Riassunto Psicologia dinamica

Riassunto Psicologia dinamica

 

 

 

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Riassunto Psicologia dinamica

PSICOLOGIA DINAMICA

Disciplina che studia l’azione dei processi mentali, per lo più inconsci che determinano la condotta umana.

Insieme delle teorie psicologiche – in genere di personalità – che hanno un carattere ―dinamico‖ cioè considerano l’individuo come soggetto in divenire, in cui agiscono forza ed energia variamente denominate e originate sin dall’inizio che dall’esterno.

 

FREUD

Secondo  Freud  vi  sono  2  tipi  di  realtà  una  mentale  e  una  esterna.  In  una  relazione intitolata

―L’Etiologia dell’isteria‖ spiega l’origine della nevrosi isterica.

IPOTESI 1: è dovuta ad un trauma sessuale precoce che in un primo momento è stato rimosso perché un ricordo relativo a esperienze sessuali infantili (ovvero prima del raggiungimento della maturità  sessuale  o addirittura  prima  del  raggiungimento  della  capacità  di  rielaborare attraverso

 l’utilizzo della parola) mentre in un secondo momento vi è la riattivazione dei ricordi a seguito dei cambiamenti puberali.

IPOTESI 2: è dovuta a produzioni psichiche del soggetto, nascono dall’intreccio inconscio di cose sperimentate e udite secondo certe inclinazioni.

METODO CATARTICO: (purificazione, scarica emotiva) i fenomeni isterici scompaiono quando viene riproposto l’evento che aveva causato il sintomo

LIBERE ASSOCIAZIONI: l’analista invita il paziente a comunicare tutto ciò che gli viene in mente senza alcuna remora e censura. Per favorire ciò Freud curava il setting (ambiente dove si svolge l’analisi), punto centrale dell’analisi era il transfert (risposta emotiva del paziente al terapeuta che deve essere discussa e analizzata)

 

PSICOANALISI

Tecnica terapeuta. Metodo d’indagine delle modalità con cui si svolgono e si manifestano i processi psichici e modello interpretativo e teorico della vita psichica. Lo psichismo non è riducibile alla sola funzione della coscienza. Alcuni contenuti mentali diventano accessibili alla coscienza solo dopo aver superato delle resistenze. I contenuti inconsci sono dinamicamente attivi e cercano modalità di espressione.

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PUNTO DI VISTA TOPICO (I° TOPICA)

Metafora spaziale, topografica nel descrivere la psiche.

INCONSCIO: contenuti mentali che non sono presenti nella coscienza (inconsapevoli) ma sono dinamicamente attivi ed esercitano una pressione permanente per ottenere l’accesso alla coscienza. Incontrano forze contrarie e si esprimono solo attraverso derivati (lapsus, sintomi, sogni) PRECONSCIO: contenuti mentali che non sono immediatamente presenti nella coscienza ma possono diventare consapevoli.

CONSCIO: contenuti psichici accompagnati dalla piena consapevolezza del soggetto.

 

PUNTO DI VISTA DINAMICO

L’attività umana è diretta ad ottenere il piacere e ad evitare il dolore. Freud elabora il

PRINCIPIO DI PIACERE: l’organismo lotta per ottenere una riduzione diretta e immediata della tensione che fa diminuire il dolore e produce piacere.

 PRINCIPIO DI REALTA’: è la capacità di porsi a confronto con la realtà e raggiungere con essa un compromesso: l’apparato mentale esamina la realtà e valuta varie azioni possibili da intraprendere prima di permettere all’energia di scaricarsi.

 

PUNTA DI VISTA ECONOMICO

Riguarda l’intensità delle forze psichiche.

Secondo Freud non esiste una differenza qualitativa tra i processi psichici normali e quelli patologici. Es: i conflitti inconsci sono gli stessi, ma nei nevrotici sono molto più intensi che negli individui normali.


PUNTO DI VISTA STRUTTURALE (II° TOPICA)

Descrive la struttura dell’apparato psichico, suddividendo la personalità in 3 istanze.

ES: serbatoio delle pulsioni (sessuali, aggressive, ecc.) e dell’energia psichica. È intimamente connesso con i processi organici dai quali attinge le sue energie. Opera secondo il principio del piacere. Si sviluppa per prima. I contenuti vengono rimossi attraverso i meccanismi di difesa.

È sede delle pulsioni inconsce che mirano al soddisfacimento allucinatorio dei desideri primari.

IO: è la parte cosciente della personalità, la sua funzione è quella di mediare tra ES e SUPER-IO. E’ la parte più debole e instabile, per questo è la sede dell’angoscia. Svolge funzioni attinenti  al pensiero vigile (memoria, percezione) e funzioni difensive.

SUPER-IO: coscienza morale che condiziona le scelte dell’IO e inibisce gli impulsi dell’ES. Si forma per interiorizzazione della richiesta dei divieti genitoriali e inibisce gli impulsi dell’Es. Si compone di parti: COSCIENZA (è costituita dalle proibizioni e dai divieti genitoriali. Come i genitori hanno punito il b/o per le sue trasgressioni, così la coscienza punisce la persona con sensi di colpa); IO IDEALE (si riferisce ad uno standard di condotta verso cui il b/o tende i propri sforzi. Allo stesso modo in cui il b/o è stato premiato dai genitori per certi comportamenti, viene ricompensato dall’IO IDEALE attraverso sentimenti di autostima e orgoglio).

 

SVILUPPO DELLA PERSONALITà

FASE ORALE: la bocca è il principale regione dell’attività dinamica. La principale fonte di piacere deriva dalla bocca ed è legato all’atto di mangiare.

FASE ANALE: è legata all’acquisizione del controllo degli sfinteri. In questa fase il b/o fa la prima esperienza di controllo di una pulsione.

FASE FALLICA: la regione più rilevante è quella genitale.

FASE GENITALE: è proceduta dal periodo di latenza (l’interesse del b/o è incentrato sull’attività sociale e si sviluppa l’interesse per l’altro sesso) e segna l’inizio dell’età adulta.

COMPLESSO DI EDIPO: consiste nel rivolgere la libido al genitore di sesso opposto provocando una sorta di ostilità nel genitore dello stesso sesso. Questa situazione provoca nel b/o senso di angoscia che lo spinge a rimuovere sia il desiderio per la madre sia l’avversione per il padre. Nel b/o vi è l’angoscia di castrazione. Nella b/a l’invidia del pene.

 

MECCANISMI DI DIFESA PRESENTI NELLA NOSTRA PSICHE

Sono funzioni dell’IO destinate a proteggere il soggetto dalle richieste istintuali dell’ES o da un esperienza pulsionale percepita come pericolo. I meccanismi di difesa si formano nel corso dell’infanzia quando si presenta una minaccia proveniente dal mondo interno e più raramente dalla realtà esterna. Operano ad un livello automatico e inconscio.

RIMOZIONE: fa dimenticare gli eventi troppo dolorosi della prima infanzia.

FORMAZIONE REATTIVA: fa reagire in modo diverso a quello che in realtà impongono le pulsioni.

FISSAZIONE: impedisce il passaggio da uno stadio all’altro perché ritiene troppo pericoloso.

REGRESSIONE: fa tornare alla fase di sviluppo precedente perché più rassicurante.

PROIEZIONE: il soggetto attribuisce ad un’altra persona pensieri, sentimenti e desideri inaccettabili. Tale meccanismo può causare disturbi psichici, ad esempio: paranoia

 

IDENTIFICAZIONE

È un meccanismo attraverso cui una persona assume tratti caratteristici di un’altra persona e l’incorpora nella propria personalità. Viene scelto il modello che sembra riuscire a soddisfare meglio le necessità. In Freud vi è un evoluzione del concetto di identificazione, egli individua 3 fasi:

    • IDENTIFICAZIONE VISTA COME PROCESSO ANALOGICO
    • INCORPORAZIONE
    • STRUTTURAZIONE DEL Sé

 

IDENTIFICAZIONE VISTA COME PROCESSO ANALOGICO (PER SOMIGLIANZA)

Tendenza ad assumere su di sé alcuni tratti caratteristici di situazioni, persone o eventi dei quali si avverte la profonda somiglianza con aspetti della propria realtà interna ed esterna. È un’identificazione parziale o superficiale in quanto il soggetto che s’identifica non subisce alcuna modificazione ad opera del modello (non modifica il modo di essere).


L’identificazione analogica svolge un ruolo centrale nella genesi dei sintomi isterici. In tal modo l’identificazione non rappresenta più semplicemente il processo tipico della formazione dei sintomi isterici, ma il fondamento dell’evoluzione psicologica.

 

INCORPORAZIONE ORALE

Il soggetto incorpora gli oggetti esterni trasformandoli in parti della propria struttura interna.

 

STRUTTURAZIONE DEL Sé

L’identifica determina la strutturazione delle istanza della personalità ed interviene sia nella normalità che nella patologia. Le identificazioni preludono e concorrono al consolidamento dell’Io (es. le identificazioni con i genitori fanno si che alcune loro caratteristiche entrano a far parte dei contenuti dell’Io) e alla formazione del Super-Io. L’identificazione intesa come introiezione perde quella connotazione distruttiva che aveva quando era definita come incorporazione orale. A seguito dell’interazione continua il mondo esterno, si forma, nella mente del b/o un mondo interno. Quest’ultimo non è una copia esatta del mondo esterno perchè viene modificato dalle proiezione del b/o.

Il b/o entra in contatto con il mondo esterno attraverso le pulsioni (pianto, sorriso). Però ci sono dei momenti in cui il b/o ha pulsioni negative che riversa sull’oggetto esterno. Es. l’attesa del latte.

