Subacquea

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I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

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DECALOGO PER IL PESCATORE IN APNEA

 

DIVERTIAMOCI CON L’APNEA E LA PESCA SUBACQUEA, SEGUENDO UN UTILE DECALOGO PER ESSERE SEMPRE EFFICIENTI E PER EVITARE RISCHI INUTILI.

In qualsiasi periodo noi amanti del mare avremo occasione di trascorrere del tempo in mare per praticare le nostre attività preferite dovremo essere sempre in grado di poterci divertire nella massima sicurezza.
La cosa migliore è senz’altro quella di presentarsi a quest’appuntamento in ottime condizioni fisiche e con un buon allenamento generale. Quando ciò non avviene, si rientra in acqua e ci si ritrova impacciati e privi di quella scioltezza e naturalezza che abitualmente caratterizzava le nostre evoluzioni. Rientrare in acqua dopo lunghi periodi di totale inattività porta il pescatore in apnea a constatare come venga a mancare quella naturalezza e scioltezza nei movimenti. Le capacità fisiche saranno notevolmente ridotte e ciò si traduce in prestazioni generali di gran lunga inferiori.
Anche dal punto di vista emotivo il nuovo approccio con il mare metterà in luce difficoltà nel rilassarsi completamente e soprattutto riflessi rallentati, che influiranno parecchio sulla rapidità delle capacità decisionali. I nostri muscoli risentiranno in modo deciso dell’accumulo di acido lattico e impiegheranno tempi lunghi per smaltirlo. La fatica si farà sentire molto prima e l’immersione non sarà più così piacevole, sia sotto l’aspetto fisico e soprattutto psicologico. La scarsa preparazione fisica è la causa principale di tutto ciò. Quindi sarà consigliabile a chiunque ami immergersi per pescare seguire un regolare programma di allenamento prevalentemente aerobico che preveda però alcune sessioni di lavoro specifico in acqua. E, per fare ciò, specialmente nel periodo invernale, la piscina è la soluzione migliore.

 

POSSESSO DELLA TESSERA FEDERALE

Possedere la Tessera Federale costituisce sempre una garanzia sia se ci dovessimo immergere nelle acqua italiane che in quelle internazionali. Il possesso della Tessera Federale implica la copertura assicurativa sul pescatore apneista che in tal caso non dovrà farne richiesta obbligatoria qualora si trovasse in località estere. Inoltre, la copertura assicurativa è di fondamentale importanza durante le sedute di allenamento in piscina presso qualsiasi circolo federale.

 

CONTROLLI MEDICI E VISITE SPECIALISTICHE PER AFFRONTARE L’APNEA IN MODO SICURO

Per ogni apneista, è fondamentale sottoporsi periodicamente ad esami medici mirati, in particolare all’idoneità psicofisica per sopportare le sollecitazioni che il corpo umano subisce durante l’immersione in apnea. I test principali consigliati per tutti coloro che si immergono in apnea sono: elettrocardiogramma sotto sforzo, esame spirometrico e visita otorinolaringoiatrica. In seguito al buon esito di questi esami, è possibile immergersi con maggiore tranquillità e consapevolezza.
L’elettrocardiogramma sotto sforzo, al cicloergometro o al tapis roulant, permette di valutare le effettive condizioni della conduzione cardiaca e, effettuando il test anche in condizioni di apnea dopo una ventilazione controllata, si può vedere la modificazione della frequenza cardiaca, dallo stato di riposo a dopo la rottura dell’apnea. Da questo test si evince subito anche il grado di allenamento dell’atleta. La spirometria serve a misurare i volumi polmonari statici e dinamici, primo tra tutti la capacità vitale che viene ricavata da vari calcoli riguardanti: statura, età e volume polmonare.
L’esame otorinolaringoiatrico, con timpanogramma ed impedenziometria, è necessario per verificare che non ci siano impedimenti ad un’efficace manovra di compensazione, indispensabile per ogni subacqueo. Per coloro che pratichino l’attività a livello agonistico, sono consigliati altri esami aggiuntivi che stabilirà il medico sportivo, da cui poter ricavare metodiche d’allenamento più specifiche.
Non sottovalutiamo mai queste regole basilari e ricordiamoci che immergendoci in mare dobbiamo essere sempre nelle migliori condizioni psicofisiche possibili.

