Pubertà femminile

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Pubertà femminile

La puberta’ normale

 La pubertà è la fine dell’adattamento alla vita extrauterina e l’inizio del periodo di completa maturazione che porta la donna e l’uomo alla capacità di procreare.
Nella pratica clinica si può valutare, attraverso una stadiazione, quanto percorso un soggetto ha fatto in questa strada. La valutazione delle mammelle nelle bambine, del volume testicolare e dello scroto e del pene nei maschi, e della peluria in entrambi i sessi, rappresentano gli standard di riferimento. Bambini diversi possono andare incontro alla pubertà ad età differenti. In un gruppo formato da femmine di 12 anni  e da maschi di 14 anni, alcuni soggetti non avranno ancora iniziato , altri avranno quasi terminato la pubertà.
Vi è una analogia tra il tempo di crescita e la musica classica: alcuni suonano lo spartito dell’evoluzione puberale secondo un tempo “andante”, altri secondo uno “allegro”, altri “lentissimo”. Questa variabilità di origine biologica ha importanti conseguenze sul piano sociale ed educativo.
Il primo segno della pubertà femminile è rappresentato da un piccolo rigonfiamento del tessuto ghiandolare mammario sul piano cutaneo, il “bottone mammario “; l’età media della sua comparsa è 10 anni. Nei successivi due anni vi è comparsa della peluria sessuale, modificazioni del seno, maturazione della mucosa vulvare, aumento della velocità di crescita e cambiamento delle proporzioni corporee. Il menarca a 12 anni indica che lo sviluppo dell’utero ha raggiunto lo stadio definitivo e che l’organo si trova in uno stato di completa maturità.
L’inizio della pubertà maschile è caratterizzato dall’aumento del volume testicolare e della struttura e del colore dello scroto all’età di 11 anni e mezzo – 12 anni. Successivamente si ha un ulteriore sviluppo del volume testicolare, dei peli pubici, e crescita del pene. Una vera eiaculazione si verifica a 14 – 15 anni.
Prima della pubertà si cresce 4-5 cm l’anno, successivamente con la maturazione sessuale si ha un aumento spiccato della velocità di crescita. Le femmine hanno uno scatto di crescita anticipato rispetto ai maschi e quando inizia è veramente molto rapido. Nei tre anni centrali dell’evoluzione puberale la statura aumenta di circa 20 cm nella femmina e di 26 cm nel maschio.
All’inizio della pubertà si ha un aumento della lunghezza dei piedi, poi delle gambe ed infine nei maschi della larghezza delle spalle. Un ragazzo cambierà la giacca troppo stretta un anno dopo aver cessato di allungare i pantaloni. Esiste un vero dimorfismo sessuale; spalle e muscoli crescono maggiormente nei maschi ed il diametro del bacino nelle femmine.

 

Il “ Disruptor” Ipotalamico

La pubertà inizia quando si ha un’attività ”a cascata” dell’asse endocrinologico ipotalamo-ipofisi-gonadi. Il motivo preciso dell’inizio di tale attività ipotalamica, il “disruptor”, è sconosciuto. L’ipotalamo è influenzato da numerosi fattori psicologici ed ambientali, stimoli olfattivi, visivi e chimici. Esiste una connessione neuronale dalla retina all’ipotalamo, che regola l’attività ipotalamica in conseguenza delle variazioni giornaliere della quantità di luce.
In alcune specie animali è ben dimostrato un rapporto tra quantità di luce, quindi anche stagionalità, ed asse ipotalamo-ipofisi-gonadi ed conseguentemente con il comportamento riproduttivo. La quantità di luce agisce bloccando la secrezione di melatonina, e questa diminuizione annulla il tono inibitorio esercitato dalla stessa sull’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi. In questo modo la prole nasce a cadenze stagionali quando la probabilità di sopravvivenza è maggiore.
Anche nell’uomo esiste una relazione inversa tra livello di melatonina e secrezione dell’asse endocrino riproduttivo, come dimostrato anche da una pubblicazione del nostro gruppo in collaborazione con l’Università del Minnesota (“Nocturnal Melatonin Patterns in Children”, JCEM, 85, 2137, 2000), ma non è chiarito se la melatonina sia realmente in grado di modulare il comportamento riproduttivo.
Il “trend” secolare dell’anticipo del menarca

