Educazione respiratoria

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Educazione respiratoria

            Un ulteriore aspetto fondamentale, nella formazione fisica di base, è l’educazione respiratoria.
L’aria (comburente) e il cibo (combustibile), acqua compresa, sono gli unici due elementi che l’uomo introduce per garantire lo svolgimento delle funzioni vitali dell’organismo. Solo il cervello umano dell’adulto consuma circa il 25% di ossigeno del fabbisogno totale e addirittura, nel bambino, arriva anche al 50%.
L’importanza del respiro trova profonde radici nelle culture orientali che sulle tecniche di respirazione hanno elaborato una vera e propria filosofia di benessere fisico e psichico.
Tipico aspetto dell’ansia, atteggiamento molto diffuso nel dinamismo esasperato della moderna società, è il ritmo respiratorio accelerato, orale e superficiale. Le tecniche rivolte ad abbassare il livello ansioso tendono a decelerare e rendere più profondi gli atti respiratori.
La respirazione è anche utilizzata nella ginnastica correttiva per agevolare il ritorno degli atteggiamenti viziati e dei paramorfismi entro i limiti della norma.
L’educazione respiratoria è quindi un aspetto importantissimo, soprattutto nella formazione fisica di base, in quanto ci permette di:
- migliorare l’elasticità della gabbia toracica e aumentare la funzionalità e l'efficienza dell'apparato respiratorio;
- migliorare i processi metabolici dell'intero organismo. Quindi maggiore efficienza fisica generale;
- mantenere la corretta postura;
- far acquisire un più facile controllo degli stati di ansia e di emotività, favorendo la concentrazione ed il rilassamento generale.

            Dal punto di vista della meccanica respiratoria, l’aria inalata, entrando attraverso le vie respiratorie (in successione: naso, faringe, laringe, trachea e bronchi) arriva fino ai capillari sanguigni degli alveoli polmonari dove avviene lo scambio tra ossigeno che entra e anidride carbonica che esce. L’aria inspirata contiene circa il 21% di ossigeno, il 78% di azoto e una dose irrilevante di anidride carbonica. In uscita la stessa diventa rispettivamente ossigeno per il 14%, anidride carbonica per il 5,6% e azoto nella stessa percentuale di entrata.
La gabbia toracica si presenta come un elemento cilindro-cono alla cui base è posto il muscolo diaframma.
La possibilità di respirare avviene grazie alla posizione inclinata delle costole, posizione che permette loro di essere sollevate, quindi di espandere la gabbia toracica (inspirazione), o di essere abbassate (espirazione). Nel fanciullo, fino a circa 7 anni, la posizione delle costole risulta ancora sollevata per cui il torace assume una forma cilindrica che porta come conseguenza ad una modesta capacità vitale. Pertanto la risposta all’impegno fisico avviene col solo aumento della frequenza degli atti respiratori. Infatti l’espansione della gabbia toracica è proporzionale all’ampiezza di sollevamento delle costole.
Il movimento involontario delle costole avviene grazie all'azione dei muscoli respiratori (Intercostali esterni ed interni e diaframma) coordinati dai motoneuroni del sistema nervoso centrale.
Complessi meccanismi nervosi, situati nei centri vegetativi bulbari e alveolari, regolano il ritmo respiratorio in funzione della ottimale presenza o meno nel sangue di anidride carbonica e ossigeno.
Nella inspirazione aumentano i diametri antero-posteriore e trasverso del torace grazie alla contrazione dei muscoli intercostali esterni che spostano le costole e lo sterno in alto e in fuori. Nel contempo aumenta il diametro verticale grazie al diaframma che si contrae abbassandosi. L'aumento della capacità toracica determina un ulteriore abbassamento della pressione esistente nella cavità pleurica (da -2 a -6 mm Hg) che fa tendere ed espandere i polmoni.
Nella espirazione diminuiscono i diametri antero-posteriore e trasverso del torace grazie al rilasciamento dei muscoli intercostali esterni che spostano le costole e lo sterno in basso e in dentro. Nel contempo diminuisce il diametro verticale grazie al diaframma che si rilascia sollevandosi. La diminuzione della capacità toracica determina un abbassamento della pressione nella cavità pleurica (da -6 a -2 mm Hg) che fa retrarre i polmoni.
La respirazione può essere esaltata ulteriormente attraverso la ventilazione forzata dove volontariamente vengono reclutati ulteriori muscoli del tronco.


