Riassunto analisi e struttura novella Rosso Malpelo

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Riassunto analisi e struttura novella Rosso Malpelo

Giovanni Verga: da "Vita dei campi" (1880)

Rosso Malpelo

Schema strutturale della novella
La novella è divisa in otto sequenze ognuna delle quali assolve ad una funzione precisa nel delineare l'analisi della situazione esistenziale ed il dramm a del protagonista. Ecco gli elementi caratt erizza nti di queste otto sequenze.

  1. Il perché del nome Malpelo- Ritratto fisiognomico - Emarginazione e isolamento in famiglia e nella cava-adatta mento di Malpelo alla sua condizione.
  2. Il padre Mastro Misciu e la sua trag ica morte accanto al figlio- le dramm atiche reazioni di Malpelo al crollo in miniera- il suo disperato scavare con le  mani...
  3. Trasformazione del caratt ere di Malpelo dopo la disgrazia - foga nel lavoro - incupirsi del suo carattere-cru deltà verso i giovani comp agni di fatica-
  4. Il personaggio di Ranocchio - du plice atteggiamento di Malpelo nei suoi confronti - disadatta mento di Ranocchio al lavoro nella cava - Malpelo lo aiuta e si dimostra  più forte  di lui, più adatto a quel tipo di vita terribile in miniera).
  5. Rievocazione dolorosa. Ritrovamento del cadavere di Mastro Misciu - nuovo traum a del protagonista - gli abiti, le scarpe e gli attrezzi del padre sono usati da Malpelo, che si riapp ropria definitivamente dell'identità del padre.
  6. L'asino grigio è buttato nella sciara - Malpelo e Ranocchio vanno ad osserv are i suoi resti spolpati - la legge materialistica del vivere è riaffermata - la morte come unica possibilità di sottrarsi alla sofferenza-pessimismo integr ale di Rosso  Malpelo.
  7. Malattia e morte di Ranocchio - Malpelo gli sta accanto e si augura una sua breve sofferenza.
  8. La morte in miniera di Malpelo - come quella del padre - il suo fantasma riapp are talvolta nella cava con la stess a fisionomia terribile di quello del padre.

 

Il protagonista della novella è Rosso Malpelo,un cavatore di sabbia , che trascorre la sua misera vita in miniera, nel ricordo della tragica scomparsa del padre, avvenuta   a


causa di un crollo nello stesso luogo dove è lui impegnato. I temi e l'ambientazione della novella sono in stretto rapporto con le pagine dedicate a "Il lavoro dei fanciulli nelle zolfare siciliane" nell'inchiesta "La Sicilia del 1876" di L. Franchetti e S. Sonnino.

La novella fu pubblicata in un opuscolo nel 1880 con il sopratitolo di "scene popolari" in una collana periodica della rassegna delle Società Operaie di Mutuo  Soccorso.

PRIMA SEQUENZA

" Malpelo di chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riuscire un fior di birbone..."

I "perchè" inseriti dal narratore non si spiegano con un vero e proprio nesso di causa ed effetto. E' solo la mentalità popolare che ,in modo superstizioso, associa alla capigliatura rossa alcune caratteristiche negative del carattere. Verga annota puntualmente questa espressione , che rifl ette il punto di vista popolare. E' la tecnica del discorso indiretto libero, che caratterizzerà "Vita dei campi" ed "I Malavoglia".

In base ad essa l'autore italianizza frasi del gergo popolare, proverbi, modi di dire che riproducono fedelmente la mentalità  del  gruppo  di parlanti  in  cui  è  ambientata la novella.

Il racconto si svilupp a in terza persona (quindi non è discorso diretto), ma sfrutta libera mente una parlata anonima , che si può facilmente  rintra cciare  nei  discorsi della gente del luogo.

La condizione di Malpelo è quella di un emarginato. Persino in famiglia la madre "aveva dimenticato il suo nome di battesimo". Dubita della sua onestà nel  consegnare tutti i soldi guadagnati in settimana e anche la sorella lo malmena. Malpelo vive solo per il suo lavoro ;vale solo per quanto pu ò guadagnare. Il fattore economi co diven ta determinante fin dall'inizio e serve, già da solo, a privare della sua più intima umanità il personaggio.
Così viene descritto Rosso Malpelo


"...un monellaccio che nessuno avrebbe voluto vedersi davanti, e che tutt i schivavano come un can rognoso..." "Egli era davvero un brutto ceffo, torvo, ringhioso e selvatico...".

