Miti e personaggi Grecia antica lettera iniziale T

Miti e personaggi Grecia antica lettera iniziale T

 

 

 

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Miti e personaggi Grecia antica lettera iniziale T

TEMÍSTOCLE
Temístocle, uomo politico e condottiero ateniese (525-459 a.C.). Arconte nel 493-92, creò un partito democratico avverso ad Aristide e promosse la costruzione di una potente flotta da guerra, la fortificazione del Pireo e di Atene stessa. Nel 480 riportò sui Persiani la famosa vittoria navale di Salamina ma nel 470 gli fu inflitto l'ostracismo perché aveva voluto organizzare contro Sparta i democratici del Peloponneso. Bersagliato anche da altre accuse, andò errando da un luogo all'altro finché non si rifugiò presso Artaserse I re dei Persiani e finì con lo stabilirsi a Magnesia sul Meandro, dove morì. Secondo una leggenda si sarebbe ucciso per non combattere contro la patria. TEODORO
di Samo, scultore greco attivo intorno alla metà del VI sec. a.C. Figlio di Telecle, collaborò alla costruzione dell'Heraion di Samo, dove lasciò un autoritratto in bronzo. Considerato l'iniziatore dell'arte bronzea, fu, secondo Erodoto, autore dell'anello di Policrate e famoso toreuta per il re Creso

  1. TEOPOMPO

re di Sparta dell'VIII sec. a.C. Figlio di Nicandro della dinastia degli Euripontidi, guidò gli Spartani nella prima guerra messenica. La tradizione gli attribuisce l'istituzione dell'eforato.


  1. Teopompo, retore e storico greco (Chio 380 ca-320 ca a.C.). Esule con il padre, accusato di laconismo, a Chio, visse in molte città della Grecia, frequentando, ad Atene, la scuola di Isocrate. Soggiornò a lungo presso Filippo II di Macedonia e Alessandro. Della sua vasta produzione ci rimangono pochi frammenti; essa comprendeva encomi, orazioni, lettere e opere storiche: "Elleniche" (12 libri sugli avvenimenti dal 411 al 394 a.C.), "Filippiche" (58 libri, storia della Macedonia dal 362 al 336 a.C.).
  1. Teopompo, poeta della fine del V sec. Esponente dell'antica commedia attica, scrisse opere di cui ci rimangono pochi frammenti. Si sa che portò sulla scena argomenti e motivi della cultura e della politica a lui contemporanea. Da lui prese il nome il verso pentametro cretico catalettico. TRASILLO

militare ateniese (V sec. a.C.). Fu stratego a Samo e combattè a fianco di Trasibulo a Cinossema e Abido. Fu al comando della flotta nella battaglia delle Arginuse nel 406, ma venne condannato a morte perchè accusato di non avere tratto in salvo i naufraghi
TRASIMACO
di Calcedonia, retore greco (seconda metà del V sec. a.C.). Nella "Repubblica" di Platone è l'interlocutore che sostiene la tesi secondo la quale "il diritto è l'utile del più forte".
TRASIMEDE
scultore greco (prima metà del IV sec. a.C.). Autore della statua di Asclepio nel tempio di Epidauro e delle opere di rivestimento della porta e del soffitto del tempio.
TUCÍDIDE
Tucídide, storico greco (460-395 a.C.). Comandante di una flotta ateniese nella guerra del Peloponneso, fu sconfitto dagli Spartani, accusato di negligenza per aver fatto capitolare la flotta ateniese nella battaglia di Anfipoli. Fu esiliato (423-403). Tornato ad Atene verso il 404, vi morì, sembra, assassinato, di morte violenta e misteriosa all'epoca dei Trenta Tiranni. Scrisse una storia della guerra peloponnesiaca, vero capolavoro di obbiettività e imparzialità, ammirevole anche dal punto di vista letterario. L'intera opera è ispirata e percorsa dal concetto di physis, ovvero la legge del più forte e dell'inevitabilità dell'ingiustizia. Una delle caratteristiche più evidenti dell'opera e, in generale, di tutte le opere di T. è la profonda drammaticità, resa attraverso minuziose descrizioni di particolari significativi.