 

PREPARAZIONE FISICA ADEGUATA

Dal grado di preparazione fisica, dipenderanno molto le nostre prestazioni e soprattutto la nostra sicurezza durante le immersioni. Un buon allenamento cardiovascolare è fondamentale. Esso permetterà al cuore di reagire e adattarsi meglio, alle sollecitazioni e modificazioni fisiologiche che deriveranno dalla contrazione muscolare, che si verificherà in apnea, dalla carenza di ossigeno e aumento di anidride carbonica. Affinché il cuore sia ben preparato a queste situazioni, sarà necessario un lavoro di preparazione prettamente aerobico e vascolarizzatore, con sforzi di intensità media e prolungati per almeno 40 minuti, tipici della corsa di fondo, del ciclismo o del nuoto.
Il nuoto e tutte le attività natatorie si pongono sempre in primo piano come mezzo di allenamento finalizzato alla pesca in apnea proprio perché stimolano l’organismo a sviluppare maggiore confidenza con l’ambiente acquatico.
Il praticare sport di resistenza come la corsa di fondo e il nuoto darà anche una preparazione muscolare di base già sufficiente per un’attività apneistica con impegno medio.
Fondamentale sarà anche una buona mobilità articolare, che potremo migliorare con esercizi di stretching, da effettuarsi preferibilmente al termine ogni seduta di allenamento.
Per chi, invece, fa dell’apnea e della pesca subacquea una attività agonistica e vuole sempre essere nella migliore forma possibile, sarà consigliabile implementare gli allenamenti con lavori più specifici e intensi.

 

CONOSCENZA DEI PRINCIPI E DEI RISCHI DELL’APNEA

Per effettuare delle immersioni di pesca in apnea sicure, oltre alle capacità condizionali, è altrettanto importante avere consapevolezza di se stessi e di ciò che si fa.
Chiunque si immerga in apnea deve essere a conoscenza delle basilari regole e leggi fisiche che caratterizzano la disciplina, con particolare riferimento alle modificazioni fisiologiche che la sua pratica genera nell’organismo.
Sarà fondamentale saper eseguire correttamente la manovra di compensazione per evitare danni all’apparato uditivo durante l’immersione.
Specialmente i principianti che operano a basse profondità non devono ignorare che è proprio nei primi metri che il timpano subisce lo stress maggiore. Infatti, semplicemente andando da zero a 10 metri la pressione idrostatica che vi grava raddoppia, passando da 1 a 2 Bar.
E’ necessario quindi per chi opera in basso fondale non cadere in errore a causa della poca profondità, omettendo o ritardando la manovra di compensazione, che dovrà essere sempre eseguita subito dopo la capovolta senza attendere che si manifesti il tipico fastidio sul timpano.
Saper ventilarsi correttamente è di vitale importanza. Grazie al tipo di ventilazione eseguita può aumentare infatti  notevolmente il livello di sicurezza, il quale migliorerà la prestazione e la rilassatezza generale.
E’ da bandire completamente l’iperventilazione forzata per gli ormai noti inconvenienti che può scatenare.
E’ provato scientificamente che l’iperventilazione, oltre ad essere contraria ai principi dell’apnea, inibisce completamente o ritarda i campanelli d’allarme inviati dall’organismo al cervello sotto forma di fame d’aria.
Pertanto, sarà fondamentale improntare la preparazione all’immersione attuando una ventilazione controllata, che manterrà basso il ritmo cardiaco lasciando al tempo stesso attivi tutti i campanelli di allarme utili al  pescatore apneista, che può così individuare correttamente il momento giusto per cominciare a riemergere.
Tutto ciò si traduce sia in ottime prestazioni che in un elevato grado di sicurezza
Per non cadere nell’errore della iperventilazione, sarà già sufficiente ridurre la velocità e le frequenze degli atti respiratori, operando con ampiezze inspiratorie di capacità intorno al 60% ed espirando lasciando andare via l’aria senza forzare in modo più prolungato rispetto alla fase di inspirazione.
E’ importante non effettuare più di  2 o 3 atti respiratori completi prima dell’immersione.
Per quanto riguarda l’uso del boccaglio, è regola fondamentale che sia tolto di bocca non appena effettuata l’ultima inspirazione prima dell’immersione. Ciò, oltre a evitare che in situazioni di difficoltà possa entrare acqua nelle vie respiratorie, scongiurerà controproducenti sforzi muscolari per espellere l’acqua dal tubo stesso dopo la riemersione in situazioni limite.
Evitare di immergersi in caso di raffreddore. E’ possibile, infatti, che difficoltà di compensazione dovute all’occlusione possano causare vertigini alternobariche e traumi anche seri ai timpani, specialmente durante la risalita.

