Principali disturbi o problemi dell’età evolutiva

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Principali disturbi o problemi dell’età evolutiva

In questa parte saranno presentati i principali problemi psicologici o disturbi con esordio nell’infanzia e nell’adolescenza.

E’ bene precisare che non sempre i problemi psicologici dei bambini e dei ragazzi rientrano in un quadro francamente psicopatologico. Altre volte, invece, possono mantenersi o aggravarsi. Occorre quindi, non trascurare il malessere psicologico, contando sul fatto che “poi col tempo passa”. Imparare a riconoscere ed accogliere i primi segnali di disagio da parte di genitori ed insegnanti, è fondamentale per far fronte tempestivamente al problema; è dimostrato, infatti, che prima si interviene, maggiori sono le possibilità di fornire un aiuto efficace.
Il disagio infantile e adolescenziale è spesso nascosto o mascherato, inoltre difficilmente un bambino chiederà aiuto per una problematica psicologica, cosa che invece è in grado di fare un adulto. I bambini poi, e spesso anche gli adolescenti, non esprimono esclusivamente il loro malessere attraverso le parole, lo fanno invece, anche e soprattutto, attraverso sintomi, comportamenti, reazioni emotive.

Sostanzialmente un disagio è rilevante sul piano clinico se:

        • persiste nel tempo,
  • le tentate soluzioni hanno mantenuto o aggravato il problema,
  • la famiglia sente di non poter agire direttamente ed efficacemente per far fronte al problema,
  • il livello di stress conseguente è troppo elevato per il soggetto e/o per la famiglia,
  • è evidente una significativa compromissione del funzionamento nell’ambito familiare, scolastico o sociale




Principali disturbi o problemi dell’età evolutiva

Mutismo Selettivo
ll Mutismo Selettivo è un disturbo di origine ansiosa caratterizzato da una persistente incapacità di parlare in uno o più ambienti o situazioni sociali per esempio la scuola. Il bambino mantiene la capacità di usare efficacemente il linguaggio in alcune situazioni, quelle in cui può sentirsi a suo agio, mentre in altre il ricorso al linguaggio è completamente e stabilmente assente.
I primi sintomi compaiono generalmente intorno ai 2 anni, ma raramente sono riconosciuti. A 5-6 anni con l’inizio della scuola primaria, di fronte al persistente rifiuto del bambino di esprimersi attraverso il linguaggio, il problema è rilevato, anche se non sempre riconosciuto, questo accade perché la maggior parte dei bambini con Mutismo Selettivo comunica normalmente a casa propria e, genitori e familiari, tendono a considerare il comportamento silenzioso manifestato in altri ambienti, come una normale forma di riservatezza o di timidezza che si attenuerà o svanirà con la crescita.
Può succedere che una diagnosi corretta tardi ad arrivare, mantenendo e consolidando il problema del bambino e aggravando lo sconcerto dei genitori comprensibilmente allarmati quando il comportamento mutacico persiste nel tempo.
Una tempestiva valutazione psicodiagnostica permetterà di comprendere l’origine e il significato dell’ansia del bambino e quindi di trattarla.   

Fobia sociale
Sebbene sia caratterizzata da diversi sintomi, l’aspetto centrale è la paura del giudizio altrui. Chi ne soffre teme di agire in modo imbarazzante o umiliante davanti alle altre persone; solitamente il timore peggiore è di mostrarsi ansiosi di fronte agli altri, magari balbettando davanti ad un gruppo di persone mentre si sta parlando.

Disturbo d’ansia di separazione
Il Disturbo d’ansia di separazione è un disturbo ansioso caratterizzato soprattutto da una forte paura che si manifesta quando il bambino deve separarsi da un familiare o da una persona cui è affettivamente  molto legato. Anche l’allontanamento da casa, talvolta, può creare un forte disagio nei bambini che hanno questo problema. Nel disturbo d’ansia da separazione, il livello d’ansia provato dal bambino appare irragionevole ed eccessivo.  Non deve essere confuso con i normali stati di apprensione che molti bambini, in età prescolare, per esempio, esprimono alle prime occasioni di separazione dalla mamma o dalle figure di riferimento.

