Lezioni di Sociologia della famiglia

Lezioni di Sociologia della famiglia

 

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Lezioni di Sociologia della famiglia

CONOSCERE LA FAMIGLIA

 

La famiglia è una esperienza di vita multidimensionale che si muove su  un registro temporale che è ascendente, collaterale e discendente ed è definita da un insieme di relazioni che presentano sempre componenti :

  1. giuridiche
  2. economica
  3. affettive
  4. psicologiche
  5. funzionali (di scambio con l’esterno)
  6. biologico-sessuali
  7. solidaristiche
  8. culturali (norme e valori di comportamento, valori ed orientamenti all’azione)

 

E’ quindi impossibile spiegare e comprendere la famiglia alla luce di teorie: la si può comprendere solo all’interno di specifici approcci conoscitivi

I diversi approcci (organicismo, funzionalismo, teoria del conflitto, struttural- funzionalismo, interazionismo simbolico, approccio dello scambio, ecc.) si possono inscrivere all’interno delle due grandi tradizioni sociologiche dell’olismo (macro) e dell’individualismo (micro) metodologico


TENDENZE DI CAMBIAMENTO DELLA FAMIGLIA (IN ITALIA: A PARTIRE DAGLI ANNI ’50)

  1. Tendenze emergenti
    1. semplificazioni delle strutture familiari
    2. riduzione dell’ampiezza media della famiglia
    3. segmentazione per classi di età
    4. complessità crescente (nuove forme familiari)
    5. privatizzazione/pubblicizzazione delle relazioni familiari
    6. de-istituzionalizzazione della famiglia e delle relazioni sociali che la sostengono (sempre più ‘sentimentalizzate’)

 

 

  1. Fattori sottesi alle tendenze di cambiamento
    1. economici:
  2. famiglia come unità di consumo
  3. famiglia come insieme di soggetti che si rapportano individualmente al mercato del lavoro
  4. famiglia come produttrice e riproduttrice di forza lavoro
  5. nascita del welfare state

 

    1. demografici
  1. invecchiamento della popolazione
  2. riduzione di tassi di fecondità, natalità, nuzialità

 

    1. culturali

-privatismo
-individualizzazione delle (prima) e nelle (successivamente) relazioni dentro  la famiglia
-etica dell’autorealizzazione, dell’autodeterminazione, della negoziazione
-personalità         di         base         formata         attraverso         processi         di separazione/individualizzazione, piuttosto che legame/fusione
-spostamenti di confine tra pubblico e privato nelle relazioni familiari

 

    1. giuridici
  1. tendenza alla de-giurisdizzazione delle relazioni familiari
  2. il diritto, lo Stato non ‘prescrive’ più come normale un unico modello familiare

 

    1. storici

  1. l’attuale panorama delle famiglie (sia dal punto di vista strutturale che relazionale) dipende anche dall’eredità del passato: dalla forza e/o dalla debolezza dei tradizionali modelli di vita

 

 

ALCUNE PUNTUALIZZAZIONI

Cambiamenti della famiglia sintetizzati nel processo di nuclearizzazione e di depotenziamento funzionale

 

Se per nuclearizzazione si intende il passaggio, unilineare, dalla famiglia complessa (estesa o multipla) alla famiglia nucleare per effetto dei processi di urbanizzazione, industrializzazione e modernizzazione, la famiglia nucleare era presente anche nelle società tradizionali, con un peso percentuale non trascurabile.

Oggi, come nel passato, è riscontrabile la compresenza di una molteplicità di forme familiari

Se per nuclearizzazione si intende la diffusione di tale tipo di famiglia in tutti i gruppi sociali, si può sostenere che effettivamente con la modernità le diverse forme familiari si svincolano dai condizionamenti strutturali, che a seconda delle aree territoriali, delle classi sociali e dei rapporti di produzione favorivano alcune forme familiari come tipiche di specifici raggruppamenti sociali.

Le forme familiari del passato ‘covariavano’ fortemente con i ceti, le classi sociali di appartenenza

Oggi la famiglia nucleare è trasversale a tutte le classi sociali e presente in tutte le sub-aree territoriali.

