Calcio tutto sul gioco del calcio

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Calcio tutto sul gioco del calcio

 

DISPENSA SUL CALCIO

 

ACCENNI STORICI

 

Il gioco del calcio, così come lo conosciamo, è ufficialmente nato in Inghilterra con la nascita della Football Association il 26 ottobre 1863.
In sostanza da sempre si hanno notizie di giochi con la palla, ma dalla data sopra citata il gioco del calcio assume una sua ben distinta fisionomia distinguendosi dal rugby, dal quale ha identiche origini. Ebbe da subito un grandissimo successo per la semplicità delle regole e per il dinamismo insito nel gioco stesso.
Con la nascita della federazione di calcio inglese, si stabilirono una serie di regole che servirono a mettere ordine ed a portare lealtà tra i contendenti. La prima regola emanata fu quella relativa al fuorigioco totale: risultava in fuori gioco chiunque si fosse trovato davanti alla palla su tutto il campo.
Nel 1886 ci fu la prima modifica alla regola del fuorigioco: un giocatore era in posizione regolare, quando aveva almeno tre giocatori tra lui e la porta avversaria, su tutto il campo. Questa modifica viene citata poiché notificò la nascita della tattica calcistica, primo tentativo di organizzare un gioco di squadra per sfruttare il movimento degli attaccanti per la prima volta autorizzati a portarsi oltre la linea della palla.
Nel 1871 venne per la prima volta concesso al portiere di prendere la palla con le mani. Era dal 1862, vale a dire dalla scissione dal rugby, che nessun giocatore poteva toccare la palla con le mani se non per riprendere il gioco dalla rimessa laterale.
Nel 1875 vengono definite le misure delle porte: 7,32 metri di larghezza e 2,44 metri d’altezza.
Tra le altre cose, si vennero a definire peso e dimensioni del pallone. Il pallone deve essere di cuoio o d’altro materiale approvato con circonferenza massima di 70 cm e minima di 68, il peso massimo 450 grammi e minimo 410, la pressione all’interno del pallone deve essere compresa tra le o, 6e le 1,1 atmosfere. Le dimensioni del campo: lunghezza minima 90 metri e massima 120, larghezza minima 45 metri e massima 90.
Furono ancora molte le regole istituite in questo periodo in Inghilterra, ma ormai in tutta Europa prendeva piede il gioco del calcio che subiva modificazioni diverse da Paese a Paese, secondo le esigenze specifiche che man mano sorgevano in loco.
Finalmente nel 1904 a Parigi, per merito dei rappresentanti di sette diverse Associazioni nazionali: Francia, Belgio, Olanda, Svizzera, Danimarca, Svezia e Spagna, nasce la FIFA cioè la “ Federation Internazionale de Football Association”, attualmente con sede a Zurigo, la più importante lega al mondo per il governo, la promozione e lo sviluppo del calcio. Con la costituzione della federazione delle federazioni mondiali si vuole rendere unico e soggetto alle stesse regole ed ad uno stesso regolamento il calcio, indipendentemente dal luogo dove si giochi. La stessa F.I.F.A. diventa l’unico ente in grado di modificare le regole di gioco, dando notevole credibilità ed impulso alla crescita del calcio stesso.

Dalla data di nascita della FIFA, fu possibile organizzare partite tra squadre e rappresentative di Nazioni diverse. Si giocarono da prima solo partite amichevoli, ma ben presto fu possibile organizzare competizioni che portarono grande interesse di pubblico e di sponsor all’organizzazione internazionale, giungendo alle attuali manifestazioni dai “Mondiali” che si giocano ogni quattro anni ai campionati nazionali.
Attualmente la FIFA ha in ogni continente una diversa appendice che regola i campionati continentali per Nazioni e per club. Per l’Europa, l’organizzazione con sede a Nyon in Svizzera è la U.E.F.A.
Per l’Italia, il calcio, viene gestito dalla F.I.G.C. (federazione italiana gioco calcio) ubicata a Roma come sede centrale ed affiliata al CONI.

Questi brevi accenni storici, per far capire come il gioco del calcio sia sempre stato ed è tuttora in continua evoluzione. Ogni modifica o regola nuova, costituiscono una modifica della tattica calcistica e della tecnica e tattica individuale.
Basti pensare che la regola del fori gioco, subisce continui aggiustamenti e continue modificazioni o interpretazioni ancora ai giorni nostri ed ancora subirà modificazioni: basta seguire qualche trasmissione televisiva dove si mostrano le immagini delle partite o andare nei campetti di periferia, per capire come sia delicata la questione “fuorigioco”.

 

 

 

 

IL GIOCO

IL CALCIO ED I GIOVANI

Una partita di calcio tra giocatori adulti, si gioca tra due squadre composte ognuna da undici giocatori. Il tempo di gioco è di 45 minuti per due tempi (vedi “Regolamento del gioco del calcio”).
Le squadre giovanili giocano le gare secondo la categoria d’appartenenza con tempi di gioco, dimensioni del campo e delle porte diversi.
Le categorie sono divise nell’espressione scuola calcio in primi calci, pulcini ed esordienti. Tali campionati non dovrebbero, per la F.I.G.C., avere la classifica essendo rivolti a bambini. La prima categoria considerata agonistica è la cosiddetta categoria giovanissimi seguita poi dalla categoria allievi, juniores o beretti e dall’ultima categoria giovanile la categoria primavera. Tutte le categorie sono definite per età anagrafica dei bambini, e comprendono due anni d’età ognuna. All’interno della stessa categoria, perciò, si hanno a seconda delle regioni definizioni diverse qualora una società avesse due squadre per la stessa categoria: ad esempio esordienti sperimentali per la squadra composta di bambini più giovani ed esordienti per quella composta da quelli più anziani.

La categoria “primi calci o piccoli amici” è riservata a bambini dai sei anni compiuti ad otto anni d’età. Le partite vengono giocate su campi di dimensioni ridotte (35 x 25 metri), con porte di dimensioni adeguate. I palloni devono essere più leggeri di quelli usati dagli adulti (numero 3) e il numero di giocatori per squadra non deve superare le cinque unità. I tempi di gioco sono di due tempi di 15 minuti o tre tempi di 10 minuti nei quali tutti i bambini presenti devono giocare.
Queste regole per permettere a tutti i partecipanti di toccare più volte il pallone nel corso della gara e per renderli partecipi al gioco.

La categoria “pulcini” è riservata a bambini con età tra gli otto ed i dieci anni. Le gare si disputano tra sette giocatori su campo ridotto con porte di dimensioni 4 x 2 metri e con palloni identificati come numero 4. La partita viene suddivisa in tre tempi di 15 minuti: tutti i bambini devono giocare obbligatoriamente un tempo dei primi due.
Queste regole sono state varate negli ultimi anni per evitare che solo i più “bravi” giochino il tempo gara. I bambini di quest’età hanno bisogno di ricevere gratificazione per l’impegno che mettono negli allenamenti. Le società chiedono agli allenatori i successi precoci piuttosto che la crescita dei giovani sotto tutti gli aspetti.
La categoria “esordienti” è riservata a bambini tra i dieci ed i dodici anni d’età. Il campo da gioco dovrebbe essere leggermente ridotto nelle dimensioni ed i giocatori devono essere undici per squadra. Il pallone rimane il numero 4. I tempi di gioco sono tre di 18 minuti ciascuno.
Non vigono regole d’obbligo per l’allenatore che dovrebbe, comunque, fare giocare tutti i componenti la panchina.

In queste categorie le squadre possono essere formate da soli giocatori di sesso maschile, solo giocatori di sesso femminile o da giocatori di ambo i sessi. Nell’addestramento non vi sono particolari accorgimenti da tenere presenti per la presenza di una o più bambine in squadra.

La categoria“giovanissimi” è riservata a ragazzi tra i dodici ed i quattordici anni d’età. E’ la prima categoria del gioco del calcio, quindi si gioca su un campo dalle dimensioni normali e con un pallone da “grandi”, il numero 5. I tempi della partita sono due di 30 minuti ciascuno e le sostituzioni possono essere fatte con tutti i componenti la panchina, senza obblighi per l’allenatore. Per la prima volta le sostituzioni sono definitive: una volta usciti dal campo per la sostituzione con un compagno, il giocatore non può più rientrare in campo fino al termine della gara.
La federazione stila le classifiche dei campionati con la possibilità di eventuali promozioni o retrocessioni per la società: la categoria può essere provinciale, regionale o nazionale.

La categoria“allievi” è riservata a ragazzi tra i quattordici ed i sedici anni d’età. I tempi di gioco sono di 35 o 40 minuti, secondo i campionati che possono essere, anche in questa categoria, provinciali, regionali o nazionale.

La categoria “juniores” o “beretti” (la distinzione dipende dal fatto che solo le squadre professionistiche possono partecipare al campionato beretti) riservata a ragazzi fino ai diciotto anni d’età si gioca sulla distanza di due tempi da 45 minuti. Il numero delle sostituzioni è di soli tre giocatori per tutto l’arco dell’incontro. In questa categoria si gioca a tutti gli effetti il calcio degli adulti.

L’ultima categoria del settore giovanile con regole un po’ particolari è la “primavera”. Il limite d’età è di vent’anni, ma può partecipare un fuori quota, anche un giocatore della prima squadra.
I giovani si possono trovare a giocare con compagni della prima squadra che devono recuperare da infortuni o che comunque devono ritrovare il ritmo gara, anche campioni di serie “A”, rendendo particolarmente stimolante il confronto.

Nella categoria giovanissimi le ragazze possono giocare solo dietro autorizzazione del Settore Giovanile e Scolastico competente. Dalle categorie superiori, le ragazze, giocano campionati e tornei riservati a loro, con limiti d’età differenti rispetto al settore maschile a causa del numero ancora esiguo di praticanti.
( Settore giovanile e scolastico. Comunicato ufficiale numero 1).

La definizione di diverse categorie e regolamenti a seconda delle fasce d’età, è indice di diverse esigenze dei ragazzi e di conseguenza diverse finalità per il preparatore, nello stilare gli allenamenti. A tal proposito si definiscono le tappe dell’apprendimento calcistico, per dare la possibilità di organizzare un progetto di crescita dell’allievo, quanto più razionale possibile.

 

 

 

LE TAPPE DELL’APPRENDIMENTO CALCISTICO

Il provare a calciare una palla si sperimenta molto presto nel percorso di crescita di un bambino.
Solo verso i 5/6 anni di età, il futuro calciatore viene accompagnato in una delle tante scuole calcio presenti sul territorio. Ma su quali basi una scuola calcio deve operare per fare apprendere la disciplina nel modo più appropriato, stimolante e divertente? La risposta è una: assecondando le esigenze disposte dall’età dei bimbi, e dal loro grado di socialità, affettività ecc….
La base di partenza, quindi deve essere la conoscenza dell’età dei soggetti e del loro grado di maturazione psicologica.
Nel “comunicato ufficiale numero uno” del “settore giovanile e scolastico” della F.I.G.C. vengono tracciate delle linee guida circa le caratteristiche dell’attività che ogni allenatore o meglio istruttore dovrebbe aver cura di perseguire. Ci si trova il tipo di organizzazione che le società devono impostare; i tempi di gioco; le regole; ecc…per rendere l’attività adatta ai più piccoli.
Partendo da queste linee guida federali, dobbiamo in pratica mettere su carta e poi su campo un programma di allenamenti che ci possa portare a raggiungere gli scopi che ci si propone all’inizio dell’annata e durante il percorso formativo del nostro allievo. Obiettivi che devono essere effettivamente perseguibili dagli allievi, dati i loro pre-requisiti iniziali.
Considerando che tutti i ragazzi che arrivano sul campo di calcio hanno l’aspettativa di giocare il più possibile con il pallone e che tutti i bambini vengono al campo con l’idea di divertirsi e non di imparare (almeno per le fasce d’età più piccole), dobbiamo impostare i nostri allenamenti tenendo conto dell’esigenza che spinge i piccoli ad imparare meglio e con entusiasmo. Da ciò si può desumere che gli allenamenti non possono prescindere da giochi e partite con la palla, ecc…
Affermerei che i vecchi giri di corsa intorno al campo o il voler scimmiottare gli allenamenti degli adulti, devono senza indugi lasciare il campo a favore del gioco e di un clima festoso che il responsabile deve saper instaurare.
Vediamo quali sono le caratteristiche dei bambini per fascia d’età e quali sono gli obiettivi che potremmo ricercare sotto l’aspetto di crescita fisica, psicologica e calcistica.

“primi calci o piccoli amici” 1à tappa della preparazione generale.

CARATTERISTICHE DEI SOGGETTI

Sviluppo fisico: dal punto di vista scheletrico il bambino risulta piuttosto gracile.
Sviluppo motorio: adeguata la coordinazione generale, assenza del controllo segmentario. Difficoltà di organizzazione spazio temporale. Movimenti poco economici e poco produttivi. Grandi miglioramenti possibili in breve arco di tempo (3 mesi) nelle capacità coordinative.
Capacità condizionali: forza in tutte le espressioni, limitata.
Sviluppo emozionale/affettivo/sociale: i bambini di questa fascia d’età sono incapaci di collaborare perché sono fortemente egocentrici.
Sviluppo cognitivo: difficoltà d’attenzione e di concentrazione. Difficoltà nel capire le spiegazioni astratte. Dipendenza dall’adulto.

