Amore

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Amore

L’ARTE DI AMARE

Nella casa dell’amore il corpo è “eco” dello spirito, “parola” di comunione, “verità” del sentimento dichiarato, che sa comunicare tutta la ricchezza della propria umanità.
L’armonia sessuale non è solo una tecnica da conquistare per ottenere il massimo “scambio di piaceri”, ma un equilibrio interiore da costruire. I gesti del corpo hanno sempre un senso affettivo e relazionale che interpella a livello di responsabilità, annullano le distanze tra due persone, autorizzando l’altro a entrare nel proprio spazio d’intimità. Il proprio guscio protettivo è infranto per esporsi personalmente e mettersi a nudo. Il contatto fisico ha luogo se c’è confidenza e fiducia, ma la fiducia tradita può causare grandi ferite. L’unione di due corpi non basta, occorre l’incontro di persone che si amano. Il linguaggio del corpo si esprime con diversi gesti di tenerezza che vanno educati e orientati nella logica dell’amore.

  • Lo sguardo
    Guardarsi negli occhi è un tipo di comunicazione molto intenso, forse il più intenso in assoluto: gli animali si guardano negli occhi solo quando vogliono sfidarsi, preludio ad un'azione aggressiva. Guardarsi negli occhi veicola un messaggio molto specifico - "o tu o io" - e contiene sempre degli elementi di disturbo. È proprio per tale motivo che deve costantemente essere mediato dal linguaggio, il quale riesce ad inserire un terzo soggetto, una terza dimensione in grado di generalizzare, moderare e rendere comunicabili le passioni.
    Lo sguardo è una delle più potenti armi di seduzione; attraverso un’occhiata possiamo lanciare dei segnali di disponibilità e di interesse che vanno dritti al segno. Per la sua forza comunicativa e la carica di aggressività spesso non è scevro di ambiguità e di violenza.
  • Il contatto fisico
    La comunicazione che noi trasmettiamo attraverso il contatto fisico costituisce uno dei mezzi più potenti per stabilire una relazione umana. Differenti tipi di contatto fisico, incluso "l'offrirlo" così come il "riceverlo" facilitano e rendono più intensa la relazione. Il contatto fisico esprime i desideri e i bisogni delle persone, oltre che il livello di intimità della relazione. I due devono sentirsi a proprio agio e avvertire un autentico rispetto nel contatto fisico per poter creare un'interazione vera. Il contatto fisico può avere significati differenti (positivi o negativi) per entrambi i membri, può essere un gesto protettivo, d’affetto, sensuale o muovere sentimenti sessuali.

La carezza
È gratuità, passeggiata, senza scopo preciso, tra sorprese e scoperte: “Con una sola carezza ti faccio brillare con tutto il tuo splendore”. L’altro è persona singolare, un Tu: la carezza diventa omaggio, lode silenziosa... Non è semplice contatto, è prova dell’alterità dell’altro, è attesa. L’altro è vicino, sotto la mia mano, e sempre aldilà di ciò che io posso afferrare: il suo corpo è paesaggio. L’altro è interlocutore che viene incontrato attraverso il decentramento, il passaggio dal “per-sé” al “per-altro”. Il tatto è il senso dell’immediato, del presente. Dal ritmo al respiro. Carezzato, carezzante partecipano entrambi ad una carezza inglobante, una carezza madre. Dinamica di abbandono crescente, aspirazione all’estasi. La parola diventa mormorio...
Non c’è nessuno dei suoi significati che non sia accompagnato dal suo contrario: appropriazione, esplorazione, dominio. Fra l’accarezzare l’altro e l’accarezzarsi grazie all’altro non c’è molto differenza.
“Stendere la mano all’altro,
Come se fosse cogliere una stella,
O un giglio o l’intero profumo di un bosco. 
Stendere la mano all’altro,
Nel gesto più puro e antico,
Come s’immerge una brocca
Nel pozzo di acque profonde, conosciute e sconosciute.
Toccare con le mani
Il mistero dell’altro
Per capire il proprio mistero.
Raggiungere l’altro in ciò che ha di diverso e trasparente,
E nel suo volto scorgere
Il proprio volto e la parola umanità”
Roseana Murray

