Alimentazione in gravidanza

Alimentazione in gravidanza

 

 

 

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Alimentazione in gravidanza

PRESENTAZIONE

 

E’ ormai ampiamente riconosciuto che esiste uno stretto legame tra una corretta alimentazione e lo stato di salute complessivo dell’individuo. Esistono chiare evidenze del fatto che le scelte alimentari agiscono in modo incisivo nella possibilità di evitare lo sviluppo di malattie, di controllarne l’evoluzione o, al contrario, favorirne l’insorgenza. Questo vale ancora di più in gravidanza, quando la qualità dell’alimentazione materna non solo può condizionare la salute della futura mamma in questa fase della vita, ma anche quella del nascituro, non solo durante il periodo fetale e neonatale, ma anche e soprattutto durante la vita adulta.

E’ noto che durante la gravidanza è essenziale assicurare alla madre nutrienti necessari per consentire lo sviluppo e la crescita del feto. Ciò che è meno noto è che l’alimentazione materna possa condizionare la salute del futuro adulto anche a lunghissimo termine e forse anche delle generazioni successive. Nel 1850 il filosofo Feuerbach sosteneva che “l’uomo è ciò che mangia”: oggi potremmo dire che l’uomo è anche “ciò che sua madre ha mangiato durante la gestazione”.

Oggi, nei paesi sviluppati dove esiste un’ampia disponibilità degli alimenti, si tende a pensare che la soddisfazione dei bisogni nutrizionali del feto non sia un problema. In realtà, molto lavoro deve essere fatto sulla qualità delle scelte alimentari delle donne in gravidanza e va inoltre sottolineato come la crescente epidemia di sovrappeso e obesità non sia affatto priva di conseguenze sulla salute dei nascituri e degli adulti che saranno.


 

ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA

Un’alimentazione varia ed equilibrata fornisce, nelle giuste proporzioni, tutti i principi nutrizionali di cui l’organismo ha bisogno (proteine, carboidrati, grassi, vitamine, sali minerali, acqua, fibre).

PROTEINE
Svolgono per il nostro organismo una funzione fondamentale plastica, contribuendo alla formazione, all’accrescimento e alla riparazione dei tessuti di cui sono composti gli organi del nostro corpo. Gli alimenti di origine animale (carni, uova, latte e derivati) contengono proteine di elevato valore nutrizionale. I legumi e i cereali contengono proteine di valore nutrizionale inferiore, ma insieme forniscono tutti gli aminoacidi essenziali per l’organismo.

CARBOIDRATI o GLUCIDI
Forniscono energia immediata al nostro organismo; i glucidi introdotti in eccesso rispetto ai fabbisogni energetici sono trasformati in grasso di deposito (tessuto adiposo). Gli alimenti che apportano carboidrati sono prevalentemente di origine vegetale. I carboidrati, in base alla loro composizione chimica si distinguono in:
semplici (glucosio, fruttosio, saccarosio à zucchero, miele, frutta, ecc.).
complessi (amido à pasta, riso, pane, polenta, legumi, ecc.).

LIPIDI o GRASSI
Costituiscono una riserva di energia e sono veicolo delle vitamine liposolubili. Una quota dei lipidi abitualmente introdotti è rappresentata dai grassi da condimento (olio, burro, ecc.), un’altra quota è costituita dai grassi presenti nei vari alimenti (es. formaggi, uova).

CALORIE
Sono l’energia che il nostro organismo ricava dagli alimenti e utilizza per mantenere le sue funzioni vitali.
Le calorie sono fornite dai carboidrati e dai lipidi.
Il fabbisogno energetico di ogni persona varia in relazione all’altezza, al peso, all’età, all’attività fisica, alla situazione fisiologica.

VITAMINE
Regolano importanti funzioni del nostro organismo. In condizioni normali un’alimentazione varia fornisce la quantità necessaria di vitamine.

MINERALI
Sono essenziali per l’organismo e svolgono importanti funzioni. Alcuni sono presenti nell’organismo in elevate quantità (calcio, sodio, potassio, fosforo, magnesio, ecc.) altri in piccole quantità (fluoro, selenio, zinco, rame, ecc.).

ACQUA
L’acqua svolge un ruolo di primaria importanza per tutte le funzioni dell’organismo umano. Un adeguato apporto idrico assicura una corretta idratazione, è essenziale per la funzione renale e favorisce la motilità intestinale.
La richiesta di liquidi aumenta in presenza di abbondante traspirazione, febbre, vomito, diarrea.
L’acqua viene introdotta con le bevande e con gli alimenti.
E’ consigliato assumere mediamente 1,5 – 2 litri di acqua al giorno.

FIBRA ALIMENTARE
E’ costituita da numerose sostanze di origine vegetale, resistenti alla digestione e all’assorbimento nell’intestino tenue, fermentate parzialmente dalla flora batterica intestinale nel colon.
Vi sono fibre solubili (pectine, gomme) e fibre insolubili (cellulosa, lignina), che hanno effetti fisiologici diversi, ma sono entrambe utili all’organismo.
La fibra determina un aumento della massa fecale e, se assunta con adeguate quantità di acqua favorisce, una regolare funzione intestinale. Le fibre solubili hanno anche importanti effetti metabolici. E’ preferibile assumere fibra attraverso gli alimenti che ne sono ricchi (cereali integrali, verdura, frutta).


GRUPPI DI ALIMENTI

Gli alimenti, sulla base del loro contenuto in principi nutritivi, sono suddivisi in 6 gruppi.
Ogni gruppo comprende cibi tra loro equivalenti sul piano nutrizionale.

Cereali e derivati (riso, pasta, pane, cracker, grissini, polenta, ecc.).Patate.
Forniscono carboidrati complessi (amido), proteine, vitamine del gruppo B.
I cereali integrali contengono fibra alimentare.

