Pascoli il gelsomino notturno

Pascoli il gelsomino notturno

 

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Pascoli il gelsomino notturno

Giovanni Pascoli

Il gelsomino notturno


E s'aprono i fiori notturni,
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.
Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa un lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento ...
E l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.

 

GIOVANNI PASCOLI: IL GELSOMINO NOTTURNO
Commento

La poesia Il gelsomino notturno fa parte dei Canti di Castelvecchio, la terza grande raccolta poetica pascoliana dopo Myricae e i Poemetti, raccolta che dal punto di vista formale risulta alquanto vicino alla prima, di cui, oltre all’epigrafe di derivazione virgiliana (arbusta iuvant humilesque myricae), riprende, pur entro certi limiti, la misura breve dei componimenti, le forme metriche (ad es. i novenari che ritroviamo nei nostri versi) e il carattere squisitamente lirico; mentre segna una maggiore distanza dalla seconda raccolta, le cui poesie, di più ampio respiro, mostrano un impianto più decisamente narrativo, adeguatamente espresso, sul piano metrico, dalle terzine dantesche.
Ad una prima lettura la poesia si presenta come un suggestivo quadretto naturalistico, un notturno di sapore impressionistico, che, nella linee tenui e sfumate dei contorni, riesce a coinvolgere il lettore stimolandone non solo l’immaginazione visiva, ma anche quella relativa a tutti gli altri sensi: l’udito (la casa che “bisbigla”, l’ape che “sussurra”); l’olfatto e in un qualche misura anche il gusto (“l’odore di fragole rosse”); il tatto (“l’urna molle”). Il ritmo poi, che salvo nell’ultima quartina appare facile e scorrevole per l’assenza di forti pause nel verso e di  enjambement troppo duramente inarcati, contribuisce non poco a conferire grazia e levità alla scena rappresentata.
Risulta subito chiaro, tuttavia, che non siamo di fronte alla descrizione realistica di un paesaggio notturno. La natura e gli oggetti rivelano tratti umani: i versi degli uccelli sono “gridi” e i gridi “tacciono” (si noti qui anche l’ossimoro), i nidi “dormono”, la casa “bisbiglia”, i fiori covano una “felicità nuova”. La volta celeste assume vesti familiari, domestiche: sulla base di una tradizione contadina che chiama la costellazione delle Pleiadi “Chioccetta”­ – e i contadini, si sa, proprio come i fanciulli e gli uomini primitivi hanno un rapporto più diretto e autentico con la natura –,  il poeta vede il cielo come un’“aia azzurra” e ode il “pigolio” delle stelle. Sorprendenti analogie si stabiliscono insomma tra elementi differenti (oltre ai casi già rilevati se ne possono citare altri;  così ad es. i fiori dischiusi diventano “calici aperti”, essi emanano un “odore di fragole rosse” e il loro interno è un’“urna molle e segreta”) e fra sensazioni diverse (il “pigolio di stelle” è infatti una sinestesia). E non si tratta di artifici retorici puramente esornativi. Siamo piuttosto di fronte a quella lettura analogica del reale che è propria di tutta la poesia simbolista (il cui manifesto più rappresentativo è costituito appunto dalla poesia Corrispondenze di Baudelaire) e che ritroviamo in gran parte della produzione poetica di Pascoli. Il nostro autore ne dà anche una lucida formulazione teorica nel trattato Il fanciullino. Il fanciullino, infatti, che è l’anima stessa del poeta, o meglio, la sua componente più sensibile e spontanea, come un veggente – ma senza l’aura aristocratica ed elitaria permeata di “maleddettismo” che connota il veggente di Rimbaud – vede ciò che gli altri non vedono, va al di là dell’apparenza delle cose per cogliere la loro verità nascosta, il Jenseits der Dinge, per usare la formula con cui W.Binni indicava lo specifico della Weltanschauung decadente. Egli svela le segrete corrispondenze che collegano tra loro realtà  apparentemente lontane e che uniscono io e mondo in un mistico abbraccio. È su questo piano, dunque, che va ricercato il significato profondo de Il Gelsomino notturno.
Un’analogia fondamentale è quella che lega la casa ai fiori notturni. Il collegamento tra le due realtà, a livello formale, è evidente nel passaggio tra la quinta e la sesta quartina: i puntini sospensivi suggeriscono una chiara relazione tra ciò che accade nella casa e il processo di fecondazione del fiore.  L’improvviso rallentamento del ritmo e l’irregolarità nell’uso della rima sembra poi sottolineare il carattere rivelatore degli ultimi quattro versi. Appare chiaro allora il significato di quel bisbigliare di notte nella casa e di quella luce che si spegne al primo piano. Si allude evidentemente al concepimento di una vita umana. Il fatto che la poesia sia dedicata alle nozze di un amico del Pascoli non fa che confermare questa lettura.
Ma non è tutto. Non si tratta semplicemente di un epitalamio. Sono assenti i toni gioiosi che solitamente caratterizzano questo genere di composizioni. Grava sulla scena quell’ombra di morte evocata ai vv. 2 e 12. Ciò che avviene nella casa  risulta inoltre estremamente lontano rispetto al punto di osservazione in cui si pone l’io lirico. Per due volte il poeta sottolinea questa distanza con l’uso dell’avverbio “là” ai vv. 6 e 11. E a creare questa distanza è proprio il pensiero dei suoi cari estinti (v.2), il legame con quel “nido” familiare originario distrutto dalla morte, che il poeta, come sappiamo, tentò disperatamente di ricostruire con le sorelle Ida e Mariù, legame che di fatto lo mantenne in una condizione di immaturità psicologica inibendogli la possibilità di ogni relazione matura con l’altro sesso e dunque la possibilità di crearsi un “nido” proprio. In particolare all’esclusione del Pascoli da questa possibilità potrebbe alludere l’immagine dell’ape “tardiva” che non trova più posto nel favo (vv.13-14), mentre alla realtà del nido di origine nella sua dimensione protettiva, ma anche deresponsabilizzante e, in ultima analisi, alienante, sembra far riferimento l’immagine dei nidi che “dormono” sotto le ali, al v.7, che va certamente intesa in opposizione a quella della casa che “bisbiglia” del verso precedente.
Il vero tema della poesia, come ha bene evidenziato Giacomo Debenedetti, non è dunque quello del “rito di fecondazione”, ma quello dell’esclusione del poeta da esso, esclusione cui sembra alludere ancora l’aggettivo “segreta” riferito all’“urna molle” del fiore (v.7), che qui rappresenta chiaramente il sesso femminile (l’aggettivo si trova fra l’altro alla fine del verso in posizione enfatica, evidenziato anche dalla mancata osservanza della rima).

 

Fonte: http://lnx.salesianivomero.it/joomla/ElencoMateriale/MaterialeDidattico/Prof.Vitelli/Gelsomino%20Notturno.doc

Sito web da visitare: http://lnx.salesianivomero.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

Pascoli il gelsomino notturno

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

Pascoli il gelsomino notturno

 

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco

www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve

 

Argomenti

Termini d' uso, cookies e privacy

Contatti

Cerca nel sito

 

 

Pascoli il gelsomino notturno