Tecniche di analisi dei dati

Tecniche di analisi dei dati

 

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Tecniche di analisi dei dati

 

MODALITA' DI RACCOLTA DEI DATI

 

Tecniche di raccolta dei dati

La rilevazione carta e matita

La registrazione su nastro audio

Il film e il videotape

La check-list

I registratori di eventi

 

 

 

 

MODALITA' DI RACCOLTA DEI DATI
Come abbiamo già visto nel corso dell'esposizione delle teorie di riferimento, le modalità di raccolta dei dati possono essere di due tipi: indirette e dirette.
La modalità di raccolta indiretta è tipica di quelle teorie che hanno come presupposto l'utilizzo di strumenti accessori per mettere in luce il comportamento e le modalità di pensiero del soggetto. Come abbiamo visto in precedenza rientrano in questa categoria la teoria comportamentistica e quella piagetiana e più in generale tutti gli approcci che utilizzano strumenti di rilevazione indiretta come questionari e interviste di cui abbiamo già parlato nei capitoli precedenti. Il comportamentismo, utilizzando il paradigma S-R, somministra degli stimoli a gruppi di soggetti che, a loro volta, forniranno una risposta in rapporto allo stimolo ricevuto. In tal caso lo stimolo che viene somministrato è lo stimolo che si frappone tra il ricercatore e/o l'osservatore e la risposta del soggetto.
Nella teoria piagetiana, il metodo clinico e gli oggetti (palle, automobiline, casette, ecc.), che vengono utilizzati nel metodo quasi sperimentale e critico per mettere in risalto le modalità del pensiero infantile, sono strumenti diversi rispetto a quelli behavioristi, ma nondimeno anche questi possono rientrare sotto la comune dizione di "stimoli" per la loro caratteristica di fornire al bambino e all'adolescente i mezzi attraverso cui manifestare le loro modalità di ragionamento.
La modalità di raccolta diretta è invece peculiare di quelle teorie, come la psicanalisi e l'etologia, che non pongono tra il soggetto osservato e l'osservatore, alcun mezzo atto ad elicitare un comportamento, bensì osservano direttamente i comportamenti spontanei dei soggetti in situazioni di vita reale e quotidiana.
Vediamo ora quali sono le tecniche di raccolta dei dati nell'osservazione diretta e in particolare le tecniche usate dall'approccio etologico.

