Seconda guerra mondiale sintesi

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Seconda guerra mondiale sintesi

LA SECONDA GUERRA MONDIALE. - Cause. -­ La causa occasionale della seconda guerra mondiale fu co­stituita dalla questione di Danzica, con le rivendicazioni della Germania hitleriana sul corridoio polacco, che le avreb­be concesso di poter unire la Prussia occidentale alla Prus­sia orientale.
Ma le vere cause della guerra furono più remote e com­plesse:
a ) il contrasto franco-tedesco, determinato dal risenti­mento della Germania, che aveva dovuto cedere alla Francia l'Alsazia e la Lorena; dagli attriti nel bacino carbonifero della Saar, e dalla contesa per il primato militare europeo.
b ) il contrasto italo-francese, determinato dalle divergen­ze d'interessi, soprattutto nell'Africa (Tunisi), e dalle cla­morose rivendicazioni italiane su Nizza, la Savoia e la Corsica.
d ) il contrasto italo-inglese, determinato dall'atteggiamen­to ostile dell'Inghilterra nei nostri confronti al tempo del­l'impresa etiopica, e dalla preoccupazione che davano gli aspetti più aggressivi della nostra politica nazionalistica nel Mediterraneo (Suez, Malta).
e ) il contrasto cino-giapponese, sfociato nel 1937 in guer­ra aperta.
f ) l'avvicinamento italo-tedesco, o, per meglio dire, tra l'Italia fascista e la Germania nazista, determinato dall'iden­tità della posizione ideologica; dagli accordi economici e po­litici al tempo dell'impresa etiopica e della guerra civile spa­gnola, e dalla medesima tendenza al revisionismo e alle ri­vendicazioni territoriali.
Questo avvicinamento aveva trovato la sua sanzione, co­me sappiamo, nella firma dell'Asse Roma-Berlino (ottobre 1936), nell'adesione di Mussolini al Patto Anticomintern (1937), e nella firma del Trattato di alleanza italo-tedesco («Patto d'acciaio », 1939).
Tutte queste cause però si possono ridurre ad una. La più vera e profonda causa della guerra fu infatti la bru­tale aggressività del programma pangermanistico (ritiro del­la Germania dalla società delle Nazioni; dottrina razzista di Rosenberg e feroce campagna antisemita; teoria dello «spa­zio vitale »; poderosi armamenti).
Hitler aveva iniziato, come abbiamo visto, una vera e pro­pria corsa alla guerra con l'annessione dell'Austria ( An­schluss ) e del territorio dei Sudeti, e con la conquista e spartizione della Cecoslovacchia. La questione di Danzica e del « corridoio polacco » fu come l'ultimo atto di una fa­tale tendenza imperialistica che doveva portare inevitabil­mente alla guerra.

PRIMO ANNO DI GUERRA (1939), favorevole alla Germania, che, con l'aiuto della Russia, sconfisse e conqui­stò la Polonia.

Invasione tedesca della Polonia. - I1 1° settembre 19391a Germania invase la Polonia, portando sul campo di battaglia tutto il peso della sua aviazione da bombardamento (famosi «Stukas» ) e delle sue divisioni corazzate, col pro­posito di concludere una guerra lampo ( Blietzkrieg )
L'Inghilterra e la Francia dichiararono subito guerra alla Germania (3 settembre) e proclamarono il blocco economi­co, ma il loro aiuto si rivelò all'inizio poco efficace. Nono­stante il disperato eroismo dei suoi soldati, la Polonia, in­vasa anche all'oriente dalla Russia (17 settembre), crollò rapidamente: il 13 settembre venne occupata Danzica; il 27 settembre le truppe tedesche entrarono in Varsavia, costretta ad arrendersi dopo un furibondo bombardamento; il 28 set­tembre ebbe luogo la capitolazione della Polonia.
Sul fronte francese intanto le truppe rimasero bloccate nelle linee Maginot e Sigf rido.
Nello stesso anno la Russia impose la propria protezione alle tre repubbliche baltiche di Lettonia, Lituania ed Esto­nia e, il 30 novembre, invase la Finlandia, imponendole una revisione dei confini e la cessione della Carelia (armi­stizio del 12 marzo 1940).