Egli si isola persino nel momento del pasto, quando "va a rincantucciarsi con il suo corbello fra le gambe, per rosicchiarsi quel suo pane di otto giorni come fanno le bestie sue pari ".
"...ciascuno gli diceva la sua motteggiandolo (deridendolo), e gli tiravan dei sassi, finchè il soprastante lo rimandava al lavoro con una pedata "

Non solo dunque Rosso Malpelo è emarginato, ma quasi fatto bersaglio di  una  cieca violenza da parte dei compagni di lavoro, che si rivalgono della loro misera condizione su di lui, incapace di reagire e sottomesso ad ogni  forma  di  oppressione .

 

"Egli ci ingrassava fra i calci e si lasciava caricare meglio dell'asino grigio, senza osare lagnarsi".

Si profila la personalità del protagonista: non solo sopravvive a quella condizione di degra dazione, ma,dice Verga, "ci ingrassa" cioè se ne nutre, se ne avvale, la accetta come conseg uenza logica delle leggi della miniera e della vita. La sua è una triste e sorda acquies cenza, priva di prospettive di riscatto.

La sequenza si chiud e con una notizia riferita sinteticamente: la morte di Mastro Misciu, il padre, nella cava. Questa disgrazia giustifica la permanenza di Rosso Malpelo in quel posto di lavoro:

"lotenevanoaddiritturaper carità e perché Mastro Misciu, suo padre, era morto nella cava."

 

SECOND A SEQUENZA

Comp rende la descrizione dei ritmi pesanti di lavoro del padre Mastro Misciu, che accettava i cottimi (lavori protratti e retribuiti a seconda della quantità di sabbia sterrata), la  morte tragica  dello  stesso,  un sabat o  sera, mentre sta conclud endo uno


scavo pericoloso ed infine le dramm atiche reazioni all'evento da parte di Malpelo. Il racconto si svilupp a come una narraz ione popolare, intercalata da modi di dire proverbiali :ad esempio i comp agni di lavoro,  rivolti  a  Mastro  Misciu  gli  raccoman dano di ".. non fare la fine del sorcio ".
Malpelo mal sopporta lo sfruttamento del padre ed è accanto a lui quando  il pilastro di sabbia cade improvvisamente e silenzioso inghiotte il suo corpo. E' ancora accanto al padre che strilla con una voce che " ..non ha più nulla di umano ", supplicando di scavare al più presto. Invece i soccorsi arrivano tardi.
La notte fuori della miniera è stellata e  bella ; l'ingegnere che  dirige i  lavori  della cava è a teatro e, quando sopraggiunge, non pu ò più fare nulla per salvare Mastro Misciu. Tutti si rassegnano presto.

Solo Malpelo .."nonrispondevanulla,nonpiangevanemmeno,,scavavacolle unghie là nella rena, dentro la buca, sicchè nessuno s'era accorto di lui; e quando si accostarono con il lume gli videro un tal viso stravolto e tali occhiacci invetrati e tale schiuma alla bocca da far paura; le unghie gli si erano strappate e gli pendevano dalle mani tutte in sangue.Poi quando vollero toglierlo di là fu un affar serio;non potendo più graffiare mordeva come un cane arrabiato e dovette afferrarlo pei capelli, per tirarlo via a viva forza."

Dunque il protagoni sta appare totalmente trasformato da quella drammatica esperienza. Il suo carattere, come lo conosciamo fin dall'inizio della novella , ha inizi ato a delinearsi veramente solo dopo la morte del padre. Nel dispe rato e vano tentativo di ritogliere alla terra quel corpo, si consuma l'ultima ribellio ne di Malpelo . Ma contemporaneamente si sanziona anche  definitivamente  il suo futuro destino.

" Malpelo tornò alla cava dopo qualche giorno..."

 

Come è impossibile richiamare in vita il padre, così non si pu ò sfuggire alle leggi  della povertà e del bisogno: il lavoro del padre  deve essere  continuato  dal figlio. Sono le rigide leggi  economi che che non possono  essere spezz ate. La cava diven ta la prigione di Malpelo, il luogo della sua muta rassegnazione, delle sue crudeli paure, delle misteriose apparizioni, e anche il luogo della sua morte.


