Apprendimento emotivo

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Apprendimento emotivo

L’APPRENDIMENTO EMOTIVO

 

EMOZIONI - DEFINIZIONI

  • ... ogni agitazione o turbamento della mente, sentimento, passione, ogni stato mentale violento o eccitato...(Oxford English Dictionary).
  • Sorta di comunicazione immediata, somatica, avente come canale una vasta serie di reazioni fisiologiche (rossore – afasia – senso di svenimento – tachicardia...) di ciò che nasce dentro...

(V. Slepoj, Capire i sentimenti. Milano 1996).

  • Reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata, determinata da uno stimolo ambientale. La sua comparsa provoca una modificazione a livello somatico, vegetativo e psichico. Possiamo avere delle reazioni:
  • FISIOLOGICHE: che investono funzioni vegetative (circolazione, respirazione, digestione, secrezione...); funzioni motorie (ipertensione muscolare...); funzioni sensorie (disturbi alla vista, all'udito...).
  • VISCERALI: si manifestano con una perdita momentanea del controllo neurovegetativo con conseguente incapacità temporanea di astrazione dal contesto emozionale.
  • ESPRESSIVE: riguardano la mimica facciale, gli atteggiamenti del corpo, le abituali forme di comunicazione.
  • PSICOLOGICHE: si manifestano come riduzione del controllo di sè, difficoltà ad articolare logicamente azioni e riflessioni, diminuzione delle capacità di metodo e critica.

(U. Galimberti, Dizionario di Psicologia, UTET, Torino '92).

  • Dal latino EMOVERE: E = fuori, all'esterno - MOVERE= muovere, spingere all’azione.

Le emozioni sono stati complessi (stati dell'io, della persona) accompagnati da una accresciuta percezione di un oggetto o di una situazione, da profonde modificazioni fisiologiche, da una consapevolezza di attrazione o repulsione cosciente e da una condotta di avvicinamento o di allontanamento.
Una delle più forti esperienze soggettive dell'emozione è la spinta all'azione, che esprime determinate forme di approccio con l'ambiente.(Dizionario di psicologia, ed. Paoline, Milano 198

FAMIGLIE EMOZIONALI

  • COLLERA

Furia
Sdegno
Risentimento
Ira
Esasperazione
Indignazione
Irritazione
Acrimonia
Animosità
Fastidio
Irritabilità
Ostilità

  • TRISTEZZA

Pena
Dolore
Mancanza di allegria
Cupezza
Malinconia
Autocommiserazione
Solitudine
Abbattimento
Disperazione
Forte depressione

 

  • PAURA

Ansia
Timore
Nervosismo
Preoccupazione
Apprensione
Cautela
Esitazione
Tensione
Spavento
Terrore
Fobia
Panico

  • SORPRESA

Shock
Stupore
Meraviglia
Trasecolamento

 

  • GIOIA

Felicità
Godimento
Sollievo
Contentezza
Beatitudine
Diletto
Divertimento
Fierezza
Esaltazione
Estasi
Gratificazione
Soddisfazione
Euforia
Capriccio
Entusiasmo maniacale

  • AMORE

Accettazione
Benevolenza
Fiducia
Gentilezza
Affinità
Devozione
Adorazione
Infatuazione
Agape

  • DISGUSTO

Disprezzo
Sdegno
Aborrimento
Avversione
Ripugnanza
Schifo

  • VERGOGNA

Senso di colpa
Imbarazzo
Rammarico
Rimorso
Umiliazione
Rimpianto
Mortificazione
costrizione

 

 

 

CLASSIFICAZIONE DELLE EMOZIONI SECONDO
PLUTCHIK

RIMORSO

 

SCHIFO
DISGUSTO

 

DELUSIONE

 

DISPREZZO

 

TRISTEZZA

 

COLLERA
RABBIA

 

ACCETTAZIONE

 

ATTESA
ASPETTATIVA

 

PAURA

 

SORPESA

 

SPAVENTO

 

GIOIA

 

OTTIMISMO

 

SOTTOMISSIONE

 

AGGRESSIVITA'

 

AMORE

 

 

 

COMPONENTI PRINCIPALI DI UN PERCORSO DI ALFABETIZZAZIONE ALLE EMOZIONI

  • CONOSCERE se stessi in modo approfondito

 