 

ESERCIZI PER L’EDUCAZIONE RESPIRATORIA

              La possibilità di effettuare una corretta tecnica respiratoria è collegata alla capacità di rilassamento in quanto riduce le sollecitazioni ai centri nervosi superiori che agiscono proprio sul centro respiratorio.
Pur essendo la respirazione un processo involontario, si può intervenire su di essa volontariamente modificandone i parametri di ampiezza, intensità e frequenza o operando arresti momentanei più o meno lunghi.
È importante che la respirazione avvenga sempre con il naso. Infatti nell’inspirazione, la particolare forma dei turbinati nasali permette un ampio contatto dell’aria con le mucose nasali, fortemente irrorate dai capillari sanguigni. Inoltre viene umidificata dal muco. I peli nasali fungono da filtri mentre il muco è un ottimo battericida e umidificante.
Nell’espirazione nasale vengono espulse le impurità bloccate all’interno del naso e viene utilizzata l’umidità e il calore presenti in quest’aria per l’inspirazione che segue subito dopo.

            Le posizioni del corpo per eseguire gli esercizi respiratori sono solitamente quella di stazione eretta e supina (Figura). La posizione di decubito laterale, anch’essa molto efficace, viene utilizzata soprattutto nella ginnastica correttiva.
Va tenuto presente che:
- Nella stazione eretta (busto leggermente inclinato in avanti, mani sulle cosce e ginocchia leggermente flesse) viene facilitato il movimento di salita e discesa del diaframma in quanto la gravità porta i visceri verso il basso.
- Nella posizione supina, assunta con le braccia lateralmente ai fianchi, extraruotate e con le palme in alto (in modo da dare un punto di appoggio migliore ai muscoli grande e piccolo pettorale) e gli arti inferiori flessi (per decontrarre il muscolo psoasiliaco), la colonna vertebrale è scaricata e aumenta la respirazione addominale.
Sempre in posizione supina, in fase di inspirazione assumere la posizione del capo in “doppio mento”. In questo modo si agevola l’azione di sollevamento dello sterno da parte dei muscoli scaleni e sternocleidomastoidei.

Posizioni del corpo per eseguire gli esercizi respiratori

            Durante l’esecuzione degli esercizi di respirazione è importante:
Dalla stazione eretta:
1) Inspirare ed espirare sempre col naso.
2) Nella fase di inspirazione:
- distendere gli arti inferiori;
- estendere la colonna vertebrale;
- sollevare le braccia in fuori con le mani in supinazione (palme in alto) senza superare la linea delle spalle. Infatti oltre questa posizione, per azione dei muscoli gran dentato e trapezio, ruotano in fuori le scapole con conseguente chiusura e scarsa mobilizzazione della parte alta del torace. Il sollevamento delle braccia fino all’orizzontale non influisce sul sollevamento delle costole ma contribuisce a ingrandire il volume della gabbia toracica.
3) Nella fase di espirazione:
- flettere leggermente la colonna vertebrale (collo e dorso).
- portare le braccia verso il basso, lungo i fianchi;
- piegare parzialmente gli arti inferiori.
Da decubito supino:
- inspirare ed espirare sempre col naso;
- mantenere le gambe in flessione e le braccia extraruotate lungo i fianchi con le palme in alto;
- in fase di inspirazione assumere la posizione del capo in “doppio mento”.


 

Atteggiamento nella fase finale di inspirazione e di espirazione

            Va evidenziato che una espirazione più lunga e lenta della inspirazione impedisce un aumento eccessivo della concentrazione di anidride carbonica nel sangue e svuota gli alveoli polmonari in modo che il successivo riempimento di ossigeno risulti ottimale.