Incomincia poi a configurarsi il particolare rapporto con gli animali da parte di Malpelo. Il cane gli voleva bene poiché riceveva da lui il pane del quale il ragazzo si privava volentieri, perchè "non mangiava quasi ed il pane lo buttava al cane , come non fosse grazia di Dio". " Ma l'asino grigio, povera bestia, sbilenca e macilenta, sopportava tutto lo sfogo della cattiveria di Malpelo; ei lo picchiava senza pietà, col manico della zappa, e borbottava: "Così creperai più presto!".

Con gli animali Malpelo instaura relazioni diverse: benefica il cane del suo cibo, sentendolo quasi a lui vicino. Percuote invece l'asino grigio, che diventa oggetto passivo della sua violenza.

Successivamente nella novella il vecchio asino che nella cava trasporta i pesanti carichi senza reagire, quasi immagine trasferita  dello  sfruttamento del protagonista, riapparirà: ma questa volta morto, ormai carcassa buttata giù nella sciara, spolpato nei suoi resti dai cani selvatici.

 

Malpelo mostra quest'imm agine al debole Ranocchio, indicando in quella macabra realtà il senso di tutta la vita. L'uomo e l'animale sono simili. Vivono con il  loro  corpo, sottoposti al dolore continuo della loro condizione. Finché,  dopo la  morte, solo pochi resti daranno il senso di un'esistenza  inutile.

TERZA SEQUENZA

Si parla della trasformazione di Malpelo dopo la morte del   padre.

 

"Dopola morte del babbo pareva che gli fosse entrato il diavolo in corpo, e lavorava al pari di quei bufali feroci che si tengono con l'anello al naso".
A questa foga nel lavoro si accomp agna un carattere sempre più  chiuso  e cattivo,  ma anche pronto a subire senza protestare "Proprio come gli asini che curvano la schiena ma seguitano a fare a modo loro".
Con gli altri ragazz i era crud ele e " sembrava che si volesse vendicare sui deboli di tutto il male che si immaginava gli avessero fatto,a lui e al suo babbo" .


QUARTA SEQUENZA

Viene presentato il personaggio di Ranocchio , "..un povero ragazzott o venuto a lavorare da poco tempo nella cava, il quale per una cadu ta da un ponte si era lussato il femore e non poteva più fare il manovale".
Fin da queste prime notizie Verga ci informa che Ranocchio è inadatto al  lavoro della cava.
L'atteggiamento di Malpelo con lui è ambiguo. Talvolta lo picchia e lo tor menta in cento modi, per spingerlo a difendersi, per incitarlo a cercare dentro se stesso la forza di resistere a quel difficile ambiente. Ma poi, vedendo che il lavoro di Ranocchio era troppo pesante, e che lui piagnucolava, Malpelo gli dava una mano, dicendo con un certo orgoglio: "Lasciami fare; io sono più forte di te...io ci sono avvezzo".

Il personaggio di Ranocchio  è  importante  per  far  notare  la  legge  darwiniana  dell 'adattamento del più forte  all'ambiente.  Anche  se  Ranocchio  serve  per  far tra pelare una certa umanità in Malpelo, fatta di comp rensione e tenerezza per il debole, la sua funzione principale è quel la di mettere in riliev o l'ineso rabile legge della selez ione naturale. Egli, dopo aver osser vato insieme a Malpelo la carcassa dell'asino grigio, spolpata dai cani, emblema della legge materialistica che regge la vita della natura e dell'uomo, soccomberà proprio a quell a legge morendo a causa degli  stenti della vita in miniera.
Durante le conversazioni con Ranocchio, Malpelo spiega la legge che condiziona la sua vita .
" Egli avrebbe certo preferito di fare il manovale e lavorare cantando sui ponti....o il carrettiere... dondolandosi sonnacchioso sulle stanghe con la pipa in bocca.....o meglio ancora avrebbe voluto fare il contadino che passa la vita fra i campi in mezzo al verde. Ma quello era stato il mestiere di suo padre e in quel mestiere era nato lui".