In Freud i rapporti tra realtà esterna e interna sono mediati dai processi di introiezione e proiezione.  In Freud c’è una superiorità del mondo interno perché il mondo personale viene elaborato dalla persona stessa.

 

PULSIONI

Organismo umano come sistema energetico la cui energia viene utilizzata per degli scopi. Gli elementi costitutivi della pulsione sono:

FONTE: una considerazione fisica o un bisogno. Il processo eccitante di un organo.

META: soppressione della pulsione

OGGETTO: ciò che permette il soddisfacimento di una pulsione

SPINTA: energia o forza di una pulsione

PULSIONI DI VITA: servono alla conservazione dell’individuo e alla propagazione della specie (pulsione sessuale)

PULSIONI DI MORTE: ―la meta di tutto ciò che è vivo, è la morte‖. Sono legate al desiderio inconscio che tutte le persone hanno di morire. Dalla pulsione di morte deriva la pulsione aggressiva.

 

 

JUNG

Jung fu un medico, ed era molto affascinato da Freud, tanto da dover essere il suo successore. Ma successivamente si allontana da Freud e le cause sono:

  • Rifiuto del pansessualismo ( Per Freud l’energia umana è sessuale, per Jung l’energia umana è spirituale)
  • Differenze nel concetto di Inconscio
  • Differenze sull’eziologia del comportamento. Infatti per Jung i fattori che influenzano la condotta umana sono:

Passato: storia individuale (famiglia) e storia di membro della razza umana – casualità. Futuro: fini e aspirazioni – teologia.

Mentre per Freud il comportamento del l’uomo è legato solo al passato, per Jung è importante sia il passato in quanto membro della razza umana sia il futuro.

 

La teoria di Jung si chiama PSICOLOGIA ANALITICA.

L’INNOVAZIONE di Jung: introduzione della nozione di INCONSCIO COLLETTIVO.

 

Jung distingue la struttura della psiche in 3 parti:

  • MENTE COSCIENTE (IO): percezioni, ricordi, pensieri e sentimenti consapevoli che sono organizzati in complessi (gruppo organizzato di sentimenti, pensieri e percezioni). Es. complesso materno: insieme di idee, sentimenti, ricordi connessi con la figura materna.

  • INCONSCIO PERSONALE: (simile a Freud). Insieme di contenuti mentali, rimossi, dimenticati o ignorati., perché possiedono una energia troppo debole per poter raggiungere la coscienza.
  • INCONSCIO COLLETTIVO: deposito nella mente dell’uomo di tutte l’esperienze che ha compiuto nel corso dei millenni. Si manifestano sotto forma di predisposizione. È in patrimonio ereditario comune a tutti gli uomini e costituisce la vera e propria base della psiche. All’interno vi sono degli archetipi

 

ARCHETIPI

    • Sono comuni a tutti gli esseri viventi
    • Componenti dell’inconscio collettivo
    • Sono modelli primordiali innati
    • Deposito stabile nella psiche di esperienze costruite durante molte generazioni
    • Alcuni archetipi hanno subito un evoluzione tale che possono essere descritti come sistemi psichici autonomi.

 

PERSONA: personalità esteriore attraverso cui l’individuo si propone al mondo. Maschera, ovvero determinati comportamenti che si assumono in occasioni, che l’individuo porta per rispondere alle esigenze delle convenzioni sociali. È la funzione che gli viene assegnata dalla società. Implica l’esclusione dell’atteggiamento cosciente di elementi che potrebbero nuocere all’immagine che si propone. È un compromesso tra individuo e società.

 

ANIMUS/ANIMA: in ogni uomo vi e una componente femminile inconscia nella propria personalità e in ogni donna vi è una componente inconscia maschile. è la personalità interiore.

ANIMUS: archetipo femminile nell’uomo ANIMA: archetipo maschile nella donna

Es: infatti se nell’atteggiamento esteriore dell’uomo prevale la logica e la concretezza. Nei riguardi  dei processi interiori l’uomo si vale del sentimento.

Mentre nell’atteggiamento esteriore della donna prevale il sentimento. Nei riguardi ei processi interiori si vale della ponderazione.

 

OMBRA: figura archetipica che personifica i tratti, gli atteggiamenti e le caratteristiche che l’individuo non riconosce come propri poichè non socialmente desiderabili. Comprende la sfera animale degli istinti e la psiche primitiva e arcaica. È opposta all’Io e alla coscienza, alla persona, tutti quei sentimenti che l’individuo considera riprovevoli che li nega inconsapevolmente. Comprende delle qualità inferiori infantili e primitive che rendono l’esistenza umana più vivace per questo motivo è necessario stabilire un contatto.

 

Sè: centro della psiche a cui si strutturano gli altri sistemi. È situato tra la coscienza e l’inconscio. Rappresenta la totalità della persona. È lo scopo della vita e la sintesi del processo d’individuazione. Non è presente sin dalla nascita ma è un obiettivo a cui tutti gli uomini tendono.

 

PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE

È la tendenza dell’individuo a evolversi verso un unità stabile. È un processo di formazione dell’individuo psicologico. Il fine ultimo dello sviluppo è l’autorealizzazione ovvero la formazione del sé che si ha quando l’individuo ha coscienza delle cose inconsce e di quelle esteriori.

L’individuazione si realizza attraverso la:

 

DISIDENTIFICAZIONE CON LA PERSONA: è una presa di coscienza e al contempo distanza dalla maschera che si propone agli altri. è necessaria per procedere nel viaggio dell’individuazione. Il distacco dalla Persona si ottiene quando si ha la possibilità di realizzare se stesso all’interno e non all’esterno del sociale.

 

INTEGRAZIONEANIMUS/ANIMA: presa di coscienza dell’identità di genere, femminilizzazione dell’uomo e mascolinizzazione della donna.


RELATIVIZZAZIONE DELL’IO: è una progressiva presa di coscienza del mondo interno. Secondo Jung nelle prime fasi della vita, il centro dell’individuo è l’IO. Successivamente si prende coscienza che   esistono       parti   nascoste.   Questa   presa   di   coscienza   è   la   relativizzazione     dell’IO.

 

 

INDIVIDUAZIONE

Progressiva differenziazione ed evoluzione delle diverse istanze di personalità. Quando l’individuazione si realizza pienamente si ha la realizzazione del sé.

 

FUNZIONE TRASCENDENTALE

Consiste nell’integrazione dei diversi sistemi che si realizza quando per mezzo dell’individuazione si giunge ad una completa differenziazione delle istanze e dei sistemi. La funzione trascendentale concilia gli indirizzi opposti dei diversi sistemi. È caratterizzata dalla sintesi degli opposti.

 

INTERAZIONI TRA LE ISTANZE DELLA PERSONALITà: LA REALIZZAZIONE DEL

Fine ultimo del processo di individuazione e la realizzazione del sé.

    • COMPENSAZIONE: un istanza può compensare la debolezza di un’altra – equilibrio tra un dato cosciente e inconscio (es. se ho una debolezza fisica cerco una forza intellettiva).
    • CONGIUNZIONE: coesistenza di opposti sia nella coscienza che nell’inconscio.
    • UNIFICAZIONE: costruzione di un sintesi di opposti, quando si crea un’altra tendenza.
    • CONVERSIONE (ENANTIODROMIA): passaggio da un opposto all’altro. Es da aggressivo a calmo.
    • La realizzazione del sé è successiva alla realizzazione dell’io. È una sintesi tra individualità e totalità, tra mondo esterno e interno, tra Io e l’Altro.

 

 

GLI STADI DELLA VITA

Jung individua 4 stadi della vita. (tutte le età sono importanti)

    • Infanzia (nascita-5°anno)
    • Prima maturità
    • Mezza età
    • Vecchiaia

 

INFANZIA

Questo periodo coincide con la massima attività del Sé. Questi anni sono caratterizzati da una progressiva differenziazione di un Io cosciente, dai substrati inconsci che sostituiscono la sfera di esistenza del b/o.

Nel b/o, attraverso le relazioni che riesce a stabilire con il mondo reale, avviene una graduale strutturazione dell’Io, con lo sviluppo della coscienza di esistere come soggetto diverso dagli altri.

La figura più significante nel b/o è la madre. La qualità del rapporto d’amore con la madre influenzerà l’amore che la persona svilupperà per la vita. L’amore per la madre è incondizionato. L’amore per il padre è condizionato dall’adozione di valori, modelli e comportamenti riconosciuti e accettati dalla società.

Per crescere in modo adeguato il b/o ha bisogno di accadimento fisico ed emozionale.

La differenziazione tipologica ovvero la tendenza ad avere un atteggiamento introverso o estroverso è influenzato dalle tipologie dei genitori.

 

PRIMA MATURITà

Vi è un adattamento alla società e lo sviluppo dei ruoli sociali

Vi è un affermazione dell’Io e sviluppo della coscienza individuale

La prima maturità si caratterizza per l’estroversione ovvero si raggiunge una certa autonomi, si raggiungono ruoli sociali ovviamente se non è presente una timidezza psicologica.


Maturazione della capacità di relazionarsi e amarsi. Si ha un amore fondato sulla reciprocità delle funzioni. Tutti e 2 i componenti sono nella stessa posizione a differenza dell’infanzia in cui vi è una posizione gerarchica.

 

MEZZA ETà

Momento del 1° bilancio della vita. Si ha piena forza e volontà, ma anziché guardare al futuro spesso si guarda al passato e si cirenee conto che si sono compiuti degli sbagli e non si può tornare più indietro.

La mezza età si caratterizza per l’introversione che si esprime con l’ascolto di sé.

 

VECCHIAIA

Vi sono dei cambiamenti fisici e psichici. Le figure interiori assumono un importanza altamente significativa. È una fase di preparazione alla morte e di accettazione di essere parte di un destino collettivo.

