Pigmento

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Pigmento

Pigmento [dal lat. Pigmentum, der. Del tema di pingĕre, «tingere, dipingere»]. Nome generico di sostanze colorate insolubili che, disperse in mezzi acquosi o oleosi, sono capaci di colorare per sovrapposizione, cioè di ricoprire gli oggetti di uno strato colorato permanente. Nella preparazione dei colori per la miniatura medioevale, i pigmenti erano di origine animale, vegetale o minerale. Varie tonalità di blu e di azzurro, a esempio, potevano essere ottenute da piante come le giunchiglie e il biavo o da composti chimici o da minerali: il lapislazzulo, a esempio, forniva il ricercatissimo blu oltremare, il cui altissimo costo era dovuto all’importazione della pietra dalla persia e dall’afghanistan. Altre sostanze erano invece di comune e facile reperimento: se il mercurio era necessario per ottenere un bel rosso vermiglio, un insetto parassita delle piante come la cocciniglia, diffusa in tutta europa, forniva a basso costo il cremisi, termine che deriva appunto dal vocabolo arabo che significa verme. Per tutta l’età classica e buona parte del medioevo scribi e pittori prepararono artigianalmente la materia prima del loro lavoro, ma dal xiii secolo la produzione di inchiostri e pigmenti divenne comune appannaggio di speziali e cartolari. È nel secolo successivo, invece, che sempre più consapevoli di forme di ricerca scientifica e sempre più percorribili vie commerciali favorirono la produzione di sempre nuovi colori che arricchivano la tavolozza cromatica degli artisti: materie prime un tempo poco diffuse come il croco, dai cui stami si ricava lo zafferano, dalla preziosa tonalità di giallo, o il legno brasile, ottimo per il rosso, viaggiavano lungo le rotte commerciali diffondendosi presso tutte le corti europee. L’analisi chimica dei colori, la spettroscopia, i raggi x permettono oggi agli studiosi e ai restauratori di identificare con estrema esattezza i vari pigmenti, le cui ricette di fabbricazione sono giunte sino a noi grazie a testi di artisti come a esempio cennino cennini. Ciò consente di intervenire al meglio in caso di restauro, ma anche di smascherare falsi che soltanto un secolo fa la scienza non era in grado di identificare con sicurezza. Bibliografia: bernasconi 1993, ferrari 2006.

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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