SECONDO ANNO DI GUERRA (1940), ancora favo­revole alla Germania, che invase la Danimarca, la Norvegia, il Lussemburgo, l'Olanda, il Belgio e la Francia. - Nello stesso anno l'Italia entrò in guerra a fianco della Germania.

Invasioni tedesche. - Continuarono, nel nuovo anno di guerra, le aggressioni tedesche. Il 9 aprile 1940, con azio­ne fuiminea e senza incontrare quasi resistenza, la Germa­nia invase la Danimarca, e si preparò ad assalire, anche con forti attacchi aerei, la Norvegia.
Per quanto favorita dalla complicità di filonazisti norve­gesi, l'invasione tedesca trovò un'iniziale resistenza nelle truppe alleate (inglesi e francesi), che avevano potuto sbar­care, ma in breve tempo la Norvegia fu costretta ad arren­dersi e a subire la dittatura filonazista del traditore Quisling, mentre il re Haakon VII riparava in Inghilterra (10 giu­gno).
Il 10 maggio si scatenò con violenza l'offensiva nella di­rezione del fronte occidentale: vennero invasi e, in pochi giorni, furono costretti alla capitolazione il Lussemburgo e l'Olanda (15 maggio), la cui regina Guglielmina, insieme al governo, si rifugiò in Inghilterra.
Qualche settimana più tardi (2S maggio) anche il Belgio fu costretto a cedere alla sopraffazione nazista (il governo belga si rifugiò in Inghilterra).
Le sorti della guerra erano decisamente sfavorevoli agli alleati, il cui schieramento venne sfondato fra Namur e Se­dan, mentre le truppe inglesi vennero costrette, subendo gravi perdite soprattutto di materiale, al reimbarco di Dun­kerque (26 maggio).
E' in questo momento veramerate tragico che la Gran Bretagna, in cui era da poco salito al potere un governo di unione nazionale, con a capo la vigorosa figura di Win­ston Churchill (10 maggio), decise di resistere ad oltranza alla preponderanza nemica. E il mirabile comportamento della popolazione durante la terribile offensiva aerea tedesca del mese di agosto costituì la prima incrinatura nella mici­diale compattezza delle vittorie tedesche e valse a rendere ormai insicura la prospettiva della guerra lampo.

Armistizio con la Francia. - Lo strapotere dell'eser­cito tedesco rese rapida anche l'invasione della Francia (31 maggio-30 giugno); in pochi duri scontri (6-10 giugno) l'esercito francese, a capo del quale il Gamelin era sostitui­to dal generale Weygarad, venne sconfitto e disfatto. Resta­va così aperta all'invasore la strada per Parigi.
Con l'entrata del nemico in Parigi (14 giugno) coincisero le dimissioni del ministero Reynaud e la formazione di un ministero Pétain, che si convinse a chiedere l'armistizio, concesso e stipulato poi, con condizioni gravose, il 22 giu­gno. Iniziò allora per la Francia un doloroso periodo di disfacimento morale e di offuscamento dello spirito demo­cratico e nazionale, contro cui levò la sua libera voce di protesta il generale De Gaulle, riparato in Inghilterra a riorganizzare il nuovo esercito nazionale della « Francia li­bera », deciso a combattere in ogni modo contro l'oppres­sione nazista ..