 

Legumi freschi o secchi (fagioli, piselli, ceci, ecc.).
Forniscono carboidrati complessi (amidi), proteine, vitamine del gruppo B, fibra alimentare.

 

 

Frutta e ortaggi. Forniscono carboidrati semplici (zuccheri) in quantità variabile, vitamine e minerali, antiossidanti, acqua, fibra alimentare.

 

 

Latte, yogurt, formaggi.
Forniscono proteine di elevato valore nutrizionale, grassi, calcio, fosforo, vitamine del gruppo B, vitamina A.

 

 

Carni (pollo, tacchino, maiale, manzo, cavallo, ecc.
Salumi (prosciutto cotto o crudo, bresaola, ecc.).
Pesce (fresco o surgelato). Uova.
Forniscono proteine di elevato valore nutrizionale, ferro, zinco e alcune Vitamine del gruppo B.
Alcuni tipi di pesce (es. alici, sardine, sgombro) sono una buona fonte di
DHA, un acido grasso omega-3 importante per lo sviluppo di alcuni organi del feto, in particolare retina e sistema nervoso.

 

 

Grassi da condimento(olio extravergine d’oliva, oli di semi, burro, ecc.).
Forniscono grassi, acidi grassi essenziali, vitamine A e E.

 


REGOLE PRINCIPALI

 

L’alimentazione della gestante deve assicurare i bisogni nutrizionali della madre e del nascituro. Una carenza nutrizionale può influenzare negativamente lo sviluppo del bambino.

Le principali raccomandazioni sono:

  • Aumento dell’apporto di proteine

 

  • Aumento dell’apporto calorico
  • Aumento dell’apporto di vitamine e minerali

 

  • Adeguato apporto di fibra alimentare
  • Adeguato apporto di liquidi

 

  • Limitazione della quantità di zuccheri semplici
  • Moderazione dell’uso del sale

 

  • Frazionamento dei pasti
  • Abolizione dell’alcol (tutte le bevande alcoliche: birra, vino, aperitivi, ecc.)

 

  • Limitazione delle bevande contenenti caffeina (caffé, thé, cioccolata, cola)
  • Controllo dell’aumento di peso

 

  • Associare uno stile di vita salutare che preveda anche l’abolizione del fumo di sigaretta

COME ORIENTARSI NELLA SCELTA DEGLI ALIMENTI

ALIMENTI AD ELEVATO CONTENUTO PROTEICO

CARNI E PESCE
Manzo, vitello, vitellone, pollo, tacchino, cavallo, maiale magro, coniglio, ecc.: lessati, al vapore, ai ferri, al forno.
Limitare l’aggiunta di grassi (olio, burro).
Evitare la cottura alla brace: nelle parti annerite si formano sostanze dannose. Scartare il grasso visibile, togliere la pelle al pollame.
E’ consigliato limitare il consumo di salumi che vanno privati del grasso visibile: prosciutto crudo, cotto, bresaola, speck.
Per le gestanti toxorecettive solo salumi cotti: prosciutto cotto, prosciutto Praga, mortadella, fesa di tacchino arrosto.
Consumare con moderazione i cibi affumicati e i cibi contenenti nitriti o nitrati come conservanti.

 

Pesce fresco o surgelato: trota, sogliola, nasello, palombo, tinca, branzino, orata, dentice, ecc.: lessati, al vapore, ai ferri, al forno, al cartoccio. Limitare l’aggiunta di grassi.
Evitare molluschi (seppie, calamari), molluschi bivalvi (vongole, cozze, ecc.) e pesce di grosse dimensioni (salmone, luccio, tonno).

Non consumare carne o pesce crudi o poco cotti.

LATTE, YOGURT, FORMAGGI
Il latte parzialmente o totalmente scremato ha un contenuto di calorie e colesterolo inferiore rispetto al latte intero.
Se esiste intolleranza al lattosio, può essere sostituito da latte a ridotto contenuto di lattosio (es. Accadì/Granarolo, Zimyl/Parmalat).
Lo yogurt ha le stesse caratteristiche nutrizionali del latte, è da preferire quello parzialmente o totalmente scremato.
I formaggi oltre alle proteine contengono anche grassi in elevate quantità. Preferire i formaggi con minor contenuto di grassi (ricotta, mozzarella, caciotta, stracchino) o tutelati (DOP), che garantiscono una migliore qualità delle materie prime utilizzate per la produzione.

UOVA
Si possono assumere due uova la settimana, cotte preferibilmente senza grassi. Evitare dolci (tiramisù, zabaione, ecc.) o salse (maionese) preparati con uova crude.

In gravidanza è importante l’assunzione di una sufficiente quantità di proteine.
Il secondo piatto, costituito da alimenti ad alto contenuto proteico, va consumato sia a pranzo sia a cena.

ALIMENTI AD ELEVATO CONTENUTO DI CARBOIDRATI COMPLESSI

PASTA, RISO
Condire con sugo di pomodoro o altre verdure (piselli, zucchine, melanzane, ecc.) o ragù di carne magra.
Evitare i soffritti; aggiungere un cucchiaio di olio extravergine d’oliva, preferibilmente a crudo.
Consigliati minestroni e passati di verdura.

PANE E PRODOTTI DA FORNO
Preferire pane comune senza grassi.
I prodotti da forno (fette biscottate, grissini, cracker, ecc.) contengono anche grassi; preferire quelli a ridotto contenuto di grassi, preparati con olio d’oliva.

 

LEGUMI E PATATE
Legumi (fagioli, piselli, ceci, lenticchie, ecc.) contengono anche proteine, che associate a quelle dei cereali (pane, pasta, riso) ne aumentano il valore nutrizionale.
Possono favorire la comparsa di meteorismo.
Si consiglia di moderare il consumo delle patate in quanto hanno un contenuto calorico superiore a quello delle verdure e non favoriscono la motilità intestinale.