TAIGETE
Figlia di Atlante e una delle tante amanti di Zeus col quale generò Lacedemone. TÀLASSA
personificazione del mare, a cui i naviganti facevano sacrifici prima di salpare. TALIA
I personaggi con questo nome erano diversi, fra i quali troviamo:

  1. una delle Muse;
  2. una delle Cariti;
  3. una Ninfa compagna di Cirène;
  4. la madre dei fratelli Palici. TALO
  5. Era il gigante di ferro costruito da Efesto e da Zeus messo a guardia di Creta quando vi lasciò Europa.
  6. Altro Talo fu un'apprendista di Dedalo. Fu ucciso dal maestro geloso perché l'allievo aveva inventato la sega ed il trapano.

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TANTALO
Figlio di Zeus e della titanessa Pluto la ricchezza, nacque in Lidia e governò a Sipilo. Sposo di Dione o di Eurianassa. Tantalo ebbe tre figli: Pelope, Niobe e Brotea. Tantalo invidiato per le proprie ricchezze non regnava soltanto in Lidia ma anche sulla Frigia, sul monte Ida, la piana di Troia e sull'isola di Lesbo. Ammesso alla mensa degli dèi e avendo ascoltato le loro conversazioni era divenuto immortale. Per contraccambiare l'ospitalità un giorno invitò gli dèi ad un banchetto nella sua capitale Sipilo, dove per onorare gli dèi intervenuti osò imbandire quanto di più caro aveva, il figlio Pelope tagliato a pezzi e fatto bollire. Il gesto fu interpretato con l'intenzione di mettere a prova l'onniscenza degli dèi e non con l'intenzione di onorare gli dèi con quanto aveva di più prezioso, ma ad ogni modo sia l'una che l'altra intenzione risultava essere una nefandezza, la prima perché metteva in dubbio le qualità degli dèi, la seconda per il sacrificio umano che gli dèi olimpi avevano ripudiato e sostituito con sacrifici di animali. Ritornando al banchetto gli dèi rifiutarono di assaggiare quel piatto, tranne Demetra che ancora sconvolta dal dolore per la perdita della figlia Persefone, distrattamente mangiò la carne di una spalla. Ermes andò nell'Ade a prendere Pelope, Rea ricompose i pezzetti e fece riemergere dal calderone il giovane più bello che mai, la spalla mangiata venne sostituita con una d'avorio. Il sacrificio di Pelope non fu l'unica empietà di Tantalo, infatti invitato alla mensa degli dèi egli avrebbe rubato nettare ed ambrosia per darla ai propri amici mortali ed avrebbe divulgato i segreti appresi dagli dèi. Per queste offese Tantalo venne relegato nel Tartaro dove tormentato dalla fame e dalla sete, legato ad un albero da frutto, immerso nell'acqua di una palude non riesce a berla perché appena si avvicina l'acqua si ritrae e ogni volta che cerca di raccogliere un frutto i rami si allontanano ed inoltre un enorme masso incombe sul suo capo minacciandolo di schiacciargli il cranio a ogni momento, facendolo così vivere in una condizione di perenne terrore.
TARASSIPPO
demone che faceva imbizzarrire i cavalli nelle curve degli ippodromi. TARGÈLIE
festa che veniva celebrata il 6 e il 7 di targellione, forse in onore di Apollo, prima del raccolto. Un ateniese, scelto come capro espiatorio, veniva condotto in processione per le vie della città, percosso e poi cacciato. Il giorno dopo si offrivano al dio le primizie del raccolto.
TARTARO
figlio dell'Etere e della Terra, padre dei Giganti dei tempi primordiali. I Greci chiamarono Tartaro il luogo sotterraneo in cui Zeus precipitò e imprigionò i Titani. Il nome indicò poi quella parte dell'Inferno in cui i malvagi subivano atroci tormenti, e anche, in generale, l'Inferno, o Ade, o Erebo Dall'unione di Tartaro con Gea nacque Tifone.
TAUMANTE
Figlio di Gea e del Pònto. Padre di Iride e delle Arpie avute dalla sua unione con l'Oceanina Elettra. TEA
Figlia di Oceano e di Teti e madre di Elio, di Selene e di Eos (Il sole, la luna e l'aurora). Altra Tea fu la profetessa figlia di Chirone che sedotta da Eolo fu mutata da Poseidone nella cavalla Euippe per sottrarla alle ire del padre, nelle spoglie di cavalla partorì la puledra Melanippe.
TEBE
Figlia di Asopo e di Metope e sposa di Zeto che per amore diede il nome della moglie alla città che fino a quel momento era chiamata Cadmea.
TELEFO
Figlio di Eracle e di Auge, esposto da bambino fu nutrito da una cerva. Da adulto sposò Argiope. Si oppose al passaggio attraverso le sue terre dell'esercito greco, ma Achille lo ferì con la sua lancia, dal cui colpo non si poteva guarire se non per il contatto con la stessa. Dato che l'oracolo aveva predetto che Troia non poteva essere presa se Telefo non fosse stato in campo coi Greci, Ulisse fece un medicamento nel quale aveva mischiato un pò della ruggine raschiata dalla lancia di Achille e lo fece guarire e così diede dei validi consigli ai Greci.
TELEGONO

