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IL NUOTO

Il nuoto è per definizione, l'esercizio che permette il galleggiamento del proprio corpo e la progressione nell'acqua, oltre ad essere uno sport olimpico e un'attività ricreativa. La storia del nuoto trova le sue origini sin dalla preistoria, oltre 8000 anni fa, come testimonia il rinvenimento di pitture rupestri rappresentanti uomini nell'atto del nuoto risalenti all'Età della pietra. Sport acquatico dalla storia ultra millenaria, viene inserito nel programma olimpico fin dai Giochi della I Olimpiade.  Il nuoto moderno nacque nell’Ottocento. Il nuoto fu presente sin dalle prime olimpiadi moderne ad Atene nel 1896.
Considerato uno sport completo e salutare che distribuisce il movimento omogeneamente su tutto il corpo, favorisce la salute, la longevità ed il benessere fisico e psicologico. Esso spesso comporta benefici estetici e fisici: solitamente si ottiene un aumento della massa magra ed una riduzione di quella grassa, lo sviluppo dell'impalcatura ossea e l'espansione della gabbia toracica, la correzione delle eventuali deviazioni della colonna vertebrale, il miglioramento della coordinazione motoria e respiratoria e la riduzione della spasticità.
Il nuoto esercita quasi tutti i muscoli del corpo. Tipicamente, le braccia e il tronco sono sollecitati più delle gambe, poiché la maggior parte del movimento in avanti viene generata dalle braccia. Nel nuoto agonistico, un'eccessiva muscolatura delle gambe può essere vista come uno svantaggio, in quanto esse consumano più ossigeno, che potrebbe essere necessario ai muscoli delle braccia. Comunque, questo dipende molto dallo stile. Mentre la rana genera circa il 50% del movimento con le gambe, lo stile libero propelle il corpo principalmente con le braccia.
Il nuoto può essere sia individuale sia, quando praticato in staffette di quattro atleti, di squadra.
Di recente acquisizione nelle discipline olimpiche è il nuoto sincronizzato solo femminile, che consiste nell’esecuzione in acqua di figure ed  evoluzioni accompagnate da brani musicali.

LA PISCINA
La piscina olimpica (o vasca lunga), utilizzata per i Giochi Olimpici è lunga 50 metri e larga 25.
Comprende 8 corsie, divise tra loro da corde e galleggianti: le 6 corsie centrali devono essere larghe 2,5 metri mentre quelle esterne 3. Molte gare invece si disputano in vasche corte da 25 metri.  In corrispondenza dell’inizio delle corsie sono posti i blocchi di partenza, cioè dei rialzi dai quali i nuotatori si tuffano per iniziare la gara. Appena sotto il blocco di partenza è posta un maniglia che serve per la partenza nelle gare di dorso.
In acqua sono obbligatori il costume , la cuffia, occhialini e le ciabatte (per non scivolare e correre il rischio di prendere le verrucche).
Per l’allenamento si usano anche:

  • la tavola, un galleggiante utilizzato per l’apprendimento iniziale degli stili;
  • i pull buoy, galleggianti di diversi tipi che vengono inseriti tra le gambe per consentire il solo movimento delle braccia;
  • le palette, oggetti con forme speciali che infilate alle mani, aumentano l’attrito dell’acqua e sviluppano gli arti superiori.

 

LE GARE
Differiscono in base alla distanza coperta e allo stile di nuoto utilizzato.
Le distanze variano dai 50 metri ai 1500 metri.
Gli stili sono 4: stile libero, dorso, rana ,delfino. In alcune gare dette miste, sono utilizzati tutti e 4 gli stili, secondo un ordine prestabilito: un quarto del percorso a delfino, un quarto a dorso, un quarto a rana e un quarto a stile libero. Vi sono anche le staffette, disputate da squadre di quattro nuotatori che gareggiano uno dopo l’altro; possono essere a stile libero o miste. Ogni nuotatore deve gareggiare nella propria corsia. Nelle gare di lunghezza superiore ai 50 metri, il nuotatore esegue più vasche. Ogni volta che arriva alla fine di una vasca, deve toccare il bordo prima di riprendere il percorso in senso opposto.

GLI STILI

Lo stile libero è quello più veloce, detto anche crawl. L’azione delle braccia si compone di più fasi:

  • la presa di appoggio, cioè il movimento in cui si stende il braccio e si posiziona la mano avanti per entrare in acqua;
  • la fase di trazione in cui il braccio, sott’acqua, esegue un piccolo arco di cerchio verso l’esterno,
  • la fase di spinta, in cui il braccio esegue un arco di cerchio verso l’interno,e fuoriesce dall’acqua all’altezza della coscia;
  • la fase di recupero, in cui il braccio, fuori dall’acqua, si porta da dietro in avanti  per la presa di appoggio successiva.

