Glossa

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Glossa

Glossa [dal lat. Tardo glossa, dal gr. Glōssa, «lingua»]. 1. Annotazione apposta da un lettore o da un commentatore a chiarimento dell’illustrazione di una parola o di un passo del testo, registrata nell’interlinea (glossa o nota interlineare) o sui margini (glossa o nota marginale) della pagina che la contiene, manoscritta o a stampa. Il vero e proprio genere letterario costituito dalla glossa ha una sua storia particolare: tra il ix e il xii secolo si passò dalle annotazioni private di ciascun dotto poste sui margini dei manoscritti consultati, all’ingresso della glossa nel repertorio scolastico comune, portando a una sua riproduzione in più esemplari. Nel xiii secolo si differenziano diversi tipi di glossa, ossia quella dei testi giuridici e teologici, quella letteraria e quella privata. L’ultimo tipo, rispetto agli altri più strutturati, si presenta casuale, marginale e interlineare. Con la nascita del libro a stampa, si deve a aldo manuzio la nascita delle note stampate alla fine del testo o a piè di pagina, che sostituirono le glosse, il cui uso rimase limitato alla stampa dei testi giuridici, o dei commenti. Ciò segnò un netto passo in avanti rispetto al libro medievale, in cui il testo talvolta era circondato su tre lati da note a margine, e ridotto a proporzioni esigue per lasciar posto a estese glosse che di fatto costituivano l'elemento principale della pagina. L’esempio di a. Manuzio fu in breve seguito anche dagli altri tipografi rinascimentali andando incontro alle esigenze degli autori riformisti, desiderosi di fare piazza pulita dei commentari scolastici. (V. Anche nota). 2. Parola che ha bisogno di spiegazione. Bibliografia: ricci 2014, s.V.

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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