Intervento dell'Italia. - L'Italia, allo scoppio della guerra, aveva dichiarato la sua non belligeranza (forse ebbe i°nfluenza su ciò la coscienza della nostra impreparazione e dell'impopolarità del conflitto provocato dalla Germania); ma, nonostante la nostra impreparazione morale e militare, Mussolini volle accelerare il nostro intervento ritenendo, poco avvedutamente, che la fine della guerra fosse ormai prossima.
Il 10 giugno 1940 1'Italia entrò in guerra a fianco della Germania ed iniziò una battaglia sulle Alpi Occidentali, combattuta dalle nostre truppe con molta dignità, ma con scarsa efficacia; il 24 giugno venne firmato a Roma l'armi­stizio franco-italiano (annessione di Mentone e di alcuni territori di confine).
Tra gli avvenimenti beliici di questo secondo anno sono degni di menzione, sempre con riguardo ai fronti dove si trovavano impegnate truppe italiane, i seguenti:
a) la conquista della Somalia Britannica (7-20 agosto).
b)  la prima offensiva italiana in Libia (14 settembre), organizzata e diretta dal maresciallo Graziani, che ci portò alla conquista di Sollum e di Sidi el Barrani, cento chilo­metri dentro il territorio egiziano; cui corrispose la prima offensiva degli inglesi del generale Wavell (9 dicembre), che giunsero fino a Bengasi e ad Agedabia.
c) l'attacco alla Grecia, che dimostrò tutta 1'inettitudine e l'imprevidenza del nostro governo e dei comandi militari (disorganizzazione, assenza di disposizioni, scarso equipag­giamento delle truppe), e si risolse in un sostanziale insuc­cesso, tanto che i Greci giunsero ad occupare Santi Qua­ranta, in Albania (dicembre).
Sul fronte navale si devono ricordare la battaglia a Punta Stilo tra la flotta italiana e quella inglese, quando fu colpita la corazzata Warspite (8-9 luglio), e l'attacco di aerosiluranti inglesi alla nostra flotta, nel porto di Taranto (13 novem­bre).

TERZO ANNO DI GUERRA (1941), ancora favore­vole alla Germania, che invase la Jugoslavia, la Grecia e la Russia; ma non all'Italia, che fu costretta ad abbandonare l'Africa Orientale. - in questo anno il Giappone inter­venne in guerra a fianco della Germania e dell'Italia.

Fronte africano. - Il nuovo anno si rivelò assoluta­mente negativo per le sorti della nostra guerra, soprattutto in Africa, dove in pochi mesi perdemrnc le recenti conquiste e tutte le nostre colonie dell'Africa Orientale; in poco più di un mese (26 febbraio-6 aprile) le truppe inglesi occu­parono Mogadiscio, rientrarono nella Somalia Britannica e conquistarono Addis Abeba (mentre Ailè Selassiè era già ritorriato sul trono etiopico).
Poco dopo anche il vecchio nostro possedimento dell'Eri­trea cadeva nelle mani degli avversari.
Più equilibrata, anche se in sostanza negativa per noi, fu la sorte delle armi sul fronte libico. Gli italo-tedeschi, tra il 26 marzo e il 15 aprile, si impegnarono in una forte offen­siva, sotto il comando del generale Rommel ( battaglia della Marmarica ) .
Questa battaglia ci portò alla riconquista della Cirenaica, tranne Tobruk; ma Hitler ebbe il torto di considerare se­condario e di non munire sutnceentemente questo fronte, si che fu possibile, nel novembre-dicembre, una seconda offensiva inglese, col conseguente arretramento delle truppe italo-tedesche fino ad El Agheila.
Anche sul fronte navale, a Capo Matapan, una battaglia con la flotta inglese aveva avuto esito negativo per noi: tre nostri incrociatori furono affondati (28 marzo 1941).

Dichiarazione di guerra alla Russia. - Continuava intanto implacabile l'offensiva tedesca sui vari fronti euro­pei. La preponderanza militare permetteva ancora alla Ger­mania rapide occupazioni come quelle della Jugoslavia e della Grecia .
La Jugoslavia venne smembrata con. l'annessione di Lu­biana al territorio italiano (3 maggio) e la creazione dello stato della Croazia, posto sotto il governo filofascista di Ante Pavelic, mentre Aimone, duca d'Aosta, ne venne no­minato re (18 maggio).
Le continue e troppo facili vittorie avevano però dato alla Germania (al cui fianco scesero in guerra anche l'Un­gheria, la Romania, la Slovacchia e la Finlandia) una così smisurata fiducia nella propria forza, da convincere Hitler alla rischiosa impresa di attaccare il colosso sovietico.
Il 22 giugno Germania e Italia , congiuntamente, di­chiararono guerra alla Russia; 1'esercíto tedesco avanzò ra­pidamente nel territorio russo, ma, dopo aver occupate Kiev e Rostov e fatto milioni di prigionieri, fu arrestato alle porte di Leningrado e a cento chilometri da Mosca dalle truppe russe, di cui fin dal 20 luglio aveva assunto il comando ge­nerale il maresciallo Stalin: in novembre l'avanzata tedesca era ormai fermata.
Intanto il 14 agosto c'era stato, sulla corazzata « Prince of Wales », nell'Atlantico, un importante incontro tra il presidente americano Roosevelt e Churchill, con la firma della Carta Atlantica, che sanciva il principio della libertà dei popoli.
Il conflitto era destinato ad allargarsi sempre più e a divenire veramente mon,diale, assumendo l'aspetto di una lotta dello spirito di libertà contro il totalitarismo e le dit­tature.

