Europa e mondo alla vigilia della guerra

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Europa e mondo alla vigilia della guerra

CAPITOLO X

 

I GRANDI STATI EUROPEI DAL CONGRESSO DI BERLINO AL 1914. - La politica dei grandi Stati europei dal Congresso di Berlino al 1914 presenta i seguenti contrasti:
a)contrasto franco-tedesco, reso ancora più acuto dalla vittoria prussiana del 1870 e dal desiderio della rivin­cita ( revanche ) francese.
b) contrasto austro-russo per l'egemonia nei Balcani, reso ancora più acuto dalla vittort'a dell'Austria nel Con­gresso di Berlino.
c) contrasto anglo-tedesco, causato dalla crescente potenza politica e commerciale della Germania in Europa e nel mondo.

GERMANIA. - La Germania, che, con la fondazione dell'Impero tedesco (1871), aveva raggiunto il principale scopo della sua politica, mirò prima e dopo il Congresso di Berlino a consolidare la propria posizione in Europa.
Il Bismarck, di fronte alla Francia desiderosa di una ri­vincita e all'Inghilterra e alla Russia preoccupate per la nuova potenza germanica, rafforzò gli organici militari (mi­litarismo) e cercò di stabilire rapporti di alleanza con l'Austria e con l'Italia.
Nel 1879 fu stipulato un Trattato di alleanza fra la Germania e l'Austria, per cui le due potenze si impegna­vano a fornirsi reciproco aiuto nel caso di un'aggressione da parte della Russia; nel 1882, in seguito all'occupa­zione francese della Tunisia, anche l'Italia si unì alle due potenze contraenti e si ebbe il Trattato della Triplice Alleanza.
Il Bismarck ritenne in tal modo di « avere chiuso il proprio paese entro una corazza di bronzo », e di non avere più nulla da temere dagli avversari della Germania .
Ma nel 1888 moriva l'imperatore Guglielmo I, e dopo pochi mesi anche il figlio Federico III (affetto da un male incurabile), lasciando il trono all'ancor giovane figlio Gu­glielmo II.
Guglielmo II (1888-1918) abbandonò ben presto la pru­dente politica del Bismarcic, allo scopo d'. affermare la su­premazia politica ed economica della Germania nel mondo (imperialismo, pangermanesimo).
Licenziato il vecchio cancelliere (1890), egli dedicò ogni cura all'esercito e alla marina, dando il massimo impulso agli armamenti, specialmente navali ( navalismo ) ; e favorì in ogni modo io sviluppo industriale e commerciale del pae­se, mirando ad aprire al commercio tedesco i grandi mercati dell'Asia e dell'Africa, in aperto contrasto con l'Inghilterra e con la Francia.
Nello stesso tempo non lasciò sfuggire alcuna occasione per esaltare la forza come base del diritto.
Nel 1905, in seguito a un trattato anglo-francese per il protettorato del Marocco, l'imperatore sbarcò improvvisa­mente a Tangeri per assicurare il sultano della sua amicizia; nel 1911, in seguito a un tentativo francese di occupare il Marocco, inviò un incrociatore nel porto di Agadir, e la Francia, per evitare una guerra, dovette cedere alla Germa­nia una parte del Congo francese.
In tal modo la politica di Guglielmo II fu una delle mas­sine cause della prima guerra mondiale.
FRANCIA. - La Francia, che col consolidamento della terza Repubblica aveva superato la grave crisi del 1870­-71  non rinunziò alla rivincí ta ( revanche ) contro la Ger­mania, e con un'abile politica mirò a concludere vari trattati di alleanza contro la nazione rvale.
Nel 1893 fu stipulato un un Trattato alleanza con la Russia, che, dopo la sconfitta subita nel Congresso di Berlino, temeva di vedere i   entrare sempre più nell'orbita dell'Austria e della Germania; nel 1907, in seguito ai crescenti armamenti della Germania, ancne l'Inghilterra si unì alle due potenze contraenti e si ebbe il Trattato della Triplice Intesa.