Viene sottolineato da tutti coloro che danno importanza alle fasi della vita il carattere non negativo delle vecchiaia, perché in questa fase si assumono delle caratteristiche (saggezza) nonostante il declino fisico.

 

REALTA’ PSICHICA E REALTA’ MATERIALE

Secondo Jung la realtà psichica è più reale della realtà materiale perché:

    • Le fantasie e le immagine influenzano la percezione e la interpretazione della realtà esterna.
    • La realtà sensibile (mondo della materia) e la realtà intelligibile (mondo dello spirito) sono accessibili solo tramite le immagini che vengono prodotte dalla realtà psichica.
    • La realtà fisica è solo una deduzione.

 

 

MELANIE KLEIN

Non aveva né formazione biologica né clinica, ma psicoanalitica e realizzò le sue esperienze cliniche sui b/i. Si occupa dello sviluppo psichico e dà importanza alla dimensione infantile. Utilizzò la sua esperienza di madre per elaborare il suo metodo di formazione infantile.

Fece propria la 2° topica di Freud. Rispetto a Freud mostrò particolare interesse sui b/i. Il b/o della Klein come quella di Freud  è RICOSTRUITO.

Freud intuisce ciò che accade quando si è piccoli attraverso l’esperienze cliniche con adulti.

Invece Klein mostrò più interesse ai b/i lavorando direttamente con loro, attraverso il gioco. Osserva i b/i         più         grandi         per         ricostruire         le         loro         prime         fasi         di       vita.

 

OGGETTO INTERNO

Klein spiega e interpreta la realtà psichica in termini di oggetto interno e oggetto esterno (permette di scaricare le pulsioni).

Consiste in una rappresentazione psichica che si forma sull’oggetto esterno sulle persone con cui si  è instaurato un rapporto significativo, prima di tutto la mamma. L’oggetto interno non è una copia dell’oggetto dell’esterno perché è una proiezione, perché è modificato dalle pulsioni, dalle proiezioni del lattante. Nel b/o si forma un mondo interiore che diventa sempre più complesso in cui si formano oggetti che hanno valenza positiva e negativa a seconda della situazione.

La non corrispondenza tra oggetto interno ed esterno è amplificato nelle prime fasi di vita quando il b/o ha un contatto parziale con gli oggetti, in quanto non vede la sua unicità perché non riesce a mettere bene a fuoco, non riesce a vedere ad una distanza di 50cm.

Infatti il neonato non si rende conto che il seno e l’abbraccio appartengono alla stessa persona.

 

1° OGGETTO DEL B/O

è il seno che ha una duplice valenza buono e cattivo.

Buono perché soddisfa la fame del b/o, un piacere; negativo perché gli viene a mancare qualcosa al b/o e iniziano a venirgli i crampi nello stomaco.


Questi oggetti si formano sin dalle origini della vita psichica attraverso meccanismi d’introiezione e proiezione. Infatti sin dalla nascita esiste un IO PRIMITIVO (o Sé) capace di sviluppare fantasie inconsce attorno agli oggetti.

La Klein rispetto a Freud anticipa tutto. Oltre all’Io anticipa anche il complesso edipico: per Freud è a 4 anni; per la Klein a 1 anno.

 

DIFFERENZA NELLA NOZIONE DI OGGETTO INTERNO

    • FREUD: oggetto pulsionale, ovvero che trasmette carica pulsionale
    • KLEIN: oggetto pulsionale e psicologico perché oggetto d’amore, odio e dipendenza.

Per la Klein nella primissima infanzia gli oggetti sono esperiti come fisicamente presenti dentro l’Io con i quali i rapporti possono essere di conflitto o armonia, non sono fantasie coscienti né rappresentazioni ma si originano in fantasie d’incorporazione.

 

FORMAZIONE DEL SUPER-IO

Il super-io è un oggetto interno. Nasce dalle prime introiezioni orali ed è rivolto dai primi impulsi distruttivi e contiene elevate quantità di aggressività.

È un super-io severo, per es. gli impulsi negativi quando ha fame.

Secondo la Klein la lotta tra le pulsioni di vita e di morte è attiva nel b/o sin dalla nascita. La pulsione di morte provoca nel b/o angoscia di annientamento che viene mandata fuori, grazie all’io primitivo, con il 1° oggetto con cui viene in contatto ovvero il seno materno. Stessa cosa avviene per le pulsioni di vita

Secondo la Klein il super-io si sviluppa tra i 6 e i 12 mesi, secondo Freud a 4 anni.

 

FASE SCHIZOPARONOIDEA

Scissione dell’io: le pulsioni di vita e di morte vengono proiettate all’esterno e fissate sul seno materno.

Mediante l’introiezione s’insedia nel b/o l’immagine di un seno buono accanto a quello di un cattivo. Il lattante intrometta il seno cattivo e la parte della pulsione di morte che era stata deviata all’esterno torna ad essere rivolta all’interno, l’io imputa i suoi impulsi distruttivi a quest’oggetto interno (angoscia di annientamento si trasforma in angoscia persecutoria e la pulsione di morte viene convertita in aggressività per resistere agli attacchi persecutori).

SENO CATTIVO: quando l’angoscia viene mandata fuori, quando ritorna dentro è meno difficile da sopportare perché, pur ritornando l’angoscia, l’io primitivo riconosce quella sensazione come qualcosa che viene dall’esterno e non dall’interno. Il b/o combatte il persecutore esterno con l’aggressività.

Il soggetto vive in una situazione tipica di schizofrenia: terrorizzato dalle pulsioni di morte il b/o teme che il seno cattivo perseguiti il seno buono e allo stesso tempo teme che il proprio sé cattivo possa aggredire o danneggiare il seno buono, creando angoscia persecutoria (in Freud angoscia di castrazione)

 

IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA

Consiste in un meccanismo che fa si che parti concrete dell’io e degli oggetti interni vengano scisse e proiettate in un oggetto esterno. Il prevalere dell’esperienze buone su quelle cattive fa superare questa fase e il b/o inizia a credere nella bontà del proprio sé.

Pian piano vi sarà una progressiva integrazione tra oggetti buoni e cattivi, tolleranza agli impulsi aggressivi e riduzione dell’uso dei meccanismi di difesa. Il b/o riesce a tollerare gli impulsi negativi perché capisce che sono momentanei (es. mancanza di latte, sentirsi sporco).

 

POSIZIONE DEPRESSIVA

Il b/o inizia a riconoscere la madre come persona intera. Vi è un passaggio dalle relazioni con l’oggetto parziale all’oggetto totale. Vi è inoltre un avvicinamento tra immagini buone e cattive che vengono attribuite alla stessa fonte e accettazione della relazione tra immagini interne e mondo esterno. Il b/o prova paura di distruggere l’oggetto amato. Il b/o capisce che quel seno buono è  anche quello cattivo e quindi che le immagini positive e negative appartengono alla stessa fonte. Con


ciò supera la fase schizoparanoidea, però sopraggiunge la posizione depressiva perché teme di aver distrutto l’oggetto amato (per aver morso il seno che dà piacere) e anche la madre.

 

EVOLUZIONE DELLA NOZIONE DI OGGETTO INTERNO

  • gli oggetti sono intrinseci alle pulsioni, creati da esse. Al desiderio corrisponde l’immagine di un oggetto che permette di soddisfarlo.
  • oggetti interni come canale attraverso cui definisce la funzione di morte.
  • oggetti interno come realtà dedotte dall’esperienza, da sensazioni sperimentate come estranee a sé (il soggetto può non identificarsi con gli oggetti).

 

MONDO INTERNO

Consiste in innumerevoli oggetti, assunti nell’Io, sotto i quali i genitori sono apparsi (e altre persone) sono apparsi alla psiche inconscia del b/o nelle varie fasi dello sviluppo.

 

ADLER: PSICOLOGIA INDIVIDUALE COMPARATA

Le dottrine sociali e culturali che si svilupparono nell’800 in contrasto con il clima positivistico s’infiltrarono nella psicoanalisi.

La psicologia individuale comparata consiste in una dottrina che affronta lo studio dei processi psichici consci ed inconsci di un individuo confrontandoli sempre con quelli dei suoi simili. Il suo  fulcro è composto da concetti di soggettività e di realtà sociale

La vita psichica può essere compresa solo inquadrandola nell’ambito delle reazioni collettive poiché ogni individuo appartiene sempre alla cultura totale ed a più sottoculture. Quando si parla di  confronto con gli altri si deve tener presente che ogni individuo appartiene a delle sottoculture.

Adler dà importanza alla dimensione esterna. La persona si deve studiare nel contesto sociale in cui vive.

Adler fu influenzato dalla sue vicende di vita.

L’orientamento di Adler è ideografico ovvero tendente all’analisi e alla ricostruzione dei singoli casi, considerati unici e irripetibili.

 

SENTIMENTO SOCIALE

L’uomo è per natura un animale sociale. Il sentimento sociale viene chiamato da Adler anche SENTIMENTO COMUNITARIO.

A differenza dei primi scritti (sentimento non innato), nei secondi scritti Adler sostiene che tale sentimento sociale è innato (sul piano psicobiologico).

Il suo sviluppo viene favorito dalla condotta materna: sono fattori importanti la comprensione e le sue abilità.

Il sentimento sociale non deve essere inteso come semplice appartenenza né come rinuncia all’individualità ma come compartecipazione emotiva e cooperazione.

Il fatto che l’individuo sia animato da tale sentimento non significa che rinuncia alla propria individualità ma deve essere inteso come compartecipazione, con gli altri.