Pearl Harbour e l'intervento degli Stati Uniti. - Gli Stati Uniti non vollero restare estranei a tale conflitto, in cui erano messe in gioco le sorti della democrazia e del­l'umanità tutta, e, di fatto, il peso della loro collaborazione si fece sentire almeno dal marzo 1941, con la stipulazione della legge «affitti e prestiti ».
La loro entrata in guerra venne, ad ogni modo, accelerata dal proditorio attacco dell'aviazione giapponese - senza dichiarazione di guerra - alla flotta americana ancorata nella baia di Pearl Harbour (7 dicembre) : in questa occasione gli aerosiluranti giapponesi misero fuori combatti­mento otto grandi navi da battaglia americane.
L'impeto iniziale della guerra fu favorevole ai giapponesi che, il 25 dicembre, costrinsero alla resa il possedimento inglese di Hong Kong, ed entrarono allo sbaraglio nelle Filippine e nell'Indocina francese. Maanche la violenza offensiva del Giappone, come già quella della Germania, si trovò di fronte l'insormontabile ostacolo dell'immensa produzione industriale, oltre che del valore delle forze avversarie.

QUARTO ANNO DI GUERRA (1942), favorevole agli Alleati, che passarono alla controffensiva in Russia (Stalin­grado), in Libia ed in Estremo Oriente.

Fronte africano. - Sul fronte africano si registrò una ennesima offensiva italo-tedesca in Libia, cui rispose un'ul­teriore controffensiva inglese; ma si verificò anche il fatto nuovo dello sbarco americano in Marocco e in Algeria.
L'offensiva italo-tedesca in Libia, accompagnata da bom­bardamenti aerei su Malta, ebbe inizio in maggio e portò alla riconquista della Ciresaaicu e alla liberazione di Tobruk, e si concluse con la profonda avanzata in Egitto fino ad El Alamein (giugno 1942).
Ma le forze dell'Asse si andavano ormai logorando: il 24 ottobre le forze inglesi (al comando del generale Montgo­mery) riattaccarono e riconquistarono la Cirenaica.
Fondamentale poi, e di decisiva importanza agli effetti dello svolgimento futuro del conflitto, fu lo sbarco dell'eser­cito americano, comandato dal generale Eisenhower, nel Marocco e in Algeria (8 novembre 1942), operazione alla elementi dell'esercito francese di De Gaulle

Fronte russo. – Anche sul fronte russo si registrarono gli ultimi disperati tentativi delle forze armate tedesche di risolvere la situazione a loro favore; ed ebbe invece inizio illento ma inesorabile ripiegamento e indíetreggíamento verso i confiní nazionali.
Nel maggio riprese l'avanzata tedesca in Russia, con la conquista della Crimea (15maggio 1942) e la penetrazione nel Caucaso (21 luglio): anche l'Italia procedette ad un estremo sforzo e inviò in Russia nuove divisioni, che for­marono l’A.R.M.LR. (Armata italiana in Russia), agli or­dini del generale Gariboldi.
Ma l'impeto tedesco si esaurì nell'assedío di Stalingrado (settembre), sotto 1'íncroIlabíle resistenza russa. L'avanzata tedesca venne fermata ed i russi iniziarono una poderosa ed irresistibile controffensiva in tutto il settore meridionale (novembre), conclusasi con lo sfondamento del fronte te­desco (17 dicembre) e con l'accerchiamento dell'A.R.M.LR. (11 dicembre-18 gennaio 1943), nella zona del Don.
Particolarmente tragica e dolorosa fu la disfatta delle no­stre eroiche divisioni, che lasciarono nella terribile ritirata ben 100.000 uomini morti, feriti, prigionieri o dispersi.