  • AUTOACCETTARSI: riconoscere le proprie aree di forza e di debolezza, considerarsi positivamente, essere capaci di ridere di se stessi
  • ESSERE AUTOCONSAPEVOLI. Osservare se stessi e riconoscere i propri sentimenti, costruire un vocabolario delle emozioni, conoscere il rapporto tra pensieri / emozioni / comportamenti

 

  • GESTIRE I SENTIMENTI. "Colloquiare con se stessi" allo scopo di cogliere i messaggi negativi come le autocommiserazioni; capire cosa c'è dietro un sentimento, trovare modi per controllare le paure e le ansie, la collera e la tristezza
  • CONTROLLARE LO STRESS. Imparare il valore dell'esercizio, della immaginazione guidata e dei metodi di rilassamento

 

  • COMUNICARE: parlare dei sentimenti con efficacia; saper ascoltare e saper domandare, distinguere tra ciò che qualcuno fa o dice e le proprie reazioni o i propri giudizi al riguardo; esporre il proprio punto di vista invece di incolpare gli altri
  • DECIDERE PERSONALMENTE: esaminare le proprie azioni e conoscerne le conseguenze, sapere se una decisione è dettata dal pensiero o dal sentimento

 

  • ESSERE APERTI: apprezzare l'apertura e costruire la fiducia in un rapporto, sapere quando si può parlare dei propri sentimenti privati senza correre  rischi
  • ESSERE EMPATICI: comprendere i sentimenti e le preoccupazioni degli altri e assumere il loro punto di vista; apprezzare  i diversi modi con cui le persone guardano la realtà

 

  • ESSERE PERSPICACI: identificare modelli tipici nella propria vita emotiva e nelle proprie reazioni; riconoscere modelli simili negli altri
  • ESSERE PERSONALMENTE RESPONSABILI: assumersi le responsabilità, riconoscere le conseguenze delle proprie decisioni e azioni; accettare i propri sentimenti e umori; portare a compimento gli impegni assunti

 

  • ESSERE SICURI DI SE': affermare le proprie emozioni o posizioni senza rabbia o passività.
  • SAPER RISOLVERE I CONFLITTI: saper affrontare lealmente gli altri; saper negoziare i compromessi in modo soddisfacente per entrambe le parti

 

  • SAPER ENTRARE NELLA DINAMICA DI GRUPPO: saper collaborare; saper esercitare la leadership quando la situazione lo richiede; saper poi passare ad altri ruoli senza problemi (superare la rigidità di ruolo); saper riconoscere le aree problematiche che un gruppo può incontrare e superare
  •  

(adatt. da D. Goleman, Intelligenza emotiva., Rizzoli 1996, pagg. 348-349)

 

§§§§

NON NEGARE LE EMOZIONI

U. Galimberti parla della necessità di riscoprire l'anima, l'emozione, che costituisce la natura più vera ed autentica dell'essere umano (cfr. "Che brutta questa scuola senz'anima"  articolo 1996).
Egli sostiene che parte del disagio giovanile sarebbe da imputare alla condizione di massima estraneità con la quale si comunica a scuola, stabilendo rapporti di diffidenza, di distanza formale, pur parlando spesso, come nelle discipline umanistiche, di contenuti squisitamente umani.
"Le emozioni personali sono tenute rigidamente da parte e quelle suscitate nell'uditorio non raccolte". Se i modelli di cultura restano contenuti nella mente senza diventare spunti del cuore, "il cuore comincerà a vagare senza orizzonte in quel nulla inquieto e depresso che nemmeno il baccano della musica giovanile riesce a mascherare".
La non conoscenza delle emozioni negate può poi portare a restarne travolti quando esse sgorgano incontrollate ed improvvise.
Freud definì "perturbante ciò che si crede noto e invece si scopre improvvisamente sconosciuto, in grado di generare spavento, angoscia, scompiglio proprio nel momento in cui emerge dal mondo della notte, dal sottosuolo, dall'inconscio e si consegna alla luce del giorno, alla consapevolezza razionale".

apprendimento emotivo
apprendimento emotivo

Per capire che cos’è vediamo un esempio. Scegliamo un protagonista diverso dal la persona di mezza età, almeno per due motivi:

  • mantenere un distanziamento emotivo, a fini di maggiore garanzia di apprendimento;
  • evitare appiattimenti sull’esempio offerto, stimolando invece l’abilità di ciascuno a declinare sulla propria situazione quanto appreso.