 

RIPOSO E ALIMENTAZIONE ADEGUATA, PRIMA, DURANTE E DOPO L’IMMERSIONE

Un buon riposo è molto importante per un’attività subacquea con alto dispendio energetico come la pesca in apnea.
Evitare le levatacce al mattino presto se ci si è coricati molto tardi la notte prima. Il giusto riposo mantiene efficiente il nostro organismo.
Anche l’alimentazione riveste un ruolo importante nella pratica della pesca in apnea, il dispendio energetico è molto elevato soprattutto quando le ore trascorse in acqua sono molte.
Durante l’uscita di pesca ci sarà un notevole consumo e perdita di sali minerali che andranno prontamente reintegrati per evitare repentini cali di prestazione ed eccessivo senso di spossatezza.
Molti sali minerali saranno eliminati semplicemente con l’aumentata diuresi causata dall’apnea ripetuta e non, come molti erroneamente credono, solo per la temperatura dell’acqua.
Durante l’uscita in mare sarà fondamentale bere di tanto in tanto. E’ sufficiente anche la semplice acqua per reintegrare i sali minerali quali sodio, potassio, etc., che vengono a scarseggiare dopo molte ore in acqua.
Mangiare qualche biscotto secco allevierà quel senso di fame e vuoto allo stomaco che potrebbe presentarsi.
Dopo la lunga giornata trascorsa in mare dovremo reintegrare le sostanze energetiche consumate, con un pasto completo, ricco di proteine che avranno tutto il tempo di essere digerite durante la notte. Inoltre, non dovranno mai mancare fibre e verdure che aiuteranno anche all’evacuazione.
Prima di immergersi, evitare di ingerire cibi proteici che richiedano lunghi tempi di assimilazione e non offrano subito energia disponibile, come carni, uova, formaggi, etc.
Sono da preferire cibi di rapida assimilazione e veloce digeribilità come i carboidrati, principalmente pane e pasta, che danno subito energia disponibile per il movimento. Naturalmente anche il condimento avrà la sua importanza e dovrà essere molto leggero e digeribile.
Per la prima colazione stesso discorso: preferire cibi a rapida assimilazione e pronta disponibilità. Vanno benissimo i biscotti secchi e la marmellata accompagnati a succo di frutta o orzo. Evitare merendine artefatte che contengono molti grassi e sono di difficile digeribilità. Anche i lieviti, come il classico cornetto, sono controindicati, in quanto fermentano a temperatura corporea, provocando fastidiosi gonfiori di stomaco che possono dare problemi in immersione e durante la ventilazione.
Evitare sempre di immergersi durante la digestione e lasciare trascorrere sempre un paio d’ore dall’ultimo pasto.

