sua dimora di Castelvecchio di Barga, dove sarà tumulata anche l'amata sorella Maria.

RACCOLTE
Il mondo della natura e della campagna rimanda al poeta Virgilio, scrittore dell’Eneide e delle bucoliche e Georgiche questi temi verranno ripresi in Poemetti (1897) Primi Poemetti (1904) e Canti di Castelvecchio (1903) e Merice (1891). La critica sottolinea le differenza tra Merice e Canti di Castelvecchio e i Primi Poemetti. Tale differenze sono di carattere metrico e compositivo, in quanto i Poemetti sono terzine di endecassilabi, mentre i Canti di Castevecchio hanno canti di diverse lunghezze e a volte nn hanno strofe ben chiare, perché sempre secondo la critica l’uomo si fonde con il vero e unico protagonista “La natura”. Quest’ultima può essere suddivisa in Merice e Canti di Castelvecchio dove si apre all’inquietudine mentre in Poemetti si apre alla situazione dell’idillio senza turbamenti e inquietudini.

X AGOSTO
A Pascoli non preme parlare della morte del padre, ma del dolore che prova. Il padre viene assassinato, questa situazione lo porterà a una visione pessimistica (pessimismo cosmico).
1° quartina:
Non rimanda alla vicenda del padre, ma alla data. Rimanda a San Lorenzo, martire cristiano. San Lorenzo è collegato alle stelle cadenti, perchè si dice che le stelle sono le sue lacrime, lui percepisce un dolore universale del mondo.
2° quartina:
Rimanda a una rondine che sta tornando a casa, questa muore sena motivo sensato. Dolore che non ha ragione. A morire non è solo la rondine ma anche la sua famiglia. Adesso inizia a chiarirsi il pianto della prima quartina, dovuto alla morte della rondine.
3° quartina:
E' distesa in croce, con le ali aperte. La sua morte è la morte di una figura del creato, con il becco affida all'aria quel verme (cibo), perchè al cielo chiede aiuto. Il suo nido rimane nell'ombra, come immagine della morte.
4° quartina:
Il nido è la casa dell'uomo. Parla di un uomo e non del padre perchè quello che prova non è dolore personale. Il grido rimane strozzato per la morte immediata, il padre si chiamava Ruggero.
6° quartina:
Il mondo nella quale sembra che il cielo sia indifferente al dolore degli uomini e la terra è il nulla rispetto all'universo.

 

 

LAVANDARE
Giovanni Pascoli vive e opera all’inizio del XX sec. La morte del padre, di una sorella e della madre, uniti ai disagi della vita ed alle ingiustizie sociali, provocano nel poeta un profondo senso di ribellione che lo porterà a prendere parte alle rivolte socialiste ed a finire così in prigione. In seguito si limiterà ad esprimere il proprio disagio per i grandi dolori patiti nella poesia, regalandoci così commoventi componimenti come ad esempio “lavandare”. Pascoli durante la sua opera tratta vari temi come ad esempio l’amore per la natura o per le piccole cose; famosa è la sua poetica del fanciullino. La caratteristica che accomuna molti dei suoi scritti è quella di utilizzare immagini apparentemente semplici, povere, per esprimere concetti più profondi che riguardano da vicino ognuno di noi. In “lavandare”, tratta il delicato tema dell’abbandono e della solitudine. Descrive la figura di un aratro abbandonato da chissà chi in mezzo ad un campo, passando poi al rumore delle donne che lavano i panni, e chiudendo infine con i loro canti.
Il componimento può essere più correttamente chiamato madrigale, in quanto la sua lettura risulta estremamente musicale, e tratta di elementi pastorali. “Lavandare” è una poesia composta da due terzine e una quartina con versi endecasillabi, e rime alternate; ciascuna strofa ha una particolare caratteristica: la terzina iniziale è statica, non descrive nessun tipo di azione, ed è pervasa da sensazioni visive che l’autore comunica attraverso l’accurata scelta di vocaboli e di figure retoriche come in questo caso l’enjambement presente nel secondo e terzo verso “pare/dimenticato”, che in un certo senso, costringe a proseguire con maggior interesse la lettura del componimento. Nella seconda terzina invece, prevalgono sensazioni di tipo acustico indotte soprattutto dalle numerose onomatopeiche che attribuiscono alla strofa un ritmo cadenzato molto particolare scandito proprio da parole come “sciabordare” e “tonfi” che anche se non sono propriamente onomatopeiche sembrano riprodurre rumori. Questa terzina è risulta essere dinamica in quanto le rime al mezzo contribuiscono a velocizzare e scandire il ritmo della strofa. La terza ed ultima quartina può essere definita drammatica perché riporta un triste canto di amore e nostalgia e il ritmo sembra improvvisamente rallentato, effetto dato dalle “e”, dalla quantità delle “r” e delle “s”, e dalla sostituzione di rime alternate con assonanze come “frasca e rimasta”.

GELSOMINO NOTTURNO
Questa poesia è tratta dalla raccolta canti di Castelvecchio ed è una delle più famose delle poesie composta per celebrare e festeggiare le nozze dell’amico Gabriele Briganti (1901). Tutta la poesia è costruita su un’analogia: fiori notturni che si aprono di notte quando si richiudono il giorno dopo sono fecondati, il pensiero analogico è tra il fiore e gli sposi dopo la notte di nozze. È composta da 6 quartine con versi novenari e rima alternata ABAB. La vicenda passa divisibile alla luce di 3 diversi protagonisti: 1 il mondo della natura 2 il mondo degli uomini 3 la riflessione del poeta. Mentre i luoghi della natura sono aperti quelli degli uomini sono chiusi ( la casa ). Il compito del poeta è quello di essere un silenzioso testimone, anche in questa poesia pascoli non fa mancare un ricordo ai morti “erba che cresce sulle fosse (sulle bare)”. Sul piano temporale la poesia è divisibile in due parti: 1 il crepuscolo 2 l’alba. 

IL FANCIULLINO
È una prosa poetica e sintetizza il ruolo che deve avere il poeta stesso. Il compito della poesia è quello di essere rivelatrice, il poeta sa rilevare le voci della propria infanzia cioè sa farsi fanciullino, ha la capacità di mantenere dentro di sé le caratteristiche di sensibilità che ha un bambino pur andando avanti negli anni. Crescere infatti vuol dire cancellare e sacrificare alcune parti di noi, diventando adulti si applcia una dimensione razionale, cercando di soffocare la dimensione sensibile che invece parla al poeta e trcrive ciò che il fanciullino gli detta. Il fanciullino a sorpresa di chi si pone per la prima volta innanzi ai gesti della natura e ne coglie la novità, considerando grandi quelle cose che per un adulto sono piccole e viceversa.

 

Fonte: http://colodownload.altervista.org/GIOVANNI_PASCOLI.docx

Sito web da visitare: http://colodownload.altervista.org/

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