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Figlio di Ulisse e di Circe. Così come aveva vaticinato Tiresia fu parricida inconsapevolmente. Inviato da Circe alla ricerca di Ulisse per farsi da lui conoscere, approdò ad Itaca e per sfamare l'equipaggio della sua nave sfornita di viveri cominciò a devastare la campagna, provocando l'intervento di Ulisse che fu da lui ferito a morte. Ulisse morente ricordando la predizione di Tiresia si fece condurre davanti lo straniero e così ebbe la spiegazione del tragico evento. Atena accorsa inutilmente in aiuto del suo protetto non potè fare altro che confortarlo e convincerlo ad arrendersi ai voleri del Fato. Morto Ulisse, Atena volle che Telegono sposasse Penelope, dalla quale ebbe Itaco che fu fondatore di Preneste e di Tuscolo.
TELEMACO
Figlio di Ulisse e di Penelope. Quando il padre partì per la guerra di Troia, Telemaco era appena nato, poi, mentre Ulisse era tenuto lontano da Itaca dall'odio di Poseidone, tenne a bada i pretendenti della madre e si mise in viaggio per raccogliere notizie su di lui. Quando Ulisse rientrò in patria, fu al suo fianco nel cacciare gli arroganti pretendenti e pregò il padre perché risparmiasse la vita al cantore Femio e all'araldo Medonte.
TELESFORO
Era il dio dei convalescenti, accompagnava Asclepio. TEMI

  1. Figlia di Urano e di Gea, fu la prima moglie di Zeus col quale ebbe le     Ore e le Moire. Tra Temi ed Era, seconda moglie di Zeus stranamente esistevano rapporti molto cordiali. Temi non è la dea della Giustizia come erroneamente si crede, ma la dea delle leggi naturali e perciò vigila su quanto è lecito ed illecito, regola la convivenza fra gli dèi, fra i mortali e i due sessi. La Giustizia invece è rappresentata da una delle Ore, Dike (figlia di Temi).
  2. Si chiamò Temi anche una Ninfa figlia di Ladone e madre di Evandro per volere di Ermes. TEOFANE

figlia del re di Tracia Bisalte, amata da Posidone che la rapì e la condusse nell'isola di Crumissa. Posidone aveva trasformato se stesso in un ariete e Teofane in una pecora; dalla loro unione nacque un ariete dal vello d'oro.
TERAMBO
Figlio di Poseidone, per avere insultato delle Ninfe fu da loro mutato in scarafaggio. TESEO
Figlio di Egeo re di Atene e di Etra figlia di Pitteo re di Trezene. Per motivi a noi sconosciuti Pitteo volle che il matrimonio restasse segreto. Egeo non potendo rimanere a corte da Pitteo dovette ritornare ad Atene per curare gli affari dello stato, nel momento di partire disse ad Etra che il figlio che sarebbe nato doveva essere chiamato Teseo e quando avrebbe avuto la forza e l'età per andare a conoscere il padre doveva portarlo dinanzi all'enorme macigno sotto il quale Egeo aveva riposto la sua spada e i suoi sandali: il figlio avrebbe dovuto sollevare il macigno con le proprie forze e se fosse stato capace di tanto avrebbe dovuto prendere spada e sandali e andare dal padre ad Atene.
Qualche tempo dopo nacque Teseo. Allevato a Trezene nella casa del nonno, aveva appena sette anni quando giunse Eracle che per presentarsi al re aveva tolto la pelle del leone Nemeo che l'eroe era solito indossare sopra la tunica. Teseo che stava giocando coi suoi coetanei entrò con essi in quella stanza: nel vedere la pelle del leone la scambiarono per un leone vivo e fuggirono spaventati, meno Teseo che impugnata una scure che si trovava là per caso si avventò contro la belva per ucciderla, ma quando fu vicino si accorse dell'equivoco e scoppiò a ridere. A sedici anni fu condotto dalla madre dinanzi al macigno sotto il quale il padre aveva riposto la spada e i sandali. Il giovane senza sforzo sollevò il macigno e presi sandali e spada li indossò e partì alla volta di Atene per andare a conoscere il padre Egeo. La strada che da Trezene portava ad Atene era infestata dai briganti e nei pressi di Epidauro s'imbattè nel terribile gigante Perifete che con una mazza di bronzo assaliva e uccideva i passanti per derubarli. Il brigante si slanciò contro Teseo per fargli fare la stessa fine, ma stavolta fu Perifete ad avere la peggio e caduto a terra morto Teseo gli levò la mazza di mano facendone la sua arma preferita. Più avanti si imbattè in un altro gigante, Sini che uccideva i passanti squartandoli con l'ausilio di due pini che piegava e legava quindi i malcapitati alle cime