 

ASSISTENZA IN APNEA, COME COMPORTARSI A SECONDA CHE SI ESCA IN MARE SOLI O IN COMPAGNIA

Uscire in mare per conto proprio è la scelta di molti pescatori. In ogni caso la compagnia di un compagno fidato sarà una seria ipoteca sulla reciproca sicurezza. Un amico vero verso il quale non esistano stupide gelosie e rivalità ci permetterà di formare una coppia molto più efficiente nell’azione.
Pescando in profondità aumenteranno le possibilità di cattura. Mentre uno dei due sarà in immersione, l’altro, vegliando sul compagno, avrà il tempo di rilassarsi e ventilarsi tranquillamente per essere poi pronto all’immersione qualche istante dopo la riemersione del compagno, che prenderà il suo posto come assistente in superficie. Operando così sarà maggiore il tempo d’azione sul fondo da parte della coppia, inoltre ci si potrà scambiare impressioni e consigli sulla situazione e comportamento delle prede.
Il fattore psicologico sarà notevolmente migliorato da questa situazione e di conseguenza anche la prestazione fisica ne trarrà grande giovamento.
Nel caso ci trovi ad immergerci in solitudine, sarà importante essere maggiormente prudenti. Ci si comporterà in modo da operare costantemente al 60-70% delle nostre potenzialità.
Cercheremo di ridurre le quote di azione lasciando ampi margini di sicurezza.
Nel caso ci trovassimo ad immergerci su fondali elevati, faremo in modo di ridurre drasticamente i tempi di immersione ed aumentare quelli di recupero. Solo in questo modo, infatti, l’immersione potrà continuare ad essere piacevole e sicura.

 

ATTREZZATURA ADEGUATA, LEGGI E REGOLE

L’attrezzatura sarà lo strumento che ci permetterà di sfruttare al meglio le nostre potenzialità oltre a regalarci ore di buon comfort.
La muta dovrà essere contemporaneamente meno spessa e più calda possibile. Sarà importante sceglierla in base all’utilizzo che se ne dovrà fare.
Un profondista preferirà senza dubbio una muta fatta con neoprene più denso, che, a scapito di un po’ di elasticità, non sarà soggetta a fastidiose variazioni di assetto in profondità, a causa dello schiacciamento causato dalla pressione idrostatica.
Al contrario, chi opererà a quote meno profonde sceglierà un capo più elastico, che favorirà maggiormente la ventilazione e il confort.
La maschera sarà di volume interno ridotto se si faranno tuffi profondi, mentre sarà più voluminosa e con maggior campo visivo se sarà usata in fondali non molto profondi.
Il vantaggio che offre una maschera a volume ridotto è quello di richiedere un minor quantitativo di aria per compensarne lo schiacciamento idrostatico ad alte profondità, anche a scapito di una ridotta visibilità.
Per le pinne, a prescindere che siano in carbonio o tecnopolimero, l’importante è che siano adeguate alle nostre capacità e caratteristiche fisiche.
E’ inutile usare pale dure come remi sperando di poter ottenere chissà quale prestazione quando invece la nostra muscolatura è esile e poco potente.
Sarà importante trovare il giusto compromesso che ci permetterà di poterle sfruttare al massimo.
Chi dovrà pinneggiare molto partendo da terra verrà notevolmente penalizzato da una pinna molto rigida che gli procurerà sicuramente indolenzimenti alle articolazioni degli arti inferiori e soprattutto alle caviglie. La pinna più nervosa e rigida, invece, sarà preferibile per chi farà la maggior parte degli spostamenti in gommone e si tufferà sul segnale.
La zavorra del pescatore apneista sarà sempre montata su di una cintura elastica che rimarrà sempre stabile e aderente al corpo anche in profondità, dove la pressione idrostatica ridurrà leggermente la circonferenza del nostro corpo e lo spessore della muta.
Pescando a quote maggiori, la zavorra sarà calcolata in modo da non fare mai affondare il corpo in superficie dopo l’espirazione e gli permetterà di essere neutro alla profondità di circa 15 metri.
Sarà preferibile distribuire la zavorra in modo disequilibrato rispetto al baricentro corporeo, affinché, nel malaugurato caso di perdita di coscienza, il corpo con un po’ di fortuna potrà ruotare sulla posizione supina lasciando le vie respiratorie fuori dall’acqua.
La boa segnasub sarà sempre presente nelle nostre immersioni. Faremo in modo di non tenerla collegata alla cintura se pescheremo in tana, dove la sagola potrebbe incagliarsi incidentalmente alle asperità rocciose rendendoci la riemersione problematica. Molto più comodo sarà pedagnare la boa per mezzo di un piccolo piombo legato al capo estremo della sagola e operare in un raggio di 20-25 metri max.
In ultimo avremo sempre un coltello con lama affilatissima e di dimensioni ridotte, da usare per liberarsi velocemente da eventuali sagole che possano creare impedimenti alla nostra riemersione.
Prima di immergersi in località sconosciute informiamoci sempre sulla legislazione vigente ed evitiamo luoghi quali imboccature dei porti o canali d’acqua in uscita per il raffreddamento delle centrali elettriche, che sono notoriamente più ricchi di pesce, ma nascondono anche molte insidie per l’incolumità fisica, oltre a quella del portafoglio per probabili sanzioni da parte delle autorità di controllo.