AUSTRIA. - L'Austria, che con il Congresso di Ber­lino aveva ottenuto 1'amministrazione della Bosnia e del­l'Erzegovina, continuò nella sua politica di penetrazione nei Balcani, allo scopo di aprirsi tsna via verso Salonicco e il Mare Egeo (« Drang nach Osten »).
Nel 1908, quando la Turch:a, con la rivoluzione dei co­siddetti « Giovani Turchi », inaugurò un governo di carat­tere nazionalistico, 1'Austrîa con un colpo risoluto dichiarò l'annessione della Bosnia e dell'Erzegovina, assicuran­dosi il riconoscimento della Germania e dell'Italia; nel 1913, durante la Conferenza di Londra (p. 98), si oppose ad un accrescimento della Serbia verso l'Adriatico; e, sercipre nel 1913, durante la guerra tra la Serbia e la Bulgaria (p. 99), favori in ogni modo la politica di quest'ultima.
Ma l'annessione della Bosnia e dell'Erzegovina suscitò ben presto un movimento irredentista slavo (mirante ad una annessione alla Serbia), che divenne sempre più deciso dopo la vittoria della Serbia nelle due guerre balcaniche del 1912-13.
Fu appunto opera di irredenti serbi l'eccidio di Saraievo (28 giugno 1914), in cui trovò la morte l'arciduca erede al trono; eccidio che fu la causa principale della prima guerra mondiale.

RUSSIA. - La Russia, che era uscita sconfitta dal Con­gresso di Berlino, continuò anch'essa nella sua politica di penetrazione nei Balcani, allo scopo di allontanare da essi l'influenza dell'Austria.
Nel 1893, come già si è accennato, essa stipulò un Trattato di alleanza con la Francia, diretto contro l'Au­stria e la Germania; nel 1912, dopo l'annessione della Bo­snia e dell'Erzegovina da parte dell'Austria, essa intensificò la sua azione nei Balcani, e riuscì a promuovere sotto il proprio protettorato una lega balcanica tra la Serbia, il Montenegro, la Bulgaria e la Grecia, col duplice intento di liberare dai dominio turco tutti i territori balcanici e di escludere dai Balcani la recente influenza austriaca.
Questa lega, approfittando della guerra italo-turca (p. 115), dichiarò infatti guerra alla Turchia (1912), dando luogo a due guerre balcaniche:
a) la prima guerra balcanica (1912-13), che si con­cluse con la piena disfatta della Turchia.
I Bulgari giunsero fino ad Adrianopoli; i Serbi e i Monte­negrini occuparono la regione di Novi-Bazar e parte del­l'Albania, giungendo fino all'Adriatico; i Greci occuparono Salonicco e si congiunsero coi Bulgari ad Adrianopoli.
La guerra ebbe termine con la Pace di Londra (1913), per la quale la Turchia cedette agli alleati quasi tutti i ter­ritori della penisola balcanica; e l'Albania fu proclamata indipendente.
b) la seconda guerra balcanica (1913), provocata da una controversia sorta tra gli alleati circa la spartizione dei territori conquistati, cioè tra la Serbia, il Montenegro e la Grecia (ai quali si unirono anche la Romania e la stessa Turchia) da un lato, e la Bulgaria dall'altro, si concluse con la disfatta di quest'ultima.
La guerra ebbe termine con la Pace di Bucarest (1913), per la quale la Bulgaria dovette cedere alla Romania la Do­brugia, alla Serbia quasi tutta la Macedonia, alla Turchia la città di Adrianopeli.
Gli Stati balcanici ebbero il seguente ordinamento: la Serbia acquistò la regione di Novi-Bazar e gran parte della Macedonia; la Grecia ebbe la Macedonia meridionale con Salotacco e parecchie isole dell'Egeo (tra cui Candia); il Montenegro ottenne una piccola parte dell'Albania; l'Alba­nia fu riconosciuta indipendente sotto il principe tedesco Guglielmo di Wied, imposto dall'Austria.
Le Paci di Londra e di Bucarest non lasciarono tuttavia soddisfatti i popoli balcanici, particolarmente la Bulgaria, che, da questo momento, cominciò a meditare propositi di vendetta contro la Serbia e la Romania.
Ma la vera sconfitta dalle due guerre balcaniche fu l'Au­stria, la quale, con la costituzione di una grande Serbia e con l'occupazione della Macedonia e di Salonicco, si vide chiusa per sempre la strada verso l'Egeo.