Se nel passato le condizioni di vita erano tali da rendere più probabile  una famiglia nucleare (rispetto ad un modello atteso di famiglia complesso), oggi la famiglia nucleare è tanto diffusa da essere divenuta sinonimo di famiglia

Se per nuclearizzazione si intende la nascita di una forma familiare caratterizzata da relazioni fortemente esclusive, ad elevato contenuto emotivo ed affettivo, tale forma familiare è il prodotto della modernità

Nell’analisi dei cambiamenti familiari, sia in prospettiva diacronica che sincronica, è bene sempre ricordare che ad analoghe strutture non corrispondono analoghe relazioni familiari e che, quindi, per avere un’idea effettiva del mutamento è necessario analizzare sia le strutture che le relazioni familiari


Se per depotenziamento funzionale si intende il passaggio da una famiglia unità di produzione e consumo ad una famiglia unità di solo consumo, è evidente che la famiglia contemporanea si è depotenziata, rispetto al passato.
E questo anche se nel passato alcune famiglie (in particolare le famiglie aristocratiche) non erano affatto unità di produzione e consumo (polifunzionali)

Ma se il concetto di ‘funzione’ che la famiglia svolge viene applicato al sistema di interscambio che connette la famiglia con la società di riferimento, appare evidente che la famiglia anche moderna continua a svolgere una funzione di mediazione, che ha connotazioni economiche, di socializzazione, di controllo interno, di influenza

 

LE NUOVE FORME FAMILIARI

Nel panorama della famiglia in Italia, sono etichettate come ‘nuove’ le seguenti tipologie familiari:

a)unipersonali (single) b)monogenitoriali c)famiglie lunghe
d)famiglie ricostituite (o ricomposte) e)famiglie di fatto (o matrimoni informali)

 

Epurato il “nuovo” alla luce della variabile ‘invecchiamento della popolazione’, che contribuisce ad alimentare in maniera significativa quasi la metà delle nuove forme familiari, e ricordando che tali strutture familiari esistevano anche nel passato, la novità di queste forme familiari dipende dalla diversità dei fattori che, oggi, portano, ad una loro diffusione: non più la vedovanza, ma la separazione/divorzio.


MUTAMENTI DELLE RELAZIONI FAMILIARI

(Relazioni di autorità e di gender)

 

Prima fase (dal XVII secolo in poi):

Individualizzazione delle relazioni familiari:

 

  1. nascita del matrimonio solidale
  2. la famiglia si costituisce come ambito privato
  3. la famiglia si appropria della funzione educativa
  4. la famiglia si emancipa dalla parentela e dalla comunità di appartenenza

 

Indicatori:

  1. mutamento nelle forme allocutorie (meno distanza e deferenza)
  2. scelta del coniuge
  3. solidarietà coniugale più centrale della solidarietà alla famiglia di origine
  4. la dote della moglie è amministrata dal marito
  5. lenta riappropriazione dei figli da parte della famiglia: fine dell’apprendistato presso altre famiglie per gli adolescenti, delegittimazione del baliatico
  6. separazione tra dentro e fuori della casa
  7. separazione tra mondo degli adulti e mondo dei bambini
  8. primi orientamenti puerocentrici: dal figlio come destino, al figlio come investimento per il futuro

Non è più la famiglia che determina il matrimonio, ma è il matrimonio che determina la famiglia

Matrimonio come sodalizio, famiglia come “impresa” di vita della coppia coniugale

 

Seconda fase (dalla seconda guerra mondiale in poi):

Individualizzazione nelle relazioni familiari

 

  1. ogni componente la famiglia assume una sua individualità ed unicità che non può essere facilmente rimpiazzata o sostituita
  2. simmetrizzazione strutturale della relazione di coppia
  3. scompare la dote
  4. la relazione coniugale diventa ‘negoziabile’
  5. si affievoliscono, dentro la famiglia, le differenze di genere e di autorità
  6. la famiglia si ‘sentimentalizza’. Viene percepita solo come unità degli affetti

  1. i diritti individuali vengono prima dell’interesse, dell’unità familiare
  2. la famiglia si de-istituzionalizza
  3. l’individuo si emancipa dalla famiglia

 

Indicatori:

  1. matrimonio, da fatto sociale totale, a fatto privato
  2. de-normativizzazione del matrimonio: crescita delle unioni di fatto
  3. matrimonio come autorealizzazione di un progetto di vita individuale: crescita della logica della negoziazione e quindi del conflitto coniugale:  dal divorzio sanzione al divorzio fallimento
  4. matrimonio come comune problematizzazione del mondo
  5. aumento della regolazione ‘de-giurisdizzata’ dei conflitti  coniugali: crescita delle separazioni consensuali
  6. il figlio come scelta di autorealizzazione
  7. rafforzamento dei legami affettivi e di dipendenza tra le generazioni