ALIMENTI AD ELEVATO CONTENUTO DI CARBOIDRATI SEMPLICI

ZUCCHERO, MARMELLATA, ecc.
Limitare l’assunzione di: zucchero, zucchero di canna, marmellata, miele, bibite commerciali, caramelle, frutta sciroppata, biscotti, ecc.
Limitare l’assunzione della frutta essicata o disidratata (datteri, fichi, ecc.)
Limitare l’assunzione dei dolcificanti artificiali (saccarina, aspartame, ecc.) e gli alimenti che li contengono (caramelle light, chewing gum, bibite light).

DOLCI
Limitare il consumo di dolci e dolciumi in genere; preferire i prodotti da forno e i biscotti secchi.
I gelati a base di creme contengono grassi, oltre a zuccheri semplici.
Attenzione ai gelati artigianali, potrebbero a volte non essere sicuri dal punto di vista igienico.

ALIMENTI AD ELEVATO CONTENUTO DI GRASSI

CONDIMENTI
Non eccedere con il consumo di grassi, contengono molte calorie.

Privilegiare l’olio extra vergine d’oliva oppure gli oli di semi, utilizzati preferibilmente a crudo.
Limitare il consumo di grassi da condimento di origine animale (burro, panna, strutto, lardo, pancetta).  Preferire metodi di cottura semplici, che non richiedono l’uso di grassi, evitare i fritti.

FRUTTA OLEOSA
La frutta oleosa (noci, nocciole, mandorle, arachidi, ecc.) è ricca di vitamine e minerali, ma ha anche un elevato contenuto di grassi.

ALIMENTI AD ELEVATO CONTENUTO DI VITAMINE, MINERALI, FIBRA ALIMENTARE,  ACQUA
Durante la gravidanza aumentano i fabbisogni di vitamine e di minerali, frutta e verdura ne sono la fonte principale.

VERDURA
Verdure di stagione cotte (lessate, al vapore, in tegame, al forno).
Preferire cotture semplici, evitare i soffritti, aggiungere una quantità limitata di olio extravergine di  oliva a crudo.
Evitare i funghi.
Verdure crude: lavarle accuratamente. Per il lavaggio le gestanti toxorecettive dovrebbero utilizzare, in giusta diluizione, un disinfettante per alimenti (es. Amuchina).

 

FRUTTA
Frutta fresca di stagione lavata accuratamente e preferibilmente sbucciata.
Alcuni tipi di frutta hanno un blando potere lassativo: kiwi, prugne fresche, prugne cotte, pere mature, frutta cotta.

VITAMINE E MINERALI
In gravidanza sono necessarie supplementazioni?
Un’alimentazione adeguata e varia è in grado di soddisfare i fabbisogni di vitamine e minerali in gravidanza, con l’unica eccezione per l’acido folico, il cui fabbisogno minimo è difficilmente soddisfabile con la sola dieta.
Le diete strettamente vegetariane, vegane, che escludono tutti gli alimenti di origine animale, sono ad alto rischio di carenze nutrizionali e richiedono la supplementazione di alcune vitamine e minerali.

  • Acido folico -  L’integrazione con acido folico nel periodo periconcezionale è protettiva nei confronti di alcune malformazioni fetali, particolarmente di quelle a carico del tubo neurale.

Le principali fonti di acido folico sono: vegetali a foglia verde (spinaci, biete, ecc.), legumi, agrumi e cereali integrali; la cottura ne riduce notevolmente il contenuto.

  • Ferro - Il fabbisogno in gravidanza è aumentato e tale da non poter essere facilmente garantito con l’alimentazione, perciò può essere necessaria una supplememtazione.

Carni rosse, carne di cavallo, fegato, pesce e tuorlo d’uovo sono ottime fonti di ferro. Il suo assorbimento è favorito dalla contemporanea assunzione di vit. C (agrumi, fragole, kiwi, pomodori, ecc.).
E’ un minerale essenziale per la sintesi dell’emoglobina, una sua carenza determina anemia.

  • Calcio – E’ importante per lo sviluppo scheletrico del bambino; la sua carenza è dannosa anche per la madre.

E’ contenuto nel latte e derivati. Anche l’acqua è una buona fonte di calcio, alcune acque minerali ne sono particolarmente ricche.

Se integratori vitaminici/minerali sono necessari, è preferibile assumerli ai dosaggi prescritti dal medico – dopo i pasti.

  • Sale (cloruro di sodio): moderare il consumo di sale è vantaggioso anche al di fuori della gravidanza. Un consumo eccessivo di sale aumenta il rischio d’insorgenza di alcune malattie cardiovascolari.

Limitare i cibi conservati sotto sale. Gli alimenti possono essere insaporiti utilizzando erbe aromatiche (rosmarino, salvia, origano, ecc.); è opportuno limitare l’uso di spezie (es. pepe).

FIBRA ALIMENTARE
E’ preferibile l’assunzione di fibra con gli alimenti che ne sono ricchi.
Verdure e frutta sono buone fonti di fibra.

ACQUA 
L’acqua non contiene calorie. Si consiglia di bere 2 litri di acqua al giorno, non fredda. Preferire l’assunzione di quantità piccole e frequenti.
Evitare le bibite commerciali (aranciata, cola, pompelmo, thè, ecc.), in quanto contengono zuccheri semplici e alcune anche caffeina.
Le bevande contenenti caffeina vanno limitate, es. 2 caffè al giorno.

 

SUGGERIMENTI DI CARATTERE GENERALE

  • Evitare lunghi periodi di digiuno, modificando se necessario le abitudini alimentari.

