Registro

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Registro

Registro [dal lat. Tardo regesta -orum, neutro pl., «Registro, catalogo», propriam. Part. Pass. Del lat. Class. Regerĕre, «riportare, registrare», comp. Di re- «di nuovo», e gerĕre, «portare»]. 1. Nelle tavolette d’argilla in caratteri cuneiformi, indica ciascuna delle colonne verticali che recano la scrittura. 2. Nel manoscritto, indica una pagina interamente miniata con immagini perlopiù architettoniche tali da dividere lo specchio del foglio in differenti colonne. 3. Nel libro antico a stampa il registro era un foglio posto alla fine del volume, stampato prima delle pagine che avrebbero poi costituito il fascicolo, ma che nella gran parte dei casi non ci è pervenuto. La sua funzione era quella di fornire ai tipografi, librai e possessori di libri un’indicazione per verificare la completezza dello stampato e ai legatori la sequenza corretta per l’assemblaggio dei fascicoli. Negli incunaboli questo registro aveva due funzioni: a) nelle stampe di origine tedesca e in quest'accezione il termine è passato nel vocabolario moderno, indicava il contenuto del volume, b) fornire il prospetto dei fascicoli e delle carte, per lo più secondo le parole iniziali (nelle stampe di origine italiana, francese e spagnola). Il registro del secondo tipo fu un’invenzione italiana, utilizzato per la prima volta nelle epistole hieronymi, edizione attribuita a sixtus riessinger, impressa non prima del 1470. Qui il registro era ancora in forma embrionale, e consisteva nell’elenco degli incipit dei circa 80 fascicoli che costituivano i due volumi dell’opera, collocati sotto l’intestazione inchoationes quinternorum. Questa definizione compare solo un’altra volta, in un’edizione del 1474 dei consilia di petrus de ancharano stampata a roma da adam rot. In questo caso però, non erano riportati solo gli incipit dei fascicoli, ma quelli di tutti i bifoli. Quest’uso destinato a divenire comune, fu inaugurato nell’opera di j. Turrecremata, expositio super toto psalteri, roma: ulrich han, 1470, ma verso la fine degli anni ottanta del xv secolo, divenne corrente l’uso di definire il fascicolo indicando solo il numero delle carte e omettendo la trascrizione degli incipit. Quando non si stampò più in quinternioni si scrisse anche registrum quaternorum, ma l’uso non fu sistematicamente applicato. Nel corso del xv secolo questo registro fu anche chiamato registrum foliorum, tabula chartarum secundum ordinem ponendarum (alexander de hales, super tertio sententiarum, giovanni da colonia e johann manthen, 1475), speculum presentis voluminis (missale romanum, venetiis, alvise siliprandi, 1477), numerus et ordo quaternorum (paulus de castro, consilia et allegationes, nuremberg, anton koberger, 1485), ordo chartarum (breviarium romanum, venetiis, andrea torresani, 1494), ecc. Esso era presente, oltre che nelle stampe italiane, in quelle spagnole e francesi e talvolta in quelle di nürnberg, mai in quelle impresse a köln, molto raramente altrove in germania, mentre era più frequente in svizzera. Fino alla normalizzazione nella numerazione delle pagine, fu usato anche in contemporanea con le segnature e i richiami perché permetteva di rilevare la mancanza delle carte intermedie del fascicolo. Nello specifico le tipologie più antiche di registro sono: a) aggiunta (su fogli a parte, manoscritti, nella maggior parte dei casi perduti) dell’indicazione delle rubriche (tabula rubricarum), b) elenco delle parole iniziali non solo dei fascicoli ma anche delle carte della prima metà di essi, c) elenco delle parole iniziali di tutte le carte del fascicolo. In questo modo ovviamente era snaturata la funzione stessa del registro, dal momento che, una volta sistemate le carte della prima metà del fascicolo, anche quelle poste nella seconda metà andavano sicuramente in ordine. 4. Nella stampa tipografica, «condizione di posizionamento ottimale dei vari elementi» (uni 7290:1994 § 5.4). 5. Nel procedimento di stampa in quadricromia, indica la corretta posizione di stampa di uno o più colori o impressioni diverse, anche sovrapposte. Il registro è indispensabile per effettuare una stampa a colori, soprattutto in quadricromia. Nella macchina da stampa, è controllato mediante dispositivi elettronici che rilevano l’esatta posizione dei crocini di registro e assicurano la perfetta sovrapposizione dei colori e da dispositivi meccanici che posizionano il foglio prima che questo sia prelevato dalle pinze. 6. Unità archivistica costituita da fogli (o quaderni o quinterni ecc.) Rilegati. Raccoglie la registrazione di atti, minute, sunti o annotazioni, di norma in sequenza cronologica. Soprattutto dai primi anni del secolo xix i fogli dei registri (di protocollo, di contabilità, ecc.) Presentano righe e colonne, e relative intestazioni, prestampate per agevolare la registrazione e il successivo reperimento delle informazioni. (V. Anche fascicolo, richiamo, segnatura).

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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