TECNICHE DI RACCOLTA DEI DATI
Per essere considerata valida una tecnica di raccolta dei dati deve permettere di: registrare le unità comportamentali; calcolarne la frequenza, la durata e la sequenza; raccogliere dati; trascrivere informazioni; estrarre le misure relative alle variabili interessate; gestire le informazioni a seconda della grandezza e complessità dei dati; analizzare i risultati.
Vediamo quali sono le tecniche di registrazione usate in misura maggiore dai ricercatori.
La rilevazione carta e matita
Questa tecnica, nonostante la rivoluzione informatica, sostituisce ancora oggi uno strumento fondamentale per l'osservazione sistematica del comportamento; è comunque da preferire nella fase descrittiva di una ricerca o nella formulazione delle ipotesi piuttosto che nella fase di valutazione sistematica. La rilevazione carta e matita, pur nella apparente semplicità d'uso richiede una larga esperienza per realizzare un'osservazione ripetibile, valida e di buona qualità.
I vantaggi sono relativi alla sua flessibilità, anche quando l'osservatore semplifica il suo lavoro con l'aiuto di una griglia di osservazione.
I suoi limiti risiedono nell'impossibilità soggettiva di una precisa registrazione delle caratteristiche dei comportamenti sottoposti ad analisi (Sasso 1995).
Un esempio di uso della tecnica di carta e matita, ci viene offerto ancora una volta da Angela Costabile (1995). L'etologa nel suo studio sull'aggressività nei bambini piccoli (osservati durante le fasi di gioco libero) ha utilizzato un catalogo comportamentale che presenta comportamenti di dominanza e altri di sottomissione. Nella categoria "dominanza" si trovano comportamenti come "attacco fisico" "picchiare", ecc., in "sottomissione" troviamo comportmaenti del tipo "richiesta di aiuto", "piangere" e cosi via. In questo lavoro si sono registrati i comportamenti osservati con l'uso di carta e matita e di check-sheet. La check-sheet (scheda che si usa per annotare le osservazioni) è stata costruita in modo da avere al suo interno alcune informazioni essenziali: il soggetto che esibisce il comportamento, verso chi lo mostra, che tipo di comportamento mostra e per quanto tempo. Quindi ogni bambino ha una scheda per ogni sessione di osservazione che, in alto, ha le seguenti informazioni: il nome del bambino, un numero progressivo che indica, volta per volta, la data di osservazione poi, in alto, si ha il nome degli altri bambini del gruppo, eccetto l'osservato ed, a sinistra, l'elenco dei comportamenti di dominanza. Le osservazioni sono state registrate con la tecnica del time-sampling, osservando cioè un bambino per volta per 5 minuti, segnando, se si verificano, episodi di dominanza, verso chi sono rivolti e per quanto tempo. Sono stati segnati anche i comportamenti di sottomissione che il bambino "bersaglio" ha manifestato. Ogni soggetto è stato osservato per 20 minuti.
La registrazione su nastro audio
La tecnica in esame consente all'osservatore di liberarlo dal compito di dividere l'attenzione tra quanto sta avvenendo e la sua registrazione. Egli può così mantenere lo sguardo fisso sulle azioni del soggetto anche quelle più rapide e complesse, senza perdere la continuità di ogni registrazione. Gli avvenimenti vengono descritti secondo un criterio stabilito prima che le osservazioni vere e proprie abbiano inizio (Tartabini 1985). Per esempio nell'osservazione di bambini durante il gioco sociale, si assegnano ai singoli soggetti i propri nomi, si specifica a chi sono rivolti i comportamenti o da chi vengono subiti, ed infine quali sono le trame motorie. Praticamente vengono registrate verbalmente una situazione ed una successione di comportamenti. Naturalmente la difficoltà nell'uso di questa tecnica nell'osservazione varia a seconda che questa si effettui al chiuso o all'aperto. In una stanza con dei bambini che giocano con la madre la situazione è facile da tenere sotto controllo, molto più che all'aperto, dove i soggetti sono liberi di andare da un posto all'altro e si possono perdere di vista con molta facilità. In questo caso, la registrazione deve essere interrotta e ripresa alla ricomparsa del o dei soggetti che si stavano seguendo.
Nel caso delle osservazioni all'aperto con il registratore, se il campo è molto esteso, possono essere usati anche dei binocoli affinchè i soggetti possono essere osservati il più a lungo possibile.
Esistono due tipi di registrazione con il registratore audio: il primo è continuo, ossia l'osservatore registra in tempo reale dall'inizio alla fine ogni comportamento; l'altro tipo registra solo gli eventi significativi per la ricerca in periodo stabiliti nel tempo. Ad esempio per uno studio sul comportamento sessuale di un animale, questo si osserverà nel periodo degli amori, avendo però una conoscenza adeguata dei moduli comportamentali della specie e si osserveranno soggetti in numero statisticamente significativo. Per ogni soggetto si fisseranno numeri uguali di sessioni e quindi di tempo di osservazioni. In alcuni casi, gli studiosi per rendere più chiara l'idea del comportamento, oltre alla registrazione, eseguono dei disegni, sebbene questa tecnica sia ormai stata soppiantata dalla ripresa filmata.
Comunque nel caso di registrazione di soli eventi significativi, gli intervalli di tempo possono essere segnalati all'osservatore mediante un "beep" collegato ad un cronometro elettronico.
I vantaggi sono attualmente legati alla miniaturizzazione dei registratori che consentono un trasporto semplice e l'utilizzo in un qualsiasi contesto. Successivamente i dati raccolti sono descritti e classificati in specifiche categorie di comportamento corrispondenti alle finalità della ricerca. Si sottolinea anche in questo caso, la necessità di un confronto con i dati registrati da un'altro osservatore per garantire l'attendibilità delle informazioni raccolte.