Dal punto di vista dello sviluppo motorio, i bambini di questa fascia d’età, si trovano in un momento di passaggio dal gioco spontaneo ed imitativo a quello con forme di collaborazione più efficace e mirato.
Per quello che riguarda lo sviluppo cognitivo, il pensiero è pienamente egocentrico e sincretico, l’approccio con l’esperienza è di tipo realistico e tutte le esperienze partono dal proprio corpo. Intorno ai sette anni, otto anni, il bambino inizia a superare questo tipo di costruzione cognitiva che parte dal proprio corpo per conquistare lo spazio circostanze, attraverso punti di riferimento al di fuori di lui. I punti fondamentali sono: decentramento, immagine anticipatrice e schema d’azione.

Gli obiettivi educativi (relativi alla sfera della personalità):
Area affettivo-sociale: - socializzare,
- vincere la paura del contatto con il suolo e con l’avversario
- promuovere l’iniziativa individuale
- ricercare l’ordine, la puntualità, la custodia del materiale.

Area cognitiva:           - conoscere e rispettare le regole
- organizzare un progetto individuale tenendo conto di spazio e tempo

Area motoria: - schemi motori di base, schema corporeo, lateralizzazione, capacità percettive
- capacità coordinative: reazione, combinazione, equilibrio statico, dinamico e monopodalico, differenziazione, orientamento spazio-temporale ed oculo-manuale
-Capacità condizionali: rapidità e mobilità articolare

Gli obiettivi didattici relativi al gioco del calcio:
regole fondamentali del gioco:
-     non giocare con le mani

  • non spingere
  • non trattenere e non dare calci all’avversario

sviluppare l’interesse verso il gioco del calcio

principi fondamentali del gioco:

  • attaccare la porta avversaria
  • fare gol nella porta avversaria
  • difendere la propria porta

condotte motorie primarie:

  • con la palla: guidare la palla, fermare la palla, calciare la palla
  • senza palla: muoversi per partecipare al gioco, capacità di gioco 5 > 5 (solo al termine del secondo anno di gioco)

Attraverso allenamenti studiati, quindi, gli allievi al termine del loro primo ciclo formativo per la categoria “primi calci”, dovranno:

 

  •  
  1. SAPER FARE:          

             

              • fermare la palla;
              • avanzare con la palla;
              • muoversi senza palla;
              • calciare la palla.
  1. SAPERE/COMPRENDERE:

 

              • l’obiettivo del gioco;
              • ruolo legato alla fase di gioco (in fase offensiva: attaccanti; in fase difensiva: difensori)

 

  1. SAPER ESSERE/ACCETTARE:

 

  •  Rispettosi dei compagni;
  • rispettosi degli avversari;
  •  rispettosi delle regole;
  • il contatto con il terreno;
  • il contatto con l’avversario.

 

 

 

“pulcini” 2à tappa della preparazione generale.

CARATTERISTICHE DEI SOGGETTI
Sviluppo fisico: sviluppo fisico equilibrato grazie ad un incremento dello sviluppo muscolare.
Sviluppo motorio: controllo volontario del corpo. Buona la coordinazione. Aumenta l’impegno personale.
Sviluppo affettivo/sociale: distacco emotivo dalla famiglia. Acquista importanza il gruppo dei coetanei. L’allenatore assume il ruolo di figura di riferimento centrale. Inizia il superamento dell’egocentrismo.aumentano gli interessi sportivi. Risultano bisognosi d’affetto e di sicurezza.
Sviluppo cognitivo: sviluppo delle capacità di legare causa-effetto, quindi sviluppo del pensare tattico individuale ed il realismo critico.

Gli obiettivi educativi (relativi alla sfera della personalità):
Area affettivo-sociale:

    • socializzare,
    • vincere la paura del contatto con il suolo e con l’avversario,
    • stimolare l’iniziativa individuale

Area cognitiva:   

  • conoscere e rispettare le regole
  • Organizzare un progetto individuale tenendo conto di spazio e tempo

Area motoria:

  • schemi motori di base e delle capacità senso-percettive
  • capacità coordinative:reazione,differenziazione,ritmo,equilibrio,organizzazione spazio-temporale
  • capacità [ e mobilità articolare.

 

Gli obiettivi didattici relativi al gioco del calcio:
regole fondamentali del gioco:
-     non giocare con le mani

  • non spingere
  • non trattenere e non dare calci all’avversario

principi fondamentali in attacco:

  • fare gol
  • avanzare
  • non perdere la palla

principi fondamentali in difesa:

  • avanzare per contrastare il portatore di palla
  • proteggere la propria porta

tecnica:

  • sviluppo delle capacità di dominare la palla,
  • acquisizione dell’impostazione corretta nell’esecuzione dei fondamentali.

Al termine del presente ciclo formativo, i bambini dovrebbero:

SAPERE FARE INDIVIDUALE: in generale

  • valutare le traiettorie da fermo
  • essere padroni degli schemi motori di base in attacco
  • non buttare via la palla
  • andare incontro alla palla
  • condurre la palla con le varie parti dei piedi
  • effettuare autocontrolli con l’interno del piede
  • eseguire le rimesse laterali con i piedi a terra
  • colpire la palla di testa con i piedi a terra
  • tirare in porta con palla ferma in difesa
  • saper affrontare l’avversario in possesso di palla

 

SAPERE FARE IN COLLABORAZIONE: in generale

  • rendersi utile
  • utilizzare semplici messaggi verbali in attacco
  • conoscere la situazione 2 >1 in difesa
  • occupare in modo efficace la zona pericolosa: un solo giocatore sulla palla
  • utilizzare la superiorità numerica 2>1

 

 

“esordienti” tappa della specializzazione sportiva iniziale.

CARATTERISTICHE DEI SOGGETTI
Sviluppo fisico:grande disparità tra ragazzo e ragazzo. Denotano grande bisogno di movimento.la resistenza è la capacità condizionale che risente meno dello sviluppo puberale. Dopo il picco di crescita si ha una diminuzione dell’equilibrio e difficoltà di controllo dei movimenti.
Sviluppo motorio: la forza esplosiva si incrementa in modo evidente, mentre diminuisce la flessibilità.notevoli i progressi nella rapidità e la velocità.
Sviluppo affettivo e sociale: attraverso il miglioramento delle proprie prestazioni aumenta il senso di sé (autostima). Aumenta la ricerca d’autonomia.si sviluppa la capacità d’autocritica. Acquisisce importanza l’appartenenza al gruppo, il sentirsi accettati.
Sviluppo cognitivo: pensiero astratto. Esistono i presupposti per lo sviluppo delle capacità collaborative.

Gli obiettivi educativi (relativi alla sfera della personalità):
Area affettivo-sociale:

  • sicurezza di sé e delle proprie capacità
  • rispetto e cooperazione con i coetanei
  • sviluppo della competizione

Area cognitiva:

  • elaborare progetti collaborativi che tengano conto degli avversari

Area motoria:

  • capacità coordinative: combinazione, differenziazione,equilibrio,adattamento e trasformazione, organizzazione spazio-temporale,fantasia
  • capacità condizionali: rapidità,forza veloce, mobilità articolare
  • capacità senso-percettive e schemi motori

Gli obiettivi didattici relativi al gioco del calcio:
regole fondamentali del gioco:

  • fuorigioco
  • fallo d’ostruzione

Principi fondamentali in attacco:

  • possesso di palla
  • profondità
  • ampiezza
  • concludere

Principi fondamentali in difesa:

  • frenare l’azione avversaria
  • scaglionamento
  • concentrarsi

Tecnica:

  • sviluppo delle capacità di dominare la palla
  • sviluppo del bagaglio tecnico e delle capacità di utilizzarlo nel gioco

Al termine del ciclo formativo, gli allievi devono:
SAPERE FARE INDIVIDUALE: in generale

    • valutare le traiettorie
    • tenere la posizione in campo
    • combinazione degli schemi motori
    • giocare in più posizioni in attacco
    • passare la palla e rendersi nuovamente utili
    • calciare di collo con entrambi i piedi
    • mettere la palla a terra
    • colpire la palla di controbalzo
    • eseguire le rimesse laterali con precisione
    • effettuare i controlli della palla di coscia e di petto
    • eseguire lanci con il piede forte
    • colpire di testa in elevazione sul posto
    • abbinare i vari gesti tecnici (stop+ tiro)
    • cambiare direzione con finta
    • tirare in porta con palla in movimento
    • essere precisi nei passaggi d’interno piede
    • colpire la palla al volo su parabole corte
    • rendersi utile quando la squadra entra in possesso palla
    • saper proteggere la palla in difesa
    • marcare l’avversario
    • rendersi utile quando la squadra perde il possesso palla

 

SAPERE FARE IN COLLABORAZIONE: in generale

  • servirsi dei messaggi di comunicazione verbale
  • creare la superiorità numerica nei pressi della palla
  • effettuare l’uno-due (passaggio a muro)
  • dare sostegno al portatore di palla
  • dettare il passaggio
  • privilegiare i passaggi in profondità
  • effettuare la sovrapposizione
  • utilizzare la superiorità numerica 2>1 in difesa
  • attuare i principi di difesa collaborativa: anticipo e copertura

 

Come si è potuto notare si parla di sviluppo del bambino con l’ausilio dello sport. Per questa ragione non si parla mai di tattica di squadra o di reparto, ma di semplice tattica individuale, il saper fare e il saper collaborare, nei suoi termini comprensibili al momento.
La specializzazione precoce nello sport singolo fa perdere troppe possibilità di sviluppo motorio, quindi è importante durante l’annata, far provare, almeno nei rudimenti, altri sport. Questo sempre nell’ambito ben studiato della programmazione, sia i giochi tradizionali sia la partita di rugby per vincere la paura del contatto con l’avversario e con il terreno o la partita di pallavolo per lo studio delle traiettorie o la partita di basket per la coordinazione generale ecc…..tenendo conto dei gusti sportivi del bimbo che ha scelto di giocare a calcio….

“giovanissimi” terza tappa della specializzazione sportiva approfondita.

In questa categoria si devono organizzare allenamenti di consolidamento delle abilità acquisite. Tali abilità devono essere sviluppate nel gioco, quindi con la velocità d’esecuzione del gesto scelto in relazione a diverse opportunità. Il ragazzo deve poter sbagliare per poter correggere le proprie scelte.
Vanno impostate le tattiche di reparto e di squadra partendo dalle conoscenze di tattica individuale, che vanno prima verificate, ampliate e consolidate.
Sotto l’aspetto fisico vanno impostati allenamenti di tipo generale. Si possono iniziare allenamenti a secco (senza la palla) finalizzati al miglioramento di tutte le qualità condizionali. Prevalente utilizzo delle fonti aerobiche e sviluppo della forza con particolare interesse per l’area della potenza muscolare (forza veloce).
Non si deve commettere l’errore di lavorare solo sulla parte inferiore del corpo del ragazzo, ma si deve ricercare un miglioramento generale ed armonico del corpo del soggetto. Nel calcio serve lo sviluppo di tutto il corpo nella sua interezza, per reggere i contrasti, per saltare o anche solo per calciare.
E’ il periodo in cui si verifica, in genere, l’inizio dell’età pubere. In questo periodo avvengono le ben note trasformazioni fisiche e psichiche. Il ragazzo è caratterizzato da incostanza umorale, tale da renderlo talvolta scontroso, freddo, apatico o troppo vivace, esuberante e pieno di vita. Date le vistose trasformazioni fisiche si presenta, inoltre, poco coordinato, impacciato nei movimenti, e con disarmonia somatica. Il ragazzo deve tornare a prendere coscienza di sé e del suo nuovo corpo. Deve essere rielaborato lo schema corporeo e le esercitazioni vanno motivate per fare comprendere i benefici cui si va incontro attraverso l’esecuzione curata.
Si parla di specializzazione sportiva approfondita giacché bisogna dedicare maggior tempo ai gesti tecnici, tattici e alle abilità fisiche specifiche per il gioco del calcio.
L’addestramento tecnico, parte come sempre dalle esercitazioni basate sulle situazioni di gioco, ripetute con insistenza e per gran parte delle sedute dell’allenamento, ricercando, comunque, la precisione e l’originalità tecnica. In questo modo si cerca di rendere effettivamente efficaci le soluzioni tecnico- tattiche viste e ripetute negli allenamenti.

