Spaziatura

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Spaziatura

Spaziatura [der. Di spaziare, dal lat. Spătium, «intervallo, spazio»]. Intervalli di spazio, proporzionali al carattere utilizzato, che dividono lettere, parole e righe nel testo composto. Nella composizione tipografica in piombo la spaziatura standard, tra parola e parola, corrisponde a un terzo della dimensione del corpo del carattere. Per esempio, in un testo composto in corpo 9 la spaziatura è di 3 punti, in corpo 12, di 4 punti, ecc. Questo spazio prende il nome di terziruolo. Gi altri spazi sono sempre rapportati al corpo in cui è composto il testo: lo spazio fine (un sesto o un ottavo del corpo), il mezzano (un quarto), il quadratino (un mezzo), il quadrato (uno intero), il doppio quadrato o quadratone (due interi). Esiste poi lo spazio finissimo che misura sempre un punto, in qualsiasi corpo. Gli spazi tra parola e parola sono meccanicamente aumentati nel caso si voglia un testo giustificato. La spaziatura ideale tra lettera e lettera, nei caratteri di piombo, era determinata in fase di progettazione del carattere e corrispondeva alla base del parallelepipedo in piombo su cui era fuso il carattere. La spaziatura relativa alla composizione fotomeccanica segue criteri diversi. La spaziatura standard si basa sulla divisione in 18 unità del quadrato al cui interno è iscritta la lettera più larga dell’alfabeto (in genere la m). Per le lettere più strette sono utilizzate meno unità. Per esempio, nella maggior parte dei caratteri, la o è costituita da 16 unità, la t da 12 unità. Lo spazio tra parola e parola è generalmente costituito da 6 unità, misura che corrisponde al terziruolo utilizzato nella composizione in piombo.

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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