Negativo su pellicola di nitrato di cellulosa

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Negativo su pellicola di nitrato di cellulosa

Negativo su pellicola di nitrato di cellulosa (1889-1950). Prodotti industrialmente, e messi in commercio dal 1889 da george eastman, questi negativi fotografici alla gelatina-bromuro d’argento sono i precursori delle moderne pellicole fotografiche. La trasparenza del supporto, la sua flessibilità, l’infrangibilità e la leggerezza di questo materiale consentirono la grande diffusione della fotografia, anche in campo amatoriale. I negativi su pellicola al nitrato, concorrenziali rispetto ai negativi su lastra di vetro (soprattutto per i piccoli formati) presentarono presto gravi inconvenienti (instabilità chimico-fisica e facile infiammabilità) tali da determinare, intorno al 1950, la cessazione della produzione. La superficie dell’immagine appare lucida. Il colore dell’immagine, osservando il negativo per trasparenza, appare grigio nelle varie gradazioni dalla minima alla massima densità. Le stesse tonalità di colore si riscontrano mediante osservazione in luce riflessa. A volte sul bordo della pellicola compare la scritta nitrate impressa durante la fabbricazione. A causa dell’instabilità del supporto primario, l’immagine può in molti casi risultare gravemente alterata. Il supporto primario è costituito da pellicole in rullo, di spessore piuttosto sottile, e da pellicole piane, meno sottili, nei vari formati standard corrispondenti alle caratteristiche dei rulli porta pellicola e degli chassis porta lastre degli apparecchi fotografici. Il nitrato di cellulosa è un prodotto particolarmente instabile: la sua decomposizione, inizialmente lenta, è accelerata da condizioni di umidità e temperatura elevate. Pertanto facilmente questo materiale appare fragile e appiccicoso ed esala vapori d’azoto che determinano lo sbiadimento dell’immagine. All’ultimo stadio di degrado la pellicola si trasforma in una massa vischiosa impossibile da maneggiare che rischia, in determinate condizioni di temperatura e umidità relativa elevate, l’autocombustione. Il supporto secondario è quasi sempre assente. Bibliografia: fotografia 1990, 115.

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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