 “allievi” quarta tappa del perfezionamento sportivo.
E’ il periodo della ricerca metodica della perfezione dei gesti tecnici e della conoscenza del senso tattico per giungere ad un gioco collettivo in tutta la sua completezza e variazione. La capacità d’apprendimento motorio è tale e favorevole, quindi possono essere poste le più elevate esigenze dal punto di vista delle difficoltà e delle padronanze tecniche. Importante in tal senso è ricordare che il gesto tecnico si affina non per la giustezza del gesto stesso, ma per la capacità di gestirlo nelle diverse situazioni per raggiungere il fine.
L’addestramento pone l’esigenza di effettuare esercitazioni, così dette, di tecnica applicata, cioè in stretta connessione con situazioni di gioco, piuttosto che sulla ripetizione sistematica dei fondamentali tecnici, in condizione di particolare facilitazione (senza avversari ad es.). In altri termini si tratta di migliorare l’abilità tecnica per mezzo della ripetizione metodica di combinazioni di gioco, contenenti anche un significato tattico. Questo perché solo un’abilità tecnica sviluppata e perfezionata in funzione del gioco, potrà manifestarsi realmente efficace durante la gara ed in perfetta sincronia con quelli che possono definirsi i requisiti atletici del gioco del calcio (correre, saltare, frenare, spostarsi rapidamente, cambiare direzione, ecc…)
Solo affrontando delle situazioni reali e quindi partendo dal gioco, che la tecnica di base acquista un significato concreto, altrimenti si rischia di formare giocatori abilissimi nel palleggio o nelle abilità da fermo o senza avversari, ma che durante le competizioni non riescono a risolvere le situazioni tecniche o tattiche più elementari.
Naturalmente anche in questo periodo dobbiamo pensare ad esercitazioni che ci conducano dal più semplice o facile al più complicato o difficile. L’addestramento, quindi, consisterà nel proporre man mano, situazioni più complesse e nell’invitare gli allievi a risolverle. Il supporto dell’allenatore è fondamentale per le correzioni tecniche e per le indicazioni di supporto.
Per lo sviluppo delle qualità fisiche, non risulta nessuna particolarità da segnalare se non nel fare attenzione a seguire un programma adeguato ai pre-requisiti esistenti o alle esigenze del gruppo di lavoro e delle eventuali esigenze dei singoli. Importante non esagerare con esercitazioni massimali, eseguibili in futuro.

“juniores” o “beretti”

Si deve proseguire con il programma d’addestramento, tenendo conto del punto in cui si trova la squadra.
Vanno privilegiati gli esercizi di tecnica calcistica nelle sue forme applicative con velocità di gara. La tattica individuale  va curata con sempre più approfondite conoscenze nelle due fasi di possesso e di non possesso palla, e la tattica di reparto e di squadra va approfondita con particolari e con metodi di gioco diversi.
L’addestramento fisico è ancora generale, ma vanno aumentate in quantità e qualità le esercitazioni di condizionamento fisico tipico del gioco del calcio.

“primavera”

Questa categoria è giocata da ragazzi ormai maturi per la prima squadra.
E’ giocata,di solito, da ragazzi di prospettiva professionistica e le squadre che prendono parte a questo campionato sono società professionistiche, che giocano tra loro in un campionato nazionale con la prospettiva di far maturare qualche buon elemento.
Le sedute d’allenamento si possono accostare a quelle delle prime squadre, tanto che spesso o a turno i giovani devono frequentare gli allenamenti dei colleghi più anziani.
 

ESEMPI PRATICI PER LE SEDUTE D’ALLENAMENTO NELLE FASCE D’ETA’

Per la strutturazione di un programma d’allenamento dobbiamo considerare una serie di parametri o prerequisiti dai quali desumere gli obiettivi reali, ai quali i nostri allievi possono realmente approdare.

La possibile struttura di un piano annuale può essere stilata secondo questo schema:

PROGRAMMA ANNUALE- SECONDA TAPPA 10 – 12 ANNI

MESE                  CAPACITA’ TECNICHE      CAPACITA’ TATTICHE    CAPACITA’ COORD.

 

AGOSTO

Conduzione, passaggio,ricezione. Modi di calciare

Difesa della porta in superiorità numerica. Gioco senza palla. 7:7

Giochi con e senza palla

 

SETTEMBRE

Conduzione, passaggio,ricezione. Modi di calciare

Passaggio in zona libera. Difesa porta in inferiorità numerica. Gioco senza palla. 7:7 – 11:11

Giochi con e senza palla

 

OTTOBRE

Passaggio,ricezione. Modi di calciare. Colpo di testa. Difesa della palla.

Difesa porta in inf e sup numerica. Temporeggiamento. Creazione spazio. Passaggio e tiro. Gioco con e senza palla. 7:7 – 11:11

Giochi collettivi con e senza palla

 

NOVEMBRE

Passaggio,ricezione. Modi di calciare. Colpo di testa. Difesa della palla.
Movimento d’inganno

Creazione dello spazio.
Marcamento. Gioco con e senza palla. passaggio e tiro. 7:7 – 11: 11

Giochi collettivi con e senza palla

 

DICEMBRE

Verifica del lavoro svolto

Verifica del lavoro svolto

Giochi collettivi con e senza palla

 

GENNAIO

Passaggio,ricezione. Modi di calciare. Colpo di testa.
Movimento d’inganno.
Dribbling.

Marcamento. Temporeggiamento. Difesa della porta e presa di posizione in inf numerica. 11:11

Giochi collettivi con e senza palla

 

FEBBRAIO

Passaggio,ricezione. Modi di calciare. Movimento d’inganno.Dribbling.

Difesa della porta e presa di posizione in inf numerica. 11:11

Giochi collettivi con e senza palla

 

MARZO

Passaggio,ricezione. Modi di calciare. Movimento d’inganno.Dribbling.

Smarcamento. Creazione dello spazio. Dai e vai. 11:11

Giochi collettivi con e senza palla

 

APRILE

Passaggio,ricezione. Modi di calciare. Movimento d’inganno.Dribbling.
Colpo di testa.

Attacco contro difesa con conclusione finale.

Giochi collettivi con e senza palla

 

MAGGIO

Fondamentali del calcio in situazioni di gioco complesse

Attacco contro difesa con conclusione finale.

Giochi collettivi con e senza palla

 

GIUGNO

 

 

Verifica del lavoro svolto durante l’annata

 

Verifica del lavoro svolto durante l’annata

 

Lo sviluppo della griglia può essere ad esempio una lezione così strutturata:

CATEGORIA:
UNITA’ DI LAVORO:                                            MESE:                                               DATA:

OBIETTIVI TECNICI: dominio, conduzione, modi di calciare, modi di ricevere, tiro in porta
OBIETTIVI TATTICI:2 attaccanti contro 3 difensori
SVILUPPO CAPACITA’ CONDIZIONALI: mobilità articolare, resistenza, velocità forza rapida
SVILUPPO CAPACITA’ COORDINATIVE: equilibrio, orientamento, adattamento, differenziazione, reazione, ritmizzazione, accoppiamento e combinazione.

DESCRIZIONE ESERCIZI:
15 minuti.       gioco introduttivo: pallamano
20 minuti:       Conduzione condizionata interno ed esterno piede
30 minuti:       2:3 per il raggiungimento della meta avversaria su campi ridotti
20 minuti:       passaggio e tiro in porta
15 minuti:       gioco libero

NOTE: difficoltà, errori ecc….da segnalare per ridefinire gli obiettivi della lezione successiva e del piano annuale.

 

 

Gli esempi sono del tutto indicativi, ma assolutamente necessari per comprendere che l’intervento educativo non possa prescindere da una pianificazione preventiva e da una costante modificazione degli obiettivi rangiungibili.

 

 

 

MODELLO PRESTATIVO

Con la tecnologia moderna si riesce a definire esattamente quantitativi di corsa differenti per ogni giocatore durante tutta la partita.
La quantità di corsa è differente a seconda della categoria del giocatore, dalle capacità singole dello stesso, dal ruolo che ricopre.
I movimenti dei calciatori in una partita si possono suddividere
in:

  • sosta
  • cammino (4 km/h)
  • jogging (8 km/h)
  • corsa a bassa velocità (12 km/h)
  • corsa a moderata velocità (16 km/h)
  • corsa ad elevata velocità (21 km/h)
  • Sprint (30 km/h)
  • corsa all’indietro
  • colpi di testa
  • contrasti

Naturalmente i parametri sono stati rilevati in diverse partite e mediati tra vari giocatori.
I portieri vengono considerati a parte, essendo il ruolo nettamente differente per pecularietà della prestazione.
In media i giocatori, stanno fermi per il 17 % del tempo di gioco totale; camminano per il 40%; corrono a bassa velocità per il 35%; corrono ad elevata velocità per l’8%; lo sprint per lo 0,6%.
Tradotto in tempo e distanza sono così:
sosta                            10 minuti
cammino                     30 minuti per 3,4 km
jogging                       20 minuti per 3,2 km
bassa velocità             12 minuti per 2,5 km
moderata velocità       5 minuti per 1,7 km
alta velocità                1 minuto per 0,7 km
sprint                           30 sec per 0,4 km
all’indietro                  20 sec per 0,2 km

Da queste analisi risulta che un calciatore percorre in media 10,8 km, con differenze che vanno dai 9 km fino a 14 km. Il portiere escluso dalle medie, percorre in una partita, comunque, circa 4 km.
La distanza che uno stesso giocatore percorre, varia da una partita ad un’altra, da un minimo di 1km ad un massimo di 1,7 km.
Analizzando i momenti in cui avvengono le diverse corse, si può definire il calcio come uno sport, la cui partita richiede uno sforzo di tipo anaerobico i cui recuperi sono di tipo aerobico.
Come già scritto, la differenza tra i ruoli determina la qualità delle corse,  la quantità del numero di contrasti e dei colpi di testa.
I difensori e gli attaccanti percorrono all’incirca la stessa quantità di strada, con percentuali di corsa ad alta velocità e sprint maggiori dei centrocampisti; mentre questi ultimi corrono molto, ma  a velocità inferiori. Inoltre i centrocampisti sono i giocatori che effettuano un gran numero di colpi di testa e contrasti, mentre gli attaccanti effettuano più colpi di testa ed  i difensori più contrasti.
Il possesso di palla, per ogni giocatore indipendentemente dal ruolo in una partita, è di qualche minuto per un totale di circa 30 passaggi e 15 intercetti.
Possiamo inoltre fare le seguenti considerazioni finali:

  • i giocatori d’elite stazionano o camminano per più della metà dell’incontro
  • i giocatori d’elevato livello corrono di più durante il primo tempo rispetto al secondo ma la distanza percorsa mediante corsa ad alta velocità rimane invariata
  • i giocatori d’elite effettuano più corsa ad alta intensità dei giocatori di livello inferiore
  • i centrocampisti effettuano più corsa a bassa velocità dei difensori e degli attaccanti
  • alcuni giocatori non utilizzano tutte le loro potenzialità fisiche durante una gara

Come alleniamo i nostri calciatori alla luce dei dati sopra descritti?
Sicuramente l’allenamento deve essere specifico e basarsi sull’esigenza reale della gara.
Se osserviamo un giocatore impegnato in partita, notiamo che le corse descritte non sono quasi mai compiute in linea, ma con curve, cambi di direzione ecc…
“Il miglior maestro per l’allenamento è la gara” (Cramer,1987). Ma “se la gara è il miglior allenamento è anche vero che un buon allenamento deve per forza avere il carattere di una gara” (Northpoth, 1988). Il segreto del successo nel calcio, come per tutti gli sport, sta sempre nell’allenamento….
Queste citazioni per capire come l’allenamento della condizione per un calciatore,deve integrarsi alla pratica del gioco. L’allenamento non è perciò, fine a se stesso, ma segue l’obiettivo superiore di migliorare la capacità di giocare o meglio di ottimizzare la capacità sportiva d’agire. La velocità d’azione, è dimostrato, è particolarmente importante per l’evoluzione della struttura della prestazione.
L’obiettivo centrale di ogni allenamento calcistico deve essere il miglioramento della capacità d’agire del giocatore. Nelle azioni, si specchiano sempre tutte le componenti e le capacità fisiche, psicologiche, cognitive esociali del giocatore.
Se la capacità d’azione rapresenta l’obiettivo principale, anche l’allenamento deve tenere conto di tutti i fattori che determinano la capacità d’azione. Il concetto tradizionale dell’allenamento calcistico che si limita normalmente ai fattori fisici della condizione, deve essere esteso a tutti i fattori che influenzano la prestazione del giocatore e che contemporaneamente incrementano lo sviluppo della prestazione nel contesto della squadra:

  • Tecnica (capacità coordinative- capacità cinetiche)
  • Condizione (forza- velocità- resistenza-flessibilità)
  • Capacità psichiche
  • Fattori di salute, costituzione, predisposizione
  • Capacità tattico- cognitive
  • Capacità sociali

Sarà opportuno favorire nell’allenamento calcistico esercizi che siano accostabili alla velocità della gara e che tengano presenti i fattori indicati sopra. Questo per far comprendere come l’importanza dei fattori della condizione debbano essere ridimensionati, per evitare eccessivi accentuazioni o sottovalutazioni nella pratica dell’allenamento.
Nella pratica calcistica un allenamento generico “puro”, dovrebbe essere applicato solo in occasioni di allenamenti rigenerativi, integrativi, compensativi ecc…

 

Come per i giovani, gli allenamenti non devono mai essere troppo sbilanciati in nessuna direzione. Se è vero che, nell’allenamento della condizione, va molto di moda allenare i giocatori sulla forza, è anche vero che questi allenamenti devono essere svolti per tutti i distretti muscolari, e tutti i parametri della forza devono essere sviluppati non in modo massimale, ma ottimale. Il migliore è quello che riesce ad applicare con successo i miglioramenti condizionali in relazione al gioco, non certo chi salta di più o chi è più forte.
L’allenamento della resistenza generica di base e specifica per il calcio, va ricercata con metodologie vicine al gioco. Queste ,infatti, rappresentano il metodo di allenamento più completo, in quanto sollecitano contemporaneamente tutte le capacità che richiede il gioco. A questo proposito, più è bassa la categoria che alleniamo e il numero di allenamenti settimanali a disposizione più si deve allenare attraverso il gioco.