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dei due alberi che riprendendo la posizione originaria squartavano il malcapitato. Teseo gli fece fare la stessa fine che egli riservava alle sue vittime. Oltre Megaride, Teseo nel passare per uno stretto sentiero di montagna che correva sul ciglio di un precipizio si imbattè con un'altro brigante, Scirone che fermava i viaggiatori li costringeva a lavargli i piedi e poi con un calcio li precipitava nel burrone. Anche a costui Teseo inflisse la stessa fine. Nelle vicinanze di Eleusi, Teseo dovette affrontare Procuste. Questi fermava i passanti e dopo averli derubati li faceva stendere su un letto e tagliava tutto quello che fuoriusciva dal letto se invece non arrivavano alla misura del letto legandoli con delle corde li stirava finché non arrivavano a toccare la sponda inferiore. Teseo vendicò tutti i malcapitati facendo fare a Procuste la fine che il bandito faceva fare alle sue vittime. Dopo queste imprese Teseo giunse ad Atene e si recò subito a corte facendosi annunciare come un ospite straniero. Sebbene fosse sera, Egeo lo ricevette e lo accolse benignamente e siccome il giovane gli riuscì simpatico ordinò per il giorno successivo un banchetto in suo onore. Medea che era moglie di Egeo convinse il vecchio re che il giovane era venuto per ucciderlo e così preparò una coppa di vino avvelenata e durante il banchetto Egeo porse al giovane la coppa avvelenata. Teseo presa la coppa in mano nell'alzarsi per fare il brindisi con la spada urtò il tavolo attirando così l'attenzione dei presenti sulla spada, Egeo riconobbe subito la spada e capì che Teseo era suo figlio, allora con una manata fece cadere la coppa fatale e abbracciò teneramente il figlio. Egeo riconosciuta così la malvagità della sposa la allontanò dalla reggia e dal paese. Teseo fu cinto della regalità del padre e il giovane si avvalse del potere per consolidare sul suo popolo il potere che con suo padre era diventato vacillante. Teseo libera Atene dal tributo che doveva pagare al re di Creta Minosse, mandando periodicamente sette giovanetti e sette fanciulle per essere dati in pasto al Minotauro: aiutato da Arianna, la bella figlia del re Minosse Teseo riesce a entrare nel Labirinto, uccide il mostro e porta in salvo gli ostaggi e Arianna, che promette di sposare. Invece nel viaggio di ritorno, abbandona la giovane dormiente nell'isola di Nasso. Dimentico di sostituire alla nave che lo porta la vela nera con una bianca lascia credere al padre Egeo che il figlio sia morto; il vecchio dalla disperazione gi getta nel mare che da allora porta il suo nome. Teseo fa una spedizione contro le Amazzoni e s'impadronisce di molte di queste donne col tradimento. Sposa poi una di esse, Antiope da cui ha un figlio, Ippolito. Morta Antiope, Teseo sposa Fedra la quale s'incapriccia di Ippolito; poiché questi la respinge, la perfida donna l'accusa presso il padre. Teseo maledice il figlio che per effetto di tale maledizione subisce una tragica fine; Fedra vinta dai rimorsi, si uccide. Fatta amicizia con Piritoo, re dei Lapiti, Teseo prende parte alla lite dei Lapiti coi Centauri.
Accompagna poi Piritoo nell'Erebo, quando costui vi scende per rapire Persefone. L'impresa finisce male; Teseo viene poi liberato da Eracle e torna ad Atene. Il suo trono è occupato da un usurpatore, il suo popolo non lo vuole più. Triste si rifugia a Sciro, il re dell'isola, Licomede, lo uccide a tradimento. Dopo secoli le sue spoglie vengono riportate ad Atene e il popolo lo venera come l'eroe nazionale della stirpe ionica.
TESPIO
Quando Eracle stava cacciando il leone Nemeo era ospite di re Tèspio, il povero re aveva cinquanta figlie molto irrequiete e temendo che potevano darsi ad amori sconvenienti decise di approfittare della presenza di Eracle per fargli fare un figlio ad ognuna. Gli offrì perciò la primogenita Procri come compagna di letto ed Eracle ben felice non disdegnò tanta ospitalità. Ma Tèspio ogni notte gli mandava una figlia diversa tranne l'ultima che volle serbare vergine. Un'altra versione dice che Eracle le possedette tutte in una notte.
TETI
Due sono i personaggi col nome di Teti;