  • L’abbraccio
    È l’immagine della relazione non violenta. Pur mimando il possesso, dice la dolcezza dell’accoglienza reciproca, dove ognuno apre il suo spazio a quello dell’altro. Circondare con le proprie braccia rese circolari, aprirle per ricevere, chiudere per accogliere, riservare all’altro un posto presso di sé.
    Non c’è nessuno dei suoi significati che non sia accompagnato dal suo contrario: circondare o circuire, accogliere o pretendere, proteggere o catturare? Riservare uno spazio all’altro o incorporarlo nel proprio? Diversi sono i gradi non solo dell’intimità e dell’affetto, ma anche della forza e della vicinanza fisica.
    L’arte è capace di illustrare al meglio questi significati.
    La tenerezza degli “Amanti” di Marc Chagall  è espressa in una visione lirica fatta di ebbrezza naturale, di armonia e di equilibrio, orchestrati in tonalità trasparenti. L’altro, accolto con dolcezza, si abbandona sereno nel riposo della comunione vera.
    “L’abbraccio” di Egon Schiele è carico di disperazione, nonostante l’intimità quasi selvaggia. 
    I due si ritrovano soli e distanti, serrati in un abbraccio che vorrebbe unire le loro anime e che, invece, non riesce nemmeno a unire i loro corpi. Il tentativo violento di incorporare l’altro a sé si scontra con una resistenza istintiva, che nasce dal bisogno di conservare la propria identità. 
    L’abbraccio di Pablo Picasso, pur nella scomposizione dei corpi rappresentati, rimane riconoscibile. Il desiderio di trasgressione, sia nei confronti dei tabù del suo tempo, che delle canoniche regole della pittura, appare aggressivo e smodato. L’abbraccio appassionato della coppia, pur nell’intricata complessità delle forme, non impedisce di cogliere l’uomo che, quasi annullandola, stringe a sé la donna, costretta a ripiegare il capo all’indietro. Una sola bocca li unisce; lei sembra essere inglobata nel compagno che con passione la possiede e con forza la solleva da terra. La cattura si conclude con un’esplicita allusione sessuale. Il naso richiama il sesso maschile e la bocca quello femminile. Picasso sembra mettere in pratica la frase di Breton secondo cui “La bellezza sarà convulsa oppure non sarà” e giustifica la sua provocazione affermando: “L’arte non è mai casta”.
  • Il bacio
    Baciare è il darsi le labbra per “bersi” reciprocamente. Cosa c’è di più arcaico dell’oralità? È ricollegarsi con il primo modo di entrare in contatto con la realtà. La bocca è il luogo del nutrimento, della parola, del respiro. Posare le proprie labbra su… non è un toccare, è un avvicinarsi il più possibile, senza divorare. È la vittoria sull’appetito distruttore. Si è pronti a nutrire l’altro: dal “divorare” al “bere”, dall’ “appetito” alla “sete”: ricettività e accoglienza. Il baciare è il ritornare alle sorgenti della parola per “ri-animare”: offrire il soffio vitale, quel respiro che esce dalla bocca per condurre l’altro alle sorgenti dell’anima.
    Nel trasporto dell’amore umano si corre anche il rischio del mangiarsi, divorarsi, incorporarsi l’un l’altro, in tutti i modi. C’è quasi un afferrare con i denti quello che si ama per possederlo, per nutrirsene, per fondersi. Il bacio si trasforma in voluttà di distruzione, desiderio di essere consumato senza che nulla avanzi. E dal fondo del gioco riappare il nulla. Appetito, morso, voracità, conquista. Il bacio, ridotto al silenzio e privato di parola, maschera la mancanza di comunicazione e nasconde un malessere non riconosciuto.
    Gli artisti hanno saputo ben rappresentare queste caratteristiche.