INGHILTERRA. - L'Inghilterra, che sotto il regno della regina Vittoria si era mantenuta fedele alla politica dello a splendido isolamento », riprese a interessarsi verso la fine del secolo, di fronte alla potenza sempre più minaccio­sa della Germania, delle questioni del continente europeo.
Edoardo VII (1901-1910), figlio della regina Vittoria, si accostò alla Francia e alla Russia e, - come già si è accen­nato - concluse con esse il Trattato della Triplice Intesa (1907).
Nello stesso tempo l'Inghilterra ostacolava la Germania nei suoi tentativi di espansione coloniale; accresceva la pro­pria flotta in proporzione degli armamenti tedeschi (navali­smo); e combatteva l’espansione politica e commerciale del­la Germania in latre.ma Oriente, alleandosi col Giappone.
Giorgio V (1910-1936) continuò nella politica paterna, in modo che, alla vigilia della prima guerra mondíale, l'In­ghiiterra si poteva considerare corne la più temibile rivale della Germania.

IDEOLOGIE E MOVIMENTI SOCIALI. - Nel se­colo XIX la politica dei grandi Stati europei è caratteriz­zata, in genere, dal progresso delle correnti liberali e dal rafforzarsi della società borghese; mentre si vanno sempre più intensificando, per causa dell'espansionismo coloniale e della sfrenata industrializzazion, i gravi contrasti politici ed economici che porteranno alla prirna guerra mondiale. Con­temporaneamente, si diffondono nell’Europa e nel mondo importanti ideologie e movimenti sociali.
1. Queste ideologie e movimenti sociali sono la conse­guenza del grande sviluppo industriale dei secolo XIX, che dipende, a sua volta, dalle invenzioni scientifiche(macchina a vapore di Watt; pila di Volta; motore a gas di Lenoir , ecc.) e dai progressi nelle comunicazioni (battello a vapore di Fu1­ton r:el 1807; locomotiva a vapore di Stephenson e primo tratto ferroviario Manchester-.Liverpool nel 1829; telegrafo Morse nei 1837: introduzione del francobollo in Inghil­terra nel 1840, ecc.).
Lo sviluppo della grande industria e il costituirsi della grande fabbrica moderna, hanno posto il lavoratore in una condizione di inferiorità rispetto al datore di lavoro.
Perciò il lavoratore fu trattato, specie nei primi tempi, in modo veramente inumano (giornate di lavoro di 14 e perfino 16 ore; lavoro delle donne e dei fanciulli; salari infimi; nessuna garanzia contro 1'invalidità, la vecchiaia, il li­cenziamento ) .
Di qui il facile diffondersi di ideologie e di movimenti sociali, che combattevano la proprietà privata e chiede­vano un rinnovameato radicale della società, tra i quali, più importante di tutti, il socialismo.
Le prime agitazioni socialiste si ebbero in Inghilterra, dove i cosiddetti Cartisti, presentarono alla Camera dei Co­muni una petizione (Carta de! Popolo), chechiedeva il suffragio universale (1839); e i lavoratcri si organizzarono in grandi associazioni sindacali dette Trade Unions (Unioni del lavoro), che propugnavano va ie forme di lotta (scio­pero, boicottaggio, ecc.) contro i datori di lavoro.
2. Nella storia del socialismo è tuttavia bene distinguere:
a) il socialismo sentimentale, utopistico proprio della prima metà dei secolo XIX, che si diffuse particolar­mente in Francia.
I principali rappresentanti di questo socialismo umanita­rio furono il Simon-Simon, che si propose di fondare una specie di socialismo di Stato, organizzato ai fini della produ­zione industriale, in modo che ciascuno dovesse ricevere un compenso secondo il proprio lavoro; e Luigi Blanc, che du­rante la rivoluzione del 1848 fece parte dei governo prov­visorio, e, per dare lavoro ai disoccupati, propose ed ottenne la creazione degli opifici nazionali (ateliers nationaux), sciol­ti poi con la forza dal governo borghese.
b) il socialismo scientifico, materialista, proprio della seconda metà del secolo XIX, che si diffuse partico­larmente in Germania.
I principali rappresentanti del socialismo materialista fu­rono Carlo Marx, che nel 1848 pubblicò il Marifesto del Partito comunista  e nel 1867 Il Capitale, in cui formulò la nota teoria del « materialismo storico » e della e lotta di classe; Federico En.ngels, discepolo e collaboratore di Marx, e Ferdinand Lassalle.
Secondo il materialismo storico del Marx, le istituzioni politiche e sociali sono determinate dalle forze economiche e dalle condizioni di produzione. L'altro caposaldo della dottrina materialista è la teoria del plusvalore, cioè della differenza, ritenuta ingiusta e arbitraria, tra remunerazione e produzione.
Nel 1864, per impulso di Carlo Marx, sorse a Londra la prima Associazione internazionale dei lavoratori (1864-1876), la quale mirò come programma massimo ad ottenere la socializzazione del capitale e di tutti gli stru­menti di lavoro, e come programma minimo ad ottenere una serie di riforme economiche e sociali per l'elevazione della classe operaia.
3. Di fronte alle agitazioni socialiste lo Stato liberale ricorse dapprima alla forza; ma poi, riconoscendo la neces­sità di trovare una soluzione alla questione sociale, si mise sulla via delle riforme, attuando in parte il programma mi­nimo del socialismo.
Le prime importanti riforme si ebbero in Inghilterra (1871), ma una vera e sistematica legislazione del lavoro si ebbe soltanto in Germania fra il 1881 e il 1889, con le prime leggi per l'assicurazione degli operai contro le malat­tie, contro gli infortuni, e contro la vecchiaia.
L'esempio della Germania fu seguito da quasi tutti i paesi civili, compresa 1'Italia, in modo che, verso la fine del se­colo, le condizioni dei lavoratori avevano ottenuto un sensi­bile miglioramento .