Comunque il registratore viene usato maggiormente per registrare canti, suoni e rumori emessi dai soggetti. per esempio, nello studio del comportamento degli uccelli sono molto usati per la costruzione degli spettogrammi. Altre registrazioni possono servire, come apparecchiature ultrasoniche, per studiare i suoni emessi da mammiferi marini come i delfini (Tartabini 1985).
Dal punto di vista etologico la registrazione dei suoni accanto a quella dei comportamenti può dunque fornire un quadro esauriente della situazione.
Bisogna comunque tenere conto dell'effetto involontario sul comportamento dovuto alla presenza fisica del ricercatore durante le osservazioni sia in laboratorio che sul campo. Questo fattore è molto importante, tanto che i dati potrebbero essere totalemnte alterati da questa situazione non naturale a cui gli animali o le persone, spesso bambini, debbono abituarsi. In laboratorio questo problema è meno grave in quanto i soggetti sono maggiormente abituati alla presenza dell'uomo , soprattutto quando sono nati e cresciuti in cattività. Allo stato libero, non solo sarebbe determinante la presenza dell'uomo, ma la raccolta dei dati, soprattutto nella foresta, diverrebbe impossibile nei primi momenti. Non sono rari i casi di studiosi che hanno impiegato più tempo per avvicinarsi agli animali che per studiarli. Così prima di cominciare uno studio, occorre entrare in confidenza con gli animali. In questo caso per confidenza non s'intende assolutamente quella che permette all'animale di vincere la soggezione e la paura per l'estraneo, ma, al contrario, di restare indifferente alla sua presenza. Un'altra cosa di cui bisogna tener conto è la scelta degli orari delle osservazioni, che sicuramente hanno a che fare sia con l'attività degli animali che con le condizioni atmosferiche nel caso si tratti di lavori da eseguire in campo aperto. Bisogna quindi conoscere bene le loro abitudini quotidiane. E così, gli studi etologici condotti sui bambini sono quasi sempre stati eseguiti cercando di fare il meno possibile notare la presenza dell'osservatore e dei suoi strumenti, come il registratore, la telecamera, il cronometro o altro. Quando questi lavori vengono eseguiti in laboratorio, si usano molto spesso degli specchi unidirezionali che permettono di vedere e registrare senza essere notati, e senza creare situazioni a volte molto artificiose in cui i bambini non si comportano più spontaneamente. Per il lavori all'aperto, come negli asili nido, l'osservatore deve dedicare alla fase prliminare della ricerca il tempo necessario per annullare l'effetto della sua presenza sul comportamento del bambino. Si deve creare una situazione di reciproca indifferenza tra osservato e osservatore.
Quando le osservazioni sono giunte a termine secondo le modalità del progetto della ricerca, le bobine del registratore devono essere ascoltate e trascritte su appositi fogli da cui si possa risalire sia al numero delle volte che si presentano i comportamenti che alle loro successioni cronologiche. Possono essere analizzate anche le durate dei comportamenti, se si prende l'accortezza dei segnalarle durante le registrazioni se queste sono state prese ad intervalli; qualora si tratti di registrazioni in tempo reale, il tempo del comportamento corrisponderà a quello delle registrazioni del comportamento.
Molti ricercatori preferiscono sentire e risentire molte volte il nastro trascrivendo ciò che ascoltano e magari, coadiuvati da un collega, accanto al comportamento, mettono un numero che rappresenta la sua durata. Per avere dei valori attendibili, per questo tipo di registrazione, occorrono almeno due osservatori. Le registrazioni e le trascrizioni, dovrebbero infatti essere messe a confronto per controllare le uguaglianze e le differenze di conclusioni dei due osservatori.
I gruppi di ricerca sono strutturati in modo tale che ognuno abbia una funzione specifica: ognuno si interressa di un particolare aspetto del comportamento, cercando di estrapolare oltre al come e al quando si presenta, anche il perchè.
Le trascrizioni a questo punto vengono immesse in una tabella di riporto o check-sheet, nella quale si devono annotare sia il numero che le durate dei comportamenti registrati durante le osservazioni. Dalla frequenza e dalla durata di un comportamento derivano le analisi più importanti di una ricerca etologica.
Il film e il videotape
Il film e il videotape hanno ormai sostituito il nastro audio.
Filmando un comportamento si può essere tranquilli di non perdere alcun particolare che potrebbe risultare fondamentale per la ricerca; si può filmare l'ambiente per avere una visione più ampia dell'ecosistema e per rispondere anche a domande diverse come, ad esempio sulla posizione sociale del singolo individuo nella gerarchia del gruppo e così via.
Anche in questo caso è bene che gli osservatori siano almeno due, perchè la telecamera può non avere una visione d'assieme della situazione. Con due osservatori uno potrebbe riprendere le scene, l'altro registrare o scrivere quello che invece sta succedendo al di fuori degli obiettivi su cui sta girando la cinepresa.
Un grosso vantaggio del filmato sta nel poter fissare l'azione in modo permanente ed oggettivo. L'uso di queste tecniche si dimostra estremamente utile:
1) quando l'azione procede ad una tale velocità che non è possibile registrare tutti gli elementi con altre tecniche;
2) quando l'azione è tanto complessa da non permettere l'attenzione dell'osservatore su tutte le componenti in maniera simultanea;