Matrimonio come esperienza di vita, famiglia come fase di un corso di vita individuale fortemente de-istituzionalizzato


Tavole

Configurazione delle famiglie in Italia

Distribuzione %

a) Famiglie senza nucleo

21.52

a.1. persone sole

20,14

a.2. persone con altri

1,38

b) Coppie

70,72

b.1. coppie coniugate con figli

50.78

b.2. coppie non coniugate con figli

0.45

b.3. coppie coniugate senza figli

19,04

b.4. coppie non coniugate senza figli

0.45

c) Genitori soli

7.76

c.1. padre solo con figli

1.32

-celibe

O.03

-separato di fatto

0.27

-separato legalmente

0.10

-divorziato

0.07

-vedovo

0.85

c.2. madre sola con figli

6.44

-nubile

0.40

-separata di fatto

0.80

-separata legalmente

0.54

-divorziata

0.34

-vedova

4.36

Totale

100.0

(Fonte: Istat, Indagine Multiscopo, 1989-90)

 

Tipologia della famiglia in Italia Distribuzione %

1988

1990

1993-
1994

a) Famiglie senza nuclei

20.7

21.7

22.9

- una sola persona

19.3

20.3

21.1

b) Famiglie con un nucleo

78.0

77.2

75.8

b.1. un nucleo senza altre persone

74.1

73.5

72.0

- coppie senza figli

17.8

17.9

18.7

- coppie con figli

49.4

48.5

45.7

- un solo genitore con figli

6.9

7.1

7.6

b.2. un nucleo con altre persone

4.0

3.7

3.8

- coppie senza figli

0.9

0.9

1.0

- coppie con figli

2.7

2.4

2.3

- un solo genitore con figli

0.4

0.4

0.5

c) Famiglie con due o più nuclei

1.2

1.0

1.3

Totale
(In migliaia)

100.0
(19.872)

100.0
(20.284)

100.0
(20.665)

(Fonte: Istat, Indagini multiscopo, anni vari)


 

 

Tipologia della famiglia in Italia Distribuzione % per ripartizione geografica

Nord- Ovest

Nord- Est

Centro

Sud

Isole

Italia

a) Famiglie senza nuclei

26.1

22.8

24.3

18.6

21.0

22.9

- una sola persona

24.3

20.5

23.0

16.8

19.5

21.1

b) Famiglie con un nucleo

73.3

75.6

73.4

80.0

78.1

75.8

b.1. un nucleo senza altre persone

70.1

70.2

68.6

76.7

76.3

72.0

- coppie senza figli

20.2

20.4

19.0

15.8

17.2

18.7

- coppie con figli

41.5

42.4

42.0

53.9

52.1

45.7

- un solo genitore con figli

8.4

7.4

7.6

7.0

7.0

7.6

b.2. un nucleo con altre persone

3.2

5.4

4.8

3.3

1.8

3.8

- coppie senza figli

0.9

1.6

1.3

0.7

0.3

1.0

- coppie con figli

1.9

3.2

3.1

1.8

1.2

2.3

- un solo genitore con figli

0.4

0.6

0.4

0.8

0.3

0.5

c) Famiglie con due o più nuclei

0.6

1.6

2.3

1.4

0.9

1.3

Totale

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

(Fonte: Istat, Indagine multiscopo,1993-94)

 

Coppie con figli per numero di figli

Distribuzione %

1

43.8

2

42.5

3

11.0

4e più

2.7

Totale

100.0

(Fonte: Istat, Indagine multiscopo,1993-94)

 

Coppie con figli per ripartizione geografica (per 100 coppie con figli della stessa zona)

Ripartizione geografica

1 figlio

2 figli

3 figli

4 figli e più

Nord-Ovest

53.1

38.7

6.6

1.5

Nord-Est

50.3

40.6

7.5

1.7

Centro

47.8

44.5

6.6.

1.3

Sud

30.6

44.8

19.1

5.5.