 

  • Il feto non è in grado di immagazzinare carboidrati.
  • Si consigliano pasti frazionati, oltre ai tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) anche tre spuntini (metà mattina, metà pomeriggio e dopo cena) costituiti da frutta o yogurt o latte o prodotti da forno o pane.

 

  • Variare il più possibile la scelta dei cibi scegliendo alimenti di ciascun gruppo
  • Quando si seguono consigli dietetici, il peso degli alimenti si considera a crudo e al netto degli scarti.

 


CALORIE

La richiesta supplementare di calorie in gravidanza è contenuta, circa 200 kcal al giorno, ed inizia dal secondo trimestre. Tale incremento si può ottenere con l’assunzione di uno yogurt magro alla frutta g 125 e fette biscottate g 20, oppure latte parzialmente scremato g 100 e cornflakes g 40.
L’apporto calorico deve essere personalizzato, adeguato al peso della gestante e all’epoca gestazionale.
Il fabbisogno calorico varia da persona a persona, è determinato da vari fattori quali: altezza, peso, attività fisica svolta.

Le calorie dovranno essere fornite in giusta percentuale da:

  • Proteine: 15 – 20%
  • Lipidi (in prevalenza vegetali):  25 – 30%
  • Carboidrati (prevalentemente complessi):  55 – 60%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


AUMENTO DI PESO IN GRAVIDANZA

Il bilancio energetico è il risultato tra le calorie introdotte con gli alimenti e le calorie spese per il mantenimento delle funzioni vitali e l’attività fisica.
Se si introducono più calorie di quante se ne consumano si ha un aumento del peso, se invece c’è una carenza nutrizionale si assiste ad un calo ponderale.
Obiettivo primario in gravidanza è quello di mantenere un’alimentazione equilibrata che assicuri un’adeguata nutrizione materna e fetale  e un corretto incremento ponderale.

Di seguito vengono riportate le raccomandazioni dell’IOM (Institute of Medicine) riguardo l’incremento ponderale ottimale in gravidanza. L’incremento ponderale in gravidanza deve tener conto dell’Indice di Massa Corporea (IMC o BMI - Body Mass Index - in lingua inglese) antecedente la gravidanza.

Questo indice  si calcola con la formula: peso in Kg / altezza in metri al quadrato.

Esempio per calcolare il tuo indice di massa corporea (IMC)

persona che pesa 70 kg ed è alta 1.60 metri.

IMC = 70 / (1.60 X 1.60) = 27.34

Il valore dato da questo rapporto esprime l’indice IMC che può corrispondere ad una delle seguenti classi:

CLASSE

Limiti di IMC

sottopeso

< 18.5 Kg/m2

normopeso

18.50 - 24.99 Kg/m2

sovrappeso

25-29.99 Kg/m2

obesità

  30 Kg/m2

 

  • Per chi inizia la gravidanza sottopeso le necessità energetiche sono maggiori: l’aumento di peso auspicabile è tra i 12,5 e i 18 kg
  • Per chi inizia la gravidanza normopeso, l’aumento di peso auspicabile è fra gli 11,5 e i 16 kg

 

  • Per chi inizia la gravidanza sovrappeso, è auspicabile contenere l’aumento di peso fra i 5,5 e gli 11,5 kg
  • Per chi è obesa l’aumento di peso raccomandato è tra i 5 e i 9 kg

 

  • Nella gravidanza gemellare l’aumento di peso raccomandato se si inizia la gravidanza normopeso  è fra i 16,5 e i 24 kg

ALIMENTAZIONE VEGETARIANA O VEGANA IN GRAVIDANZA E IN ALLATTAMENTO

Le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete vegetariane totali o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusa gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia, adolescenza e per gli atleti.
Durante la gravidanza ogni donna deve nutrirsi in modo tale da mantenere se stessa in buona salute e consentire, nel contempo, ai tessuti fetali di formarsi e svilupparsi nella maniera migliore. L’alimentazione a base vegetale è in grado di garantire tutto ciò (come ribadito più volte nelle posizioni ufficiali dell’American Dietetic Association) ma bisogna porre alcune adeguate attenzioni:

  • Scegliere una varietà di cibi che includa cereali integrali, verdura, frutta, legumi, frutta secca e, se desiderati, latticini e uova

 

  • Ridurre al minimo l’assunzione di cibi a elevato contenuto di zuccheri, sodio e grassi soprattutto saturi e transidrogenati
  • Scegliere la frutta e la verdura in modo variato

 

  • Se vengono utilizzati cibi animali come latticini e uova, scegliere latticini a basso contenuto di grassi e consumare sia i latticini sia le uova con moderazione
  • Utilizzare una fonte regolare di vitamina B12 e se l’esposizione alla luce solare è ridotta, di vitamina D

 

Ci sono alcuni gruppi alimentari a cui le donne in gravidanza e in allattamento, soprattutto se seguono una dieta vegetariana o vegana, devono tenere ben presenti in modo da mantenere in equilibrio la loro alimentazione.
Dunque la nutrizione non dovrà attenersi a un semplice incremento della quota energetica, ma rispettare varietà e intercambiabilità degli alimenti e nel caso si seguano questi regimi alimentari anche le dovute attenzioni ai nutrienti critici (ferro, calcio, vitamina B 12, ecc.)