Si tratta di Luca – studente di seconda superiore – che non esce mai di casa. Si isola da tutto e da tutti rifiutando ogni rapporto relazionale con coetanei e con adulti.
Scrive sul suo diario:
“ Io non piaccio alle ragazze… e so anche perché. Mi specchio e capisco bene il loro disgusto nei miei confronti. Anzitutto… i foruncoli! maledetti foruncoli ; più li schiacci e più quelli saltano fuori. E poi c’è il naso, orribile, con quella sua base mostruosa. E la fronte? È già stempiata, alla mia età! Per non parlare del viso, largo fino a sembrare una luna piena.
Alle ragazze piacciono invece i visi allungati, fini, con quel tantino di nobile… E quando cammino? Sembro un bersagliere, tutto dritto ed impettito. Ma quando provo a darmi una mossa, ecco che mi scambiano per una femmina…>>
Continua la sua vivisezione il povero Luca, amplificando a dismisura alcuni difetti e ignorando ogni sua caratteristica positiva.
In tal modo le emozioni negative non si contano: esse vanno dall’amarezza alla delusione, dallo sconcerto alla frustrazione e finanche alla rabbia a al desiderio di chiusura.
I pensieri che, a monte, favoriscono l’insorgere di queste emozioni, sono molteplici e ruotano intorno ad un drastico –e per lui drammatico - <<non piaccio e non piacerò mai>>
Come aiutare Luca?
Come è possibile aiutare Luca a non farsi schiacciare da questi pensieri negativi? Ci viene in aiuto una teoria/tecnica, messa a punto da Albert Ellis, chiamata RET, da cui è ricavato lo SPEC.
Di solito noi passiamo velocemente dalla situazione al comportamento, ignorando o non riconoscendo pensiero ed emozione.
Si vive una situazione, immediatamente si passa ad un comportamento… oppure, quando si assiste ad un fatto, immediatamente si giudica l’azione senza considerare la portata dell’emozione ed il peso del pensiero che l’ha attivata.
Il comportamento è orientato (secondo alcuni addirittura determinato) dall’emozione: se si prova rabbia si è spinti ad un certo modo di agire, se si prova gioia ci si comporta diversamente.
Conta poi molto il livello di intensità dell’emozione provata. Per questo è utile avere dentro di sé una sorta di termometro delle emozioni, considerato come consapevolezza del proprio mondo interiore.
Pensiamo ad un’insegnante che accompagna i suoi alunni in visita ad una fattoria di campagna. Mentre la scolaresca avanza sul viottolo che porta alla casa, ecco apparire un grosso cane. Filippo e Roberto camminano affiancati quando, all’improvviso, il primo sbianca in volto e si blocca in preda al panico mentre il secondo si lancia in avanti, entusiasta, per correre incontro all’animale.
La situazione è la stessa, eppure la reazione è molto diversa. Perché? Perché le emozioni provate dai due ragazzi sono decisamente diverse: nel primo caso paura, ansia, finanche terrore, nel secondo gioia, entusiasmo, allegria.
E le emozioni sono diverse perché diversi sono, a monte, i pensieri (intesi nella vasta accezione del termine, cioè vissuti, ricordi, esperienze dirette od indirette, racconti…) Il panico può essere causato anche da una evocazione: magari Filippo ha vissuto negli anni infantili una aggressione… Può anche averla rimossa, ma nel suo mondo interiore qualcosa è rimasto.
Per Roberto probabilmente il cane è stato suo fedele compagno di gioco.
A volte si pensa che se la famiglia di provenienza è la stessa, se l’educazione ricevuta è la stessa, anche il comportamento attivato di fronte ad una medesima situazione deve essere lo stesso. L’ esperienza del quotidiano smentisce questa convinzione. Infatti esperienze tanto diverse sono state vissute anche da fratelli, cresciuti cioè nella stessa famiglia, con la stessa educazione.