3) quando il cambiamento da un comportamento all'altro è così veloce da non permettere una chiara differenziazione;
4) quando i cambiamenti sequenziali all'interno dei comportamenti sono complessi;
5) quando è necessario misurare, allo stesso tempo, diversi parametri troppo bervi o complessi del comportamento.
Un altro vantaggio di questa tecnica consiste nella possibilità che la registrazione possa essere visionata in maniera accellerata o rallentata.
Infatti, una volta ottenuti i filmati si possono analizzare le singole trame motorie al rallentatore. In questo modo si sono studiati più a fondo le componenti motorie che caratterizzano una sequenza comportamentale, a volte impossibile da notare a velocità reale, come ad esempio l'importanza di alcuni movimenti minimi, come lo sbattere delle ciglia nei comportmaenti sociali, movimenti che a velocità reale probabilmente non si noterebbero.
Ma come per il registratore, anche e a maggior ragione per la cinepresa, esiste la possibilità di influenzare con la sua presenza il comportamento degli individui. Eibl-Eibesfeldt (1971) lo sapeva bene, e pensò a uno stratagemma per ovviare a questo problema, oggi divenuto famoso (Tartabini 1985).
L'etologo infatti, sapeva e vedeva che le tribù dell'Amazzonia o della Nuova Guinea si lasciavano facilmente suggestionare dalla sua macchina fotografica o dalla cinepresa. Usò allora degli obiettivi che in effetti erano posti a 90° rispetto all'asse trasversale della macchina, così che il ripreso veniva ad essere la persona che, ignara di essere filmata, si trovava ai lati e non di fronte la telecamera. Sono stati usati anche dei teleobiettivi che posti a lunga distanza, possono essere facilmente camuffati e nascosti, vantaggio molto utile specie per le riprese di animali.
La check-list
Con questo termine inglese che, per la mancanza di una traduzione efficace, è ormai entrato stabilmente nel lessico psicologico italiano, si indica un elenco di comportamenti preselezionati di cui si vuole accertare la presenza o misurarne la frequenza identificandoli nel momento stesso in cui si manifestano.
Nell'ambito dell'osservazione diretta del comportamento, la check-list è uno strumento per la registrazione del comportamento.
Una check-list è formata da un elenco di comportamenti già selezionati che un soggetto può manifestare in una determinata situazione: l'osservatore guardando il soggetto, annota la frequenza con cui ogni singolo comportamento individuato si presenta. E' necessario quindi che essa sia formulata nella maniera più completa, comprendendo cioè tutti i possibili comportamenti che interessano la situazione in esame.
Nel termine check-list sono quindi uniti tre aspetti fondamentali: l'individuazione e la definizione dei comportamenti, la loro descrizione ed infine le modalità di rilevazione.
La check-list rientra originariamente, nei metodi di registrazione carta-matita e come questi ha senz'altro il limite di non consentire il rivedere e risentire le osservaizoni, come è possibile quando si utilizzano invece strumenti quali registratori o videoregistratori. Può però facilitare l'osservazione in un ambiente naturale in quanto il soggetto è meno disturbato da un'osservatore che annota piuttosto che da un operatore che utilizza una videocamera anche se di dimensioni ridotte.
Alex Scholmerich e Micheal E. Lamb (1992) indicano le check-list comportamentali come costituite da liste di comportamenti più o meno rigorosamente definiti, che vengono accertati in intervalli predefiniti di tempo da osservatori che sono stati sottoposti ad un training specifico.
Le check-list risultano di notevole interesse soprattutto nella ricerca sull'interazione, e sono soprattutto utili in quelle osservazioni che non implicano alcun altro metodo per conservare la registrazione. Immaginando di disporre i metodi per la raccolta dei dati lungo un continuum, le check-list comportamentali sono meno dettalgiate delle trascrizioni in tempo reale, che consentono di identificare precisamente l'inizio e la fine dei comportamenti e più dettagliate di una semplice registrazione di frequenze.
Le check-list comportamentali attraggono gli studiosi dell'interazione umana per parecchie ragioni. Innanzitutto, conservano in qualche misura la ricchezza del comportamento così come si verifica naturalmente. Metodi che richiedono l'osservazione di eventi specifici in momenti prestabiliti lasciano i ricercatori insoddisfatti specialmente quando si sia interessati a soggetti imprevedibili e non istruibili come i bambini piccoli. In secondo luogo le check-list costringono i ricercatori a restringere il numero dei comportamenti da osservare ed in tal modo a definire più chiaramente i loro interessi. Terzo, i dati ottenuti utilizzando le check-list possono essere usati per calcolare misure di frequenza ed ottenere diversi dati come le co-presenze. Quarto, le check-list non richiedono strumenti sofisticati e non risultano intrusive come altri procedimenti di tipo osservativo. Quinto, le check-list comportamentali possono catturare il comportamento contemporaneo di parecchi soggetti interagenti in uno stesso foglio di registrazione.
Le check-list comportamentali possono essere costruite in vari modi. Le principali dimensioni lungo le quali possono variare comprendono:
1) la frequenza con cui il comportamento viene campionato
2) la quantità totale del tempo di osservazione (tempo)
3) il numero di codici osservato (estensione)
4) il grado di omogeneità delle categorie osservate (livelli)
5) la maniera in cui i dati presi sono successivamente aggregati (analisi).