Fronte dell'Estremo Oriente. - Anche sul fronte del­l'Estremo Oriente le vicende della lotta seguirono lo stesso schema degli altri fronti: il Giappone attaccò con disperata decisione e occupò sterminati territori; ma il suo impeto iniziale si venne progressivamente esaurendo, ed ebbe inizio l'inesorabile regresso che lo portò alla sconfitta finale.
Il 15 febbraio 1942 il Giappone occupò la piazzaforte in­glese di Singapore ed iniziò la conquista delle Filippine, delle Indie Orientali e della Birmania; ma, in maggio, gli anglo-americani sferrarono una grande offensiva, e la flotta americana (dotata di poderose portaerei) condusse a ter­mine due vittoriose battaglie nel Mar dei Coralli e nelle isole Midway (giugno 1942).

QUINTO ANNO DI GUERRA (1943), sempre favo­revole agli Alleati, che continuarono la controffensiva in Russia (liberazione di Stalingrado ) , sbarcarono in Italia, e la costrinsero alla resa a discrezione.

Fronte africano. -- Il quinto anno di guerra ebbe ini­zio con l'incontro a Casablanca (14-27 gennaio) tra Roose­velt e Churchill, iquali dichiararono di voler combattere fino alla resa incondizionata del nemico.
L'importante spiegamento americano di uomini e di ma­teriale provocò, in pochi mesi, la fine della campagna d'Afri­ca. Il 23 gennaio 1943 i soldati dell'Asse furono costretti ad abbandonare Tripoli ; il 7 maggio caddero Tunisi e Biserta; il 13 maggio gli italo-tedeschi si dovettero arrendere definitivamente. Dalle munite basi africane gli alleati furo­no allora in grado di organizzare ed effettuare il loro po­deroso attacco al continente europeo.

Fronte russo. - Il 18 gennaio 1943 i russi iniziarono la liberazione del territorio sovietico dalle truppe occupanti; entrarono nel Caucaso settentrionale, occuparono Kharkov e riconquistarono l'Ucraina. In febbraio dilagarono nel ba­cino del Donez; mentre, nello stesso tempo, a Stalingrado venne accerchiata un'intera armata tedesca (300.000 tede­schi uccisi o fatti prigionieri). Stalingrado venne liberata: cominciava la fase delle vittorie decisive delle potenze al­leate; il destino dell'Asse era definitivamente segnato.