    L’attimo fugace del bacio di Munch è uno spartiacque tra la fase di illusione e speranza che precede la consumazione dell’amore e quella della tragedia che inevitabilmente ne deriva. Alla sinistra, oltre una tenda, ci sono i colori allegri del mondo esterno e l’azzurro del cielo. L’atmosfera della camera, al contrario, è greve e opprimente e l’abbraccio comunica un senso di disperazione. L’isolamento del bacio pare corrispondere a un’autoesclusione dalla “danza della vita”. Munch dà espressione artistica all’immagine della donna fatale come pericolosa distruttrice dell’uomo. Il culmine del dramma è affidato ai volti, la cui individualità viene completamente annullata. Amore significa dunque, rinuncia all’identità, distruzione della propria anima.
    Il Bacio di Klimt è la celebrazione appassionata e delicata del tema amoroso. Lo stile fiorito restituisce un’immagine festosa del mondo. L’artista esalta un momento di intimità comune a ogni essere umano. La coppia è collocata in uno spazio irreale, congegnato per evidenziare il momento dell’estasi. L’oro è il colore predominante. Le due figure sono differenziate attraverso la cromia e l’ornamentazione. Le mani acquistano un’evidenza particolare e i gesti contribuiscono a creare l’atmosfera di beatitudine dell’opera, che viene spogliata da connotazioni sensuali per insistere piuttosto sulla felicità e tenerezza del bacio. Il bacio della donna fatale, pericolosa distruggitrice dell’uomo, ha qui un esito “dorato”, che avvolge la coppia e la fa lievitare estaticamente.
  • Fare l’amore
    “Sono dappertutto in te ovunque pulsa il tuo sangue”:è il senso del penetrare e dell’essere penetrata. Essere accolto nella parte più intima di sé, dalla parte più intima dell’altro fa essere un “corpo solo” in cui si compie l’unione. Ciascuno è accolto e accogliente, avvolto e avvolgente, donatore e ricevente. L’intimità sessuale, ponendo l’uno di fronte all’altra nella propria nudità e fragilità, implica delle garanzie: non solo attrazione, ma anche intesa e fiducia reciproca.
    Nell’intimità dell’unione sessuale si nasconde anche tanta ambiguità. L’uomo grida: “Oh, angelo mio”. E la donna geme: “Mamma, mamma”. Sono tutti smaniosi di entrare là dove sono usciti in un vortice di violenza, di possesso e, talvolta, di perversione. La vicinanza con gli organi della defecazione e della minzione, accostando due funzioni così opposte: l’evacuazione di “cose cattive” e il dono della vita,  può risvegliare un’angoscia oscura, una confusione di comportamenti e indurre all’anarchia, allo sfruttamento o alla perversione.

L’arte di amore può essere riassunta in una grande regola d’oro: La bellezza del gesto sessuale (sguardo, contatto, carezza, abbraccio, bacio, atto) sia espressione della verità del sentimento d’amore:

    • purificato dall’illusione (la felicità di averti: “Tu sei tutto per me!”)
    • fortificato dalla delusione (il dolore di perderti: “Non sei più come prima”)
    • completato dalla dedizione (la gioia di donarmi: “Voglio prendermi cura di te”)
    • conservato con il pudore (il recinto del cuore: “Voglio difendere la purezza del sentimento da accessi ed eccessi indebiti”)
    • alimentato dalla castità (la trasparenza dell’anima: “Voglio esserti fedele e rispettarti sempre”)
    • consacrato da un progetto (il coraggio della responsabilità: “Ho deciso di vivere con te nella gioia e nel dolore  per sempre”)
    • aperto alla generatività (la presenza rigenerante: “"Ti dono la mia vita perché tu possa crescere, espanderti e dare frutti, fino a quello di un figlio".

 

Fonte: http://religione.liceomascheroni.it/Approfword/App%2019.4.doc

Sito web da visitare: http://religione.liceomascheroni.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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