Isole

36.2

45.1

15.2

3.5

(Fonte, Istat, Indagine multiscopo,1993-94)


CONCETTI BASE

 

FORZE E MEZZI DI PRODUZIONE, RAPPORTI DI PRODUZIONE, MODO DI PRODUZIONE

Nella prospettiva marxiana l'insieme delle forze e dei mezzi di produzione, ossia delle condizioni materiali (risorse naturali disponibili) e tecniche (insieme delle cognizioni scientifiche e degli strumenti) che sono proprie di una società determinata in un dato momento storico, nonché i rapporti di produzione (proprietà dei mezzi di produzione, tipo di rapporti di lavoro interni all'organizzazione produttiva) e il modo di produzione, ossia l'insieme delle forze, dei mezzi e dei rapporti di produzione che caratterizza il sistema dominante di produzione di una data società (ad esempio l'agricoltura nelle società pre- industriali, l'industria nelle società capitalistiche sviluppate, ecc.), costituiscono la struttura portante o infrastruttura del sistema sociale.
Tale infrastruttura ha quindi una sua forma storica concreta, legata al grado di sviluppo delle forze di produzione e alle forme particolari assunte di volta in volta dall'organizzazione produttiva.
L'infrastruttura nella concezione marxiana viene considerata, in ultima analisi, come determinante le forme della sovrastruttura, ovvero l'insieme delle rappresentazioni (immagini del mondo, mito, religione, filosofia, ecc.) e dei sistemi normativi (leggi, istituzioni, apparati statali, politici e amministrativi, ecc.) presenti nel sistema sociale, e si riflette anche nei contenuti della coscienza individuale e collettiva (valori, motivazioni, percezioni del sé, dell'altro, ecc.).
Quando si presentano, ad esempio, nuove possibilità di produzione a causa dello sviluppo delle tecnologie di tipo industriale e del nuovo modo di produzione ad esse collegato (impiego delle macchine, concentrazione della mano d'opera nelle fabbriche, divisione del lavoro, accumulazione del capitale, nuove tecniche di produzione, ecc.), allora i vecchi rapporti di produzione basati sulla situazione precedente a tale sviluppo (ad esempio modo di produzione dominante di tipo agricolo o artigianale) debbono anche essi essere trasformati e mutano le diverse forme sovrastrutturali. Il cambiamento sociale viene quindi inteso come il  risultato dell'esplodere delle contraddizioni createsi tra livello infrastrutturale e livello sovrastrutturale.

  1. Marx, Per la critica dell'economia politica, 1859 K.Marx, Il capitale, 1867,1885, 1894

(ex F. Crespi, Le vie della sociologia, Il Mulino, Bologna, 1998, p.152)


STRUTTURA

modelli istituzionalizzatiti di cultura normativa (T. Parsons)

 

(I caratteri della struttura sociale, intesi come insieme di azioni ‘concertate’ sono garantiti da una conformità motivata all’ordine legittimo)

Insieme di relazioni relativamente stabili, basate su mediazioni simboliche di tipo normativo, sulle quali si regge il sistema sociale come unità che persiste nel tempo

Il concetto di struttura è intimamente connesso con quello di totalità o di sistema, fino quasi a confondersi con essi

 

Forme, mezzi di produzione e rapporti di produzione costituiscono la struttura portante o infrastruttura del sistema sociale (K. Marx)

 

    1. Le leggi generali che presiedono alle diverse formazioni sociali e culturali particolari, devono essere cercate in una struttura sottostante inconscia, che si nasconde sotto le relazioni concrete (C. Lévi-Strauss)

La struttura profonda può essere colta andando al di là dei contenuti manifesti delle norme sociali come delle esperienze coscienti del vissuto soggettivo, e attraverso la costruzione di modelli deduttivi astratti, analoghi a quelli di tipo matematico, a carattere a-storico o sincronico

Se l’attività inconscia dello spirito consiste nell’imporre forme a un contenuto e se queste forme sono fondamentalmente le stesse, per tutti gli individui, antichi e moderni, primitivi e civili – come dimostra in modo folgorante lo studio della funzione simbolica, quale si esprime nel linguaggio – occorre ed è sufficiente cogliere la struttura inconscia sottostante a ogni istituzione o a ogni usanza, per ottenere un principio di interpretazione valido per altre istituzioni e altre usanze