Il sentimento sociale è educabile e pota alla capacità di collaborare, comprendere e relazionarsi sul piano empatico e giudicare ciò che è utile e non utile socialmente.

Adler sostiene che tale sentimento è un principio di vita che una persona deve possedere per un corretto adattamento e per una buona salute psichica. Infatti l’insufficiente preparazione ai problemi della vita (lavoro, amore, amicizia) nasce sempre da una carenza di sentimento sociale. Il sentimento sociale si manifesta nel grado di interesse per tutto ciò che ha attinenza con l’umanità.

Il sentimento può essere modificato. L’individuo può imparare a cogliere l’emozioni degli altri anche profondamente (empatia) capire come quella persona si sente in quel momento.

Per Freud la pulsione non è educabile ma l’oggetto della pulsione si.

 

SENTIMENTO D’ INFERIORITà

In ogni persona è presente un sentimento d’inferiorità.


L’attività umana consiste nel tentativo di passare da un sentimento d’inferiorità ad uno di superiorità (volontà di violenza—aspirazione alla superiorità).

Questo sentimento non è negativo perché permette all’uomo di migliorarsi. L’uomo aspira alla superiorità per compensare le sue limitazioni fisiche o psichiche.

Vi è una lotta per l’autorealizzazione.

Il concetto di autorealizzazione in Adler e analogo al concetto di sé junghiano (è lo scopo della vita e la sintesi del processo d’individuazione).

 

Sé CREATIVO

Adler: sé adleriano. Sistema soggettivo personalizzato che interpreta e rende significative l’esperienze dell’organismo. Adler sottolinea che ciascuno interpreta e rende significative le sue esperienze. Il finalismo è la chiave per comprendere i fenomeni psichici. Ogni individuo è unico. Il corpo e la psiche sono strettamente correlati. Il comportamento è il risultato della tensione verso una meta: l’uomo è condizionato più dalle speranze future che dal passato. Rispetto a Freud dà più importanza al futuro che al passato. Quello che l’individuo compie dipende dalla meta, dallo scopo che vuole raggiungere.

Freud: io freudiano. Insieme di processi psicologici al servizio della mente e degli istinti innati. In Freud non viene mai utilizzato il termine Sé, il comportamento è guidato dalle pulsioni. Il sistema freudiano è deterministico. Le caratteristiche della personalità dipendono da come sono andate la fase orale, anale e fallica.

Jung: dà importanza al passato e al futuro.

 

Per Adler sono ereditarie le caratteristiche fisiche, le disposizioni ma non i tratti del carattere. Per sviluppo della psiche è importante l’ambiente in cui si vive perché influenza i tratti del carattere.

Il Sé creativo è una specifica funzione della mente umana. È un sistema soggettivo altamente personalizzato che ordina le esperienze psichiche in uno stile di vita attraverso cui ogni individuo è riconoscibile e nel quale si riconosce.

 

 

 

SVILUPPO DELLA PERSONALITà

L’uomo è un organismo che prende decisioni ed è padrone del suo destino. Ogni persona ha sin dall’infanzia una forza creatrice e la capacità di intuire il cammino.

Ogni azione è guidata dalla percezione di una meta.

Alla nascita il b/o percepisce idee confuse, progressivamente vi sarà un’organizzazione delle impressioni e reazioni ad esse. Alla fine del periodo dell’allattamento il b/o è in grado di realizzare attività che hanno uno scopo (es. azioni semplici come allungare la mano per prendere qualcosa).

La mente gioca precocemente un ruolo attivo in ogni esperienza di conseguenza il b/o ha una conoscenza precoce delle caratteristiche dell’ambiente in cui vive.

Il b/o ha delle conoscenze dell’ambiente circostante molto complesse (es. a 6 mesi porte il telefono all’orecchio), infatti il b/o attraverso l’osservazione incamera le diverse esperienze.

Il b/o agisce con uno scopo ben definito guidato da una concezione chiara delle caratteristiche dell’ambiente. L’ambiente tende a rafforzare i concetti che il b/o si forma.

 

ORIGINE DELLA PERSONALITà

FREUD ------- sesso (attenzione pulsionale sessuale) JUNG --------- modelli primordiali del pensiero ADLER -------- interesse sociale

 

 

FUNZIONE SELETTIVA

Vi è una tendenza a minimizzare nella mente l’importanza dei fatti, oggetti ed eventi che sono in contraddizione con la sua immagine del mondo. Diamo più importanza, in modo privilegiato, alle cose più consone alla nostra mente. Vi è una tendenza a modificare i fatti per farli diventare ciò per cui sono più corretti per noi.


La psiche quindi costruisce quindi uno SCHEMA DI APPERCEZIONE ovvero quando un fatto o un idea nuova si presentano alla mente, essi vengono subito paragonati con qualche altro fatto o idea che hanno già trovato il loro posto nello schema.

Già nei primi 5 anni di vita il b/o raggiunge l’unità della sua mente. A 5 anni la personalità è formata (stessa cosa per Freud). Sono formati il senso che dà alla vita e  il suo stile di approccio alla realtà.

STILE DI VITA

Lo stile di vita esprime il modo individuale, proprio di ciascuna persona di lottare per la superiorità. Il comportamento dipende dallo stile di vita. Le nostre conoscenze derivano dalle percezioni. La percezione non è uno specchio della realtà esterna, infatti c’è una discrepanza. C’è una parte della realtà esterna che noi non percepiamo (es. ultrasuoni).

Ognuno di noi è propenso a prestare attenzione a particolari cose della realtà. Ogni persona impara, percepisce e acquisisce solo ciò che è in sintonia con il suo stile di vita.

Ciascuno di noi anche senza volerlo coglie maggiormente gli eventi che si avvicinano di più al nostro stile di vita. Lo stile di vita si forma intorno ai 4/5 anni (Freud complesso di Edipo). Negli anni successivi l’individuo può solo acquisire nuovi modi di esprimere il proprio stile di vita.

Lo stile di vita è inconscio e si forma in epoca antecedente alla nascita del pensiero logico. Fattori che possono determinare lo sviluppo di uno stile di vita sbagliano sono:

  • Avere un’inferiorità
  • Essere viziati
  • Essere trascurati

(Per quanto riguarda gli ultimi 2 punti, in Winnicott in maniera analoga è presente con il falso sé). Questi 3 punti probabilmente derivano dalla esperienza personale di Adler.

 

CONCLUSIONI

Per la prima volta con Adler troviamo una persona che decide cosa fare. In Freud e Jung ciò non è presente.

Si oppose al postulato freudiano secondo cui il comportamento è determinato da istinti innati.

Si oppose all’idea junghiana secondo cui la condotta è guidata da archetipi innati. Secondo Jung infatti il comportamento è determinato da qualcosa che va al di là della volontà dell’individuo.

Secondo Adler l’uomo non vive nel vuoto ma in un contesto sociale fin dalla nascita.

 

 

WINNICOTT

Studia i processi evolutivi ( dalla nascita la relazione dell’adulto con se stesso e il mondo).

Lo sviluppo è descritto come graduale emancipazione dalla dipendenza infantile e incontro con la realtà sociale (individuazione).

Tutti i b/i sono biologicamente portati a uno sviluppo positivo, i momenti di squilibrio corrispondono a dei momenti di pausa che l’organismo si prende per riorganizzare lo sviluppo.

Era un pediatra e quindi aveva una formazione di tipo medica, di conseguenza poteva guardare attentamente i b/i. Il b/o non è ricostruito.

Argomento centrale relazione madre/bambino.

 

DIADE MADRE B/O

Winnicott ritiene che alla nascita il b/o non esiste come entità indipendente, infatti la madre e il b/o all’inizio sono un'unica entità, il b/o non percepisce i suoi confini , la madre permette di mediare con il mondo esterno, la madre è come se fosse la pelle del b/o e fa in modo che le cose sia tollerabili per il b/o.

 

PRIME SETTIMANA DI VITA

I b/i sono attirati dalla voce umana in modo particolare quella della madre che possibilmente apprende già dentro l’utero.

Alla nascita sono state osservate:

Reazioni di piacere e di disgusto: rispetto alle esperienze gustative.

Relazioni di trasalimento: quando ci sono forti rumori improvvisi o intensi flash luminosi


Relazioni di sconforto: quando vi è un improvvisa perdita di sostegno o in caso di stimolazioni dolorose.

Interesse verso stimoli nuovi.

Nei primi giorni di vita il b/o è in uno stato di NON-INTEGRAZIONE PRIMARIA ovvero il b/o non distingue tra dentro e fuori tra stimolazioni esogene ed endogene.

L’integrazione avviene dopo la nascita in seguito alle tecniche delle cure materne e intense esperienze istintuali.

 

PREOCCUPAZIONE MATERNA

La madre sviluppa questa disposizione fin dai primi mesi di gravidanza. La madre si prende cura del b/o e media con il mondo esterno e fa in modo che questo contatto non sia traumatico, progressivamente la madre si preoccuperà in modo differente

 

HOLDING

Consiste nella capacità della madre di farsi carico delle esperienze fisiologiche ed effettive del b/o. quindi la madre assume la funzione di filtro, da membrana, da pelle psichica del b/o rendendo possibile il divenire del sé.

 

HANDLING

Sono le anioni concrete di manipolazioni attraverso cui si realizza l’holding. La madre presente il mondo esterno in modo che il b/o possa assumere gli oggetti e cerca di semplificare l’oggetto anche a livello emozionale. (es. la caduta)

 

EVOLUZIONE DELLA REALTA’ PSICHICA INTERNA

Fino al 6° mese il Sé è solo potenziale (indifferenziato dall’ambiente) e il suo sviluppo è favorito dalle cure materne (holding). Alla nascita il b/o vive in una condizione di NON INTEGRAZIONE PRIMARIA ovvero non riesce a distinguere tra stimolazione esogena e endogena. Il processo di INTEGRAZIONE avviene subito alla nascita grazie alle cure materne e alle intense esperienze istintuali.