            Nella pratica l’educazione respiratoria consiste essenzialmente nel far esercitare il bambino su diversi aspetti dell’atto respiratorio:
- la profondità della inspirazione e della espirazione;
- l’esecuzione di inspirazioni ed espirazioni a velocità e quantità desiderate;
- il trattenere l'aria, controllarne la posizione all'interno della gabbia toracica (gonfiare, appiattire, schiacciare e abbassare il petto), espellerla in varie modalità (con un soffio unico e violento, con una serie di soffi successivi, ecc.).

            Nelle fasi iniziali è necessario lavorare per prendere coscienza dell’atto respiratorio nelle sue varie fasi (inspirazione, apnea, espirazione, apnea e via di seguito).
La posizione migliore è quella supina, ginocchia flesse con i piedi a terra, una mano sul petto e l’altra sull’addome. Gli occhi chiusi possono facilitare il rilassamento e la concentrazione (Figura):

Presa di coscienza dell’atto respiratorio

1) Respirare profondamente cercando di avvertire gli spostamenti prima dell’addome e poi del torace, controllando i quattro tempi respiratori.
2) Respirare accelerando o rallentando la frequenza degli atti respiratori.
3) Passare poi progressivamente alla presa di coscienza del ritmo respiratorio:
- inspirare lentamente contando fino a tre ed espirare lentamente nel doppio del tempo;
- inspirare lentamente, trattenere il respiro per cinque-dieci secondi, espirare lentamente;
- inspirare ritmicamente in tre tempi ed espirare con cinque soffi;
- inspirare ed espirare modulando la espirazione come se si gonfiasse una bolla di sapone.

            Infine è importante esercitarsi nella percezione della localizzazione del respiro. Molto spesso, infatti, la respirazione viene limitata solo ad una sezione della gabbia toracica per cui viene a ridursi la ventilazione completa e la mobilizzazione di tutte le strutture anatomo-funzionali che in essa sono parte attiva. Va anche tenuto presente che la respirazione fisiologica tranquilla in un soggetto sano è sempre addominale (A.L. Maccagno).
La posizione consigliata è quella supina, ginocchia flesse e piedi a terra, una mano sull’addome e l’altra lateralmente sulla regione bassa della gabbia toracica (Figura).

Percezione della localizzazione del respiro

            L’atto respiratorio non va mai forzato ma deve avvenire passivamente cercando sempre di essere rilassati.
1) Respirazione addominale: inspirare inviando l’aria al ventre ed espirare sgonfiando il ventre grazie alla contrazione dei muscoli addominali (retrazione della pancia). Fare in modo che il coinvolgimento sia totale, quindi a livello visivo (visualizzare il ventre che prima si gonfia e poi si sgonfia), tattile (la mano sull’addome che ne avverte il movimento), propriocettivo (pressione della mano che aumenta o diminuisce anche con l’aiuto dell’insegnante).
2) Respirazione toracica: inspirare inviando l’aria nel petto ed espirare sgonfiando il petto. Unire il coinvolgimento visivo, tattile e propriocettivo.
3) Respirazione toraco-addominale (o totale): inspirare gonfiando prima il ventre poi il petto, espirare sgonfiando prima il petto poi il ventre. Anche in questo esercizio unire il coinvolgimento visivo, tattile e propriocettivo (Figura).

Fasi della respirazione totale

1) inspirazione addominale;
2) inspirazione toracica;
3) espirazione toracica;
4) espirazione addominale.

4) Esercizio di apnea respiratoria: inspirare, spingere verso il ventre abbassando il petto, rientrare il ventre sollevando il petto.

            Infine, per agire sulla profondità inspiratoria o espiratoria possono essere eseguiti degli esercizi di gruppo:
- inspirare a lungo immaginando di odorare un fiore o altro oggetto che emana un profumo gradevole;
- espirare a lungo facendo il verso della sirena dei pompieri, di una zanzara, di una gomma che si sgonfia, del treno in salita, ecc.;
- soffiare su una pallina o su una matita posta su un tavolo.

Fonte: http://web.mclink.it/MK1177/giochi_5.doc

Sito web da visitare: http://web.mclink.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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