La pubertà e la sua evoluzione hanno avuto un notevole anticipo nel corso degli ultimi due secoli. Esistono dati statistici abbastanza precisi per quanto riguarda la comparsa del menarca, il primo flusso mestruale delle adolescenti. Nel 1860 avveniva tra 15 e 16 anni, successivamente ha avuto un anticipo medio di 3-4 mesi ogni 10 anni, ed oggi compare tra 12-13 anni. Le cause di ciò sono molteplici, ma i fattori più importanti sembrano essere la migliore alimentazione e la diminuizione delle malattie. Un’osservazione interessante compiuta in Norvegia indicherebbe che le ragazze nate nei periodi in cui si ha un più elevato incremento del prodotto nazionale lordo erano quelle destinate ad avere un anticipo del menarca. Alcuni studi dimostrano chiaramente come la diminuizione della mortalità infantile nei paesi asiatici e sudamericani è stata strettamente correlata con l’anticipo della pubertà.
Le ragazze dei paesi mediterranei (Italia, Spagna e Grecia) hanno un menarca più precoce rispetto alle ragazze dell’Europa nordoccidentale  (Svezia, Finlandia e Danimarca), 12 anni invece di 13. La differenza è attribuita a fattori genetici. Infatti le figlie degli emigrati in Australia provenienti dalle due zone, pur crescendo insieme nella stessa area, mantengono un tempo di menarca caratteristico del loro gruppo etnico.
La crescita e la maturazione sessuale sono state studiate in  correlazione  con il clima con lo stress psicosociale, con le condizioni socio-economiche, con la numerosità della famiglia, con la disoccupazione del padre.
E’ stata studiata l’influenza dell’urbanizzazione, e dimostrato che le ragazze di città maturano prima di quelle delle zone rurali; le spiegazioni di questo fanno riferimento all’illuminazione più continua garantita dalla luce artificiale, oppure ad una maggiore stimolazione psicosessuale.

 

L’ interruzione del “trend” secolare

Il paese europeo che ha fornito documentazione relativa ad un maggior periodo di tempo è la Norvegia. All’inizio degli anni 50 la diminuizione secolare dell’età del menarca in quel paese è cessata. Lo stesso fenomeno è stato documentato negli U.S.A., Inghilterra e Germania dell’Est.
La fine del “trend” di anticipo della maturazione sessuale è stata dimostrata anche in una regione lontana da questi paesi, a Hong Kong; tra l’inizio degli anni 60 e la fine degli anni 70 non si è verificato alcun cambiamento nell’età di maturazione sessuale.
Il trend di anticipo del menarca è correlato anche con quello dell’aumento della statura. E’ ormai accertato da tempo che questo “secular trend” si è esaurito. In uno studio della Harvard University in famiglie americane con figli di successive generazioni educati nella stessa scuola l’incremento staturale era di 2,6 cm tra le prime due generazioni (1858-1888), di 1,1 cm (1888-1918), ed era nullo per la terza coppia di generazioni (1918-1941).
Il “secular trend” continua solo nella popolazione più povere.

 

La nuova ripresa del “trend”

Tuttavia nel mondo occidentale il fenomeno dello sviluppo sessuale precoce soprattutto nelle ragazze ha avuto un costante e preoccupante aumento nell’ultima decade. Un lavoro di Herman-Giddens (Pediatrics, 99, 505, 1997) afferma che la precocità puberale, almeno in termini di comparsa dei caratteri sessuali secondari, è un fenomeno reale con importanti implicazioni cliniche, sociali  ed educative, suggerendo anche un anticipo dell’educazione sessuale nella scuola.
Anche l’esperienza dei centri di Endocrinologia Pediatrica del nostro Paese e di quello di Firenze confermano queste conclusioni.