L'ESPANSIONE COLONIALE. - Un altro fenome­no caratteristico dei secolo XIX f:: la tendenza dei maggiori Stati europei all'espansione coloniale.
Principali cause di questa espansione furono:
a) lo sviluppo demografico; per cui si ritenne necessaria la conquista di vasti territori, capaci di assorbire la crescente emigrazione.
b) lo sviluppo industriale, per cui si ritenne necessaria una forte importazione di prodotti tropicali e una forte esportazione verso sempre nuovi mercati di vendita.
I continenti su cui si esercitò l'attività coloniale degli Europei furono soprattutto l'Africa e l'Asia, specialmente in seguito al taglio dell'istmo di Suez (1859-69 ) per opera del­l'ingegnere francese Ferdinando Lesseps (su progetto del trentino Luigi Negreili ) ; mentre l'America rimase sempre sostanzialmente chiusa alla penetrazione europea.
Inghilterra. - L'Inghilterra, che già nella seconda me­tà del Settecento possedeva il più vasto impero coloniale del mondo, mirò soprattutto ad assicurarsi la via per le Indie, fonte per essa di immense ricchezze.
1. Nell'ASIA essa occupò Singapore (1819), la penisola di Malacca (1826), Aden (1839), allo sbocco del Mar Ros­so; strappò alla Cina, dopo 1'i~nmcrale guerra dell'oppio, il porto di Hong-Kong (1842); trasformò l'India, in seguito alla rivolta dei Cipays (soldati indigeni a servizio della Com­pagnia delle Indie), dapprima in colonia alle dirette dipen­denze della corona (1858 ) e poi in Impero (1876 ), mentre la regina Vittoria veniva proclamata imperatrice delle Indie.
2. In AFRICAl'Inghilterra strappò agli Olandesi la Co­lonia del Capo (1815); poi, essendosi i coloni olandesi (Boeri) ritirati nell'interno del paese, strappò ad essi il Natal (1842), e, in seguito alla scoperta di ricchissime mi­niere d'oro e di diamanti, anche il Transvaal e 1'Orange, dopo una guerra sanguinosa durata tre anni (1899-1901); infine concesse alle quattro colonie del Capo di Buona Speranza, del, Natal, dei Transvaal e dell'Orange di formare l'Unione del Sud-Africa (1910), con amministrazione quasi indipendente dalla. madre patria e un governatore rappresen­tante il re d'Inghilterra.
Nello stesso tempo aveva luogo l’occupazione dell'Egitto, che si era liberato dal dominio turco, e che, dopo l'apertura del canale di Suez, aveva acquistato una grande importanza strategica.
L'Inghilterra si fece dapprima cedere la maggior parte delle azioni del canale di Suez; poi, allo scopo di difendere gli interessi dei creditori europei, impose un controllo sul bilancio egiziano; e infine, prendendo a pretesto alcuni tu­muiti scoppiati ad Alessandria contro l'ingerenza europea, occupò militarmente l'Egitto (1882) e lo pose sotto il suo protettorato.
Poco dopo nel Sudan egiziano, per opera del fanatico Mahdi, capo della setta dei Dervisci, divampò una terribile rivolta contro gli Inglesi (1885); e solo con grandi difficoltà una spedizione ariglo-egiziana riuscì a riportarvi l'ordine (1898).
Intanto, per opera di Cecil Rhodes, governatore della Colonia dei Capo, 1'Inghiiterra estendeva il suo dominio anche sulla Rhodesia (1889-1890), vagheggivagheggiando il disegno, espresso nella famosa formula « dai Capo al Cairo », di po­ter dominare tutta l'Africa.
3. In AMERICA l'Inghilterra, che possedeva fin dalla metà del secolo XVIII la colonia del Canada, concesse alle varie provincie canadesi di formare la Confederazione Cana­dese (Dominion of Canada) (1867), con un governatore rappresentante il re d'Inghilterra.
4. In AUSTRALIA l'Inghilterra concesse alle varie co­ionie di formare una Confederazione Australiana (Common­wealrh of Australia) (1900), con un governatore rappresen­tante il re d'Inghilterra.