Per quanto riguarda la velocità, dobbiamo ricordare che il più veloce è colui che riesce ad adattare la propria velocità alle esigenze che richiede la gara.
La velocità per un calciatore è una qualità complessa che è composta da vari elementi psico-fisici:

  • La capacità di comprendere e di intervenire in brevissimo tempo in una determinata situazione di gioco – velocità percettiva
  • La capacità  d’intuire in brevissimo tempo lo sviluppo del gioco e soprattutto il comportamento dell’avversario –velocità d’anticipazione
  • La capacità di scegliere in brevissimo tempo tra una delle potenziali azioni di gioco –velocità di decisione
  • La capacità di reagire velocemente di fronte a delle situazioni di gioco imprevedibili –velocità di reazione
  • La capacità di eseguire movimenti ciclici ed aciclici senza pallone ad alta velocità –velocità motoria ciclica ed aciclica
  • La capacità di eseguire delle azioni specifiche al gioco con il pallone in una situazione di emergenza e sotto la pressione dell’avversario –velocità d’azione
  • La capacità d’agire nel minor tempo possibile e con la massima efficienza, facendo valere tutte le qualità cognitive, tecnico-tattiche e fisiche –velocità d’intervento

 

La flessibilità per un calciatore è di grandissima importanza sia a livello quantitativo e qualitativo, per una buona esecuzione del movimento, sia tecnico sia condizionale. Inoltre una buona flessibilità è d’aiuto nella prevenzione degli infortuni.

 

LA TECNICA CALCISTICA

I movimenti che avvengono nel calcio, si possono dividere in:

  • Movimenti senza pallone
  • Movimenti con il pallone

I movimenti senza il pallone sono:

    • La corsa del calciatore
    • I cambi di direzione
    • I salti da fermo ed in movimento
    • Le finte di corpo
    • Il contrasto

I movimenti con il pallone sono:

  • Ricezione della palla
  • Controllo e guida della palla
  • Calcio della palla
  • Colpo di testa

MOVIMENTI SENZA IL PALLONE

La corsa del calciatore è di tipo diverso a seconda delle fasi di gioco. La corsa è diversa se devo correre per andare a raggiungere una palla passata da un compagno in profondità o se devo controllare la palla in uno spazio minimo; se la corsa è con un avversario che disturba o è libera.
La corsa è anche effettuata con la palla da condurre o passare o tirare, da soli o con l’ostruzione di un avversario.
Questo per far capire che la corsa di un calciatore non è quella di un atleta di mezzofondo, ma la corsa va esercitata secondo i principi del gioco.

Nella corsa del calciatore, occorre considerare anche il cambio di direzione. Per cambio di direzione per un calciatore,  si intende sia una curva il cui raggio è variabile dalle esigenze del gioco, che un cambio repentino, che necessita di una frenata e di una ripartenza con angolo determinato dalle esigenze del gioco. Sono gesti che si imparano nella loro economicità, attraverso le esercitazioni ed attraverso la sensibilità che l’allievo apprende attraverso l’errore e l’aggiustamento.

Nel gioco capita di dover avere la necessità d’intervenire sul pallone o di contrastare un avversario, attraverso un salto. La bravura del giocatore consiste nel saper valutare la traiettoria, per colpire nel punto più conveniente, e nel saper scegliere la modalità d’intervento: colpo di testa, stop, ecc….; salto da fermo, con rincorsa, ad un piede o con due piedi, ecc…

Le finte di corpo sono alla base dello smarcamento e del dribbling. Le finte sono divise in due parti: nel movimento d’inganno e nel movimento intenzionale. In genere l’avversario viene ingannato dal contromovimento dell’azione che non si intende realmente realizzare e che viene eseguita fino al punto in cui è ancora possibile cambiare l’azione motoria.
Le finte di corpo possono essere eseguite senza palla e con la palla, mentre il dribbling può essere realizzato solo con la palla e serve per superare l’avversario che si pone di fronte per contrastare l’azione.

Il contrasto, essenzialmente, è un’azione avente lo scopo d’impadronirsi del pallone quando è sotto controllo dell’avversario. E’ un’azione molto difficile da insegnare e richiede da parte dell’allievo capacità di discriminazione spazio-temporale e di coraggio non indifferenti.
I contrasti possono essere portati frontalmente, lateralmente o possono essere eseguiti con uno scivolamento.

MOVIMENTI CON IL PALLONE

In questo gruppo fanno parte tutti quei movimenti che si possono eseguire a contatto con il pallone ed in possesso di esso. (tecnica di base)

Per ricezione della palla, si intende entrarne in possesso, sia fermando la palla che facendola rotolare nella direzione voluta. Il modo di ricevere deve essere eseguito nei modi e nei tempi più adatti alla situazione. La palla dovrebbe essere immediatamente giocabile ed il gesto deve essere effettuato alla massima velocità possibile.
La palla si può ricevere, facendo riferimento alla parte del corpo con la quale viene in contatto per prima:

  • con la testa
  • con il busto
  • con la coscia
  • con la gamba
  • con il piede

La ricezione con la testa è piuttosto difficile da eseguire, in quanto necessita di un’alta capacità coordinativa e di sensibilità tecnica.
Il gesto è eseguito esattamente al contrario rispetto al colpo di testa.
Lo stop di testa può avvenire anche in volo, balzando in contro al pallone: è necessario venirne a contatto quando si è già nella fase discendente del salto, affinché il pallone, urtando contro la superficie che si muove nella stessa traiettoria, perda forza attraverso il rimbalzo smorzato.

La ricezione con il busto è eseguibile con due tecniche diverse:

  • la ricezione d’addome che si effettua quando non è possibile effettuare un normale stop di piede e per palloni che arrivano dopo un rimbalzo ed inaspettatamente.
  • La ricezione di petto che si effettua, generalmente, con palloni che arrivano dall’alto.

La ricezione con la coscia la si effettua con palloni che arrivano dall’alto o dopo un rimbalzo. E’ uno stop facile da eseguire e da notevoli garanzie di successo sia per lo stop fermando la palla che per quello orientato.

La ricezione con la gamba è un tipo di stop poco usato, in quanto la palla a contatto con lo stinco non è facilmente rigiuocabile, a causa dell’imprevedibilità del rimbalzo.

Le ricezioni con il piede possono essere eseguite con diverse parti dello stesso:

  • D’interno piede. Si esegue con la parte interna del piede ed è particolarmente indicata per ricevere palloni che arrivano bassi, in controbalzo o rasoterra frontali o laterali.
  • Di collo piede. Si esegue con la parte superiore del piede ed è fondamentale che il piede si rilassi al momento del contatto con il pallone. Si usa con palloni che arrivano dall’alto.
  • Di esterno piede. Si usa con palloni bassi e di controbalzo che arrivavo frontali o laterali. E’ usato quando si vuole ricevere la palla cambiando la direzione.
  • Di pianta. Si usa con palloni che arrivano in controbalzo, quindi un po’ corti e poco facili da gestire con altre parti del corpo. Si protende in avanti la gamba con la quale si vuole stoppare la palla e si mette il piede con il tallone rivolto verso il basso e dietro la corsa della palla.

La ricezione del pallone va eseguita sempre in condizioni d’equilibrio con l’arto portante che ha una funzione fondamentale nella riuscita del gesto tecnico.

 

RICEZIONE DEL PALLONE. CAUSE LIMITANTI

 

Per aiutare l’allievo a risolvere le cause che limitano l’efficacia dello stop, dobbiamo considerare tutti gli elementi che entrano in gioco. Diventa importante far fare esperienza al nostro allievo, conducendolo al gesto tecnico, attraverso un percorso facilitato. L’allievo, deve provare diverse sensazioni e farle proprie anche attraverso la verbalizzazione. Solo in seguito dovrà scegliere tra diverse soluzioni, quella che riterrà più efficace.
Durante le esercitazioni che si svolgono in movimento, ad esempio nelle esercitazioni tattiche, gli allievi devono imparare a gestire le proprie conoscenze in autonomia, scegliendo quella soluzione (scelta del tipo di stop e della parte del corpo da utilizzare) che si adatta meglio alle richieste del momento.

 

Alcuni esempi di errori più comuni nell’effettuazione di uno stop.
L’allievo esegue lo stop d’interno piede, ma la palla rimbalza lontana: protebbe aver sbagliato i tempi d’esecuzione dei movimenti; oppure potrebbe aver tenuto le articolazioni del piede o del ginocchio troppo rigidi.
La soluzione potrebbe essere nel far provare lo stop da fermi e con velocità ridottissima. Osservare la gamba di sostegno per capire se viene usata in maniera attiva.
Il pallone non va nella direzione voluta: potrebbe essere un problema tattile e propriocettivo. Il ragazzo non riesce ad orientare il piede parallelo al terreno e perpendicolare alla direzione del pallone.
Anche nello stop di petto ci può essere poco controllo del pallone che rimbalza lontano. Anche in questo caso dobbiamo allenare l’allievo a”vedere” le parabole del pallone ed a eseguire il gesto nel tempo giusto.

 

GUIDA DELLA PALLA

Si definisce guida della palla una serie di passaggi indirizzati a se stesso.
Il possesso della palla può essere mantenuto anche grazie alla conduzione della palla (gioco individuale), alla quale vengono spesso collegati i vari movimenti di finta e dribbling.
La guida della palla durante la corsa è uno dei gesti fondamentali del gioco. Mantenere il possesso del pallone correndo a velocità elevata, in ogni direzione, superando eventualmente un avversario,è dote che caratterizza il livello tecnico del giocatore di calcio.
Il fine della conduzione può essere utilizzato per:

  • mantenere il possesso della palla
  • conquistare spazio
  • posizionarsi convenientemente per l’azione successiva

La palla può essere guidata sostanzialmente in tre modi:

  • Con l’interno collo piede (per i cambi di direzione)
  • Con il collo piede (guida rettilinea)
  • Con l’esterno collo piede (guida rettilinea e cambi di direzione)
  • Pianta del piede (guida con cambio di senso)

La conduzione della palla con l’interno collo piede viene effettuata colpendo a tocchi leggeri con la parte mediale del piede compresa tra la base dell’alluce ed il malleolo interno.
Durante la corsa, prima d’entrare in contatto con il pallone, il piede della gamba calciante viene ruotato leggermente all’esterno, così come il ginocchio, rispetto all’asse longitudinale del corpo.
Il piede è rilassato con la punta rivolta verso il basso, il tronco è eretto. Le braccia si muovono in modo naturale per assecondare la corsa.
Nel momento in cui il piede tocca il pallone lo sguardo può essere rivolto verso la palla, mentre tra i tocchi deve essere rivolto verso il campo di gioco.
La palla deve essere spostata con movimenti fluidi, tenendola sempre sotto controllo.

La conduzione con il collo piede è più difficile e meno utilizzata. La si effettua colpendo la palla sulla parte superiore del piede tra la base dell’articolazione metatarsale fino all’arcata articolare della caviglia. La punta del piede è rivolta verso il basso. La posizione del busto e delle braccia è simile a quella vista sopra. Il piede e il ginocchio rimangono costantemente parallelo all’asse longitudinale del corpo.

La conduzione con l’esterno collo piede avviene colpendo la palla nel bordo esterno del collo del piede. Il piede nel momento in cui viene toccato il pallone è rivolto verso l’interno, mentre il ginocchio si avvicina all’asse longitudinale del corpo. Poiché il piede si adatta al pallone, questo può essere guidato con una superficie maggiore dell’esterno piede.
Questo modo di condurre in avanti il pallone è il più sicuro e veloce per la particolare conformazione dell’anatomia della caviglia, che porta il piede con facilità verso l’interno.

 

GUIDA DELLA PALLA. CAUSE LIMITANTI

Se il giocatore non riesce a toccare la palla per condurla, ma la calcia, dimostra di avere scarsa sensibilità tattile e propriocettiva. Le esercitazioni devono essere rivolte alla sensibilizzazione degli efferenti tattili e propriocettiva, con tantissimi tocchi del pallone al fine di “sentirlo” per gestirne la forza di contatto.
Se la palla non viene condotta nella direzione voluta può esserci un errore del posizionamento delle articolazioni o un errore della scelta del modo di conduzione.
Far verbalizzare le sensazioni che l’allievo sente può essere d’aiuto per l’istruttore e per l’allievo.