Enuresi ed encopresi
Enuresi ed encopresi sono disturbi dell’evacuazione. Si parla di disturbi dell’evacuazione, quando il bambino non ha un controllo sfinterico adeguato all’età.
L’Enuresi si caratterizza per una ripetuta ed incontrollata minzione durante il giorno nei vestiti, e la notte durante il sonno, nel letto. Spesso si presenta solo la notte, in questo caso si parla di enuresi notturna. Il disturbo è molto diffuso, circa il 20% dei bambini di 5 anni ne soffre, andando gradualmente a decrescere salendo con gli anni, colpisce prevalentemente i maschi piuttosto che le femmine. Il comportamento è clinicamente significativo, e viene posta diagnosi di enuresi, quando il bambino ha raggiunto i 5 anni di età, gli episodi si ripetono più volte nella settimana e il disturbo persiste da  almeno 3 mesi, interferendo pesantemente con la vita del bambino.
L’encopresi è, come l’enuresi, un disturbo dovuto al mancato controllo sfinterico, si caratterizza per la ripetuta defecazione in luoghi non consoni.
A differenza dell’enuresi, l’encopresi è quasi sempre diurna.
I disturbi dell’evacuazione hanno spesso un’origine di natura psicologica, ma occorre prima di tutto sottoporre il bambino ad un esame medico approfondito ed escludere tutte le possibili cause organiche e funzionali.

Autismo
E' molto più frequente nei maschi (rapporto 5:1) con un’età di insorgenza prevalentemente intorno ai tre anni e può essere preceduta da un periodo di apparente normalità di sviluppo.

Nel disturbo autistico sono particolarmente compromesse:

  • L’area del linguaggio e della comunicazione in generale e l’area dell’interazione sociale, ma sono presenti sintomi appartenenti ad altre aree, che si manifestano in misura variabile a seconda del livello di sviluppo e dell’età del soggetto.
  • A livello linguistico vi può essere assenza totale di linguaggio oppure questo può essere usato in modo anomalo.
  • Possono essere presenti verbalizzazioni incongrue, giochi di parole ripetitivi e stereotipati, ripetizione ecolalica delle parole degli altri.
  • Nell’area della comunicazione comportamentale i primi sintomi di allarme sono rappresentati da un rapporto evitante di sguardo, una gestualità non finalizzata al rapporto con l’altro, l’apparente indifferenza per le richieste dell’ambiente (sembrano bambini sordi), l’assenza di un gioco simbolico, il disinteresse per le persone accompagnato ad uno spiccato interesse per meccanismi, specie se in movimento.
  • Gli interessi e le attività sono limitate, focalizzate in maniera ossessiva su pochi oggetti o parti di oggetti o su pochi argomenti di cui vengono trattati solo aspetti classificativi. Anche il gioco è povero e ripetitivo, senza rappresentazioni simboliche né gioco imitativo ed i bambini mostrano un elevato livello di angoscia se vengono distolti dalla loro ritualità ossessiva.
  • A livello motorio possono mostrare anomalie o bizzarrie (camminare sulle punte dei piedi, sfarfallamento delle mani, posture corporee bizzarre). Spesso hanno un comportamento motorio ipercinetico, ma afinalistico.
  • Il livello intellettivo può essere modicamente compromesso, ma più spesso il profilo cognitivo è caratterizzato da una disarmonia, con profonde disabilità in alcuni settori e performance eccezionali in altri (per es. può presentare memoria prodigiosa per i numeri, ma non saper leggere).
  • Altri sintomi associati possono essere: un’alta soglia per il dolore con fenomeni autolesivi, ipersensibilità ai suoni,  aggressività improvvisa per minime frustrazioni, anomalie dell’alimentazione, disturbi del sonno, mancata percezione dei pericoli.

    Per quanto riguarda le cause eziopatogenetiche l’Autismo infantile rappresenta ancora un’incognita. Esistono forme primarie in cui non si riesce a evidenziare alcuna anomalia ed esistono forme secondarie ad altre affezioni.

