Fotolitografia

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Fotolitografia

Fotolitografia [comp. Di foto, dal gr. Phōto-, der. Di phṓs, phōtós, «luce» e litografia, dal gr. Líthos, «pietra» e grafia dal gr. -Graphía, der. Di gráphō, «scrivere»]. Processo fotomeccanico che, partendo da un originale su carta o da diapositiva, utilizza il metodo fotografico per riprodurre, in passato sulla superficie appositamente preparata di una pietra litografica o di una lastra di zinco, e attualmente su lastre di alluminio anodizzato o di lastre plurimetalliche, una o più pellicole utilizzabili per la preparazione delle lastre-matrici della stampa. La tecnica della fotolitografia nacque nel 1839, quando andrew fyfe ottenne una matrice capace di prendere inchiostro e restituirlo sul foglio durante la stampa. Egli usò fosfato d’argento per sensibilizzare la pietra, sulla quale in seguito furono posti a contatto corpi più o meno trasparenti (fogli, disegni su carta oleata, ecc.). La pietra infine era esposta alla luce. Il procedimento fu perfezionato da alphonse louis poitevin nel 1885, che scoprì le proprietà idrorepellenti dei colloidi bicromati esposti alla luce. Una prima tecnica, sempre usata, è quella che consente di realizzare immagini in bianco e nero o, tutt’alpiù, dei tratteggi senza sfumature di grigio. Il suo prezzo economico non è l’unica ragione a renderla interessante: alcune ripropduzioni, infatti, sono rese meglio mediante il contrasto netto del bianco e del nero. La potenza espressiva delle mezzetinte è ottenuta grazie al ricorso alla trama. Se la stampa in rilievo e di piatto rende solo il nero o il bianco, per dare l’illusione delle sfumature di grigio la superficie è divisa in punti neri e bianchi di densità variabile. L’immagine fotografica è, dunque, riprodotta mediante un reticolo, una trama, che provoca una luce diffusa. Lintesità della luce iniziale si riflette sulla pellicola dando vita a punti più o meno densi. La trama fornisce, per l’mpressione in rilevo, delle fotoincisioni o mezzetinte. In questa tecnica, tuttavia, le grandi superfici bianche risultano leggermente grigie.(V. Anche offset).

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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