ESERCITAZIONI – alcune indicazioni

Il giocatore va esercitato da principio anche attraverso palle di peso e dimensioni diverse in percorsi rettilinei.

  • percorsi di slalom, definiti o da inventare da parte dell’allievo
  • guida nel traffico, all’interno di uno spazio delimitato con i giocatori che guidano ognuno un pallone o con alcuni che devono disturbare i possessori della palla ecc…
  • conduzione con inseguimento di un avversario.
  • Guida con un avversario frontale che accompagna passivamente, ecc…

 

CALCIO DELLA PALLA

Il calciare la palla costituisce l’elemento base del gioco del calcio.
Prende il nome di tiro, se il calcio è diretto verso la porta avversaria con lo scopo di segnare una rete (tiro in porta) oppure se l’intento è quello di liberare la propria zona pericolosa calciando il pallone lontano (tiro liberatore); prende il nome di passaggio, quando l’obiettivo è quello di far giungere la palla ad un compagno di squadra.
I fattori fondamentali per una buona riuscita del calcio sono da identificare nel:

  • Piede che calcia, scelta del tipo di calcio
  • Piede d’appoggio o portante
  • Equilibrio sulla gamba portante
  • Punto in cui viene colpito il pallone (al centro, di lato, sotto, sopra, ecc..)

Per quanto riguarda il modo di calciare, secondo la parte del piede con il quale viene colpita la palla si può distinguere in:

    • Calcio d’interno piede
    • Calcio d’interno collo piede
    • Calcio di collo piede
    • Calcio d’esterno collo piede
    • Calcio d’esterno piede
    • Calcio con la punta del piede
    • Calcio con il tacco

Riguardo alla traiettoria del calcio possiamo distinguere in:

      • Palloni raso terra
      • Palloni a mezza altezza
      • Palloni alti

Per quanto riguarda la direzione possiamo avere passaggi o tiri in:

  • Orizzontale
  • Verticale
  • Diagonale

Il pallone può essere calciato al volo, di mezzo volo o di drop se la palla arriva dall’alto.

La forma delle singole parti del movimento globale è diversa a seconda della parte del piede con cui viene eseguito il calcio. Questa varia anche in funzione delle indicazioni tattiche.
In ultima analisi, comunque, le tre fasi (contromovimento, fase principale e fase finale) di cui si costituiscono i momenti del calcio, possono essere osservati in ogni tipo di calcio, sia che il giocatore calci da fermo che in movimento.

Calcio d’interno piede

Questo modo di calciare garantisce precisione nella direzione del pallone. Può essere usato sia nel passaggio che nel tiro, al volo, di drop o anche raso terra. Può essere eseguito sia da fermo che in movimento.
La superficie del piede è ampia ed è indicata tra l’osso metatarsale dell’alluce, dall’osso del calcagno e dal malleolo interno. L’ampiezza del triangolo d’impatto è la maggiore garanzia dell’esatta direzione.
Il calcio d’interno piede è anche il più sicuro per passaggi che si intendono scambiare raso terra.
Il piede d’appoggio è sempre posizionato di fianco al pallone, con la gamba leggermente piegata al ginocchio. Il piede calciante deve essere posizionato con la pianta parallela al terreno.
Il busto deve essere con il baricentro sopra il centro della palla.

Calcio d’interno collo piede

L’interno collo piede è quella parte del piede che si trova nella superficie mediale dell’osso del piede che va dalla base dell’alluce al malleolo interno.
Questo tipo di calcio trova ampia applicazione per eseguire passaggi lunghi o corti a parabola; tiri in porta; passaggi con effetto (particolare giro dato alla palla).
La direzione di rincorsa non collima con la direzione che si da alla palla, la rincorsa è obliqua ed è diretta di fianco alla palla.
Il piede portante deve essere posizionato lateralmente e leggermente dietro la palla, con il busto leggermente posizionato indietro alla palla.
Il piede calciante deve essere rivolto con la punta in basso e leggermente rivolta verso l’esterno. La gamba calciante deve effettuare un’ oscillazione (contromovimento) per caricare il tiro; la gamba calciante si estende e al momento del contatto con il pallone è tesa (fase principale); la stessa gamba continua il movimento anche dopo che il pallone è stato calciato (fase finale) fino ad incrociare la gamba d’appoggio.
Mentre si calcia, gli occhi devono essere fissi sulla palla.

Calcio di collo piede

Il collo del piede è la parte superiore del piede, delimitato dalla base dell’articolazione metatarsale fino all’arcata articolare della caviglia.
Questa tecnica si usa soprattutto per il tiro in porta o per quello liberatorio. Il contromovimento ed il movimento coincidono con la direzione del calcio e ciò permette di dare molta velocità alla palla.
Il piede d’appoggio va posto lateralmente alla palla, mentre il ginocchio della gamba calciante deve trovarsi proprio sopra la palla nel momento di contatto del piede. La punta del piede va rivolta verso il basso e deve rimanere tale anche dopo aver colpito la palla.
Il calcio di collo piede riesce più facilmente al volo o di controbalzo, mentre risulta più complicato se la palla è ferma o se arriva raso terra.
Anche con questa tecnica gli occhi, al momento del calcio, devono seguire la palla.

Calcio d’esterno collo piede

L’esterno del piede coincide con la parte esterna del collo piede ed il lato esterno del piede stesso. Questa forma una superficie che si estende dalla base delle articolazioni delle dita fino quasi al malleolo peroneale. E’ un modo di calciare usata spesso per il tiro in porta sia con palloni in movimento che da fermo. Particolarmente facile il calcio con palloni che arrivano dall’alto: al volo o di controbalzo.
La rincorsa generalmente è dritta, ma può essere, in alcune occasioni, ricurva.
Al momento del contatto con il pallone, lo sguardo deve essere rivolto verso il pallone.

Calcio d’esterno piede

Il calcio d’esterno piede si esegue colpendo la palla con la parte esterna del piede.
Si usa per effettuare passaggi in luogo dell’interno piede opposto, o per dare al pallone effetti o giri che permettono al compagno un miglior controllo. Si usa per passaggi sul breve.

Calcio con la punta del piede

Si esegue in momenti d’emergenza, quando non si può impostare nessun tipo di calcio senza rischiare di arrivare dopo l’avversario. Si possono eseguire passaggi e tiri in porta con una precisione approssimativa.

Calcio con il tacco
Colpire la palla con il tacco del piede è forse la tecnica che più fa sognare atleti e spettatori. In occasione delle partite sono pochi i calciatori in grado d’eseguire con efficacia il gesto tecnico, a causa dell’elevata sensibilità, coordinazione e visione periferica che l’atleta deve possedere.

CALCIO DELLA PALLA – CAUSE LIMITANTI

Le cause che limitano l’esecuzione efficace dei movimenti fondamentali del calciare il pallone è da ricercare negli elementi esterni ed interni che consentono d’effettuarli. La percezione della traiettoria della palla, della posizione del compagno e degli avversari, così come la tecnica e l’esperienza posseduta dall’allievo sono discriminanti che permettono di effettuare con efficacia un passaggio o un tiro.
L’allievo dovrebbe essere in grado di verbalizzare il proprio movimento, per aiutare l’allenatore nell’osservazione, ed elaborare un aiuto.
Rimane di fondamentale importanza l’effettuazione di esercitazioni che permettano all’allievo di vedere l’errore e quindi di autocorreggersi.
L’allenatore deve tenere in considerazione la parte con la quale viene colpito il pallone: l’allievo fatica a capire quale sia la parte ideale con la quale colpire. L’allievo dovrà arrivare ad un’esecuzione corretta, in base al raggiungimento dell’obiettivo, facendo una scelta per confronto.
Anche la posizione dell’arto portante non è facilmente “sentita” dall’allievo, specie se all’inizio della sua esperienza calcistica. Si dovrebbero fare provare posizioni estreme e quella presumibilmente giusta, far verbalizzare le sensazioni avute e confrontate con il risultato ottenuto.

ESERCITAZIONI – alcune indicazioni
Trasmissione della palla tra due allievi affrontati a distanza variabile. Provare i diversi modi di calciare la palla.
Una porta formata da due paletti larghi 3 o 4 metri (la distanza varia con l’abilità che raggiungono gli allievi), una corda tirata tra i due paletti ad altezza variabile, due allievi si trasmettono la palla che deve essere fatta passare sotto la corda. In seguito un allievo la fa passare sotto e un allievo sopra, ecc…..
Gli stessi esercizi possono essere eseguiti di prima intenzione o dopo uno stop.
Guida della palla sperimentando vari modi di calciare.
Guida della palla e trasmissione ad un compagno frontale e in seguito lateralmente con o senza stop.
Tiro in porta con palla ferma, con palla che arriva bassa frontale, alta frontale, laterale bassa ecc…
Conduzione tiro in porta.
Stop e tiro in porta, ecc…
Esercitazioni in spazi ridotti.
Esercitazioni con la presenza di avversari dapprima passivi e poi attivi.

 

 

 

IL COLPO DI TESTA
Se è vero che il calcio si dovrebbe giocare prevalentemente raso terra, qualche volta è opportuno dare alla palla traiettorie aeree. Pertanto, l’uso del colpo di testa ed il saper utilizzare la tecnica per attuarlo risulta necessario al gioco. A condizione che tale tecnica venga assimilata in giovane età, i giocatori proveranno grande soddisfazione nel possederla e di poterla utilizzare con utilità. Le prime esperienze, tuttavia, possono essere dolorose. Diventa, quindi, necessario che venga utilizzata una certa gradualità e progressività nell’insegnamento del colpo di testa.
Con questa tecnica, la palla può essere indirizzata in avanti, di lato o indietro.
Il colpo di testa può essere eseguito da fermo o in movimento, a terra o in volo.
Il pallone può essere colpito con qualsiasi parte della testa, purché si raggiunga l’obiettivo, ma la parte più precisa è la fronte, essendo quest’ultima la parte più larga e quella che ci permette di seguire la traiettoria della palla con lo sguardo per un tempo più lungo.
Questa tecnica può essere utilizzata sia per un passaggio che per un tiro.
La palla può essere solo deviata di testa. Quando la palla arriva veloce e un attaccante pensa di agevolare qualche compagno, può sfiorare la palla o colpirla con la parte laterale della fronte.

Il colpo di testa da fermo
I piedi costituiscono la base sulla quale vengono sviluppate potenza e precisione.
Il giocatore deve far fronte al pallone con la testa ed il petto, oppure assumere una posizione obliqua rispetto alla direzione di avvicinamento del pallone. I piedi dovrebbero essere divaricati per avere più equilibrio e per permettere al tronco libertà di movimento.
Il tronco si flette nella direzione della palla in azione di contromovimento.
In seguito la testa deve essere proiettata verso la palla per colpirla e non subirla.
Per cambiare direzione alla palla, la testa ed il collo devono essere ruotati in modo da dirigerla nella direzione voluta.
Le gambe, in quest’ultimo caso dovrebbero essere divaricate con la gamba più arretrata che determina la direzione che si vuole dare alla palla (la gamba destra deve essere posizionata posteriormente se la palla la si vuole girare a destra, e viceversa).
Il colpo di testa da fermo può essere usato all’indietro. Tipico degli attaccanti che sperano, in questo modo, di trovare impreparata la difesa avversaria.

Il colpo di testa in movimento
Classico è il colpo di testa in corsa. È pressoché simile al colpo di testa da fermo. La differenza consiste in una minore ampiezza del contromovimento.

Il colpo di testa in elevazione
Il colpo di testa in elevazione può essere eseguito in avanti, lateralmente e all’indietro , con stacco su un piede o su due piedi. Per tutti questi modi di colpire la palla è fondamentale il tempo giusto nello stacco. Se la palla viene colpita nel momento del vertice del salto è possibile ottenere maggior precisione e forza, potendo utilizzare al meglio tutte le articolazioni per ottenere un maggior contromovimento.
Per mandare il pallone lateralmente si effettua una torsione di tutto il corpo dopo lo stacco ed al momento di colpire la palla.
Il colpo di testa all’indietro può essere reso più incisivo se la testa viene spinta improvvisamente indietro con un movimento limitato al tratto cervicale del rachide.

 

COLPO DI TESTA – ELEMENTI INTERNI ED ESTERNI DA CONSIDERARE

  • Orientamento del corpo nello spazio: considerazione della parabola del pallone e conseguente scelta della posizione da assumere.
  • Superficie della fronte con la quale si colpisce la palla: se la si colpisce con le parti superiori o laterali della fronte.
  • Arto portante: non riusciamo a staccare abbastanza a causa dello scarso equilibrio o di poca forza.
  • Segmenti che intervengono nel colpo di testa (busto, collo, capo): non si usano sequenze adeguate per raggiungere l’obiettivo. Velocità, forza e tempo del contromovimento e del movimento.