TOXOPLASMOSI

L’infezione contratta dalla donna prima della gravidanza sviluppa un’immunità che protegge dai successivi contagi.
Per non contrarre la malattia durante la gravidanza, le gestanti negative alla toxoplasmosi devono essere informate circa le misure di prevenzione primaria da intraprendere

 

 

RACCOMANDAZIONE
Per diminuire il rischio di toxoplasmosi si consiglia di:

  • Lavare accuratamente le mani prima, durante e dopo la preparazione degli alimenti e dopo aver maneggiato carni crude. Prestare attenzione durante la fase di manipolazione e preparazione della carne a non contaminare altri alimenti crudi sia per contatto con le mani che con gli strumenti di cucina (taglieri, coltelli)

 

  • Non mangiare carne cruda o poco cotta (roast-beef, bistecche al sangue, carpaccio)

 

  • Non mangiare salumi tipo prosciutto crudo, bresaola, salame, speck, ecc.. Sono consentiti i salumi cotti: prosciutto cotto, prosciutto Praga, mortadella e inoltre fesa di tacchino arrosto
  • Evitare il contatto con le mucose dopo aver manipolato carne cruda

 

  • Lavare con acqua e disinfettante per alimenti le verdure (incluse le insalate già preparate) da consumare crude e la frutta
  • Non consumare verdure crude e frutta fuori casa, se non si è certe siano state accuratamente lavate

 

  • Evitare il contatto con terriccio potenzialmente contaminato da feci di gatto (eventualmente indossare i guanti e successivamente lavare bene le mani)
  • Evitare il contatto con le feci dei gatti (eventualmente indossare i guanti nel cambiare la lettiera e successivamente lavare bene le mani).

LISTERIOSI

La listeriosi è un’infezione causata dal batterio Listeria monocytogenes, che può essere trasmesso da madre al feto per via transplacentare. La sintomatologia è molto variabile, da nulla a lievi forme simil-influenzali a quadri acuti più severi: la possibilità di trasmissione materno-fetale è indipendente dalla sintomatologia della madre
La fonte di infezione usuale è un’ampia varietà di alimenti crudi o cotti contaminati: latte non pastorizzato e tutti i prodotti caseari fatti con latte non pastorizzato, i paté di carne, i cibi lavorati come le carni fredde delle gastronomie, le carni crude o poco cotte e gli insaccati. Il contagio può verificarsi con cibo contaminato dopo la cottura. Il batterio Listeria monocytogenes è presente anche nel terreno e nelle feci di animali domestici e non.

 

 

RACCOMANDAZIONE
Per ridurre il rischio di listeriosi si consiglia di:

  • Lavare accuratamente le mani prima di preparare i cibi

 

  • Lavare accuratamente le mani e gli utensili di cucina dopo aver maneggiato carni crude o verdure crude
  • Cuocere adeguatamente gli alimenti

 

  • Riscaldare gli avanzi di cibo ad una temperatura superiore ai 75°C
  • Evitare di mangiare carni o altri prodotti elaborati da gastronomia senza che questi vengano nuovamente scaldati ad alte temperature (es. wurstel, hamburger)

 

  • Evitare il latte crudo; assumere latte pastorizzato o a lunga conservazione UHT
  • Evitare i formaggi molli se non si ha la certezza che siano prodotti con latte pastorizzato, quelli erborinati, evitare sempre la crosta dei formaggi (es. camembert)

 

  • Evitare di consumare pesce refrigerato affumicato (es. salmone)
  • Lavare le verdure da consumare crude e la frutta

SALMONELLOSI

La  salmonellosi è una tossinfezione a trasmissione oro-fecale causata dalle cosiddette Salmonelle minori  (come S. typhimurium e S. enteritidis). E’ veicolata da alimenti, acqua e piccoli animali domestici contaminati.
La salmonellosi può provocare un quadro sintomatologico variabile, che comprende sintomi  gastroenterici (nausea, vomito, dolori intestinali, diarrea anche grave) associati a febbre. Non determina danno diretto al feto, ma è auspicabile evitarla in gravidanza per la potenziale severità del quadro clinico materno.

 

RACCOMANDAZIONE
Per ridurre il rischio di salmonellosi si consiglia di:

  • Lavare le mani prima, durante e dopo la preparazione degli alimenti

 

  • Lavare frutta e verdura prima della manipolazione e del consumo
  • Refrigerare gli alimenti preparati in piccoli contenitori, per garantire un rapido abbattimento

             della temperatura

  • Cuocere tutti gli alimenti derivati da animali, soprattutto pollame, maiale, e uova

 

  • Evitare o perlomeno ridurre il consumo di uova crude o poco cotte (per esempio, all’occhio di bue), di gelati e zabaioni fatti in casa, o altri alimenti preparati con uova sporche o rotte.

Non lasciare alimenti preparati con uova crude a temperatura ambiente per lungo tempo prima di consumarli.

  • Consumare solo latte pastorizzato o a lunga conservazione UHT

 

  • Evitare la contaminazione tra cibi, avendo cura di tenere separati i prodotti crudi da quelli cotti
  • Evitare che persone con diarrea preparino gli alimenti

 

  • Proteggere i cibi preparati dalla contaminazione di insetti e roditori

ACIDO FOLICO

Il valore protettivo dell’acido folico rispetto al rischio di difetti congeniti, in particolare quelli a carico del tubo neurale come spina bifida, anencefalia e encefalocele (difetti del tubo neurale, DTN) è ampliamente documentato. Una revisione sistematica di trial clinici randomizzati indica che l’assunzione di acido folico, se iniziata prima del concepimento e protratta fino a 12 settimane di gestazione, riduce fino al 70% l’incidenza di difetti del tubo neurale. Poiché la chiusura del tubo neurale avviene nel primo mese di gestazione, iniziando dal diciassettesimo giorno, la donna dovrebbe assumere acido folico a partire almeno un mese prima del concepimento e continuare per tutto il primo trimestre di gravidanza.
La dose raccomandata è di 0,4 mg (400 microgrammi) al giorno per le donne che non hanno avuto un precedente bambino affetto da DNT, a partire da almeno un mese prima del concepimento. Nella popolazione a rischio (donne con epilessia, diabetiche, obese o con famigliarità per DNT) la dose raccomandata è di 4 mg al giorno.