La pelle psichica offerta dalla madre permette al b/o di organizzare i primi frammenti di esperienza ed è grazie alle cure materne che si rende conto degli eventi della vita.

Il b/o inizialmente non ha una psiche articolata come sosteneva la Klein e soprattutto non vi è l’angoscia di annientamento del sé, in quanto il b/o non può percepire alcun senso di minaccia  perché non è un essere indifferenziato, perché il sé inizialmente non esiste.

 

ALLUCINAZIONE POSITIVA

Il b/o ha allucinazioni relative ad oggetti (seno, biberon) che hanno placato le pulsioni interne. All’insorgenza del bisogno compare l’immagine che soddisfa tale bisogno e secondo Winnicott ciò è fondamentale perché permette al b/o di sviluppare fiducia per il mondo esterno. Infatti il b/o non capisce che è la madre a soddisfare il bisogno e si crea in lui l’onnipotenza infantile Per tale motivo Winnicott parla di madre illusoria

Per Freud e la Klein l’illusione è un mezzo di difesa per evadere dal mondo Per Winnicott l’illusione è un mezzo di crescita.

La madre però non deve essere illusoria per sempre. La frustrazione è fondamentale per il processo di crescita ed il b/o deve iniziare a tollerarla.

Quando il b/o si rende conto di essere distaccato dalla madre entra in gioco l’oggetto transizionale che si colloca tra il sé e il non sé, tra mondo interno ed esterno e permette al b/o di fare i primi passaggi per il superare la diade.

 

OGGETTO TRANSIZIONALE

(DAL 5° AL 9° MESE)

Qualsiasi oggetto che fa parte dell’ambiente del b/o purché sia sufficientemente morbido e facile da manipolare (ciuccio, coperta, orsacchiotto). In particolari momenti quell’oggetto è come se fosse la mamma e verso di esso il b/o sviluppa un attaccamento sempre più intenso. È importante che l’oggetto non venga mai sostituito ad eccezione del b/o.


 

Al 1° anno di vita quell’oggetto non avrà più la stessa importanza, lo stesso valore.

 

POSIZIONE DEPRESSIVA

Consiste in compassione, capacità di preoccuparsi da parte del b/o, la Klein definisce ciò depressione. Insorge verso i 6 mesi ed è legata alla consapevolezza del proprio sé corporeo. Viene superata grazie alla madre che riesce a sopravvivere agli attacchi del b/o.

Il b/o si rende conto che la madre ha contemporaneamente FUNZIONE ANALITICA e FUNZIONE BIOLOGICA.

Funzione analitica: funzione accuditiva materna i cui effetti gratificanti sono immediati da cui dipende il rapporto positivo che il b/o instaura.

Funzione biologica: funzione di placare la tensione. Es. rabbia e aggressività.

È importante che la madre accetti l’aggressività come parte naturale del comportamento del b/o così questo non temerà di distruggere l’oggetto amato e imparerà a convivere con i suoi sentimenti. La constatazione del b/o sulla sopravvivenza ai suoi attacchi consentono al b/o di superare la posizione depressiva e di discriminare tra esperienza e fantasia distruttiva e di assumere un immagine stabile e rassicurante dell’oggetto. L’oggetto deve essere sempre presente in modo che la crescita si sviluppi in modo corretto.

 

CONCETTO DEL Sé

Il sé si sviluppa a partire dai frammenti di esperienza. È una rappresentazione mentale che una persona ha di se stessa.

 

FALSO Sé

È un guscio protettivo che si forma attorno al vero sé e si forma quando la propria storia individuale ha indotto la persona a riconoscere come pericoloso l’approccio spontaneo e creativo dell’esperienza.

Quando la madre è iperprotettiva causa la formazione del falso sé, negazione degli impulsi che vengono visti come dolorosi.

Infatti il troppo ordine preteso dalla madre fa nascondere l’aggressività e gli impulsi del b/o. Il b/o con il falso sé non ha l’ approccio creativo che dovrebbe avere.

Ma anche l’insufficIente dedizione dalla parte della madre nel momento in cui il b/o ha bisogno di consolidare la fiducia nella propria onnipotenza produce un aumento della dipendenza ed un’eccessiva acquiescenza.

La mamma deve essere illusoria all’inizio e disillusoria quando il b/o cresce e deve fargli capire che ha dei limiti.

 

 

BION

Studia le origini dell’organizzazione del pensiero.

Elabora un modello complesso sulla funzione del pensiero e sull’apparato per pensare.

Con Bion il pensiero inizia ad essere considerato un processo intimamente connesso con la dimensione affettiva e con i processi inconsci.

Riprende la posizione della Klein e la rielabora. Si occupa di come il neonato non abbia nessuna capacità di azione e come sarà in grado di pensare in futuro.

 

IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA

Fantasia non consapevole di poter espellere parti dell’io che vengono proiettate su oggetti esterni o parti di essi. L’oggetto esterno diventa identico nella mente del b/o a ciò che le è Il 1° oggetto su cui sono proiettate le ―particelle‖ è il seno materno.

Es: il neonato dopo una lunga attesa non vuole più il latte e nonostante la madre provi a nutrirlo e a calmarlo lui si rifiuta di prendere il capezzolo in bocca perché rigonfio di cattive intenzioni che lui stesso gli ha addossato.


NEONATO

Il neonato è incapace di elaborare i dati sensoriali. È un mammifero con un complesso di sensazioni, identificato con esse, senza distanza da loro. Si torva in uno stato magmatico e indifferenziato, non ha coscienza, memoria e intenzionalità.

Il neonato non sa quello che sta provando, non capisce se le sensazioni sono dentro o al di fuori di lui. Il b/o può solo mandare fuori i dati sensoriali nel 1° oggetto che gli capita (la madre) es. se ha fame piange.

Il superamento dello stato indifferenziato è possibile solo in presenza della madre

 

REVERIE

(IN WINNICOTT—HOLDING)

Attitudine primitiva della mente materna. Consiste in un lavoro emozionale e cognitivo che la madre fa su ciò che il b/o sta provando con il risultato di calmarlo e renderlo disponibile ad accettare le cure gli vengono fornite.

La madre, quindi, dà un senso all’esperienza del b/o il quale non sa ad es. che il pancino gli fa male perché ha fame.

 

SUPERAMENTO DEL TERRORE SENZA NOME

La madre immagina le sensazioni del b/o, il quale non sa da dove provengono, e trattandole con amorevolezza, nominandole attraverso i suoi gesti e il suo tono di voce infonde nel b/o calma e tranquillità.

La madre attraverso la Revivre svolge una funzione narrativa.

 

3 REQUISITI PER PENSARE

  • Legame: devono essere implicati almeno 2 persone e una carica affettiva in entrambe
  • Mito: vi deve essere un’esperienza di distanza e di pena mentale.
  • Passione: si deve formare una storia, una trama narrativa tra le 2 persone.

 

PENSIERO

Secondo Bion il pensiero è il passaggio dal magma alla differenza (Bion non accetta l’idea dell’ IO- PRECOCE della Klein).

Il pensiero richiede:

  • Identificazione proiettiva
  • Reverie, capacità di sognare l’identificazione proiettiva per trasformarla in qualcosa di digeribile.

 

CONTENITORE/CONTENUTO

. Il superamento della camera magmatica dipende dalla possibilità che i contenuti mentali trovano un contenitore dove riorganizzarsi in forme più tollerabili. La mamma è come se metabolizzasse le esperienze del b/o.

Madre contenitore: la mamma accoglie in sé le proiezioni e i bisogni del neonato attribuendogli un significato.

La madre trasforma i dati in forma utilizzabile per essere impiegati dal neonato come ELEMENTI ALFA ovvero elementi che configurano il pensiero. Mentre gli ELEMENTI BETA sono gli elementi sensoriali ed emotivi.

 

FUNZIONE ALFA

La funzione alfa determina la trasformazione di un fatto privo di senso in fatto psichico, in elemento capace di combinarsi con altri e formare una storia che permette di dare un senso a ciò che è accaduto.

Se la funzione alfa viene disturbata e non può operare, le impressioni e le sensazioni non subiscono il processo di trasformazione che li digerisce in ricordi e di conseguenza rimangono nell’apparato mentale in forma inutilizzabile.


Infatti la funzione alfa determina la trasformazione di un fatto privo di senso in fatto psichico, in elemento capace di combinarsi con altri e formare una storia che permette di dare un senso a ciò che accaduto. Es. porta che sbatte alle spalle un grande rumore: è il terrore senza nome. Vento e porta sono le parole per dirlo, il senso.

Quindi la madre di fronte ai vissuti del b/o lo accudisce ed esprime una capacità empatica di intuire e dare significato alle esigenze del b/o.

Però per produrre il pensiero non basta il processo di contenimento ma anche il passaggio da PS   A

  • Queste sono 2 sigle per indicare 2 campi emotivi

PS: caratterizzato da sensazioni di sgomento , incertezza, confusione

PD: caratterizzato da sensazioni di potenza, ordine e fiducia.

Durante il corso della vita vi è una continua oscillazione tra questi 2 stadi.

 

CONSCIO E INCONSCIO

Secondo Bion tutti gli elementi sono elaborati in base ad un duplice livello conscio e inconscio. Conscio: l’uomo tratta lo stimolo in base a pensieri che lo mettono in grado di rispondere in maniera adeguata alla realtà.