Ad esempio: un allievo non riesce a raggiungere un obiettivo posto ad una certa distanza, la causa può essere ricercata nella scarsa ampiezza del movimento. L’allenatore deve far provare il contromovimento nella sua ampiezza affinché, l’allievo possa rendersi conto su se stesso dell’efficacia del gesto.
La mancanza di precisione può essere dovuto al fatto che non si colpisca la palla al centro della fronte. Bisogna sensibilizzare l’allievo al contatto del pallone con la fronte e far provare il colpo di testa anche con parti diverse del capo, affinché sia l’allievo stesso che scelga la parte che gli offre più successo.
Ecc..

ESERCITAZIONI – alcune indicazioni.
Utilizzare dapprima palloni di spugna, poi di gomma e solo in seguito di cuoio.
Colpire la palla di testa con autolanci bassi.
Colpi di testa con lanci del compagno posto di fronte.
Solo in seguito impostare il colpo di testa in movimento e con salto.
Palleggi di testa tra due compagni affrontati.
Colpire la palla lanciata da un compagno ed indirizzarla verso un obiettivo.
Colpo di testa effettuato con l’ostacolo passivo di un avversario che crea disturbo.
Partita di pallamano con obbligo del gol di testa.
Calcio tennis.

 

DIDATTICA DEI MOVIMENTI FONDAMENTALI

  • Scelta tra i diversi modi di eseguire un fondamentale
    • In forma libera o precisata, da fermo o in movimento, ecc..
    • A coppie di fronte, lateralmente, ecc..

METODOLOGIA
L’istruttore dirige l’attenzione dell’allievo sulle sensazioni motorie essenziali, richiedendone una definizione verbale, affinché riesca a controllare e regolare coscientemente le esecuzioni motorie.

  • Scelta tra i diversi fondamentali
    • in base all’obiettivo
    • a coppie di fronte (scelta in base alla parabola della palla)
    • colpire la palla nel modo opportuno con palloni alti dalle fasce (cross)
    • esercitazioni a 2 o 3 elementi contrastati da uno o più avversari passivi o attivi

 

METODOLOGIA
L’istruttore si serve dell’informazione verbale per proporre esercitazioni di confronto da cui l’allievo ricava la soluzione ottimale per il raggiungimento di uno scopo

  • Scelta tra diverse combinazioni di movimento e tra diversi fondamentali, con o senza avversari
    • incroci tra diversi compagni da cross laterali
    • partita con numero di giocatori ridotto (attaccanti contro difensori, ecc…):tiro in porta dalla propria metà campo;cross laterale e colpo di testa; ecc..

 

METODOLOGIA
L’istruttore invita gli allievi a compiere di comune accordo determinati movimenti che consentono di creare lo spazio per l’inserimento di un compagno. In questo modo saranno gli allievi che dovranno concordare quegli spostamenti che loro ritengono opportuni per avere successo. Dal confronto tra diverse soluzioni provate e sperimentate saranno in grado di trovare quelle più opportune, senza imposizioni esterne.
I tentativi riusciti sono un’esperienza molto gratificante, che motivano all’apprendimento.
Gli eventuali suggerimenti d’aiuto dell’istruttore, devono essere comunicati con estrema chiarezza, perché ciò condiziona sia la motivazione che la possibilità di riuscita dell’esercitazione stessa e quindi dell’apprendimento.

 

LA RIMESSA LATERALE

Quando il pallone nel corso del gioco, oltrepassa con tutta la sua circonferenza la linea laterale del campo, deve essere rimesso in gioco nel punto in cui è uscito. Circa la squadra che ne ha diritto si rimanda al “regolamento del gioco del calcio”.
L’esecuzione tecnica è del tutto particolare, in quanto vengono usati gli arti superiori e solo con precise indicazioni.
La palla va rilasciata dall’alto e non oltre il limite del centro della testa, con entrambe le mani contemporaneamente. I piedi devono essere entrambi a contatto con il suolo e dietro alla linea di limitazione del terreno di gioco, nel punto in cui la palla è uscita.
Dal punto di vista tattico, occorre sottolineare che in quest’azione, fino al primo tocco di un giocatore in campo, non esiste il fuori-gioco.

La tecnica del lancio di rimessa

Fondamentalmente la tecnica è una sola, ma i giocatori la possono applicare da fermo o previa rincorsa.

  • Il lancio sul posto: il giocatore afferra la palla con il palmo delle mani, le dita aderiscono al pallone morbidamente. La palla va contenuta dalla parte opposta rispetto alla direzione di lancio, da dietro.

All’inizio del movimento, il giocatore assume una posizione di divaricata laterale, o antero posteriore (a discrezione del giocatore).
Il pallone viene portato in alto sopra la testa e dopo dietro la testa stessa. A questo punto tutto il corpo è proteso in dietro, come un arco.
Da questa posizione, inizia il lancio vero e proprio. Il corpo e di seguito le braccia vengono estesi e con una “frustata”  la palla viene lanciata e rilasciata nel momento in cui si trova sopra la testa o appena  più avanti. Un’azione terminale di “frustata” dell’articolazione del polso di entrambe le mani, farà aumentare la gittata del lancio.

  • Il lancio con rincorsa: viene utilizzare per inviare la palla il più lontano possibile. Bisogna stare particolarmente attenti a non commettere nessuna infrazione, in quanto l’inerzia della rincorsa potrebbe portare a far staccare i piedi da terra, cosa non permessa dal regolamento.

ERRORI PIU’ COMUNI
Circa le regole del gioco, gli errori possono essere:

  • Utilizzare in modo più energico un braccio rispetto all’altro
  • Sollevare uno o entrambi i piedi dal terreno
  • Lasciar cadere il pallone davanti a sé, invece di lanciarlo
  • Non essere rivolti al campo da gioco
  • Appoggiare uno o ambedue i piedi sulla linea laterale o dentro al campo di gioco

Circa la tecnica vera e propria del movimento, gli errori più comuni sono:

  • Sostenere il pallone con le mani dai lati
  • Lanciare il pallone con i polsi bloccati
  • Non flettere sufficientemente il corpo all’indietro
  • I movimenti non sono ben coordinati tra loro

ESERCITAZIONI
L’addestramento deve essere rivolto alla distanza ed alla precisione del rilancio. Quindi dobbiamo cercare la coordinazione tra tutte le parti del movimento, la forza di tutti i distretti muscolari, mentre per la precisione dobbiamo proporre esercitazioni che permettano di valutare bene la distanza del compagno e in seguito il tempo del movimento.

 

IL GIOCO DEL PORTIERE
Movimenti fondamentali

Il ruolo del portiere viene trattato a parte, in quanto il suo gioco è nettamente differente da quello degli altri giocatori.
Il compito del portiere è fondamentalmente, quello di evitare di subire una segnatura, e quindi d’impedire che la palla entri nella propria porta. A tale scopo il regolamento, prevede che possa prendere la palla con le mani, seppure limitatamente all’area di rigore, e ciò comporta abilità tecniche specifiche.
Il portiere è anche colui il quale inizia l’azione della propria squadra, per queste ragioni i movimenti compiuti dal portiere possono essere distinti in:

  • Movimenti di difesa (con o senza la palla)
  • Movimenti di attacco.

I movimenti difensivi senza pallone sono:

  • Posizione preparatoria o d’attesa
  • Occupazione dello spazio tra porta e pallone
  • Uscite dai pali

Tra i movimenti difensivi che si effettuano sul pallone sono:

  • Presa
  • Tuffo
  • Deviazione
  • Respinta

I movimenti d’attacco sono da considerare in:

  • Rimessa con le mani
  • Rinvio e rimessa in gioco con i piedi

Posizione preparatoria o d’attesa. Al fine di poter iniziare prima possibile e con maggior efficacia i movimenti d’intercettazione della palla indirizzata verso la porta, il portiere deve assumere un’idonea posizione preparatoria che faccia da contromovimento dell’azione successiva (tuffo o salto). L’ampiezza del contromovimento viene condizionata dalla distanza tra il pallone e la porta. In genere con palloni lontani dalla  porta, il portiere mantiene un atteggiamento con baricentro piuttosto alto, per poter effettuare agevolmente movimenti di spostamento anche in corsa.
Quando il pallone è nei pressi dell’area di rigore o dentro la stessa, il portiere, in base alle proprie esigenze strutturali e morfologiche, sente la necessità di abbassare il baricentro al fine di aver la possibilità di essere più veloce nell’effettuare i movimenti di tuffo o comunque d’intervento sulla palla.
Il peso del corpo deve essere equamente distribuito sugli appoggi; le gambe devono essere divaricate, larghezza spalle, i talloni appena sollevati dal suolo; le braccia sono flesse vicino al corpo con il palmo delle mani rivolto in basso ed in dentro. Lo sguardo deve essere rivolto al pallone, mantenendo una visione periferica più ampia ed attenta possibile.

Occupazione dello spazio. In linea di principio, il portiere dovrebbe trovarsi sempre piazzato sulla bisettrice dello spazio angolare avente per il vertice il pallone e per i lati le linee che congiungono il pallone stesso con i pali della porta. Questa regola, naturalmente può subire variazioni a seconda delle azioni e del posizionamento dei compagni, sicuramente non si utilizza in occasione di calci piazzati, di rigore e di palloni laterali sul fondo del campo da cui possono solo scaturire dei traversoni o cross.
Oltre a ciò, è opportuno ricordare che il portiere è in continuo movimento per ricercare, in base allo spostamento del pallone, la giusta posizione sul campo e che questa posizione non deve mai essere sulla linea di porta (a parte casi eccezionali o dettati dal regolamento). Tanto più il portiere avanza verso il pallone, quanto si riduce la visione della porta libera per l’attaccante. E’ chiaro che la posizione in avanzamento va regolata secondo la posizione del pallone e secondo le proprie capacità, in quanto si potrebbe lasciare troppo spazio per subire dei gol in pallonetto.
Una buona presa di posizione consente al portiere d’intervenire sulla palla con più efficacia e facilità. Entro la zona antistante la propria porta e più in generale all’interno dell’area di rigore, il portiere deve essere il padrone assoluto, impartire ordini, dare consigli ai compagni, dare l’impressione a compagni ed avversari di essere sicuro di sé.

Uscite dai pali. Nelle uscite si deve agire con decisione, tempestività ed anticipo. Non si deve mai perdere di vista la parabola del pallone, ma è essenziale avere visione periferica per non andare ad urtare compagni o avversari. L’opportunità di un’uscita va valutata solo ed esclusivamente dal portiere che deve valutare l’azione avversaria e dei compagni nella sua totalità.
L’uscita può essere effettuata bassa, a mezz’altezza o alta, può essere frontale o laterale. In ogni caso l’uscita dai pali necessita di molto coraggio da parte del portiere, in quanto è generalmente, l’unico che ha una direzione di corsa contraria agli altri giocatori.
Le tecniche d’uscita sono naturalmente diverse per i palloni che arrivano frontali o laterali, ma tutti richiedono l’intervento nel punto più alto possibile o in anticipo. Tutte le tecniche richiedono molta applicazione negli allenamenti per le difficoltà che ne determinano la riuscita e l’efficacia

Movimenti di difesa con il pallone.

Presa. Il pallone può arrivare con traiettorie basse, a mezz’altezza e alte. In ogni caso il portiere deve essere in grado di porre il proprio corpo dietro la corsa del pallone e, a seconda della traiettoria del pallone, usa le braccia e le mani nel modo opportuno per bloccare la palla. per questa ragione il portiere deve essere addestrato a movimenti veloci sia con gli arti inferiori che con quelli superiori.
I modi più sicuri per fermare la palla in arrivo rasoterra sono: a gambe distese, flettendo il busto in avanti frontalmente al pallone in arrivo; in ginocchio laterale, con busto ruotato verso la direzione d’arrivo della palla.
La tecnica a gambe distese si usa di solito quando il portiere si trova già dietro la direzione della palla. le gambe sono distese, ma non rigide ed i piedi sono posti leggermente divaricati. Un attimo prima che arrivi il pallone, il busto si flette in avanti,le braccia si protendono avanti e basso, le mani vanno verso la palla con i pollici rivolti verso l’esterno. Non appena il pallone arriva a contatto con le mani, queste lo chiudono e lo guidano sulle braccia per poi serrarlo al petto.
La parata in ginocchio avviene quando il portiere si deve spostare lateralmente prima di effettuare la parata. Il ginocchio che si flette e va quasi a toccare il terreno è quello opposto alla direzione di spostamento. I piedi sono orientati nella direzione dello spostamento, mentre il tronco è ruotato verso il pallone. Le braccia sono orientate verso il basso e le mani rivolte in avanti con i pollici in fuori. Anche in questa tecnica le braccia accompagnano la palla al petto.
Con palloni che arrivano a mezz’altezza si intendono quei palloni che arrivano all’altezza dello stomaco del portiere. Dalla posizione d’attesa, le braccia del portiere si protendono verso la palla con i palmi delle mani rivolte verso il basso ed i pollici rivolti verso l’esterno. La palla viene fermata dal petto del portiere e le braccia trattengono la palla.
Quando il pallone arriva alto sopra la testa o all’altezza della testa del portiere, diventano fondamentali le posizioni delle mani che devono essere poste dietro la corsa della palla. le braccia sono in ogni caso tese, ma morbide e le mani sono rivolte verso la palla, ma con i pollici convergenti. Le dita sono aperte e tese, ma morbide, in quanto devono essere in grado di ammortizzare l’arrivo della palla. questa tecnica si usa anche quando il pallone è così alto che il portiere è costretto a spiccare un salto.