 

 

RACCOMANDAZIONE
Si raccomanda che le donne che programmano una gravidanza, o che non ne escludono attivamente la possibilità, assumano regolarmente almeno 0,4 mg al giorno di acido folico per ridurre il rischio di difetti congeniti.


NAUSEA e VOMITO GRAVIDICI

Nausea e vomito sono sintomi frequenti nel primo trimestre di gravidanza. Quando il vomito è frequente e tale da impedire una normale alimentazione si parla di “iperemesi gravidica”.
Se questa sintomatologia persiste a lungo può provocare:

* disidratazione
* alterazione degli elettroliti
* calo ponderale
* malnutrizione, in particolare deficit vitaminici (vitamina B12)

In questo caso è necessario rivolgersi al medico.

Talvolta la sensazione di nausea può protrarsi per tutto il periodo della gravidanza.
E’ utile seguire alcune indicazioni dietetiche, che possono ridurre la frequenza degli episodi di vomito.

  • Si consigliano pasti piccoli e frequenti. Frazionati nell’arco della giornata e prevalentemente asciutti. Può essere utile, prima di alzarsi al mattino consumare qualche fetta biscottata, cracker, pane biscottato, biscotti secchi

 

  • Ridurre il volume delle porzioni. Assumere la quantità di alimenti che si è in grado di accettare, evitare le forzature
  • Anche se inizialmente la quantità degli alimenti assunta è insufficiente a soddisfare il fabbisogno nutrizionale, è importante limitare gli episodi di vomito. Man mano che gli episodi di vomito si riducono, si aumenterà anche la quantità di alimenti.

 

  • E’ importante masticare bene i cibi o preferire quelli di piccolo formato (pastina) o tritati (carne), che sono più digeribili
  • Sono da preferire le cotture semplici, che non prevedono l’aggiunta eccessiva di grassi  (ai ferri, al forno, al cartoccio, al vapore, ecc.); la preparazione dei piatti deve essere il meno elaborata possibile (limitare i condimenti, evitare salse, spezie, fritti e soffritti).

 

  • Durante la giornata assumere le bevande consentite a sorsi piccoli, ma frequenti

DIABETE GESTAZIONALE

Per diabete gestazionale si intende una alterazione del metabolismo dei carboidrati, di gravità variabile, ad esordio o primo riconoscimento in gravidanza. Di solito regredisce dopo il parto.
La diagnosi viene effettuata mediante curva da carico orale di glucosio ( 75 gr di glucosio), esame indicato solo per le donne considerate a rischio per questa condizione.
La terapia dietetica per la gestante con diabete ha l’obiettivo di assicurare un’adeguata nutrizione materna e fetale mantenendo al contempo un controllo ottimale della glicemia. Deve essere individualizzata in relazione allo stato nutrizionale e metabolico, all’attività lavorativa, all’attività fisica, alla situazione socioculturale. I principi su cui si basa non si discostano molto dalle indicazioni generali per la donna in gravidanza:

  • Evitare gli alimenti ad alto contenuto di carboidrati semplici, che vengono assorbiti rapidamente provocando un rapido innalzamento della glicemia: bibite commerciali ( thè, cola, pompelmo, ecc.), caramelle, dolci in genere, miele, marmellata, zucchero, zucchero di canna, frutta sciroppata, frutta essicata, succhi di frutta, gelati, ecc..

 

  • Moderare l’uso di dolcificanti artificiali (aspartame, saccarina) e degli alimenti che li contengono (carmelle light, chewing gum, bibite light).
  • I glucidi della dieta saranno costituiti prevalentemente da carboidrati complessi, che vengono assorbiti dall’organismo più lentamente (pane, pasta, prodotti da forno, meglio se preparati con cereali integrali). E’ necessario limitare l’assunzione delle patate, che provocano un aumento della glicemia post-prandiale.

 

  • Frazionare i pasti: oltre ai tre pasti principali (colazione, pranzo e cena), sono necessari tre spuntini (metà mattina, metà pomeriggio, dopo cena). Lo spuntino dopo cena (prima di coricarsi ad esempio 2 – 3 fette biscottate con 200 ml di latte) è importante per evitare ipoglicemie al mattino, a causa delle numerose ore di digiuno che intercorrono tra la cena e la colazione.

Gli obiettivi glicemici da raggiungere durante la gravidanza in donne con diabete gestazionale o pregestazionale sono i seguenti (American  Diabetes  Association):

 

glicemia a digiuno

<   95 mg/dl

glicemia 1 ora dopo il pasto

< 140 mg/dl

 

Le donne con diabete gestazionale devono effettuare l’autocontrollo domiciliare della glicemia. Se la dieta da sola non è sufficiente ad assicurare un buon controllo glicemico, il diabetologo valuterà l’opportunità di ricorrere alla terapia insulinica.
E’ necessario che la gestante, su indicazione del medico curante, si rivolga ad un “Centro Diabetologico”.
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PIROSI GASTRICA

La  pirosi gastrica è un disturbo descritto come bruciore e disagio percepiti nella zona retrosternale e/o nell’esofago. Può essere associato a reflusso esofageo.
La pirosi gastrica è un disturbo comune in gravidanza ed è una conseguenza sia di alterazioni ormonali che interferiscono con la motilità gastrica sia di fattori meccanici legati alla dislocazione dello stomaco da parte dell’utero gravido nel terzo trimestre di gravidanza.
Per alleviare il sintomo si può ricorrere a metodi farmacologici e non. Quelli non farmacologici includono modificazioni nell’alimentazione (riduzione di cibi ad alto contenuto di grassi e gastro- irritanti come la caffeina, assunzione di piccoli pasti frequenti, eliminazione di cibi piccanti) e nella postura (posizione eretta specie dopo i pasti,  leggermente sollevata durante il sonno).