Dunque è la cava il suo vero mondo dove era rimasto fin da bambino accanto a quel buco nero (la sciara) dove il padre soleva condu rlo per mano. Alla paura di  Ranocchio egli oppone la sua sicurezza, parlando degli uomini, che "ce  n'erano rimasti tanti, o schiacciati o smarriti nel buio".


QUINTA SEQUENZA

Si parla del ritrovamento del cadavere di mastro Misciu nella cava.

 

Un giorno nella cava si ritrova una delle scarpe di mastro Misciu e Malpelo "fu colto   da tal tremito che dovettero tirarlo all'aria aperta con le funi, proprio come un'asino che stesse per dare dei calci al vento". Da quel giorno Malpelo fu colto da una tale paura di veder comparire fra la rena anche il piede nudo del babbo,che non volle mai più darvi un colpo di zappa e ...andò a lavorare in un altro punto della galleria".
Fu poi scoperto il corpo di Mastro Misciu, coi calzoni indosso , e steso bocconi che sembrav a imbalsamato". "Il carrettiere sbarazzò il sotterraneo dal cadavere al modo stesso che lo sbarazzava dalla rena caduta e dagli asini morti".
I calzoni e la camicia di Mastro Misciu furono riadattati per Malpelo mentre le scarpe del padre furono tenute in serbo per quando egli fosse cresciuto.  Malpelo  "se  li lisciav a sulle gambe quei calzoni di fustagno quasi nuovo, gli pareva che fossero  dolci e lisci come le mani del babbo che solevano accarezzarg li i capelli". Anche le scarpe la domenica "se le pigliava in mano, le lustrava e le provava".
Aveva ereditato infine il piccone e la zapp a del padre.

Con questi gesti Malpelo si riappropria  defini tivamente  dell'identità  paterna, supe ra il trauma della macabra scoperta del corpo , rivestendo in tutto e per tutto il suo ruolo sociale e preparandosi a ripercorrere determinis ticamen te la sua sorte.

SESTA SEQUENZA
L'asino grigio è stato buttato  nella sciara.
"Gliarnesi che non servono più si buttano lontano". Malpelo così dice a Ranocchio, dopo averlo condotto a forza sull'orlo della sciar a. E' questa la legge che gli  vuole  insegnare "avvezzarsi a vedere in faccia ogni cosa bella o brutta".
L'asino grigio non soffriva più e se ne stava tranquillo a lasciarsi spolpare dai cani le ossa bianche .... Solo la morte lo aveva liberato dal dolore della  vita.


SETTIMA SEQUENZA

La morte di Ranocchio è precedu ta dalla sua lenta malattia ai polmoni, mentre Malpelo ora lo aiuta nella du ra vita di miniera, ora se ne sta "chino su di lui, fissandolo con quei suoi occhiacci spalancati allorché lo udiva gemere sottovoce". "E' meglio che tu crepi presto se devi soffrire in tal modo".
Malpelo ha più paura della sofferenza che della morte, anche per il  suo  piccolo  debole amico: la sofferenza è utile solo se conduce alla salutare reazione che porta a soprav vivere nell'ambiente. Se tale reazione non era possibile, meglio affrontare le leggi della natura.

OTTAVA SEQUENZA

Alla cava viene a lavorare un evaso dalla prigione. Ma neanche costui sa adattar si a quella "vitaccia da talpa". "Piuttosto si contentava di stare in galera tutta la vita".

Dopo questo ultimo esempio di mancato adatta mento alla vita della  miniera  non resta al narrato re che concludere, deter ministicamente, la parabola della vita di Malpelo. "Leossa le lasciò nella cava Malpelo, come suo padre".
Esplora ndo un passaggio che avrebbe permesso di risparmiare una buona metà di manodopera nel cavar fuori la sabbia, Malpelo si smarrì proprio come quel minatore che in base ad un racconto popolare "cammina ancora al buio gridando aiuto, senza che nessuno possa udirlo". La cava lo inghiottì, né si seppe più nulla di lui, proprio com'era accaduto per il padre.

Malpelo con il suo portamento minaccioso sembra ricomparire nel cuore della miniera "coi capell i rossi e gli occhiacci grigi", quasi presenza diabolica che incarna le paure di sempre della miniera.

 

Fonte: http://www.aiutodislessia.net/wordpress/wp-content/uploads/2014/04/Analisi-rosso-Malpelo.pdf

Sito web da visitare: http://www.aiutodislessia.net

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