Tuffo. Nonostante una buona presa di posizione, non sempre è possibile effettuare una parata mantenendo i piedi a contatto con il terreno. Se, infatti, il pallone arriva troppo veloce o con angoli lontani dal punto in cui si trova il portiere, questo è costretto a spostare il proprio corpo verso la palla. Le parate in tuffo sono in pratica una volontaria perdita d’equilibrio con o senza una spinta successiva.
Il tuffo su palloni radenti vicini ed improvvisi, il portiere dovrebbe togliere l’appoggio del piede di spinta, al fine di velocizzare la caduta.
Il tuffo su palloni radenti da media distanza, il contromovimento consiste nel passo laterale dell’arto di spinta che è quello interno rispetto al pallone. Il corpo deve essere indirizzato verso la palla e la presa viene effettuata con la tecnica delle prese con i pollici convergenti.
Il tuffo radente su palloni distanti è del tutto simile al precedente con la possibilità di effettuare più passi in direzione laterale.
Il tuffo su palloni laterali a mezz’altezza, è il tuffo più bello da vedere e da effettuare. Dà molte soddisfazione al giovane portiere, in quanto è il più facile da eseguire e dà maggiori garanzia di successo. Lo spostamento laterale della gamba di spinta, che è sempre quella più vicina alla palla, è simile a quella già descritta per il tuffo radente. La differenza è nel caricamento della gamba di spinta e nella direzione della spinta stessa che deve essere rivolta verso la palla ed alla sua altezza.

Deviazione. Si effettua quando il pallone è al di fuori della possibilità di prendere la palla in presa sicura. Generalmente il portiere si deve distendere in tuffo e deve raggiungere la palla con una sola mano per deviare la traiettoria della palla in una direzione non pericolosa. Quando possibile la deviazione, deve essere fatta prendendo la palla con il palmo della mano o in alternativa con il pugno chiuso.

Respinta. In occasione di tiri violenti o con palloni bagnati dalla pioggia è possibile effettuare una respinta con i due pugni chiusi. E’ consigliabile usare i due pugni in occasioni di palloni che arrivano frontali. Le braccia devono, al momento del contatto con il pallone, estendersi ed indirizzare la palla verso l’alto, per evitare rimbalzi pericolosi o troppo vicini alla porta difesa.

Movimenti d’attacco.

Si pensa al portiere come l’ultimo baluardo della difesa, ma se si pensa bene al gioco si può arrivare alla conclusione che sia anche il primo giocatore d’attacco della propria squadra quando in possesso di palla. Vediamo come le scelte di un portiere possono condizionare l’esito di un’azione d’attacco.

Rimessa con le mani. Si utilizza per la breve e media distanza, quando il portiere è entrato in possesso della palla con le mani. In linea di massima il portiere rimette in gioco la palla per un compagno che attende dalla parte opposta dalla quale è arrivata l’azione avversaria.
Se il compagno è appena fuori dall’area o più vicino, la palla gli sarà recapitata tramite la tecnica delle bocce: la palla verrà fatta rotolare ed arriverà raso terra sui piedi del giocatore. Con questa tecnica si mette in condizione il compagno d’iniziare l’azione rapidamente essendo il pallone subito giocabile.
Se si vuole far arrivare un pallone velocemente nella media distanza o in caso si giochi su terreni bagnati, è opportuno utilizzare la rimessa “tipo baseball”. La palla viene trasmessa con un movimento che parte da sopra la spalla e di seguito porta la palla a picchiare per terra per far arrivare il pallone ad altezza e velocità controllabile e di seguito giocabile.
Se il compagno che si vuol raggiungere è lontano si usa la rimessa a bilanciere. Si porta il braccio con la palla per fuori-dietro e con l’aiuto di una torsione del busto si porta il braccio in avanti con successivo rilascio della palla.

Rinvio e rimessa con i piedi. Se la palla passa la linea di fondo campo a causa degli avversari, il portiere o chi per esso, deve effettuare la rimessa dal fondo con i piedi  con la palla che deve essere posizionata all’interno dell’area di porta e ferma.
Se il portiere ha la palla in mano può decidere di rinviare la palla con i piedi per mandarla ai compagni lontani. Esistono, fondamentalmente, due tecniche: al volo o di drop.
Il rinvio al volo viene eseguito calciando la palla davanti a se, dopo un autolancio e prima che tocchi per terra. si può utilizzare in ogni situazione di campo, ma potrebbe essere poco pratico in caso di vento.
Il rinvio di drop si esegue nel caso in cui il terreno sia in condizioni buone. Il pallone viene lanciato in avanti e calciato sul rimbalzo del pallone sul terreno. In questo caso il pallone avrà una traiettoria più tesa e più facilmente giocabile dagli attaccanti, ma è meno preciso e più soggetto ad errore.

Il ruolo del portiere richiede un addestramento specifico ed assiduo, a causa delle difficoltà delle tecniche che si utilizzano. L’addestramento per i giovani deve passare dapprima da una formazione generale di organizzazione motoria, con accenni di pre acrobatica. Dobbiamo portare i nostri allievi a prendere gusto al contatto con il terreno e dobbiamo sviluppare il coraggio.
Per questo ruolo vengono utilizzati bambini in sovrappeso o poco abili nel gioco con i piedi, ma con queste scelte non si può pensare di trovarsi tra le mani un futuro portiere. Generalmente i bimbi chiedono di poter svolgere il ruolo perché si sentono portati ad un ruolo unico, che richiede un carattere forte ed estroso. Non bisogna dimenticare che il portiere è solo contro tutti (compagni e avversari) e le soddisfazioni che può prendersi non saranno mai valutate come quelle degli attaccanti.

 

 

 

 

 

LA TATTICA

La tattica può essere sia collettiva, sia individuale.
Tattica collettiva: è un’azione coordinata tra due o più giocatori, tesa ad ottenere uno scopo determinato in precedenza.
Tattica individuale: sono tutti quegli accorgimenti e movimenti per mezzo dei quali la nostra prestazione risulta utile ed economica.
La tattica va eseguita con autonomia da ogni giocatore della partita. Ogni calciatore deve essere autore del disegno tattico. Ognuno è responsabile e quindi ha libertà decisionale in fatto di modi, tempi, spazi, scelta, esecuzione, tenendo pur conto dei movimenti degli altri.

Attenzione che senza la tecnica non si può fare tattica. Quindi i bambini o gli adulti dilettanti, devono essere istruiti sulla tecnica. Non si può insegnare un disegno tattico o studiare movimenti preordinati se non si è in grado di gestire il pallone.
Il giocatore ideale è quello che possiede una tecnica precisa e rapidità d’esecuzione abbinata a ripetuta velocità di spostamento, inserita in azioni di gioco, con una rapida e variegata capacità di decisione tattica.
Il tempo è la chiave per giocare a calcio. Tempo di marcamento o smarcamento, tempo di battuta, tempo di passaggio ecc…..
Il lavoro dell’allenatore deve essere rivolto a migliorare i tempi di gioco, non sull’applicazione passiva da parte dei giocatori, di schemi preordinati e tempi fissi. Il calcio è uno sport di situazione, non si può prevedere cosa succederà durante la partita, quindi l’allenatore deve abituare i propri giocatori ad autonomia decisionale in un sistema chiaro a tutti.

Possiamo dividere la partita di calcio essenzialmente in due parti ben distinte:

  • Fase di possesso palla (la mia squadra ha la palla, indipendentemente dalla posizione del campo e dal giocatore)
  • Fase di non possesso palla (la squadra avversaria ha la palla, indipendentemente dalla posizione del campo e del giocatore)

Nella tattica individuale in fase di possesso palla il giocatore deve conoscere:

  • Lo smarcamento: in zona luce (zona dove sia possibile ricevere la palla); in diagonale
  • Difesa e protezione della palla: ad ogni ricezione devo mettere il corpo a protezione della palla; andare sempre in contro alla palla; andare sempre sul punto di caduta su palloni che arrivano dall’alto
  • Passaggio: la precisione determina il vantaggio rispetto alla conduzione della palla: è più veloce; supero più avversari in un colpo solo; determina meno consumo energetico
  • Guida della palla, finta e dribbling
  • Tiro in porta

Nella fase di non possesso palla, deve conoscere:

  • Presa di posizione: in diagonale rispetto alla palla; rientrare verso la porta
  • Marcamento: a uomo (la posizione è determinata dall’avversario); a zona (la posizione è determinata dalla palla)
  • Intercettamento e/o anticipo: contrasto diretto; contrasto indiretto (mettere in zona d’ombra l’avversario)
  • Difesa della porta: difendere il portiere nei suoi interventi; non girarsi in occasioni di possibili tiri degli avversari; copertura di parte della porta con il corpo; non ostacolare il proprio portiere

I principi di gioco collettivi, in fase di possesso palla sono:

    • Scaglionamento: i giocatori non devono mai trovarsi in linea, ma devono formare dei triangoli tra di loro.
    • Penetrazione: o anche profondità e verticalizzazione. Bisogna arrivare prima possibile nelle vicinanze dell’area di rigore degli avversari, per essere in zona pericolosa per gli avversari e lontani da quella di pericolo per la nostra squadra.
    • Ampiezza: sfruttare tutta l’ampiezza del terreno di gioco per creare spazi utili ed aprire le maglie della difesa avversaria
    • Mobilità o movimento: il gioco del calcio è movimento. La creazione di spazio è dettata dai movimenti dei singoli
    • Imprevedibilità: ogni situazione deve essere resa imprevedibile per gli avversari, anche se ripetuta, attraverso finte ecc…

I principi di gioco in fase di non possesso palla sono:

  • Scaglionamento: bisogna disporsi in modo tale per stringere più possibile il campo libero agli avversari. Scaglionarsi significa anche essere in grado di dare copertura reciproca ai compagni.
  • Azione ritardatrice:intervenire per alterare i tempi di gioco degli avversari, facendo perdere tempo alla squadra avversaria nella profondità, oppure limitando i tempi di gioco. Si può attuare attraverso due atteggiamenti diversi: temporeggiamento; pressing e fuorigioco
  • Concentrazione: riferita alla dislocazione sul terreno di gioco. La difesa deve essere posizionata in modo tale da difendere con più elementi la zona pericolosa del campo, cioè quella davanti alla nostra porta.
  • Equilibrio: mantenere la possibilità di copertura reciproca in ogni circostanza
  • Controllo e limitazione: non farsi attirare dalla palla, ma rispettare la difesa degli spazi davanti alla nostra porta.

 

Analizzando alcuni dei termini più utilizzati nel calcio, il loro significato è:
La tattica di principio o strategia di gioco: è la scelta che si vuole attuare in prospettiva di una singola gara.
Pressing: può essere difensivo o basso, offensivo o medio, ultra offensivo o alto. E’ una tattica collettiva atta alla riconquista della palla, conseguente alla pressione.
Pressione: è un’azione di tecnica applicata (tattica individuale), che ha lo scopo di limitare tempo e spazio al possessore di palla avversario.
Il fuori gioco è una conseguenza del pressing, in quanto la squadra si alza verso la palla e verso i giocatori più vicini alla palla per limitare spazio e tempo agli avversari.
Incroci e sovrapposizione: gli incroci sono azioni di tattica individuale senza la palla che prevedono cambi di posizione, attraverso corse ad incrocio tra due compagni. Si utilizza principalmente in fase d’attacco per liberare spazi.
Le sovrapposizioni sono corse alle spalle di un compagno a cui è stata trasmessa la palla, superandolo nel tentativo di conquistare spazio in avanti o superiorità numerica.
Possesso di palla: è un’azione tattica di reparto o di squadra, mediante la quale si cerca di far liberare degli spazi agli avversari. Si attua attraverso una serie di passaggi semplici, cercando di far girare su tutta la larghezza del campo la palla.
Sostegno o appoggio: andare vicini ad un compagno di squadra in possesso palla, al fine di attuare un possesso palla o un’azione d’attacco.
Superiorità numerica: è la condizione tattica che si ricerca con ogni azione di gioco, in opposizione agli avversari, grazie ai continui movimenti in sincronia nello spazio e nel tempo.