Inconscio: l’uomo organizza un sogno e reagisce allo stimolo e al sogno. Il sognare lo stimolo permette di dare ad esso un significato psichico

 

SOGNO

Bion ritiene che l’uomo sogn continuamente, anche quando è sveglio, solo che non se ne accorge e non se ne ricorda. Infatti il sogno non è qualcosa di saltuario ma è un aspetto strutturale dell’apparto mentale

Gli elementi alfa formano PENSIERI ONIRICI  diventando progressivamente:

    • Sogni
    • Pensieri in stato di veglia
    • Concetti
    • Sistemi concettuali
    • Teorie
    • Astrazioni
    • Codici

 

.

BARRIERA DI CONTATTO

Dove si organizza e si distribuisce lo stimolo a livello conscio o inconscio (onirico). Questi 2 livelli provengono dallo stesso stimolo però sono separati.

Il pensiero è possibile solo se la barriera di contatto è funzionante poiché è attraverso questa funzione che lo stimolo può essere trattato, pensato.

Affinché si strutturi il pensiero l’uomo deve essere capace di discriminare il conscio dall’inconscio.

La sovrapposizione dei 2 livelli determina lo stato psicotico e la produzione di identificazione proiettiva o scherma beta.

Per svilupparsi il pensiero il b/o deve capire che l’oggetto assente non è un oggetto cattivo ma che è un oggetto che non c’è e che è complessivamente buono.

 

PENSARE I PENSIERI

Secondo Bion i pensieri esistono prima dei loro pensatori, sono presenti nel campo emotivo ma non necessariamente devono essere pensati.

Però non si possono concepire pensatori senza pensieri. Vi sono 2 stati:

  • l’uomo è animato da pensieri
  • stato più evoluto: l’uomo può pensarli

Infatti vi sono esperienze che possono rimanere elementi beta se non c’è nessuno che può pensarli. Gli elementi beta possono assumere la forma di pensiero pur non essendolo in quanto il risultato dell’identificazione.


Bion sostiene che la conoscenza è esclusa dal campo del pensiero c’è una differenza tra ―sapere sulle cose‖ e ―l’essere ciò che si sa‖. Il pensiero in questa prospettiva corrisponde al passaggio da conoscenza ―k‖, all’essere ciò che si sa ―o‖.

 

GRUPPO

È possibile studiare la mente come un gruppo. La mente è un gruppo la cui formazione passa attraverso la reverie che è paragonabile al lavoro di gruppo. La qualità della mente dipende dalla sua capacità di sviluppare dallo stato magmatico una differenziazione che renda possibile operazione di pensiero su ciò che è indistinto e privo di significato.

Egli divide i gruppi in 3 livelli.

 

GRUPPO AD ASSUNTO DI BASE

    • i membri del gruppo sono indifferenziati
    • hanno l’obiettivo di proteggere una intenzione o una fantasia
    • questo gruppo impedisce la nascita e la crescita di nuove idee

 

GRUPPO DI LAVORO

    • i membri sono differenziati
    • hanno un obiettivo esplicito, un obiettivo per il quale è previsto il gruppo
    • questo gruppo genera nuove idee

 

GRUPPO SPECIALIZZATO

    • i membri son divisi in sottogruppi
    • hanno l’obiettivo di proteggere gli altri gruppi
    • questo gruppo fa si che una nuova idea non venga distrutta dalle forze ostili

 

 

STRUTTURALISMO

È la teoria e la metodologia di tutte quelle scuole e correnti, elaborate sulla teorizzazione del linguista svizzero Ferdinand de Saussure (1857 - 1913) e del suo "Cours de linguistique générale" (1916) che si propone lo studio della lingua intesa come sistema autonomo e unitario di segni, dando rilievo primario all'asse della sincronia rispetto a quello della diacronia. È una metodologia d’indagine delle scienze umane che si serve del concetto di struttura per indagare nel campo del sapere

 

DE SAUSSURE

La lingua è un sistema di segni che uniscono un immagine acustica (impronta psichica del suono) ad un concetto, un significato ad un significato. La linguistica studia le regole che governano le diverse lingue.

 

 

LACAN

    • Ha proposto un ritorno a Freud
    • Ha criticato molti degli sviluppi della psicoanalisi
    • Propone una revisione dei cambiamenti fondamentali psicoanalitici e una ridiscussione sulla natura dell’apparato psichico e del mondo interno.
    • Elabora una nuova concezione della malattia mentale
    • Aspira d un modello di psicoanalisi interdisciplinare.
    • Chi parla nell’individuo non è l’IO ma l’inconscio. L’inconscio è strutturato come linguaggio, è desiderio che diviene linguaggio. Di conseguenza l’analisi dell’inconscio è la decifrazione di tale linguaggio.

 

 

La psiche è una realtà intersoggettiva e interindividuale. L’inconscio, ha come il linguaggio, una dimensione transindividuale, impersonale. Lacan sottolinea la dimensione esteriore e  intersoggettiva


dei processi mentali. Infatti l’inconscio può essere afferrato solo all’esterno dell’individuo nell’ambito della relazione tra paziente e terapeuta.

 

ANALISI E TERAPIA PSICOANALITICA

Lacan mette in primo piano la nozione di inconscio abbandonando l’idea della centralità del soggetto come chiave d’interpretazione del modo d’essere dell’uomo e della sua storia. Infatti l’analisi e la terapia psicoanalitica non devono mirare a potenziare l’Io, cioè la dimensione conscia, ma consentire l’accesso alla verità dell’inconscio.

La relazione analitica consiste in un particolare tipo di discorso il cui motore è la parola del paziente. Ma la parola con cui si esprime il paziente è una parola vuota che non sa nulla del proprio inconscio. Solo attraverso la terapia il paziente giunge ad una parola piena. Il fine dell’analisi è il rinvenimento della verità.

 

DIFFERENZA TRA VERITà E REALTà

Verità: è ciò che rimane celato dal discorso del paziente e dà un senso alla realtà

Realtà: è ciò che affiora nei sogni, nei sintomi e nelle associazioni.

 

DOMANDE E DESIDERIO

Il paziente trova la verità al di fuori di sé perché è solo nella parola che si manifesta la DOMANDA e solo nel discorso si può articolare  il DESIDERIO.

Il desiderio inconscio è il fattore principale della vita psichica (in questo è d’accordo con Freud). Il desiderio è legato ad una mancanza ed implica il concetto di domanda. Il primo desiderio dell’uomo è di essere riconosciuto come desiderante da un altro uomo.

La domanda è una domanda d’amore, di desiderio dell’Altro.

 

ALTRO

È il campo del linguaggio.

La personalità si struttura vincolandosi nell’inconscio in cui l’uomo stesso non coglie mail il senso che è stabilito nell’Altro. Il soggetto è alieno a se stesso ed estraneo alla verità. L’Altro è l’inconscio che si trova al di fuori dell’individuo ed è grazie all’Altro che l’uomo può conoscere se stesso.

 

COMPONENTI DELL’INCONSCIO

    • Interazione interpersonale
    • Relazione tra ―uomo e inconscio‖
    • Relazione tra soggetto e l’altro

 

PROCESSO PSICOANALITICO

Il processo psicoanalitico come esperienza di discorso e di intersoggettività comporta:

    • Un’interazione interpersonale
    • Una relazione tra uomo e inconscio
    • Relazione tra soggetto e l’Altro

 

EVOLUZIONE PSICOLOGICA

    • Stadio dello specchio
    • Stadio dell’Edipo

 

STADIO DELLO SPECCHIO

L’attività che il b/o produce davanti ad uno specchio inizia a 6 mesi e conserva la sua importanza fino ai 18 mesi. Quest’attività si divide in 3 stadi:

1° STADIO: il b/o reagisce come se l’immagine fosse una cosa reale 2°STADIO: il b/o capisce che l’immagine riflessa non è un essere reale 3° STADIO: il b/o riconosce la propria immagine allo specchio

L’identificazione del b/o con la sua immagine costituisce la matrice di tutte le identificazioni successive. L’identificazione si realizza attraverso un immagine che è un duplicato di sé.


A partire dallo stadio dello specchio si ha la nascita dell’IO, unità funzionale che nasce con l’identificazione all’altro uomo. L’IO è funzione del rapporto con l’altro a livello immaginario (di fascinazione o di aggressività).

 

IDENTIFICAZIONE IMMAGINARIA: relazione duale con l’Altro (madre)

IDENTIFICAZIONE SIMBOLICA: relazione che implica la presenza di un terzo

 

L’EDIPO

La prima tappa dell’Edipo coincide con l’ultima dello stadio dello specchio. Il b/o

  • Accede all’ordine simbolico
  • Passa dall’immaginario alla soggettività

Dall’identificazione immaginaria si passa ad un’identificazione simbolica. Il 1° significante è il nome del padre.

Già dalla nascita il b/o è parte di un ordine simbolico che decide del suo essere: è segnato da un nome e un cognome, è il figlio di…

Il nome del padre è una sorta di a priori psicologico che garantisce al neonato che potrà essere soggetto e potrà accedere al campo delle relazioni simboliche.

Il nome del padre è il 1° significante che apre all’uomo lo spazio del linguaggio e del diritto. Il passaggio all’Edipo implica un 2° significante il FALLO.

 

1° TEMPO DELL’EDIPO

il b/o desidera essere tutto per la madre, desidera essere il completamento di ciò che le manca e desidererebbe avere il fallo – (identificazione).

 

2° TEMPO DELL’EDIPO

In questo periodo interviene il padre che priva il b/o dell’oggetto del suo desiderio. In questa fase il b/o incontra la LEGGE DEL PADRE e il suo interdetto che impedisce l’incesto.