La campionatura di un comportamento può variare a seconda della frequenza con cui l'osservatore codifica una descrizione del comportamento. Nel caso di check-list tale rapporto deve essere calcolato tenendo conto sia della lunghezza dell'osservazione che degli intervalli di tempo necessari per la registrazione. Per esempio, ad un osservatore può essere chiesto di osservare l'interazione per 15 secondi, e successivamente di usare 5 secondi per registrare quello che ha osservato. Viene così utilizzato un intervallo totale di venti secondi equivalente ad un rapporto di compionatura di 3/min (3 codifiche di comportamento al minuto).
Esempi di check-list sono le scale Barnard per l'alimentazione e l'insegnamento (Nursing Assessment Satellite Training, 1978). Con tali scale, vengono osservati per circa 10 minuti il genitore ed il bambino e viene registrata la presenza o meno di rispettivamente 76 o 73 codici nell'intero intervallo. Successivamente i codici vengono aggregati in categorie più ampie sommando la presenza/assenza di specifici comportamenti raggruppati in sottoscale. Intervalli di tempo brevi come quattro secondi sono stati usati con check-list molto corte (tre o quattro codici) o con videotape, che permettevano di rivedere ripetutamente il materiale. Dobbiamo considerare poi che la maggior parte dei ricercatori osserva per una durata variabile da 15 mintui a due ore. Osservazioni più lunghe sono preferibili poichè riducono la probabilità di fluttuazioni casuali nelle frequenze, con cui il comportamento si verifica. Anche per queste procedure bisogna tener conto del momento della giornata nel quale le osservazioni sono programamte, per evitare influenze sui risultati ad opera delle variazioni circadiane. Un altro problema che i ricercatori devono risolvere spesso nella formulazione delle check-list, riguarda quali codici includere.
Non è sempre facile determinare quali comportamenti meglio si collegano ai costrutti che interessano. Il numero totale dei codici in una check-list è vincolato dalla lunghezza degli intervalli di registrazione e dalla capacità dell'osservatore di ricordare tutti gli eventi che si verificano durante l'intervallo di osservazione. In generale, è meglio fare distinzioni dettagliate tra le unità di comportamento chiaramente definite (e perciò spesso piccole), ma si deve evitare di includere troppi codici col pericolo poi di non essere capaci di ricomporre unità più ampie significative derivanti dalla registrazione del flusso comportamentale. Quando si voglia determinare quale ampiezza sia gestibile sono utili piccoli studi pilota. Ossevatori che abbiano avuto un adeguato training possono fedelmente usare 20 o 30 codici. I codici inoltre possono anche essere organizzati gerarchicamente a livelli diversi. Scholmerich e Lamb (1992) indicano ancora quali analisi dei dati si possono ottenere utilizzando check-list complete in frequenze; percentuali, probabilità. L'annotazione di un comportamento in una check-list indica che il comportamento si è verificato almeno una volta durante l'intervallo di un'osservazione, ma non quante volte lo stesso comportamento si verifica ripetutamente. Si possono individuare anche le co-presenze1 di diversi comportamenti che si individuano nello stesso intervallo. Le co-presenze possono rispondere a molte questioni interessanti. Una co-presenza mostrerà infatti quali comportamenti si presentano insieme e per quante volte questo succede. Dalla check-list si potrà dedurre anche la probabilità transizionale cioè la probabilità che stati specifici di comportamento seguano altri stati di comportamento.
In un recente articolo Adriana Lis e Paola Venuti (1992) inoltre sottolineano l'aspetto "moderno" della check-list che da classico metodo carta-matita per la descrizione di comportamenti precedentemente definiti e poi analizzati attraverso lo studio delle frequenze e delle percentuali, è passata ad essere uno strumento molto raffinato studiato nei suoi aspetti più peculiari. Le ricercatrici individuano nella check list sia un sostituto di altri apparati nella registrazione dei dati comportamentali, sia uno strumento da affiancare con altri tra cui un posto rilevante è occupato dal videoregistratore.
Un esempio a tale proposito lo rileviamo da un recente studio di Paola Venuti (1992) sulle tendenze aggressive nei bambini piccoli a cura di check-list come strumento indispensabile per organizzare e ordinare l'ampio numero di dati comportamentali raccolti dopo aver videoregistrato una situazione di gioco libero tra bambini in un asilo nido.
Per compilare la check-list, l'autrice si è riferita ai principali lavori compiuti negli ultimi decenni con lo scopo di indagare il fenomeno aggressività e più in particolare, la stretta connessione esistente tra aggressività e stile educativo.
La check-list è stata elaborata in modo da poter permettere un'analisi sequenziale dei fattori che causano l'emissione di risposte e di comportamenti aggressivi e dalla successiva soluzione di questi momenti critici. Per raggruppare e spiegare la sequenza dei comportamenti si sono individuate 4 sezioni fondamentali mutualmente escludentesi fra di loro: ogni sezione è formata da categorie di comportamenti a loro volta specificate in comportamenti descrittivi:
1) Attività: include le varie attività compiute dal bambino nel corso del momento di gioco libero videoregistrato. Si può trattare di attività ludiche di osservazione del gioco degli altri, in ogni caso di attività non aggressive. L'analisi di questi comportamenti serve a fornire un quadro della capacità di interagire del bambino.