Deficit di attenzione con iperattività
La caratteristica fondamentale del Disturbo da Deficit di attenzione/iperattività è una persistente modalità di disattenzione e/o di iperattività-impulsività che è più frequente e più grave di quanto si osserva tipicamente in soggetti ad un livello di sviluppo paragonabile. Alcuni sintomi di iperattivà-impulsività o di disattenzione che causano menomazione devono essere stati presenti prima dei 7 anni di età, sebbene molti soggetti siano diagnosticati dopo che i sintomi sono presenti da diversi anni. Una certa compromissione a causa dei sintomi deve essere presente in almeno 2 contesti (a casa e a scuola o al lavoro).
La disattenzione può manifestarsi in situazioni scolastiche, lavorative, o sociali. I soggetti con questo disturbo possono non riuscire a prestare attenzione ai particolari o possono fare errori di distrazione nel lavoro scolastico o in altri compiti. Il lavoro è spesso disordinato e svolto senza cura e senza ponderazione. I soggetti spesso hanno difficoltà a mantenere l'attenzione nei compiti o nelle attività di gioco, e trovano difficile portare a termine i compiti. Spesso sembra che la loro mente sia altrove o che essi non ascoltino o non abbiano sentito quanto si è appena detto loro. Possono esservi frequenti passaggi da un'attività ad un'altra senza completarne nessuna.
Questi soggetti hanno spesso difficoltà nell'organizzarsi per svolgere compiti e attività. I compiti che richiedono sforzo mentale protratto vengono avvertiti come spiacevoli e notevolmente avversati. Di conseguenza, questi soggetti tipicamente evitano o hanno forte avversione per attività che richiedono protratta applicazione e sforzo mentale o che richiedono capacità organizzative o particolare concentrazione (per es., compiti a casa o lavoro a tavolino).
Il modo di lavorare è spesso disorganizzato e il materiale necessario per svolgere il compito viene spesso disperso, oppure maneggiato senza cura e danneggiato. I soggetti con questo disturbo sono facilmente distratti da stimoli irrilevanti e frequentemente interrompono compiti in corso di svolgimento per prestare attenzione a rumori senza importanza o ad eventi che di solito sono con tutta probabilità ignorati da altri (per es., il clacson di un'auto, una conversazione di sottofondo). Sono spesso sbadati nelle attività quotidiane (per es., mancano ad appuntamenti, dimenticano di portarsi il pranzo). Nelle situazioni sociali, la disattenzione può essere espressa dal fatto che cambiano spesso d'argomento nella conversazione, non ascoltano gli altri, non prestano attenzione alle conversazioni e non seguono le indicazioni o le regole di giochi o attività.

L'iperattività può essere manifestata agitandosi e dimenandosi sulla propria sedia, non restando seduti quando si dovrebbe, correndo senza freni o arrampicandosi in situazioni in cui ciò è fuori luogo o può esprimersi con difficoltà a giocare o a dedicarsi tranquillamente ad attività da tempo libero o con il sembrare spesso "sotto pressione" o "motorizzati", oppure col parlare troppo. L'iperattività può variare con l'età del soggetto e col livello di sviluppo, e la diagnosi dovrebbe essere fatta con cautela nei bambini piccoli. I bambini che muovono i primi passi e i bambini in età prescolare con questo disturbo differiscono dai bambini con un’attività normale per il fatto che sono sempre in movimento e sempre tra i piedi; essi saltellano avanti e indietro, escono dal bagno"con le brache ancora in mano", saltano o si arrampicano sui mobili, corrono per la casa, e hanno difficoltà a partecipare ad attività di gruppo sedentarie all'asilo (per es., stare ad ascoltare una favola). Essi giocherellano nervosamente con oggetti, picchiettano con le mani, e agitano troppo piedi e gambe. Spesso si alzano da tavola durante i pasti, mentre guardano la televisione, o mentre fanno i compiti; parlano di continuo, e fanno troppo rumore durante attività che dovrebbero comportare la calma. Negli adolescenti e negli adulti, i sintomi di iperattività assumono la forma di sensazioni di irrequietezza e di difficoltà a dedicarsi ad attività tranquille e sedentarie.
L'impulsività si manifesta con l'impazienza, la difficoltà a tenere a freno le proprie reazioni, "sparando" le risposte prima che le domande siano state completate, con difficoltà ad attendere il proprio turno, e con l'interrompere spesso gli altri o l'intromettersi nei fatti altrui fino al punto di causare difficoltà nell'ambiente sociale, scolastico, o lavorativo. Gli altri possono lamentarsi di non riuscire a dire una parola in una conversazione. I soggetti affetti da questo disturbo tipicamente fanno commenti quando non è il momento, non ascoltano le direttive, iniziano conversazioni quando non è il momento, interrompono eccessivamente gli altri, sono invadenti nei confronti degli altri, arraffano oggetti altrui, toccano cose che non dovrebbero toccare, e fanno i pagliacci. L'impulsività può portare ad incidenti (per es., far cadere oggetti, sbattere contro gli altri, agguantare un tegame rovente) e al coinvolgimento in attività potenzialmente pericolose senza considerare le possibili conseguenze (per es., usare lo skateboard su un terreno estremamente accidentato).