Se la madre non riconosce la funzione paterna e il b/o rifiuta la legge del padre, il b/o mantiene il desiderio della madre e ne resta assoggettato in uno stato permanente di fusione, impossibilitato ad emergere dall’immaginario.

 

ULTIMO STADIO E SUPERAMENTO EDIPO

L’accoglimento della legge paterna permette l’identificazione del b/o con il padre detentore del fallo, cioè preleva dal campo dell’Altro dei significanti, dei tratti che lo rappresentano (storia familiare, cultura, modi, abitudini) ed assume il suo giusto ruolo nella triade familiare.

L’IO può emergere come soggetto, dall’immaginario passa alla soggettività.

 

SUPER-IO

FREUD: si forma quando il b/o interiorizza le norme genitoriali LACAN: si struttura dalla famiglia, dalla società

 

REALE

Per Lacan è quell’aspetto sfuggente, inspiegabile, irrazionale e intollerabile della propria vita per l’uomo, che si manifesta nell’angoscia e corrisponde all’ES freudiano ovvero quel che di preumano ci portiamo dentro.

Al Reale Lacan affianca altre 2 dimensioni che emergono dalla seduta psicoanalitica:

  • Immaginario: le nostre fantasie che ci guidano e ossessionano le scambiamo per vere.
  • Simbolico: la sfera impressa in noi del linguaggio e della generale strutturazione ordinata della società in cui siamo calati.

 

ERIKSON

  • Formula una teoria psicosociale per quanto riguarda lo sviluppo della personalità. Dà molta importanza all’Io e per questo motivo viene chiamato PSICOLOGO DELL’IO, in questo si differenzia da Freud che invece dava importanza all’Es.

  • Suddivide la vita adulta come fa Jung.
  • Dà molta importanza all’adolescenza perché si sviluppa la personalità. La sua teoria si chiama psicosociale perché Erikson sostituisce l’importanza che Freud dà agli impulsi sessuali con quelli sociali.

 

SVILUPPO PSICOSOCIALE

  • Influenza della società
  • Maturazione fisica e fisiologica

PRINCIPIO EPIGENETICO

Il passaggio da una fase all’altra è caratterizzato da una conflittualità che bisogna superare per avere uno sviluppo psicologico sano.

FASI DELLO SVILUPPO PSICOSOCIALE

  • Orale/sensoriale fiducia/sfiducia di base: la fiducia verso la società dipende dal rapporto madre-figlio, la madre deve soddisfare immediatamente i bisogni del figlio.

Virtù: Speranza

  • Anale/muscolare autonomia/vergogna: il b/o impara che ha degli obblighi, dei privilegi e dei limiti. Il b/o nella fase precedente si lascia guidare dai genitori e a 2/3 anni inizia a scegliere. In quest’età ha bisogno di esprimere se stesso, anche dire ―ti voglio bene‖.

Virtù: Volontà, cioè potere di compiere libere scelte.

  • Genitale/locomotoria iniziativa/colpa: il b/o acquisisce maggiore padronanza. Gli vengono dati dei compiti, inizia a capire che cos’è il concetto di responsabilità. Il b/o inizia ad andare alle scuole materna.

Virtù: Fermezza dei propositi cioè il coraggio di porsi e di perseguire degli scopi validi.

  • Latenza/intraprendenza senso d’inferiorità: il b/o per la prima volta inizia a svolgere  dei compiti, si sviluppa il senso di operosità e diligenza. Il b/o è ansioso di imparare. Il concetto di voto, inizialmente astratto, inizia ad assumere un significato, capirà che un buon voto significa avere buone capacità.

Virtù: Competenza cioè libero esercizio della destrezza e dell’intelligenza nell’esecuzione dei compiti.

  • Adolescenza/identità/confusione d’identità: sviluppo del senso d’identità, dell’unicità del  proprio essere. Compare la sensazione si starsi preparando a svolgere un ruolo significativo nella società. La persona diventa consapevole delle sue caratteristiche. Lo sviluppo della persona avviene grazie all’Io.

Virtù: Fedeltà cioè rimanere coerenti con i principi liberamente scelti. Un adolescente porterà all’estremo tutto quello in cui crede, è tutto bianco o nero, non vi sono sfumature.

  • Prima età adulta/intimità/isolamento: i giovani iniziano a legare la propria individualità con quella di altre persone, ricercano relazioni intime e sviluppano una sessualità genitale.

Virtù: Amore cioè la reciprocità di devozione capace di superare sempre l’antagonismo inerente la reciprocità delle funzioni.

  • Età di mezzo/generatività e ristagno: riguarda il rapporto con ciò che una persona ha generato cioè prole, prodotti, idee.

Virtù:Sollecitudine (preoccupazione per quello che una persona ha prodotto nella sua vita) che si manifesta nell’interesse per gli altri ed è la dilaniante preoccupazione per ciò che è stato generato dall’amore, dalla necessità, dal caso. Ristagno: quando mi rendo conto di non aver concluso niente e non posso tornare Indietro.

  • Maturità/integrità/disperazione: gli individui raccolgono i frutti delle fasi precedenti, la persona  è consapevole dei diversi stili di vita ma mantiene il proprio stile con dignità.

Virtù: Saggezza cioè l’interesse distaccato per la vita in sé. Il saggio è chi ha fatto frutto della propria esperienza. Se la saggezza non si verifica c’è la disperazione.


SVILUPPO LIBIDICO

Cambiamento delle fonti e delle forme di scarica dell’energia pulsionale.

SVILUPPO DELL’IO

Acquisizione progressiva delle funzioni che permettono di operare in maniera sempre più efficace nella realtà.

La prima mediatrice del rapporto tra il b/o e la società è la madre infatti le sue cure contribuiscono al formarsi del senso d’identità.

Sintesi dell’immagine di sé e dei propri ruoli. Nella formazione del sé svolge un ruolo attivo l’Io che armonizza le esperienze passate, le aspettative.

 

  • Io: è un’istanza. Media il rapporto tra mondo interno ed esterno ed è parzialmente inconscio.
  • Sé: immagine di sé e dei propri ruoli.

L’innovazione di Erikson è che dà importanza alla fase adulta fino alla vecchiaia. La fase della latenza coincide con quella genitale di Freud.

 

BRENTANO

L’attività psichica esiste quando siamo in grado di fissarci nella nostra mente delle rappresentazioni mentali. La rappresentazione è alla base di qualsiasi fenomeno psichico perché senza di essa non si può avere nessuna percezione di un oggetto. Caratteristica dei fenomeni fisici è l’INTENZIONE della coscienza. Infatti il soggetto entra in relazione con qualcos’altro intenzionalmente. Divide i fenomeni in 2 categorie:

 

FENOMENI PSICHICI: percepiti nella coscienza interna. Sono fenomeni intenzionali, cioè diretti ad uno scopo universale. Ogni atto volto a rappresentare, giudicare è caratterizzato dal fatto che nella mente del soggetto è presente l’oggetto ricordato o intuito.

 

FENOMENI FISICI: percepiti con la percezione esterna.

 

HUSSERL

È il padre della fenomenologia moderna. La fenomenologia mira a comprendere i fenomeni più che a spiegarli l’oggetto d’indagine del metodo fenomenologico è il mondo fenomenico così come esso appare nella coscienza. I fenomeni non sono apparenza ma manifestazioni originarie della realtà della coscienza. La fenomenologia studia il fenomeno così come esso appare in modo da poterne cogliere l’essenza, la forma pura. La modalità conoscitiva della fenomenologia prevede la RIDUZIONE EIDETICA ovvero sospensione di ogni giudizio e teoria con lo scopo di far emergere il fenomeno nel modo in cu appare nel mondo circostante.

Secondo Husserl ciò che esiste non è l’oggetto ma l’intenzione. L’uomo è in grado di intuire i significati universali comuni ai singoli oggetti.

ESPERIENZA: ciascun vissuto si riferisce intenzionalmente ad un oggetto.

HEIDEGGER

Maggiore esponente dell’esistenzialismo. L’individuo non esiste come soggetto contrapposto al mondo esterno. La persona non è un oggetto che interagisce con le altre cose che costituiscono il mondo, ma esiste in quanto essere al mondo. Possiamo considerare l’uomo come oggetto che  esiste. L’uomo è esistenza, in tedesco DASEIN (esserci, essere qui).


MODELLO FENOMENOLOGICO DELLA PSICOPATOLOGIA

  • Uomo come totalità
  • Riflessione sul modo in cui l’uomo si rapporta alle cose e al mondo

JASPER

Riflessione sulla soggettività e sul modo particolare di ogni individuo di rapportarsi al mondo .

 

SCIENZE DELLA NATURA: si fondano su teorie generali, e danno una base unitaria all’interpretazione dei fatti

 

SCIENZE DELLO SPIRITO: si fondano su costruzioni soggettive poiché la vita psichica non può essere ricondotta ad un principio generale

Mira a conoscere l’esperienza vissuta dell’individuo, delle relazioni che la caratterizzano e i modi in cui essa si manifesta oggettivamente. Lega su una base comune la psicopatologia e la psicologia. Infatti allo psicopatologo serve la conoscenza dei fenomeni della vita psichica normale, come al patologo quella della fisiologia.

L’uomo malato deve essere studiato nella sua totalità.

La coscienza è la consapevolezza di se stessi e del mondo oggettivo, mente l’autocoscienza è il processo per riflettere su stessi.

Mira alla comprensione della malattia mentale piuttosto che alla conoscenza dei meccanismi di base che regolano l’attività psichica normale. Indaga l’esperienza interiore, il vissuto psicopatologico pur rendendosi conto che questo non possa essere compreso appieno. Per la comprensione delle esperienze psicopatologiche, lo psicopatologo utilizza le autodescrizioni dei pazienti tentando di riattualizzare in sé gli stadi d’animo vissuti dal paziente. I vissuti dal malato risultano comprensibili in base alle analogie che presentano con le esperienze interiori del terapeuta.

