La rivoluzione in Germania

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La rivoluzione in Germania

I moti tedeschi ebbero due obiettivi: la trasformazione liberale delle istituzioni e l’unificazione.

Nel Regno di Prussia, lo stato più forte, vi erano ancora i tradizionali meccanismi politici.
Il re Federico Guglielmo IV promise così una Costituzione e convocò un’Assemblea Costituente. Il Parlamento prussiano proclamò la libertà di stampa, il suffragio universale maschile, la parità delle confessioni religiose, e il controllo sui bilanci dello Stato.
Anche tutti gli altri stati tedeschi si dettero Costituzioni e Parlamenti..

A dicembre Federico sciolse l’Assemblea Costituente e concesse ai prussiani una Carta costituzionale, che prevedeva una Camera dei Deputati eletta a suffragio universale con il sistema delle 3 classi di elettori in base al reddito; era previsto inoltre un doppio turno di votazioni; il voto era espresso in modo palese e poi registrato. La nomina del capo del governo spettava al sovrano.
Lo stesso avvenne negli altri stati tedeschi.
La misura più importante presa dalle assemblee legislative fu nel 1848 l’abolizione delle servitù feudali.
Per quanto riguarda la questione nazionale, nel 1834 era stato realizzato un mercato comune tedesco, che aveva accelerato l’integrazione dei 39 stati della Confederazione Germanica; era ora necessario eliminare anche la frammentazione economica, per permettere alla Germania di svolgere un ruolo di potenza internazionale.
La cultura romantica aveva contribuito a dare forza ed espressione a queste tendenze; infatti in Germania il romanticismo aveva puntato molto sul tema dell’unità nazionale e dell’originalità del popolo tedesco.
Per occuparsi della questione si riunì l’Assemblea di Francoforte, eletta a suffragio dalle popolazioni della Confederazione.
I contrasti riguardarono:
Il tipo di forma istituzionale per la futura Germania unita→ si optò per una forma monarchico-costituzionale.
La sua configurazione territoriale→ da una parte c’erano coloro che volevano l’inserimento dell’Austria, con i suoi domini plurinazionali, nello Stato tedesco (“Grande Germania”), in modo da radunare tutte le popolazioni di lingua tedesca; dall’altra coloro che volevano una riunificazione intorno alla Prussia, escludendo i possedimenti asburgici (“Piccola Germania”); infine un terzo gruppo voleva la nascita di un grande Stato federale dell’Europa centrale che comprendesse anche i popoli di lingua non tedesca sottomessi agli Asburgo, come Boemi, Ungheresi… (“Grande Austria”). Vinse la soluzione della Piccola Germania.
La corona venne affidata a Federico Guglielmo IV di Prussia, che però la rifiutò ritenendo inammissibile ricevere il potere da un’assemblea eletta dal popolo.
L’unificazione tedesca era fallita e gli intellettuali tedeschi ripiegarono su posizioni di adesione alle istituzioni statali esistenti.

 

Fonte: https://sociologiaunipi.files.wordpress.com/2013/03/riassunti-storia-contemporanea-sabbatucci-vidotto.doc

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