2) Situazioni a rischio: si raccolgono in questa sezione tutte quelle situazioni indicate dall'analisi della letteratura e da precedenti ricerche, come facilitanti l'emissione dei comportamenti aggressivi (situazioni frustranti, situazioni di contesa, ecc.)
3) Comportamenti aggressivi: sono definiti in questa sezione tutti quei comportamenti volti a provocare un danno alla presona o alla cosa verso cui sono diretti.
4) Comportamenti non aggressivi: s'intendono tutti quei comportamenti che hanno la funzione di allontanare, evitare o ridurre la tensione, il conflitto dopo essersi trovati coinvolti o in situazioni a rischio o in comportamenti aggressivi.
L'analisi sequenziale dei dati si è articolata sulla sequenza di evoluzione dei vari comportamenti emesssi dal soggetto e sulla individuazione delle modalità di risoluzione di situazioni a rischio o di reazioni e comportamenti aggressivi da lui provocati o subiti.
Ognuna di queste quattro categorie è formata da una serie di comportamenti ben descritti e indicati con una lettera maiuscola ed un numero. Ad esempio in Attività si presenta la descrizione di comportamenti (A: Attività percettivo esplorative; A: Attività motorie e sensomotorie;....... A: Attività di gioco); per ognuno di essi si è definito il significato attribuito e il perchè sembrano rilevanti per lo studio del comportamento aggressivo. Si considera inoltre se durante l'emissione del comportamento il bambino è solo, con un adulto o con altri bambini e se la sua attività viene eseguita insieme ad altri. Un ragionamento analogo vale per le altre 3 categorie. L'utilizzo di check-list e vidoregistratore quindi ha permesso maggiore precisone e completezza nell'osservazione dei comportamenti di tutti i bambini. Infatti l'uso della check-list per analizzare i dati videoregistrati sembra particolarmente rilevante per un'operazionalizzazione di costrutti teorici complessi.
Riassumendo, la check-list, proprio per le sue modalità di costruzione permette una facile strutturazione dei dati comportamentali raccolti e costituisce il punto di partenza per le successive eleborazioni ed analisi. Queste possono essere eseguite a livelli diversi: dalle semplici rilevazioni di frequenza alle più sofisticate analisi sequenziali. La disponibilità attuale di computer di sufficiente potenza di calcolo ha permesso, inoltre l'introduzione di check-list direttamente compiuterizzabili a partire dal dato osservativo.
A questo proposito, Marc H. Bornstein e altri (1992) presentano un metodo di osservazione computerizzato basato sulla check-list a codifica continua, mostrando i vantaggi di questo metodo rispetto all'analisi dei dati non automatizzate e alla campionatura a tempo usato in genere con le check-list. Questo metodo è stato utilizzato nel contesto di una ricerca cross-culturale longitudinale di ampia dimensione, che si prefiggeva l'obiettivo di studiare lo sviluppo delle abilità cognitive in bambini normali. I bambini sono stati osservati all'età di 5 e 20 mesi. L'osservazione sui bambini di 5 mesi per la durata di 60 minuti, era effettuata tramite videoregistrazioni a casa dei bambini (setting non strutturato). I filmati erano continui, quindi si effettuavano video di durata in tempo reale. La codifica veniva poi fatta con la check-list. Nella seconda fase dello studio longitudinale, (bambini all'età di 20 mesi) si sono osservate sessioni di gioco strutturato a casa del bambino con la madre. In questo caso si è usato il sistema di codifica continua computerizzato, applicato ad una scala ad 8 livelli crescenti in rapporto alla sofisticatezza del gioco. Il livello di gioco spesso non poteva essere codificato subito; i codificatori dovevano attendere di vedere il risultato di alcuni comportamenti negli episodi di gioco prima di prendere una decisione di codifica relativa al livello raggiunto. Il codificatore doveva guardare l'episodio nella sua interezza prima di determinare a quale livello si fosse verificato. Dopo il completamento delle registrazioni scritte, sempre tramite check-list, i dati sono stati inseriti manualmente nel computer. Le registrazioni computerizzate che ne sono derivate presentavano flussi comportamentali continui. Questo sistema computerizzato per la codifica continua del comportamento, risulta versatile, infatti può essere usato per codificare dati raccolti sia in situazioni naturalistiche che strutturate, a casa o in laboratorio, e con appropriati equipaggiamenti, può essere usato direttamente sul campo. L'immagazzinamento, il recupero, la trasmissione e la manipolazione di dati sono computerizzati e perciò efficienti sia in termini di tempo che di spazio. Bornstein (1992), comunque indica anche una modalità diretta di codifica dalla registrazione video al computer, oltre a quella usata in questo studio che vedeva una registrazione scritta dei comportamenti, poi manualmente inserita nel computer. La novità del metodo computerizzato di Bornstein, sta comunque nella produzione di flussi comportamentali continui, che forniscono misure di frequenza, durata totale e media, rapporto e sequenza di codici. I filmati possono essere rivisti più volte da differenti prospettive comportamentali; inoltre possono essere inserite registrazioni multiple per una data diade madfre-bambino, in modo che due o più canali comportamentali possano essere direttamente esaminati in rapporto tra loro. Questo sistema, diversamente dalla campionatura a tempo, utilizza l'intera registrazione del comportamento piuttosto che suoi campioni; viene fornita così una più ampia varietà di misure di ogni comportamento; permette inoltre la diretta contiguità dei comportamenti nel tempo piuttosto che dipendere da una valutazione di contingenza da parte del codificatore.