Il movimento delle braccia è alternato: mentre uno è in trazione sotto l’acqua, l’altro è in fase aerea, ovvero fuori dall’acqua. La gambata consiste nel movimento di battuta delle gambe dall’alto in basso. La respirazione avviene ogni due o tre movimenti delle braccia: nel primo caso è presa lateralmente sempre dallo stesso lato, nel secondo a lato alterni: L’inspirazione è corta intensa, l’espirazione è più lunga e continua, in genere tre-quattro volte più lunga dell’inspirazione.

Il dorso è l’unico stile dorsale effettuato in posizione supina e il viso sempre fuori dall’acqua.
 Lo stile fa la sua prima apparizione in modo non ufficiale nel 1896, ai Giochi olimpici di Atene, quando Alfred Guttmann nuota i 1200 metri stile libero sul dorso, vincendo l'oro olimpico.
Il corpo e le gambe devono essere ben distesi, i piedi in estensione, la testa appoggiata naturalmente sull’acqua, le orecchio immerse. L’azione delle braccia si compone di 4 fasi: presa, trazione, spinta e recupero. I movimenti sono alternati, quando un braccio è in fase di trazione e spinta, l’altro compie la fase di recupero in aria. Le spalle aiutano il movimento per facilitare il passaggio delle braccia. Le gambe battono l’acqua in modo alternato. La respirazione è libera, sincronizzata con il movimento delle braccia.

La rana è lo stile più lento, l’unico in cui i movimenti delle braccia effettuano solo una trazione e nessuna spinta.  Lo stile, di origine orientale, fa la sua comparsa in Europa nel 1844 a Londra quando due nuotatori indiani, Fliyng Gull e Tobacco, nuotano una gara utilizzando uno stile antenato della rana
Braccia e gambe si muovono solo sott’acqua. Il movimento delle braccia comporta 2 fasi:

  • le mani partono unite e vanno spinte in avanti dal petto;
  • le mani si separano e ritornano tirando l’acqua sotto il petto (trazione).

Il movimento delle gambe comporta anch’esso 2 fasi:

  • la prima fase è di piegamento e di avvicinamento al corpo:
  • la seconda è di allontanamento dal corpo.

Il delfino è lo stile più recente ed anche il più tecnico, richiede un notevole sforzo muscolare, sincronismo e mobilità articolare. Considerato da molti lo stile più spettacolare, ma allo stesso tempo il più faticoso, è molto difficile quindi lo nuotano in pochi, richiede un notevole sforzo fisico e una perfetta coordinazione sia di gambe che di braccia. Il suo nome deriva dal movimento ondulatorio simile a quello del delfino. E’ uno stile simmetrico: le due braccia, come le due gambe, si muovono insieme. In fase aerea, le braccia si muovono contemporaneamente in avanti, fino all’impatto con l’acqua. Sott’acqua, il movimento delle braccia prevede una fase di trazione, fino all’altezza delle spalle, cui segue una fase di spinta, dalle spalle fino al termine del movimento. Nella gambata, il corpo deve eseguire un movimento ondulatorio che inizia all’altezza delle spalle ed è trasmesso alle anche, al bacino e, infine alle gambe che ondeggiano simultaneamente. Si effettuano 2 ondulazioni per ogni bracciata. La respirazione è veloce: si effettua normalmente ad ogni ciclo di braccia e si attua nel momento in cui le braccia sono nella fase aerea.

I  FONDAMENTALI

Partenza 

La partenza da bordo vasca viene effettuata contemporaneamente da tutti gli atleti. Il giudice dà un primo segnale breve per indicare al nuotatore di disporsi dietro al blocco di partenza o, nel dorso, di scendere in acqua. Al secondo fischio più lungo, il nuotatore sale sul blocco di partenza e si prepara in posizione di attesa con un piede avanti all’altro; nel dorso il nuotatore appoggia le mani sulla maniglia con le braccia tese e piedi in appoggio al muro, non troppo in profondità. A questo punto il giudice dà il segnale a posto, e l’atleta si dispone in posizione di partenza. Al segnale di partenza, l’atleta si spinge e proietta il corpo in avanti in tuffo,  esegue un breve scivolo subacqueo, e poi emerge iniziando a nuotare, nel dorso, si spinge  all’indietro, facendo risalire il bacino.
Virata
Il cambio di direzione che l'atleta deve eseguire una volta terminata la vasca prende il nome di Virata. Essa prevede in ogni caso, con differenti modalità a seconda dello stile nuotato, che l'atleta tocchi il muro, pena la squalifica, cosa che avviene anche se, durante le fasi della virata, l'atleta si appoggia e si sostiene a frangiflutti o direttamente dal bordo della vasca. Il tocco del bordo deve avvenire con una sola mano quando si tratta dello stile libero o dorso, e con le due mani quando si tratta della rana o delfino.

 

 

Fonte: http://s9cee916341285788.jimcontent.com/download/version/1336676293/module/6116699985/name/NUOTO.docx

Sito web da visitare: http://s9cee916341285788.jimcontent.com

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