Disturbo della Condotta
La caratteristica fondamentale del Disturbo della Condotta è una modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui i diritti fondamentali degli altri oppure le norme o le regole della società appropriate per l'età adulta vengono violate. Questi comportamenti si inseriscono in quattro gruppi fondamentali: condotta aggressiva che causa o minaccia danni fisici ad altre persone o ad animali, condotta non aggressiva che causa perdita o danneggiamento della proprietà, frode o furto, e gravi violazioni di regole.
I bambini o gli adolescenti con questo disturbo spesso innescano comportamento aggressivo e reagiscono aggressivamente contro gli altri. Essi possono mostrare un comportamento prepotente, minaccioso, o intimidatorio; dare inizio frequentemente a colluttazioni fisiche; usare un'arma che può causare seri danni fisici; essere fisicamente crudeli con le persone o con gli animali; rubare affrontando la vittima.
Tipicamente, i soggetti affetti da questo disturbo commettono anche gravi violazioni di regole (per es., scolastiche, familiari). I ragazzi con questo disturbo spesso hanno l'abitudine, che esordisce prima dei 13 anni, di stare fuori fino a tarda notte nonostante le proibizioni dei genitori. Gli episodi di fuga che avvengono come diretta conseguenza di maltrattamento fisico o sessuale non soddisfano tipicamente questo criterio. I ragazzi con questo disturbo possono spesso marinare la scuola.

Disturbo Oppositivo Provocatorio
La caratteristica fondamentale del Disturbo Oppositivo Provocatorio è una modalità ricorrente di comportamento negativistico, provocatorio, disobbediente, ed ostile nei confronti delle figure dotate di autorità che persiste per almeno 6 mesi ed è caratterizzato da frequente insorgenza di almeno uno dei seguenti comportamenti: perdita di controllo, litigi con gli adulti, opposizione attiva o rifiuto di rispettare richieste o regole degli adulti, azioni deliberate che danno fastidio agli altri, accusare gli altri dei propri sbagli o del proprio cattivo comportamento, essere suscettibile o facilmente infastidito dagli altri, essere collerico e risentirsi, o essere dispettoso o vendicativo.
Il Disturbo Oppositivo Provocatorio diviene di solito evidente prima degli 8 anni di età e di solito non più tardi dell'adolescenza. I sintomi di opposizione spesso emergono nell'ambiente familiare ma col tempo possono comparire anche in altri contesti. L'esordio è tipicamente graduale, e di solito avviene nel corso di mesi o anni. In una quantità significativa di casi, il Disturbo Oppositivo Provocatorio precede lo sviluppo del Disturbo della Condotta.


 

 

Fonte: http://www.icbobbio.it/botti5.doc

Sito web da visitare: http://www.icbobbio.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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