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RACCOMANDAZIONE
Modifiche nell’alimentazione e nella postura assunta dopo i pasti e durante il sonno possono offrire un sollievo ai sintomi alle donne che in gravidanza soffrono di pirosi gastrica.


STIPSI

Si tratta di una condizione comune in gravidanza.
La stipsi gravidica è associata a un rallentamento della motilità intestinale dovuto agli elevati livelli
di progesterone, l’ormone che rilascia la muscolatura dell’utero, consentendo la prosecuzione della
gravidanza. Questo ormone non agisce in modo selettivo solo a livello dell’utero, ma rallenta l’attività motoria di tutta la muscolatura. Ecco perché rallenta anche il transito intestinale, peggiorando così stipsi preesistenti o facendo comparire un problema prima inesistente.

RACCOMANDAZIONE

Introducendo fibre alimentari nella dieta la donna in gravidanza può risolvere il disturbo.
A questo va aggiunto l’attività fisica quotidiana e un’adeguata introduzione di liquidi.
Ricorrere ai lassativi solo quando queste misure si rivelano insufficienti.
SOVRAPPESO E OBESITA’ IN GRAVIDANZA

L’obesità materna e il sovrappeso sono sempre più frequenti e possono contribuire ad aumentare il
rischio di alcune complicanze ostetriche come l’aumento della pressione arteriosa in gravidanza
(associato o meno a proteinuria), il diabete gestazionale, la macrosomia (neonati con peso > 4000
gr), travagli “difficoltosi”, ricorso al taglio cesareo ed emorragia postpartum.
Anche il rischio di alcune malformazioni fetali, come i difetti del tubo neurale, è aumentato di circa 2 volte nelle obese rispetto alla popolazione generale. Le complicanze chirurgiche (infezioni di ferita da taglio cesareo, emorragie, ecc.) sono più frequenti nelle donne obese rispetto alle donne normopeso.  Inoltre l’obesità aumenta il rischio di trombosi venose e embolia polmonare, sia in gravidanza che in puerperio.

 

RACCOMANDAZIONE

L’incremento ponderale raccomandato dall’IOM (Institute of Medicine) per le donne obese in gravidanza è tra i 5 ed i 9 Kg.
Interventi strutturati che contemplino schemi alimentari personalizzati associati ad una moderata attività fisica si sono mostrati efficaci nel prevenire incrementi di peso eccessivi in gravide obese.
La gestione della gravidanza nelle donne obese dovrebbe essere effettuata in ambulatori dedicati, dove il ginecologo agisca in stretta collaborazione con la dietista e gli altri specialisti che di volta in volta devono essere coinvolti.

 


ALIMENTAZIONE DELLA DONNA CHE ALLATTA

I bisogni nutrizionali della donna che allatta sono proporzionali alla quantità di latte prodotto e sono superiori a quelli della gestante.

In linea generale la dieta della nutrice deve avvalersi di un adeguato apporto di acidi grassi, aminoacidi essenziali, ferro, minerali e vitamine, tutti elementi essenziali per una corretta alimentazione della nutrice.
L’olio extravergine di oliva, da usare crudo, è particolarmente utile, grazie al suo prezioso carico di acidi grassi e vitamine liposolubili.
Frutta, verdura, legumi e cereali completano infine il quadro nutrizionale, soddisfacendo le richieste di fibre, vitamine e oligoelementi.
Da moderare la presenza di zuccheri nella dieta, ricchi sì di calorie ma "vuoti" dal punto di vista nutrizionale, perché troppo poveri di vitamine, minerali e aminoacidi essenziali.
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda il necessario apporto di liquidi, molto importante per la regolazione dell'equilibrio idro-salino e per l'eliminazione delle scorie azotate. L'acqua infatti costituisce più del 75%  in peso dell'intero organismo ed è presente nel latte in una percentuale che si aggira intorno all'80%. Per questo motivo durante l'allattamento si consiglia di assumere almeno 2  litri di acqua al giorno, generalmente a basso residuo fisso (oligominerale), alternandola con una a media mineralizzazione, preferibilmente calcica e comunque con una concentrazione di nitrati inferiore ai 10 mg/litro.
La raccomandazione di ricorrere ad un'acqua calcica trova spiegazione nell'aumentato fabbisogno di calcio che caratterizza l'intero periodo di allattamento (circa 1200 mg/die). Tale esigenza nutrizionale può comunque essere soddisfatta integrando la dieta anche con latte, yogurt e formaggi, alimenti notoriamente ricchi di questo minerale.
Dato che l’allattamento al seno richiede alla madre un costo energetico stimato intorno alle 500 calorie al giorno, è opportuno aumentare l'apporto calorico della propria dieta di un analogo valore. Bisogna comunque considerare che tale dato è fortemente influenzato dall'andamento dietetico e psicofisico della gravidanza.
Innanzitutto va rilevato che durante l'allattamento non va intrapresa una dieta dimagrante, tenendo presente che occorrono circa 10-12 mesi per recuperare il peso e la forma fisica antecedenti la gravidanza.
Qualora non sia stata adeguata durante la gravidanza, l'alimentazione della nutrice deve essere rivalutata sia sotto l'aspetto quantitativo sia qualitativo. Sono consigliati alimenti freschi o anche surgelati, preparati con metodi di cottura semplici (al vapore, al cartoccio, ecc.), evitando quelli meno salutari come intingoli, fritture e grigliature (tanto più nocive quanto maggiori sono le parti carbonizzate dell'alimento).
In cucina è bene limitare l'uso di spezie ed aromi vari. Nonostante l’ampia soggettività di tale aspetto, molti neonati sembrano non apprezzare il latte aromatizzato da sapori troppo forti, come quelli trasmessi da una madre che segue un'alimentazione troppo ricca di: aglio, acciughe, asparagi, cavoli, cipolle, curry, formaggi dall’aroma intenso come il gorgonzola, peperoni, etc. Considerata la variabilità di risposta del piccolo, è buona regola osservarne le reazioni ed adeguare ad esse la propria alimentazione.
Alcuni cibi come carni insaccate, selvaggina, crostacei, molluschi e uova o carni crude, possono dare disturbi intestinali al piccolo. La carne conservata è spesso ricca di nitrati e talvolta anche di nitriti, sostanze potenzialmente pericolose per la madre e il neonato; per tale ragione è bene consumarla con moderazione.
Se il piccolo soffre di coliche gassose, è buona regola evitare il consumo di cibi o bevande che favoriscono la formazione di gas nell'intestino, come fagioli, frullati, lieviti e latticini.