CONDIZIONI DI SALUTE NON IDONEE

Evitare di andare in acqua se le condizioni di salute non sono ottimali. Situazioni particolari in cui il pescatore non è nel pieno della condizione fisica potrebbero infatti causare spiacevoli imprevisti.
Un semplice raffreddore potrebbe essere la causa di problematiche otorinolaringoiatriche che potrebbero sfociare in fastidiose otiti o portare a inconvenienti ben più gravi quali le performazioni del timpano. Quest’ultimo inconveniente potrebbe verificarsi in fase di riemersione, quando l’aria contenuta nelle tube in fase di espansione non riuscisse più a defluire agevolmente a causa di occlusioni mucose delle tube stesse, causando così l’inevitabile perforazione del timpano da sfondamento interno.

 

CONDIZIONI ATMOSFERICHE (correnti e venti)

Chiunque viva il mare in modo costante come un pescatore apneista non può assolutamente ignorare come un'immersione possa essere altamente condizionata dalle condizioni atmosferiche e dalle correnti. Soprattutto coloro che fanno lunghi spostamenti col mezzo nautico per raggiungere il luogo d'immersione dovrebbero evitare di mettersi in viaggio senza essersi prima aggiornati sulle condizioni meteorologiche del momento e la tendenza per le ore successive. Non c'è niente di più spiacevole che trovarsi nel bel mezzo di un improvviso potente e repentino aumento dell’intensità del vento.
Lo scirocco, il libeccio o il maestrale sono in grado di mutare in pochissimi minuti lo stato del mare, creando marosi che possono mettere in difficoltà le imbarcazioni più piccole oltre alle coronarie di qualche accompagnatore.
Ogni luogo è soggetto a dei venti predominanti che imperversano costantemente con regolarità e che di solito si annunciano con gradualità quasi prevedibile. Capitano, tuttavia, situazioni in cui non c'è quasi il tempo di accorgersi del montare del mare e ci si ritrova ad affrontare muri d'acqua sospinti dal vento che mettono a dura prova la nostra imbarcazione. E’ importante in questi casi che il motore sia affidabilissimo. Non dimenticare mai, quindi, di ascoltare il bollettino del mare e la tendenza per le 12 ore successive. Anche sulla rete internet ci sono siti che danno con buona approssimazione le previsioni meteo, in particolare del mare e dei venti.

                                                                                                             

 

 

Fonte: http://portale.fipsas.it/LinkClick.aspx?fileticket=ESbYGEpRbnk%3D&tabid=615&language=it-IT

Sito web da visitare: http://portale.fipsas.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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