Dal momento che la struttura sottostante è una dimensione universale e invariante che s’impone ai singoli individui e si autoriproduce autonomamente ed in modo a- temporale, regolando l variazioni delle forme storiche contingenti, Lévi-Strauss non considera la storia come un processo evolutivo, ma come l’attualizzazione di modalità temporali delle leggi universali dell’attività inconscia dello spirito, ovvero di diverse possibilità di combinazione di relazioni strutturali costanti

Esempio: i diversi meccanismi concreti che fondano lo scambio esogamico possono essere considerati, secondo Lévi-Strauss, come casi particolari di una forma volta a instaurare e conservare la reciprocità: è tale forma che l‘analisi strutturale deve mettere in luce.
In questa prospettiva, le regole matrimoniali ed i sistemi di parentela possono essere  considerati  come  una  forma  particolare  di  linguaggio,  ossia  come   un


insieme di ‘operazioni’ destinate ad assicurare tra gli individui e gli uomini un certo tipo di comunicazione.

(Fonte, F. Crespi, Le vie della sociologia, Il Mulino, Bologna)

 

TERMINI E CONCETTI DELLO STRUTTURAL FUNZIONALISMO

  1. Azione sociale = ogni tipo di agire dotato di senso in quanto tiene conto dell’agire altrui. L’agire è considerato in base all’intenzionalità del soggetto e alle sue motivazioni, secondo un modello di razionalità orientato in senso finalistico (razionale rispetto allo scopo)

 

L’agire è condizionato dai valori e dai modelli sociali propri del contesto in cui l’agire si sviluppa

  1. Cultura: sistema coerente delle credenze, delle rappresentazioni, dei valori, delle norme e delle istituzioni che producono consenso e controllano le spinte disordinate dell’agire individuale

 

  1. Attore o soggetto sociale, in quanto motivato e guidato dai significati che l’attore scopre nel mondo esterno. Tale concetto presuppone:
    1. la situazione: condizioni oggettive rispetto alle quali si sviluppa l’azione (ambiente naturale, condizioni economiche, strutture dell’ambiente sociale e culturale)
    2. l’ordine simbolico o insieme dei riferimenti culturali che orientano  l’azione
  1. Sistema: insieme delle relazioni di interdipendenza tra più elementi ed è retto dal principio della propria conservazione e del mantenimento del proprio equilibrio nel rapporto sia con l’ambiente esterno (ambiente naturale, altri sistemi), sia con le forze che agiscono al suo interno

 

  1. Struttura: componente relativamente stabile delle modalità di organizzazione del sistema, fondato sulla presenza di modelli normativi e di alternative costanti (le variabili strutturali)
  1. Funzione: attività svolta al soddisfacimento dei bisogni essenziali del sistema come tale, connessi al problema della sua sopravvivenza nel tempo e del mantenimento del suo equilibrio (integrazione fra le varie parti) ed esterno (adattamento all’ambiente). La funzione assicura infatti il collegamento tra le dimensioni strutturali stabili e gli elementi variabili e dinamici del sistema

 

Ogni sistema di azione (insieme di azioni e interazioni, condizioni oggettive o forme simboliche) può essere analizzato come unità


    1. sia dal punto di vista del suo rapporto con l’esterno, sia da quello dei problemi che nascono dall’esigenza della sua organizzazione
    2. inoltre, il sistema di azione può essere considerato in termini degli scopi che esso come tale persegue o dei mezzi di cui dispone

 

A partire dalle quattro categorie esterno-interno, scopi-mezzi, Parsons individua quattro imperativi o prerequisiti funzionali di ogni sistema di azione:

a)adattamento: insieme dei rapporti tra il sistema e l’ambiente esterno (ambiente naturale-rapporti con altri sistemi).
Trarre le risorse necessarie al sistema per la sua sopravvivenza e nella produzione di oggetti e attività che possono essere scambiati. Controllo e modifica delle condizioni esterne dell’ambiente

b)conseguimento degli scopi: ha il compito di indirizzare il sistema, nei rapporti con l’esterno, verso i suoi scopi, selezionandoli tra i molti possibili e ordinandoli tra di loro in modo che non turbino l’integrazione del sistema stesso

c)mantenimento delle strutture latenti: è la funzione che assicura i valori, i significati e le motivazioni necessarie per orientare l’azione in maniera adeguata alle esigenze del sistema. Garantisce la stabilità dei valori, significati, motivazioni attraverso norme e modelli di comportamento istituzionalizzati. Comprende i meccanismi fondamentali di socializzazione

d)integrazione: tale funzione permette di equilibrare reciprocamente i diversi elementi del sistema e i sotto-sistemi presenti in essi, armonizzandoli in maniera coerente tra di loro e controllando le spinte che possono turbare l’unità del sistema stesso