Il nostro Ministero della Sanità attraverso la Commissione Unica del Farmaco ha recepito tali dati, stabilendo come limite cronologico della pubertà precoce e dell’indicazione alla terapia la comparsa dei caratteri sessuali ad un’età inferiore ai 7 anni per le femmine ed ai 9 anni per i maschi.
La precocità dello sviluppo puberale comporta una riduzione del tempo a disposizione per la crescita staturale, che sarà  tanto più marcata quanto più precoce è la pubertà, con conseguenze sulla statura definitiva.
Inoltre si producono problemi di tipo psicologico con disturbi comportamentali derivanti dall’avere un’immagine differente dai coetanei, in assenza di un adeguato sviluppo emozionale e cognitivo. Alcuni ragazzi possono essere anche avvantaggiati dalla loro precocità, ma altri, e soprattutto le femmine, provano imbarazzo per la maturazione precoce del loro corpo.
Sembra che il prolungamento del periodo di tempo tra svezzamento e pubertà rappresenti un passo dell’evoluzione che è stato compiuto dai primati e conseguentemente dall’uomo. E’ il periodo che corrisponde alla lunga maturazione necessaria per il cervello, ed è un vantaggio che l’apprendimento, specialmente quello della vita sociale all’interno del gruppo e della famiglia, avvenga mentre l’individuo è ancora docile e non in competizione con gli adulti.
La pubertà precoce diminuisce quella fase che gli psicoanalisti chiamano fase di latenza (tra sesto anno e pubertà), che permette un’organizzazione del pensiero a bassa temperatura emozionale.

 

Ipotesi di lavoro per la spiegazione della ripresa del “trend”

Le spiegazioni, quali miglioramento dell’alimentazione e delle condizioni igieniche, che hanno giustificato negli anni 1800-1960 il “secular trend” non possono essere oggi invocate. Tali fattori si sono proprio stabilizzati nelle ultime decadi, quando il “trend” dell’anticipo puberale è ripreso.
Il nostro gruppo (Clinica Pediatrica 2° dell’Università di Firenze - Unità Operativa di Endocrinologia Pediatrica) studia l’ipotesi di una correlazione tra nuovi fattori ambientali e modelli comportamentali e questo anticipo, attraverso due meccanismi patogenetici, quale la stimolazione prolungata alla luce artificiale e l’iperstimolazione neuropsicologica.
Gli stimoli luminosi generati dalla televisione, unitamente a tutta l’illuminazione artificiale, possono attenuare l’effetto inibitorio della melatonina sull’attivazione endocrina sessuale in fase prepuberale. La melatonina è secreta secondo un programma ritmico circadiano, caratterizzato da livelli costantemente bassi durante il giorno e da un imponente incremento notturno. L’alterazione di questo segnale di riferimento cronobiologico si ripercuote a nostro giudizio, attraverso i nuclei soprachiasmatici ed i neuroni ipotalamici, sulla secrezione degli ormoni ipofisari e delle ghiandole gonadiche.
Il nostro studio vuole determinare le concentrazioni di melatonina (urinaria, ematica e salivare) in due gruppi di popolazione, gli impuberi e quelli con pubertà precoce. I due gruppi saranno osservati e durante un periodo di abitudine televisiva e in un altro in deprivazione della stessa; saranno studiati anche i lux presenti nell’ambiente.
In associazione a questa, l’iperstimolazione emotiva prodotta da molti programmi televisivi può  essere causa di anticipo puberale.
E’ noto che situazioni di carenza affettiva, di ipostimolazione, di lavoro minorile, di situazioni stressanti possono interferire con il sistema endocrino con un blocco di secrezione ormonale. Un’esemplificazione è costituita dal ”nanismo psicosociale”, reversibile dopo che il bambino è stato inserito in un ambiente emotivamente adeguato. Altro esempio è costituito dalla reversibilità di una  infertilità di coppia dopo adozione di un bambino.
Il nostro studio vuole osservare le caratteristiche auxologiche e l’evoluzione puberale in una popolazione pediatrica fra 7-10 anni e le loro abitudini di allevamento (televisione pomeridiana e serale, tipi di programma, tipi di gioco, sport e tempo libero quotidiano trascorso insieme tra genitori e figli). Per portare a termine questo studio , dal momento che è necessaria una vasta casistica, abbiamo richiesto la collaborazione dei pediatri di famiglia.
Conclusioni

Il fenomeno dell’anticipo puberale è in costante aumento e questo ha preoccupanti ripercussioni sociali, fisiche e psicologiche. In particolare il bambino si vede ridurre il suo tempo d’infanzia necessario per la maturazione psiconeurobiologica  idonea alla vita adulta e si vede negare un suo diritto inalienabile.
L’abuso della televisione può essere  causa di questa condizione, anche se il rapporto causa-effetto è complesso e tale studio ne analizza solo una parte.       

Fonte: http://digilander.libero.it/uniguidapd/Puberta-e-televisione.rtf

Sito web da visitare: http://digilander.libero.it

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