I registratori di eventi
I registratori di eventi sono una categoria di apparecchi che consentono di registrare comportamenti preselezionati e la loro durata. I primi tipi erano dotati di penne che, collegate ad una tastiera manipolata dall'osservatore, permettevano di trascrivere direttamente la registrazione su carta termosensibile o su schede perforate. La rivoluzione informatica consente l'eliminazione di chilometri di carta, e consente di registrare, cronometrare, immagazzianre e trasmettere i dati osservativi rapidamente, secondo una grande varietà di schemi di codifica. A differenza dei precedenti registratori di eventi, che per la loro mole potevano essere utilizzati solo in laboratorio o in un ambiente semi-naturale, gli attuali sono molto piccoli e possono essere trasportati. Ogni apparecchio possiede una tastiera numerica per la registrazione e un orologio che cronometra ogni evento. Dopo l'osservazione i dati registrati nella memoria periferica sono trasferiti, direttamente o con un "modem" (collegato alla linea telefonica) nella memoria centrale di un computer, quindi codificati e analizzati con programmi statistici, e ad esempio, il programma SPSS. (Sasso 1995)
Queste dunque sono le procedure di raccolta dati più usati nell'osservazione diretta. Bisogna comunque dire che sta al ricercatore la scelta della tecnica più adatta al proprio oggetto di studio; vi sono infatti obiettivi da perseguire che richiederebbero nuove procedure per cui ricercatori che vogliono sempre più migliorare le tecniche di studio per ottenere risultati sempre più validi dal punto di vista scientifico, possono "sperimentare" nuove tecniche.
Un tentativo del genere è stato condotto da Camaioni, Baumgartner (1996) per lo studio di relazioni amicali in bambini di un asilo nido. Le due studiose hanno posizionato la ricerca in un'ottica longitudinale trattandosi di studiare relazioni che cambiano, si trasformano e si consolidano nel tempo.
Le ricercatrici hanno costruito e messo a punto, attraverso alcune indagini pilota, una griglia di osservazione finalizzata a differenziare l'amicizia in quanto relazione diadica intima e reciproca, da altri tipi di relazione tra bambini, e ad individuare gli indici comportamentali che segnalano le qualità dell'amicizia. La griglia di osservazione si compone di 20 codici che definiscono altrettanti eventi comportamentali.
L'osservazione, condotta con la tecnica del campionamento temporale comprende 40 intervalli regolari della durata di 15" ciascuno (10 dedicati all'osservazione e 5" alla registrazione dell'evento). Per ogni intervallo viene rilevato un unico codice e qualora nel medesimo intervallo si verifichino due eventi comportamentali; si sceglie comunque quello che dura più a lungo. Per ogni intervallo si rileva inoltre a quale/i soggetti/o è diretto il comportamento del bambino osservato. Le osservazioni sono state condotte da due osservatrici precedentmente addestrate ad utilizzare la griglia tramite sedute videoregistrate relative ad altri gruppi di bambini in asilo nido. Si è considerato concluso l'addestramento quando le due osservatrici hanno raggiunto, su tutti i codici della griglia, un accordo uguale o superiore al 90%.
Allo scopo di lavorare su misure diadiche, i dati delle griglie individuali sono stati combinati in funzione del partner a cui le iniziative o i comportamenti sociali del bambino erano rivolti e in funzione di comportamenti che egli riceveva da altri partner. Si sono ottenute così su ciascun codice misure di coppie. L'analisi di queste misure ha permesso di selezionare le tipologie di coppia individuando le coppie che presentavano una media di attività (su tutti e 20 i codici) superiore alla media complessiva, e estrapolando 7 codici di attività di coppia che indicano ciò che i bambini fanno tra di loro a livello sociale (Interazione positiva, comunicazione, affetto, intimità, conflitto, interazione negativa, distanza) e in seguito si è aggiunto l'indice Amicalità composto dalla somma delle frequenze relative alle variabili positive meno la somma delle frequenze relative alle variabili negative, nell'ipotesi che gli effetti aggregati di questi due tipi di variabili potessero evidenziare un andamento temporale più chiaro. Su 10 coppie osservate sembra che ad una fase iniziale di curiosità e interesse reciproco sia poi seguita una progressiva perdita di interesse e un calo nella scelta dell'altro come compagno di attvità e di giochi. Riassumendo: i dati delle griglie individuali sono stati combinati per ricavare misure diadiche relative non al singolo bambino, ma alle coppie; in questo modo si sono individuate coppie che presentavano un'attività media superiore alla media complessiva. All'interno di questo insieme sono stati identificati tre gruppi di coppie, tra i quali sono poi emersi differenze significative nella distribuzione delle variabili selezionate come criteriali ( i sette indici di attività di coppia). Uno di questi 3 gruppi esibiva punteggi più elevati in tutte le variabili ad eccezione della "Distanza" facendo ipotizzare che questo gruppo comprendesse le copie stabili di amici; ipotesi confermata da andamenti diversi in maniera significativa dell'indice Amicalità in funzione del tempo.
La griglia ideata da Camaioni e Baumgartner (1996), ha dunque consentito di verificare la presenza, la consistenza e la stabilità dei legami amicali che bambini nel secondo e terzo anno di vita costruiscono tra loro. L'amicizia è risultata anche durante la prima infanzia, una relazione reciproca e stabile nel tempo, caratterizzata dal fare le stesse cose, dallo scherzare e ridere insieme, dall'affettività, dal creare un mondo personale ed esclusivo. I bambini amici richiedono spesso l'attenzione del compagno e la contraccambiano, e tendono a difendere l'esclusività del legame. Molto interessante è poi l'osservazione delle due studiose sulle opinioni circa la relazione amicale tra bambini di quest'età degli adulti. Educatrici e genitori erano infatti stati invitati a compilare dei questionari riguardo al tema amicizia tra bambini. I genitori sembrano ignorare quasi le relazioni preferenziali dei propri figli all'interno del nido, sono generici nelle risposte e sembrano poco convinti della possibilità dei legami profondi e duraturi a questa età. Le educatrici, non concordano tra loro nel designare i bambini amici all'interno della propria sezione e attribuiscono agli stessi bambini amici diversi; inoltre non riconoscono la natura diadica della relazione: fanno confusione tra popolarità e amicizia ed indicano per lo stesso bambino più relazioni amicali che sono smentite dall'osservazione diretta del comportamento tramite la griglia.
Concludiamo il capitolo sulle tecniche di registrazione dei dati affermando che la registrazione deve comunque riguardare sempre i processi e mai i contenuti (non si può registrare, ad esempio, l'intelligenza, ma soltanto le modalità di risoluzione di un compito) e deve sempre essere mantenuta distinta dall'interpretazione di ciò che si osserva. Pedon (1995) suggerisce comunque di annotare anche le riflessioni, le connessioni causali e il grado di coinvolgimento emotivo dell'osservatore nell'attuazione del compito, sia perchè è anch'egli un elemento del contesto e sia perchè questi dati possono poi tornare utili nell'elaborazione successiva.
Insieme alla tecnica di registrazione dei dati si decide anche la dimensione temporale della ricerca.