  1. una è Tethys che fu sposa di Oceano e madre dei fiumi e delle Oceanine.
  2. L'altra è Thetis (una oceanina) detta anche Tetide, figlia di Nereo e di Doride e perciò nipote di Tethys. Thetis accolse il piccolo Efesto quando fu gettato dalla madre dall'Olimpo. Thetis sposò Peleo e dalla loro unione nacque Achille, Efesto per sdebitarsi forgiò l'armatura del pelide. THANATOS

Personificazione della Morte, era figlio della Notte e fratello di Ipno (il Sonno).

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TICHE
Dea del destino aveva il potere di decidere la fortuna dei singoli e della collettività. I Romani la identificarono con la dea Fortuna.Ogni città aveva la propria dea Tiche figurata con una corona turrita in capo e con in mano dei simboli di buon augurio.
TIFONE
personificazione del vento impetuoso del Sud, il mito è originario dell'Asia meridionale, da
dove passò in Egitto e poi in Grecia. Gli Egizi lo chiamarono Set o Seteh. Per i Greci era un essere mostruoso dalle cento teste e dalla forza immane, chiamato anche Tifeo era figlio di Gea e di Ade. Unitosi con Echidna generò altri esseri mostruosi come lui i quali erano: il cane Cerbero, l'Idra di Lerna, Ladone e Ortro. Il mito di Tifone è molto complesso e ha numerose varianti di cui una, data da Omero, fa del mostro un Titano con 100 teste di serpente, vomitanti fuoco e fiamme e ciascuna con occhi di bragia (si tratta dunque di una personificazione dei fenomeni vulcanici). Per avere osato contendere a Zeus l'impero sul mondo, questo Tifone di Omero venne fulminato e poi sepolto sotto l'Etna, dove non cessò di agitarsi formidabilmente. Altro Tifeo fu il figlio che Era ebbe senza partecipazione maschile.
TIIA  o THYIE
Figlia di Castalio o del fiume Celso, fu la prima sacerdotessa di Dioniso. Dalla sua unione con Apollo nacque Delfo che diede il suo nome alla città divenuta famosa per l'oracolo.
TIMÈTE
(dal greco Thymóites), nella mitologia greca, ultimo re Teseide di Atene o, come racconta l' "Eneide", fratello di Priamo che per primo consigliò di introdurre a Troia il cavallo di legno TINDAREO
Eroe greco dalla incerta genealogia. Fu re di Sparta e marito di Leda amata da Zeus in forma di cigno. Cedette il suo trono a Menelao, sposo di Elena.
TIONÈO
(dal greco Thyonaios), epiteto di Dioniso (figlio di Tione). TIRESIA
Indovino tebano al quale vengono attribuite le più strane avventure. Un giorno mentre era sul monte Citerone gli capitò di vedere due serpi avvinghiate e uccidendo la femmina fu nello stesso punto mutato in donna e divenne una prostituta rinomata, sette anni dopo nello stesso punto gli capitò di uccidere il maschio di serpe e divenne nuovamente uomo. Dato che lui era stato sia uomo che donna, fu chiamato al cospetto di Era e di Zeus perché volevano sapere nell'amplesso amoroso chi godesse di più; e Tiresia sentenziò che fatte le parti del piacere amoroso pari a dieci, la donna ne riporta tre volte tre e l'uomo una sola. A questa sentenza Era si arrabbiò e tolse la vista a Tiresia, allora Zeus per compensarlo gli diede il dono della profezia e la capacità di capire il linguaggio degli uccelli. Anche dopo morto ottenne da Ade di conservare i suoi poteri e di potersene servire, infatti quando Ulisse scese nel Tartaro, l'ombra di Tiresia lo mise a conoscenza che Poseidone gli era ostile e che sarebbe riuscito ugualmente a giungere ad Itaca. Si dice anche che fu Artemide a togliergli la vista perché sorpresa da lui mentre si vestiva e che fu sempre Zeus a fargli dono del vaticinio.
TIRO
(in gr. Tyro), nella mitologia greca, figlia di Salmoneo e Alcidice, amata da Posidone, da lui ebbe i gemelli Pelia e Nelia. Secondo un'altra tradizione sposò il dio fluviale Nipeo, generando Neleo, secondo altri, sposò Creteo, con cui generà Esone, Fere e Amitaone.
TITANI
I Titani erano delle divinità antichissime, tanto antiche che presso i Greci non avevano più culto, fatta eccezione per Elio e Crono. I Titani erano figli di Urano e di Gea, erano sei maschi e sei femmine i loro nomi sono: I maschi Coio, Crio, Crono, Giapeto, Iperione e Oceano;
le femmine Febe, Mnemosine, Teia, Temi, Teti e Rea.
Sposatisi tra di loro da Teia e Iperione nacquero: Elio, Selene ed Eos; da Febe e Coio nacquero: Apollo, Artemide ed Ecate;  da Rea e Crono nacquero: Demetra, Era, Estia, Ade, Poseidone e Zeus.