Sostituire i pensieri negativi!
Dobbiamo fare il possibile per aiutare Luca ad allontanare i pensieri negativi, che non lo aiutano, sostituendoli con altri positivi, in grado di dare emozioni di fiducia, di speranza…
Partiamo dalla sua analisi distruttiva. I foruncoli? Trattasi di un fenomeno transitorio, peraltro molto diffuso a quell’età. Tra qualche tempo non avrà più nulla! E poi… esistono i dermatologi, bisogna pure farli lavorare!
Luca nomina di sé tante parti del corpo, ma non fa alcun cenno alla statura, di tutto rilievo – metri 1,80! – agli occhi, molto belli ed espressivi, all’arcata dentale, pressochè perfetta. E si potrebbe continuare. E’ necessario, per stare bene con se stessi a livello corporeo, conoscere e valorizzare ogni aspetto positivo, per riuscire poi ad accettare anche ciò che costituisce area di debolezza!
Inoltre Luca ha uno splendido carattere: molto affidabile, generoso, disponibilissimo, attento ascoltatore, capace di massima riservatezza, con una dote piuttosto rara, quella dell’umiltà. Si può definire una gran bella persona!
Anche le sue doti intellettuali sono notevoli: sveglio e creativo, coglie le cose al volo, ha notevole spirito critico, è ricco di interessi …
Si tratta per lui di riuscire a vedersi anche da un altro punto di vista, senza divenire ossessivo su ciò che non va.

CONSIDERAZIONI
  • L'EMOZIONALITA' non deve essere negata o repressa: ciò turberebbe l'evoluzione psicoaffettiva del soggetto e provocherebbe conflitti interiori pesanti, destinati a lasciare tracce per tutta la vita.

La psicosomatica afferma poi che tali negazioni/repressioni possono portare a malattie fisiche anche molto gravi (asma, ulcera, allergie, cancro, leucemia...)

  • Ma l'EMOZIONALITA' deve essere conosciuta, gestita (cioè dosata, incanalata, orientata...)

Se ciò non avviene, essa si pone con l'irruenza di un fiume in piena, con pericolo per se stessi e per gli altri.

  • L'EMOZIONALITA', correttamente impostata, costituisce per la persona enorme ricchezza e contribuisce in modo rilevante alla sua autorealizzazione (ultimo livello della piramide di Maslow)

 

Ecco alcuni effetti positivi di ricaduta di una sana emozionalità:

  • Ci aiuta a divenire più "umani", cioè più autentici, più ricchi dentro, più veri
  • Ci dona quella vitalità che ci consente di accettarci, di volerci bene, di integrare armoniosamente le varie parti che ci compongono verso una unità

 

  • Ci consente un buon adattamento socio-emotivo, connesso ad un funzionamento personale più felice e più efficace
  • Ci sostiene di fronte alle difficoltà della vita e ci consente di circoscrivere gli effetti negativi

 

  • Ci stimola al rapporto interpersonale, aiutandoci ad uscire da noi stessi e a vivere in empatia con gli altri
  • Ci dà la capacità di gestire/superare le ansie di ogni giorno

 

  • Ci consente di sorridere di noi stessi – per le nostre carenze – senza per questo indurci a compromettere l'autostima
  • Ci orienta di assumere, nei riguardi della realtà e del mondo, posizioni equilibrate, fondate sul discernimento, sulla capacità di analisi e di decisione

 

  • Ci guida verso una progettualità esistenziale, coerente con la nostra visione della vita
  • Facilita una maggiore integrazione sociale

 

  • Ci aiuta, prima ancora che a capirci ed a capire, ad accettarci ed accettare, inducendoci a pensate che noi stessi e gli altri non siamo atteggiamenti da cambiare, ma anzitutto persone da accettare

 

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SUPER IO     ---  PRINCIPIO DI DOVERE  (norme, regole, ideali, principi, valori ...)

IO          ----------  PRINCIPIO DI REALTÀ   (tutto ciò che deriva dalla opaca quotidianità)

ES          ----------  PRINCIPIO DI PIACERE  (bisogni, istinti pulsioni, desideri)

 

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 (2) Adattamento da Gilberto Gillini e Mariateresa Zattoni, Alternativa, testo di educazione religiosa per il biennio della scuola media superiore, La Queriniana, Brescia 1996

 

Fonte: http://www.aplaparma.it/immagini/elem27345172149_all.doc

Sito web da visitare: http://www.aplaparma.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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