 

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Un primo vantaggio del metodo osservativo, come abbiamo già detto, è rappresentato dal fatto che spesso non è possibile produrre o riprodurre il fenomeno a cui il ricercatore è interessato in laboratorio: sia che si tratti di fenomeni particolarmente complessi, o infrequenti, sia che si tratti di fenomeni che non si possono produrre intenzionalmente per motivi etici. In ogni caso il metodo dell'osservazione garantisce la corrispondenza col fenomeno reale e quindi la generalizzabilità dei risultati dell'esperimento (validità esterna).
Di contro, l'osservazione deve rispondere dei problemi connessi all'influenza che l'osservatore può esercitare sul comportamento degli individui osservati. Inoltre, poichè di solito l'osservazione si pone obiettivi descrittivi, non è possibile spiegare relazioni tra due o più variabili in termini di causa-effetto; non solo, ma questa metodologia (soprattutto se di tipo naturalistico) tende a non essere giudata dalla formulazione di ipotesi, e dunque assume una finalità prevalentemente esplorativa, preliminare e propedeutica rispetto a successive modalità di ricerca più sistematiche.
Oggi comunque si osserva una tendenza all'aumento di ricerche osservative che nascono dalla formulazione di ipotesi specifiche che il ricercatore si propone di verificare esercitando un certo grado di controllo sul comportamento osservato.
La scelta dei disegni quasi sperimentali per le ricerche che utilizzano il metodo osservativo, risponde dunque all'esigenza di studiare fenomeni e problemi che non si riducono facilmente entro i confini chiari e distinti del disegno sperimentale classico, senza rinunciare al rigore scientifico (validità interna) e garantendo al tempo stesso la rilevanza e generalizzabilità dei risultati (validità esterna).
E' comunque estremamente difficile assicurare lo stesso grado di validità interna ed esterna in una ricerca poichè la relazione tra questi due tipi di validità è spesso inversamente proporzionale. In altre parole, quanto più l'esperimento è controllato tanto più aumenta la sua validità interna, ma diminuisce quella esterna e così una ricerca condotta in ambiente naturale garantisce più facilmente la generalizzabilità, ma deve rinunciare in maggiore o minore misura al controllo sperimentale delle variabili in gioco.
Le ricerche osservative più recenti, per ovviare a questo problema, tendono a realizzare un certo grado di controllo della variabile dipendente e si propongono per lo più di sottoporre a verifica un'ipotesi specifica precedentemente formulata. Questo ci permette di notare che vi è ampia affinità tra le ricerche osservative condotte in condizioni controllate e le ricerche quasi-sperimentali, a riprova del fatto che osservazione e sperimentazione sono gli estremi di un continuum, i cui livelli intermedi condividono necessariamente alcune caratteristiche di entrambi i metodi. Nei prossimi capitoli tratteremo la problematica della validità di una ricerca e dei mezzi utilizzati per preservare i risultati da eventuali errori. Quindi tratteremo i diversi disegni sperimentali, dai veri esperimenti fino ai disegni quasi-sperimentali

Fonte: http://corsi.unibo.it/educazioneprofessionale/Documents/Lezione%203.doc

Sito web da visitare: http://corsi.unibo.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

Tecniche di analisi dei dati

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

Tecniche di analisi dei dati

 

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco

www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve

 

Argomenti

Termini d' uso, cookies e privacy

Contatti

Cerca nel sito

 

 

Tecniche di analisi dei dati