Tale modello di azione è integrato dalle modalità fondamentali di ogni tipo di agire, a seconda dei criteri di valori prevalenti che lo orientano

Poiché risorse e possibilità sono sempre ‘finite’, scarse, ogni attore deve distribuire le proprie azioni, che sono sempre significative per lui e per gli altri, tra diversi tipi di aspettative e diverse opportunità.
E’ necessario scegliere tra una serie di opportunità (variabili strutturali o pattern variables):

-universalismo/particolarismo

-realizzazione/attribuzione
-affettività/neutralità
-specificità/diffusione

Le variabili strutturali, combinandosi diversamente tra loro, danno origine ad una complessa tipologia delle varie forme di azione e dei diversi tipi di aspettative

(Fonte: F. Crespi, Le vie della sociologia, Il Mulino, Bologna)


 

Insieme di ruoli coordinati e orientati ad uno scopo = istituzione
Insieme di istituzioni coordinate ed orientate ad uno scopo = sistema sociale

 

STRUTTURA E RELAZIONI FAMILIARI

 

  1. Struttura familiare: componente relativamente stabile del sistema famiglia, definita dalle interazioni tipizzate

Interazione tipizzata= ruolo (comportamento atteso da una persona in base alla posizione che occupa; comportamento che ci si aspetta una persona metta in atto per il fatto che occupa una particolare posizione sociale)

Struttura familiare = insieme dei ruoli che interagiscono all’interno di una unità di coabitazione

Ruoli-base: madre-moglie, padre-marito, figlio, figlia

  1. Tipologia ISTAT (censimenti)
  2. Tipologia ISTAT (indagini multiscopo)
  3. Definizione di aggregato domestico

 

 

  1. Relazione familiare = contenuti storicamente, socialmente e culturalmente definiti dei diversi ruoli familiari.

Modo di stare insieme e di interagire: componenti affettive, psicologiche, di autorità e potere, solidaristiche dei diversi ruoli in un sistema di interdipendenza

 

Le strutture familiari sono definite a partire dai ruoli: famiglia unipersonale, di coppia, nucleare estesa, complessa, multipla, senza nucleo, con un nucleo, con  due o più nuclei, aggregato semplice, etc.

Le relazioni familiari possono essere etichettate come forme familiari o modelli (se per modello si intende una costruzione semplificata o ideal-tipica, che rappresenta i caratteri fondamentali di un oggetto): es. la famiglia borghese, la famiglia proletaria, la famiglia simmetrica, la famiglia companionship (o cameratesca)

Nell’analisi dei cambiamenti familiari, sia in prospettiva diacronica che sincronica, è bene sempre ricordare che ad analoghe strutture non   corrispondono


analoghe relazioni familiari e che, quindi, per avere un’idea effettiva del mutamento è necessario analizzare sia le strutture che le relazioni familiari

L’analisi dei soli cambiamenti strutturali, ha portato alla luce una situazione di forte stabilità e continuità nelle strutture familiari, che mostrano un’inerzia più che secolare

L’analisi dei mutamenti nelle relazioni familiari ha consentito di cogliere una discontinuità che, collocabile agli albori della modernità (più o meno nel XVII secolo), ha portato alla famiglia nucleare definita da E. Shorter non come struttura ma come stato spirituale.

 

MODELLO MATRIMONIALE

 

Matrimonio = meccanismo di regolazione dei rapporti tra i sessi e le generazioni

Il matrimonio può essere monogamico o poligamico, che a sua volta può  assumere la forma della poliandria o della poliginia

Universalità del matrimonio, nel senso che ogni società, dalla più semplice alla  più complessa, ha sempre sancito con rituali più o meno formalizzati, l’unione di un uomo con una donna, come ‘fatto’ dal quale scaturiscono specifici diritti e doveri specifici (peculiari di questo contratto-sodalizio) tra i coniugi ed i loro discendenti, ascendenti e collaterali

