Editóre

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Editóre

Editóre [dal lat. Edĭtor -oris, «chi dà fuori, chi pubblica, chi organizza»]. 1. Imprenditore che si occupa della produzione, pubblicazione e diffusione di quotidiani, riviste, libri, stampe, riproduzioni d’arte e, in senso lato, anche di musica, film, dischi e materiali multimediale. L’editore si assume il rischio economico d’impresa e la responsabilità di quanto pubblica in prospettiva di un profitto economico e di diffusione culturale. L’editore stipula un contratto con l’autore che cede il diritto di sfruttare in esclusiva la propria opera d’ingegno in cambio del pagamento del diritto d’autore (una percentuale sul prezzo di copertina, oppure una cifra a forfait, purché calcolata sul rendimento dei diritti), che l’editore versa all’autore finché in vita e agli eredi fino a settanta anni dopo la sua morte. L’editore affida all’editor, la revisione redazionale del manoscritto finché non è pronto per la stampa. Il libro stampato è promosso da propagandisti, se si tratta di opere scolastiche, o con operazioni di lancio pubblicitario curate dall’ufficio stampa, e affidato a un distributore che provvede a farlo arrivare alle librerie. Nel libro antico a stampa, non è sempre facile potere distinguere il ruolo del tipografo da quello dell’editore, inteso come colui che assume l’onere dei costi della pubblicazione e i rischi derivanti dalla distribuzione e vendita dell’opera. Nei primi secoli della stampa era generalmente il tipografo- editore che decideva la maniera di presentazione di un volume, il formato, ecc., E in alcuni casi si assumeva anche il compito di correzione delle bozze. I numerosi contratti di stampa che possediamo mostrano che di regola stampatori e finanziatori stringevano una società nella quale assumevano insieme il rischio della vendita, tipologia di contratto generalmente diversa da quella dell’editore moderno. Nei primi secoli della stampa, il ruolo dell’editore, o più correttamente di colui che pagava la stampa, assumendo tutti i rischi era in genere individuato con espressioni come: excudit, impensis, sumptibus, aere (seguite dal genitivo), extat venale, ad expensis, ecc. Nell’ultimo decennio del quattrocento tuttavia, a parigi si diffuse, in un modo che non ha uguali altrove, la figura del vero e proprio imprenditore commerciale (editore) che occupava un’impressionante quantità di tipografi come salariati, senza prendere assolutamente parte nelle operazioni di stampa, ma limitandosi alla gestione degli affari editoriali e al commercio librario, ma questa rappresenta un’eccezione. È solo intorno al xix secolo, con il progredire dell’arte tipografica e la meccanizzazione delle tecniche di stampa, che la figura dell’editore acquisisce connotazioni sempre più precise, assumendo una posizione privilegiata sul frontespizio, mentre il nome del tipografo si sposta verso il colophon alla fine del libro o in tempi più recenti sul verso del frontespizio, come è ancora oggi nel libro moderno. 2. Con riguardo alla pubblicazione di giornali e periodici, l’editore è l’imprenditore, o l’impresa, la società (e in taluni casi anche un ente, un partito politico, un’associazione sindacale) che ha la proprietà o il controllo di una testata giornalistica o che, anche non avendone la proprietà, ne ha comunque la gestione ed esercita l’attività editoriale relativa alla sua pubblicazione e distribuzione. 3. Nella critica del testo, l’editore è colui che cura la stampa di un’opera altrui inedita o la ristampa di un’opera già edita, spesso corredandola di prefazione e note critiche, e talora curandone la vera e propria edizione critica. 4. In fotografia, è il responsabile della pubblicazione della fotografia derivata dal trattamento della immagine fotografica.

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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