Francia - La Francia, che nella seconda metà del Set­tecento aveva perduto quasi tutte le sue colonie per opera dell'Inghilterra, riprese nella prima metà dell'Ottocento la sua espansione coloniale, mirando specialmente alla vicina Africa.
Essa incominciò coll'occupare l'Algeria (1830) e, nono­stante la lunga resistenza degli Algerini, guidati da Abd-el­-Kader (1833-1847), ne fece uno dei più ricchi possessi fran­cesi nel Mediterraneo; proclamò in seguito il protettorato sulla Tunisia (1881), prendendo a pretesto le scorrerie delle tribù tunisine dei Crumiri nel territorio algerino; riuscì in­fine, dopo una serie di drammatiche vicende per l'opposi­zione della Germania (sbarco dell'imperatore Guglielrno II a Tangeri nel 1905 e Conferenza dí Algesiras nel 1906; in­vio di una nave da guerra tedesca ad Agadir nel 1911), a far riconoscere il proprio protettorato sul Marocco (1911).
A queste colonie sono da aggiungere il Senegal, sule cui coste i Francesi si erano stabiliti fin dal secolo XVII, ma i1 cui retroterra fu occupato solo sotto Napoleone IIi; il Sudar occidentale e centrale, nella cui conquista la Francia si sp;nse fino a Fascioda sull'Alto Nilo (1898), ma fu co­stretta a ritirarsi per l'opposizione dell'Inghilterra; il Congo francese (1885), penetrato dall'esploratore italiano Pietro Savorgnan di Brazzà; l'isola di Madagascar (1896); il de­serto del Sahara (1899); e infine, in Asia, le colonie del­l'Indocina.

Germania. - La Germania, nonostante la riluttanza del Bisrnarck, impegnato nei problemi nazionali, si procurò an­clz'essa delle colonie in diverse parti del globo,
In AFRICA occupò l'Africa sud-occidentale (1883), che si rivelò presto per un acquisto mediocre; l'Africa sud­orierzPale (1884), intorno al lago Vittoria; il Camerun (1884 ), più tardi ampliato per la concessione di parte del Congo francese durante la questione marocchina.
In OCEANIA la Germania occupò parte delle isole della Nuova Guinea, e l'Arcipelago delle Bismarck; e acquistò dalla Spagna le isole Marianne e Caroline.
In ASIA, e più precisamente in Estremo Oriente, essa ottenne in affitto dalla Cina la baia di Kiao-Ciao (1898 ), ed iniziò un'intensa penetrazione commerciale nei mari cinesi.
Nel frattempo, essa andò sempre più aumentando 1a pro­pria influenza nella Turchia asiatica, fino ad ottenere la concessione della famosa ferrovia di Bagdad, che dal Bosforo doveva arrivare fino al Golfo Persico, minacciando da vicino gli interessi inglesi dell'India.