E’ consigliabile moderare il consumo di caffeina (al massimo 2 tazzine al giorno) e sostanze alcoliche (al massimo un bicchiere di vino o birra a fine pasto, assolutamente vietati i superalcolici).
A causa del possibile effetto allergizzante agrumi, frutta secca e in particolare arachidi, dadi per brodo, frutti di bosco, pomodori, latticini, crostacei, molluschi e cioccolato devono essere consumati con moderazione, soprattutto se esiste una predisposizione familiare allergica.
E’ in ogni caso buona regola osservare le reazioni del piccolo: qualora compaiono sintomi come gonfiore intestinale, diarrea ed eruzioni cutanee è bene escludere dalla propria dieta tali alimenti, consultando il proprio medico di fiducia onde evitare deficit qualitativi nella propria dieta ed eventualmente utilizzando opportuni integratori.

In sintesi è necessario:

  • Aumentare l’apporto di proteine

 

  • Aumentare l’apporto di calorie, adattandolo alle necessità individuali
  • Aumentare l’apporto di vitamine e di minerali

 

  • Mantenere un adeguato apporto di fibra alimentare
  • Aumentare l’apporto di acqua, in proporzione alla quantità di latte prodotto

 

  • Abolire l’alcool
  • Non fumare

 

  • Limitare le bevande contenenti caffeina (caffè, thè, cioccolata, cola), consentiti 1 o 2 caffè al giorno
  • Frazionare i pasti

 

  • Controllare il peso corporeo

 

L’introduzione di una quantità non adeguata di energia e nutrienti può comportare carenze nutrizionali nella madre.


INDICAZIONI DIETETICHE PER L’ALLATTAMENTO

Le indicazioni dietetiche per la nutrice e le caratteristiche degli alimenti da consumare non si discostano molto da quelle già fornite per la gestante.

  • La dieta deve essere varia e idonea a soddisfare le esigenze nutrizionali

 

  • Consumare adeguate quantità di latte (preferire quello parzialmente scremato) per il suo contenuto di proteine e di calcio. Lo yogurt ha le medesime caratteristiche nutrizionali del latte; entrambi possono  costituire gli spuntini di metà mattina, metà pomeriggio e dopo cena
  • Le carne e il pesce vanno cotti in modo semplice, evitando i fritti e l’uso eccessivo di grassi. Evitare selvaggina, molluschi, crostacei, pesce crudo

 

  • Evitare i formaggi piccanti (provolone, pecorino, ecc.)
  • Escludere le spezie e i cibi piccanti (pepe, peperoncino)

 

  • Alcuni alimenti sarebbero da evitare perché conferiscono al latte materno un sapore sgradevole
  • Anche l’intensa attività muscolare con produzione di acido lattico sembra alterare il sapore del latte

 

  • Attenzione agli alimenti che possono provocare manifestazioni di intolleranza nel lattante

(cioccolato, fragole, frutta oleosa, legumi)

  • Sconsigliati i dolcificanti artificiali (saccarina, aspartame, ecc.) e gli alimenti che li contengono

 

  • Attenzione all’assunzione di farmaci o di fitoterapici (possono passare nel latte materno)

 

Terminato il periodo di allattamento si riprenderà un’alimentazione normale, riducendo sia l’apporto proteico che calorico.


Il lavoro è stato elaborato da:

  • Prof. Antonella Cromi: Dirigente Medico S.C. Ostetricia e Ginecologia Ospedale “Filippo Del Ponte” di Varese
  • Dr.ssa Anna Maddalena Iadini: Referente della Direzione Medica dell’Ospedale “Filippo Del Ponte” di Varese
  • Marilena Battaglia: Dietista Servizio Dietetico Ospedale “Filippo Del Ponte” di Varese
  • Stefania Viero: Infermiera Pediatrica

 

Rivisto da:
Dott. Massimo Agosti: Direttore Dipartimento Materno Infantile, Azienda Ospedaliera di Varese
Prof. Anna Maria Grandi Direttore Dipartimento di Medicina Interna, Azienda Ospedaliera di Varese
Prof. Fabio Ghezzi: Direttore S.C. Ostetricia e Ginecologia A, Ospedale “Filippo Del Ponte” di Varese
Dott. Roberto Puricelli: Direttore S.C. Ostetricia e Ginecologia B, Ospedale “Filippo Del Ponte” di Varese

 

Ogni paziente rappresenta un caso particolare e alcune situazioni vanno affrontate con gli operatori sanitari di riferimento (Medico, Dietista, Infermiera Pediatrica)

Per poter accedere all’attività ambulatoriale del Servizio Dietetico è necessaria la prescrizione del ginecologo o del medico curante

 

 

Per ulteriori suggerimenti e necessità si potrà contattare
Servizio Dietetico dell’Ospedale “Filippo Del Ponte” di Varese

 

Fonte: http://www.ospedalivarese.net/files/tmce/21/1*2015/15-2015/SCHEDE%20ALIMENTAZIONE%20IN%20GRAVIDANZA.doc

Sito web da visitare: http://www.ospedalivarese.net/

Autore del testo: sopra indicati nel documento di origine

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