A seconda del tipo di contratto matrimoniale, a seconda delle regole che definiscono il matrimonio (chi sposare, come e quando; tipo di residenza – matrilocale, patrilocale, neolocale- etc.) si hanno diversi tipi di matrimonio e di famiglia

 

Dall’universalità del matrimonio deriva l’universalità della famiglia, intesa come struttura relazionale che nasce dall’unione normativamente sancita e riconosciuta di un uomo e una donna

In ogni società, all’interno del corpo sociale e dei diversi gruppi (anche parentali) è possibile individuare la coppia che si occupa della riproduzione biologica e culturale della specie

L’universalità della famiglia nulla ha a che fare con le forme storicamente rilevabili di famiglia. Molteplici sono le forme familiari: non si può parlare di una ‘forma’ (tipo) di famiglia universale, rilevabile in tutte le epoche storiche e in tutte le società umane.


Il matrimonio può essere concepito (definizione sociale, culturale, religiosa, filosofica, giuridica) come patto, sodalizio, paradigma delle relazioni sociali in quanto alleanza tra due estranei (S. Agostino, il diritto romano, Lèvi-Strauss), ovvero come strumento di controllo sociale (delle pulsioni sociali: S. Paolo)

 

Modello matrimoniale = insieme di regole scritte e non scritte che definiscono chi deve sposare chi, a quale età ed a quali condizioni

  1. Hajnal sulla base di tre criteri:
    1. età al matrimonio
    2. tasso di celibato definitivo
    3. esperienze lavorative extra-domestiche primo del matrimonio individua due modelli matrimoniale, che danno origine a due tipi di famiglia
  2. Modello occidentale: elevata età al matrimonio sia per l’uomo che per la donna, alto tasso di celibato definitivo, esperienze lavorative extra-domestiche

= residenza neolocale = famiglia nucleare

  1. Modello orientale: bassa età al matrimonio sia per l’uomo che, soprattutto, per la donna, bassa quota di celibato definitivo, nulla la pratica del lavoro extra- domestico = residenza patrilocale (più raramente matrilocale) = famiglia complessa

 

MODELLO DI FECONDITA’

Anche se il controllo della fecondità sembra un prodotto della modernità, la riproduzione della specie umana ha precocemente conosciuto forme di controllo (attraverso, ad esempio, la valvola del matrimonio)

 

Si parla di fecondità controllata vs la fecondità naturale quando quote statisticamente significative di donne entro una specifica società completano la loro fase riproduttiva (generano l’ultimo figlio) molto prima dell’inizio della menopausa

 

Modello di fecondità = insieme di regole, pratiche, usi e norme che definiscono l’età e la condizione (coniugata o meno) ottimale perché una donna generi il  primo figlio, la distanza tra un figlio e l’altro, l’età per generare l’ultimo figlio

 

Modello di fecondità è dunque definito dall’età della madre al primo e all’ultimo figlio, dal numero di figli, dal suo stato civile


 

I modelli di fecondità, unitamente ai tassi di mortalità, giocano un ruolo centrale nelle transizioni demografiche, vale a dire nel passaggio da un  regime demografico ad un altro.

 

 

NOTAZIONE GENERALE SULLE DINAMICHE DELLA POPOLAZIONE

 

Sino agli inizi del ‘900 la popolazione europea è cresciuta molto lentamente, ed ha conosciuto fasi alterne di crescita e calo.

E’ dalla seconda metà del 1700 che la popolazione inizia a crescere, per quanto lentamente

 

  1. transizione demografica: cala la mortalità, rimane alta la natalità: la popolazione inizia a crescere

 

  1. transizione demografica: cala ancora la mortalità, ma inizia a scendere la natalità: la popolazione rallenta la sua crescita, sino a raggiungere la crescita ‘zero’

 

  1. transizione demografica: a causa dell’invecchiamento della popolazione crescono i tassi di mortalità, mentre la natalità raggiunge i minimi storici: la popolazione comincia a diminuire

 

Fonte: http://www.univr.it/documenti/Avviso/all/all686964.pdf

Sito web da visitare: http://www.univr.it/

Autore del testo: Paola Di Nicola

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

Lezioni di Sociologia della famiglia

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

Lezioni di Sociologia della famiglia

 

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco

www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve

 

Argomenti

Termini d' uso, cookies e privacy

Contatti

Cerca nel sito

 

 

Lezioni di Sociologia della famiglia