 

BINSWANGER

La fenomelogia è un movimento in cui convergono gli apporti di differenti itinerari intellettuali. Nasce come superamento del naturalismo e dell’organismo positivista.

Il modello naturalistico della scienza positivistica trascurava la dimensione soggettiva ed esperienzale nello stadio dell’uomo. In ottica fenomenologia il fondamento della psicologia è l’esperienza vissuta.

Sostiene che nell’esistenza umana non ci sono rapporti di causa effetto ma solo sequenze di comportamento.

Il metodo della psicologia di Binswanger è fenomenologico

Le discipline che distruggono e frammentano l’unità ―essere nel mondo‖ portano ad una falsificazione dell’esistenza umana.

L’esistenza umana non può essere spiegata in termini di spirito di inconscio di energia psichica.

Per Binswanger i fenomeni consistono in tutta la loro immediatezza ovvero non sono la facciata o il derivato di qualcos’altro. Dietro i fenomeni non si nasconde nulla. Non è l’individuo che dà un significato agli oggetti ma sono essi stessi che lo rivelano.

 

DASEIN (ESSERE NEL MODO) ESISTENZA UMANA, TOTALITà DELL’ESISTENZA UMANA

Binswanger riprende il concetto di Dasein di Heidegger

Caratteristica centrale del Dasein è l’essere aperto e disponibile a percepire l’esserci, la presenza delle cose. Il mondo in cui gli uomini hanno la loro ―esistenza‖ comprende 3 regioni:

  • ambiente o ―paesaggio‖ biologico o fisico
  • ambiente umano (mondo sociale)
  • individuo stesso

Questi 3 mondi rappresentano le possibili configurazioni esistenziali del vissuto individuale.

Ogni uomo ha molteplici possibilità di progettare il suo mondo e compito dell’antropsicoanalisi è descrivere e ordinare possibili modi di essere nel mondo.

 

PROGETTO DI MONDO

Schema onnicomprensivo del modo di essere nel mondo di un individuo. Determina il modo in cui una persona reagisce alle circostanze ed i tratti del carattere e i disturbi che svilupperà. Dà l’impronta a tutto il comportamento e può avere confini più o meno estesi.

MALATTIA MENTALE

MODO DI ESSERE NEL MONDO

Quando il progetto di mondo si presenta oppressivo e povero rispetto, rispetto all’esterma libertà che caratterizza altri modi di essere.

Gli uomini non sono liberi di diventare ciò che vogliono ma sono limitati dal fondamento dell’esistenza in cui sono gettati. I modi come gli uomini si trovano in un mondo che è il loro fondamento e costituisce il loro destino (es. diff. Maschi/femmine). L’uomo non è una creatura mossa dagli istinti,  né plasmata dall’ambiente ma possiede la libertà di scelta. L’uomo è responsabile della sua esistenza, in quanto può realizzare le sue possibilità o rinnegarle.

 

AUTENTICITà E INAUTENTICITà

ESISTENZA AUTENTICA: è definita dal riconoscimento del proprio fondamento esistenziale in cui sono gettati. La persona autentica è attiva, nelle relazioni interpersonali sa stabilire un intimità.

 

ESISTENZA INAUTENTICA: l’esistenza è autentica quando viene rifiutato il proprio fondamento esistenziale in cui sono gettati. La scelta di un modo in autentico di essere nel mondo è punita con il senso di colpa.

IL CASO DI ELLEN WEST

Ellen West era una giovane e colta paziente che amava la lettura e la poesia ed era animata da ideali sociali. Costei però aveva paura di ingrassare e sin dalla prima infanzia dimostrava difficoltà nell’assunzione del cibo finché a 13 anni si avvelena dopo una serie di tentativi di suicidio.

  • Assistenza di terminologia
  • Linguaggio evocativo, poetico

La storia individuale è letta dallo psichiatra come successioni inerenti al corpo, al tempo e al mondo. STORIA CLINICA: storia di fenomeni patologici che ciascuno di noi ha vissuto nella propria vita e di cui ha sofferto

STORIA DI VITA: raccolta e trascrizione di tutte le esperienze vissute nella vita.

 

 

SE’

Il termine sé in psicologia e in psicopatologia viene utilizzato con 2 termini diversi

 

Sé COME OGGETTO: si riferisce agli atteggiamenti, sentimenti, percezioni di se stessi in quanto oggetti. È ciò che una persona pensa, sente, percepisce.

 

Sé COME GRUPPO ATTIVO DI PROCESSI: quali il pensare, percepire, ricordare.

Invece per Freud il percepire, il ricordare, l’adattarsi all’ambiente sono funzioni tipiche dell’IO.


HARTMANN

Ha posto una differenza tra IO e Sé. Il concetto che fa riferimento a questa distinzione è il narcisismo. FREUD: il narcisismo è un investimento libidico dell’IO

HARTMANN: il narcisismo è un investimento libidico del Sé

 

A differenza di Freud, per Hartmann la megalomania non è un iperinvestimento dell’IO ma delle rappresentazioni del Sè

Per Hartmann il Sé equivale alla persona, in quanto oggetto . è una rappresentazione da parte dell’IO. Indica la persona soggetto distinto dal circostante mondo degli oggetti.

 

IO

Si rapporta con le istanze pulsionali (libido e aggressività) procedendo alla loro neutralizzazione, modificando la natura stessa delle pulsioni. Alcune funzioni dell’IO sono rivolte al Sé, altre non lo sono.

 

KOHUT

Il Sé è una struttura specifica (priva di conflitti in se stessa). È il centro dell’universo psicologico. Non viene concepito come una funzione dell’IO come sosteneva Hartmann. La relazione tra il Sé e l’oggetto influisce sul senso del Sé.

 

OGGETTO Sè

Il b/o fin dalla nascita ha una percezione empatica, delle aspettative nei riguardi dell’oggetto, definito OGGETTO Sé. Il Sé del b/o però è troppo debole e non sopravvivrebbe senza le aspettative dei genitori e degli altri significativi.

Gli OGGETTI Sé non sono visti come oggetti indipendenti ma come oggetti che hanno un ruolo di ratificazioni del Sé.

Secondo Kohut l’individuo ha bisogno sempre di OGGETTI Sé per la sopravvivenza emotiva. L’essere umano ha bisogno di risposte empatiche, che convalidano la stima di sé, per mantenere la propria autostima.

 

COMPLESSO EDIPICO

Nel periodo edipico non sono rilevanti solo i conflitti relativi al desiderio pulsionale, ma giocano un ruolo fondamentale la fragilità dell’autostima e la minaccia dell’integrità del Sé. Infatti se il b/o ha un Sé coeso sperimenterà:

  • Sperimenti positivi di possesso e desideri sessuali di affetto nei confronti del genitori del sesso opposto
  • Sentimenti di autoaffermazione e fiducia in sé
  • Competizione nei confronti del genitori dello stesso sesso.

Di fronte ad un Sé coeso, la fase edipica consoliderà un orientamento sessuale integrato

 

NARCISISMO

Il disturbo narcisistico consiste nel bisogno di ricevere risposte di tipo empatico da parte dei genitori. L’esperienza soggettiva dell’individuo definisce la natura del conflitto e non il divieto dell’espressione pulsionale.


 

MONOGRAFICO: BORNOUT

La sindrome di bornout è provocata da un processo patologico di stress che colpisce sia le persone che esercitano professioni d’aiuto (helper), sia coloro che si occupano dell’assistenza a persone (familiari) affetti da gravi malattie (caregivers).

Nei caregivers vi è un sovraccarico di richieste percepite come eccessive rispetto alle risorse disponibili.

Il bornout quindi interessa: educatori, medici, insegnanti, psicologi, psichiatri, infermieri, assistenti sociali….

Queste figure sono vittime di un duplice stress: stress personale e quello della  persona aiutata.

Se  questi  soggetti  non  vengono  curati  cominciano  a  sviluppare  un  lento  processo       di

―logoramento‖ o ―decadenza‖ psicofisica dovuta alla mancanza di energia e capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato. Può accadere che queste persone si facciano carico delle problematiche delle persone a cui badano non riuscendo così più a discernere tra la propria vita e la loro..

Tale sindrome causa: frustrazione, insoddisfazione, assenteismo nel’ambiente lavorativo, minore interesse ed entusiasmo nel lavoro.

Secondo Maslach e Jackson la persona maggiormente a rischio è quella debole, sottomessa, ansiosa, priva di fiducia in se stessa, accondiscendete.

Il vivere a stretto contatto con situazioni difficili o patologie gravi può portare l’helper a interrogarsi sulle sue capacità di gestire e migliorare queste condizioni.

 

ALCUNE DOMANDE FREQUENTI: MADRE ILLUSORIA (WINNICOTT)

IDENTIFICAZIONE IMMAGINARIA E SIBOLICA (LACAN) ARCHETIPI (JUNG)

CONCETTO DI ASSENZA (BION) PRINCIPIO DI PIACERE E REALTà (FREUD) DASEIN (BINSWANGER)

CONCETTO SE’ (LO CHIEDONO SEMPRE) Sé E FALSO Sé (WINNCOTT)

Sé JUNGHIANO SUPER-IO (KLEIN) PS E D (BION)

POSIZIONE SCHIZOPARANOIDE E DEPRESSIVA (KLEIN)


 

Fonte: http://www.riassuntisdf.altervista.org/wp-content/uploads/2012/09/PSICOLOGIA-DINAMICA.pdf

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