Armistizio dell'Italia e movimento partigiano. – Il popolo italiano aveva sempre sentita estranea la dittatura fascista e dimostrava ormai di non poter desiderare la vit­toria dell'imperialismo nazista. Lo stato di malcontento sfo­ciò nei grandiosi scioperi popolari di Torino e di Milano (marzo 1943); mentre la sfiducia e l'opposizione penetra­vano nelle file dello stesso partito fascista.
Intanto gli avvenimenti vennero precipitando: il 12 giu­gno, agevolati da un lungo bombardamento, gli alleati sbar­carono a Pantelleria e a Lampedusa ; il 10 luglio misero piede in Sicilia, tra Licata ed Augusta, e il 23 luglio, senza aver incontrato notevole resistenza, entrarono in Palermo.
A Mussolini che invano, nel convegno di Feitre (19 lu­glio), aveva chiesto aiuti militari a Hitler, venne a mancare ormai anche la fiducia degli stessi fascisti. Il 25 luglio, per opera di Grandi e di Ciano, il Gran Consiglio del Fascismo si pronunciò per la sfiducia al proprio duce; nello stesso gior­no Vittorio Emanuele III ordinò l'arresto di Mussolini e diede incarico al maresciallo Badoglio di formare il nuovo governo.
La caduta del regime suscitò spontanee manifestazioni di grande esultanza in tutta la popolazione. Ma iniziò pur­troppo un difficile periodo di incertezze e di ambiguità: la guerra continuava a fianco della Germania; mentre gli al­leati intimavano all'Italia la resa a discrezione (27 luglio), continuavano l'occupazione della Sicilia (Catania, Messina), e sottoponevano Milano a massicci bombardaznenti (agosto 1943). Il 3 settembre le armate di Montgomery sbarcarono in Calabria e 1'8 settembre l'armata americana operava uno sbarco a Salerno.
Ma 1'8 settembre, per opera degli stessi alleati, venne divulgato l'armistizio che, dopo difficili trattative iniziate dal generale Castellano a Lisbona (12 agosto), era stato fir­mato il 3 settembre a Cassibile (Siracusa).
Lo sbandamento del nostro esercito divenne inevitabile; ma molti furono gli episodi di valore contro i tedeschi, e particolarmente mirabile fu il comportamento delle nostre guarnigioni di Rodi, di Cefalonia e di Corfù, mentre la flotta poté raggiungere Malta e affiancarsi a quella alleata.
In tutto il paese si vennero intanto costituendo e organiz­zando, per opera dei vari partiti politici antifascisti, riuniti nel cosiddetto «Comitato di liberazione nazionale », i primi nuclei armati del movimento partigiano, che si impegnò in una strenua e valorosa resistenza contro le forze tede­sche . Ebbe così inizio il periodo della nostra faticosa rinascita nazionale.
I tedeschi però, che avevano sul nostro territorio numero­se divisioni potentemente armate, non si rassegnarono . Il 10 settembre occuparono Roma, obbligando il re e il go­verno a una disordinata partenza per Brindisi; il 12 settem­bre un gruppo di paracadutisti tedeschi riuscì a liberare Mussolini, prigioniero in un albergo a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, e lo condussero in Germania. Il 23 settem­bre Mussolini, tornò in Italia, pose la residenza a Salò, sul lago di Garda, fondò la Repubblica sociale italiana, e tentò di ricostruire un esercito (al comando del maresciallo Gra­ziani )per continuare a combattere a fianco della Germania. Ma l'animo popolare era profondamente ostile alle milizie fasciste e i giovani confluivano nelle formazioni e nei gruppi partigiani.
Intanto, il 13 ottobre, mentre gli alleati erano entrati a Napoli, ed il fronte si era stabilizzato sul Garigliano, nei pressi di Cassino, il governo Badoglio dichiarò la guerra alla Germania.
Ebbe così inizio la cobelligeranza italiana con gli eserciti alleati e si ricostruirono i primi nuclei di un nostro esercito regolare.

SESTO ANNO DI GUERRA (1944), sempre favore­vole agli Alleati, che estesero la controffensiva anche al fron­te occidentale (sbarca in Francia).

Guerra in Italia. - L'avanzata alleata lunga il corso della penisola prosegui implacabile; la resistenza tedesca si rivelò particolarmente tenace; ma non poté impedire lo sbarco ad Anzio e a Nettuno (22 gennaio) e, più tardi, lo sfondamento del fronte a Cassino (11 maggio) .
Il 4 giugno 1944 venne liberata Roma , nella quale rientrò il governo italiano ; il 22 agosto anche Firenze accolse le truppe alleate, che procedettero poi fino alla « li­nea gotica » (da Rimini al Tirreno), dove furono peraltro costrette ad un temporaneo arresto (settembre 1944).
La ritardata azione sul fronte appenninico non fiaccò, anzi rese più disperatamente viva ed efficace, la lotta partigiana in montagna e nelle città. Il movimento partigiano, ormai forte di almeno 200.000 volontari, si dava un comando unitario, sotto la guida di Ferruccio Parri (il popolare « Maurizio »), mentre dal sud, in rappresentanza del gover­no di Roma, giungeva il generale Raffaele Cadorna.