IL GIOCO A ZONA

Per gioco a zona si intende un modo di difendersi che richiede una copertura degli spazi organizzata, con i giocatori che si occupano ognuno della zona di campo assegnata.
Questo modo di difendere si basa su alcuni concetti di base:

  • Equa distribuzione dei giocatori in campo
  • Equilibrio
  • Razionalità
  • Unità di squadra

Equa distribuzione: devo dividere il campo in senso longitudinale in parti uguali, ad esempio in 4 zone. In ogni zona del campo devo mettere un giocatore per la linea difensiva e più avanti un giocatore per la linea di centrocampo. E’ chiaro che da questa dislocazione l’allenatore, dovrà assegnare compiti e movimenti.
Per mezzo della simmetria e della destinazione dei giocatori nei reparti otteniamo, così, una distribuzione equilibrata sul campo in senso laterale e verticale e quindi un abbozzo grafico del sistema di gioco.
Il sistema di gioco, quindi è la disposizione statica dei giocatori in campo. Questa può essere con svariate varianti, secondo la divisione che ho fatto del campo: 4-4-2, 4-3-3, 5-3-2, 3-4-3, ecc…

Equilibrio tattico predeterminato: questo progetto di disposizione sul terreno di gioco, consente un equilibrio tattico predeterminato, cioè di preparare più facilmente le soluzione di alternanza delle due fasi di gioco (equilibrio di squadra), poiché si conoscono in partenza le posizioni in campo e le funzioni dei singoli, specie nella fase di non possesso palla.

Razionalità: ogni giocatore ha la responsabilità nella zona di competenza a lui assegnata. Tale concetto deve essere inteso sia in orizzontale che in verticale, cioè fino al limite della zona difesa dal compagno. In questo modo diventa semplice far muovere i singoli in sincronia e con razionalità, inoltre ogni atleta può venire utilizzato nella zona che più si adatta alle caratteristiche tecniche o fisiche.

Unità di squadra: l’atteggiamento dei componenti la squadra, nella fase di difesa deve essere unico. Aumenta il senso di cooperazione dei componenti della squadra, che conoscendo i compiti dei compagni e le loro posizioni, possono comunicare tra loro informazioni, coprire la scelta del compagno o a sostenere una situazione di gioco.

I parametri di riferimento per difendere a zona sono in ordine:

  • posizione della palla
  • posizione dei compagni
  • posizione degli avversari

oltre che dal parametro fisso di riferimento che è la posizione della nostra porta.

Definizione della marcatura a zona:

  • ogni calciatore è responsabile della zona di campo a lui assegnata, e dei calciatori avversari che sono in quella zona
  • deve, inoltre guardare e sorvegliare le zone limitrofe
  • egli si muove nella zona in funzione ed in dipendenza della posizione della palla
  • deve andare sempre in pressione sull’avversario con palla che entra nella zona assegnata, eccetto quando si trova in situazioni d’inferiorità numerica.

Queste indicate sono le disposizioni generali e di base che ogni giocatore deve conoscere e mettere in pratica nella propria zona.
ATTENZIONE: al termine di ogni discorso di organizzazione di squadra, la marcatura di un avversario avviene, anche nella zona quando lo spazio tra gli avversari è minimo, con le regole ed i principi della marcatura a uomo.
In pratica, per poter difendere a zona ed essere efficaci, bisogna saper difendere a uomo.

I requisiti della zona.

Le fasce laterali sono spazi importanti da sfruttare, sia in fase di possesso che in fase di non possesso palla

  • In fase di non possesso palla ho due vantaggi:

- gli avversari sono schierati frontalmente con soli 180° di possibilità di gioco
- la fascia laterale opposta a quella con la palla, può rimanere libera

  • In fase di non possesso: ho coppie o catena di giocatori pronte a sfruttarle.
  • la squadra deve essere corta
  • attenzione che le linee dei reparti non si appiattiscano o si sovrappongano
  • stare sui 30/40 metri a seconda dell’azione
  • i reparti non devono essere distanti

 

  • interscambiabilità dei ruoli
  • come in una scacchiera, scalare nelle zone limitrofe verso la palla
  • diverse possibilità di effettuare sistemi di gioco (4-4-2, 4-5-1-, 4-3-3, ecc…)
  • il sistema di gioco deve essere relativo alla disposizione in campo ed ai compiti assegnati
  • pressing e fuorigioco
  • i giocatori laterali della linea difensiva devono saper partecipare alla manovra d’attacco
  • i centrali difensivi devono garantire velocità e capacità nel gioco aereo
  • distribuzione organica e razionale sul campo
  • in fase di non possesso si accorciano e stringono gli spazi
  • in fase di possesso si allargano e si allungano gli spazi

 

I vantaggi della zona

  • nel gioco a zona tutti i giocatori sono più coinvolti nel gioco, si dipende da sé stessi ( nel marcamento a uomo si dipende dall’avversario)
  • il carico di lavoro è diviso più equamente tra tutti i giocatori
  • si è più numerosi in prossimità della palla con più possibilità d’iniziativa
  • distanze ridotte tra i reparti, con vantaggi per l’esecuzione del pressing e delle azioni d’attacco
  • più facilità d’esecuzione dei passaggi, vista la vicinanza dei compagni
  • miglior possibilità di gestione della palla, trovando vicini più compagni per il passaggio

Gli svantaggi della zona

  • nella fase di possesso palla, è possibile un più lento avanzamento
  • bisogna passarsi l’uomo in marcatura
  • si affronta l’avversario saltuariamente e spesso già in possesso di palla
  • si potrebbe perdere in fantasia ed imprevedibilità, giocando sempre nelle stesse zone
  • occorre molta organizzazione tra i reparti essendo questi in cooperazione

Contromosse alla zona

    • azione individuale
    • triangolazioni rapide tra due o più giocatori
    • contromossa al fuorigioco con scambio tra due giocatori ed inserimento di un terzo da dietro la linea della palla
    • liberare un  uomo tra le linee di difesa e centrocampo
    • inserimenti in attacco con tagli dietro ai difensori
    • sovrapposizioni, cambi di gioco e gioco nella parte cieca
    • giocate con palle lunghe e sponde degli attaccanti per gli inserimenti dei centrocampisti
    • movimenti degli attaccanti: corsa in diagonale e taglio negli interspazi;corsa in parallelo alla linea di difesa e taglio negli interspazi;
    • utilizzo di due ttaccanti che giocano vicini e centrali per creare l’uno contro uno
    • utilizzo di tre attaccanti che creano molto movimento e continui tagli

 

 

LA MARCATURA A UOMO
Marcare a uomo significa essere responsabile individualmente del comportamento e dell’atteggiamento del giocatore che è stato affidato in marcatura.
La responsabilità ed il comportamento, cambiano a secondo del ruolo e della posizione di gioco dell’avversario.
In generale, più l’avversario si avvicina alla nostra porta o vicino alla palla, tanto più la marcatura deve essere stretta ed assillante, mentre se l’avversario si trova lontano dalla palla anche se vicino alla nostra porta, la marcatura può essere allentata. Questo per avere la possibilità d’intervenire sia se la palla arriva al mio avversario, sia che il possessore di palla superi il mio compagno, mantenendo così l’equilibrio difensivo.
Si effettua, così, la diagonale difensiva: controllo del proprio avversario e possibilità di aiutare i compagni.
Le regole fondamentali per la marcatura a uomo, in riferimento all’avversario sono:

  • essere posizionati tra avversario e porta
  • poter avere sotto controllo visivo contemporaneamente avversario e palla

Nel gioco a uomo entra in campo una figura di fondamentale importanza per gli equilibri della squadra, che è il ruolo del libero. Il ruolo è nato per garantire la copertura finale, dietro i marcatori di difesa. Il libero non ha compiti di marcatura, ma è responsabile per tutta la larghezza del campo, della profondità dietro i difensori fino alla propria porta. E’ colui che determina l’ultima linea di difesa ed è quindi responsabile dell’eventule acorciamento o allungamento della squadra sul terreno di gioco.
Quando si parla di sistema con marcature a uomo, si intende una squadra in cui il reparto difensivo applica il sistema e non tutta la squadra, altrimenti non si potrebbe definire un proprio gioco d’attacco.
I compiti e le marcature vengono definite dall’allenatore in base al sistema di gioco ed alla tattica dell’avversario.
La dislocazione in campo non predeterminata non consente l’organizzazione del pressing, ma si preferisce adottare una tattica attendista riducando gli spazi agli avversari con la densità: questo sistema di gioco ha fatto le fortune dell’Italia nel mondiale dell’82 in Spagna, ed ancora oggi ha le sue ragioni per venire adottato da alcune squadre.

 

IL SISTEMA DI GIOCO
Il sistema di gioco rappresenta la dislocazione dei giocatori in campo in una situazione statica.
Il modulo di una squadra è rappresentato dai compiti e dalle funzioni che ogni giocatore deve svolgere. Il modulo è il movimento del sistema.
Il sistema si classifica con il numero dei giocatori che occupano nell’ordine la zona difensiva (portiere escluso), quella di centrocampo e d’attacco.
Si possono leggere svariati sistemi di gioco: 4-4-2; 5-3-2; 4-3-3; 4-3-1-2; 4-5-1; 5-4-1; 3-4-3; 3-4-1-2; 4-3-2-1; 3-5-2; ecc…

Vediamo sotto alcuni esempi.
4-4-2. difesa con marcamento a zona.
Prevede una linea di difesa composta da due centrali e da due esterni. Uno dei centrali, generalmente, si assume il compito di comandare l’avanzamento simultaneo della linea di difesa (tattica del fuorigioco). La linea di difesa può essere organizzata, con palla esterna, con una o due linee di copertura. Con palla centrale la copertura è data ad imbuto.
I centrocampisti possono schierarsi su una linea e si muovono speculari a quelli di difesa con lo stesso tipo di copertura. Si possono anche schierare a rombo con uno dei due centrali più arretrato o con compiti più difensivi e con l’altro schierato dietro alle punte o con compiti più offensivo.
Le due punte avranno compiti specifici per le loro peculiarità. In fase di non possesso palla devono essere i primi giocatori ad attaccare i portatori di palla avversari.

5-3-2. difesa con marcamento a zona
I difensori prendono in consegna gli attaccanti avversari nelle loro zone di competenza. Gli esterni di difesa possono diventare i quarti di centrocampo, in fase di possesso palla, o addirittura possono sostenere entrambi il centrocampo.
Difesa con marcamento misto.
Nella zona centrale i marcatori prendono in consegna a uomo le punte avversarie. La marcatura può essere fissa o con scambi di marcatura nella proprià metà del campo (centro destra o centro sinistra). Il centrale di difesa deve prendere funzioni di libero classico, sempre leggermente staccato rispetto ai difensori che marcano. Gli esterni di difesa devono prendere in consegna eventuali attaccanti esterni e, in fase di possesso palla, attaccare le fasce.
I centrocampisti possono essere disposti con il centrale più arretrato o più avanzato rispetto ai compagni di reparto. La scelta determina più copertura o più capacità offensive.
Gli attaccanti devono aiutare sugli esterni i propri centrocampisti.

 

3-4-3. difesa con marcamento a zona.
La difesa con tre soli giocatori prevede che per ogniuno di essi ci sia una zona di campo più ampia, ma i compiti non cambiano rispetto ad una difesa a 4. Certo non si prevede una partecipazione alle azioni d’attacco della squadra, ma si difende con un uomo in più la zona centrale della zona difensiva. L’aiuto può venire dagli esterni di centrocampo o da un centrale di centrocampo che si inserisce sulla linea di difesa.
I centrocampisti possono schierarsi come descritto per il centrocampo nel 4-4-2.
Gli attaccanti a turno, in fase di non possesso palla devono aiutare i centrocampisti.

 

BIBLIOGRAFIA

  • Atti del Corso di Allenatore Professionista di Seconda Categoria, Prof. Ferrari F.
  • Articoli del Mensile “Il nuovo calcio”
  • Ferrari Franco, Elementi di tattica calcistica, Edizioni Correre
  • Manuale per operatori del Settore Giovanile e Scolastico, F.I.G.C-Settore Giovanile e Scolastico- Comitato regionale Piemonte e Valle d’Aosta
  • J. Weineck, La Preparazione Fisica Ottimale Del Calciatore, Calzetti-Mariucci Editore
  • L. Bonizzoni-N. Comucci, La tecnica calcistica, Nardini Editore
  • C. Berdicchi-N. Comucci, Manuale Per l’Istruzione del giovane calciatore, Nardini Editore
  • Associazione Italiana Arbitri, Il regolamento del Gioco del Calcio, F.I.G.C.

 

TESTI CONSIGLIATI PER EVENTUALI APPROFONDIMENTI

    • J. Weineck, La Preparazione Fisica Ottimale Del Calciatore, Calzetti-Mariucci Editore
    • Associazione Italiana Arbitri, Il regolamento del Gioco del Calcio, F.I.G.C.
    • J. Bansgbo, La preparazione fisica nel calcio, Kells
    • Ferrari Franco, Elementi di tattica calcistica, Edizioni Correre
    • A.S.T. Allenatori .Net, Il Manuale della Tecnica Calcistica, WWW Editore
    • WWW. Allenatore .net
    • E. Molinas, I. Argiolas, Tecnica e didattica delle abilità del gioco del calcio, S.S.S. Roma

Fonte: http://www.dsnm.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid789017.doc

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