Scrittura

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Scrittura

Scrittura [lat. Scriptūra, der. Di scriptus, part. Pass. Di scribĕre, «scrivere»]. 1. Rappresentazione grafica del linguaggio e del pensiero dell’uomo, mediante segni convenzionali. 2. Prodotto dell’attività scrittoria dello scriba o amanuense, con particolare riferimento alle opere non originali, del copista. La scrittura manoscritta può essere: cancelleresca: usata per gli atti ufficiali. Le forme sono artificiose, caratterizzate spesso da contrasti marcati e da tratti accessori esagerati. Questo tipo di scrittura è spesso formale. Formale: si indicano, con questo termine, le scritture caratterizzate da una preminente attenzione alla omogeneità delle forme e alla regolarità dell’esecuzione, in cui si manifestano tanto la volontà di aderire a modelli codificati, o quanto meno riconoscibili nei loro tratti peculiari, quanto la necessità di valorizzare la resa estetica complessiva del prodotto grafico. Ductus posato, rigorosa selezione delle forme, elevato grado di leggibilità, sono caratteristiche comuni alle scritture formali, tanto maiuscole quanto minuscole, al di là della varia fenomenologia in cui esse concretamente si manifestano. Realizzate da scribi di professione e riservate ai libri, le scritture formali possono tuttavia interessare anche determinate tipologie di documenti, per esempio prodotti di cancelleria, ove a prevalere sia l’esigenza della regolarità della norma, della riconoscibilità del modello. Informale: contrapposta alla categoria delle scritture formali, si definiscono informali, in linea generale, tutte le manifestazioni grafiche che risultino prive di quella impostazione di fondo. Più in particolare, nel tentativo di definire uno statuto delle scritture informali, si è proposto di considerare tali «in base ai caratteri strutturali [...] Scritture che si individuano per ductus mutevole ma sempre sciolto e piuttosto rapido, oscillazioni nei tempi del tratteggio, con tendenza alla riduzione dei tratti, versatilità nella forma e-o squilibrio del modulo delle lettere, legature più o meno frequenti e talora deformanti, abbreviazioni mentre come caratteri accessori possono aggiungersi e spesso si aggiungono l’inclinazione più o meno accentuata dell’asse della scrittura [...] Stilemi di vario genere» (cavallo 2000, 220). Libraria: adatta ai libri, studiata in funzione di questi non necessariamente quella che si trova sempre nei libri e unicamente in essi. Ci sono dei documenti privati copiati in scrittura libraria e, viceversa non tutti i libri sono vergati in questa scrittura. Questa deve esser leggibile, chiara e normalmente anche bella (calligrafica) tuttavia anche una scrittura non libraria può essere bella. Normalmente il suo ductus sarà più posato che corsivo, anche se il tratteggio è corsivo, cioè se il numero dei tratti tende a ridursi. Normale: modello ideale al quale lo scrivente tende ad adeguarsi in un tempo e un luogo determinati. La scrittura normale ha molte delle caratteristiche di quella usuale. Usuale (fr. Coirante, quotidienne ted. Geschaftschrift): il concetto di scrittura usuale è stato teorizzato da g. Cencetti (1997, 53): «in ciascuna epoca e in ciascun luogo gli atteggiamenti delle scritture spontanee dei singoli individui (le mani, le calligrafie di ciascuno) possono essere più o meno diversi: hanno, per altro, tutte qualche cosa in comune, se non altro il modello ideale, lo schema, lo stampo, si potrebbe dir quasi l’idea platonica dei segni alfabetici. Questa comunità, questa costanza delle scritture individuali, che in certo modo le comprende tutte e perciò non può essere costretta e configurata in regole precise e inderogabili, ma pure ha caratteri suoi propri uniformi, costituisce la scrittura usuale di quel tempo e di quel luogo». In termini più sintetici petrucci (1992, 24) la definisce come «scrittura adoperata comunemente dalla maggior parte degli scriventi per i bisogni della vita quotidiana, e aperta perciò a tutte le influenze naturali espresse dalle tendenze grafiche proprie della rapidità del tracciato, della semplificazione dei segni, ecc.». La scrittura usuale è normalmente una scrittura corsiva, ricca di legature. Bibliografia: canart 1980 cavallo 2000 cencetti 1997 crisci 2011.

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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