Sbarco degli alleati in Francia. - Il 6 giugno 1944, con lo sbarco di un formidabile esercito alleato (al coman­da del generale Eisenhower) sulla costa normanna, si apriva il secondo fronte (dopo quello russo). Nello stesso mese venne conquistata Cherbourg (27 giugno), e, paco dopo,. Caen (7 luglio). In agosto un'armata americana e un'armata francese sbarcarono, dall'Africa settentrionale, in Provenza: contro l'enorme superiorità di mezzi e di uomini (navi, aerei, paracadutisti) degli alleati ben poco giovava ormai ai tedeschi anche 1'impiego dei rnissili (V1 e V2): il 25 agosto il generale De Gaulle entrò in Parigi liberata.In settembre tutta la Francia era libera dall’occupazione nemi­ca, e iniziava la liberazione dell'Olanda e del Belgio; il 21ottobre 1944 gli alleati entravano in Aquisgrana e il 23 no­vembre erano al confine occidentale della Germania ed espu­gnavano Strasburgo.

Fronte russo. - Nell'autunno della stesso anno iniziò anche la decisiva controffensiva russa: nel settembre furono costretti a chiedere e a firmare 1'armistizio la Romania  e la Finlandia; le truppe russe penetrarono in Jugoslavia (la cui popolazione, sotto la guida di Tito, collaborò nella lotta antinazista), in Bulgaria e in Ungheria.
Nello stesso scorcio di tempo (settembre-novembre 1944) vennero invase anche la Polonia , l'Austria e la Cecoslo­vacchia.
Gli inglesi sbarcarono in Grecia, e il 13 ottobre giunsero ad Atene. La Germania era ormai praticamente chiusa nei suoi confini.

SETTIMO ANNO DI GUERRA (1945), sempre favo­revole agli Alleati, che costrinsero la Germania e il Giappo­ne alla resa a discrezione.

Fronte italiano e Comitati di liberazione nazionale. - Con la primavera ripresero le operazioni militari anche sul frante italiano, e si conclusero rapidamente con lo sfon­damento della «linea gotica », l'entrata in Bologna (21 apri­le 1945), e l'attraversamento del Po (24 aprile).
Alla ripresa dell'offensiva alleata si accompagnò l'insur­rezione generale del movimento partigiano per opera dei Comitati di liberazione nazionale.
Mentre Mussolini tentava l'ultima tuga verso la Svízze­ra , Milano e le altre città dell'Italia settentrionale in­sorsero trionfalmente (25 aprile), dandosi le prime istitu­zioni di vita democratica, ed accogliendo con entusiasmo l'arrivo delle truppe alleate (29 aprile).
Le forze tedesche in Italia furono costrette alla resa a discrezione (firmata a Caserta).

Resa della Germania e del Giappone. - Dopo la Conferenza interalleata di Yalta, in Crimea (4-12 febbraio 1945), dove Stalira, Roosevelt e Churchill presero accordi sul modo di continuare la guerra e sulla futura sistemazione dell'Europa e del mondo, gli alleati e i russi sferrarono, sui due fronti, il colpo mortale alla Germania.
L'esercito tedesco, forte ancora di quattro milioni di uo­mini, aveva tentato un'estrema e disperata controffensiva nelle Ardenne; ma gli alleati ormai varcarono il Reno (7 marzo 1945) e, forti di ben otto armate, marciarono verso l'interno della Germania, occupando la Renania e la Ruhr; mentre l'esercito tedesco (al comando del maresciallo Kes­selring ) cedeva di schianto.
Il 26 aprile ebbe luogo, sull'Elba, l'incontro fra gli ame­ricani e i russi, i quali, con una poderosa marcia in avanti iniziata in gennaio, avevano occupato la Prussia orientale, la Slesia e la Pomerania; avevano superato il fiume Oder e il 16 aprile erano entrati in Vienna.
Il 7 maggio 1945, dopo il suicidio di Hitler (1 maggio) e la furibonda battaglia per le strade di Berlino, occupata dai russi, la Germania chiese la resa incondizionata per voce dell'ammiraglio Doenitz.
Il principale stato aggressore era definitivamente piegato ed umiliato; ma la guerra continuava ancora nel lontano fronte dell'Estremo Oriente .
Già nel 1944 gli anglo-americani avevano ottenuto gran­diose vittorie aeronavali, e avevano iniziato gli sbarchi nelle Filippine, nell'Arcipelago malese, in Birmania e in Cina; nella battaglia di Leyte (ottobre 1944) la flotta giapponese era stata annientata; nel 1945 erano compiutamente ricon­quistate le Filippine e l'Indonesia.
Il Giappone era peraltro deciso a resistere ad oltranza anche dopo la caduta della Germania, e respinse la resa a discrezione intimatagli dagli alleati (26 luglio).
Ma il lancio della prima bomba atomica su Hiroshima (6 agosto), con circa 100.000 morti, e della seconda bomba atomica su Nagasaki (9 agosto), con circa 200.000 morti , costrinse infine anche il Giappone alla resa a discrezione.
Ebbe così termine, dopo tanti lutti e rovine, l'immane tragedia della seconda guerra mondiale.