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A sua volta Crono fu spodestato da Zeus, causando così la rivolta dei Titani che il giovane dio mitigò con l'aiuto dei Ciclopi e dei Centimani. Come si può notare le geniture a volte sono molto contrastate.
TITONE
oTitònio, figlio di Laomedonte re di Troia; per la sua bellezza fu amato e rapito da Eos (l'Aurora), che ottenne da Zeus la sua immortalità, ma dimenticò di chiedere che rimanesse eternamente giovane e bello. Perciò Titone invecchiò, il suo corpo si disseccò, e per intercessione di Eos, rimasta a lui affezionata, gli dei lo mutarono in una cicala.
TIZIO
gigante, figlio di Zeus e di Elara. Secondo una tradizione fu ucciso da Apollo e Artemide per aver tentato di violentare Latona. Nell'Ade fu condannato a rimanere immobile mentre due avvoltoi gli rodevano il fegato
TRITONE
Figlio di Anfitrite e di Poseidone. Uomo nella parte superiore e pesce nella parte inferiore. Abitava i mari era un abile amatore ed era circondato dalle Nereidi, rivolse le sue attenzioni anche ad Ecate. Con la Buccina soffiandoci dentro poteva sollevare tempeste o placare le acque.
TRITTÒLEMO
figlio di Celeo, re di Eleusie, allevato da Demetra, per riconoscenza verso Celeo che l'aveva ospitata nella sua casa quando, durante il suo pellegrinaggio alla ricerca della figlia Persefone, si era presentata sotto l'aspetto d'una povera vecchia. Per ricompensarlo, la dea insegnò a Trittolemo le pratiche dell'agricoltura, affidandogli l'incarico di diffondere nel mondo questo insegnamento. TROIA
Città della Troade, chiamata propriamente Ilio dai Greci, teatro della decennale guerra. Secondo la leggenda sarebbe stata fondata da Troe, nipote di Dardano e padre di Ilo. Le sue mura sarebbero state costruite da Apollo e da Poseidone come espiazione per il tentativo di rovesciare Zeus. La rocca di Troia aveva il nome di Pergamo. Negli ultimi decenni del secolo scorso Heinrich Schliemann eseguì scavi là dove riteneva dovessero trovarsi i resti dell'antica Troia e in uno degli strati archeologici rinvenuti credette di poter identificare le rovine della città descritta da Omero.
Nuovi scavi furono successivamente eseguiti da altri archeologi (soprattutto da Dorpfel), i quali, pur con alcune varianti, confermarono la tesi di Schliemann. Gli studiosi ritengono ormai concordemente che la Troia omerica sia veramente esistita e abbia raggiunto un notevole grado di civiltà, e che il conflitto coi popoli greco asiatici fu certo determinato da rivalità economico- commerciali.
TROIANE (LE)
tragedia di Euripide che rappresenta una ferma e dura condanna della guerra attraverso la narrazione delle sofferenze patite dalle nobili troiane dopo l'assedio della città.
TROILO
l'ultimo dei cinquanta figli di Priamo. Era destino che Troia non fosse presa finché Troilo vivesse, ma egli, temerariamente, volle combattere con Achille, che lo uccise; poco dopo la città fu presa dai Greci.

 

Fonte: http://www.storicodiocre.altervista.org/LIBRI/mitigreciaantica.pdf

Sito web da visitare: http://www.storicodiocre.altervista.org

Autore del testo: Patrizio Sanasi

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