Russia. - La Russia, che fin dal secolo XVI aveva co­minciato ad estendere il suo dominio al di là degli Urali, continuò nei secoli successivi la sua penetrazione nell'Asia.
Essa occupò tutta la Siberia, che dapprima fu adibita a luogo di deportazione; ma poi, dopo la famosa legge dello zar Alessandro II che aboliva la schiavitù e dopo la scoperta di ricche miniere d'oro nelle regioni orientali, divenne il centro di una notevole emigrazione di contadini e di lavo­ratori; occupò la provincia dell'Amur col porto di Vladivo­stolc, l'isola di Sakhalin, ecc.
Verso la fine del secolo, allo scopo di mettere in valore questi vari territori e di affermare sempre più il proprio predominio in Estremo Oriente, la Russia costruì la famosa ferrovia transiberiana (1891-1904), ottenendo dalia Cina il permesso di passare attraverso la Manciuria cinese per rag­giungere Vladivostok e Pori Arthur (nel golfo di Pe-ci-li).
Ma l'espansione asiatica della Russia suscitò le preoccu­pazioni del Giappone, che nella seconda metà dell'Ottocen­to, sotto il governo del giovane mikado Mutsu Hito (1867­1912), si era completamente rinnovato secondo i costumi europei ed aveva iniziato la propria espansione politica e commerciale in Cina.
Si ebbe in tal modo la guerra russo-giapponese (1904-1905), nella quale la Russia fu costretta a subire una serie di clamorose sconfitte: Port Arthur, nonostante i prodigi di valore dei suoi difensori, dovette, dopo dieci mesi di assedio, capitolare per fame; e la flotta russa giunta dal Baltico dopo un viaggio ínterminabile, fu completamente distrutta dall'ammiraglio Togo.
La guerra ebbe termine, per la. mediazione di Teodoro Roosevelt, presidente degli Stati Uniti, col Trattato di Ports­mouth (1905), per il quale la Russia dovette restituire la Manciuria alla Cina, e cedere la Corea e Port Arthur al Giappone.

Nella politica interna il Bismarck intraprese un'accenita battaglia politica contro i cattolici tedeschi (Kulturkampf o « lotta per la civil­tà », 1873-1878).
Occasione alla lotta fu la proclamazione del dogma dell'infallibilità pontificia, fatta da Pio IX nel Concilio Vaticano (1870), in cui il Bismarck vide una minaccia deila Chiesa per le istituzioni dello Stato.
Ma i cattolici opposero una vigorosa resistenza, e formarono alla Camera un forte partito politico, detto il Centro, che vide aumentare i propri deputati fin quasi a cento.
II Bismarck, politicamente sconfitto, dovette abrogare le leggi più ostili e venire ad una specie di accordo con i cattolici

Grave fu peraltro la crisi attraversata dalla Repubblica nel pe­riodo del caso Dreyfus (1894-1905). Il Dreyfus (un ufficiale israelita) era stato ingiustamente condannato per spionaggio, ma per l'appassio­nato intervento dell'opinione pubblica democratica (memorabile l'arti­colo di Emilio Zola), venne infine riconosciuto innocente.

Nel 1891, il papa Leone XIII pubblicò la nota enciclica Rerum Novarum, in cui, partendo da un punto di vista cristiano, confutò il principio socialista della lotta di classe, e ricordò ai datori di lavoro e agli operai i loro doveri cristiani.
L'enciclica diede sviluppo a un movimento sociale cristiano, che sotto vari nomi (Democrazia cristiana, ecc.), si diffuse in molti paesi d'Europa, particolarmente in Italia, nel Belgio e in Germania.

 

Fonte: http://www.calamandrei2013.altervista.org/stati_eu_berlino_14.doc

Sito web da visitare: http://www.calamandrei2013.altervista.org

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