 


Annesse definitivamente l'anno dopo.

In questo stesso anno la Germania costrinse anche la Romania a subire la sua occupazione militare.

La capitolazione della Jugoslavia (alla cui occupazione parteci­parono anche truppe italiane) avvenne il 18 aprile, dopo soli dodici giorni di guerra; quella della Grecia il 23 aprile. In maggio fu attua­ta, per opera di paracadutisti, l'occupazione dell'isola di Creta.

L'Italia inviò in Russia il C.S.LR. (Corpo di spedizione italiano in Russia), al comando del generale Messe.

L'8 dicembre gli Stati Uniti dichiararono guerra al Giappone; 1'll dicembre 1'?taiia e :z Germania dichiararono guerra agli Stati Uniti. La guerra si estese anche tra il_ Giappone é l'Inghilterra che, il 10 dicembre, ebbe affondate le corazzate Prince of Wales e Repulse.

Nello stesso periodo (,16 novembre) truppe italo-tedesche opera­rono uno sbarco in Tunisìa.

In questo periodo le truppe italiane in Africa erano comandate dal generale Messe.

Il 24 giugno Mussoliní pronunciò l'infelice discorso del « ba­gnasciuga ».

Rimasero veramente indimenticabili le quattro giornate dell'in­surrezione popolare napoletana (28 settembre-1 ottobre 1943).

Centinaia di migliaia furono i prigionieri italiani nei campi di concentramento tedeschi.

Il 15 febbraio l'aviazione alleata aveva distrutto l'abbazia di Montecassino.

Nel periodo della dura occupazione tedesca va ricordato il tra­gico massacro delle Fosse Ardeatine (24 marzo 1944).

La nomina del principe Umberto a luogotenente (12 aprile 1944) favorì la partecipazione al governo (passato intanto a Salerno) di tutti i sei partiti antifascisti che avevano come esponenti principali Croce, Omodeo, Sforza, Togliatti, Nenni, De Gasperi. Al governo Badaglio Ministero Bonomi.

Il 20 luglioc'era stato un fallito attentato a Hitler. Tra le vit­ttime della spaventosa reazione nazista ci fu anche il maresciallo Rommel.

La Romania dichiarò poi guerra alla Germania.

Bisogna ricordare l'eroica rivolta di Varsavia che, nell'ottobre 1944, ricadde, dopo 63 giorni di lotta, sotto il giogo tedesco.

Mussolini venne poi fucilato, il 28 aprile, a Giulino di Mezze­gra (Como); mentre molti gerarchi fascisti vennero fucilati a Dongo (Como).

Nell'aprile-giugno 1945 intanto, nella Conferenza di San Fran­cisco, veniva costituita 1'O.N.U. (Organizzazione delle Nazioni Unite).

L'8 agosto 1945 la Russia dichiarò guerra al Giappone; e il 14 agosto le truppe sovietiche entravano nella Manciuria.

 

Fonte: http://www.calamandrei2013.altervista.org/seconda_gm.doc

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Seconda guerra mondiale sintesi

 

 

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